La volontà

La volontà nella metafisica della Stregoneria - Prima parte (di 3)

di Claudio Simeoni

La volontà

 

Come mondo di Azioni e manifestazione del soggetto in quel mondo!

La cosa più difficile dell'intero CROGIOLO DELLO STREGONE è quella che mi appresto a fare.

Devo riuscire a darvi un'idea, attraverso le parole, di un qualche cosa che le parole non sono in grado di descrivere, né la ragione di immaginare.

Devo usare le parole per far emergere in voi delle sensazioni. Sono quelle sensazioni di un mondo non descritto attraverso la forma, ma percepito e intuito come azioni manifestate attraverso la necessità di chi le manifesta e trasformate attraverso il mutamento (tempo): CRONOS!

E allora perché rischio di sputtanarmi parlandone?

Innanzi tutto perché non posso farne a meno e poi perché la falce che GAIA costruì per i suoi figli e che CRONOS brandì si esprime in tutti i mondi, in tutti gli Esseri, adattandosi a quanto incontra, ma è oggetto in sé!

Sulla consapevolezza della Falce di Gaia quale oggetto in sé, l'Essere Umano che si manifesta nell'oggettività in cui vive costruisce e modifica sé stesso. E' la prima arma che l'Essere Umano riconosce ed imbraccia per affrontare la sua quotidianità. La Falce di Gaia permette all'Essere Umano di riconoscere i mondi quando questi gli si presentano attraverso le loro azioni.

Cosa dice la psicologia di volontà

La Garzantina di Psicologia di Umberto Galimberti!

La VOLONTA'

Principio dell'azione consapevole in vista di un fine da raggiungere. La Volontà è stata trattata come una delle facoltà spirituali nell'ambito della filosofia a partire dai greci che la concepirono come la risultante di appetito e ragione, nel senso che la ragione approva o disapprova l'oggetto appetibile, delibera circa i mezzi necessari per raggiungerlo, per poi accedere alla volizione che sia attua nell'azione.

IN PEDAGOGIA: dove la nozione di volontà è accolta e impiegata senza un'eccessiva problematizzazione, si fa della libertà dell'atto volontario il fondamento dell'educazione, la quale opera anche sui condizionamenti che inclinano l'atto volontario verso determinati fini rispetto ad altri.

PSICOLOGIA DEL PROFONDO: Il concetto di volontà non fa parte della teoria psicoanalitica elaborata da Freud perché incompatibile con l'assunto del determinismo psichico e con la concezione della nevrosi, causata da processi inconsci, a cui la nozione di volontà non è applicabile.

Nietzsche:

E' la tensione verso il nuovo, il più elevato e si manifesta come determinazione soggettiva nel superuomo;

Schopenhauer:

Volontà di vita è l'impulso a conservarsi e generare con il quale la volontà universale manifesta sé stessa negli individui costituenti il mondo della rappresentazione.

Che cos'è la volontà in Stregoneria?

La volontà è il mondo in sé stesso!

Il mondo è riconosciuto in quanto tale solo perché è volontà: perché è il risultato finale di ogni atto di volontà. Come atto finale (in questo momento) il mondo si rappresenta a noi!

Il mondo si rappresenta a noi come un insieme di soggetti che hanno individuato continuamente e sistematicamente:

A) Il proprio obiettivo;

B) Hanno deliberato per raggiungerlo;

C) Hanno deciso di raggiungerlo;

D) Hanno messo in essere delle azioni per raggiungerlo;

La tensione emozionale; il coinvolgimento emotivo soggettivo; la passione; il respiro che si blocca un attimo prima del deliberare; la tensione come carica che si accumula nelle tensioni individuali mentre la ragione manifesta le decisioni (o quello che delle decisioni comprende); l'agitazione psichica che tende a comprendere elementi anche sconosciuti che intervengono a formare le decisioni; apprensione o attesa sospesa; stadi diversi di inquietudine; il bramare il mutamento dello stato attuale o di una situazione vissuta; TUTTO QUESTO E' LA MANIFESTAZIONE DI VOLONTA' DENTRO ALL'INDIVIDUO!

Quanto ci si rappresenta a noi altro non è che la sequenza universale delle scelte nella quale, con la ragione, ritagliamo un'isola, una porzione, che descriviamo.

Il mondo esce dalla rappresentazione descrittiva che ne dà la ragione del soggetto per essere percepito, intuito e vissuto attraverso le manifestazioni degli elementi del suo insieme.

Gli Esseri Umani sono educati far dipendere la loro azione dalla rappresentazione della ragione. Una rappresentazione nella quale il percepito, il vissuto e l'intuito sono reali solo quando rispondono alla descrizione della ragione.

Il mondo non si muove come la ragione gradisce, ma si muove spinto dalle sue necessità. Da necessità diverse da quelle che la ragione dell'individuo proietta come aspettative sulle azioni che i soggetti del mondo compiono. Necessità d'esistenza alla quale ogni singolo elemento del mondo somma la propria volontà attraverso il proprio nous!

Anche l'Essere Umano stesso è nato spinto dalle proprie necessità! Alle necessità del suo venir in essere ha sommato la propria volontà. La ragione è arrivata dopo che l'individuo si è formato. Dopo la sua crescita nella pancia della madre; dopo le sollecitazioni educazionali del Sistema Sociale durante i primissimi mesi della sua esistenza nel mondo della forma.

Percepire e intuire il mondo attraverso le necessità soggettive significa percepire il mondo attraverso l'azione del soggetto e rapportarsi col mondo attraverso la nostra azione.

L'Essere Umano cessa di essere SPETTATORE e giudice del mondo, ma diventa ATTORE riversando nel mondo la propria azione quale necessità manifestata nei propri bisogni: dove i propri bisogni altro non sono che tensioni di espansione del soggetto in relazione all'oggettività in cui vive.

Il mondo agisce nei miei confronti!

Mentre questo avviene; io vengo educato a descrivere e disquisire sul mondo!

Vedo e descrivo la forma di un albero; non percepisco e né intuisco la dinamicità della vita che mi si rappresenta, né le trasformazioni successive in atto. La mia attenzione viene inchiodata sulla forma e tende ad annullare l'azione che caratterizza quella forma. Alcune azioni vengono descritte dalla ragione come attività del soggetto, ma la ragione tende ad annullare l'azione, la loro intelligenza e la loro volontà d'esistenza. Tant'è che i soggetti diventano tanto più inattivi (passivi) e senza intelligenza quanto più la loro forma si allontana da quella dell'individuo che li descrive. L'individuo, infatti, concede intelligenza agli Esseri della propria specie, un po' meno agli Esseri Animali, un po' meno agli Esseri Vegetali, ancora meno ai luoghi e ai pianeti. Così la ragione dell'individuo non riconosce in essi le stesse emozioni, gli stessi sentimenti, le stesse strategie d'esistenza. Al contrario, la volontà d'esistenza riconosce sé stessa in ogni oggetto esistente!

Il mondo è attore della vita!

Ogni soggetto del mondo è attore della vita, mentre io vengo educato ad essere spettatore della vita! Come spettatore mi reputo giudice immobile (arrivato, saputo, finito, senza necessità di trasformazione soggettiva) e penso questa mia rappresentazione come assoluto (qualcuno afferma che l'uomo è la specie più evoluta dell'Essere Natura).

NEL FAR QUESTO RINUNCIO ALL'AZIONE: CIOE' ALLA VITA!

Posso, partendo dalla ragione che la mia specie mi ha educazionalmente imposto passare dal mondo della descrizione al mondo della volontà?

Certamente! Il condizionamento educazionale si è imposto "al di sopra" delle tensioni della vita, non le ha sostituite. Tende a dirigere la manifestazione delle tensioni della vita all'interno degli elementi propri della ragione. Li piega a sé, non li sostituisce!

Dopo aver affermato la necessità della ragione in quanto struttura che governa le relazione fra gli Esseri della specie, possiamo metterla da parte in tutte quelle azioni che comportano lo sviluppo dell'individuo. Infatti, la ragione REGISTRA lo sviluppo dell'individuo, non è artefice dello sviluppo dell'individuo. La mancanza di una forte e articolata descrizione (che si può chiamare scienza) porta la ragione a risolvere il suo ignorare nella superstizione, comunque la ragione non favorisce lo sviluppo dell'individuo, ma si limita a registrarne lo sviluppo.

Possiamo mettere da parte la ragione attraverso il coinvolgimento emozionale nell'azione finalizzata al raggiungimento di un obiettivo che sia tanto coinvolgente, "assoluto" ed "emozionante" da sospendere la ragione e il suo controllo sull'individuo facendo affluire l'intuito e il vissuto tramite la NECESSITA' DELL'AZIONE!

Coinvolgimento emozionale in una situazione oggettiva tale da mettere in pericolo la sopravvivenza della ragione. Una situazione traumatica tanto da costringere la ragione a ritirarsi.

Oppure, entrare nei mondi della percezione attraverso il sognare.

Marghera, febbraio 2001

Modificato per il dibattito del 14 aprile 2003

 

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Cod. ISBN 9788891170897

 

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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