Il Discorso perfetto nel Corpus Hermeticum
nella Partita Mondiale di Calcio della Filosofia

di Claudio Simeoni

Partita di calcio mondiale della filosofia

 

Il Discorso perfetto nel Corpus Hermeticum

Quando si vuole discutere di religione e di filosofia metafisica, di teologia, o, più in generale, di idee religiose spesso non ci si rende conto che esistono piani diversi di concetti ideali che si intersecano fra di loro e che le persone mal distinguono nelle loro differenze e nelle loro funzioni.

E' un problema religioso sul quale ho riflettuto nello scrivere "Il sogno di Allah" all'interno della Partita Mondiale di Calcio della Filosofia.

Noi conosciamo il cristianesimo dai suoi "testi sacri", ma non conosciamo, almeno correntemente, i percorsi psico-emotivi attraverso i quali quei testi sono stati assunti come testi sacri diventando il punto di riferimento di una cultura di pochi eletti che dominavano una massa di analfabeti costretti ad assumere quei testi come punto di riferimento senza aver mai letto quei testi, ma limitandosi ad immaginarli.

Dal punto di vista religioso, questo fenomeno ha particolare importanza fra il II e l'VIII secolo d. c.

Il paganesimo sparisce dall'orizzonte culturale. Il dibattito è tutto all'interno della visione cristiana del mondo a cui, alcune correnti di pensiero, tendono ad inserire elementi di pensiero estranei al cristianesimo al fine di legittimare il cristianesimo stesso nei confronti di chi potrebbe essere critico nei confronti dell'assolutismo del dominio dell'uomo sull'uomo proposto dal cristianesimo.

Un testo interessante, per comprendere il meccanismo, è "Asclepio" uno dei testi inseriti nel "Corpus Hermeticum". Il testo aveva come titolo originale "Discorso perfetto" e nasce fra il II e il III secolo d. c. Questo testo partecipa alla formazione della teologia cristiana di Agostino d'Ippona e di Lattanzio fondatori della teologia cristiana. Poi, questo testo sparisce dalla cultura. Per 1200 anni nessuno sa che Agostino d'Ippona e Lattanzio hanno usato questo scritto per le loro elucubrazioni teologiche.

"Che grandi filosofi!" Furbescamente hanno copiato e ingannato sui diritti di altri autori.

Il testo viene riscoperto nel 1500 e tradotto in volgare da Marsilio Ficino nel 1500 diventando uno dei testi base dell'esoterismo.

Il Dio dei cristiani che dice: "O fai quello che voglio io o io ti ammazzo!" è diventato il padrone degli uomini, domina gli Stati, dispone della polizia e brucia vive le persone che non si sottomettono.

Questo testo che un tempo ha alimentato la via del potere e del dominio del Dio dei cristiani e il suo assolutismo e poi fu abbandonato, ora diventa un testo buono per sedare gli uomini affinché non dichiarino guerra al Dio dei cristiani e al suo assolutismo.

La concezione del mondo del Corpus Hermeticum diventa l'ancora di salvezza del macellaio di Sodoma e Gomorra per garantirsi il diritto di macellare gli uomini.

Proviamo a leggere alcuni passi dell'Asclepio ricordando che fu scritto nel II secolo d. c. e il suo nemico non era il cristianesimo e nemmeno il neoplatonismo, ma quella concezione religiosa che vedeva il mondo pieno di Dèi, che considerava l'uomo stesso un coacervo di Dèi e che ogni agire era un progettare di Dèi fra Dèi. Alla necessità che gli uomini si facessero "Fato" progettando il loro futuro, si contrapponeva l'idea di un Dio padrone e creatore che determinasse la realtà privando gli uomini della loro divinità.

Scrive nell'Asclepio:

Trasformazioni continue nel mondo

"Anche il mondo cambia la sua forma, Trismegisto?".
"Ma allora, Asclepio, vedi bene che mentre io stavo dandoti tutte queste spiegazioni, tu dormivi! Poiché, che cos'è il mondo, o da che realtà è composto, se non da tutte quelle che sono venute all' essere? Dunque, tu vuoi parlare del cielo, della terra e degli elementi. Ebbene, quali altri esseri cambiano aspetto più frequentemente? Il cielo diventa umido, secco, freddo o infuocato: questi sono gli aspetti che spesso si alternano pur nell'unica forma del cielo. La terra, poi, conosce sempre molti cambiamenti di aspetto, quando produce le messi, e quando poi nutre questi suoi prodotti, quando di essi diversifica le qualità, le quantità, gli arresti o le crescite, e soprattutto le caratteristiche, gli odori, i sapori, le forme degli alberi, dei fiori, delle bacche. Il fuoco determina numerosissime trasformazioni divine. E infatti, le immagini del sole e della luna sono onniformi: sono simili, per così dire, ai nostri specchi, che con lucentezza imitativa rendono le copie delle immagini. Ma di questi argomenti, ormai, si è detto abbastanza.

L'uomo creatore di Dèi

Ritorniamo ora all'uomo e alla ragione: è in virtù di questo dono divino che l'uomo è stato chiamato animale razionale. Tutto quello che abbiamo detto finora dell'uomo, infatti, è sì degno di ammirazione e di stupore, ma non tanto quanto questo, che supera l'ammirazione per tutte le meraviglie: l'uomo ha potuto scoprire la natura divina e produrla. I nostri antenati, dunque, incorsero in molti errori riguardo alla conoscenza degli Dèi, e non si rivolgevano al culto e alla religione divina, ma poi trovarono l'arte con cui creare gli Dèi. E, dopo averla scoperta, vi aggiunsero una virtù appropriata, tratta dalla natura materiale, e mescolandola 'alla sostanza delle statue', poiché non potevano creare delle anime, evocando anime di dèmoni o di angeli, le introdussero nelle immagini sacre con riti misterici santi e divini, per poter avere la facoltà di fare del bene e del male tramite questi simulacri.
Un esempio, o Asclepio, ne è il tuo avo, il primo inventore della medicina, al quale è consacrato un tempio sul monte della Libia accanto alla costa dei coccodrilli, tempio in cui giace il suo uomo terreno, ossia il corpo (la parte restante, infatti, o meglio la totalità di lui, se è vero che la totalità dell'uomo consiste nella percezione della vita, è ritornata in cielo, in quanto è la migliore: ancor oggi, grazie al suo potere divino, egli offre ai malati tutti i soccorsi che anche prima era solito fornire grazie all' arte della medicina. Ermete, mio avo, del quale porto il nome, risiedendo nella sua patria, che da lui trae nome, non aiuta forse e non preserva tutti i mortali che affluiscono a lui da ogni parte? Quanto a Iside, poi, moglie di Osiride, quanti beni sappiamo che offre, se è propizia, e a quanti sappiamo che nuoce, quando è adirata. Infatti, gli Dèi del mondo terreno si adirano facilmente, poiché sono stati realizzati dagli uomini con una mescolanza di entrambe le nature. Perciò accade che questi animali sacri che vediamo siano riconosciuti come Dèi dagli Egiziani, e che ricevano un culto, nelle singole città, le anime di coloro che sono stati proclamati Dèi da vivi, cosicché gli Egiziani vivono nelle città obbedendo alle loro leggi e si fanno chiamare con i loro nomi: per questa ragione, o Asclepio, alcuni Dèi sembrano degni di culto e di venerazione in alcune città, e in altre invece no, e pertanto gli abitanti delle varie città dell'Egitto si provocano continuamente a guerra".
"E di questi Dèi che sono considerati terreni, o Trismegisto, quale è la natura ?".
"E' costituita, o Asclepio, da erbe, pietre, di aromi, che contengono in sé una virtù occulta di efficacia divina, e per questo motivo si dilettano di sacrifici frequenti, di inni, di elogi e di suoni soavissimi che producono una melodia in un con cento di armonia celeste. Sicché, quella parte celeste può introdursi nel simulacro grazie ai frequenti riti, e, lieta, sopportare la compagnia degli umani, permanendo per lunghi tempi. E' così che l'uomo risulta fabbricatore di Dèi.
E non credere, Asclepio, che gli influssi esercitati dagli Dèi terreni siano casuali. Gli Dèi celesti abitano gli spazi più alti del cielo, ciascuno occupando e mantenendo il posto che nella gerarchia gli è stato assegnato. Questi nostri Dèi, invece, i terreni, si curano di alcune singole cose, predicendo alcuni eventi con sorti e divinazione, provvedendo ad alcuni bisogni e offrendo la loro assistenza, ciascuno a suo modo, e così aiutano gli uomini in base, per così dire, ad una affettuosa parentela".

Heimarméne, Necessità Ordine

"Ma allora, Trismegisto, a quale parte del progetto razionale di Dio presiede la Heimarmene, ossia il Fato? Gli Dèi celesti non dominano forse il mondo nella sua totalità, mentre quelli terreni amministrano le singole cose?".
"Quella che noi chiamiamo Heimarmene, o Asclepio, è quella necessità che governa tutti gli eventi, connessi sempre gli uni agli altri in un'unica catena. Dunque, è o la causa produttrice delle cose o il Dio supremo o quel dio che è stato creato come secondo dal primo Dio; o l' ordine di tutte le cose celesti e terrene, stabilito da leggi divine. Dunque, questa Heimarmene e necessità sono entrambe legate tra loro con un collante che le rende indivisibili!": la prima delle due, la Heimarmene, genera i principi di tutte le cose; la necessità, a sua volta, costringe a realizzarsi le cose che dipendono, per il loro principio, dalla Heimarmene. A entrambe consegue l'ordine, ossia l'intreccio delle cose che devono essere realizzate e la loro disposizione nel tempo. Nulla, infatti, esiste senza composizione in un ordine: questo mondo è compiuto e perfetto in tutte le sue parti, dal momento che il mondo stesso è governato dall' ordine, ossia consiste interamente di ordine.
Dunque, questi tre principi: la Heimarmene, la necessità, l'ordine, sono in massimo grado effetti della volontà di Dio, che governa il mondo con la sua legge e in base al progetto razionale di Dio. Ad essi, infatti, è stato sottratto da Dio ogni volere o non volere, poiché essi non si lasciano alterare dall'ira né piegare dal favore, bensì obbediscono alla necessità della ragione eterna, che è l'eternità inevitabile, immobile, indissolubile. Per prima, dunque, viene la Heimarmene, che, dopo avere, per così dire, gettato un seme, fa produrre la prole di tutte le realtà future; viene poi la necessità, dalla quale tutte le cose vengono costrette con la forza a realizzarsi. Per terzo viene 1'ordine, che mantiene la connessione di quelle cose che la Heimarmene e la necessità hanno disposto. Questa, dunque, è la necessità, che non ha incominciato ad esistere né finirà, e che, fissata dalla legge immutabile del suo corso, si muove di un movimento eterno: essa tuttavia nasce e muore tante volte, man mano, nelle sue membra, cosicché, in momenti diversi, rinasce nelle stesse membra in cui era morta. Così, infatti, è l'organizzazione del movimento circolare: che tutte le cose vi siano strettamente connesse al punto che non si riesce a individuare l'inizio del movimento circolare, se pure ce n'è uno, poiché tutte le cose sembrano sempre sia precedersi sia seguirsi. Tuttavia, anche gli eventi fortuiti sono presenti, mescolati a tutte le cose del mondo terreno.

Tratto da: Corpus Hermeticum, Asclepio, Editore Bompiani, 2006, pag. 583-589

La guerra ideologica, che è guerra di filosofia metafisica e di teologia, per distruggere la Religione Pagana, passa attraverso la distruzione delle concezioni religiose proprie della Religione Pagana messa in atto da Platone, neoplatonici e magisti che non si presero mai la responsabilità delle loro affermazioni.

Basti pensare che questo scritto, che nasce attorno al II secolo d. c., viene attribuito ad un fantasioso personaggio, Ermete Trimegisto, che si pensava collocato ai tempi di un altro fantasioso personaggio, Mosè.

In sostanza, assistiamo ad una vigliaccheria continua e sistematica elaborata da Platone (questo è il primo che ho individuato) che anziché affermare: "Io dico che..." Preferisce dire "Socrate ha detto...", "Gli Orfici dicono..." E continuano con "Mosè ha detto...", "Gesù ha detto..." dove il dire è sempre un insieme di stupidaggini che non vengono discusse in quanto stupidaggini dette perché, se fossero discusse in quanto stupidaggini, verrebbero messi in discussioni personaggi "mitici" come Socrate, Ermete Trimegisto, Gesù o Mosè.

L'uomo, educato ad essere timoroso davanti all'autorità, viene costretto ad essere timoroso davanti a Dio per il quale rinuncia alla sua capacità di critica e, come conseguenza, alla sua vita.

Anche in questo modo fu sconfitta l'antica Religione Pagana: gli uomini hanno rinunciato a sé stessi preferendo sottomettersi ad un Dio che, come loro signore e padrone, li possedeva cibandosi della loro vita.

Marghera, 29 dicembre 2022

 

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