Antonio Infantino e Santina Nocerino

Le Api come Uomini e gli uomini come api

Campo santa Margherita

53 Esposizione Internazionale d'Arte 2009

La Religione Pagana e la Biennale d'Arte di Venezia

di Claudio Simeoni

53esima Biennale di Venezia: La Religione Pagana come bisogno umano espresso nell'arte.

Argomenti di Religione Pagana.

 

Nell'ambito della 53esima esposizione Internazionale d'Arte, la Biennale 2009 di Venezia, fra gli eventi collaterali, va segnalata la "Danza delle Api" presentata da Antonio Infantino e Santina Nocerino.

C'è sicuramente qualche cosa di molto particolare in questa rappresentazione artistica che si è sviluppata il 4-5-6 giugno in Campo Santa Margherita e che conserva ancora la presenza del padiglione e delle rappresentazioni delle api sparse per il campo s. Margherita a Venezia.

L'opera di Antonio Infantino e dell'apicultrice Santina Nocerino, che ha coniugato il mondo delle api con quello dell'Arte e della Danza, è tesa a superare le barriere della ragione umana per tentare di entrare in relazione con la ragione delle api.

Da quando Konrad Lorenz ha svelato le innumerevoli ragioni delle diverse specie animali molti uomini si sono stupiti nello scoprire che le loro emozioni, la loro empatia, entrava in relazione armonica con specie diverse da quella umana. Spesso quegli impulsi non vengono descritti mediante le parole, ma vissuti attraverso azioni che rispondono a tensioni emotive che spingono dentro di noi in risposta ad impulsi di cui ignoriamo l'origine razionale.

Scrive Konrad Lorenz in "Il declino dell'uomo":

"La bellezza non si lascia ridurre alla dimensione quantitativa, eppure noi percepiamo differenze di valore tra armonie superiori e inferiori. L'organizzazione di un fungo, vista in se stessa, rappresenta un tutto meravigliosamente armonico; ma se vediamo un roseto assalito da un fungo non esitiamo a intervenire per salvaguardare la superiore armonia della rosa. Siamo colpiti dalla bellezza dei ciliati (infusori), con la loro struttura divisa in macronucleo e uno o più micronuclei, con la tessitura reticolare della pellicola argentata che li ricopre e le ciglia che si muovono quasi a tempo di musica. Ma quando vediamo un pesce aggredito da uno di questi ciliati, il parassita Ichthyophirius, avvertiamo il disturbo che esso reca all'animale che lo ospita e non proviamo alcuna compassione per il parassita mentre medichiamo l'animale colpito."

 

Afferma la Stregoneria:

C'è un'empatia emotiva che ci lega agli esseri Viventi della Natura.
Un'empatia che ci ricorda che noi "siamo uguali" nelle tensioni emotive
che ci attraversano e che le diverse espressioni di forma sono
degli adattamenti delle specie con cui veicolare le proprie tensioni,
ma le tensioni sono uguali in ogni Essere della Natura:
in ogni Essere figlio di Madre Hera.
Se superiamo la forma, incontriamo le emozioni:
nelle Api come negli Esseri Umani.

Questo è il senso dell'arte di Antonio Infantino e di Santina Nocerino: condurre l'uomo oltre la forma della sua ragione per incontrare ragioni differenti con cui comunicare. Già, comunicare. Se l'uomo, inteso come insieme culturale fosse in grado di pensare agli animali come dei soggetti intelligenti che progettano la loro esistenza attraverso un complesso sistema di comunicazioni fatto di suoni, segnali visivi, olfattivi, movimenti corporei, non si separerebbe dalla Natura pensandosi immagine e somiglianza del dio padrone, ma riprenderebbe il posto che gli spetta fra gli Esseri della Natura. Se l'uomo concepisse che esiste un linguaggio, come quello delle api, infinitamente più complesso e articolato che non quello delle parole, comprenderete l'infinita complessità del mondo che lo circonda. Le ventisei lettere del nostro alfabeto sono piatte, non hanno profondità. Al massimo usiamo le maiuscole. Al contrario 26 odori hanno spessore, intensità, dati da frequenza e ampiezza. Davvero l'uomo pensa che con 26 odori si costruiscono meno parole e meno concetti che con 26 lettere? Se il colonialista avesse concepito una simile possibilità, avrebbe distrutto gli alfabeti fatti di colori o di nodi dei popoli conquistati dell'America Latina?

Io, come Pagano Politeista, prendo spunto dal discorso di Antonio Infantino e Santina Nocerino che dischiudendo il mondo delle Api ci dicono che un immenso emotivo ci circonda. Un immenso dal quale siamo emotivamente attratti, ma separati dall'onnipotenza della ragione. Una separazione che Antonio Infantino e Santina Nocerino tentano di superare suscitando con l'arte il trasporto emotivo nel visitatore.

In campo s. Margherita le sculture sono disposte quasi a caso, imitando i percorsi delle Api nella loro sciamatura. Le sculture sono in okite a cui Infantino attribuisce il simbolismo della contemporaneità.

Quando si guarda agli Esseri Animali, spesso ci si dimentica che ogni vivente della Natura, noi stessi, percorriamo uno spazio che va dalla nascita del corpo fisico alla morte del corpo fisico. Noi viviamo solo in funzione della morte. Da questa consapevolezza veniamo separati dalla ragione che impone all'uomo il delirio di eterno onnipotente che poi l'educazione veicola per sentieri autodistruttivi. Mancando questa consapevolezza ci dimentichiamo di vivere emotivamente ed intensamente ogni attimo della nostra esistenza. Troppe persone hanno dimenticato di usare le "parole alate" degli Dèi, cioè di riempire le parole delle loro emozioni e delle loro intenzioni. Le parole stesse vengono usate come inganno e finiscono per calarsi negli individui, attraverso il loro dialogo interno, portando gli stessi individui ad ingannarsi, ad imbrogliarsi, ad imporsi dogmi morali o limiti esistenziali, che li portano alla malattia mentale come rottura dei legami emotivi che dovremmo alimentare nel mondo in cui viviamo.

Per questo le persone sono educate a vivere in funzione di qualcos'altro diverso da sé. Vivono per il lavoro, per il denaro, per negare il benessere ad altre persone, per il dio padrone, per imporre una morale o dei doveri. Non vivono per sé stesse come le Api o gli Esseri della Natura. Antepongono a sé stesse un dovere che, di fatto, nega loro il piacere della vita. Così la morte è terrore, anziché il trionfo della loro esistenza. E' disperazione, anziché gloria. Cercando di dare un fine o un senso alla vita degli animali si finisce per dimenticare che essi vivono per sé stessi e il senso è nella loro stessa vita. Quando anche gli uomini troveranno il senso sacro della vita nella vita stessa, anziché in oggetti al di fuori della vita, allora rientreranno nella natura e le emozioni, che guidarono la formazione della loro intelligenza e del loro corpo fin da quando eravamo nel brodo primoridale, riannoderanno le relazioni con le intelligenze e i corpi di ogni altro Essere della Natura.

L'esposizione di Antonio Infantino e di Santina Nocerino terminerà il 25 luglio in Campo s. Margheria a Venezia.

Marghera, 10 luglio 2009

 

English version: Antonio Infantino and Santina Nocerino at the 53rd Venice Biennale

 

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Claudio Simeoni

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