Il vangelo di Tommaso Didimo
scegliere uno da mille e due da diecimila

Neoplatonismo, messianesimo e volontà d'esistenza - Ventiseiesima parte

di Claudio Simeoni

Indice Vangelo Tommaso Didimo

Scrive Giuda Tommaso Didimo nel ventitreesimo paragrafo:

Gesù disse: "Vi sceglierò uno da mille e due da diecimila; e saranno confermati come una sola persona".

"Io scelgo" dice il Gesù di Tommaso Didimo.

Il Gesù di Tommaso Didimo si arroga il diritto di scegliere e, nel paragrafo citato, non è indicata nessuna condizione per la quale "lui sceglie". Dal momento che non esiste una condizione che condiziona le scelte di Gesù, coloro che verranno scelti e coloro che non verranno scelti non avranno nessun diritto di discriminare o di protestare rispetto alle scelte fatte da Gesù.

Il concetto che appare in questo paragrafo è il concetto di "incondizionato".

Si tratta poi di vedere come questo concetto di "incondizionato" viene veicolato nella dottrina e nella società. Per che cosa si chiede l'incondizionamento? Qual è il ruolo dell'incondizionabile?

Nella mitologia greca Zeus, padre degli Dèi, deve sottostare a "Fato" anche se ha il potere di costruire il proprio "Fato". Una volta che è stato determinato il "Fato", non ci si può più sottrarre. Il "Fato" non determina le scelte; il "Fato" è il prodotto delle scelte. Una volta che sono state fatte le scelte, queste condizionano altre scelte formando il "Fato".

Facciamo un esempio relativo al cristianesimo. Se il Dio dei cristiani dice che "Uccidere è peccato!", il Dio dei cristiani è un peccatore perché lui ha determinato il principio di "non uccidere" gli uomini, ma lo ha violato uccidendo uomini, donne e bambini. Dunque, il Dio dei cristiani stabilisce un "Fato", ma pretende di sottrarsi al "Fato" che egli stesso ha determinato perché non vuole che la sua azione sia condizionata dal "Fato" che egli stesso ha voluto. Allora, il principio avrebbe dovuto essere: "uccidi pure gli schiavi, ma non uccidere il padrone". In quel caso, il Dio dei cristiani, uccidendo gli uomini, le donne e i bambini, che sono tutti i suoi schiavi, non avrebbe commesso peccato e non sarebbe stato un Dio assassino perché, essendo il padrone di tutti gli uomini, non poteva uccidere sé stesso. Nello stesso tempo avrebbe consentito a tutti i padroni e a tutti gli Stati il diritto di macellare gli uomini in nome suo e per suo conto senza peccare in quanto, riservando a sé stesso il diritto di macellare gli uomini, permetteva a tutti i padroni in suo nome di macellare gli uomini.

La questione dell'incondizionato è una questione sia del vecchio che del nuovo testamento.

Il Gesù di Marco e Matteo dice:

Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Di' che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio".

Vangelo di Matteo 20, 20-23

E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: "Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo". Egli disse loro: "Cosa volete che io faccia per voi?". Gli risposero: "Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". Gesù disse loro: "Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?". Gli risposero: "Lo possiamo". E Gesù disse: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato".

Vangelo di Marco 10, 35-40

L'incondizionato nei vangeli cristiani assume una connotazione più precisa: "Dio fa quello che vuole!". Per questo Gesù, che si considera il "figlio di Dio e dunque padrone egli stesso", fa quello che vuole. Come per i suoi miracoli. Come un mafioso fa il servizio al cieco, ma non elimina la cecità. Fa favori personali a sua discrezione perché lui fa quello che vuole incondizionatamente.

Per questo la pretesa di Giovanni e Giacomo è assurda. Come si permettono di fare azioni meritorie, richieste a Dio e a suo figlio, per ottenere una condizione, una sorta di ricompensa per le azioni meritorie che Gesù chiede loro? E' come per un cristiano dire: "Io mi comporto bene e tu Dio mi dai il paradiso!". E no! Hai tentato di condizionare Dio con la tua pretesa e certamente meriti di essere punito. La logica del padrone incondizionato è questa. Tu fai una cosa per ottenere un risultato e dal momento che il risultato dovrebbe essere una scelta di Dio, Dio, per sua libera scelta, ti nega il risultato che tu speravi.

In questa logica, diciamocelo, il cristiano è fottuto! Sempre e comunque. Purtroppo la pretesa di incondizionabilità il cristiano l'attribuisce a sé stesso. Non tollera condizioni. Non è in grado di discutere l'esistenza del suo Dio e, pertanto, non è mai rispettoso degli altri uomini se non quando, con la violenza, li costringe in ginocchio. Agli uomini prostrati e sottomessi il cristiano racconta di un Dio che premia i buoni che sono sottomessi purché continuino ad essere sottomessi.

Marghera, 21 gennaio 2022

 

NOTA:

Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, viene riscritto assumendo un diverso punto di vista in relazione ai vangeli cristiani.
Marghera 30 novembre 2021

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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