Le emozioni come forma materiale del mondo
I mondi segreti della Religione Pagana

Seconda parte (di cinque)

Claudio Simeoni

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Riflessioni del 2018

Il linguaggio delle emozioni

Il linguaggio.

Il linguaggio delle emozioni è un linguaggio proprio che giunge alla ragione sotto forma di "simboli".

Quando i soggetti si muovono in una sfera emotiva e incrociano altri soggetti lungo il loro cammino costruiscono delle relazioni.

La relazione è un linguaggio in sé.

La relazione delle emozioni nel mondo emotivo, è una relazione che non può essere descritta mediante le parole, tuttavia è una relazione che avviene mediante una comunicazione. La struttura emotiva non è indipendente dal corpo fisico, è espressione di un corpo fisico che però, all'interno della sfera emotiva, non ha né rappresentazione né realtà. E' come se il corpo fisico, rispetto alle forse che si muovono nel mondo emotivo, sia trasparente e senza sostanza.

Tuttavia, ogni modificazione che la struttura emotiva subisce nelle relazioni che incontra, si trasferisce sul corpo fisico e alimentano trasformazioni che vengono nel tempo. Questo è il processo di costruzione mediante un processo di trasformazione dove i corpi emotivi, entrati in relazione, danno e prendono qualche cosa l'uno dall'altro.

Il corpo fisico nasce e muore. La struttura emotiva che vive nel mondo emotivo nasce col corpo fisico, si presenta nel mondo emotivo e potrebbe continuare ad esistere nella forma di corpo emotivo anche dopo la morte del corpo fisico.

Il corpo fisico è centrale nel nostro modo di pensare il mondo, ma il mondo del corpo fisico è un mondo irreale. Un mondo che appare alla coscienza al momento della nascita, al momento dell'uscita dalla vagina di nostra madre, ed è un mondo che scompare dal nostro orizzonte al momento della morte del corpo fisico.

Questo sparire dall'orizzonte del corpo fisico è un dato di fatto ben presente alla nostra ragione la quale vuole ignorare l'esistenza delle emozioni e di quanto lei non riesce a descrivere e controllare.

Quando noi riusciamo, alterando la percezione della realtà e liberando la coscienza dal controllo della ragione, a sbirciare nel mondo emotivo, siamo sì obbligati a fermare la descrizione del mondo propria della ragione ma, allo stesso tempo, non possiamo non cogliere i modelli dal mondo della ragione per descrivere un qualche cosa che può essere vissuto con le emozioni, ma non può essere descritto.

Tanto più gli elementi per descrivere quanto percepisco sono astratti e tanto più diffido la ragione dal prendere il controllo di quanto percepisco. Se io dico che le emozioni in quella sfera del mondo emotivo sono forme di persone, fantasmi, spiriti, divinità, ecc. che si muovono e costruiscono le relazioni, la mia ragione tende a costruire delle spiegazioni: dio mi parla, l'inferno o il paradiso, l'Ade o i campi Elisi, ecc. Queste spiegazioni vedono sempre la ragione come il soggetto centrale che domina la mia percezione e la mia percezione dovrà conformarsi ai modelli della ragione la quale fornirà i modelli alle mie allucinazioni, desideri, illusioni, ecc.

Il rumore non è un rumore, ma è uno "spirito" che si avvicina. Il vento fra gli alberi non è il vento fra gli alberi, ma sono gli spiriti della foresta che mi parlano.

Il delirio della ragione è dietro ad ogni angolo di strada.

 

 

Se io dico che nel mondo emotivo le emozioni si muovono (viste nella forma della ragione) come punti di luce, la mia ragione non colloca i "punti di luce" in un contesto ideologico partendo da essi ma trasforma quei punti di luce in immagini mettendo in atto i meccanismi dell'illusione, delle allucinazioni e delle credenze con cui la ragione riveste ogni percepito per farlo rientrare nella descrizione del mondo come formulata nell'infanzia. Ciò che si percepisce nel mondo viene rivestito di una forma razionale con cui la ragione interpreta il percepito collocandolo nel suo "già conosciuto o già immaginato.

E' importante, nella percezione del mondo che esula dalla quotidianità, impedire alla quotidianità, alla forma, di interpretare quelle sensazioni in funzione di sé stessa. Nulla vieta alle persone di vedere quei punti luminosi come "angeli" o "spiriti", ma nel momento stesso in cui usano il termine "angeli" o "spiriti" di fatto certifichiamo una struttura ideologica in cui "angeli" e "spiriti" diventano i testimoni di una realtà alla quale loro "testimoniano" e noi certifichiamo riproducendola nella nostra quotidianità facendogli dominare le nostre scelte. Nella quotidianità, le persone che fanno questo, non proiettano ciò che loro percepiscono, ma alimentano un'ideologia fatta di "angeli" e "spirti" con cui legittimano l'imposizione di un'ideologia di sottomissione a ciò che loro pensano debbano volere quegli "angeli" e quei "spiriti". In sostanza, quelle persone, alimentano il loro apparato allucinatorio deformando non solo la realtà "altra" percepita, ma deformando la realtà vissuta nel quotidiano sottomettendola alla realtà "altra" che non è più frutto della loro percezione, ma è frutto della loro immaginazione attivata, da un mix fra il proprio desiderio e sollecitazioni della loro struttura emotiva alle soglie della loro coscienza.

Noi possiamo percepire le relazioni emotive perché le nostre emozioni sono prodotte dal nostro corpo e manifestazione del nostro corpo vivente.

Nel mondo emotivo ci sono solo emozioni.

L'emozione è l'unico soggetto vivente che costruisce relazioni con le emozioni che incontrano indipendentemente dal corpo che quelle emozioni manifesta.

Le emozioni "capitalizzano". La struttura emotiva trasforma sé stessa ogni volta che incontra un'altra struttura emotiva. Le strutture emotive si plasmano e si trasformano nelle relazioni e ad ogni relazione si modificano. Nel mondo emotivo l'emozione è l'individuo e l'individuo come forma, come corpo e come coscienza sparisce. L'emozione è l'oggetto, il corpo una sensazione delle emozioni.

Ma è il corpo che produce le emozioni che manifesta la nostra volontà ed è la volontà del corpo che dirige il cammino della trasformazione delle emozioni. Eppure nel mondo emotivo il corpo non esiste come non esiste la volontà d'esistenza che si può esprimere sulle emozioni fuori dal mondo emotivo.

Quando noi parliamo di Stregoneria, parliamo di struttura emotiva perché nelle nostre emozioni si capitalizza ogni esperienza che plasma la struttura emotiva rendendola sempre più amalgamata e compatta.

Quando parliamo del mondo degli Stregoni parliamo di un mondo emotivo dove le emozioni divengono, si relazionano e si compattano e dove le emozioni delle galassie, delle stelle, dei pianeti, degli animali e delle piante ecc. agiscono in quel mondo e incontrano altri e si trasformano.

Quando noi parliamo di Stregoneria parliamo di strutture emotive. Anche quando da Urano Stellato passiamo a Cronos che introduce, mediante la volontà rappresentata dalla "falce dentata di Gaia", il tempo come trasformazione e come metodo per plasmare le coscienze di sé che manifestano quelle strutture emotive, noi parliamo sempre delle emozioni che si relazionano con emozioni che rappresentano ogni altro soggetto che definiamo "uomo" o "persona" al di là del corpo e della forma del corpo materiale di cui quella struttura emotiva è parte e rappresentazione.

Quando parliamo di strategia della Stregoneria parliamo di relazioni emotive e di costruire relazioni con i soggetti dell'universo capaci di modificare la nostra struttura emotiva nella direzione in cui la nostra volontà intende agire.

In sostanza, la Stregoneria parla di corpi luminosi che muovendosi nel mondo emotivo modificano il mondo del reale quotidiano perché il mondo del reale quotidiano, descritto dalla ragione, è manifestazione del mondo emotivo.

 

FINE della seconda parte.

Marghera, 17 febbraio 2018

 

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Costruire la Religione Pagana è un atto di assoluta volontà

Non esiste, nella società in cui viviamo, una disciplina o delle regole per chi voglia costruire una Religione o, più in generale, un pensiero religioso autonomo e diverso dalla religione cattolica che domina ogni anfratto dell'esistenza umana. Chi lo fa viene visto con sospetto. Un nemico da combattere e quando viene aggredito, le Istituzioni tendono ad ignorare le aggressioni. Eppure, costruire una religione è l'unico modo per agire sulle proprie emozioni e costruire i legami fra sé stessi e il mondo in cui siamo nati.

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Diana di Roma!

 

 

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