La partita di calcio fra filosofi, azione n.14
Fondamentalisti e Dialettici n.3

Capitolo 45

La partita di calcio mondiale fra i filosofi

Claudio Simeoni

 

Sei capace di giocare a calcio?

 

Fondamentalisti e Dialettici n.3

 

Continua dal precedente...

 

Mao tse Tung passa la palla a Marx che si protende in attacco:

"E' pura tautologia dire che le crisi provengono dalla mancanza di un consumo in grado di pagare o di consumatori in grado di pagare. Il sistema capitalistico non conosce altre specie di consumo all'infuori del consumo pagante, eccettuato quello "sub forma pauperis" o quello del "mariuolo". Il fatto che merci siano invendibili non significa altro se non che non si sono trovati per esse dei compratori in grado di pagare, cioè consumatori (sia che le merci in ultima istanza vengano comperate per consumo produttivo ovvero individuale). Ma se a questa tautologia si vuol dare una parvenza di maggiore approfondimento col dire che la classe operaria riceve una parte troppo piccola del proprio prodotto, e che al male si porrebbe quindi rimedio quando essa ne ricevesse una parte più grande, e di conseguenza crescesse il suo salario, c'è da osservare soltanto che le crisi vengono sempre preparate quando da un periodo in cui il salario in generale cresce e la classe operaia "realiter" riceve una quota maggiore della parte del prodotto annuo destinata al consumo. Al contrario, quel periodo – dal punto di vista di questi cavalieri del sano e "semplice" buon senso – dovrebbe allontanare la crisi. Sembra quindi che la produzione capitalista comprenda delle condizioni indipendenti dalla buona o cattiva volontà, che solo momentaneamente consentono quella relativa prosperità della classe operaia, e sempre e soltanto come procellaria di una crisi."

Karl Marx, Il capitale, Libro secondo, Editori Riuniti, 1994 p. 429 – 430

Su Marx si precipita Tommaso d'Aquino che attribuisce i meccanismi esistenziali esclusivamente all'intervento del suo Dio:

"Certamente bisogna riconoscere che c'è differenza fra coloro che vedono Dio, nel senso che uno lo vede più perfettamente d'un altro. Ma ciò non dipenderà dall'immagine divina, impressa più perfettamente in uno che in un altro. E questo perché la visione non si effettuerà per mezzo di immagine. Ciò dipenderà, invece, dal fatto che un'intelligenza avrà maggiori capacità di un'altra alla visione di Dio."

Tommaso d'Aquino, La conoscenza di Dio, Fabbri Editori, 1996, p. 117

In questa condizione interviene Feuerbach che a Tommaso d'Aquino non lesina la critica della realtà vissuta:

"Certamente la personalità divina viene distinta in tutti i modi possibili da quella umana perché sia celata la sua identità; ma questa differenze sono o puramente fantastiche o mere rassicurazioni, miraggi la cui nullità è mostrata dal fatto della deduzione. Tutte le ragioni positive della creazione si riducono solo alle determinazioni, a quelle ragioni che impongono all'io la coscienza della necessità di un'altra essenza personale. Elaborate tutte le speculazioni che volete, non riuscirete mai a ricavare la vostra personalità da Dio se già non l'avrete prima inserita in lui, se Dio stesso non sarà già il concetto della vostra personalità, la vostra propria essenza soggettiva."

Feuerbach, L'essenza del cristianesimo, Laterza, 2003, p. 127

Su Feuerbach si lancia Gesù detto "figlio di Yahweh" che risponde al palleggio di Feuerbach a modo suo:

"Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande»."

Vangelo di Luca 6, 43-49

A sorreggere Gesù detto "figlio di Yahweh" arriva Maometto detto "profeta di Allahu Akbar" che, ricevuta la palla, tende a spostarsi a sinistra del campo:

" del Signore dei cieli e della terra e di ciò che sta a mezzo. Egli, l'abbonante in misericordia. Non potranno rivolgergli alcun verbo. Nel giorno in cui lo spirito e gli angeli saranno schierati in campo. Non pronuncerà parola se non colui a cui è stato concesso dall'abbondante in misericordia, e dirà il vero!"

Maometto, Il Corano, Sura LXXVIII versetti 37 e 38, Oscar Mondadori, 1980, p. 860

Maometto, dopo aver ricevuto la palla, passa a Platone in attesa:

"A questo punto io dissi: «E allora? Sai a quale pericolo tu ti esponi, affidando a lui la tua anima? Se tu dovessi affidare il tuo corpo a qualcuno, mettendolo nella possibilità di divenire buono o cattivo, penseresti molto sull'opportunità di affidarlo o no, e ti consiglieresti con gli amici e con i parenti e rifletteresti molti giorni. In- vece, trattandosi di ciò che stimi ben più del corpo, ossia dell'anima, dalla quale, a seconda che sia buona o cattiva, dipende interamente la buona o cattiva condotta della tua vita: ebbene, trattandosi di questo, non hai parlato con tuo padre, né con tuo fratello, né con alcuno dei tuoi amici, se sia opportuno o no che tu affidi la tua anima a questo forestiero ora arrivato, ma, avuta notizia di lui la sera prima, come mi dici, vieni qui di primo mattino, e, senza riflettere sulla cosa e senza chiedere consiglio se tu debba o no affidarti a lui, sei disposto a spendere il denaro tuo e quello degli amici, senz' altro deciso a metterti alla Scuola di Protagora, che pure, come affermi, non conosci, e con il quale non hai mai discusso, e che, per giunta, chiami Sofista, però mostrano .di ignorare che cosa sia questo Sofista al quale stai per affidare te stesso»."

Platone, Tutti gli scritti, Protagora, Bompiani, 2014, pag. 813

Su Platone interviene Bakunin che non tollera fraintendimenti:

"Dio essendo tutto, il mondo reale e l'uomo è nul1a. Dio essendo la verità, la giustizia, il bene, il bello, la potenza, e la vita, l'uomo è la menzogna, l'iniquità, il male, la bruttezza, l'impotenza e la morte: Dio essendo il padrone, l'uomo è lo schiavo. Incapace di trovare da sé stesso la giustizia, la verità e la vita eterna, non può arrivarvi che per mezzo d'una rivelazione divina. Ma chi dice rivelazione, dice rivelatori, Messia, profeti, preti e legislatori, inspirati da Dio stesso; e questi una volta riconosciuti come rappresentanti della divinità sulla terra, come santi istitutori dell'umanità eletti da Dio stesso per dirigerla nella via della salute, esercitano necessariamente un potere assoluto. Tutti gli uomini devono loro un'obbedienza passiva e illimitata; perché contro la ragione divina non c'è ragione umana, e contro la giustizia di Dio non vi è giustizia terrestre che tenga. Schiavi di Dio, gli uomini devono esserlo anche della chiesa e dello stato, in quanto quest'ultimo è consacrato dalla chiesa. Ecco quello che - fra tutte le religioni che esistono o che sono esistite - il cristianesimo ha negli o degli altri compreso, meglio della maggior parte del1e antiche religioni orientali, le quali non abbracciavano che popoli distinti e privilegiati; mentre il cristianesimo ha la pretesa d'abbracciare l'umanità tutta intera; il che, fra tutte le sette cristiane, fu solo il cattolicesimo romano a proclamare e realizzare con coscienza rigorosa. Perciò il cristianesimo è la religione assoluta, l'ultima religione; e la chiesa apostolica e romana la sola conseguente, legittima e divina. Non spiaccia dunque ai metafisici ed agli idealisti religiosi, filosofi, politici o poeti: l'idea di Dio implica l'abdicazione della ragione e della giustizia umana: essa è la negazione più decisiva della libertà umana e ha per scopo la servitù degli uomini, tanto in teoria che in pratica. "

Bakunin, Dio e Stato, Samona e Savelli, 1971, Pag. 27 – 28

Bakunin palleggiando inizia a guardarsi attorno per impostare una nuova azione offensiva nei riguardi degli assolutisti.

 

Continua...

 

Gli Dèi riflettono su questa relazione:

Chimera e i filosofi Fondamentalisti e Dialettici n.3, azione 14

 

 

Marghera, 15 maggio 2018

 

Pagina tradotta in lingua Portoghese

Tradução para o português: Capítulo 45 - A partida de futebol entre filósofos, ação n.14 Fundamentalistas e Dialéticos n.3

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

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