Annullamento come difesa

Follia controllata nella metafisica della Stregoneria - Terza parte (di 19)

di Claudio Simeoni

Follia controllata

 

IN PSICOLOGIA: è l'annullamento di pensieri, parole o gesti al fine di difendersi dalle reazioni dell'ambiente sociale. Questo è ottenuto mettendo in atto pensieri e comportamenti dal significato opposto.

Questo tipo di difesa, dice la psicologia, ha carattere espiatorio.

Questo vale per la pratica cristiana della penitenza e della rinuncia che qualche cristiano pratica a sé stesso tentando di imporla come modello all'intero Sistema Sociale. Questi cristiani coloro che trovano conveniente imporla ad altri, colpevolizzando le persone che seguono le proprie tensioni e le proprie passioni, al fine di colpevolizzarle, controllarle e gestirle. Vedi la ferocia cristiana nei confronti della donna, dell'omosessualità e l'uso cristiano del pacifismo.

Queste persone praticano l'annullamento di pensieri che insorgono dentro di loro spinti dalle loro tensioni e dai loro bisogni, educazionalmente imposti, in contrapposizione alle tensioni e ai bisogni della vita. Annullano gesti e parole per l'angoscia che produce loro la reazione sociale alle loro manifestazioni. L'annullamento che queste persone esercitano dentro di sé viene da loro esteso all'intero tessuto sociale che NON DEVE manifestare quei pensieri, quelle parole o quei gesti che in quelle persone provoca disagio, tensione e ansia.

Imporre l'annullamento nel tessuto sociale significa imporre dei comportamenti o dei non comportamenti finalizzati al controllo delle persone; significa imporre una morale che censura pensieri, parole e azioni al fine di garantire il potere e il dominio sugli uomini singoli e sull'intero tessuto sociale. Pensiamo al divieto di "bestemmiare"; alla ferocia con la quale è stato imposto il diritto al genocidio del dio dei cristiani sugli uomini singoli e sulle società civili nel loro insieme.

La patologia psichiatrica di difesa dall'ansia mediante l'annullamento va a colpire, come tutte le difese psicologiche, la sfera personale delle singole persone nel tessuto sociale costringendo le persone a salvaguardare coloro che sono patologicamente malati.

Attraverso l'imposizione sociale della morale finalizzata alla difesa dall'ansia (che spesso è ansia di poter sottomettere e controllare le persone) si mettono in atto, nella società civile azioni di denigrazione, offese, diffamazione, criminalizzazione di quelle persone che non accettano di sottomettersi alle patologie psichiatriche di chi vuole difendersi dall'ansia e garantirsi, attraverso ciò, un ingiusto potere all'interno della società civile.

Un esempio è quello delle nostre trasmissioni radiofoniche nelle quali i cattolici telefonavano dicendo: "Come vi permettete voi di dire questo...". Si tratta di un'attività sociale eversiva che alle norme del civile confronto opponeva una struttura morale finalizzata alla difesa della patologia psichiatrica messa in discussione (e pertanto attivazione di momenti psichici d'ansia) da chi non si sottometteva o accettava la loro morale.

La fede imposta dalle religioni rivelate è una patologia psichica che spinge le persone all'annullamento di tutto ciò che contrasta con tale fede. Spine le persone a proteggersi dall'ansia annientando tutto quanto contrasta con la fede alla quale tali persone sono sottomesse. Tale patologia psichiatrica viene favorita, ampliata e riprodotta dalla necessità della chiesa cattolica (evangelica, altre cristiane, islam ed ebraismo) di mantenere ed estendere il dominio delle persone sottomesse a tale fede.

Come si affronta tale condizione sociale?

Si affronta in termini sociali.

Tutte le patologie di difesa sono imposte attraverso la struttura educazionale alle persone e ai bambini in particolare. Da un lato si deve impedire che la patologia dei singoli individui condizioni l'azione nel Sistema Sociale e dall'altro è necessario agire all'interno del Sistema Sociale affinché non venga riprodotta la patologia nelle generazioni successive.

Dal punto di vista personale è necessario individuare la nostra struttura morale e confrontarla con le nostre pulsioni, tensioni e desideri. Far in modo che struttura morale (con la quale ci presentiamo nella società civile) non strida con le pulsioni, le tensioni e i desideri che dentro di noi spingono per esprimersi.

In secondo luogo è necessario armare le nostre pulsioni, tensioni e desideri di "giustificazione razionale" attraverso la quale giustificarne la manifestazione. Questa giustificazione è una ricerca di equilibrio fra ciò che noi vorremmo e ciò che possiamo volere nella società in cui viviamo.

Soprattutto dobbiamo capovolgere i termini nell'uso della MORALE.

Non dobbiamo piegare le nostre pulsioni, i nostri desideri e le nostre tensioni alla morale che esprimiamo in campo sociale, ma in campo sociale esprimiamo una morale che sia espressione dei nostri desideri, delle nostre pulsioni e delle nostre tensioni. Normalmente questo viene fatto da chi mette in atto difese dall'ansia mediante l'annullamento. Solo che chi manifesta difese dall'ansia mediante annullamento pretende che le altre persone soggettivino la sua morale in quanto terrorizzato da morali espresse in quanto terrorizzato da morali espresse da persone che non devono difendersi da tale patologia.

Come ci si difende.

La pratica della Follia Controllata tende a fermare gli attacchi di imposizione morale il cui scopo è sottomettere l'attività dell'apprendista Stregone alla morale imposta.

Nello stesso tempo è necessario individuare, nel nostro interlocutore, lo stridere fra la morale che esprime e i suoi bisogni e le sue pulsioni. Una volta individuate le contraddizioni fra la sua morale e i suoi bisogni si costruisce una strategia di intervento che dimostrando l'incongruenza della sua morale gli si impedisca di rivendicare la sua morale come la morale della società. Fatto questo si sviluppa una morale in sintonia con pulsioni e bisogni degli Esseri Umani e la si manifesta con forza e determinazione. Tale morale deve essere in grado di manifestare tutti quegli elementi che la morale manifestata dalla patologia psichiatrica dell'annullamento tende a negare per proteggersi dall'ansia.

Costringiamo il nostro interlocutore ad affrontare la sua ansia proprio dimostrando la follia della morale generata per la difesa dall'ansia. Un esempio può essere relativo alla fede cristiana che viene imposta mediante lo stupro di minori, ma l'orrore è nascosto dietro all'immagine aulica di un dio creatore. Svelando come la fede si impone costringiamo i nostri interlocutori a misurarsi con la loro ansia, ma, soprattutto, a non riprodurla per il futuro.

Chi pratica l'annullamento lo giustifica sempre attraverso una morale soggettiva che vuole estendere, imponendola, all'intero tessuto sociale. Tale morale viene giustificata soltanto dalla sua soggettività ed hanno valore solo per la sua soggettività. Non hanno nessun valore oggettivo (se per valore oggettivo consideriamo quanto prevede la norma civile oggi, nel 2006).

Noi dobbiamo COSTRINGERE chi impone la sua morale praticando l'annullamento al fine di salvarsi dall'ansia a giustificare oggettivamente e coerentemente le sue affermazioni.

Imparate ad ACCUSARE!

La Follia Controllata serve a prepararci a farlo.

Come si presenta la patologia di negazione nel Sistema Sociale.

A QUALE SITUAZIONE OGGETTIVA DEVE FAR FRONTE CHI PRATICA STREGONERIA!

NECESSITA' DELLA PRATICA DELLA FOLLIA CONTROLLATA.

Proviamo ad usare tre articoli di stampa recenti, della metà del 2006 per comprendere la situazione sociale nella quale chi pratica Stregoneria si trova ad agire.

Proviamo a fare alcuni esempi di aggressione sociale finalizzata a proteggere l'ansia attraverso l'annullamento. L'annullamento che si impone a sé stessi per proteggersi dall'ansia, si impone anche alle altre persone affinché non manifestano quegli atteggiamenti che suscitano ansia in chi ha potere per reprimere, con metodi e attività mafiose, la loro libertà di manifestazione.

1 articolo;

Dal giornale La Repubblica del 22 giugno 2006:

IL VESCOVO E LA CACCIA AI VOTI "Raffaé, Ci vuole molto olio!"

Monsignor Ruppi assicurava a Fitto il suo impegno in campagna elettorale: stiamo recuperando, eh...
I verbali [si tratta dei verbali delle intercettazioni telefoniche fra il candidato alla presidenza della regione Puglia, Raffaele Fitto e il presidente dei vescovi pugliesi Monsignor Cosmo Francesco Ruppi]

"BARI - Raffaele Fitto avrebbe ottenuto un sostegno politico dal presidente dei vescovi pugliesi Monsignor Cosmo Francesco Ruppi, assicurandogli i finanziamenti per la costruzione degli oratori. Lo dimostrerebbero alcune intercettazioni legate al fascicolo depositato a Roma, negli uffici della giunta per le autorizzazioni a procedere.

Le assicurazioni

E' il 4 marzo 2005, manca un mese alle elezioni regionali. Il presidente dei vescovi pugliesi è fiducioso del risultato.

[la conversazione]

Mons. Ruppi: sono stato ieri a Bari, per il congresso eucaristico... ho visto altri vescovi... stiamo camminando...
Fitto: .. no... va bene... va bene...
Mons. Ruppi: ... stiamo recuperando... eh...
Fitto: ... al di là...

L'impegno

Monsignor Cosmo Francesco Ruppi dava spesso consigli a Fitto. Eloquente una conversazione intercettata il primo marzo. Il prelato parla dell'inaugurazione degli studi di un'emittente privata.
Mons. Ruppi: Eh... tu sei stato invitato... io ho chiamato oggi una squadra... come ti dissi ieri sera... quattro persone colte che devono... rintuzzare sui giornali... sei stato invitato in tv domani pomeriggio all'inaugurazione degli studi? Perché io ci vado... e porto anche il vescovo di Conversano... vabbè se non ti ha invitato a te.... io pensavo che poteva essere... io sto facendo un buon lavoro con quella tv.
Fitto: Mmh... quello è importante...
Mons. Ruppi: ... l'ho fatto e vado domani alle cinque... va anche Al Bano...
Fitto: ... che ha un carattere quello...
Mons. Ruppi: ... e lo so... che dobbiamo fare? ... eh... Raffaé... oggi ci vuole molto olio...
Fitto: ...sì, ma lo so... lo so...
Mons. Ruppi: ... ma stiamo crescendo eh....
Fitto: No, va bene... va bene...

Le strategie

L'ex governatore e il presidente della Conferenza episcopale pugliese ragionano sulla tenuta della coalizione di centrosinistra. Ecco una conversazione intercettata l'11 marzo.
Mons. Ruppi: un altro fatto buono è che io sto ricevendo, sto percependo che la Margherita comincia ad entrare in difficoltà...
Fitto: no, ma la Margherita ha fatto delle liste debolissime...
Mons. Ruppi: sì, ma sta trovando delle difficoltà, non la votano...
Fitto: Sì, è chiaro...
Mons. Ruppi: Qui avremo il voto disgiunto...
Fitto: Ma il voto disgiunto lo quantificano già in 7/8 punti percentuale.
Mons. Ruppi: Qui avremo il voto disgiunto ché alcuni me l'hanno detto chiaramente... io l'altra sera stavo all'aereoporto di ritorno dalla Cei, parecchi alti, alti, alti Ds... volevo dire: ma che avete combinato...
Fitto: sono i primi che hanno il terrore di fare qualche cosa.
Mons. Ruppi: Loro hanno paura, io poi questa mattina ho ricevuto una persona ma adesso non poso dirti nulla, se ci vediamo...

Le promesse

L'arcivescovo Ruppi assicura a Mario de Donatis, capo di gabinetto dell'allora presidente della Regione Puglia, di un suo interessamento per sostenere Raffaele Fitto. Come dimostra una telefonata intercettata il 9 marzo del 2005.
Monsignor Ruppi: Io sono qui alla Cei e qui sto facendo un buon lavoro, anche alle spalle, e sto convincendo l'arcivescovo di Torino a tirare un po' di gomito a Don Ciotti, perché Ciotti ha fatto quella... eh, che però io non mi trovo. Tu me la puoi recuperare? E' una lettera di Don Ciotti.
De Donatis: Ma quella che fece a dicembre addirittura?
Monsignor Ruppi: C'è una lettera nella quale dice: caro Nichi eccetera, tu la puoi recuperare? Me la devi recuperare... perché...
De Donatis: Quella che uscì su Repubblica tanto tempo fa.
Monsignor Ruppi: Non lo so, non lo e poi è stata utilizzata nel sito di Nichi c'è. Se tu me la fai e me la mandi a Lecce, domani mattina la mando a Torino.

La delibera

E' il 6 aprile. L'esponente del centrodestraè stato sconfitto dallo sfidante Nichi Vendola. Monsignor Ruppi chiama De Donatis per conoscere l'esito dei provvedimenti sui finanziamenti agli oratori.
Monsignor Ruppi: ...quella delibera che è stata assunta, adesso diventa esecutiva nelle mani del direttore generale, o no?m O può essere revocata?
De Donatis: si, no, quella c'è la delibera, il coordinatore dei lavori pubblici, deve procedere a fare la determina sulla base appunto di quelle, di quello che è stato stabilito dalla delibera, quindi.
Monsignor Ruppi: Bisogna dire se la fa subito...
Mario De Donatis: E beh certo, certo... comunque, il Presidente rimarrà in carica almeno trenta, quaranta giorni altri, quindi, non ci sono problemi, penso.

Articolo a firma (g. d. m.)

2 articolo

Tratto da La Repubblica di sabato 01 luglio 2006

"Genova, l'annuncio del cardinal Bertone. "Wojtyla progettava un'enciclica sulla legge naturale"
E DIFESA DELL'EMBRIONE ARRIVA IL DOCUMENTO DI RATZINGER
"Non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente ammissibile"
dal nostro inviato Marco Politi
"GENOVA - Papa Ratzinger sta preparando un documento sulla bioetica e in particolare sulla protezione dell'embrione. Il pontefice vuole impedire qualsiasi manipolazione dell'embrione perché non tutto ciò che è "tecnicamente possibile, è moralmente ammissibile". Benedetto XVI ha dato mandato alla Congregazione per la Dottrina della Fede di approfondire la questione e il dicastero ha già iniziato ad esaminare i singoli problemi attraverso riunioni di esperti. L'anticipazione viene dal cardinale Bertone, prossimo Segretario di Stato, che ne ha accennato al termine di un convegno sulla famiglia, cui ha partecipato l'ex presidente del senato Marcello Pera. Il futuro Segretario di Stato ha rivelato che papa Wojtyla progettava di scrivere un'enciclica sulla legge naturale. "E' un'idea che resta feconda", ha soggiunto. Bertone ha fatto riferimento all'Istruzione Domum Vitae, emanata dall'allora Cardinale Ratzinger nel 1987, nella quale veniva sancito che l'embrione deve essere feco ndato solo attraverso l'atto sessuale, senza l'intervento di tecniche esterne. Di conseguenza per la chiesa sono proibite tutte le tecniche riproduttive artificiali, a partire dall'unione in vitro di un ovulo e di uno spermatozoo. Con la medesima istruzione, approvata da papa Wojtyla, Ratzinger vietava anche ogni tipo di esperimento sull'embrione. Ne seguì un duro rimprovero dell'Osservatore Romano alle cliniche cattoliche (prevalentemente del nord-Europa o dell'America del nord) che continuavano a praticare la fecondazione in vitro. "Siccome i problemi dopo la pubblicazione della Donum Vitae, quasi venti anni fa, sono aumentati - ha spiegato il Cardinale Bertone a Repubblica - e la materia ha seguito tutta una serie di evoluzioni poste dal progresso della scienza in campo biogenetico, si sta riflettendo sull'intera materia con l'aiuto di esperti". Il cardinale ha dichiarato che non è stato ancora deciso se scrivere un documento ex novo o redigere un'appendice alla Donum Vitae. La decisione la p renderà in ogni caso Benedetto XVI, intenzionato a proseguire con determinazione la battaglia iniziata col suo discorso di marzo ai Parlamentari del Partito popolare europeo, quando per la prima volta illustrò i tre "principi non negoziabili" su cui si attesta la Chiesa cattolica: difesa della famiglia, tutela della vita dalla nascita al suo termine naturale, libertà educativa (che significa più prosaicamente finanziamento alle scuole cattoliche, dal momento che nessun paese Europeo impedisce di aprire e gestire scuole parificate). A Repubblica il cardinale Bertone ha detto che "si sta ancora pensando se integrare o rifare la Donum Vitae o riprodurre un nuovo documento". Appare evidente che papa Ratzinger intende trasformare la bioetica nel cavallo di battaglia del suo pontificato: contro la cultura contemporanea e anche contro i mass media, da lui attaccati proprio ieri. Nello spirito del documento Vaticano in preparazione, il cardinale Bertone sostiene che "il fondamento della natura umana è un principio non negoziabile e la cultura deve tener conto della natura". Anche il segretario della Cei, mons. Betori, ha affermato con veemenza ad un convegno romano: "Ricacciamo indietro le accuse di ingerenza: la chiesa sta dove c'è l'uomo, ma con la propria specifica identità. Ribadiamo il dovere della custodia delle nostre radici".

 

3 articolo

Tratto dal giornale Il Gazzettino del 27 giugno 2006

a firma di Elena Fabiani

MAMMA IN MINI, NIENTE BATTESIMO
Il parroco ha costretto la donna ad andare a casa ad indossare una gonna un po' più lunga
TREVISO - Una gonna troppo corta per i gusti del parroco ha rischiato domenica scorsa di far saltare il battesimo del piccolo Leonardo, primogenito di Chiara e Randolfo, una giovane coppia di Cavrie, frazione di San Biagio.
"Se te resti vestia così, mi non te lo battezzo" è stato più che il commento, l'atto d'accusa che il parroco avrebbe lanciato contro la giovane mamma. Non in disparte, a quattr'occhi, ma davanti a tutti, in uno dei momenti più intensi della celebrazione del sacramento.
Lei si è immediatamente allontanata dalla chiesa, sostenuta dalle amiche che l'hanno accompagnata a casa con il bambino. Giusto il tempo di cambiarsi d'abito: "Ho pensato a Leonardo - racconta il giorno seguente Chiara - e nonostante l'umiliazione e la violenza di quella frase, ma anche di altre che sono seguite, sono corsa ad indossare un altro abito che mi coprisse il ginocchio. Poi sono tornata in chiesa". A sangue freddo, però, il giorno seguente, i genitori stanno valutando l'ipotesi di tentare un'azione legale nei confronti del prete."

Si tratta di tre articoli che delineano tre condizioni diverse tutte riferite a pratiche di difesa psicologica dall'ansia messe in pratica dal connubio Fitto-monsignor Ruppi, presidente dei vescovi pugliesi, il connubio Ratzinger e Cei, l'attività di un prete di campagna della frazione di Cavrie nel trevigiano.

In cosa differiscono gli episodi dei tre articoli? Solo nel fatto della diversa vastità che ha sul Sistema Sociale le difese dall'ansia mediante la negazione della libertà degli individui di esprimere sé stessi. In comune hanno la violenza terroristica attraverso la quale questi soggetti impongono la loro morale al fine di salvaguardare la loro ansia di dominio.

La difesa della condizione psichiatrico-patologica di Ratzinger, Bertone, la Cei, Fitto, Ruppi o del prete di Cavrie si manifesta attraverso la distruzione della società alla quale viene imposta, mediante la violenza, la loro morale impositiva.

Chiara, la madre di Leonardo, non subisce una violenza minore da quella che subiscono le donne che vengono costrette alla dipendenza nei confronti dell'embrione o della popolazione Pugliese che anziché scegliere politicamente fra idee e modi diversi di gestire la società che si confrontano, ha a che fare con degli armeggioni i cui mezzi e fini possono essere paragonati all'attività mafiosa come la compravendita dei voti.

Quali paure hanno i nostri protagonisti?

Ratzinger ha "potere" solo nella misura in cui le persone sono sofferenti e in ginocchio davanti a lui e al suo dio: la sua ansia si attiva quando le persone cessano di mettersi in ginocchio.

Il cardinale Bertone trae piacere dal costringere le persone alla sofferenza; la sua ansia si attiva nella paura di non poterlo fare.

Questo vale per l'intera Cei che sviluppa l'ansia quando la società civile mete in discussione ciò che lei pretende di essere: la padrona delle persone!

Fitto ha l'ansia che vengano scoperti gli inganni attraverso i quali è stato eletto Presidente della Puglia; ha la paura di perdere quel potere che gli garantisce l'impunità.

Ruppi ha paura che gli vengano a mancare i mezzi attraverso i quali stuprare bambini costringendoli in ginocchio davanti al crocifisso; è ansioso di estorcere e assicurarsi denaro con cui sovvenzionare l'orrore degli oratori.

Il prete di Cavrie nel trevigiano ha l'ansia per il controllo psico-emotivo delle persone che ottiene ricattando le persone nei loro sentimenti. Solo attraverso il ricatto ottiene l'imposizione della sua morale e, attraverso il ricatto, si difende dall'ansia di perdere il controllo sulle persone.

Tutte queste persone, Ratzinger, Bertone, Cei, Fitto, Ruppi, il prete di Cavrie si difendono dall'ansia mediante la negazione. Negano a sé stessi pensieri di libertà. I pensieri di libertà li metterebbero in ansia. Se gli uomini fossero liberi, sarebbero uguali al loro dio e allora essi stessi non sarebbero più i rappresentanti del dio padrone davanti agli uomini, ma sarebbero uomini come tutti gli altri. Negando questo a sé stessi, al fine di salvaguardare la loro ansia di possedere le persone, negano gli stessi pensieri al Sistema Sociale.

Per Ratzinger le donne non devono disporre del loro corpo; per Bertone e la Cei è un imperativo costruire regole morali da imporre giuridicamente al fine di costringere le persone alla miseria sociale e morale; per Fitto l'intrallazzo politico è la regola (è ansioso, ha paura di un confronto in cui le sue affermazioni possono essere verificate, preferisce intrallazzare con l'amico dell'amico, in questo caso il vescovo Ruppi che paga finanziandogli gli oratori!); Ruppi è ansioso, i bambini non devono crescere secondo le norme Costituzionali, ma devono essere messi in ginocchio davanti al crocifisso; per il prete di Cavrie le donne non devono esprimere la loro bellezza, ma devono negarla. Devono negare sé stesse a maggior gloria del suo dio padrone!

Queste patologie psichiatriche estese all'intero tessuto sociale producono tutta una serie di disagi estremamente violenti ed aggressivi nel tessuto sociale in quanto la patologia psichiatrica della negazione, trasferita nel Sistema Sociale, impedisce di fatto agli individui di appropriarsi di strumenti adeguati attraverso i quali affrontare i conflitti e le contraddizioni che la vita presenta.

Dalla donna che risolve i suoi problemi psichici ed esistenziali gettando il neonato nel cassonetto delle immondizie, a colui che uccide la bambina di botte perché piange, a chi ricorre all'intrallazzo mafioso per ottenere cose o servizi di cui avrebbe, magari, diritto in quanto cittadino.

Questa incapacità costruita, voluta, attraverso l'imposizione della patologia psichiatrica della negazione porta a conflitti sociali che possono (e, purtroppo avvengono anche in questo momento) sfociare in conflitti armati.

Prendo un trafiletto dal giornale Il Gazzettino del 24 giugno 2006

SONDAGGIO
OCCIDENTALI ED ISLAMICI NON SI CAPISCONO

Secondo un sondaggio su 14mila persone in 13 diversi paesi dal Pew Global Attitudes Project for 2006, ente no-profit indipendente, occidentali ed islamici non si capiscono. Interpretano in modo opposto i fatti internazionali e condividono solo giudizi negativi le une delle altre. Gli islamici considerano europei ed americani egoisti, arroganti, immorali e avidi, mentre la maggior parte degli occidentali ritiene i musulmani fanatici e intolleranti."

Se questo è l'unico modo che si ha di guardare il mondo, allora diventa necessario ammazzarsi a vicenda. E questo è il risultato finale della patologia psichiatrica della negazione che la società civile con la violenza impone a tutti i nuovi nati.

Questo è il contesto sociale in cui si muove oggi chi pratica Stregoneria.

Un mondo di folli che a forza di negare a sé stessi pensieri, affermazioni, modi di essere, espressione dei propri bisogni ha finito per negare alla società civile quella ricchezza di modi di vedere e di essere capace di arricchire la società civile.

Così un Fitto non disdegnerà le relazioni mafiose per assicurare a sé e alla sua parte politica dei vantaggi (e gli altri, che cosa faranno?).

Così un Ratzinger non cesserà di minacciare e ricattare la società civile con i suoi principi morali degni dei campi di sterminio nazisti (e la società civile negherà alle persone di opporsi e chiamare le affermazioni di Ratzinger per ciò che sono: minacce che possono trasformarsi in azioni di eversione dell'ordine Costituzionale e che vengono recepite dalla popolazione, impotente a difendersi, come atti di terrorismo!).

Così Bertone e la CEI non cesseranno di costringere bambini in ginocchio al fine di proteggersi dall'ansia di dominio e Ruppi agirà da mafioso per assicurarsi i finanziamenti che facciano funzionare le strutture criminali chiamate Oratori.

Questi sono gli effetti della patologia psichiatrica della negazione estesa al tessuto sociale.

Ed è in questa situazione che chi pratica Stregoneria deve agire.

Non si tratta di lamentarci di una società atroce costruita da Istituzioni infingarde e composte da persone più preoccupate a sancire il proprio dominio che non ad ottemperare ai propri doveri.

Si tratta di prendere atto che QUESTA E' LA SITUAZIONE e non crearci delle illusioni.

 

04 marzo 2007 data di fine ricopiatura del testo

 

Follia controllata

 

 

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Cod. ISBN 9788891170897

 

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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