Il vangelo di Tommaso Didimo
chi è il capo dopo Gesù?

Neoplatonismo, messianesimo e volontà d'esistenza - Quindicesima parte

di Claudio Simeoni

Indice Vangelo Tommaso Didimo

Scrive Giuda Tommaso Didimo nel dodicesimo paragrafo:

I discepoli dissero a Gesù: "Sappiamo che te ne andrai da noi. Chi tra noi sarà il più grande?". Gesù rispose loro: "Dal luogo dove sarete, andrete da Giacomo, il Giusto, per il quale sono stati fatti il cielo e la terra".

L'idea che viene elaborata è quella di far sparire il fantomatico "figlio di Dio" facendolo diventare un "martire" per accusare gli uomini di un crimine mai commesso e assumere il ruolo di accusatori dell'umanità pretendendo un risarcimento.

Qualcuno doveva prendere il posto di capo e, come capo, aveva il diritto di raccogliere e accumulare i soldi della "comunità".

Si scrive negli Atti degli apostoli:

E, avendoli chiamati, imposero loro di non parlare né insegnare affatto nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni risposero loro: "Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio. Quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiamo viste e udite". Ed essi, minacciatili di nuovo, li lasciarono andare, non trovando assolutamente come poterli punire, a causa del popolo; perché tutti glorificavano Dio per quello che era accaduto. Infatti l'uomo in cui questo segno miracoloso della guarigione era stato compiuto aveva più di quarant'anni.
Rimessi quindi in libertà, vennero ai loro e riferirono tutte le cose che i capi dei sacerdoti e gli anziani avevano dette. Udito ciò, essi alzarono concordi la voce a Dio e dissero: "Signore, tu sei colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; colui che mediante lo Spirito Santo ha detto per bocca del tuo servo Davide, nostro padre:
"Perché questo si sono agitate le nazioni, e i popoli hanno meditato cose vane?
I re della terra si sono sollevati, i prìncipi si sono riuniti insieme contro il Signore e contro il suo Cristo".
Proprio in questa città, contro il tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con tutto il popolo d'Israele, per fare tutte le cose che la tua volontà e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero. Adesso, Signore, considera le loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunciare la tua Parola in tutta franchezza, stendendo la tua mano per guarire, perché si facciano segni e prodigi mediante il nome del tuo santo servitore Gesù".
Dopo che ebbero pregato, il luogo dove erano riuniti tremò; e tutti furono riempiti dello Spirito Santo, e annunciavano la Parola di Dio con franchezza.
La moltitudine di quelli che avevano creduto era d'un sol cuore e di un'anima sola; non vi era chi dicesse sua alcuna delle cose che possedeva, ma tutto era in comune tra di loro. Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù; e grande grazia era sopra tutti loro. Infatti non c'era nessun bisognoso tra di loro; perché tutti quelli che possedevano poderi o case li vendevano, portavano l'importo delle cose vendute, e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno, secondo il bisogno.
Ora Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba (che tradotto vuol dire: "figlio di consolazione"), Levita, cipriota di nascita, avendo un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato, deponendolo ai piedi degli apostoli.

Atti 4, 18 - 37

La setta si preoccupava di raccogliere denaro. Gli apostoli e il loro capo gestiva quel denaro accumulando ricchezze.

Questa azione diventa una pratica nella chiesa cattolica e fra i cristiani. Il capo, che rappresenta Gesù, raccoglie gli averi dei fedeli per costruire la sua rete di potere. Una rete di potere che costruisce attraverso l'uso dei poveri ai quali elargisce le briciole della sua ricchezza in cambio di atti di fede e di devozione. Atti di obbedienza che porteranno alla devastazione delle società in tutta la storia dell'uomo da duemila anni a questa parte.

Tommaso Didimo dice che Gesù avrebbe indicato come suo successore Giacomo.

Al contrario, Matteo indica il successore in Pietro.

Scrive nel suo Vangelo Matteo:

Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: "Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?" Essi risposero: "Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti". Ed egli disse loro: "E voi, chi dite che io sia?" Simon Pietro rispose: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".
Gesù, replicando, disse: "Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli". Allora ordinò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che egli era il Cristo.

Vangelo di Matteo 16, 13 - 20

In palio c'erano i soldi. Soldi della comunità che una volta dati agli apostoli non tornavano alla comunità, non esiste nessun elemento che dica che Barnaba, ad esempio, abbia ricevuto qualcosa per aver rinunciato al proprio denaro. Il denaro veniva accumulato dagli apostoli ed usato per i loro scopi, non per le necessità della comunità.

Gli apostoli hanno praticato l'accumulo di capitale a discapito dei loro seguaci. Qualcuno li ha chiamati "comunisti", ma è come se il miliardario Ford fosse considerato un comunista per aver accumulato la ricchezza prodotta dai suoi operai.

Essere il capo significava avere il privilegio di disporre di quel denaro non solo avere il diritto di imporre le proprie specifiche interpretazioni della "parola di Gesù".

Infatti, il gruppo iniziale si disgrega ed ognuno, con le proprie interpretazioni, cerca di diffondere la propria idea sulla parola di Gesù. Tutto si disgrega e si disperde fuorché quell'ideologia che serve al potere, comunque organizzato, per controllare e gestire gli uomini come schiavi ubbidienti.

Dominare, possedere, sono le parole chiave del cristianesimo, il resto sono affermazioni di un piazzista da fiera di paese che deve vendere un prodotto e decanta le qualità che quel prodotto non ha.

Marghera, 10 dicembre 2021

 

NOTA:

Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, vengono qui ripubblicate una volta riviste.
Marghera, 10 dicembre 2021

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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