Cristiano e Patrizio Alviti

Volontà d'esistenza
fra Potere di Avere e Potere di Essere

Archivio di Stato a Venezia in Campo dei Frari

53 Esposizione Internazionale d'Arte 2009

La Religione Pagana e la Biennale d'Arte di Venezia

di Claudio Simeoni

53esima Biennale di Venezia: La Religione Pagana come bisogno umano espresso nell'arte.

Argomenti di Religione Pagana.

 

Volontà d'esistenza

Presso l'Archivio di Stato, ai Frari, a Venezia espongono Cristiano e Patrizio Alviti in occasione della 53esima Esposizione Internazionale d'Arte, La Biennale di Venezia.

Sculture in bronzo realizzate da Cristiano Alviti e 10 opere su ferro e pannelli di legno realizzate da Patrizio Alviti

Queste opere parlano della volontà d'esistenza. Nulla a che vedere con la volontà di potenza. Non c'è in esse il desiderio di possedere, ma c'è, piuttosto, un desiderio di esistere al di là delle condizioni che il mondo presenta.

Tutto si muove. Tutto si trasforma in continuazione all'interno delle opere degli Alviti.

La volontà d'esistenza, che realizza il Potere di Essere di un Essere della Natura, è sempre stata confusa con il Potere di Avere caratterizzato dal possesso degli individui all'interno del Sistema Sociale.

Da quando la filosofia ha iniziato ad aggiungere il concetto di evoluzionismo, inteso come crescita di un soggetto nel mondo e nella sedimentazione, nel soggetto, di conoscenza, consapevolezza e capacità di agire nel mondo; il Potere di Essere da concetto intuito è diventato elemento fondativo delle idee con cui gli individui si rappresentano nel mondo e nella società.

Il Potere di Avere era ben rappresentato nei ritratti dinastici. L'imperatore, il re, il funzionario o il commerciante, erano rappresentati con i simboli della ricchezza, del possesso o del comando. Le emozioni rappresentate erano in funzione di un oggetto esterno: dio, patria, obbedienza, sacrificio; in funzione di un padrone. Dove l'ideale stesso non apparteneva all'uomo, ma al padrone e l'uomo visi adeguava con le sue emozioni.

Il Potere di Essere viene rappresentato con la capacità di divenire e trasformarsi dell'uomo nel mondo; l'interazione fra uomo e mondo; le trasformazioni dell'uomo nel mondo sedimentando, attraverso lo sperimentare, la sua conoscenza e le sue capacità d'azione. Le emozioni, dunque, decontestualizzate per essere emozioni in sé, in funzione della propria vita, della propria esistenza.

Le trasformazioni dell'Uomo.

Sono ben rappresentate negli Alviti dove la trasformazione è sempre presente. Già il "pensatore" di Rodin usciva dagli schemi dell'autocelebrazione per rappresentare la necessità di agire che in Cristiano Alviti si presentano nella grande scultura dell'uomo che si rialza.

Perché si sta alzando? Perché ha deciso di alzarsi!

In tutte le sculture di Cristiano Alviti il movimento e la trasformazione è l'elemento alla base della scultura.

Alcune sculture sono sospese nel tempo in cui non è dato sapere se è il tempo che distrugge la forma o la forma si sta costituendo nel tempo. Se il Potere di Essere è annientato nelle relazioni con il mondo o se il Potere di Essere riesce ad emergere nel mondo.

Come per le opere di Patrizio Alviti dove il soggetto, la figura, si sta dissolvendo nel mondo o emerge dal mondo o ancora, semplicemente, vive nel mondo attraverso le stesse tensioni e le stesse pulsioni del mondo. Ha soggettivato l'oggettività attraverso il continuum del colore dove il tratto separa il soggetto dal mondo, ma non ne distingue passioni, emozioni e tensioni

Le opere di Alviti sono decontestualizzate. Se trovassi una scultura di Cristiano Alviti sopra ad un "monumento ai caduti", ne significherei le espressioni emotive in quella direzione. Ma le sculture sono decontestualizzate e, dunque, le espressioni emotive vanno lette in sé. Vanno lette in quanto espressioni della vita.

C'è un dolore nel "cadere per la patria", ma c'è un dolore in ogni trasformazione soggettiva al di là delle forze o delle scelte che inducono tale trasformazione. Dove il concetto di "patria", nei monumenti ai caduti, è il marchio di possesso che viene posto da un padrone "la patria" sugli Esseri Umani costretti, per esso, al dolore.

Dove, come sempre, la simbologia emotiva esce dall'insieme di significati per i quali l'artista l'ha pensata ed entra nell'insieme emotivo del visitatore che pensa tali espressioni emotive all'interno del suo vissuto, della sua esperienza.

Per questo motivo le sculture e le opere Alviti si prestano ad interpretazioni soggettive del messaggio emotivo.

E' un esempio della "libertà dell'arte" in contrapposizione alla "verità dell'arte".

La verità dell'arte impone l'espressione della madonna addolorata alla quale chiede, al visitatore, di coinvolgere la sua "compassione"; la "libertà dell'arte" evoca un'immagine emotiva e lascia al visitatore la libertà di collocarla nel proprio vissuto interpretando l'emozione suscitata dall'arte nella propria esperienza.

Si tratta di un cambio culturale che libera l'uomo dai legami del possesso per legarlo, come rappresenta Patrizio Alviti, al mondo in cui vive. L'Essere Umano eroico, colui che soggettiva le passioni, le emozioni e le tensioni del mondo in cui vive partecipando "con-passione" di tutte le passioni del mondo e riversando nel mondo le proprie passioni passando dall'ideologia del "dovere" all'ideologia della difesa del proprio essere nel mondo.

Del proprio "abitare il mondo".

La mostra è aperta presso l'Archivio di Stato a Venezia in Campo dei Frari a S. Polo e rimarrà aperta fino al 09 agosto 2009.

Marghera, 15 giugno 2009

 

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Claudio Simeoni

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Guardiano dell'Anticristo

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