Marina Abramovic: Confessione

Cercare i significati della Religione Pagana nell'arte

54esima biennale d'arte di Venezia

di Claudio Simeoni

54esima Biennale di Venezia: indice argomenti pagani

 

Marina Abramovic con la sua performance ci racconta di una veicolazione della libido la cui origine razionale sfugge agli Esseri Umani.

Meravigliosa, Marina Abramovic.

Che dire oltre che "meravigliosa"?

Marina Abramovic esplora uno sconosciuto oscuro in cui la libido si distende in una veicolazione ben conosciuta dall'educazione cristiana. Sia che si tratti di cattolicesimo, protestantesimo o ortodossia. Marina entra in quell'oscuro in cui nessuna persona, educata cristianamente, può farne a meno.

In quel modo, e solo in quel modo, la loro libido nell'individuo educato cristianamente si distende.

Lei, inginocchiata davanti all'asino a raccontare storie della sua quotidianità. Quell'atteggiamento che i cristiani conoscono molto bene perché lo evocano nella loro struttura psichica e del quale ne hanno paura perché l'altro, e loro lo sanno, non può essere annullato nella loro libido che chiede soddisfazione.

Io non voglio tradurre il testo con cui Marina Abramovic fa all'asino la sua confessione.

Io riconosco molto bene la traduzione razionale dello stato emotivo che Marina Abramovic vuole comunicare:

"L'anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio gioisce in dio, mio salvatore! Perché ha rivolto i suoi sguardi all'umiltà della sua serva. Ed ecco che fin d'ora tutte le generazioni mi chiameranno beata. Perché grandi cose ha fatto in me. L'onnipotente il cui nome è santo. La sua misericordia si estende d'età in età su coloro che lo temono. Ha mostrato la potenza del suo braccio, ha disperso gli uomini dal cuore superbo. Ha rovesciato i potenti dai loro troni, e ha esaltato gli umili. Ha saziato di beni gli affamati, e rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, verso Abramo e la stirpe in eterno." Luca 1, 46-55

Questo è l'unico atteggiamento libidico che il cristianesimo ammette nella relazione fra persone e al quale costringe i bambini a sottostare: sia che tu ti identifichi col padrone, dio, l'asino, sia che tu ti identifichi con la schiava sottomessa che gioisce della sua sottomissione.

Marina Abramovic davanti all'asino è come la Maria dei cristiani davanti al loro dio. Lo spettatore si identifica con dio e si compiace della performance di Marina Abramovic.

Nella rappresentazione di Marina Abramovic l'asino assume la posizione del dio padrone e Marina Abramovic, con la sua confessione, altro non fa che recitare il Magnificat.

Ed è il capolavoro di Marina Abramovic.

Lei riproduce quella sessualità da sottomissione imposta dal cristianesimo e dal cattolicesimo in particolare. Quella sessualità da sottomissione che, quando viene esaltata, porta i preti cattolici a stuprare i bambini perché ritengono che i bambini siano "sottomessi al padre" come Maria fu sottomessa a dio. La schiavitù totale che Marina Abramovic rappresenta nella sua Confessione. Dove dio è l'asino pronto ad accogliere le sua affermazioni e nell'asino si identificano i cristiani che si considerano tanti dio padrone.

Perché molti uomini occidentali odiano il velo delle donne musulmane? Perché identificano il velo che loro portano con la rappresentazione di Marina Abramovic: sono sottomesse. Quella sottomissione eccita molto i cristiani e vedono in quella sottomissione il desiderio di possesso della donna, di quella donna, che, però, è posseduta o desidera essere posseduta da altri, diversi da loro. Un po' come l'eccitazione dei film prodotti dalla sessualità delle suore represse negli anni '70. L'oggetto posseduto: già ti possiede dio, dunque ti posso possedere anch'io. Marina Abramovic fa leva su una sessualità che si può esprimere solo col possesso e quello che rappresenta Marina Abramovic c'è tutto il senso della sessualità cristiana.

L'asino è dio. Il dio dei cristiani al quale, Marina Abramovic, fa la sua confessione.

La performance di Marina Abramovic ha anche altre chiavi di lettura. Rappresenta il potere femminile con cui le donne sono sopravvissute all'assolutismo cristiano che le voleva passive e sottomesse: quel potere dell'arrendevolezza e della cedevolezza il cui scopo era quello di avvolgere l'aggressore. "Io sono la preda passiva. Pianta su di me la bandiera della vittoria e poi, dopo, ci penso io...". La passività diventa arte della guerra con l'altro che esercitando una qualche forma di dominio diventa dipendente dal dominio fino alla sua distruzione.

Un'altra chiave di lettura della performance di Marina Abramovic è la comunicazione non verbale. Quella comunicazione che non necessita né di parole, né di segnali corporei in quanto il soggetto che si ha davanti non comprende i segnali della specie umana. Esiste una particolare astrazione psichica nella quale possiamo percepire le tensioni del mondo e che, viste da uno spettatore esterno, appaiono come immobilità. La frenesia della comunicazione empatica e l'immobilità del corpo. Il dio dei cristiani è il dio della parola, il dio del verbo, altrimenti è estraneo agli Esseri Umani: non appartiene alla loro specie. Ne ha paura.

Non è importante quale chiave di lettura noi assumiamo per interpretare la performance di Marina Abramovic. Qualunque questa sia è la nostra interpretazione che apre ad uno scenario che sta solo a noi affrontare.

Detto tutto questo c'è qualcos'altro nella performance di Marina Abramovic capace di colpire l'immaginario delle persone.

Guardatevi queste due foto. Due modi diversi di presentarsi, di proporsi, per chiedere qualche cosa.

Le persone ritratte hanno lo stesso intento: portarsi a casa qualche soldo. Osservate la diversità fra le due persone. Una ostenta una maschera e attraverso la maschera desidera un soldo, l'altra annulla il proprio corpo. Il suo essere come persona. Anche la maschera annulla la persone e presenta una forma, ma la forma ha orgoglio di sé mentre la persona inginocchiata ha rinunciato ad essere persona, ad essere un corpo, ad essere un volto. Non ha rinunciato solo a sé stessa come persona, ma ha rinunciato a sé offrendosi ai passanti in un'assoluta passività. Si è trasformata in un oggetto d'uso che non reclama nulla.

La pratica di questa persona annullata viene usata spesso nelle pratiche Zen in cui il religioso buddista, quando chiede l'elemosina, annulla sé stesso come persona. Solo che il religioso buddista è identificabile come religioso buddista e, pertanto, davanti a colui che gli offre un soldo, rimane un religioso buddista e il soldo viene dato in quanto lui è il religioso buddista. Questa donna prostrata ha completamente rinunciato alla propria identità, salvo il bicchiere che porge per una monetina.

Questa donna che chiede un soldo sta mettendo in atto una pratica Zen all'ennesimo grado: siete in grado di ammirarla?

La stessa pratica di questa donna prostrata che chiede la monetina, viene trasformata in arte da Marina Abramovic nella sua Confessione davanti all'asino.

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Il magnificat con cui Maria nel vangelo di Luca si offre al suo dio padrone uccidendo la sua persona in funzione della gloria del dio padrone è l'arte della donna prostrata che chiede l'elemosina. Solo che la donna prostrata offre un'immagine, mentre Maria, nel vangelo di Luca, offre il modello di distruzione della propria personalità in funzione di un corpo che è messo a disposizione del suo padrone. Il dio padrone dei cristiani non ama Maria in quanto persona, ma in quanto corpo che ha annientato la propria volontà d'esistenza e il desiderio del proprio ego in funzione dell'ego del dio padrone. La donna prostrata che chiede l'elemosina attiva lo stesso meccanismo del sentirsi dio padrone in ogni passante. La donna prostrata riceve la monetina perché suscita la libido dei passanti che si sentono tanti dio padroni ed esprimono il loro essere dio padrone sia nel disprezzo per la donna prostrata, sia nel dargli la monetina: essi, come tanti dio padrone, determinano la condizione di vita e di morte su quella che ritengono non persona. Immaginano che la donna annullata gioisca perché il dio padrone, nel mettere la monetina, ha volto lo sguardo verso l'umile serva...

Lo stato psichico del passante è la stessa condizione dell'asino nella performance di Marina Abramovic: Marina mette in scena la non persona sottomessa mentre lo spettatore si identifica con l'asino elevato a dio padrone dei cristiani e giudice della confessione di Marina Abramovic.

Marina Abramovic è magnifica, semplicemente magnifica...

La mostra, Personal Structures, a Palazzo Bembo in Riva del Carbon organizzata dall'associazione no-profit GlobalArtAffairs Foundation e curata da Karlyn De Jongh & Sarah Gold continuerà fino al 27 novembre. Visitandola potrete ammirare l'intera performance di Marina Abramovic della quale io ho raccolto solo pochi secondi.

Marghera, 17 giugno 2011

 

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Claudio Simeoni

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