Se uno Stato decide che i manifestanti in difesa dell'ambiente solo i nemici, significa che quello Stato fa delle catastrofi naturali un modo per controllare e gestire i cittadini.
La catastrofe assume il valore di "legittimità giuridica" mentre, al contrario, la denuncia di possibili catastrofi si configura come un delitto da perseguire a norma di legge.
Novembre 2023: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

24 novembre 2023 cronache della religione pagana
La lotta delle donne

Claudio Simeoni

Cronache mese di novembre 2023

 

24 novembre 2023

La lotta delle donne

La lotta che le donne hanno fatto nella società è una lotta silenziosa, quasi mai "massificata", con comportamenti individuali spesso al limite del "masochismo". Nella storia le donne, come i bambini, furono considerati dai cristiani alla stregua degli schiavi.

Soggetti senza diritti che, come la Maria dei cristiani, deve alzare le lodi al suo stupratore.

Quando parliamo dei diritti delle donne, spesso ci si riferisce a diritti come quello del "suffragio universale" che, come la partecipazioni alla gestione della cosa pubblica, è un diritto da sempre negato alle donne. Ma alle donne veniva negato il "diritto di vivere" se non nell'obbedienza e nella sottomissione. Il "delitto d'onore" era una negazione cristiana al diritto di vita delle donne.

Le donne hanno forse combattuto contro il "delitto d'onore"? Hanno forse ucciso qualche delinquente che lo ha praticato?

Certo che hanno combattuto contro il delitto d’onore. Ma non hanno combattuto contro il delinquente che praticava il delitto d'onore. Hanno combattuto contro la legge che autorizzava, a quelle condizioni, di compiere il "delitto d'onore". Intanto le donne morivano per mano di chi praticava il "delitto d'onore".

Quando le donne hanno avuto il diritto al voto in Italia? Che forse la chiesa cattolica glielo avrebbe concesso loro? O i fascisti come Almirante, De Gasperi, Tambroni o Scelba?

Fu concesso il voto alle donne per poter "fermare i comunisti" perché in quel momento storico le donne facevano meno paura dei "comunisti".

Nell'immaginario sociale le donne sono ancora schiave. Devono essere sottomesse. Devono subire e, quando decidono di non subire, possono essere macellate suscitando molta indignazione per l'accaduto, ma anche molta solidarietà per l'assassino che, in fondo, ha il solo torto di aver voluto farsi Dio nei confronti di chi avrebbe dovuto sottomettersi ed obbedire.

Il capitalismo moderno, dissolvendo la famiglia proletaria e immettendo le donne nel mercato del lavoro (come produttrici, al di là della loro funzione di riproduttrici) le sottrae allo spazio della proprietà privata familiare; avviando in tal modo, senza saperlo, un processo di liberazione delle donne.

[Marx da Duby Perrot - Ottocento]

Al contrario di Marx, l'anarchico Proudhon era un feroce nemico delle donne e contribuì non poco a mantenere le donne in uno stato di sottomissione al punto che Duby Perrot nel quarto volume, Ottocento, cita Proudhon:

Proudhon scivola progressivamente in una misoginia apparentemente senza confini. La donna è il «complemento» dell'uomo e porta il contributo della propria bellezza alla forza maschile; ma nella donna la bellezza è un arresto di sviluppo che la mette al livello dei bambini; essa sarà quindi un essere in condizione di minorità, un essere inferiore, la materia che, secondo la tesi aristotelica, necessita di una forma; come la femmina ha bisogno del maschio ... In sostanza, la donna resta un termine medio tra l'uomo e l'animale, variante dalla sua collocazione abituale tra natura e società, ma pur sempre una variante, in questo caso, gravida di minacce: "Tra l'uomo e la donna può esistere amore, passione, un legame di abitudine, tutto quello che si vuole, ma non vi è una autentica parità. L'uomo e la donna non procedono all'unisono. La differenza dei sessi innalza tra di loro una barriera non diversa da quella che la differenza delle razze pone tra gli animali. Così, lungi dall'applaudire a quella che oggi viene definita emancipazione delle donne, io inclinerei piuttosto, se si dovesse giungere a questi estremi, a chiudere le donne in prigione".

[p. 110 - 111]

L'emancipazione dal cristianesimo per Proudhon non è mai avvenuta. Come il Dio cristiano aveva la necessità di schiavizzare persone per poter desiderare e pensare di essere libero come Dio.

Le donne hanno liberato sé stesse entrando nelle pieghe della storia anche se spesso la storia ha agito per riportarle al medioevo della sottomissione psicologica. Come in Afghanistan dove sono state riportate al burka da chi dichiarava di voler liberare le donne dal velo.

Rimane ancora da apprendere come fissare le conquiste dei diritti civili quando le situazioni oggettive agiscono per abolirli. Ma questo è un altro discorso.

 

24 novembre 2023

Strategie del terrore religioso

Nel 1400 inizia ad imporsi una nuova attenzione alla necessità della coercizione della donna.

I cattolici impongono l'assolutismo in famiglia in nome di Dio. Nel 1400 gli scrittori cattolici insistono ancor di più sulla necessità della sottomissione della donna nella famiglia che, in sostanza, è la necessità della sottomissione psicologica della donna all'uomo.

Scrive Silvana Vecchio in La buona moglie edito per "La storia delle donne" di Duby Perrot, Volume 2, Il medioevo, Edizione CDE, 1990 p. 157:

"La figura del marito rimane in tutta questa trattatistica la figura centrale; l'obbligo per la moglie di portare allo sposo reverenza, affetto e soprattutto obbedienza non è contestato e nemmeno attenuato né dagli scrittori religiosi, né da quelli laici. Anzi, gli umanisti, riproponendo in maniera fedele il modello aristotelico del padrone di casa come centro di tutti i rapporti familiari, accentuano ulteriormente il suo peso all'interno della famiglia ed insistono sull'esigenza di una subordinazione assoluta della moglie."

Il rinascimento si sta affacciando alle porte. Le Crociate sono terminate e le eresie iniziano a minare l'assolutismo cristiano.

Così gli scrittori cristiani riprendono Paolo di Tarso e il suo assolutismo:

"Come in tutte le chiese dei Santi, le donne nelle riunioni tacciano, perché non è stata affidata a loro la missione di parlare, ma stiano sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono essere istruite in qualche cosa, interroghino i loro mariti a casa, perché è indecoroso che una donna parli in un'assemblea. Forse è uscita da voi la parola di Dio? O è giunta soltanto a voi? Se uno crede di essere profeta o avere i doni dello Spirito, riconosca che quanto scrivo è un ordine del Signore. Se qualcuno non lo riconosce, non sarà riconosciuto."

["scrivo in nome e per conto di Dio!" Afferma. E poi si offendono se li chiami "deliranti"]

Da: 1 Corinti 14, 34-38

Siamo davanti alla necessità della chiesa cattolica di controllare una società che ogni giorno gli appare più lontana.

Queste azioni volte all'assolutismo messe in atto dalla chiesa cattolica nel 1400 le paghiamo ancor oggi perché sono state ripetute e rinnovate nel corso del tempo e solo nel 1968 è iniziato il processo di distruzione della famiglia come sistema per imprigionare donne e figli sotto l'assolutismo di chi pretende di rappresentare Dio nei loro confronti.

Ancor oggi gli accoltellamenti e la violenza sulle donne è il prodotto di quella violenza fisica e psicologica che la chiesa cattolica ha fatto a tutte le persone per garantire la libertà di Dio di dominare l'uomo.

 

24 novembre 2023

Ciò che è dello Stato e ciò che è dei cittadini

Un governo ha il compito di fare leggi a tutela delle vittime di reati, non ha il compito di intervenire nel sistema di pensiero con interventi amministrativi o con direttive ideologiche.

E' compito della società civile intervenire nelle contraddizioni sociali ed elaborare quei principi morali che sono alla base della convivenza civile.

Quando un Governo o le Istituzioni intervengono per dettare direttive morali siamo in aperta violazione del dettato Costituzionale. Se poi questa azione limita quelli che sono i diritti Costituzionali come percepiti dai cittadini, siamo in aperta attività di terrorismo e di squadrismo mirante a destabilizzare le Istituzioni.

Nella società Democratica, come definita dalla nostra Costituzione, viene definito terrorismo ogni atto che, facendo violenza alle persone, limita la possibilità delle persone di gestire sé stesse nell'oggettività in cui vivono.

E la persona, a cui ci si riferisce, non è la "persone in quanto Istituzione" (vale a dire poliziotti, magistrati, deputati fino al Presidente della Repubblica), ma il singolo cittadino in quanto singolo cittadino che subisce, troppo spesso, violenza ingiustificata dalle Istituzioni per il loro tornaconto, morale, ideologico o economico che sia, contro le condizioni di diritto del singolo cittadino.

 

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Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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