Quando la morte del corpo fisico è vita eterna?

Novantasette domande e novantasette risposte nella Religione Pagana

Domanda numero ottantacinque

di Claudio Simeoni

Quesiti di teologia pagana

Quando la morte del corpo fisico conclude un cammino di vita in cui l'individuo ha coinvolto le sue passioni, i suoi desideri, le sue emozioni, le sue tensioni e le pulsioni, in ogni azione e in ogni impresa che ha intrapreso. In questa eventualità l'individuo trasforma la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

La vita è espressione di pulsioni e desideri attraverso i quali si espande nel mondo in cui è venuta in essere. Quelle forze pulsionali sono la vita stessa e costruiscono un corpo (il corpo luminoso) dentro un corpo (il corpo fisico) per la coscienza di chi vive nel suo presente.

Lo sviluppo della vita risponde al meccanismo secondo cui l'accumulo di quantità genera, ad un certo punto, un salto di qualità dell'esistenza. Tale va inteso il passaggio dallo stato fetale allo stadio di bambino. Come tale va inteso il passaggio dal fanciullo all'individuo adulto. Tale va inteso il passaggio in cui la morte del corpo fisico è il momento fra due stadi di sviluppo qualitativo diverso dove, dato l'accumulo quantitativo nello stadio fisico, avviene un passaggio (morte) di qualità per poter accumulare nuova quantità nella nuova situazione qualitativa.

Perché la morte sia un passaggio è necessario che la vita dell'individuo sia stata intensa, piena di passioni e coinvolgimenti emotivi nelle tensioni della Natura e della società nella quale è nato.

 

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Claudio Simeoni

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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