Difesa mediante soggettivazione e introiezione
di oggetti ed idee diverse da sé

Follia controllata nella metafisica della Stregoneria - Undicesima parte (di 19)

di Claudio Simeoni

Follia controllata

 

Viviamo in una società in cui le persone fanno carriera sociale e politica solo se manifestano le idee approvate dall'ambiente di potere che frequentano.

Queste persone, di fatto, sono separate dall'insieme della società formando gruppi che pur agendo nella società obbediscono ad insiemi di regole specifiche diverse dalle regole sociali.

Possono essere gruppi religiosi, gruppi politici o gruppi sociali che hanno un loro statuto o una loro etica specifica.

Il loro potere e il loro dominio nella società deriva dall'appartenere a quei gruppi e al rispetto di quelle regole anche quando sono antagoniste alle regole sociali.

L'individuo introietta quelle regole, etiche, comportamentali o morali e le antepone alle regole sociali costringendo, di fatto, gli altri cittadini a sottomettersi a tali regole.

Ad esempio, il dio Dei cristiani è il "porco" che macella gli abitanti di Sodoma e Gomorra, è una regola sociale. Chi uccide si chiama assassino. Chi uccide disprezzando la persona che uccide si definisce comunemente "porco". Dare del "dio porco" al dio dei cristiani, è del tutto legittimo. Ma se tu dai del "porco dio" in presenza di un cristiano questo ti denuncia per "bestemmia" perché tu hai osato schierarti con le vittime anziché schierarti con gli aguzzini.

In psicologia è l'introiezione nel sistema dell'io dell'oggetto esterno; ha lo scopo di proteggere l'individuo dall'angoscia di separazione. L'introiezione è il contrario della proiezione.

Qualcuno è più realista del re. Si tratta di una condizione patologica più profonda dell'Identificazione di cui si è appena trattato.

L'individuo soggettiva al punto tale gli oggetti che danno dipendenza da manifestarli anche in loro assenza al fine di rinnovare il piacere, anche in loro assenza, al fine di allontanare l'angoscia di vivere anche senza di essi.

Se nella proiezione come difesasi proietta sé stessi sul mondo immaginandola, nell'introiezione come difesa si proietta sé stessi come se si fosse l'oggetto introiettato.

Questo tipo di patologie impediscono alle persone di razionalizzare: ciò che esse proiettano è l'unica forma di razionalità che sono capaci di comprendere. Non sono in grado di gestire dati razionali comuni ad altre persone.

Sono tutte patologie che trovano la loro giustificazione e la loro soddisfazione all'interno delle religioni rivelate, del cattolicesimo in Italia. Religioni che da un lato impongono la dipendenza psichica, ma dall'altro lato, attraverso l'oggetto interiorizzato permettono alla persona di gestire la loro patologia senza che visioni o modi di vita diversi ne rivelino la patologia scatenando la conseguente conflittualità.

Quando la persona riproduce nella vita quotidiana le proprie introiezioni altro non fa che proteggere l'idea, la visione, la visione generale che lei ha introiettato attraverso un'interpretazione soggettiva di quanto ha introiettato. E' questa interpretazione che rende difficile all'analista distinguere fra oggetto introiettato e veicolazione soggettiva di tale oggetto mediante la scelta descrittiva che fa la singola persona.

Chi dovesse opporsi a quell'idea religiosa o sociale, si scontra si con la struttura generale che da quell'idea religiosa trae giustificazione, ma soprattutto con tutte le singole interpretazioni che ne danno i singoli individui che quelle idee religiose hanno introiettato.

Le diverse interpretazioni da introiezione si compattano, nella società, in una comune difesa dell'idea generale che sta a fondamento di tutte le introiezioni simili, ognuna con la propria specifica introiezione. Ognuna con le proprie giustificazioni, rabbie, mezzi e strategie al fine di impedire la rimozione dello schermo che le protegge dalle angosce e dalle ansie.

Come le altre patologie, anche questa, impedisce alla persona di modificarsi e l'arma in maniera feroce nei confronti di chi introduce dei turbamenti nella propria difesa.

Come si esce?

La patologia in sé necessita di rinnovamento continuo attraverso un mutuo scambio con patologie analoghe. L'oggetto introiettato quando l'introiezione non viene alimentata da conferme continue tende a dissolversi. Rimane la "fragilità introiettiva" della persona. La persona cerca un diverso oggetto da introiettare e riprodurre per dare un senso, non solo pratico, alla propria vita, ma anche per attivare difese per non essere investita da un eccesso d'ansia. E' il caso del così detto "nomadismo religioso" praticato da quelle persone che non trovando risposte razionali a quanto introiettano come credenza hanno la necessità di cercare altri oggetti da introiettare e poter meglio giustificare razionalmente.

Da questa necessità psichica di introiettare oggetti da poter manifestare è difficile uscirne. Il colpo di genio consiste nel rinunciare ad un unico modello introiettato, ma associarlo a molti modelli si da poter usare sia l'uno che gli altri a seconda delle condizioni che l'individuo incontra. Ma l'individuo, quando fa questo, ritiene di ingannare perché mentre manifesta un modello pensa anche ad altri modelli e alle incongruenze che esistono fra il modello che sta manifestando e il diverso modello a cui sta pensando. La Follia Controllata sposta tutto l'individuo da un modello ad un altro a seconda delle condizioni finendo per considerare il modello introiettato un mero modello privo di una sua realtà come la patologia introiettiva prevede.

Così il modello da elemento determinatore del comportamento del soggetto (che lo proietta nella sua vita sociale) diventa uno strumento d'uso del soggetto nella sua attività di rappresentazione nella vita sociale. Uno strumento d'uso che può essere abbandonato qualora si richieda un diverso strumento d'uso senza che l'abbandono porti il soggetto a privare il proprio io di difese dall'ansia. La difesa dall'ansia non è più data dal modello introiettato, ma dalla possibilità di abbandono del modello da parte dell'individuo che può difendersi con un numero infiniti di modelli con cui presentarsi.

Come ci si difende?

La follia controllata deve essere esercitata nei confronti di questi individui agendo su due piani.

1) Togliendo il consenso al modello introiettato col quale l'individuo si presenta in modo che l'individuo non possa proteggersi dietro la una presunzione di realtà oggettiva del proprio modello soggettivo;

2) Introdurre, nel confronto con l'individuo, modelli diversi che possono essere maggiormente giustificati razionalmente;

3) Soprattutto farlo in un'arena pubblica là dove il suo modello introiettato possa subire l'onta dell'incapacità di giustificazione razionale;

Chi tende ad imporre un modello che ha introiettato ad altri può farlo solo in ambiti sociali molto ristretti, magari ambiti in cui l'altro non ha possibilità di difesa o possa subire violenza qualora non accetti il modello che lui ha introiettato.

Il grande problema sociale indotto da questa patologia è che quando viene introdotto tende a fare massa, a fare gruppo, in difesa di interessi oggettivi che la patologia stessa garantisce. Isolare un soggetto portatore di questa patologia dal gruppo che sfrutta la sua patologia per difendere interessi reali (economici o politici) è importante, ma spesso è necessario trattare l'intero gruppo come se fosse un soggetto unico cercando di agire sul Minimo Comune Denominatore che consente alla patologia di preservare gli interessi del gruppo.

Ricordate: IL GRUPPO SBRANA!

Per questo motivo, affrontare la patologia in un'arena pubblica, permette di privare delle zanne il gruppo che si cela dietro alla patologia introiettiva.

 

04 marzo 2007 data di fine ricopiatura del testo

 

Follia controllata

 

 

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Cod. ISBN 9788891170897

 

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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