Peccati e delitti fra
Chiesa Cattolica e Società Civile

Claudio Simeoni

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Riflessioni su crimini e peccati della Chiesa Cattolica nella Società civile

Erio Castellucci è un arcivescovo cattolico e teologo italiano nato l'8 luglio 1960 a Forlì. Dunque, se commento il suo articolo edito dalla Piemme, penso di non usare un testo anticlericale per riflettere non solo sui delitti della Chiesa Cattolica, ma sulla pretesa di delinquere della Chiesa Cattolica, in nome e per conto di Dio e contro gli uomini e la società civile. La Chiesa Cattolica si presenta nella società italiana come rappresentante di Dio e considera sé stessa "Santa e immacolata" al di là e al di sopra delle azioni che mette in atto nella società. La società civile italiana vede nella Chiesa Cattolica il criminale, il terrorista, il devastatore che crea miseria economica e morale a maggior gloria di Dio.

Il teologo Castellucci ci fornisce i riferimenti ideologici attraverso i quali la Chiesa Cattolica giustifica la propria attività di terrore con parole "dotte" come l'inizio del suo articolo quando scrive:

"La «santità della Chiesa» può essere accostata da diverse prospettive: questo contributo intende offrire non una visione globale dell'argomento, bensì solo un chiarimento circa la (eventuale) rilevanza che ha il peccato dei cristiani nella santità ecclesiale."

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La prima cosa da chiarire è che cosa intende la Chiesa Cattolica per peccato e che cosa intende la società civile per delitto.

Scrive Wikipedia (enciclopedia di indirizzo fondamentalista cattolico) alla parola peccato in riferimento alla Chiesa Cattolica:

Nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica il peccato è definito come «una parola, un atto o un desiderio contrari alla Legge eterna» (sant'Agostino). E' un'offesa a Dio, nella disobbedienza al suo amore. Esso ferisce la natura dell'uomo e attenta alla solidarietà umana.

Che cosa si intende per delitto?

Scrive Wikipedia alla parola delitto:

In diritto, atto illecito, doloso o colposo, che determina danno ad altri e obbliga chi lo commette a risarcire il danno e sottostare alla pena; si distingue dalla contravvenzione sia per caratteri suoi particolari sia per la natura della pena, in quanto punibile con la reclusione o la multa.

Il delitto sta alla società civile come il peccato sta alla Chiesa Cattolica.

La sostanza delle due definizioni non cambia, è identica. Prendere a schiaffi Dio è un peccato, prendere a schiaffi un uomo è un reato, un delitto. Il comune dominatore non è il soggetto che viene offeso prendendolo a schiaffi, ma è l'atto di prendere a schiaffi che la società qualifica come delitto e che la Chiesa Cattolica censura come peccato. Il valore del prendere a schiaffi cambia quando cambia la qualità della società. In una società Democratica prendere a schiaffi è un reato da condannare, qualunque sia il soggetto che viene schiaffeggiato; in una società Monarchica il medesimo reato è sottoposto a pene diverse a seconda del soggetto che viene schiaffeggiato. Così gli "schiaffi a Dio" assumono il valore di "bestemmia" e molte persone sono state lapidate o bruciate vive per questo. Per contro, in un regime monarchico si può schiaffeggiare un barbone, un emarginato, senza per questo essere processati per reato.

Chi sta scrivendo è legato allo spirito e alla lettera della Costituzione Italiana oggi in vigore anche se è consapevole che nella società in cui opera la Chiesa Cattolica e forze cattoliche stanno impedendo ai cittadini di fruire dei diritti Costituzionali per ripristinare una forma di assolutismo finalizzato ad assicurare vantaggi alla Chiesa Cattolica contro i cittadini.

La Chiesa Cattolica non è separata dalla società civile, ma la sua attività consiste nel violentare i cittadini affinché non siano coscienti del delitto e delle conseguenze che implica (codice penale, codice civile, codice di procedura penale, ecc.) mentre siano convinti che "l'offesa a Dio", il peccato, sia la stessa cosa del reato e che è un peccato, cioè un reato, non danneggiare la società civile in nome e per conto di Dio.

Quando la Chiesa Cattolica dice che il peccato "E' un'offesa a Dio nella disobbedienza del suo amore", significa che ogni atto criminale deve essere compiuto per obbedire all'amore di Dio. In sostanza, l'atto criminale diventa "santo" nella misura in cui assicura a Dio quell'ingiusto profitto mediante il danneggiamento della vita degli uomini.

Da queste considerazioni risulta chiaro quali sono i termini del conflitto sociale promosso dalla Chiesa Cattolica contro la società civile: combattere i diritti e il benessere degli uomini per l'amore di Dio. Dio e gli uomini entrano in conflitto in quanto entrambi esercitano, stando alla Chiesa Cattolica, interessi e fini contrapposti.

Il primo quesito che si pone Erio Castellucci è questo:

La prospettiva scelta, di tipo teologico-sistematico, si può sintetizzare nella domanda: in che misura e in che senso il peccato dei membri della Chiesa è peccato della Chiesa? E ancora: la santa Chiesa può essere detta anche «peccatrice» o almeno «di peccatori»?

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Il presupposto da cui si può partire è quello della domanda: Dio fa peccato? I reati commessi da Dio vanno perseguiti per legge o non devono essere perseguiti per legge?

In sostanza, la Chiesa Cattolica commette peccati perché membri della Chiesa Cattolica commettono reati, o la Chiesa Cattolica è la mandante dei reati commessi dai cattolici?

Dal momento che la Chiesa Cattolica assume i testi "sacri" del vecchio e del nuovo testamento, inseriti nel contesto che chiama "bibbia", va da sé che la Chiesa Cattolica incita a commettere tutte quelle azioni che quei libri sacri indicano e incitano. Anche se diciamo che i contesti sociali in cui o per cui quelle azioni sono state fatte, oggi sono diversi da allora ed oggi la Chiesa Cattolica si guarda bene dal promuovere quelle azioni è necessario ricordare il principio sociale espresso dalla Corte di Cassazione, durante il processo Priebke, secondo cui i delitti contro l'umanità non cadono mai in prescrizione. Asserendo che i delitti contro l'umanità, come quello compiuto da Priebke, non cadono mai in prescrizione, la Corte di Cassazione ha stabilito sia un principio qualitativo, delitto contro l'umanità, che quantitativo, la quantità dei delitti commessi da Piebke che costituiscono il delitto contro l'umanità distinto da altre forme di delitto. Cosa ha fatto Priebke? Fu responsabile dell'eccidio delle Fosse Ardeatine dove uccise 335 civili e militari italiani. Per conseguenza, dobbiamo dire che l'uccisione di 335 persone è un genocidio che non cade mai in prescrizione. Quanti delitti ha commesso la Chiesa Cattolica contro gli "infedeli" per la gloria di Dio dalle guerre armene fino ad oggi? Tutti quei delitti non cadono mai in prescrizione. Quei delitti nascono dalla malvagità degli uomini cristiani o dalla malvagità di Dio che li commissiona e dei quali la Chiesa Cattolica vuole assicurarsi il profitto? Quei peccati vanno attribuiti alla Chiesa Cattolica o solo agli uomini cattolici che li hanno commessi?

L'impunità di Dio è il delitto commesso dalla Chiesa Cattolica contro l'umanità!

Per cui, la domanda diventa: la Chiesa Cattolica è un'organizzazione criminale? E' un'organizzazione peccatrice che fa del peccato la santificazione di sé stessa?

Afferma Pio XI il 18 settembre 1938 nel suo discorso agli iscritti alla Federazione francese dei sindacati cristiani:

«E' in questo caso, ci sarebbe una grande usurpazione, perché se c'è un regime totalitario - totalitario di fatto e di diritto - è il regime della Chiesa, perché l'uomo appartiene totalmente alla Chiesa, deve appartenerle, dato che l'uomo è la creatura del buon Dio, egli è il prezzo della Redenzione divina, è il servitore di Dio, destinato a vivere per Dio quaggiù, e con Dio in cielo. E il rappresentante delle idee, dei pensieri e dei diritti di Dio non è che la Chiesa. Allora la Chiesa ha veramente il diritto e il dovere di reclamare la totalità del suo potere sugli individui: ogni uomo, tutto intero, appartiene alla Chiesa, perché tutto intero appartiene a Dio. Non c'è dubbio su questo punto, per chi non voglia negare tutto»
[Pio XI, Discorso agli iscritti alla Federazione francese dei sindacati cristiani, 18 settembre 1938].

Tratto da Ernesto Rossi, Il sillabo e dopo, Edizioni Caos, 2000, p.77

Per la Chiesa Cattolica l'uomo è solo un oggetto che deve obbedire e che se non obbedisce "commette peccato", commette il delitto per il quale va bruciato vivo, incarcerato, torturato, perseguitato, ecc. Il diritto di possedere l'uomo in quanto oggetto, è un diritto che la Chiesa Cattolica rivendica per sé stessa e chiama, l'esercizio di questo diritto, libertà religiosa. La Chiesa Cattolica toglie all'uomo ogni diritto di rivendicare qualche cosa nei confronti di Dio e della Chiesa Cattolica stessa. La rivendicazione di un qualche diritto da parte dell'uomo o di Dio viene considerata dalla Chiesa Cattolica come un attentato alla sua libertà. Questo modo di essere della Chiesa Cattolica e questa pretesa di Dio di possedere gli uomini, nella società democratica diventa delitto. Delitto contro l'umanità, dove la violenza, attraverso la quale la Chiesa Cattolica vuole possedere gli uomini, diventa delitto contro l'umanità il cui esecutore è la Chiesa Cattolica e il mandante dei delitti è il Dio dei cattolici.

Dopo la nascita delle società democratiche, sia pur nominalmente, a seguito della seconda guerra mondiale e all'ascesa di alcune società chiamate "socialiste" o "comuniste" che volevano preservare i diritti dei cittadini contro l'ideologia assolutista della Chiesa Cattolica, la Chiesa Cattolica si pose il problema su come continuare ad esercitare il proprio potere assoluto in una società che avrebbe potuto chiedere conto alla Chiesa Cattolica dei delitti che ha commesso contro l'umanità per conto del suo Dio.

Il problema, dal punto di vista della Chiesa Cattolica, è stato trattato dal Concilio Vaticano II. Prima di allora la Chiesa Cattolica come espressione dell'ideologia sociale della monarchia assoluta nessuno metteva in discussione il diritto di Dio di uccidere gli uomini per il proprio profitto. Alla Chiesa Cattolica la Democrazia fa schifo. La Chiesa Cattolica combatte la democrazia, ma nel 1948 non può opporsi alla nascita della Costituzione Italiana che viene scritta anche col contributo dei cattolici che intendono salvaguardare i diritti particolari della monarchia assoluta imposta dalla Chiesa Cattolica come prassi all'interno di una Costituzione Democratica.

Il problema che la Democrazia pone alla monarchia assoluta è l'uguaglianza dell'uomo con Dio. Dal momento che l'uomo ha gli stessi diritti e gli stessi doveri di Dio, ne consegue che Dio, come descritto dai libri sacri della Chiesa Cattolica, deve rispondere dei delitti contro l'umanità che ha commesso o millanta di aver commesso per definire il suo potere assoluto.

E' il Dio dei cattolici che commette peccato contro gli uomini e, dal momento che quei peccati sono reati che non cadono mai in prescrizione, il Dio dei cattolici va processato per delitto. E non si venga a dire che allora non c'era una legge che impediva i delitti di Dio perché nemmeno per Priebke c'era una legge che proibiva al suo esercito di commettere genocidi dal momento che fascisti cattolici e nazisti, cattolici e protestanti, hanno dichiarato guerra all'Europa dell'Est col preciso scopo di sterminare gli slavi e ogni altro oppositore.

Erio Castellucci fa una sintesi di alcune posizioni teologiche sull'attribuzione alla Chiesa Cattolica dei peccati (delitti) dei suoi membri o sull'esentare da colpa la Chiesa Cattolica per il peccato (delitto) dei suoi membri.

Il genocidio messo in atto dal cattolico Hitler va attribuito alla Chiesa Cattolica o la Chiesa Cattolica è irresponsabile per il genocidio messo in atto da Hitler?

Scrive Erio Castellucci:

Pur nella difficoltà di ricondurre le riflessioni dei teologi, spesso molto articolate, a qualche posizione fondamentale, tentiamo di raccoglierle sotto a tre titoli. Tutti i teologi, ovviamente, partono dal dato dogmatico della «Ecclesia sancta» 5. Come allora interpretare l'altro innegabile dato (storico): il peccato dei cristiani? E a questo punto che le soluzioni divergono. Alcuni, infatti, risolvono il problema distinguendo la santità della Chiesa dalla situazione personale dei suoi membri: questi fanno parte della Chiesa nella misura in cui sono «santi», mentre ne restano fuori nella proporzione in cui sono «peccatori»; si potrebbe dire dunque: Sancta Ecclesia sanctorum (1.1). Essi fanno riferimento spesso ad Ef 5, 25-27 interpretando il brano in riferimento alla Chiesa presente", Altri invece, preferiscono dire: Sancta Ecclesia peccatorum (1.2), rifiutando una separazione «verticale» nel singolo battezzato e ritenendo che il peccato entri, in qualche modo, nella realtà della Chiesa stessa; tanto che alcuni di loro giungono ad accettare la formulazione Sancta et peccatrix Ecclesia (1.3), facendo riferimento alla espressione patristica «casta meretrix» (e simili). Il riferimento biblico preferito dei teologi che intendono integrare il peccato nella Chiesa è la parabola della zizzania e del buon grano (Mt 13,24-30), mentre l'interpretazione di Ef 5, 25-27 da essi proposta è di tipo escatologico. Sarà ovviamente diversa, in relazione alle singole posizioni, anche la maniera di intendere la necessità di una norma ecclesiale («nei membri» della Chiesa? «nella» Chiesa? «della» Chiesa?) e i temi connessi della purificazione, del rinnovamento e dell'aggiornamento ecclesiale.

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La prima distinzione che deve essere effettuata è fra due ordini concettuali all'interno dei quali si sviluppa la vita dell'uomo.

La Chiesa Cattolica afferma che l'uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio e, dunque, la violazione della legge, il delitto, la manifestazione del peccato nasce dalla malvagità dell'uomo che viola l'ordine "naturale" voluto da Dio.

Questa affermazione definisce una realtà o è un inganno frutto di immaginazione? Se è una realtà, ciò che procede da quella realtà è del tutto logico e naturale; se è falso, siamo davanti alla commissione di un delitto di violenza sull'uomo per piegare ciò che è "naturale" nell'uomo sottoponendo la struttura emotiva, e dunque le sue scelte e i suoi bisogni, ad una realtà immaginaria (l'uomo creato da Dio) che ne violenta i bisogni per costringerlo a sottomettersi all'immaginazione.

La seconda affermazione dice che l'uomo si costruisce adattandosi alle condizioni che vive sia nella pancia della madre sia alle condizioni sociali alle cui sollecitazioni adatta e trasforma le sue emozioni, il suo fisico e la sua psicologia.

Se questo è vero, chi lavora per determinare le condizioni sociali alle quali l'uomo si adatta è il responsabile di quanto l'uomo fa in quanto le condizioni hanno indotto quell'uomo ad essere ciò che è pensando in quel modo, e solo in quel modo, la società in cui vive. Una società che lo induce a commettere delitti, peccati, perché la società lo ha costretto a vedere la società in quel modo e solo in quel modo e attraverso il peccato, il delitto, risolvere i suoi problemi.

Se noi diciamo che un uomo che uccide l'ex compagna che lo ha lasciato fa un delitto, un peccato, dobbiamo chiederci: chi ha indotto quell'uomo a commettere quel delitto? Quali sono le ragioni che hanno indotto quell'uomo a commettere quel delitto, a fare quel peccato? L'uomo era "malvagio in sé", oppure qualcuno aveva indotto in lui l'idea di essere proprietario della compagna che voleva lasciarlo e lui ha voluto "obbedire all'amore di Dio" sull'indissolubilità del matrimonio? Il peccatore chi è? Lui che ha ucciso l'ex compagna o l'ex compagna che si è sottratta alla sua proprietà come voluto da Dio? In questa logica è necessario ricordare che nel Codice Penale c'era la speciale attenuazione per il delitto di omicidio chiamato "delitto d'onore". Delitto che veniva eseguito da chi riteneva di aver perso l'onore del controllo famigliare come voluto da Dio. Queste norme furono abrogate solo il 5 agosto 1981 con la legge 442, prima di allora, la donna che non obbediva era una peccatrice e, dunque, fuori dalla "grazia di Dio" ed era dovere dell'uomo "rispondere all'amore di Dio" ripristinando la sottomissione della donna. La donna ammazzata era una "non-persona", un oggetto che Dio voleva fosse un oggetto di possesso e la donna ammazzata era, per la Chiesa Cattolica, una peccatrice contro "l'amore di Dio" mentre il suo aguzzino ha agito per "obbedire all'amore di Dio".

L'uomo che ha ammazzato l'ex compagna è stato costretto dalla Chiesa Cattolica a pensarsi, fin dall'infanzia, padrone della futura compagna. Dio gliela data. Aveva seguito il destino assegnatogli dalla volontà di Dio. D'altro canto i cattolici ripetono all'infinito ai bambini: "non si muove foglia che Dio non voglia"! E i bambini, che si identificano con Dio, una volta adulti, non possono permettere che una foglia si muova senza che loro non vogliano. Da qui la convinzione di quel bambino, una volta adulto, di poter accoltellare e uccidere l'ex compagna che ha preteso di muovere foglie senza che lui non voglia.

A questo punto, chi è il responsabile dell'omicidio? La Chiesa Cattolica! La Chiesa Cattolica sia come mandante che come esecutrice perché l'esecutore dell'omicidio è un individuo cresciuto e manipolato dalla Chiesa Cattolica per rispondere, in quella situazione, all'amore di Dio.

L'uomo è creato da Dio o è divenuto per adattamento soggettivo all'ambiente in cui è nato?

Tutti i teologi cristiani partono dal dogma della «Ecclesia sancta». In sostanza, la Chiesa Cattolica non commette peccato perché è "santa" però, dicono i teologi cristiani, è innegabile che i cristiani commettono "peccati", cioè reati. Ora tutti i teologi cristiani si organizzano per legittimare il dogma della Chiesa Cattolica santa e stabilire una relazione fra la Chiesa Cattolica e i "peccatori", delinquenti, cristiani al fine di salvaguardare la Chiesa Cattolica dall'accusa di essere un'organizzazione di delinquenti in nome e per conto di Dio.

Alcuni teologi cattolici, dice Erio Castellucci, vogliono distinguere le responsabilità della Chiesa Cattolica dai cattolici. I cattolici farebbero parte della Chiesa Cattolica solo nella misura in cui sono "santi", cioè agiscono da delinquenti nella società solo per la gloria di Dio (per lo spirito come dice Paolo di Tarso) mentre, sempre secondo questi teologi cattolici sarebbero fuori dalla Chiesa Cattolica quei cattolici che delinquono nella società per "proprio conto" (per la carne, come dice Paolo di Tarso). La logica che ne segue è questa: uccidere le persone è un delitto (un peccato) o non è un delitto (fonte di santità) a seconda del beneficiario del delitto commesso. Se Dio beneficia del profitto per cui le persone sono state uccise, l'assassino è un santo; se un uomo beneficia del profitto per cui le persone sono state uccise, l'assassino è un peccatore. Se la Chiesa Cattolica trae profitto dalle azioni criminali, l'esecutore delle azioni ha agito "obbedendo all'amore di Dio"; se la Chiesa Cattolica non trae profitto dalle azioni criminali o, peggio, viene danneggiata da queste, chi le mette in atto è un peccatore che ha dato scandalo.

Non è l'azione che qualifica il delinquente, il peccatore, ma è la finalità dell'azione che lo qualifica distinguendolo fra peccatore, criminale, o santo, ma sempre criminale.

In quest'ottica, la Chiesa Cattolica è sempre santa perché o trae profitto dai delitti del "santo" o chi ha commesso il delitto è un "peccatore" e, in quanto tale, è fuori dalla Chiesa Cattolica e si dovrebbe pentire e convertire.

I teologi cattolici che affermano questa idea si fanno forza dalla Lettera agli Efesini di Paolo di Tarso, 5, 25-27 dove dice:

E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.

Quest'idea ha poco di teologico, ha piuttosto una relazione con la dittatura assoluta che la Chiesa Cattolica mette in atto con le persone. La Chiesa Cattolica tutta gloriosa per aver distrutto popoli, ridotto cittadini alla miseria, aver messo in atto stragi e genocidi per la gloria di Dio. La Chiesa Cattolica che per la gloria di Dio ha costruito montagne di cadaveri.

Altri teologi cattolici anziché separare i "peccatori", i "delinquenti", dalla Chiesa Cattolica preferiscono parlare del "peccato", il "delitto", come parte della Chiesa Cattolica. Affermano che è normale, per i cattolici, mettere in atto delitti, che loro chiamano peccati, consapevoli che questi delitti sono messi in atto in quanto partecipi della Chiesa Cattolica. Questi teologi preferiscono parlare della Chiesa Cattolica come della " Sancta et peccatrix Ecclesia" oppure come la «casta meretrix». In parole più chiare, per questi teologi la Chiesa Cattolica è la "puttana di Dio".

Questi teologi cattolici, secondo Erio Castellucci, prendono come spunto delle loro riflessioni il Vangelo di Matteo 13, 24-30, la parabola della zizzania. Quella parabola nella quale Gesù istituisce i forni crematori e con la quale la Chiesa Cattolica ha preteso il diritto di sterminare gli uomini per eliminare la zizzania. Gli uomini, considerati zizzania in quanto non sottomessi a Dio, venivano macellati per separarli dal grano, cioè da quegli uomini che agivano in funzione dell'amore di Dio. Sia che si chiamassero Cortez, Leopoldo del Belgio o Hitler.

Scrive Erio Castellucci:

Il teologo francese C. Journet, nella sua vastissima opera ecclesiologica, ha posto i fondamenti di questa linea seguita poi da molti altri. Egli riconosce che i peccatori appartengono in qualche maniera alla Chiesa, ma vi appartengono precisamente non in quanto peccatori, bensì nella misura della loro santità. E' possibile arrivare, a suo parere, a due definizioni di Chiesa tra esse incompatibili. Se definiamo la Chiesa dal punto di vista materiale, allora dobbiamo dire che la Chiesa non è pura e santa, ma peccatrice e che perfino Cristo stesso (essendo in quanto «Cristo totale» capo e corpo insieme) pecca nelle sue membra peccatrici; se invece la definiamo formalmente, come deve essere, allora diciamo che comprende numerosi peccatori ma essa stessa non pecca. Infatti è formata da quella parte di noi che è santa…
[… ]
Non basta dire, quindi, che la Chiesa è santa nel suo principio (Cristo Capo) o nei suoi mezzi (dottrina, sacramenti, ministeri): occorre dire che essa è santa in se stessa e nei suoi membri. E' la tesi della «Eglise immaculée», così riassunta dallo stesso autore: «l'Eglise est sainte en tous ses membres pour autant qu'ils sont ses membres, l'Eglise est sainte parce qu'elle rend saints tous ceux qui lui appartiennent pour autant qu'ils lui appartiennents-", E' per questo che non sembra forzato riassumere la posizione di Journet con l'espressione «Sancta Ecclesia sanctorum»: pur ammettendo una qualche appartenenza dei peccatori alla Chiesa, infatti, essa risulta composta della sola «parte santa» dei battezzati. Ciascuno è, per così dire, sezionato verticalmente di modo che la sua parte peccatrice appartiene al mondo e quella santa va a formare la Chiesa.

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A questo punto i teologi separano la Chiesa Cattolica dai cattolici che formano la Chiesa Cattolica. La chiesa non è più pensata come l'insieme dei cattolici, ma la chiesa è un oggetto in sé che, formata dai suoi seguaci, diventa oggetto trascendente ai seguaci stessi.

Erio Castellucci sembra voglia avvicinarsi alla posizione teologica cattolica di C. Journet un teologo cattolico francese.

Questo C. Journet riconosce che tutti i peccatori, delinquenti, cattolici appartengono alla Chiesa Cattolica, come Hitler, ma non vi appartengono in quanto peccatori, ma nella loro santità. In sostanza, per C. Journet, Hitler è magari un peccatore, ma in quanto cattolico è anche un santo. In fondo Hitler ha difeso il "popolo di Dio" da coloro che si ritenevano il "popolo eletto". La "razza ariana" altri non era che un aspetto del "popolo di Dio" che si contrapponeva al "popolo eletto". E' indubbio che la ferocia hitleriana nel voler sterminare tutte le razze che non si sottomettevano, come la "razza" slava, è visto dalla Chiesa Cattolica come un peccato, un delitto, in quanto la "razza slava" era cristiana anche se tedeschi e italiani hanno incarcerato, torturato e ucciso, molti vescovi della chiesa ortodossa.

In quest'ottica, il teologo cattolico C. Journet definisce due tipi di chiesa. Una chiesa materiale fatta di peccatori, delinquenti, e delinquente essa stessa. In questa associazione criminale chiamata Chiesa Cattolica, " che perfino Cristo stesso (essendo in quanto «Cristo totale» capo e corpo insieme) pecca nelle sue membra peccatrici". Erio Castellucci riconosce che la Chiesa Cattolica è un'associazione a delinquere, peccatrice, e lo è anche quella figura chiamata "Gesù".

Ma se la consideriamo, dice Erio Castellucci, nella forma, cioè in un astratto immaginario, irreale e trascendente occultato nelle forme in cui la malattia mentale si esprime nei desideri umani, " allora diciamo che comprende numerosi peccatori ma essa stessa non pecca". In sostanza, dice Erio Castellucci, la Chiesa Cattolica è composta da delinquenti, ma i delinquenti sono creati tali da Dio e dunque la Chiesa Cattolica non può essere imputata per il delinquere dei suoi componenti.

Per fare questa affermazione è necessario poggiarsi su dei dati di realtà. Dio ha creato l'uomo? Dio ha creato la Chiesa Cattolica? I due soggetti, nella storia, appaiono dal nulla o sono divenuti e costruiti per dei bisogni che hanno indotto delle trasformazioni? E a loro volta, il loro agire nella società è esente da interferenze nella vita dell'uomo o agiscono per costringere l'uomo, ogni nuovo nato, a mettere in atto processi di adattamento soggettivo diventando quei criminali, peccatori, che agiscono per "amore di Dio" saccheggiando la società civile? La Chiesa Cattolica è un soggetto responsabile dei processi di divenire dell'uomo o è un soggetto estraneo ai processi adattativi di crescita e di trasformazione dell'uomo una volta nato?

Se si distingue la Chiesa Cattolica come organizzazione criminale, peccatrice, dai membri della Chiesa Cattolica che commettono crimini, peccati, su mandato della Chiesa Cattolica e in funzione "dell'amore di Dio", la Chiesa Cattolica cessa di essere un soggetto per diventare un non-sense. Un'organizzazione come la Chiesa Cattolica è tale perché un certo numero di individui si identificano in essa, hanno costituito una gerarchia, si sono dati dei principi e attraverso questi principi agiscono nella società.

Lo stesso Gesù non è un elemento astratto. Checché ne dicano gli atei, Gesù è un oggetto reale. La sua forma e la sua realtà è costituita dai vangeli che la Chiesa Cattolica ha fatto propri.

Quando Erio Castellucci dice: " Non basta dire, quindi, che la Chiesa è santa nel suo principio (Cristo Capo) o nei suoi mezzi (dottrina, sacramenti, ministeri): occorre dire che essa è santa in se stessa e nei suoi membri." Vuole ignorare che la "santità" del suo capo, Gesù, consiste nello stuprare bambini e lo stupro dei bambini diventa un principio dottrinale che qualifica Gesù come capo della chiesa che Erio Castellucci chiama "santa". Come Gesù viene arrestato col bambino nudo (vangelo di Marco) così decine di preti vescovi e anche qualche papa, hanno praticato lo stupro dei bambini come mezzo per imporre la fede nella Chiesa Cattolica che poi la stessa Chiesa Cattolica ha monetizzato mediante la costruzione della gerarchia (sacramenti). Proprio perché i cattolici stuprano la struttura psichica e, spesso, fisica dei bambini ad imitazione di Cristo, Erio Castellucci può affermare che la Chiesa Cattolica " occorre dire che essa è santa in se stessa e nei suoi membri".

In sostanza, dopo aver ammesso che la Chiesa Cattolica è un'organizzazione criminale, peccatrice, Erio Castellucci la vuole sottrarre al giudizio che la condanna come organizzazione criminale per legittimarne i crimini in quanto, quest'organizzazione criminale viene definita "Eglise immaculée", cioè chiesa pura, immacolata. Per questo Erio Castellucci riporta la definizione della "chiesa immacolata" come: "La Chiesa è santa in tutte le sue membra in quanto sue membra, la Chiesa è santa perché rende santi tutti coloro che le appartengono in quanto le appartengono".

I delitti della chiesa sono delitti santi. Esattamente come i delitti di Hitler, per la Chiesa Cattolica, sono "resi santi in quanto la Chiesa Cattolica rende santi tutti coloro che le appartengono".

Erio Castellucci definisce "santa" la fonte di ogni odio e di ogni delitto, peccato, contro la santità della società civile e le sue aperture verso le trasformazioni future. Castellucci vuole salvaguardare la fonte del male, del peccato, qual è la Chiesa Cattolica e attribuire ogni male, ogni delitto, ogni peccato, al singolo soggetto che devasta la società civile, commette peccato, in nome e per conto "dell'amore di Dio" dei cui delitti la Chiesa Cattolica beneficia di quell' "ingiusto profitto" che trasforma la società degli uomini in una preda che i delinquenti cattolici aggrediscono.

Nella formazione di questa ideologia, Ezio Castellucci riprende l'ideologia platonica sezionando in due gli Esseri Umani e attribuendo al corpo il male e all'anima, manifestazione di Dio e della santità del cristiano, il bene e la santità che deve essere esaltata soprattutto quando il corpo del cristiano delinque, pecca, nella società civile.

In quest'ottica, Padre Pio, l'assassino che agì all'interno dell'organizzazione terroristica gli Arditi di Cristo e assassinò le persone che confidavano nel socialismo, diventa santo perché ha agito "nell'amore di Dio" e per conto di Dio permettendo alla Chiesa Cattolica di distruggere la società civile. Il corpo pecca, delinque, ma "non lo fa per la carne, ma lo fa per lo spirito" (Paolo di Tarso) e, dunque, anche se il corpo procede per assassinare le persone, non è imputabile per delitto e Padre Pio viene santificato ed additato come esempio dalla Chiesa Cattolica per incitare ad uccidere quelli che non agiscono per "amore di Dio".

Si tratta in sostanza del principio fondamentale ideologico manifestato da Gesù che ordina di uccidere tutti coloro che non lo hanno riconosciuto come il padrone [Luca 19, 27]. In questo modo, scrive Erio Castellucci, ogni individuo è " sezionato verticalmente di modo che la sua parte peccatrice appartiene al mondo e quella santa va a formare la Chiesa" dove Gesù e Hitler mentre sconvolgono la società civile appartengono al mondo mentre la loro "parte santa", cioè le finalità per le quali vogliono distruggere le società civili, va a formare la Chiesa Cattolica.

Si chiede Erio Castellucci:

Come mai, si chiede poi Journet, alcuni testi della tradizione patristica e liturgica presentano una Chiesa che si pente, chiede perdono, si converte e fa penitenza? Se la Chiesa è santa, come può fare tutto questo? E risponde: mentre Cristo, che era senza peccato, poteva espiare ma non pentirsi né fare penitenza, la Chiesa, che è senza peccato ma ha dei figli peccatori, chiede perdono e fa penitenza per i loro peccati e non per i suoi: «L'Eglise comme personne prend donc la responsabilité de la pénitence. Elle ne prend pas la responsabilité du péché»!'. Non si dovrà dunque, in questa impostazione, parlare di rinnovamento o riforma «della Chiesa» e neppure «nella Chiesa», bensì solo «nei membri (peccatori) della Chiesa».
La linea di Journet ha guidato o ispirato non pochi altri teologi che si sono espressi anche dopo il Vaticano II: ricordiamo solo qualche nome. Secondo B. Gherardini la Chiesa «è santa nonostante il peccato e la conseguente realtà dei peccatori; tale è infatti perché tutti i suoi figli sono "peccatori-graziati" e perché il peccato attuale che è in essa non è suo ma dei singoli peccatori che lo compiono e ai quali viene imputato, restando in tal modo ben lontano dal deturpare il volto di lei "senza ruga e senza macchia?»!".

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La soluzione che i teologi cattolici hanno trovato è quella di riversare ogni delitto sul singolo individuo e separare le responsabilità della gerarchia della Chiesa Cattolica dall'attività del loro delinquere.

Dal momento che l'uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio, la Chiesa Cattolica imputa i peccati, i delitti, alla responsabilità di Dio e della sua creazione. Per questi teologi la Chiesa Cattolica è santa nonostante i delitti, i peccati, che incita a commettere in nome e per conto del proprio tornaconto personale come se le conseguenze dei suoi peccati, delitti, non superassero il momento contingente in cui quei peccati e quei delitti vengono commessi portando alla Chiesa Cattolica la responsabilità permanente di tutte le conseguenze criminali che i suoi peccati, delitti, commessi nella società civile, comportano.

Il tentativo di Erio Castellucci è quello di separare il momento "contingente" in cui l'atto criminale, il peccato, è commesso dalle conseguenze, sempre criminose, che quell'atto mette in moto come trasformazione delle condizioni sociali. In sostanza Erio Castellucci vuole affermare che sì il singolo fedele ha compiuto un reato, delitto, peccato, per il quale la Chiesa Cattolica si pente, ma la Chiesa Cattolica non restituisce l'ingiusto profitto perché lei è "santa" e in quanto "santa" ha il diritto di beneficiare di ciò che il peccatore, malvagio, ha tolto alla società civile.

Che la Chiesa Cattolica sia un'organizzazione con finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico in funzione della monarchia assoluta, con tutti i crimini e i delitti, peccati, che tale finalità implica, è fuori discussione. Si tratta, in ultima analisi, di analizzare l'esercizio retorico con cui i teologi cattolici non solo giustificano, ma tentano di legittimare in nome "dell'amore di Dio" il loro delinquere e il loro trarre profitto dal loro delinquere nelle varie società degli uomini. Il terrore diffuso dalla Chiesa Cattolica nelle società civili non è solo fatto dalle azioni di repressione fisica delle persone, ma dalla violenza emotiva messa in atto sui bambini al fine di ottenere fedeli disposti a mettere in atto crimini per "amore di Dio" da cui trarre profitto e benefici.

Il Gesù descritto nei vangeli è un criminale, peccatore, che mette in atto i suoi delitti pretendendo l'impunità in quanto figlio del Dio padrone e padrone a sua volta che per i principi propri della monarchia assoluta non può essere processato per delitto perché è esente di colpa: è irresponsabile qualunque delitto commette. In quest'ottica, l'ordine di Gesù si sgozzare chi non si mette in ginocchio, è un diritto di Gesù che in quanto figlio del Dio padrone può disporre a piacimento della vita delle persone. Lo stesso ragionamento viene spostato sullo Stato retto da una monarchia assoluta e poi, in un secondo tempo, diventeranno i principi fondanti sia il fascismo che il nazismo che nell'attività di genocidio sono soggetti esenti da colpe come Gesù.

Perché i teologi cattolici vogliono presentare una Chiesa Cattolica che si "pente"? Si pente davanti a Dio per non aver ammazzato abbastanza persone e averle costrette alla fede e all'amore di Dio.

Il pentimento non è davanti agli uomini per i delitti, peccati, che a Chiesa Cattolica ha commesso nei loro confronti, ma la Chiesa Cattolica è presentata come "pentita" davanti a Dio perché i suoi delitti, peccati, nei confronti degli uomini sono stati parziali o perché, nonostante i feroci delitti, peccati, i risultati sono stati parziali e Dio ne ha beneficiato in maniera relativa.

Gesù era un criminale e lo era nel momento stesso in cui pretendeva di sottomettere gli uomini alla sua podestà, la Chiesa Cattolica, che imita Gesù, deve essere "santa" come Gesù, semmai sono i suoi membri che nell'esercitare la violenza indicata da Gesù per dominare gli uomini commettono delitti, peccati, per i quali la Chiesa Cattolica, pur beneficiando dell'ingiusto profitto ottenuto con i crimini commessi, chiede "perdono". Chiede che i delitti, peccati, che tanto profitto gli hanno portato, siano perdonati agli aguzzini in modo da poter beneficiare dei profitti dei delitti, peccati, e non dover essere costretta a pagare i danni o a restituire il bottino.

In quest'ottica, dice Erio Castellucci, non si può parlare di "rinnovamento della Chiesa Cattolica", ma solo "solo «nei membri (peccatori) della Chiesa" .

In altre parole, la Chiesa Cattolica chiede perdono per i crimini, peccati, di Hitler, ma non restituisce il bottino accumulato per l'attività di Hitler. La Chiesa Cattolica chiede perdono al suo Dio affinché la perdoni per aver usato Hitler per i suoi scopi e, davanti a Dio, si propone di usare mezzi diversi (se così vogliamo dire) per continuare ad accumulare profitto.

Infatti, ricorda Erio Castellucci, la soluzione retorica di B. Gherardini in cui afferma che la Chiesa Cattolica " è santa nonostante il peccato e la conseguente realtà dei peccatori; tale è infatti perché tutti i suoi figli sono "peccatori-graziati" e perché il peccato attuale che è in essa non è suo ma dei singoli peccatori che lo compiono e ai quali viene imputato, restando in tal modo ben lontano dal deturpare il volto di lei "senza ruga e senza macchia?" Come se la Chiesa Cattolica non fosse la mandante dei delitti, peccati, e non fosse la beneficiaria dei profitti ottenuti mediante i delitti, peccati, commessi dai suoi membri.

Per il sistema giuridico sociale nel quale viviamo, concorre alla commissione del delitto non solo chi lo esegue, ma anche chi lo ha commissionato e chi ne trae beneficio. Dunque, la Chiesa Cattolica è responsabile di quei delitti, peccati.

Solo che nella società civile la Chiesa Cattolica è doppiamente responsabile perché la Chiesa Cattolica esisteva prima della nascita dei peccatori e la sua azione di violenza è stata l'azione che ha costruito il delinquente, il peccatore, affinché commettesse delitti, peccati, al fine di garantirsi i profitti del suo delinquere.

Prima della Chiesa Cattolica non c'erano peccatori e il delinquere era un delinquere sociale distinto da ogni implicazione religiosa. Con l'arrivo della Chiesa Cattolica il delitto ha cessato di essere un'azione che la società perseguiva, ma è diventato un "peccato contro Dio" dove la gerarchia, la Chiesa Cattolica, identificandosi con Dio cessa di perseguire le persone solo per le azioni e inizia a perseguire le persone per reati immaginari contro l'autorità e il volere di Dio. In questo modo vengono definite nuove e diverse forme di delitto, tutte etichettate come "peccati contro Dio e la sua morale", e vengono legittimati i delitti di Dio, fatti dall'autorità che si identifica con Dio, contro l'uomo e la sua dignità. La costituzione della Chiesa Cattolica è un delitto contro l'umanità che, stravolgendone i principi sociali ed etici, di fatto stupra l'uomo e la qualità della sua vita.

Scrive Erio Castellucci:

C.B. Mondin si colloca nella stessa prospettiva, quando - dopo aver criticato quei teologi che parlano di «Chiesa peccatrice» - conclude: «la Chiesa visibile può assumere e spesso assume l'aspetto di Chiesa peccatrice, ma in realtà il peccato non appartiene a lei, al suo essere-corpo-di-Cristo e al tempio dello Spirito Santo, bensì al peccatore, il quale, nonostante il suo peccato, finché conserva la fede, continua a far parte del suo corpo e a restare dentro le mura del suo tempio»:".

p. 342

Qual è dunque il modello base da cui la Chiesa Cattolica non vuole essere etichettata come criminale, peccatrice, e i teologi cattolici tanto si affannano ad alimentare il concetto di "innocenza" e di "impunità" per gli evidenti delitti che commette?

Il modello è il Dio cristiano che macella l'umanità attraverso il diluvio universale e che nessuno, secondo la Chiesa Cattolica, si deve permettere di indicarlo come assassino perché, essendo il padrone degli uomini, è detentore del diritto di agire insindacabilmente nei confronti degli uomini. Il principio giuridico si riassume, in sostanza, Dio li ha fatti e Dio si ritiene in diritto di sterminarli a piacimento [Paolo di Tarso, Romani 9, 22-24]. Il modello ideologico-giuridico che la Chiesa Cattolica impone agli uomini è quello del "Dio allevatore del bestiame umano" di cui la Chiesa Cattolica si eleva a gestrice dell'allevamento del bestiame umano riservando a sé stessa il diritto di macellare gli uomini esattamente come il macellaio macella a piacimento pecore e mucche.

Questo modello di uomini trasformati in bestiame che vive passivamente attendendo l'intervento di Dio è ben descritto da Gesù:

E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.

Vangelo di Matteo 6, 28-32

Di che cosa si devono affannare le mucche? Il bovaro provvede a loro. E dal momento che loro dipendono dal bovaro, il bovaro le può portare al macello. Non per questo si può dire che il bovaro è un assassino.

Se la Chiesa Cattolica, per conto di Dio, assassina gli uomini, come il bovaro uccide le mucche, non commette un delitto, un peccato, perché quegli uomini appartengono a Dio e sono dati alla Chiesa Cattolica affinché li gestisca fino a portarli al macello della loro esistenza.

E' il meccanismo sociale introdotto dalla Chiesa Cattolica nelle società civili che ha finito per distruggere le società trasformandole in allevamenti di bestiame umano. Questa distruzione è il peccato di malvagità, il delitto assoluto contro l'umanità, compiuto dalla Chiesa Cattolica. Di volta in volta la Chiesa Cattolica ha provveduto, seguendo questo o quell'interesse, a macellare questo o quel popolo, questo o quel gruppo di individui decidendo i massacri che portarono al colonialismo cristiano e allo sviluppo del razzismo come negazione dell'uomo.

I fatti indicano che non è vero che " la Chiesa visibile può assumere e spesso assume l'aspetto di Chiesa peccatrice", la Chiesa Cattolica è la fonte della malvagità, del peccato, del delitto, perché il delitto e il delinquere sono le forme ideologiche con cui la Chiesa Cattolica si presenta nella società civile.

E' contrario ai dati di realtà affermare " ma in realtà il peccato non appartiene a lei, al suo essere-corpo-di-Cristo e al tempio dello Spirito Santo, bensì al peccatore". Questo perché la Chiesa Cattolica non possiede l'uomo e il Cristo della Chiesa Cattolica è un individuo che violenta l'uomo privandolo della sua umanità in nome di una presunta bestialità che deve consentire a Gesù di trasformarlo in loglio da gettare nei forni crematori. Questo è ciò che fece lo Spirito Santo con Hitler per volontà di Gesù. Trasformarono gli ebrei, i zingari, gli oppositori politici, in loglio e lo gettarono nei forni crematori.

Affermare che la malvagità va ascritta ad Hitler e non alla Chiesa Cattolica tutta significa affermare che Hitler non è cresciuto in un ambiente culturale cristiano. Significa negare che Hitler fosse un fedele cattolico che finanziava volontariamente la chiesa cattolica e l'ha resa beneficiaria dei suoi delitti, peccati. Affermare che Hitler era diverso dalla chiesa cattolica significa affermare che veniva da un altro pianeta.

Scrive Erio Castellucci:

I teologi che propongono la formula «sancta Chiesa di peccatori» ammettono diverse gradazioni nell'appartenenza alla Chiesa: ma non le proporzionano solamente al grado di santità del singolo fedele, bensì anche all' adesione agli strumenti di santità: parola di Dio, sacramenti, ministeri. Non è «una parte» (quella santa) del battezzato che appartiene interamente alla Chiesa bensì è «tutto» il battezzato che appartiene in un certo grado alla Chiesa.
Viene così introdotta la distinzione - fatta propria dal Concilio in LG 14 - tra appartenenza «piena» e «non piena» alla Chiesa; appartenenza che si decide sulla base del criterio della santità ("Spiritum Christi habentes") insieme a quello del triplice vincolo istituzionale (parola, sacramenti, gerarchia). Secondo questa visione, dunque, il peccato dei battezzati danneggia in qualche modo la Chiesa e ricade su di essa, in quanto i peccatori nella loro intera persona vi appartengono in una certa misura (anche se non «pienamente»). K. Rahner è il più noto sostenitore della «Sancta Ecclesia peccatorum» ".
Che i peccatori appartengano alla Chiesa è verità di fede ribadita più volta nella storia: nell' epoca patristica contro i montanisti, i novazianisti e i donatisti; nell'epoca medievale contro gli albigesi, i fraticelli, Wyclif e Hus; nell'epoca moderna contro i riformatori e i giansenisti. Il motivo di fondo dell'appartenenza dei peccatori alla Chiesa tocca la struttura della Chiesa stessa: se essa fosse semplice aggregazione di uomini che hanno aderito «interiormente» al Vangelo, allora interiore sarebbe anche l'unico criterio di appartenenza; ma la Chiesa è anche visibilità, sacramentalità. Il principio interiore-invisibile va dunque composto con un'adesione alla struttura esterna-visibile (il triplice vincolo). E vero, però - riconosce Rahner - che il peccatore appartiene alla Chiesa in misura minore rispetto al giusto"; il peccatore, non possedendo lo Spirito, non appartiene interamente alla Chiesa, poiché non è in comunione con la sua dimensione invisibile.

p. 344-345

Il problema è che se non ci fossero i delinquenti, i peccatori, non ci sarebbe la Chiesa Cattolica.

La questione che Erio Castellucci vuole ignorare è che i delinquenti cattolici, i peccatori, non agiscono contro la chiesa, non agiscono contro Dio, non agiscono contro Gesù, ma delinquono, peccano, contro la società civile, contro la libertà dell'uomo, contro i bisogni dell'uomo nella sua vita. In sostanza, i delinquenti, i peccatori, agiscono nella società civile danneggiando gli uomini per conto della Chiesa Cattolica la quale vive del profitto dei delinquenti, peccatori, beneficiando di furti, rapina e omicidio.

E' in questo senso che i teologi cattolici devono intervenire per distinguere il peccatore, il criminale, che la società civile processa per delitto, per peccato, e il criminale che la società civile non processa per delitto, peccatore, che, avendo portato a buon fine il proprio delitto, per intervento di Dio, consente alla Chiesa Cattolica di beneficiare di quanto il delinquente ha sottratto alla società civile, alla vita degli uomini. Ne è un esempio Padre Pio e le sue truffe finanziarie che, avendo portato profitto alla Chiesa Cattolica, la Chiesa Cattolica lo ha santificato perché il suo delinquere, peccare, è stato fatto in funzione dello spirito, del potere della Chiesa Cattolica sugli uomini, facendo coincidere il proprio tornaconto personale con gli interessi di dominio sociale della Chiesa Cattolica. Va da sé che la Chiesa Cattolica è un delinquente, peccatrice, che partecipando alla stessa banda col peccatore, delinquente, padre Pio, ha truffato e derubato la società civile assicurandosi quell'ingiusto profitto che fa della Chiesa Cattolica un'organizzazione criminale fin dalla stesura del "Lascito di Costantino" (e anche prima).

Se la Chiesa Cattolica ha attraversato la storia accumulando profitti dai delitti e avendo considerato sé stessa come il delinquente al di sopra di ogni legge e di ogni norma, va da sé che i peccati, i delitti, non possono essere ascritti solo ai singoli individui, ma vanno ascritti a tutta la Chiesa Cattolica che diventa, in questo modo, la costante criminale della storia, dai crimini commessi da Gesù ai crimini commessi da ogni singolo cristiano che si sia riconosciuto nella Chiesa Cattolica. Oggi potremmo dire di Salvini, Silvio Berlusconi ecc. I criminali cattolici muoiono, ma la fonte che produce i peccatori, criminali, rimane costante adattandosi ad ogni epoca e predisponendosi a trarre profitto sempre dalla commissione di nuovi crimini, peccati, messi in atto dai suoi membri contro i cittadini che vengono privati della loro sicurezza e dei loro diritti perché la Chiesa Cattolica, identificandosi con un Dio che si rende responsabile di genocidio del genere umano, non riconosce a nessun uomo nessun diritto se non quello di sottomettersi allo "spirito", di cui la Chiesa Cattolica deterrebbe il controllo, diventando soggetto che ha il diritto di essere violentato per consentire il profitto alla Chiesa Cattolica.

Non è inusuale che magistrati nei tribunali, soprattutto nella mia esperienza diretta, chiedano alle vittime della violenza criminale, peccati, dei peccatori, delinquenti, cattolici di "perdonare" i loro aguzzini per consentire ai loro aguzzini di continuare a violentare, peccare, i cittadini ed assicurare alla Chiesa Cattolica quell'ingiusto profitto che il magistrato ritiene che la Chiesa Cattolica abbia diritto.

Ed è lo spirito di Cristo che ispira i preti cattolici a stuprare bambini per promuovere la fede cristiana. Senza lo spirito di Cristo che alimenta nel prete cattolico la volontà di possesso dell'altro privandolo dei diritti di cittadino, lo stupro dei bambini non sarebbe possibile. Ma il prete cattolico si identifica con Dio. Lui è il furore che distrugge l'umanità. Lui è il furore che soccorre i poveri affinché i poveri continuino ad essere poveri e "lui possa far loro del bene ogni volta che ne ha voglia" [Marco 14, 7] per sottrarre ricchezza alla società civile e far sì che altre persone diventano povere così da poter far loro "del bene ogni volta che ne ha voglia".

Stuprare bambini è l'attività con cui il prete cattolico alimenta la fede in Gesù costringendo i bambini in ginocchio a pregare Gesù e rubando loro la dignità di cittadini. Lo stupro del prete cattolico è prima di tutto uno stupro emotivo che consiste nel rendere le emozioni dei bambini dipendenti da un oggetto esterno, Dio o Gesù, e poi farle dipendere da sé stesso in quanto rappresentante, agente, peccatore, per conto di Dio e di Gesù.

In questo senso il peccatore, delinquente, cristiano può appartenere o non appartenere alla Chiesa Cattolica solo nella misura in cui i suoi delitti, peccati, sono processati o non sono processati dalla società civile. Il delinquente cristiano, peccatore, diventa tale non tanto per il delitto, peccato, commesso, ma per il fatto di "dare scandalo", cioè di essere sorpreso per il delitto commesso, processato, e viene riconosciuto il suo delinquere, peccatore, in quanto cristiano. Questo suo delinquere, anziché favorire la Chiesa Cattolica, danneggia la Chiesa Cattolica perché viene associata a quel delinquere. La Chiesa Cattolica, anziché trarre un beneficio, un profitto, trae un danno perché associata all'attività del delinquere.

Quando i Gesuiti trafficavano in schiavi con le loro navi sequestrando i neri e portandoli in America, la Chiesa Cattolica riceveva dei benefici dall'attività criminale, ma quando la Chiesa Cattolica venne associata all'attività di trafficante di schiavi, la Chiesa Cattolica ricevette un danno. Allo stesso modo quando i preti cattolici stuprarono in massa bambini, la Chiesa Cattolica riceveva un guadagno dallo stupro dei bambini, salvo ricevere un danno quando, scoperta l'attività dei preti cattolici, la Chiesa Cattolica fu associata ai delinquenti, peccatori. Un'associazione che la Chiesa Cattolica non poteva evitare dal momento che lo stesso Gesù fu arrestato con la presenza di un bambino nudo, quell'imitazione di Cristo che i preti cattolici rivendicavano per giustificare le loro attività.

La logica di Erio Castellucci è la logica di Paolo di Tarso. Quando Paolo di Tarso si chiede "Che diremo dunque? Che c'è ingiustizia in Dio?" [Paolo di Tarso, Romani, 9, 14] significa: "Che diremo dunque? Che c'è ingiustizia in Hitler?". E la risposta di Paolo di Tarso è "No certo!". Prosegue Paolo di Tarso dicendo: " Egli disse infatti a Mosè: "Farò misericordia a chi voglio fare misericordia, e avrò pietà di chi voglio aver pietà". Dove l'assoluto arbitrio di Dio è l'assoluto arbitrio di Hitler nello sterminare zingari ed ebrei. Anche Hitler, come il Dio dei cristiani, afferma dunque di essere misericordioso con chi vuole e crudele e spietato con chi vuole. Anche Hitler, come il Dio degli ebrei e della Chiesa Cattolica nel suo insindacabile arbitrio, sarà pietoso con chi vuole e crudele, insensato cinico e insensibile con chi vuole.

Questo modo di essere di Dio è essere un criminale, un peccatore.

Paolo di Tarso ne è ben cosciente e arriva a minacciare le persone che non accettano la manifestazione criminale dell'arbitrio di Dio. Paolo di Tarso accusa l'uomo di essere "un vaso senza intelligenza", un niente che non deve permettersi di sindacare l'operato del suo padrone. Dice Paolo di Tarso: " O uomo, chi sei tu che vuoi discutere con Dio? Il Vaso d'argilla dirà forse a chi lo formò: "Perché mi hai fatto così?". Il vasaio non ha forse piena disponibilità sull'argilla, così da fare della stessa massa un vaso per suo utile e un altro per suo vile?".

La logica di Erio Castellucci è la stessa logica di Paolo di Tarso quando pretende che gli uomini, quando subiscono delitti, peccati, ad opera della Chiesa Cattolica devono, comunque, pensare alla Chiesa Cattolica come "santa".

Erio Castellucci usa la logica imposta da Paolo di Tarso. La Chiesa Cattolica è morta alla legge, è al di sopra della società degli uomini, non è sottoposta alla legge e qualunque cosa faccia, lo fa per lo spirito, per Dio, non certo per avidità materiale o, come dice Paolo di Tarso, per la carne. I peccati della Chiesa Cattolica, i delitti, sono delitti in favore del dominio di Dio sull'uomo e pertanto la Chiesa Cattolica afferma di essere in possesso di quello "spirito santo" che gli permette di macellare gli uomini senza essere imputata di sterminio, di delitto, perché nessuno può mettere in discussione i profitti che la Chiesa Cattolica fa in nome di Dio. Come dice Paolo di Tarso " Se Dio, volendo mostrare la sua collera e far conoscere la sua potenza, sopportò con grande pazienza vasi di ira, già pronti per la spedizione, e per far conoscere la ricchezza della sua gloria, fra i quali ha chiamato anche noi non solo fra i Giudei, ma anche di fra i Gentili…" Romani 9, 22-24

In varie diatribe, con interpretazioni diverse della dottrina cristiana, la Chiesa Cattolica, opponendosi a montanisti, novazionisti, ai donatisti, agli albigesi, a Wyclif e Hus e nell'epoca moderna ai riformatori (credo modernisti) e giansenisti, ha ribadito il fatto che i peccatori, i criminali, sono una parte inalienabile della Chiesa Cattolica. Mentre altre forme di interpretazione dei vangeli allontanavano dalle comunità i delinquenti, i peccatori, la Chiesa Cattolica, che al contrario di loro faceva del delitto e del delinquere una forma di pressione sociale al fine di garantirsi il profitto mediante la commissione di crimini, peccati, difendeva i propri peccatori, delinquenti, come parte inalienabile della Chiesa Cattolica nella sua funzione sociale. Gli esempi più moderni li abbiamo con Padre Pio, Teresa di Calcutta, Wojtyla, Stepinac e altri.

E' normale per un cattolico assassinare cittadini in nome e per conto di Dio, non è normale per i donatisti, montanisti e altri. Per questo motivo la Chiesa Cattolica va indicata come criminale, peccatrice, in sé stessa. Sono scelte che ha fatto in relazione anche a interpretazioni diverse del cristianesimo stesso. La questione da sottolineare è che non è la Chiesa Cattolica ad interpretare scorrettamente i suoi "libri sacri" in cui si manifesta l'opera di Dio o di Gesù come attività criminali nei confronti degli uomini, ma sono donatisti, montanisti e gli altri che alla lettera dei "libri sacri" antepongono il loro desiderio di una maggiore "giustizia sociale".

L'interiorizzazione del vangelo passa attraverso il crimine, il peccato, perché quando Gesù ordina di scannare, sgozzare, tutti quelli che non si mettono in ginocchio davanti a lui perché non vollero riconoscerlo come loro re, non è una metafora, è un ordine fisico, militare, come parte di una strategia di annientamento sociale. Annientamento di ogni forma di critica e di dissenso. Dal momento che Gesù incita a commettere crimini, peccati, da cui trarre profitto, annientamento dei nemici, va da sé che il commettere crimini, peccare, è parte del metodo di evangelizzazione della Chiesa Cattolica.

E' da accennare al "triplice vincolo mafioso" con cui si legano gli adepti della Chiesa Cattolica. 1) aderire interiormente al vangelo; da qui stuprare bambini, emarginare le donne, usare i poveri come merce; sgozzare chi non è cattolico; costruire forni crematori; rubare, ecc. 2) sacramentalità; sottomissione alla gerarchia mediante la struttura gerarchica dei sacramenti; 3) visibilità; riempire di simboli e di atti cattolici la società civile affinché nella società civile "ogni ginocchio si pieghi a Cristo" [Paolo di Tarso lettera ai Filippesi 2, 10-11].

La malvagità della Chiesa Cattolica è una malvagità intrinseca nell'ordine religioso che fa della Chiesa Cattolica il primo nemico dell'uomo. Una Chiesa Cattolica che usa i criminali, i peccatori, ma che si nasconde dietro a persone che si definiscono "giuste" che sono coloro che "i poveri li avrete sempre con voi e potete far loro del bene ogni volta che vorrete". Importante è che continuino ad essere poveri e che voi possiate usarli come strumento di pressione e di eversione nella società civile per assicurarvi i vantaggi ricattando l'intera società con i poveri.

Conclude Erio Castellucci:

Se che la Chiesa «in quanto tale» è una miscela umano-divina, è difficile accettare la tesi di Journet, che ne considera solo l'aspetto divino e quanto di umano ad esso è omogeneo. In questa tesi «Chiesa» e «mondo» di fatto non comunicano, perché ciò che di buono c'è nell'uomo fa parte della Chiesa e il resto fa parte del mondo. La Chiesa, così, si trova accidentalmente ad esistere nella storia ed affianca il mondo senza rapportarvisi dall'interno. Le nozioni conciliari della Chiesa come popolo di Dio e come sacramento, invece, fanno emergere che la Chiesa è dentro la storia e la storia è dentro la Chiesa?': non che la Chiesa debba accomodarvisi o benedirla ad occhi chiusi; deve, però, rapportarvisi ed ascoltarla veramente se vuole fare autentica opera di inculturazione del Vangelo'".

p.356-357

Il presupposto secondo cui la Chiesa Cattolica è una miscela "umano-divina" è un eufemismo che sta a significare che la Chiesa Cattolica è una "struttura culturale" (umana) che manipola la "struttura emotiva" (divina) degli uomini trasformandoli in servi sottomessi ai suoi interessi in modo tale che la sottomissione sia totale e permanente. Questo perché nessuna cultura, nessuna filosofia, nessun dato di realtà è in grado di rimuovere la sottomissione imposta dalla Chiesa Cattolica fin dalla primissima infanzia dell'uomo. Una volta che la Chiesa Cattolica ha manipolato l'infanzia, nessuna cultura può più intervenire nella struttura emotiva dell'uomo sottomesso a Dio salvo condizioni parziali, secondarie, contingenti come necessità di relazioni di quell'uomo in un mondo sociale che interpreta la sua "fede" come ostile ad altri uomini. Il divino, di cui è composta la Chiesa Cattolica, non è il divino di Dio, ma è il divino emotivo dell'uomo che è stato stuprato per ottenere la sottomissione e la dipendenza dell'uomo alla Chiesa Cattolica.

L'uomo stuprato e costretto alla fede cattolica agisce stuprando a sua volta. Agisce come criminale sociale, peccatore, per assicurare vantaggi economici e sociali indebiti alla Chiesa Cattolica che è mandante dei crimini, peccatrice, in quanto Chiesa Cattolica che esegue i crimini, i peccati, ordinati dal criminale, peccatore, Gesù e dal criminale, peccatore, Dio, nei "libri sacri" della Chiesa Cattolica.

Nell'ottica espressa da Erio Castellucci, questo insieme di individui che vengono chiamati "Chiesa Cattolica" diventano "il popolo di Dio" separato da altri cittadini del medesimo paese, della medesima nazione, rispetto alla quale agiscono come una banda armata e devastatrice. Diventano la "razza ariana" il "popolo eletto" che attribuisce a sé stesso il diritto di sterminare tutti gli altri uomini qualunque sia la loro fede religiosa: "Chi sacrifica a un altro dio, all'infuori del solo Eterno, sarà sterminato". [Esodo 22, 20 Diodati]

Che la Chiesa Cattolica sia dentro la storia dell'uomo, è indubbio. La Chiesa Cattolica è il male assoluto, l'assoluta peccatrice, la criminale, contro il genere umano le cui società sono state devastate dall'interno da quel delirio di onnipotenza che la Chiesa Cattolica ha seminato considerandosi padrona del mondo in nome e per conto di Dio. La Chiesa Cattolica è la mandante di ogni crimine avvenuto nelle società degli uomini. Tutta la storia dell'uomo, da Costantino fino ad oggi, consiste in una guerra fatta dalla Chiesa Cattolica contro l'umanità e i diritti dell'uomo per imporre il diritto di Dio di agire fuori da ogni regola e fuori da ogni norma e una resistenza dell'uomo che, nell'inferno in terra imposto dalla Chiesa Cattolica, ha tentato di aprirsi spazi di libertà per poter vivere.

Dice ancora nel concludere Erio Castellucci:

Nella prospettiva percorsa da Journet, come già abbiamo notato, non ha senso rapportare peccato e necessità di purificazione alla Chiesa «in quanto tale», bensì solo ai «figli della Chiesa» nella misura in cui sono peccatori. Nella prospettiva conciliare, invece, ha senso parlare sia di riforma «nella» Chiesa, perché gli uomini (che in qualche misura sono sempre peccatori) ne fanno parte essenziale, sia di riforma «della» Chiesa, purché non si intenda con ciò che entrambe le dimensioni della Chiesa (storica e misterica) hanno bisogno di purificazione, ma si voglia dire che è necessario continuamente adeguare la dimensione storica a quella misterica".

p. 357

Per Erio Castellucci non ha senso parlare di peccati, crimini, della Chiesa Cattolica e chiedere una sua purificazione. Questo perché i crimini sono atti intrinsechi alla necessità di diffusione della fede propri della Chiesa Cattolica. Ci fu un vescovo cattolico in Francia che a processo dichiarò che impedire alla chiesa cattolica di stuprare fisicamente i bambini era un attentato alla libertà religiosa della Chiesa Cattolica.

Ora, dal momento che la Chiesa Cattolica commette dei crimini, attraverso i suoi adepti, nella società civile, la Chiesa Cattolica va, secondo Erio Castellucci, separata dai suoi adepti i quali devono essere purificati specialmente quando i loro atti criminali, peccati, possono arrecare danno alla Chiesa Cattolica che vive la dimensione storica, cioè criminale, e la dimensione misterica: la santificazione dei crimini in nome e per conto di Dio.

A questo punto, secondo Erio Castellucci, la riforma della Chiesa Cattolica è necessaria per una purificazione come adeguamento della Chiesa Cattolica della dimensione storica alla dimensione misterica nell'epoca attuale. Visto dal punto di vista degli uomini, la necessità manifestata da Erio Castellucci è quella dell'adeguamento dei mezzi che la Chiesa Cattolica può usare per peccare, per commettere crimini nella società attuale (nell'attuale dimensione storica).

La Chiesa Cattolica non può continuare ad esporsi per picchiare le persone che seguono altri Dèi, ma deve trovare mezzi più opportuni per impedire alle persone di adorare altri Dèi o di esprimere altri e diversi principi religiosi, senza per questo essere coinvolta direttamente.

Dice ancora nel concludere Erio Castellucci:

Il peccato dei cristiani, dunque, entra in qualche maniera nella Chiesa «in quanto tale», tanto che si deve dire di lei sancta Ecclesia peccatorum. Si può anche chiamare la Chiesa peccatrice? Paolo VI lo ha fatto una volta, come abbiamo notato. Si può?", ma occorre farlo con cautela e con alcune precisazioni: la Chiesa è santa e peccatrice nella sua dimensione umana e non ovviamente nella sua dimensione divina, dove è solo santa; la Chiesa - conseguentemente - è santa nella sua vocazione autentica e peccatrice quando contraddice questa vocazione; la Chiesa - infine e ancora conseguentemente - non è santa e peccatrice nello stesso senso, ma a due diversi livelli di profondità.

P. 357

I cristiani criminali, peccatori, trasmettono il loro crimine associandolo alla responsabilità della Chiesa Cattolica, a Gesù o a Dio. Certamente, nella misura in cui la dottrina, i "libri sacri", scritti da Dio, come sostiene il catechismo della Chiesa Cattolica, ordina la commissione di quei delitti, peccati, oppure quando la Chiesa Cattolica trae profitto da quei crimini.

Poi c'è la questione che la Chiesa Cattolica costruisce i criminali, peccatori, manipolando la struttura emotiva dei ragazzi affinché commettano crimini a maggior gloria della Chiesa Cattolica. Dunque, la Chiesa Cattolica è responsabile a monte di quegli atti criminali perché non solo è la beneficiaria dei crimini, ma è anche colei che commissiona i crimini, i peccati, per assicurarsi un profitto.

E poi c'è l'altra questione. Per esempio, i crimini messi in atto dai cattolici nella loro attività di stupro dei bambini. Il mandante, quale modello imitato, è Gesù. Quel Gesù che nel vangelo di Marco viene arrestato col bambino nudo [Marco 14, 51-52]. Sta di fatto che, almeno nella forma giuridica, le società civili non tollerano questo tipo di attività che definiscono: criminale. Il prete cattolico che viene sorpreso dalle autorità civili e processato per tali delitti scarica uno "scandalo" sulla Chiesa Cattolica. Lo scandalo consiste nel trasmettere, mediante atti, ai cittadini la consapevolezza che la Chiesa Cattolica è un'organizzazione criminale, dedita allo stupro dei bambini che deve essere combattuta in quanto organizzazione criminale che violenta i bambini. La percezione di questo da parte dei cittadini e la loro presa di coscienza dei fini criminali della Chiesa Cattolica viene definito, dalla Chiesa Cattolica, dare scandalo.

Dice ancora nel concludere Erio Castellucci:

Esiste perciò una asimmetria tra santità e peccato ecclesiale: le due realtà toccano in modo diverso l'essenza della Chiesa, poiché la santità vi corrisponde perfettamente mentre il peccato la contraddice direttamente. La Chiesa è santa nella sua dimensione divina e per quanto la dimensione umana vive autenticamente la sua vocazione; è peccatrice nella sua dimensione umana e per quanto questa non vive autenticamente la sua vocazione, pur rimanendo «Chiesa». Si potrebbe avanzare una analogia con il singolo fedele": anch'egli è «santo» per il battesimo, i sacramenti e la grazia (il linguaggio paolino in proposito è sintomatico), ma è nello stesso tempo «peccatore» ogni volta che contraddice quei doni. E' la nota dinamica indicativo/imperativo, oggi espressa più volte con l'invito: «diventa ciò che sei!».

357-358

Esiste un'unità nella Chiesa Cattolica fra santità e peccato dove non può esserci santità se non si commettono crimini feroci, peccati, dai quali la Chiesa Cattolica è in grado di trarre profitto. Se la Chiesa Cattolica non trae profitto dai delitti, peccati, dei suoi membri, la Chiesa Cattolica non è santa agli occhi di Dio perché "ha lasciato che Strega viva" [Esodo 22,18].

Il Dio della Chiesa Cattolica ordina il crimine e nella bibbia troviamo un numero enorme di esempi di crimini che la Chiesa Cattolica attribuisce direttamente a Dio e un grande numero di crimini che vengono commessi per compiacere Dio. Come Abramo che decide di ammazzare suo figlio per compiacere Dio e negare il diritto dell'uomo alla vita.

Il singolo fedele della Chiesa Cattolica è indotto a pensare sé stesso come ad un criminale. Un individuo nato col marchio del crimine, del peccato, che legittima l'attività di violenza, dei crimini, dei peccati, della Chiesa Cattolica nei suoi confronti affinché "ogni ginocchio si pieghi a Cristo".

Nascendo col marchio del criminale, per la Chiesa Cattolica, ogni cristiano ha il dovere di essere un criminale e di agire affinché la Chiesa Cattolica ne possa trarre profitto.

E in questo Erio Castellucci è chiaro quando dice al cristiano: "diventa ciò che sei!". Diventa il criminale, il peccatore, perché tu sei un peccatore, un criminale, che in questo momento non commette crimini, ma per raggiungere la santità devi commettere crimini, peccati, perché così alimenti la santità della Chiesa Cattolica.

Dice ancora nel concludere Erio Castellucci:

In questa prospettiva la distinzione tra la Chiesa e suoi membri, presente nel Concilio e nel magistero successivo, può risultare in certi casi un adeguato «correttivo» o «complemento» nei confronti di qualche interpretazione che potrebbe dimenticare l'asimmetria; correttivo, però, e non tesi fondamentale o asse portante come era per Journet e come ancora oggi qualche volta viene proposta.

p. 358

La relazione della Chiesa Cattolica con i suoi adepti è una relazione criminale. La Chiesa Cattolica, a differenza dei donatisti, albigesi e altri, non caccia dall'associazione coloro che commettono crimini contro gli uomini, ma incamera i profitti che i delitti, andati a buon fine, forniscono alla Chiesa Cattolica.

Quando il criminale viene arrestato e processato, come tutti i preti pedofili, la Chiesa Cattolica non si assume le responsabilità di essere la mandante di tali delitti e la beneficiaria di tali delitti, peccati, ma scarica la colpa, la responsabilità sul singolo individuo che, pensando di essere creato ad immagine e somiglianza di un Dio pazzo, cretino e deficiente, si assume la responsabilità degli atti deresponsabilizzando la Chiesa Cattolica che ha agito per costruire e alimentare il criminale, il peccatore, affinché funzioni contro la società civile per i progetti della Chiesa Cattolica.

Dice Paolo di Tarso:

Sappiamo infatti che la legge è spirituale, ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato. Non comprendo quel che faccio, perché non faccio quel che voglio, ma quello che odio. Or, se io faccio quel che non voglio, riconosco che la legge è buona. Dunque, non sono io che faccio il male, ma il peccato che abita in me.[ Romani, 7]

 

Nota. Le citazioni di Erio Castellucci sono pubblicate su "Ecclesia Tertii Millennii Advenientis", Editore Piemme, 1997, da pag. 339 a pag. 358

 

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Marghera, 7 maggio 2021

 

Claudio Simeoni

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