Gli Dèi hanno corpi?

Novantasette domande e novantasette risposte nella Religione Pagana

Domanda numero sei

di Claudio Simeoni

Quesiti di teologia pagana

Gli Dèi hanno corpi e solo dai corpi riconosci gli Dèi. Corpi che agiscono e che progettano. Sia quando i corpi sono ben individuati dal nostro modo di percepire il mondo, come le Stelle o i Pianeti, come l'Atmosfera o il Mare, sia quando la nostra percezione fatica a pensarli in quanto hanno massa e composizione diversa da come la nostra percezione riesce a pensarli.

Anche con questa risposta apriamo una vecchia questione di ideologia religiosa ben conosciuta prima dell'avvento della filosofia. La filosofia con Platone ha distinto "anima" da "corpo" con una distinzione arbitraria immaginando l'esistenza di "coscienze" senza un corpo. Per la religione Pagana esistono solo corpi che esprimono emozioni, tensioni e bisogni. E' il corpo, in quanto corpo, che manifesta ciò che lo anima. Quando il corpo non manifesta ciò che lo anima (emozioni, intelligenza, scopo, desiderio, passione, ecc.) siamo davanti ad un cadavere.

I corpi possono essere di "materia" come noi li pensiamo o di "energia" (anche la materia è un'aggregazione di energia); possiamo pensarli densi o distribuiti, ma nella Religione Pagana, riconosciamo SOLO i corpi. Zeus stesso ha un corpo, l'Atmosfera. Afrodite ha un corpo: e sono le tensioni emotive che agiscono dentro ogni corpo degli Esseri della Natura. Sempre corpi. Corpi che abitano il mondo partendo dalla loro qualità di corpi.

Oggi la scienza e la ricerca scientifica ci aiutano a portare la ragione a ripensare il mito.

I corpi, come noi li pensiamo oggi, non sono un'unità, ma un insieme di cellule. Oggi noi sappiamo che una cellula è un Essere che mette in atto delle strategie adattative nel nostro corpo. Le strategie adattative della cellula ci dimostrano che hanno intelligenza, progetto e scopo. Quando noi diciamo "io sono" parliamo di una consapevolezza formata dalle consapevolezze di ogni cellula. Ogni cellula, come ogni vivente, ha il proprio cammino per trasformarsi in un DIO.

Noi pensiamo al corpo come ad un insieme di cellule ed è proprio perché sono cellule viventi che le pensiamo capaci di organizzasi, di riprodursi, di crescere (vedi la crescita del corpo fisico). Dobbiamo tener presenti due aspetti. Innanzi tutto che ciò che noi chiamiamo cellule sono mitocondri, cioè batteri che si sono modificati col tempo per costruire un corpo complesso del quale diciamo "E' il mio corpo!"; in secondo luogo dobbiamo tener presente l'esistenza di uno spazio fra una cellula e l'altra. In altre parole, esiste uno spazio che consente la nascita e la dilatazione della cellula indipendentemente dalla cellula dalla quale si è staccata.

Questo alimenta due idee:

1) il battere è un Essere in Sé che ha costruito la sua strategia per migliorare i suoi processi evolutivi (la crescita della sua coscienza) modificandosi e aggregandosi per costruire dei corpi complessi.

2) lo spazio fra le cellule, infinitamente piccolo per quanto riguarda un corpo della Natura o un corpo umano, può diventare infinitamente grande quando si parla di corpi in cui l'energia è organizzata in maniera diversa dalla materia, oppure quando un corpo è un aggregato di più corpi: come i batteri possono fare il corpo degli Esseri Umani; gli Esseri Umani nel loro insieme sono il corpo di una "Coscienza di specie" che dice: "Io sono"!

Gli aggregati fisici formano coscienze indipendentemente dagli aggregati stessi. Così nella Religione Pagana, nel suo abitare e pensare il mondo, si considera che ogni soggetto che si aggrega ha una Coscienza di Sé e ogni aggregazione di soggetti forma dei corpi o degli insiemi che manifestano una loco Coscienza di Sé. Come la mia ragione non è cosciente o accetta l'inconsapevolezza della vita delle singole cellule cercando un benessere d'insieme del mio corpo; così è per la coscienza di specie o per l'Essere Natura nel suo insieme. Un coscienza il cui corpo è formato da corpi con altre coscienze individuali.

Non è un'idea nuova: è stata formulata come ipotesi fantastica quando si parla di formicai, termitai o alveari. Ad un osservatore esterno appariva come se ogni formica, ogni termite o ogni ape agisse in funzione di un piano consapevole.

Noi siamo esterni ad un formicaio o ad un alveare: non esiste un osservatore esterno alla specie umana che sia un Essere Umano e che può interpretare le scelte e le azioni di ogni singolo Essere Umano senza essere coinvolto nella struttura psico-emotiva dell'Essere Umano stesso.

In altre parole, quando noi giudichiamo le formiche lo facciamo senza cognizione di causa del loro pensiero e delle loro emozioni; quando giudichiamo un Essere Umano o un gruppo umano proiettiamo su quell'Essere Umano o su quel gruppo ciò che noi pensiamo degli Esseri Umani, di quel gruppo o delle sue emozioni. Proprio perché viviamo fra gli esseri umani, in quanto esseri umani, non siamo in grado di osservarci dall'esterno, come per un formicaio, in quanto noi proiettiamo immediatamente un'immaginazione di senso o di motivazione su ciò che osserviamo. La tendenza a proiettare immaginazione di senso o di motivazione nei confronti delle formiche, pur sussistendo nel comportamento "scientifico" umano, viene mitigata dalla distanza di specie che diminuisce le similitudini fra la nostra specie e quella delle formiche (ancor di più per quanto riguarda i funghi o il regno vegetale).

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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