Rimuovere la paura

Meditazione nella metafisica della Stregoneria - Quarta parte (di 4)

di Claudio Simeoni

Meditazione

 

Come si rimuove la paura?

Con la Meditazione:

isolando il fenomeno dal caos d'insieme in cui si manifesta facendo affluire pensiero lento (rallentando le parole) facendo spazio alle sensazioni che quel fenomeno suscita.

E affrontando quel fenomeno nella vita quotidiana: nel Vivere per Sfida!

"Chissà cosa ti succede se manifesti un pensiero con quel linguaggio per radio dando il tuo nome, cognome e indirizzo.

Dopo sette anni non è successo assolutamente nulla.

In realtà le persone si impongono una forma di autocensura (e una forma di controllo reciproco) per proteggersi dall'ansia di quanto può succedere loro nel fare alcune cose violando le norme imposte dal condizionamento educazionale che hanno subito. Le persone vengono controllate socialmente mediante le "paure" condizionalmente imposte. Se nel Vivere per Sfida quelle persone sono avventate o manifestano delle debolezze e dei timori, la struttura educazionale non perderà occasione di rinvigorire o rivitalizzare nell'individuo le sue paure e le sue ansie.

Meditazione, ponderazione, soppesare gli elementi della nostra azione nella meditazione, ma quando si passa all'azione questa deve essere decisa e coinvolgere l'intero individuo (gli Stregoni meditano per comprendere come e perché hanno agito in quel modo, ma questo è un altro discorso e appartiene all'azione che precede la descrizione). E', appunto, il suo Vivere per Sfida."

Le paure del fantastico non contano!

Le paure del tipo inferno non contano - spesso sono un sottoprodotto del nostro negarci la soddisfazione dei bisogni (specialmente di natura sessuale)!

E' importante che trasferiamo quanto meditiamo nell'azione nella vita quotidiana.

E' importante che il meditare affronti questioni pragmatiche, pratiche, concernenti la vita di tutti i giorni e i problemi del vivere.

Solo con questioni pragmatiche il meditare fissa i fenomeni dentro di noi e ci modifica.

E' importante che noi diventiamo consapevoli che quanto è stato fatto, è stato fatto! Quanto ci è stato fatto, ci è stato fatto! Quanto abbiamo costruito come adattamento al mondo lo abbiamo fatto ed è dentro di noi. Ciò che è avvenuto non possiamo più negarlo o cancellarlo, ma possiamo sedimentare sopra di esso altre cose. Possiamo dare a quella struttura psichico-emozionale un diverso significato (facendo diventare principali degli aspetti secondari, per esempio del nostro adattamento che vogliamo variare) o una diversa collocazione (l'elemento psichico che si è esaltato in un contesto triste, lo possiamo far funzionare in un contesto allegro: sono stato attaccato, ho dovuto imparare a serrare denti e pugni per sopravvivere; ora che non sono più attaccato sono in grado di serrare comunque denti e pugni in una situazione finalizzata all'ottenimento di scopi che intendo raggiungere!).

Un'esperienza negativa può indurre in noi degli adattamenti che diventano funzionali e positivi in un progetto o in un diverso contesto: sta a noi trasformare questo. Però non possiamo cancellare quell'esperienza : questo è l'unico significato funzionale dell'espressione "conosci te stesso". Per un Pagano Politeista diventa: "modifica te stesso". Solo nello sforzo di modificare sé stessi si può concepire un conoscere sé stessi (o comunque quegli aspetti che concorrono ad essere modificati), perché si conosce la direzione e gli intenti nei quali si intende modificarci.

La paura e i timori non saranno mai rimossi ma, il pragmatismo dell'esistenza li colloca nella dimensione di non nuocere all'individuo e nello stesso tempo di ricordare all'individuo che la tensione della vita è quanto le sue scelte devono soddisfare.

La paura è un segnale di allarme emotivo di un pericolo ritenuto reale.

Nel mondo della Volontà e dell'Azione questo segnale fa scattare la reazione soggettiva prima della concretizzazione del fenomeno pericoloso!

1) La ragione fa seguire la reazione solo dopo la descrizione del pericolo, in questo caso danneggia l'individuo!

2) La ragione riveste la paura con elementi del proprio descritto impedendo in questo modo all'individuo di affrontarla.

A) il primo caso viene ovviato sospendendo il dialogo interno, cioè impedendo alla ragione di far precedere l'azione dalla descrizione

B) il secondo caso viene ovviato attraverso la meditazione che in questo caso porta a spogliare la paura dalla descrizione della ragione del tipo: "i ragni mi incutono timore"!

Analisi: "i ragni non hanno strumenti per incutermi timore!"

Deduzione: "La paura del ragno nasconde la paura per qualche cosa d'altro!"

Meditazione: "Ricerca di cosa la ragione nasconde con l'insorgenza di quella paura"

 

Fine testo 2001 - rettificata ottobre 2003!

 

Meditazione

 

 

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Cod. ISBN 9788891170897

 

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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