Questo mese inizia con l'incriminazione di Trump, ex presidente degli USA. Inizia con l'ideologia fascista che, progressivamente, perde anche la forma per diventare puro disprezzo sociale. E' un mese che inizia nel "silenzio sospeso", come se fosse nell'attesa di eventi ancora non annunciati.
Aprile 2023: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali nelle riflessioni proposte su Facebook.

16 Aprile 2023
cronache della religione pagana

Claudio Simeoni

Cronache mese di Aprile 2023

 

16 aprile 2023

Così è ridotta la mia scrivania dalle 6 di questa mattina.

 

16 aprile 2023

Mi sto leggendo i "Discorsi sacri in 24 rapsodie" che altro non sono che citazioni della cosmologia orfica ripresi e commentati da vari autori.

Le varie citazioni dei vari autori, al di là di come commentano il testo, ha permesso di conservare buona parte del pensiero orfico che altrimenti sarebbe andato perduto.

Non esiste un solo filosofo classico che abbia ripreso il venir in essere dell'universo come pensato dagli orfici.

L'unica cosa che possiamo dire è che la scienza moderna ha confermato il meccanismo orfico dell'origine dell'universo espresso mediante il mito. Il mito, quello orfico, che si lega sia ad Omero che ad Esiodo pur avendo proprie peculiarità e linee di sviluppo a sé.

Spesso molti autori, che riportano passi, uniscono l'orfismo al pitagorismo come il Macrobio del IV secolo d.c. che scrive:

"Narrazione favolosa, non favola, come sono le cerimonie misteriche, i racconti di Esiodo e Orfeo sulla discendenza o le azioni degli Dèi, i pensieri mistici dei pitagorici che vengono riferiti."

Ovviamente l'affermazione di Macrobio sull'accostamento fra orfici e pitagorici è falsa. I pitagorici erano nemici dei poeti. Il numero Uno rappresentava il tutto, non avevano la moltitudine degli Dèi. Infatti, odiavano Esiodo e Omero.

 

16 aprile 2023

Ambiente del pitagorismo

Quando Pitagora (580-495) arriva in Italia a 50 anni Parmenide (515/510 - 450) costruisce la scuola di Elea.

Secondo alcuni, Parmenide fu allievo Senofane il quale, a sua volta, sembra che non sia stato allievo di nessuno. Secondo alcune affermazioni frammentarie, Senofane (570-475) era un esiliato che giunse a Zancle (Messina), ma quando gli abitanti di Zancle dovettero migrare per andare ad Elea li accompagnò divenne "maestro" di Parmenide. Parmenide ebbe contatti, secondo Sozione, anche col pitagorico Aminia che convinse Parmenide a stare lontano dalla politica.

Senofane aveva un odio profondo sia per Omero che per Esiodo. Cosa del resto praticata anche da Pitagora secondo Diogene Laerzio:

Ieronimo dice che Pitagora sarebbe disceso nell' Ade e avrebbe visto l'anima di Esiodo legata a una colonna di bronzo e urlante e quella di Omero appesa a un albero e circondata di serpenti, come punizione per ciò che entrambi avevano detto riguardo gli dei; avrebbe anche visto puniti coloro che erano restii a unirsi alle proprie mogli. Esattamente per questo sarebbe stato onorato dai Crotoniati.

Diogene Laerzio VIII-21

La cosa divenne patrimonio ideologico di Parmenide che costruì la sua filosofia in contrapposizione alla filosofia sulla "natura degli Dèi" espressa da Omero ed Esiodo. Un patrimonio d'odio per i poeti antichi che divenne parte fondamentale nel pensiero di Platone.

E' facile sospettare che l'odio di Pitagora contro i poeti Omero ed Esiodo, fosse anche l'odio per Orfeo che, si dice, preceda Omero ed Esiodo, ma non lascia nulla di scritto.

Perché indicare a disprezzo Orfeo se l'obbittivo di Pitagora è quello di impossessarsi dei "credenti" nell'orfismo? Se attacchi l'orfismo, i credenti si possono difendere con Esiodo e con Omero, ma se fai terra bruciata della visione degli Dèi attorno ad Orfeo facendolo rimanere "unico", quell'unico può essere conquistato col trucco dell'Ade o della gamba d'oro.

Il più antico cenno alla presenza dell'orfismo nella Magna Grecia viene fatto dal poeta Ibico nel VI secolo a.c. a Reggio Calabria.

La testimonianza, per quanto parziale, ci è sufficiente per dire che l'orfismo, come ideologia religiosa, era ben presente nell'Italia meridionale prima dell'arrivo di Pitagora.

Gli studiosi mal distinguono la relazione fra l'orfismo e il pitagorismo, ma sembra evidente che il pitagorimo, in funzione anti omerica e anti esiodea, ha cercato nell'orfismo una propria dimensione mitologica che ha favorito la nascita di astrazioni filosofiche assolutiste nel pensiero sia di Pitagora che di Parmenide.

La questione è rilevata anche dal professor Scarpa, dell'Università di Padova, in "Le religioni dei misteri", ed. Lorenzo Valla, 2002 a pag. 355 vol. 1:

"Sempre in epoca tarda pare che i pitagorici avessero adottato parte della mitologia orfica per la loro propaganda (Vedi Carcopino 1943, pp. 329-330), tanto che si potrebbe insinuare che il pitagorismo aveva allora trovato nell'orfismo il suo volto mitico rituale."

Il trucco di Pitagora di nascondersi fingendo di essere sceso all'Ade con la madre che gli passava le informazioni per stupire i crotonesi, appare un trucco per farsi accettare come "divinità" in un ambiente orfico. Come far vedere la gamba dorata che faceva credere di essere figlio di Apollo.

Scrive Porfirio:

28. Inoltre è una storiella molto diffusa che Pitagora avesse mostrato la sua coscia d'oro ad Abari, il quale lo credeva Apollo Iperboreo, di cui era sacerdote, e che avesse fatto ciò per confermare che la cosa era vera.

Porfirio, 28

Era un'idea comune che Orfeo fosse "figlio di Apollo" come recita un oracolo di Menecmo di Sicione o come "nel sesto libro dei suoi argomenti tragici riferisce che Imeneo, Ialemo e Orfeo sono figli di Apollo e di Calliope (Orfici, Testimonianze e frammenti, Bompiani, 2011 p.49).

Rimane forte la convinzione che Pitagora era solo un avventuriero il cui scopo era quello di organizzare un centro di potere, la sua setta, in contrapposizione alla società dalla quale pretendeva obbedienza e sottomissione.

A questo punto non so se le analogie che ho inteso riscontrare nel racconto di Porfirio a proposito di Pitagora con Gesù sia stato un escamotage di Porfirio per costruire un'alterità al cristianesimo o se il cristianesimo ha attinto abbondantemente dalla leggenda di Pitagora per costruire i suoi vangeli canonici.

C'è un altro personaggio che va tenuto presente: Archita di Taranto. Ma di questo personaggio dovrò parlarne in un'altra parte perché questo personaggio costituisce una sorta di collegamento fra gli ultimi scampati pitagorici e Platone contribuendo alla formazione della filosofia assolutista.

 

16 aprile 2023

Lo studio della filosofia

Mentre sto cercando di lavorare per capire le relazioni della filosofia pitagorica nell'Italia meridionale e, più in generale della Grecia mi è sorto il dubbio: chi studia filosofia, di ciò che sto cercando, che cosa legge dei pitagorici?

La filosofia fatta a scuola, che cosa trasmette ai ragazzi della vita e delle contraddizioni dei pitagorici?

Ma soprattutto mi sono posto un'altra domanda: qual era l'insieme filosofico sociale che dominava il pensiero delle persone al sorgere del pitagorismo.

Le persone avevano una religione, una teologia, un'idea filosofica, anche se non si chiamava filosofia, con cui descrivevano il mondo?

Prima di Pitagora c'erano dei filosofi, noi li conosciamo attraverso pochi frammenti contenuti in scritti di filosofi più tardi. Come Platone e Aristotele. Però sappiamo che sia Platone che Aristotele usavano la filosofia come strumento per fini diversi della ricerca filosofica. Sia l'uno che l'altro per fini politici e piegavano la vita dell'uomo attraverso la filosofia per garantire quei fini politici.

Si dice che Pitagora fosse il primo uomo a definire la sua visione del mondo "filosofia", ma se si definisce un oggetto "filosofia" quell'oggetto ha dei contenuti che coinvolgono la vita delle persone e se quei contenuti modificano la vita delle persone, la domanda è: quali erano i contenuti precedenti che avremmo potuto definire "filosofia"?

Mi sono posto la domanda:

Qualli sono i limiti della nascita del pensiero filosofico che la scuola italiana delimita nello studio della filosofia. I ragazzi, che cosa studiano della filosofia?

Mi sono preso in mano un vecchio libro di "Storia delle filosofie" del 1982 a cura di Casertano, Montano e Tortora.

Dopo tre paginette di affermazioni generiche sul mito, si passa immediatamente alla scuola ionica con Talete che viene presentato come il primo filosofo.

Talete di Mileto viene considerato il capostipite della "scuola Ionica".

La scuola ionica della filosofia che viene definita "presocratica" aveva come punto di riferimento la città di Mileto, nell'attuale Turchia, nel VI secolo a.c. La città si trovava sulle vie commerciali che dalla Persia portava alla Grecia.

Tale scuola includeva individui come Talete, Anassimandro, Amnassimene, Eraclito, Anassagora e Archelao. Questo gruppo di "pensatori" fu considerato come un insieme per la prima volta da Aristotele che li definì "coloro che parlano della natura". La classificazione, a quanto sembra, va fatta risalire a Sozione il Peripatetico (200 a.c. circa e pressapoco) che, scrivendo una storia in 13 volumi sui filosofi, li divise in scuola ionica e scuola italica.

Questi filosofi cercavano di spiegare la natura delle cose indagando sulla natura e cercando di dare risposte astratte al reale che vivevano. Questi ricercatori argomentavano attorno ai problemi, ma non sperimentavano. La conoscenza era data dall'argomentazione che doveva convincere.

Questo modo di procedere si inseriva nel complesso religioso che a sua volta spiegava in maniera mitica l'esistente e le sue spiegazioni avevano preceduto di millenni la nascita della tipologia propria della scuola ionica.

La scuola eleatica introduce lo studio dell'epistemologia che è: una storia di studio "critico" della natura basato su idee preconcette che stabilivano limiti alla conoscenza in base a strutture logiche predefinite e metodi di indagine. La scuola eleatica, una città che oggi è collocata nel cilento in provincia di Salerno (parco archeologico di Velia) andrà a condizionare lo sviluppo del pensiero assolutista e oligarchico che caratterizzerà tutta la filosofia.

In sostanza, la scuola eleatica, che altri non è che la "scuola italica" definita da Sozione il peripatetico, ha il suo maggior esponente in Parmenide di Elea e si sviluppa con Zenone di Elea, Melisso di Samo, e Senofane di Colofone.

La divisione è piuttosto semplice:

La scuola di Mileto indaga sulla natura attraverso l'argomentazione degli oggetti e delle cause. La scuola eleatica indaga sul potere e sul dominio degli uomini da parte di Dio o dell'Essere assoluto al quale gli uomini si devono sottomettere.

In sostanza, questo è l'inizio della filosofia nel quale si inserisce Pitagora.

Se io considero Zenone di Elea, al di là della retorica di cui era "maestro", lo si ricorda per la guerra al "tiranno" Nearco. Catturato indicò come complici tutti gli amici del "tiranno" e fu da questi ammazzato. Zenone di Elea era considerato l'allievo prediletto da Parmenide nato ad Elea nel 544 a.c. e, dunque, un contemporaneo di Pitagora.

Se noi ci limitiamo a parlare della filosofia partendo dalle scuole greche, partiamo da questo, ma le scuole di filosofia greche non nascono dal nulla ma da un insieme culturale che manipolano e che, nell'istruzione scolastica viene cancellato come se il pensiero filosofico greco apparisse creato da Dio.

La filosofia viene trattata come un mondo a parte, separato dalla vita degli uomini e dai loro interessi.

Lo scopo è quello di allontanare i ragazzi dalla società e fare della filosofia uno strumento di separazione fra chi studia la filosofia e la società in cui vive.

Altre domande mi sto ponendo, troppe domande alle quali è necessario trovare una qualche risposta.

Ovviamente continuo ancora.....

 

16 aprile 2023

Alba

 

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Claudio Simeoni

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