La teologia della Religione Pagana
Premessa e presentazione

Claudio Simeoni

Le 97 tesi di teologia pagana

C'è un tentativo, da parte delle varie organizzazioni cattoliche, di far credere che la Religione Pagana sia un qualche cosa di vago e indistinto. I cattolici indicano, di volta in volta, i Pagani nell'ideologia Neoplatonica, oppure, quando parlano della Antiche Religioni, si riferiscono allo Stoicismo o all'Epicureismo o all'Orfismo. Secondo i cattolici, queste varie "sette" sarebbero "sette" Pagane. Dimenticano che tutti costoro si chiamano Neoplatonici, Stoici, Epicurei e Orfici.

Dimenticano che quei nomi significano un pensiero religioso preciso e non un vago sentimento fra l'uomo e la Natura.

Altre volte i cattolici indicano i Pagani nel culto dell'Impero Romano quasi a voler costruire l'uguaglianza fra religione di Roma e imperialismo, dove, il Paganesimo non è attribuito alla religione dell'Impero, ma all'impero stesso che si specchia in una parvenza di religione. Questo consente ai cristiani di accusare di Paganesimo ogni organizzazione sociale Statale di cui loro non detengono, in una qualche forma, il controllo.

Altre volte i cristiani accusano di Paganesimo l'Islam al fine di indicare come ogni individuo, che non si metta in ginocchio davanti a loro che adorano quel dio sia, di fatto, un Pagano e rivendicano il diritto di ingiuriare (prima li ammazzavano come ordina il dio degli ebrei e dei cristiani nella bibbia), chiamandoli Pagani, chiunque non si metta in ginocchio davanti al loro dio che essi rappresentano.

Altre volte i cristiani chiamano Pagani gli abitanti dell'Africa o dell'America Latina al fine di insultarli ignorando con quale nome questi popoli chiamano il loro sentimento religioso in relazione al mondo in cui vivono.

Il termine Pagano è un termine che nella Roma Antica veniva usato nella gestione dello Stato e stava ad indicare l'abitante del pagus. Con l'avvento al potere del cristianesimo il termine fu usato per disprezzo di chi non si era sottomesso al cristianesimo al posto del termine "gentile". Serviva ad indicare gli abitanti dei paesi e dei villaggi che non si erano ancora convertiti e seguivano le antiche religioni. Gli abitanti dei pagus si opposero con determinazione all'imposizione della religione cristiana.

Noto è l'episodio in cui il vescovo di Trento con un esercito entrò nella val Rendena per distruggere la statua di Saturno e fu affrontato dai valligiani che con pietre, bastoni e zoccoli difesero la statua (secondo la leggenda Vigilio gettò la statua nel fiume). Ogni località Italiana "vanta" un qualche distruttore di templi.

Le Antiche Religioni erano religioni in cui il "credo" religioso che stabiliva la relazione fra l'Essere Umano e gli Dèi era ben codificato anche se tale codifica non era scritta in quanto tale codifica veniva applicata in maniera del tutto normale. Ovvia. Illogica e inconcepibile era ogni altra modalità d'approccio col divino che ci circondava.

La presenza degli Dèi era una presenza fisica. Una presenza che non richiedeva delle regole per essere pensata, ma veniva vissuta nelle azioni quotidiane.

Il problema a Roma si presenta quando arriva la filosofia e le religioni misteriche. Si tratta di due approcci al problema religioso che non era preso in considerazione dalle Antiche Religioni. E' vero che la Sibilla vende a Numa i libri, ma è altrettanto vero che non istruisce Numa sul come lei ha compilato quei libri. Per contro, quando a Roma iniziano ad arrivare i culti dall'oriente, il Senato stesso deve intervenire perché la Religione di Roma non è in grado di opporre tesi a tesi.

Lo stesso vale con l'arrivo dei filosofi greci a Roma. Carneade intrattiene le folle facendo oggi un discorso esaltando l'oggettività della legge e, il giorno dopo, sostiene con altrettanto successo l'argomento opposto.

Stoici, Scettici, Epicurei, Neoplatonici, si muovono per Roma senza trovare ostacoli di ordine religioso o ideologico.

Eppure, nell'antica religione di Roma troviamo almeno due elementi che devono far riflettere sulla reale natura della Religione come legame fra l'uomo e il mondo in cui vive. Uno lo troviamo in Ovidio nei Fasti e l'altro in Cicerone.

Giove: "Taglia una testa!"
Numa: "Ti obbedirò. Taglierò la testa di una cipolla strappata dal mio orto".
Giove: "Ma io voglio qualcosa dell'uomo!"
Numa: "Allora taglierò anche dei capelli."
Giove: "Ma qualcosa di vivo!"
Numa: "Vi unirò dunque un pesce"
Giove: "Bene, siano dunque codeste le offerte espiatorie della mia folgore, o mortale ben degno di conversare con me"

E da Cicerone:

"Devo dunque difendere le opinioni che abbiamo ricevuto dagli avi a proposito degli DEI immortali, delle cose sacre, delle cerimonie, delle regole religiose. Ebbene, le difenderò come le ho sempre difese, e mai nessun discorso, né di un sapiente né di un ignorante, mi allontanerà dall'idea che ricevetti dai nostri antenati circa il culto degli DEI. Quando si tratta di religione, io sono con Tiberio Corucanio, P. Scipione, P. Scevola e non con Zenone né con Cleante né con Crisippo. E, in materia di religione, preferisco ascoltare, anziché il più illustre degli stoici, le parole dell'augure, il saggio C. Lelio nel suo celebre e bel discorso. Non ho mai creduto che fosse possibile spregiare alcuna delle tre sezioni che costituiscono tutta la religione del popolo romano: le azioni sacre, gli aruspici, e in terzo luogo ciò che gli interpreti dei Libri Sibillini, o gli aruspici aggiunsero, per quanto riguarda le predizioni, a proposito dei prodigi. Sono convinto che l'istituzione degli Aruspici da parte di Romolo e quella del culto da parte di Numa furono le fondamenta della nostra società, che non sarebbe mai giunta all'attuale livello di potenza se non avesse saputo eccellere nell'arte di conciliarsi gli DEI immortali...."

Ciò indica sia un modo con cui costruire le relazione con gli Dèi sia un concetto religioso che a quei tempi non era filosofico perché rispondeva ad attività pratica. Erano attività pratica le azioni sacre, gli Aruspici, i libri Sibillini e l'istituzione del culto di Numa. Un'attività pratica che coinvolgeva l'uomo e la sua trasformazione. Una trasformazione che aveva nel Genio e nella Juno il proprio divenire nell'infinito.

Oggi siamo in grado di leggere la teologia delle Antiche Religioni. Siamo in grado di costruire un insieme articolato di norme teologiche il cui scopo è identificare la Religione Pagana sottraendola da quell'indistinto in cui i cristiani la vogliono relegare.

Possiamo individuare le norme teologiche proprie di ogni antica religione che ha visto nella filosofia di Zenone e Platone la negazione del percorso divino dell'uomo religioso.

Queste 93 questioni teologiche rappresentano la definizione della teologia della Religione Pagana nel momento presente. Nelle condizioni sociali e religiose di oggi. Non un indistinto insulto con cui Teodosio ingiuriava i seguaci delle Antiche Religioni chiamandoli "pagani", ma una precisa teologia che i cristiani hanno tentato in tutti i modi di nascondere.

Proprio perché siamo in grado di identificare una teologia oggi possiamo rivendicare con orgoglio il nostro essere Pagani. NOI SIAMO I PAGANI. Lo siamo perché abbiamo queste regole teologiche e queste regole teologiche guidano la nostra interpretazione delle Antiche Religioni mediante l'istituto dell'Interpretatio.

Non è mai esistita una Religione Pagana nel passato, ma noi siamo Pagani.

Chi si definisce "neopagano" ha assunto su di sé il metodo di pensare cristiano. La religione dell'Antica Roma era la Religione dell'Antica Roma, non era Pagana.

Noi siamo i Pagani perché alle pratiche della Religione dell'Antica Roma, Grecia, Egitto, Sumeri, Hittiti, Germani, Celti, Vichinghi, ecc. sommiamo due cose che le Antiche Religioni non avevano: la teologia con cui descrivere i principi regolatori del pensiero religioso e il concetto di "male assoluto" che viene identificato nei testi sacri di ebrei e cristiani che fanno della sottomissione dell'uomo al loro dio padrone il senso della loro religione. Questo, per la Religione Pagana, è il male assoluto. Il male che ha introdotto nella storia le guerre per sottomettere gli uomini al loro dio. Le guerre contro le altre religioni. Il genocidio contro i sacerdoti di Baal è stato elevato a volere del dio degli ebrei e dei cristiani legittimando il genocidio per fini religiosi.

Noi siamo Pagani perché la nostra teologia è la teologia delle Antiche Religioni che noi riformuliamo contro personaggi come Zenone, Platone, Plotino, Cicerone e quant'altri non sono in grado di osservare l'intelligenza negli oggetti del mondo che noi chiamiamo Dèi.

Marghera, 21 luglio 2011

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Claudio Simeoni

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