Sospensione del giudizio
dalla ragione alla percezione

Sospensione del giudizio nella metafisica della Stregoneria - Prima parte (di 4)

di Claudio Simeoni

Sospensione del giudizio

 

La Sospensione del Giudizio è il terzo elemento che compone Il Bastone dello Stregone ed è l'attività che consente all'uomo di far accedere alla propria coscienza il significato dei fenomeni percepiti senza bloccarlo attraverso un giudizio preconfezionato.

Scopo di questo dibattito è quello di far comprendere, anche a chi non li pratica, la complessità dei mondi e dei modi con cui soggettivamente li percepiamo.

Da qui la necessità vitale della pratica della: Sospensione del Giudizio.

Come metodo soggettivo di porsi davanti al mondo che si percepisce in quel momento e nel quale si sta operando.

La Sospensione del Giudizio è uno dei tre elementi che formano il Bastone dello Stregone. Degli altri due elementi si è già parlato quando si è parlato di Sospendere il Dialogo Interno e dello Scetticismo.

Sospendere il Dialogo Interno consente a chi pratica Stregoneria di rientrare nella Natura, riprendere il proprio posto; lo Scetticismo viene usato per vivere nel Sistema Sociale evitando di essere ingannati confondendo l'oggetto con la sua rappresentazione.

Nel dibattito relativo alla Sospensione del Giudizio non si devono dire delle cose, ma si devono prospettare delle situazioni per le quali la pratica della Sospensione del Giudizio è una pratica assolutamente necessaria.

Si è sempre sostenuto la triplicità degli elementi che concorrono all'azione magica:

1 )Il soggetto;

2) Il mondo in cui vive;

3) Le relazioni che costruiscono;

Ho usato il termine mondo per definire quanto il soggetto percepisce dell'oggettività del mondo in cui vive.

Si è sottolineato che l'oggettività è percepita in maniera diversa a seconda della sensibilità e del divenuto del singolo individuo.

Si è sottolineato che l'oggettività è fatta da soggetti, sia come mondo, nel suo insieme, che come soggetto, mondo, che contiene soggetti di cui siamo parte. Meno che lo spazio siderale.

Noi, come Esseri Umani, possiamo usare molti modi attraverso i quali percepire il mondo o i mondi in cui gli Esseri Umani entrano quando iniziano a Vivere per Sfida nel Quotidiano. Questo aspetto deve essere sottolineato. Noi siamo quello che siamo perché, nostro nonno, per uscire (oltre che per formarsi) dal brodo primordiale, praticò la magia del Vivere per Sfida. Il mondo, in cui noi stiamo vivendo, quotidiano della ragione è un "altro brodo primordiale" nel quale noi stiamo vivendo e, per uscire dal quale, dobbiamo, in esso, vivere per sfida!

Il vivere per sfida compatta la nostra energia che, prescindendo dalla nostra sensibilità soggettiva sia nell'uso, che nella qualità che viene sollecitata, si ha una percezione diversa del mondo e, per conseguenza una modificazione della realtà percepita dal soggetto che vive per sfida.

RAGIONE:

I sensi percepiscono il mondo come spazio.

La variazione della percezione dei sensi articola la percezione nella ragione degli oggetti come spazio e come forma.

Nella ragione, il senso interno, si manifesta come intuito delle relazioni fra gli oggetti descritti.

NON-RAGIONE:

La percezione dei sensi non è legata alla forma, ma a sensazioni empatiche che gli oggetti trasmettono.

Il mondo come energia sotto forma di azione.

La sostanza del mondo è tempo e trasformazione.

In questi mondi, definiti sinteticamente in esempio, l'individuo viene sollecitato dalla sua ragione a descrivere. Una descrizione che si traduce, quasi sempre, nella forma visiva.

Descrivere mondi fuori della ragione: non si descrive ciò che si percepisce, ma quello che la ragione immagina (più corretto è: ammette) di percepire.

1) Il mondo

In primo luogo, parliamo del mondo in cui viviamo.

Il mondo presenta sempre sé stesso. Anche quando le volontà del mondo costruiscono inganno, nel mondo immettono sia il loro inganno, sia sé stesse senza inganno. Si inganna uno o più soggetti in una o più rappresentazioni, non il mondo nel suo insieme.

Ogni soggetto è parziale nel mondo; si ritaglia una realtà entro la quale esistere e percepire il mondo che lo circonda. Una realtà nella quale esercitare la sua volontà.

Il mondo lo possiamo considerare come un insieme che si presenta a noi. Si presenta uguale ad ogni soggetto, che in esso esiste, manifestando la propria volontà.

2) La Ragione

Quando noi ci guardiamo attorno, lo facciamo attraverso la ragione. E' attraverso la ragione che i nostri sensi descrivono gli oggetti del mondo.

Siamo Esseri Umani adulti, e da questa posizione inizia l'analisi della nostra ragione.

Innanzi tutto, cominciamo a ricordare che, una volta, eravamo dei bambini. Ricordiamo quando da bambini guardavamo con stupore le azioni di coloro che chiamavamo "adulti". Ciò che non sapevamo si è svelato un po' alla volta. Alcuni di noi, oggi, possono guardare con sufficienza gli adulti di quando eravamo bambini perché, quanto conosciamo noi oggi è maggiore di quanto conoscevano quegli adulti.

La nostra ragione, come compendio del nostro sapere, della nostra capacità di descrivere il mondo, si è modificata. Voglio sottolineare due aspetti di questo processo di trasformazione che ritengo importanti. Uno variabile e l'altro costante.

La variabile è data dall'accumulo costante di informazioni che si trasformano in conoscere e che noi riversiamo nel mondo sotto forma di sapere.

La costante è data dall'attività del descrivere. Tutte le informazioni noi le descriviamo mediante le parole. Il nostro conoscere noi lo descriviamo con le parole. Il nostro sapere noi lo descriviamo con le parole.

Perché usiamo le parole e la numerazione?

Perché si tratta di una scelta fatta dalla nostra specie.

E prima di usare la parola e la numerazione; c'era la ragione?

E se sì; noi come possiamo conoscere l'esistenza della ragione senza l'uso della parola e della numerazione?

Possiamo sia osservare gli animali più vicini a noi, sia ricorrere a osservazioni scientifiche.

Ad esempio: chi ha gli occhi percepisce delle immagini. Nelle immagini si percepiscono variazioni di luce.

Chi ha il naso percepisce gli odori; chi ha orecchie percepisce i suoni. E così via.

Siamo, pertanto, costretti a prendere atto che si può vivere in una ragione anche senza usare le parole e la numerazione.

Tanto più che sò che ci sono occhi acuti come quelli dell'Essere Aquila e occhi non acuti, ma altrettanto funzionali come quelli dell'Essere Talpa (che fra l'altro percepisce e usa la percezione del magnetismo terrestre per le sue azioni). Ci sono orecchie che sentono suoni che io non sentirò mai, sia come ultrasuoni (vedi Essere Cane, sia come subsuoni (vedi Essere Elefante).

La ragione degli Esseri della Natura non è la ragione delle parole e della numerazione, ma è la ragione della forma e della rappresentazione.

La ragione umana, fissata sulle parole e sulla numerazione, ha separato l'Essere Umano dall'Essere Natura. Ha dato all'Essere umano delle specificità, ma ha sottratto delle potenzialità che l'Essere Umano si deve riprendere sospendendo il dialogo interno (vedi dibattito N. 3) sviluppando, tuttavia, le sue peculiarità.

Solo per quanto detto fino ad ora: in che condizioni il nostro giudizio è corretto?

Una ragione umana che si sviluppa attraverso un accumulo di conoscenze; una ragione umana che ritaglia un'isola di parole e numeri all'interno dell'insieme della forma degli Esseri della Natura. Quando mai potremmo dire di aver accumulato sufficiente conoscenza per emettere un giudizio?

Si è già visto col dibattito sul Giudizio di Necessità, come noi non ci si debba far ingannare dai nostri stessi giudizi.

3) Ragione, energia e forma

Perché io uso il termine "forma"?

Perché come Essere Umano ogni cosa che percepisco con i sensi tendo a trasformarla in immagine. Descrivo con immagini i suoni, i gusti, quanto tocco e quanto odoro.

Tutto quello che percepisco, comunque io lo percepisca, assume una forma di ordine visivo.

Quando in contemplazione uso gli occhi in maniera diversa dall'usuale, riduco il percepito in ulteriori immagini visive. Quando altero la percezione o entro nei mondi del sognare (qualora ricordi e rappresenti il percepito e il sognare nella ragione), viene trasformato in immagini visive.

Quando percepisco gli Esseri di sola Energia, anche questi li trasformo, per rappresentarli nella ragione, in immagini visive e, partendo dalle sensazioni che quella percezione suscita in me, la ragione cerca l'immagine, nella sua esperienza culturale, che sia in grado di rappresentare quella percezione. Sensazioni sollecitate dal mondo in cui vivo e che io interpreto con delle immagini che nella mia esperienza richiamano quelle sensazioni.

Questo discorso diventa importante quando ci si riferisce alla percezione dei colori nel sogno (vale anche quando si è in condizioni di OBE o di NDE). Significa che esiste un altro senso che percepisce (o i sensi possono essere usati in maniera diversa da come li usa e li considera la ragione) e la cui percezione è ricondotta dalla ragione al "già conosciuto".

Questo senso, che emerge nella ragione come intuizione, è un senso più antico dei nostri cinque sensi (in quanto presente fin dal brodo primordiale) e nello stesso tempo un senso che si rafforza nella sua perenne lotta col mondo della ragione. Questo senso spinge, sia i nostri sensi che la ragione, a modificarsi continuamente. Questo senso può essere ucciso dalla ragione quando questa si richiude su sé stesa mediante l'angoscia e l'ossessione.

Quando mai avremmo la certezza di aver costruito sufficiente capacità intuitiva all'interno della ragione per consentire di emettere un giudizio sufficiente?

Cinque minuti prima di morire!

4) I sensi e il mondo

Come è fatto il mondo?

Come i miei sensi riescono a descriverlo.

Con i miei sensi descrivo il mondo non per definire la verità del mondo, ma per ampliare la mia libertà di muovermi nel mondo!

Io mi muovo nel mondo della forma che chiamo materia, però descrivo delle cose che non sono materia.

Ad esempio, i colori.

Ad esempio, i suoni.

Ad esempio, i sapori.

Ad esempio, gli odori.

Questo che noi descriviamo non è un oggetto, ma un nostro adattamento soggettivo attraverso il quale definiamo un oggetto. Un oggetto che la nostra ragione considera un fenomeno manifestato dall'oggetto. Solo che, per i nostri sensi, l'oggetto è il fenomeno attraverso il quale costruiamo la relazione. La ragione pratica una valutazione soggettiva che attribuisce l'oggetto percepito dai sensi quale manifestazione di un altro oggetto con cui avvengono le relazioni.

Quando i sensi vengono eccitati nel sognare non fanno altro che trasmettere quelle stesse sensazioni, ma la ragione le attribuisce ad oggetti diversi.

Se vivo normalmente una sensazione di piacere davanti ad un piatto di pastasciutta e sogno un Essere di sola Energia Vitale che mi trasmette lo steso piacere di un piatto di pastasciutta: cosa pensate che vi racconti del mio sogno?

Vi racconterò che ero davanti ad un bel piatto di pastasciutta!

Come posso sapere che non è così?

E' una questione di autodisciplina che separa la sensazione rispetto alla descrizione della sensazione che ne da la ragione. Visualizzando il piatto di pastasciutta è stato trasformato in una forma ciò che forma non aveva. Ha trasformato nella descrizione di un oggetto ciò che non poteva essere descritto. Se questo esempio non vi piace, basti ricordare che nel sogno spesso si verifica che un qualche suono esterno evoca delle immagini che nulla hanno a che vedere con l'oggetto che produce quel suono,ma sono relative alla trasformazione in descrizione del suono come oggetto in sé.

Chi si muove nel sognare (non nel sogno normale), chi esce dal corpo, chi si muove in "astrale", vede delle forme, immagini e suoni, che deve affrontare per come le identifica perché quella è la relazione che il singolo soggetto ha di percepire quanto incontra, ma è sempre riduzione a forme riconosciute dalla ragione di "strutture di energia" che stanno costruendo una relazione.

Loro la stanno costruendo con noi, ma a livello di "coscienza" noi non siamo consapevoli della loro realtà, spesso noi stiamo assistendo e percependo. Per contro la nostra ragione tenta di ricondurre quanto percepito all'interno di quanto lei conosce trasformando, quando non ha altra scelta, il nostro percepito in terrore ed angoscia.

Loro ci presentano l'aspetto che più ritengono opportuno! In percezione alterata, loro sono i padroni della situazione, noi stiamo appena cominciando a metterci il naso dentro. Quando diventeremo abili, la nostra ragione cancellerà il ricordo di quelle esperienze non potendole tradurre in qualche cosa che appartiene al suo conosciuto (e gestibile) descritto.

Provatevi nelle situazioni di sognare, di OBE, di premorte, di astrale o anche di Dejà-Vù a non sospendere il giudizio e vedrete che cosa vi succede. In questo caso potete solo sperare che il vostro cuore e le vostre passioni abbiano chiamato qualche dio che scorgendo nelle vostre possibili azioni future un qualche cosa a lui utile decide di prendervi per mano e di non lasciarvi soffocare dall'illusione dell'apparenza delle immagini.

Le cose non sono come ci appaiono, ma noi ci siamo costruiti per farle apparire in quella forma.

Sospendere il giudizio significa costruire delle relazioni senza subire l'inganno.

 

Dibattito tenuto il 14 aprile 2002 a Radio Gamma5 Finito di caricare in computer il 30 aprile 2007

 

Sospensione del giudizio

 

 

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Cod. ISBN 9788891170897

 

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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