Perché la ragione ha paura della morte del corpo fisico?

La volontà nella metafisica della Stregoneria - Seconda parte (di 3)

di Claudio Simeoni

La volontà

 

La cosa che maggiormente teme la ragione è la morte del corpo fisico.

Questa paura viene trasmessa dalla ragione all'intero individuo.

Perché la ragione ha paura della morte?

Perché con la morte del corpo fisico muore anche la ragione.

Il territorio che ZEUS ha costruito per i suoi figli è destinato a cessare d'esistere.

I figli dell'Essere Natura costruiscono le loro sfide all'interno del terreno della forma. Solo che le sfide che mettono in essere nel terreno della forma plasmano il loro corpo luminoso forgiato mediante la manipolazione della loro struttura emotiva. Ogni volta che si agisce nel mondo quotidiano, si tende a manipolare la propria struttura emotiva e quella dei soggetti con cui entriamo in relazione.

Il corpo luminoso percepisce il mondo in maniera diversa dal corpo fisico anche se a mano a mano che cresce tende ad usare i sensi di cui si serve anche il corpo fisico.

Quella che noi chiamiamo ragione come Esseri Umani è una frazione di tutte le "ragioni" che sono proprie degli Esseri della Natura. Tutti gli Esseri della Natura percepiscono il mondo come forma, pochissimi lo definiscono come gli Esseri Umani. Pochissime ragioni instaurano una dittatura assoluta sull'Essere di cui sono espressione. Poche "ragioni" fra gli Esseri della Natura temono la morte del corpo fisico, almeno non come quella degli Esseri Umani che ha la consapevolezza di aver distrutto la possibilità di trasformazione dell'individuo di cui si è proclamata padrona.

Da un lato abbiamo la volontà che spinge l'individuo, attraverso le sue pulsioni, a manipolare la propria struttura emozionale e dall'altra la ragione che tenta di impedirlo per impedire di essere modificata.

La modificazione della struttura emozionale attraverso le pulsioni porta a manipolare e costruire il nostro corpo di energia mentre il principio di realtà, che la ragione impone alle pulsioni, altro non è che la ferrea gabbia delle limitazioni educazionalmente imposte al fine di non costruire il corpo luminoso: al fine di non percepire il mondo in maniera diversa da quanto imposto dalla ragione.

Alla morte del corpo fisico si produce la resa dei conti. La propria struttura emozionale è l'unica che è in grado di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso, mentre la ragione muore.

Il terrore per la manifestazione delle pulsioni soggettive viene instillato nelle persone in quanto questo Sistema Sociale non è in grado di volgere a proprio vantaggio tale espressione. Deve costringere le persone ad obbedire a degli schemi oggettivamente imposti. Ne consegue che tutta la struttura pulsionale soggettiva viene falsata da queste costrizioni e la sua manifestazione senza disciplina risulterebbe autodistruttiva. Riuscire a mediare fra manifestazioni della struttura emozionale e struttura sociale è arte della Stregoneria. Infatti significa organizzarsi soggettivamente affinché VOLONTA' si esprima nel "regno" della RAGIONE costringendo questa ad espandersi e modificarsi senza che perda il controllo delle relazioni fra il singolo individuo di cui è espressione e il Sistema Sociale in cui questo opera.

Due modi di vivere, entrare nei mondi della percezione (vivendo in essi per sfida) o VIVERE PER SFIDA nel quotidiano, possono distruggere l'individuo non attrezzato (il credente cattolico ad esempio) oppure forgiano e preparano l'individuo a percepire il mondo attraverso la volontà manifestata dal mondo.

Come viene bloccata la capacità degli individui di vivere attraverso l'azione?

I blocchi si manifestano nel momento della decisione (abulia e ipobulia) cioè mancanza di coraggio. In realtà la coercizione educazionale ha agito più a monte costruendo l'incapacità di un soggetto di riconoscere le proprie tensioni, i propri bisogni, scegliere l'obiettivo e gli strumenti con i quali perseguirlo.

Viene reso incapace di FARSI DIO! Viene reso incapace di agire nella propria oggettività.

Viene reso incapace di riconoscere sé stesso, il mondo e le relazioni che intercorrono. Non è in grado di intuire le trasformazioni che la sua azione comporta. La PAURA delle trasformazioni e delle reazioni lo bloccano!

Noi, come Esseri Umani, siamo educazionalmente preparati a descrivere oggetti che mettono in essere azioni che riusciamo a descrivere! Non possiamo fare diversamente.

Però le azioni manifestano, determinandolo, l'essere che le attua trasformandolo!

Le azioni producono l'individuo (le azioni ci costruiscono). Al di là che noi siamo in grado di individuare il nous nel soggetto che le azioni manifesta.

La Stregoneria tratta l'agire in quanto l'agire è trasformazione!

La Stregoneria tratta dell'agire sulle condizioni che determinano l'agire, in quanto questo induce alla trasformazione!

La Stregoneria tratta la volontà come oggetto nella SUA MANIFESTAZIONE.

In molti mondi della percezione la sostanza dei soggetti è data dalle azioni che questi sanno attuare. Mondi in cui si rappresenta l'equilibrio reciproco di azioni che appaiono come oggetti.

I mondi dell'azione sono soggetti in cui Dèi e Stregoni SONO in quanto agiscono. Mondi in cui si rappresenta come oggetto l'agire e le decisioni dell'agire che si manifestano nel quotidiano della ragione.

Ci fu un tempo in cui le azioni davano il nome agli oggetti, nel nostro caso agli DEI. Specialmente a Roma Antica. Angerona: il potere attraverso il quale si esce dal silenzio; Bellona: il potere attraverso il quale si esce dalla guerra; Cerere: il potere della crescita; Venere: il potere della venerazione!

Dopo di che la descrizione si appropria dell'azione, descrive un oggetto che ne simbolizza l'azione, il simbolo assume forma oggettiva, gli uomini dimenticano l'azione che ha fondato l'oggetto e il verbo che ne indicava l'azione diventa un nome. Gli uomini ricordano il nome (sostantivo), dimenticano l'azione che lo ha generato e non sono più in grado di riconoscere la manifestazione di quell'azione negli oggetti del mondo. Quel nome, quella descrizione, si cala nell'individuo che proietta su quella forma la sua immaginazione. Così, a quel nome corrisponde una forma e non un agire.

La staticità della forma prende il sopravvento, nel controllo dell'attenzione del soggetto, sull'azione di cui l'oggetto è il simbolo.

Così quel potere universale che attraversa ogni esistente qual è CERERE diventa il dio delle messi; quella tensione dell'esistenza che è BELLONA diventa una specie di furia della guerra; il potere delle relazioni fra gli oggetti del mondo qual è VENERE diventa una dea della bellezza.

Il mondo degli oggetti esiste in questo modo nella nostra mente perché noi lo raffiguriamo in questo modo. Perché abbiamo i sensi che lo percepiscono in questo modo. Perché abbiamo organizzato i nostri sensi a percepirlo in questo modo. Perché la nostra specie ha organizzato dei Sistemi Sociali che prevedono che l'Essere Umano percepisca il mondo in questo modo e, attraverso questo, organizzi sé stesso all'interno del Sistema Sociale.

Come possiamo giungere nel mondo dell'azione e della volontà?

Innanzi tutto spostando la nostra attenzione dall'oggetto descritto all'azione che descrive l'oggetto. Le azioni che l'oggetto compie sono i fenomeni che si presentano a noi e dalle quali dobbiamo partire per intendere l'oggetto stesso.

Intanto definiamo gli uomini guardando le azioni che fanno. Le azioni che noi osserviamo e gli intenti che in quelle azioni intuiamo devono portarci a definire gli uomini. Poi si passa dal Sistema Sociale nel quale viviamo all'insieme degli Esseri della Natura. La cosa più importante è che la "descrizione" o "definizione" che noi diamo del soggetto sia relativa alle azioni che il soggetto compie. Perché questo è importante? Perché ci permette di superare la ragione bloccando le sue illusioni. Cosa ci costringe a fare la ragione? Ci costringe a descrivere un soggetto e, una volta descritto, a proiettare su quel soggetto delle aspettative come siamo stati educati a credere che l'oggetto sia o faccia. Questa abitudine a credere ci porta a sorvolare sulle azioni reali del soggetto per sottolineare del soggetto solo quelle azioni che il soggetto compie in ottemperanza alle nostre aspettative.

Così, per costruire l'inganno che deve fare il soggetto? Fare qualche azione che rientra nelle aspettative dello spettatore, presentarla con enfasi e intervallare quelle azioni con azioni diverse dalle aspettative dello spettatore, non enfatizzandole. Il risultato sarà che lo spettatore non si accorgerà che le azioni che vengono davvero ad incidere su sé stesso sono quelle che non vengono manifestate con enfasi. Proiettando le illusioni della propria ragione sull'oggetto descritto allo spettatore sfugge la reale portata delle azioni commesse dall'oggetto. Se l'individuo sposta la sua attenzione dal soggetto che mette in essere le azioni, alle azioni per definire il soggetto, impedisce all'azione del soggetto di ingannarlo. Questa azione di alterazione del punto su cui focalizzare la propria attenzione è il primo passo che porta l'individuo a "descrivere" il mondo attraverso le azioni: il primo passo per mettere a fuoco volontà!

E' il primo passo per scorgere il mondo di Volontà!

Per far questo è importante diventare artefici delle proprie strategie di vita:

A) nel quotidiano: vivere per sfida!

B) nel sognare: vivere per sfida!

Come possiamo riconoscere il mondo di Volontà?

Emerge un po' alla volta facendo una serie di mediazioni con la ragione all'interno delle sfide per la vita.

Nel mondo come azione o della Volontà operano gli Stregoni!

Nel mondo come azione o della volontà operano gli DEI.

Infatti, gli DEI possono aiutare gli individui SOLO se gli individui agiscono. Gli DEI vengono evocati o chiamati attraverso l'Intento che manifesta quel particolare DIO o DEI nell'individuo e possono alimentare o togliere energia alle azioni. Lo possono fare perché un'azione fatta nel mondo quotidiano da un individuo si manifesta in ogni mondo con la forma e la rappresentazione propria di quel mondo e viene percepita da ogni soggetto coinvolto in relazione a "sensi" con i quali EGLI percepisce quella realtà. Pertanto, ogni soggetto che subisce un fenomeno può riconoscere se quel fenomeno gli è utile o gli è dannoso al di là delle rappresentazioni che quel fenomeno ha in mondi diversi da quanto egli percepisce.

Se gli individui non mettono in atto azioni, strategie, seguono le loro tensioni, manifestano il loro Intento saranno sempre separati dagli DEI in quanto gli DEI, di loro, percepiscono SOLO il loro agire, la direzione del loro agire, la qualità del loro agire, la forza del loro agire: ma solo quanto è espresso nell'agire!

E così noi possiamo affermare che gli DEI sono azione, non sono descrizione o rappresentazione. Poi gli Esseri Umani mediano fra azione e il simbolismo della forma che quell'azione rappresenta nella cultura che in quel momento stanno vivendo.

Le relazioni con gli DEI si costruiscono soltanto attraverso l'azione che rispondendo a necessità, quale manifestazione delle tensioni e dei bisogni, blocca la descrizione della ragione e mette in essere delle strategie per scegliere e raggiungere l'obiettivo a cui tensioni e bisogni aspirano.

Il mondo della Volontà si intuisce, ma non si descrive.

Si vive, ma non ha forma.

Marghera, febbraio 2001

Modificato per il dibattito del 14 aprile 2003

 

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Cod. ISBN 9788891170897

 

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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