Il vangelo di Tommaso Didimo
svelare le cose nascoste del mondo

Neoplatonismo, messianesimo e volontà d'esistenza - Ottava parte

di Claudio Simeoni

Indice Vangelo Tommaso Didimo

Scrive Giuda Tommaso Didimo nel quinto paragrafo:

Gesù disse: "Conosci ciò che ti sta davanti, e ti si manifesterà ciò che ti è nascosto. Giacché non vi è nulla di nascosto che non sarà manifestato".

Conoscere quanto c'è davanti all'Essere Umano implica ricerca, implica dilatazione del Sapere e della Conoscenza dell'individuo.

Davanti a noi c'è il mondo in cui siamo nati. Un mondo da conosce, esplorare, svelare. Nell'attività di svelamento de mondo che mi sta davanti, modifico me stesso che, in questo modo, posso svelare ulteriormente un altro pezzo di mondo che prima mi era nascosto.

Lavorare per svelare il mondo, implica dilatazione. La dilatazione porta alla conoscenza di quanto si sta per affrontare e questa dilatazione porta a conoscere quanto è celato. Maggiore è lo sviluppo del sapere soggettivo e maggiore è l'ampliamento della conoscenza. Maggiore è la conoscenza dell'individuo.

Conoscere quanto sta davanti implica percorrere il sentiero che va dalla nascita alla morte del corpo fisico affrontando quanto si incontra. La sfida è sviluppo, è dilatazione dell'individuo. Conoscere quanto si affronta significa rendere manifesto quanto è nascosto. Significa ampliare la descrizione della ragione, significa immettere nella descrizione quanto la descrizione non comprende in quanto parte della conoscenza che il corpo luminoso, crescendo, manifesta alla ragione stessa. La costruzione del corpo luminoso avviene quando, affrontando la contraddizione, la ragione rende conosciuto lo sconosciuto mentre l'inconoscibile diventa sconosciuto pronto per essere conosciuto.

Se la ragione non si dilata comprendendo la percezione del corpo luminoso, allora l'inconoscibile non si trasforma in sconosciuto e l'audacia dell'individuo non può trasformare lo sconosciuto in conosciuto e descritto.

E' come per l'Essere Feto, se costui attraverso l'uso della sua volontà non muore rinascendo in forma umana non è in grado di trasformare l'inconoscibile del quotidiano in conosciuto che la sua crescita lo porterà a conoscere. L'Essere Feto, trasformandosi in Essere Umano, trasforma l'inconoscibile del mondo, come la ragione lo descrive, in sconosciuto da affrontare e rendere manifesto. Così l'Essere Umano, costruendo il corpo luminoso, trasformerà l'inconoscibile, per i suoi sensi e la sua descrizione, in sconosciuto che il corpo luminoso, affrontandolo, conoscerà.

Leggendo Tommaso si deduce che non vi è nulla di nascosto che non diventerà manifesto nella misura in cui l'Essere Umano impara a conoscere ciò che gli sta davanti. Tutto diventerà sconosciuto ed oscuro nella misura in cui l'Essere Umano non affronterà quanto avrà davanti, ma si rifiuterà di conoscere quanto dovrebbe affrontare.

In altre parole, si può dire che in Tommaso soltanto chi imparerà a chiamare le cose col loro vero nome potrà conoscere quanto gli è sconosciuto. Tommaso indica anche la pratica del processo di ricerca e di consapevolezza come momento di trasformazione dell'uomo.

Quanto è nascosto alla percezione dell'Essere Umano non può essere raggiunto se prima non si affronta l'oggettività in cui si vive. Questo è esattamente il contrario di quanto viene manifestato sia dai cristiani, con il loro ritiro nei monasteri, sia da chi pratica contemplazione di tipo orientaleggiante che per raggiungere la conoscenza e la consapevolezza si ritirano in luoghi appartati.

Costoro fuggono da quanto sta loro davanti. Non conoscono quanto sta loro attorno e, dunque, non troveranno mai quanto è nascosto al loro sentire. Capire quanto ti sta davanti implica uno sforzo notevole di modificazione che permette di predisporre l'Essere Umano per affrontare anche quanto la sua percezione non può raggiungere. Permette di saturare la sua ragione costringendola a farsi da parte e far spazio alla percezione del mondo fuori della descrizione. Questo non può avvenire quando qualcuno si estranea dal mondo pensando di ritrovare sé stesso. In realtà costui si distrugge. Si annienta, annientando la propria capacità di afferrare lo sconosciuto che lo circonda.

Questa affermazione di Tommaso ha un suo corrispondente nel Vangelo di Luca dove si dice:

"Guardatevi dal lievito dei Farisei che è l'ipocrisia. Non vi è niente di nascosto che non debba essere scoperto, e nulla di segreto che non venga ad essere conosciuto. Perciò, tutto quello che voi avrete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce, e quanto avrete sussurrato all'orecchio nell'interno della casa, verrà predicato sopra i tetti."

Vangelo di Luca 12, 2-3

L'affermazione in Luca non comprende il divenire dell'individuo, ma la sottomissione dell'individuo. L'affermazione nel Vangelo di Luca è una minaccia contro tutti coloro che vogliono aver segreti nei confronti del padrone. Il suo padrone che tutto vede e tutto controlla per affermare il suo dominio sull'uomo.

La sottomissione imposta da Luca è una sottomissione totale che non permette alle persone di essere riservate o di possedere dei segreti. Nessuna parola che l'uomo dirà sarà privata o riservata. Guardatevi dall'ipocrisia dei Farisei dice Luca, ma chi è il soggetto che scopre i segreti?

Gli Esseri Umani che devono affrontare la vita o il Dio loro padrone che attraverso la loro scoperta vuole bloccare il divenire umano? Luca ha il problema di sottomettere gli Esseri Umani. Luca deve impedire ogni sogno e ogni desiderio agli Esseri Umani. Il suo Dio terribile, quello da temere in quanto getta nella Geenna chi vuole gettare per il proprio divertimento, conoscerà quanto vi è di nascosto e ogni parola pronunciata nella casa verrà predicato sopra i tetti. Le persone saranno criminalizzate per quanto avranno desiderato, pensato, auspicato.

Non è l'Essere Umano che affrontando e conoscendo quanto gli sta davanti conosce i segreti dell'esistenza, ma è il Dio padrone degli Esseri Umani che non lascia nessun segreto, nessun desiderio all'Essere Umano che non sia la sua più totale sottomissione.

Quanta differenza fra Tommaso e i vangeli ufficiali del cristianesimo: uno costruisce il divenire umano e gli altri sottomettono gli Esseri Umani come bestiame al loro Dio padrone di cui essi si considerano i portavoce. Il diritto di emettere il giudizio appartiene al Dio padrone. Egli giudica. Il giudicato può essere punito. Al giudicato, per Luca, altro non resta che la punizione. Questo per Luca è assolutamente normale. Per noi è normale giudicare il Dio di Luca e condannarlo! Condannarlo con infamia!

Il potere creatore dell'universo contro un piccolo uomo e le sue meschinità nell'esercizio della vita quotidiana. Quest'aberrazione per Luca sembra naturale. Egli si identifica col giudice, non col giudicato! Per Luca solo Dio è padrone dell'Essere Umano e le determinazioni dell'Essere Umano non esistono se non come volontà di sottomissione a Dio. L'uomo libero di sottomettersi a Dio, che lo minaccia se non si sottomette, e libero di rinunciare ai propri desideri e alle proprie necessità per compiacere Dio.

In questo ambito ideologico, quando vengono fatte leggi in una nazione cristiana si puniscono ferocemente le offese contro il "pubblico ufficiale" identificato col Dio padrone mentre si ignorano completamente le offese del pubblico ufficiale nei confronti del singolo cittadino in quanto si ritiene che Dio non debba essere processato. Se oggi questi sono gli effetti atroci delle affermazioni di Luca, ben peggiori erano in passato quando il cristianesimo agiva da padrone delle società.

Marghera, 24 novembre 2021

 

NOTA:

Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, vengono qui ripubblicate una volta riviste.

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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