L'Intento nel tempo e nelle trasformazioni

L'Intento nella metafisica della Stregoneria - Seconda parte (di 5)

di Claudio Simeoni

L'Intento

 

Noi siamo abituati a pensare la nostra vita in forma presente dove il passato è solo un presente di ieri in cui noi pensiamo ciò che siamo oggi. Non possiamo pensare lo ieri per come eravamo, lo dobbiamo pensare per come siamo oggi.

Conosciamo le dimensioni dello spazio e del mutamento nello spazio. Questo mutamento si esprime nel presente che siamo. Pensare le cose, la società e la vita, è la base della descrizione della ragione. La ragione descrive gli oggetti, li quantifica e li individua per qualità. In questa descrizione è circoscritta la nostra percezione "razionale" del mondo che si è formata nel corso dell'evoluzione della specie specializzandosi (per ogni specie e per noi, nello specifico, come Esseri Umani) attraverso le scelte degli Esseri della Natura, i figli di Hera, fino a fissare la ragione, come noi la intendiamo e la usiamo, in quanto Esseri Umani.

Oggi siamo in grado di pensare a spazi in più dimensione grazie a dei modelli matematici, ma non siamo in grado di viverli o di pensarli intimamente. Non ci estendiamo, almeno apparentemente, in essi.

Consideriamo il Tempo: Padre Cronos!

E' una divinità che attraversa ogni consapevolezza in formazione che noi concepiamo nel mondo della ragione.

Nessuna consapevolezza, nessun dio, esiste fuori dal tempo. Solo Eros, l'Intento e l'emozione, Urano Stellato, sono fuori dal tempo. Loro generano il tempo e la necessità del tempo.

Però è più esatto dire che non esiste nessun dio, nessuna consapevolezza, che non esprima il tempo, il mutamento; che non esprima Cronos.

E, allora, perché i soggetti, pur esprimendo tutti quel dio, non sono in sincronia temporale fra di loro? Perché ogni soggetto nell'universo esprime un proprio Cronos, il proprio tempo del mutare e dell'esistere. Il tempo alimenta la necessità dei soggetti che chiamiamo viventi, ma sono i soggetti che lo esprimono attraverso la loro soggettività o rispetto ad altri soggetti diversi da sé. Il soggetto vivente si appropria del tempo e pratica i suoi mutamenti che misurano il suo tempo soggettivo.

Il tempo, misura del mutamento, è espresso dai soggetti delle Specie della Natura come adattamento funzionale soggettivo affinché la propria specie possa proseguire nei mutamenti. Ogni Essere e ogni Specie della natura, ha il proprio "tempo soggettivo". Uno dei fattori di incomunicabilità fra le varie specie della Natura (che poi si trasferisce nei singoli individui) è fatto dal diverso tempo soggettivo espresso dai singoli Esseri nelle singole specie.

I tempi di mutamento dell'Essere Sole, dell'Essere Terra, dell'Essere Quercia, degli Esseri Fungo, dell'Essere Rododendro, dell'Essere Chiocciola, dell'Essere Coccodrillo, dell'Essere Stella Polare, SONO DIVERSI. Fisiologicamente diversi. E questo crea l'incomunicabilità. Quando una specie si diversifica da un'altra non lo fa solo sul piano della forma, ma soprattutto sul piano del tempo: dei mutamenti soggettivi nell'oggettività in cui vive.

L'evoluzione non andrebbe studiata sul piano della forma, almeno non solo su quello. Andrebbe studiata sul piano del tempo in base alle possibilità di mutamento soggettivo che una specie, diversificandosi, garantisce ai suoi figli.

Quando io genero una sensazione o libero un fenomeno rispetto ad altri soggetti, questo va ad incidere sui vari soggetti con tempi diversi da quello con cui agirebbero nei miei confronti se a generarli fossero altri soggetti.

Il mio "minuto" (tempo relativo) viene coperto dalla mia soggettività con una "trasformazione soggettiva", ma il fenomeno che genero, incide sugli altri soggetti in relazione ai loro tempi di mutamento che, per essere troppo veloci o troppo lenti, modificano la loro percezione del fenomeno rispetto alle mie intenzioni che quel fenomeno generarono. Io emetto il fenomeno alla mia velocità soggettiva, ma il soggetto che lo percepisce lo fa alla sua velocità soggettiva. In altre parole, la velocità del mutamento della mosca della frutta non è la mia velocità come uomo.

Perché affermo questo?

Perché c'è un "INTENTO DEL TEMPO".

Questo Intento è espresso da ogni Specie della Natura e, esprimendo quell'intento, ogni specie si è adattata e diversificata. Tutti gli Esseri figli di Hera, che ne siano o non ne siano consapevoli, che lo sappiano o non lo sappiano sfruttare a proprio vantaggio, sono figli dell'Intento espresso e vissuto da tutte le generazioni che li hanno preceduti.

Il tempo è misura del mutamento dove, per mutamento, si intendono sia la quantità che la qualità delle modificazioni che un soggetto attraversa in un mondo composto da soggetti in continuo mutamento. L'Intento viene espresso sia dalla quantità dei mutamenti che dalla qualità che emerge dalla quantità.

Un mutamento continuo che inizia con la nascita del corpo fisico e finisce, nella natura, con la morte del corpo fisico.

All'interno della "dimensione tempo" il mutamento è il soggetto che lo attua. Nella dimensione tempo il soggetto è rappresentato dal mutamento che mette in atto. Per questo il mutamento perde la connotazione di quantità e di qualità che, invece, possono essere riferiti ad un soggetto nel mondo della forma, della ragione.

Nella "dimensione tempo" il mutamento, come oggetto in sé, è tanto più grande quanto maggiore è l'Intento che alimenta nell'oggettività dei mutamenti in cui interviene. Il mutamento mette in moto i mutamenti sia per simpatia, sia come risposta, sia come adattamento dell'oggettività temporale in cui il mutamento agisce. Anche se noi, come singoli individui, tentiamo di fermare il nostro mutamento (come fanno i buddisti reprimendo il desiderio o i cattolici che non vogliono peccare) la specie, cui apparteniamo, ci ha imposto delle regole che ci impediscono di "tornare indietro" rinunciando a trasformarci.

Dove la quantità e la qualità del mutamento non è importante?

Nella sopravvivenza dei singoli Esseri quando le condizioni sono opprimenti; nella riproduzione degli Esseri delle specie; nello sviluppo delle singole specie. Quando la specie, come insieme, si adatta all'oggettività a prescindere dalle decisioni e dalle scelte del singolo soggetto.

Dove la qualità del mutamento che sorge dalla quantità del mutare è importante?

Per la singola specie in relazione all'Essere Natura. Per il singolo Essere in relazione alla Specie cui appartiene.

Per ottenere, nella ragione, la qualità del mutamento, della trasformazione, che emerge dalla quantità del mutare è necessario che il soggetto impegni la propria volontà nella quantità dei singoli mutamenti. Manifestare la propria volontà nel mutamento significa impegnare le proprie emozioni a partecipare al mutamento che non è più un semplice "cambiamento di stato" ma è una trasformazione profonda dell'individuo.

E' necessario che l'individuo maturi l'idea (proprio all'interno del pensato della propri ragione) che nell'individuo, quale noi siamo, coesistono due velocità di mutamento. Una che riguarda il "nostro interno) e l'altra la relazione fra noi e il mondo in cui viviamo.

La velocità del mutamento fra noi e il mondo è una mediazione che da un lato separa la nostra velocità del mutare dalla velocità di trasformazione del mondo e, dall'altro, proietta la nostra velocità di mutamento soggettivo sul mondo attraverso la mediazione del tempo "socialmente imposto". Se noi interiorizziamo (perché l'oggettività, e l'oggettività sociale in particolare) alla consapevolezza delle peculiarità del nostro tempo soggettivo, ci separiamo dal tempo del mutamento dei soggetti del mondo e annientiamo ogni possibile relazione proiettando sul mondo una forma di tempo "socialmente imposto" alla quale ci adeguiamo. Il tempo socialmente imposto diventa misura dei mutamenti e viene fatto proprio dalla ragione che in esso appiattisce ogni soggettività e ogni giudizio sulle soggettività presenti nel mondo. Riducendo l'idea del tempo al "tempo socialmente imposto", noi priviamo le modificazioni del loro aspetto divino, del loro Intento.

Solo prendendo atto che esiste un "Intendo del mutamento", possiamo imparare ad osservare.

Solo prendendo atto che proprio nell'"Intento del mutamento" la nostra specie ha assunto il proprio Intento del proprio mutamento generazione dopo generazione.

Solo prendendo atto che dentro di noi, come base della vita (chiamatelo, se vi pare, DNA ridondante) c'è quanto la nostra specie ha seguito sulla strada dell'evoluzione: quand'eravamo rettili, piccoli mammiferi, unicellulari, ecc.

Solo interiorizzando questo abbiamo la possibilità di rallentare o accelerare il tempo soggettivo. C'è la possibilità di accelerare o decelerare la percezione e l'elaborazione di ogni fenomeno proveniente dal mondo in modo che le nostre risposte siano funzionali all'Intento del nostro mutamento.

(Vi ricordate quando abbiamo parlato di Sospensione del Dialogo Interno? Il nostro Dialogo Interno stabilisce anche il tempo e il ritmo con cui la nostra ragione percepisce i fenomeni dal mondo proiettando sul mondo non solo la sua descrizione, ma anche i tempi, i mutamenti e i ritmi, della stessa. Anche perché, comunque, noi abbiamo altri meccanismi di percezione e di elaborazione di fenomeni dentro di noi che la ragione ignora)

C'è la possibilità di accelerare il tempo soggettivo: vi ricordate quando abbiamo parlato dei mondi della volontà in cui l'azione precede il pensiero?

Si riesce a trattare l'Intento del mutamento solo se lo si concepisce come uno spazio in cui operare.

Siamo separati, gli uni dagli altri, anche per i diversi tempi di mutamento soggettivo. Già, solo per comunicare fra individui della nostra specie è necessario "sincronizzarci" attraverso molti anni di apprendimento in una convivenza assidua (marito e moglie, dopo molti anni di interazione, riescono a comunicare non solo attraverso le parole, ma anche per gesti, scelte, tempi, voglie, spesso comuni).

Per sincronizzarci con altre specie, o in generale col mondo, è necessario un intenso "Vivere per sfida" e un'intensa, funzionale ed emotiva, pratica del Crogiolo dello Stregone (spesso gli Esseri Animali che convivono con l'uomo comprendono meglio l'uomo che non l'uomo i suoi amici di altre specie). Un Essere Gatto coglie molto di più lo stato d'animo dell'Essere Umano con cui convive che non l'Essere Umano lo stato d'animo dell'Essere Gatto. Spesso gli nega perfino uno stato d'animo.

Quanto detto, fino ad ora, è solo relativo all'Intento del mutamento.

 

Scritto per il dibattito pubblico del 27 giugno 2002

 

L'Intento

 

 

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Cod. ISBN 9788891170897

 

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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