Portunno
Teologia della Religione Pagana
centocinquantacinquesima riflessione

Il sentiero d'oro della Religione Romana

di Claudio Simeoni

La Devotio nella Religione Pagana

Il centocinquantacinquesimo paragrafo de Il Sentiero d'Oro, la Devotio, recita:

155) Fato conduce Portunno
Portunno prende gli Esseri Umani per mano portandoli a frequentare il luogo dal quale fondare il proprio futuro.
Dal fare, Portunno, dà e riceve vigore.

Il Portunno che emerge dentro di noi si esprime come desiderio di andare e come desiderio di tornare. Il Dio Portunno alimenta nostalgie di ritorno e propositi di partenza.

E' come se noi vivessimo la nostra vita andando per mare. Porti d'arrivo e porti da cui partire. Ogni luogo è un luogo magico in cui arriviamo e ogni luogo è un luogo magico da cui partire per andare. Ogni relazione è un punto di arrivo e un punto di partenza.

Portunno non suggerisce dove andare o come andare. Portunno è l'andare, il desiderio di andare, il desiderio di cambiare.

A volte Portunno ci spinge verso porti conosciuti; a volte ci spinge in uno sconosciuto che noi dobbiamo svelare. Nella nostra esistenza ci sono porti a cui non approderemo mai e ci sono porti nei quali non avremmo mai voluto approdare. Eppure siamo andati, spinti dalla necessità e dal nostro desiderio.

Dovunque siamo sbarcati, il Portunno dentro di noi ci invita ad essere sempre noi stessi. Col noi stessi affrontiamo lo sconosciuto nel quale approdiamo e quel noi stessi lo abbiamo costruito sbarcando in numerosi porti e forgiando la nostra esperienza.

Portunno ci sollecita ad andare, conoscere, relazionarci. Noi portiamo con noi il noi stessi divenuto in numerose trasformazione: siamo in grado di farci Venere nei confronti dello sconosciuto o siamo arroganti pensando lo sconosciuto inferiore e indegno del nostro rispetto?

Portunno ci spinge a viaggiare. A lasciare un porto troppo vissuto e approdare in nuovi porti nei quali possiamo nutrire la nostra conoscenza e la nostra consapevolezza. Ogni trasformazione è dolore e Portunno alimenta e si alimenta dell'energia emotiva che abita la tensione della necessità di andare e della necessità di ritornare.

Marghera, 01 aprile 2022

 

Indice degli argomenti del sito

 

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona.
Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona.

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.
Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

 

 

Devotio

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.

 

I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

 

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