L'Intento delle Linee di Tensione

L'Intento nella metafisica della Stregoneria - Terza parte (di 5)

di Claudio Simeoni

L'Intento

 

Lo spazio è tridimensionale.

E' un'idea che noi abbiamo in quanto siamo abituati a descriverci in maniera tridimensionale.

Per noi, per come organizziamo la nostra vita, che lo spazio sia così o non sia così, oppure, che manifesti delle variabili rispetto all'idea che noi ne abbiamo, è poco importante. La scienza scopre aspetti diversi della realtà che la nostra ragione descrive comunemente, ma noi abitiamo il mondo nella sua realtà oggettiva anche se, soggettivamente, limitiamo, rispetto a noi, la realtà oggettiva per vivere in una realtà soggettiva.

La cosa importante è la nostra consapevolezza del "modo" con cui noi occupiamo lo spazio.

Esistono vari "concetti" di spazio che dobbiamo prendere in considerazione.

Lo spazio inteso come "vuoto siderale".

Lo spazio inteso come una "zona" all'interno di ciò che non è vuoto.

La mia flora batterica, nel mio stomaco, occupa uno spazio. Questo spazio non è il "vuoto siderale" che viene occupato a mano a mano che le galassie si espandono. Non facciamo confusione fra i due "tipi" di vuoto.

Il vuoto siderale lo lasciamo a Gaia e Urano Stellato, noi ci occupiamo del vuoto che occupano i loro figli.

Si è definito il tempo come uno "spazio d'azione" in cui il mutamento è l'essere che esiste fintanto che muta. La sua sostanza è il mutare, l'azione, dove la mancanza di azione priva non solo la sostanza dell'oggetto, ma la sua stessa realtà.

Come si può, trattando il tempo come uno spazio, riconoscere cosa è consapevole da cosa non è consapevole? Nel tempo non esiste la percezione dello spazio, mentre, nello spazio, esiste l'idea del tempo come mutamento degli oggetti nello spazio. Per questo motivo, nella dimensione tempo, non esiste la percezione dell' "oggetto inconsapevole" n quanto la consapevolezza è riconosciuta soltanto attraverso l'azione che agisce sull'oggettività tempo, varia il presente o si adatta al variare del presente in un mutare di stato. L'inconsapevole può avere sostanza e forma nello spazio; nel tempo non ha consistenza! Nel tempo l'azione manifesta l'oggetto che è tale soltanto nella misura in cui agisce. L'azione determina l'intento e l'intelligenza. L'intelligenza sta nell'azione al di là della rappresentazione dell'oggetto che agisce nello spazio.

Per questo un'azione è "più o meno veloce"; "più o meno incisiva"; "ha una direzione": dalla velocità, dalla incisività e dalla direzione, noi deduciamo gli intenti dell'azione. L'azione costruisce la relazione; l'azione manifesta la coscienza; l'azione manifesta l'inferenza con le azioni; l'azione manifesta il fenomeno che è espressione immediata dell'Intento.

Ciò che non ha movimento e ciò che contiene il movimento, nel tempo, inteso come la ragione intende lo spazio, non hanno rappresentazioni: NON ESISTONO! Non si può percepire, nel tempo, ciò che non esprime volontà d'azione.

Provate a pensare alla Titanomachia come ad una guerra combattuta fra chi vive il mondo come tempo e trasformazione e chi, invece, decide di vivere il mondo come materia e trasformazione della forma.

Se assumete questo punto di vista la guerra degli Dèi Olimpi contro i Titani assume un altro aspetto. Non è più solo come descrizione "simbolica" del parto della vita, ma come quella guerra stia avvenendo ora, dentro e fuori di noi, e ha lo scopo di manifestare le condizioni degli Dèi Olimpi per consentirci di trasformarci in Titani che, a loro volta, si trasformano nell'infinito: l'Intento!

E' come se gli Dèi Olimpi avessero costruito le condizioni affinché noi germinassimo come individui e relegassimo i Titani dentro di noi, nel nostro Tartaro.

Però, da quando siamo nati, iniziamo una lotta che da un lato esprime i Titani dentro di noi e dall'altro sfrutta e si adatta alle condizioni imposte dagli Dèi Olimpi manifestando un dio che non è né un Titano né un dio Olimpo, ma è EROS, l'Intento!

Ciò che ci spinse ad uscire dalla vagina di nostra madre; ciò che ci spinge ad uscire dalla vita fisica e diventare un dio; è sempre lui: l'Intento.

Il mondo della volontà è il mondo del tempo.

Per questo motivo è difficile far comprendere il concetto di volontà. Il mondo della volontà è un mondo estraneo alla ragione. Mentre nella ragione il mondo è formato dalla quantità e dalla forma; il mondo della volontà è formato dall'azione. Dove l'azione è risposta all'azione e gli oggetti esistono solo perché agiscono: agisco, dunque, sono! L'agire è risposta all'agire e l'agire determina delle risposte attraverso l'agire. Dove dall'agire comprendo l'intelligenza e il bisogno che agisce definendo l'azione l'oggetto nel mondo. L'azione è l'oggetto; la sua sostanza è la sua azione.

L'agire è la manifestazione del soggetto quale adattamento ad azioni che manifestano intelligenze con cui il soggetto, inevitabilmente, ha costruito relazioni che portano al mutamento del presente; quale sarà il modo di vivere nella ragione del soggetto che agendo si manifesta nel mondo del tempo mediante le sue azioni in risposta a tensioni che spingono alla trasformazione non giustificata dalla descrizione?

L'azione precede il pensato della ragione quando l'Intento del soggetto è ancorato nel mondo del tempo, o mondo della volontà. Per la diversità di manifestazione delle azioni dei soggetti nel mondo del tempo è possibile prevenire azioni o effetti di azioni di altre intelligenze nel mondo della forma e della descrizione.

Nel mondo del tempo noi possiamo accelerare o decelerare le nostre trasformazioni vivendo situazioni complesse in pochi attimi oppure dilatando il tempo del mutamento.

Come nel sognare!

In realtà stiamo accelerando o decelerando il tempo soggettivo e in questo modo possiamo far affluire intuizioni che provengono da enti diversi dagli Esseri Umani.

Solo chi vive esclusivamente nel mondo della forma e della descrizione può affermare che una farfalla abbia una vita breve oppure può gettare ammirazione per una quercia secolare confrontandola con la miseria di una spiga di frumento che vive una sola stagione.

Nel mondo del tempo si viene rappresentati dalle azioni e quanto le azioni incidono nei mutamenti. Si può parlare della "vita millenaria delle farfalle o della breve vita delle quercie".

Dalla realtà oggettiva del tempo giungono alle coscienze milioni di informazioni bloccate dalla descrizione della ragione. Però queste informazioni non ci sono estranee; si riversano sulla nostra percezione profonda e agiscono sulle nostre sensazioni, emozioni, tensioni e desideri, e sollecitano risposte.

In Stregoneria, la consapevolezza di questo, assume il nome di "voce dell'infinito" o della "Voce dell'Intento".

Mettere ordine nella ragione e aprirsi all'intuizione ci permette di diventare consapevoli di tutto questo e di "praticarlo" nella vita quotidiana.

ATTENZIONE:

La forza con cui si manifesta l'intento soggettivo (nel caso dell'Essere Umano la qualità di coinvolgimento emotivo nella manifestazione dell'Intenzione) è la tensione che agisce in tutti i mondi (da quello del quotidiano a quelli in percezione alterata, al sognare, al tempo come mondo) al di là che noi ne siamo o meno consapevoli ed ha la capacità di fermare gli intenti che dal mondo si riversano verso di noi. (vedi gli Esseri si sola energia vitale).

Le relazioni fra intenti obbediscono alle regole imposte da Contesa Furente e Amicizia. Però hanno la capacità di fermare Contesa Furente in maniera tanto più determinata quanto più forte è la "fusione" fra obbiettivo da raggiungere e coinvolgimento emotivo della persona. In questi casi si dice (popolarmente) che si ferma il "malocchio", cioè la capacità di intenti altrui di agire sulla nostra energia e sulla nostra attenzione (dal momento che gli occhi, all'interno dell'espressione del viso, manifesta le emozioni dell'individuo che si espandono nell'oggettività).

"Se l'è voluta!" aveva intenti deboli, poco attrezzati o non manifestava attivamente la sua attenzione.

Era superficiale!

Non era compatto!

Gli intenti del mondo penetravano in lui con facilità portandolo ad agire in funzione di essi.

Ha distrutto foreste, eppure la Natura cammina al suo fianco!

Nell'abbattere le foreste ha manifestato un grande Intento dando il via ad un futuro diverso.

La nostra volontà, le nostre azioni, sono nobili o infami non per l'azione in sé, ma per l'Intento che perseguono. L'intento, manifestato nelle azioni e nelle emozioni, è percepito da chi pratica l'Intento nelle proprie azioni attraverso le proprie emozioni.

L'Intento come direzione nella quale esercitare Necessità sommandone la propria volontà soggettiva.

Da qui le grandi strategie della Stregoneria:

1) Girare lo sguardo;
2) Riconoscere sé stessi come un Dio;
3) Mettere ordine nella propria vita quotidiana;
4) individuare i propri Intenti
5) Costruire il proprio "Vivere per sfida" scegliendo la qualità delle sfide;
6) Il piccolo tiranno - colui che ci obbliga a compattarci e ad elaborare delle strategie;

Come si viene, via, via, manifestando l'Intento dentro di noi?

Dapprima è solo l'intenzione della ragione riempita di emozioni e di aspettative che alimenta le nostre scelte.

Poi l'intenzione ci cambia, le emozioni si plasmano e iniziano a suggerire nuove e diverse prospettive.

L'Intento prende il sopravvento.

L'individuo non si rende conto di essere cambiato. E' sempre lui, è sempre lo stesso.

Eppure non è più la stessa persona. Lo spazio che è tridimensionale, sembra acquisire altre dimensioni. Il tempo che è vissuto come trasformazione lineare, manifesta un presente delle azioni che si sostanziano come oggetti. Le emozioni non insorgono più nella ragione, ma la ragione diventa un mezzo con cui esprimere le emozioni.

L'Intento emerge nell'individuo eppure, nell'individuo, nulla è cambiato.

 

Scritto per il dibattito pubblico del 27 giugno 2002

 

L'Intento

 

 

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Cod. ISBN 9788891170897

 

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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