Ares e i filosofi fondamentalisti contro dialettici
azione 4

La partita di calcio mondiale fra i filosofi

Capitolo 5
Gli Dèi riflettono sui filosofi

di Claudio Simeoni

Continua dal precedente...

Sei capace di giocare a calcio?

Mentre Atena stava concludendo il suo discorso sulla ragione, discorso che riprenderà ancora, Ares le si avvicinò. Ares era privo di ragione. Ares si esprimeva là dove il conflitto coinvolgeva i partecipanti e non disdegnava di schierarsi con chi riteneva esser il più forte nelle sfide.

Atena era nemica di Ares e proruppe: "Cosa sei venuto a fare?" "Perché?" rispose Ares "Pensi di essere l'unica che di diverte in questa guerra? L'intelligenza della ragione dirige l'impeto, ma senza impeto, senza la forza emotiva che prorompe da un petto, l'intelligenza è solo una parola muta che nasce e muore in sé stessa".

"Chi inganna e mente al suo intelletto non ha neppure un cuore sincero, onesto. La sofistica corrompe tutto l'uomo. Ma la dottrina della cena è sofistica. Con la verità del sentimento è espressa la falsità della presenza corporea di Dio e viceversa con la verità dell'esistenza obbiettiva la falsità del sentimento.

Feuerbach, L'essenza del cristianesimo, Laterza, 2003, p. 258

"Il tempo della filosofia" continuò Ares "Ha dimenticato il significato delle "parole alate", quella parole piene di impeto, emozione e sentimento con le quali gli uomini abitano un mondo di contraddizioni, relazioni e conflitti. " Chi inganna e mente al suo intelletto non ha neppure un cuore sincero, onesto", ma soprattutto vale il contrario perché solo chi vive le proprie emozioni e le manifesta nel mondo non mente né a sé stesso né alla vita. Tu" continuò Ares rivolto ad Atena "sei maestra degli inganni perché l'inganno è arte della tua guerra. Il tuo intento è puro, ma non il tuo cuore. Io ho solo un cuore e alimento gli intenti degli uomini " Con la verità del sentimento è espressa la falsità della presenza corporea di Dio e viceversa con la verità dell'esistenza obbiettiva la falsità del sentimento" il mio combattere non inganna".

"La rivoluzione borghese si limita a sostituire al potere un gruppo di sfruttatori con un altro gruppo di sfruttatori: perciò non ha bisogno di demolire la vecchia macchina statale; mentre invece la rivoluzione proletaria caccia dal potere tutti, senza eccezione, i gruppi di sfruttatori, e porta al potere il capo di tutti i lavoratori e di tutti gli sfruttati, la classe dei proletari; perciò non può fare a meno di demolire la vecchia macchina statale e di sostituirla con una nuova."

Stalin, Questioni del leninismo, l'Unità, 1945, p. 137

"Il vento dell'emozione" continuò Ares "pulisce l'orizzonte dalle nubi di un presente doloroso. Spalancare la porta del futuro permettendo all'emozione di esprimersi in altri orizzonti e in questi altri orizzonti ci sono altre nubi che necessitano di venti emotivi impetuosi per aprire porte che conducono a successivi orizzonti".

"Sono io" disse Ares "che mi agito nel cuore degli uomini. Sono io che prorompo in un'emozione che travolge il presente. Tu, Atena, puoi guidare il mio prorompere nel mondo dal cuore dell'uomo. Come vorrei travolgere tutti gli ostacoli che impediscono la vita dell'uomo. Vorrei spazzarli via con un solo gesto e poi relegarli in un oblio in cui la stessa sofferenza umana sia dimenticata. Ma senza di me, Atena, che ne è della tua violenza, della tua strategia, del tuo inganno? Senza la passione che travolge gli ostacoli diventi la costruttrice di ostacoli, la costruttrice di dolore, la costruttrice di sottomissione. Senza di me" conclude Ares "la guerra è solo sottomissione e sofferenza perdendo la passione e il coinvolgimento emotivo per il quale l'uomo è disposto a morire sacrificandosi per il bene di altri!"

"Chi dice ciò non ode le voci di coloro che pregano e che dovunque, levate la mani al cielo, fanno dei voti in pubblico e in privato, e gli uomini non sarebbero stati tutti concordi in questa follia di rivolgersi a divinità sorde e a Déi impotenti se non avessimo sperimentato i loro benefici che, ora offerti spontaneamente, ora concessi in seguito a preghiere, sono grandi, opportuni e vengono a stornare da noi gravi minacce."

Seneca, Tutti gli scritti, Rusconi, 1994, p.536

"Quando gli uomini pregano" dice Ares "Non hanno passioni e vivono in una sofferenza che annichilisce ogni loro possibile scelta. La concordanza degli uomini nel sottomettersi pregando o nell'esprimere le proprie pulsioni emotive non nasce dalla concordia degli uomini o dalla loro natura, ma dalle condizioni sociali che hanno costretto gli uomini a rinunciare alla proprie emozioni e ai loro bisogni nella società in cui vivono."

"Osservo" dice Ares " che quando un esercito tenta di conquistare una città, il governo di quella città mette in atto azioni di difesa. Già in precedenza aveva alzato muri a difesa della città o scavato fossati. Già in precedenza uomini armati erano pronti a difendere il governo di quella città dai suoi stessi cittadini qualora avessero protestato per una qualche ingiustizia. Ora che arriva il nemico, il governo di quella città chiama i suoi abitanti ad armarsi contro il "nemico comune". Se prima dell'arrivo del nemico quello stesso governo arrestava e imprigionava un cittadino perché trovato in possesso di un coltello, ora chiede ai suoi cittadini di impugnare le armi contro l'invasore. Perché pensare il singolo individuo, il singolo uomo, diverso da quella città? Perché non si insegna ai cittadini a costruire muri per difendere le proprie emozioni dalle aggressioni, non si costruisce cultura con cui affrontare le condizioni del mondo, non si insegnano a quegli uomini a veicolare i loro bisogni di libertà e desideri nei modi e nelle possibilità che la società consente? Io Ares sono sottoposto a violenza. Si finge che non esisto e quando appaio alla coscienza dell'uomo vengo violentato perché mi si attribuiscono intenzioni che io non ho. Proprio perché io vengo violentato le persone diventano incapaci di veicolare sé stesse nel mondo e questa incapacità si trasforma in supplica, in preghiera, come manifestazione dell'impotenza dell'uomo di abitare il mondo. Sbaglia Seneca. Gli uomini non hanno riscontri sull'efficacia delle preghiere, gli uomini hanno riscontro solo della loro impotenza davanti alle condizioni del mondo. Un'impotenza che ha costruito Atena quando, alimentando il bisogno di possesso degli uomini, ha alimentato la loro intelligenza per trasformare altri uomini in uno stato di schiavitù. Ci vuole l'intelligenza per costruire la schiavitù; ci vuole l'emozione per spezzare le catene. Ma spesso è troppo tardi e all'uomo sottomesso non resta che pregare. Non resta che attendere la liberazione dalla schiavitù che gli concede la morte del suo corpo fisico".

"Schiavi, obbedite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne, non solo quando vi vedono, come per piacere agli uomini, ma con sincerità di cuore, per timore del signore, tutto quello che fate, fatelo di cuore, come per il signore e non per gli uomini, sapendo che riceverete in ricompensa l'eredità dalle mani stesse di dio. E' a cristo signore che voi servite. Chiunque, invece, commette ingiustizia, commetterà secondo l'ingiustizia commessa: non vi sarà accettazione di persone."

Paolo di Tarso, lettera ai Colossesi 3, 22-25

"Obbedite, obbedite" afferma sbuffando ed imprecando Ares " non mi sentite fremere dentro di voi? Non anelate a grandi spazi o ad una vita felice senza obblighi né catene? I vostri genitori vi hanno allevati come animali affinché siate sottomessi al loro servizio e voi vi comportate da animali facendo della sottomissione il piacere del vostro padrone, del vostro Dio. In questo modo usarono Atena per costruire un branco di lupi che si contendevano uomini trasformati in greggi di pecore che i lupi portano al macello della vita. E poi" riflettè Ares "i lupi possono cibarsi di pecore, ma non trasformano uomini in pecore, allo stesso modo la pecora non teme il lupo quanto dovrebbe temere l'uomo che vuole essere il suo padrone. Sterminarono più pecore gli uomini che non tutti i predatori fin da quando le pecore divennero per diversificazione di specie precedenti. E, dopo aver distrutto l'uomo trasformandolo in pecora sottomessa e violentato l'Ares dentro di lui, chiamarono giustizia la schiavitù dell'uomo e ingiustizia il suo desiderio di libertà."

"La rivoluzione borghese non può accogliere attorno alla borghesia, per un periodo di una certa durata, masse di milioni di lavoratori e di sfruttati, appunto perché loro sono lavoratori e sfruttati, mentre invece la rivoluzione proletaria se vuole assolvere al proprio compito essenziale, che è di consolidare il potere proletario e di edificare una nuova economia socialista, può e deve legare i lavoratori e gli sfruttati al proletariato in un'alleanza durevole, appunto perché essi sono degli sfruttati e dei lavoratori."

Stalin, Questioni del leninismo, l'Unità, 1945, p. 137-138

"La storia umana del tempo della filosofia è la storia della guerra finalizzata a rendere gli uomini sottomessi. Questa storia "dice Ares "è una storia che toglie agli uomini la loro capacità di critica del presente. Combattere significa disarmare il nemico e meno gli uomini sono in grado di analizzare il presente in cui vivono, tanto più sono disarmati nei confronti di chi li vuole sottomettere quando presenta loro una verità immaginaria dalla quale non sono in grado di sottrarsi. Ma io prorompo" continua Ares "nei bisogni, nelle necessità e nei desideri. Afrodite è la compagna di Efesto, ma io sono il desiderio che combatte nelle contraddizioni dell'esistenza e Afrodite non può negarsi là dove il desiderio e la passione degli uomini invade il mondo in cui vivono. Gli uomini possono essere ridotti in schiavitù, ma il desiderio, la passione, i bisogni, quando si riempiono di emozione, tendono a rompere i legami e io, Ares, insorgo dentro di loro. A volte Atena mi affianca e allora anche lo schiavo, anziché gettarsi come un toro infuriato contro il suo mulino a vento, progetta, medita, soppesa come usare la forza emotiva dentro di sé per rendere stabile la rimozione delle catene che in quel momento lo stanno soffocando."

"Atena, Atena, quante energie hai sperso per combattere la passione in nome della ragione eppure, solo la passione mette le ali alla ragione" continua Ares "perché quando io insorgo distruggo, comunque, il presente e c'è la necessità di costruire un nuovo presente. La rimozione della schiavitù degli uomini è sempre un'invocazione di giustizia e la giustizia distrugge sempre il presente in cui dominava l'offesa, manifestazione di ingiustizia, per costruire un diverso presente senza di lei."

"Infatti la libertà di tutti gli uomini, lungi dall'essere una negazione o anche una limitazione della tua, come hanno preteso i teologi e anche i filosofi deisti della scuola di Jean Jacques Rousseau, ne è, al contrario, la conferma necessaria, il trionfo e l'esternazione all'infinito. La libertà di ciascuno suppone necessariamente la libertà di tutti, e la libertà di tutti non diviene possibile che per la libertà di ciascuno."

Bakunin, Là dove c'è Stato non c'è libertà, Demetra, 1996 p. 89

"Io Ares devo vivere e io vivo solo quando le emozioni prepotenti insorgono nell'uomo e questi è preso da un furore sacro che rimuove gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della sua vita. Ma io non sono Atena. Io non progetto il futuro. Io percepisco il dolore che reprime l'emozione e a quel dolore sono costretto a rispondere e, se l'uomo non risponde, allora soccombe nella sottomissione consumandosi giorno dopo giorno in un'inedia esistenziale che lo rende schiavo di bisogni e di desideri altrui. Solo Atena può dirigere il furore affinché non si esprima in maniera sterile, ma non sempre Atena è amica dei miserabili. Spesso Atena usa il furore dei miserabili per costruire futuri che ai miserabili vanno stretti. E costoro, anziché proiettarsi in nuovi orizzonti, sognano un ritorno al passato, magari con un diverso padrone che gratifichi il loro bisogno di sottomissione. Il mio furore non costruisce, il mio furore distrugge. Distrugge la causa del dolore, ma se i distruttori hanno conosciuto solo coloro che provocano dolore, il futuro che costruiranno sarà un futuro che a sua volta provocherà dolore."

Così parlò Ares davanti ad arbitri attoniti di una partita di calcio dei filosofi fuori dal tempo.

 

Continua...

Il significato della partita di calcio della filosofia spiegate dagli Dèi.

 

Marghera, 7 dicembre 2019

 

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