Il vangelo di Tommaso Didimo
se digiunerete vi attribuirete un peccato

Neoplatonismo, messianesimo e volontà d'esistenza - Diciasettesima parte

di Claudio Simeoni

Indice Vangelo Tommaso Didimo

Scrive Giuda Tommaso Didimo nel quattordicesimo paragrafo:

Gesù disse: "Se digiunerete vi attribuirete un peccato; se pregherete vi condanneranno; se darete l'elemosina farete del male ai vostri spiriti. Se andrete in qualche paese e viaggerete nelle (sue) regioni, se vi accoglieranno, mangiate ciò che vi porranno davanti e guarite quanti tra loro sono infermi. Giacché ciò che entra dalla bocca non vi contaminerà, ma è ciò che esce dalla vostra bocca che vi contaminerà".

Anche in Tommaso Didimo, come nel vangelo di Matteo, vengono delineate le strategie attraverso le quali diffondere la credenza in un qualche cosa non ben definito.

L'affermazione di Tommaso Didimo parte dal presupposto che gli "apostoli" sappiano guarire gli infermi. Vengono dipinti come tanti Asclepio o Ippocrate che camminano in mezzo agli infermi e li guariscono. Il potere che viene millantato è quello di far guarire i malati. Questo potere è la merce di scambio degli apostoli in cambio di cibo.

Dice Gesù nel vangelo di Matteo

"Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.

Vangelo di Matteo 10, 5 - 15

In Matteo il viaggiare ha un senso: parlare della fine del mondo.

Matteo non si limita a dire di guarire gli infermi, ma anche di resuscitare i morti, sanare i lebbrosi e cacciare i demoni. Matteo dice. "Perché fare solo trenta? Facciamo trentuno! E più ne ha più ne metta." Milioni di tombe si stanno aprendo e da quelle tombe, per opera degli apostoli, milioni di morti stanno risorgendo. Lebbrosi guariscono e milioni di demoni sono cacciati, non si sa dove!

Tommaso Didimo e Matteo stanno gareggiando a chi la spara più grossa. Ma in fondo, che cosa hanno da offrire in cambio di vitto e alloggio? Potete mangiare tutto perché nessuna cosa vi contamina, ma sarete contaminati da ciò che esce dalla vostra bocca.

Tommaso Didimo costruisce una frase su due piani diversi. Uno sul piano fisico "Ciò che mangiate non vi contamina!" e l'altro sul piano psicologico "potete essere contaminati da ciò che voi dite esprimendo il vostro pensiero e le vostre intenzioni".

Scrive il vangelo di Marco:

Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo.

Vangelo di Marco 7, 15

La frase è uguale, ma è contestualizzata in contesti diversi.

In Tommaso Didimo la frase è relativa al modo di "andare in missione" degli apostoli che vanno a predicare, non si sa bene cosa; in Marco 7 la frase ha lo scopo di aggredire e denigrare i Farisei.

In Tommaso Didimo è un'istruzione rivolta agli apostoli, nel Vangelo di Marco è un'ingiuria con cui offendere e denigrare i farisei.

Anche nel vangelo in Matteo Gesù dice:

"Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!".

Vangelo di Matteo 15, 11

La frase conclude le ingiurie di Gesù ai farisei e serve a mettere un "sigillo logico", quasi a voler dare un valore fattuale alle farneticazioni di Gesù contro i farisei.

In Tommaso Didimo la frase conclude un discorso logico quando, dicendo di andare per il mondo:

"Se andrete in qualche paese e viaggerete nelle (sue) regioni, se vi accoglieranno, mangiate ciò che vi porranno davanti."

Dice di non disdegnare il cibo di popoli diversi e di non considerarlo impuro.

Tutto ciò che dice Tommaso Didimo sul cibo è la continuazione di istruzioni precedenti sul come comportarsi con persone che non la pensano come loro.

Dice Tommaso Didimo:

" Se digiunerete vi attribuirete un peccato; se pregherete vi condanneranno; se darete l'elemosina farete del male ai vostri spiriti."

Se voi digiunate, significa che voi riconoscete di aver commesso un qualche peccato [leggi delitto], pertanto, anche se "loro" non sanno per che cosa voi digiunate, vi attribuiranno un qualche delitto e staranno lontani da voi.

Se pregherete, vi condanneranno. Non tanto perché pregate, ma perché nel pregare manifestate un comportamento antagonista a loro e loro percepiranno il conflitto che voi avete voluto portare e vi condanneranno per non essere coinvolti in un conflitto.

Se farete l'elemosina, dice Tommaso Didimo, farete del male ai vostri spiriti. Per qual motivo? Forse perché vi sentirete superiori all'individuo a cui date l'elemosina. O, forse, perché vi chiederanno altra elemosina.

Sta di fatto che, per quanto le frasi siano simili, in Tommaso Didimo e nei vangeli di Marco e Matteo hanno fini e scopi diversi determinati dai contesti e dai significati che alle frasi vengono attribuiti.

Marghera, 13 dicembre 2021

 

NOTA:

Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, vengono qui ripubblicate una volta riviste.
Marghera 30 novembre 2021

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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