Medusa e Minerva

Riflessioni sulla generazione di Ponto nella Teogonia di Esiodo

di Claudio Simeoni

 

Fra Medusa e Minerva c’è sempre stato un rapporto conflittuale.

Di Medusa parlano numerosi autori antichi e tutti mettono in rilievo la sua uccisione ad opera di Perseo o di Minerva. Poi, Medusa diventa sinonimo di Gorgone e diventa “la Gorgone” in cui l’immagine iconografica consiste nella testa formata da serpenti al posto dei capelli e dallo sguardo che impietrisce le persone che incontrano quello sguardo.

Questo è quanto del mito hanno capito i letterati che hanno trasmesso nella cultura comune.

Dal mito si apprende che Minerva, una volta tagliata la testa a Medusa, ha messo quella testa sul suo scudo, ma nessuno si è posto la domanda più ovvia: perch é?

Iniziamo a leggere quello che ci racconta Esiodo di Medusa:

“A Forci poi Ceto generò le Graie dalle belle guance,

canute fin dalla nascita, che chiamano Graie

gli Dèi immortali e gli uomini che vanno sulla terra,

Penfredo dal bel peplo e Enio dal peplo di croco

e le Gorgoni, che hanno dimora al di là dell’inclito Oceano,

all’estremo, verso la notte, dove sono le esperidi acute di voce,

Stenno, Euriale e Medusa dal triste destino:

questa era mortale, immortali e di vecchiaia ignare

le altre due; ma con essa sola si giacque l’Azzurrocrinito

nel molle prato e tra i fiori di primavera.

Quando Perseo tagliò la testa di lei via dal collo

balzò fuori Crisaore grande e il cavallo Pegaso,

e questa fu la causa del loro nome, che l’uno presso le sorgenti d’Oceano

nacque e l’altro un’aurea spada aveva nelle mani;

questi volando via e lasciata la terra madre di greggi

giunse fra gli immortali e dimora nella casa di Zeus,

il tuono e la folgore portando a Zeus prudente.

Crisaore generò il tricefalo Gerione

unitosi a Calliroe, la figlia dell’inclito Oceano;

costui fu ucciso da Eracle forte

presso i buoi dal torto cammino in Eritrea molto battuta dai flutti

proprio il giorno nel quale i buoi dalla larga fronte condusse

verso la sacra Tirinto, passato l’Oceano,

e dopo aver ucciso Orto e il bifolco Euritione

dentro la stalla oscura di là dall’inclito Oceano”.

Esiodo, Teogonia 270-294

Forco è figlio di Gea e Ponto, fratello di Nereo, Taumante, Ceto e Euribia.

Gea è la materia-energia di tutto l’universo e Ponto è il mare infecondo. Il mare senza la vita. Il mare come ambiente in s é. Un po’ come lo spazio di Nera Notte. Uno spazio in cui la vita può germinare perch é contiene le condizioni affinch é la vita germini.

Nereo è la trasformazione da “mare infecondo”, Ponto, a “mare fecondo”, Nereo. Il mare che genera la propria coscienza da cui nascono le Ninfe del Mare dette Nereidi con l’oceanina (figlia del Titano Oceano e Teti) Doride.

Euribia col Titano Crio!

Nereo con la figlia di Oceano Doride!

Forco con Ceto!

Taumante con la figlia di Oceano Elettra (è un’oceanina presente al rapimento di Persefone ad opera di Ade)

Euriba è la forza e la possanza e Crio è il migliore (ciò che c’è di migliore nelle scelte di adattamenti per il futuro migliore possibile)

Nereo è il mare fecondo con una figlia del Titano Oceano!

Forco, l’antico, il vecchio, il canuto e Ceto o cetaceo, mostro marino (nel senso di colui che mostra un immenso sconosciuto).

Taumante, la meraviglia, il meraviglioso, colui che mostra ed esprime meraviglia, con una figlia dei Titani Oceano e Teti, Elettra, la raggiante. La splendente.

La creazione della vita in cui interviene la generazione di Ponto, oltre alle Nereidi di Nereo e Doride, è una generazione tutta interna alle profondità marine che veicolano nella vita le pulsioni emotive figlie di Forco e Ceto. Ma abbiamo anche:

Da Euribia e Crio si genera: Astreo, Pallante e Perse

Da Taumante e Elettra nacque Iride e le Arpie.

Dai quali procede il venir in essere del mondo e delle forze divine che formano l’oggettività della via della Natura.

L’unica unione dei figli di Ponto con i figli di Urano Stellato c’è fra Euribia e Crio. E Astreo Pallante e Perse sono fra i costruttori della vita assieme a Zeus. Quali sono le forze divine che generano?

Astreo, con Eos, l’Aurora, generano i venti dal forte cuore Zefiro, Borea e Noto. Eosforo, la stella del mattino detta Fosforo o Lucifero. Gli Astri splendenti di cui il cielo è coronato.

Pallante, con Stige, figlia di Oceano, generò Rivalità, Nike, Potere e Forza.

Perse, con Asteria, sorella di Latona, generò Ecate.

Iride congiunge il cielo con la terra, gli Dèi del cielo con gli Dèi della Terra e le Arpie. Le Arpie sono forze che inducono ad espandersi nel mondo. Sono le forze dell’espansione soggettiva. Le pulsioni che ci portano a mangiare, divorare, brucare, rubare come atto di appropriazione. Senza questi Dèi che emergono dentro noi stessi non potremmo alimentare necessità di espansione che si esprime attraverso volontà d’esistenza in ogni nuovo nato: sono i cani da guardia di Zeus perch é spingono ogni nuovo nato nella Natura ad arraffare quanto gli serve per vivere espandendosi nel mondo. Non divinità primordiali come qualcuno vorrebbe, ma divinità fondanti la vita stessa.

Elenco tutti i figli di Forco e Ceto perch é questi fondano la vita oltre lo stesso Zeus. I figli di Ponto non solo si uniscono ai figli dei Titani (o ad uno stesso Titano), ma superano gli stessi Titani quando Echidna si unì a Tifone.

Medusa ha due sorelle, le Graie. Erano nate vecchie, avevano un solo occhio e un solo dente, ma sapevano vedere ciò che nessuno poteva vedere. Vivevano le emozioni nella trasformazione, il tempo che modifica un presente dopo un presente.

Le Graie erano veggenti, vecchie e immortali; Medusa era mortale.

La generazione di Forco e Ceto prosegue con la generazione di Echidna:

“Costei generò un altro mostro invincibile, in nulla simile

agli uomini mortali o agli dèi immortali,

nel cavo d’una grotta, la divina ECHIDNA dal cuore violento,

metà fanciulla dagli occhi splendenti e dalle belle guance

ma metà prodigioso serpente terribile e grande

astuto, crudele, della divina terra sotto i recessi;

là essa ha la spelonca, in basso, sotto la cava roccia,

lontano dagli Dèi immortali e dagli uomini mortali,

perch é là a lei diedero gli Dèi di abitare l’illustre dimora,

e sta nel paese degli Arimi, sotto terra, la lacrimevole ECHIDNA,

immortale fanciulla e ognor giovane, sempre.

Ad essa Tifone, raccontano, si unì in amore,

terribile, iniquo e violento, a lei fanciulla dagli occhi splendenti,

e lei concepì e partorì figli dal cuore violento:

Orto per primo, il cane, generò per Gerione;

secondo poi partorì, invincibile e indicibile,

Cerbero crudele, di Ade, il cane dalla voce di bronzo,

dalle cinquanta teste, implacabile e forte.

Per terza Idra generò, che sa lacrimevoli cose,

lernea, che la Dea dalle bianche braccia Era nutrì,

di odio insaziata, contro Ercole forte;

e lei il figlio di Zeus uccise col bronzo spietato,

l’Anfitrionide, col bellicoso Iolao,

Eracle, per volere di Atena predatrice.

Costei partorì Chimera che spira indicibile fuoco,

terribile e grande, veloce e forte;

tre teste aveva; l’una di leone dagli occhi ardenti,

l’altra di capra, di serpe la terza, di drago possente;

davanti leone, drago di dietro, nel mezzo era capra,

spirando tremendo ardore di fiamme brucianti;

costei l’uccisero Pegaso e il prode Bellerofonte.

Essa ancora Sfinge nefasta partorì, dei Cadmei la rovina,

giacendo con Orto, e il leone Nemeo,

nutrito da Era, la nobile sposa di Zeus,

che nelle valli nemee lo fece abitare, castigo per gli uomini,

signore di Treto Nemea e d’Apesanto;

ma lo abbatt é il vigore di Eracle.

“Per terza IDRA generò, che sa lacrimevoli cose,

lernea, che la dea dalle bianche braccia ERA nutrì,

di odio insaziata, contro ERACLE forte;”

E, infine:

“CETO, come ultimo figlio, a FORCI unita in amore,

generò un terribile serpe, che nei recessi della terra oscura,

presso i grandi confini ha la custodia degli aurei pomi.”

Ogni divinità nata da Gaia e Ponto è una forza che modifica la vita nella direzione che il mare infecondo detta come oggettività in cui la vita germina.

Gaia e Ponto è come Gaia e Urano Stellato.

Oltre a questo, Gaia, da sé stessa, genera Tifone.

Il linguaggio di Medusa è il linguaggio emotivo: gli occhi si infiammano, il corpo assume la postura del serpente pronto all’attacco e le parole coincidono con le emozioni della percezione del mondo che l’individuo lancia, come una sfida titanica e possente, nel mondo in cui vive, Non è il linguaggio di Atena, di Minerva che fa della saggezza la descrizione della vita fra astuzie e inganni, truffe e agguati. Il linguaggio di Medusa non inganna, è il linguaggio della vita. E’ il linguaggio dei Titani.

Athena e Medusa sono antitetiche. Mentre Atena è l’arte dell’agguato che nasce dalla testa di Zeus, Medusa è l’emozione che si presenta nuda ed indifesa davanti alla vita.

Nessuno è in grado di figurarsi quanto possono diventare violente le emozioni offese e ingiuriate.

L’aggressione è rappresentata dall’azione di Posidone e lo svelamento della rabbia è rappresentata dalla trasformazione che Atena opera nei confronti di Medusa che da allora diventa l’emozione rabbiosa e irraggiungibile da ogni soggetto.

Le sorelle di Medusa, vivono nelle emozioni che si manifestano durante il mutamento di un soggetto della Natura. Il soggetto della Natura non è consapevole del mutamento in atto, ma solo di prima o dopo il mutamento e non sa quale mutamento produrrà nell’oggettività quando metterà in essere delle azioni.

Tutta la generazione di Ponto e Gaia è una generazione che deve essere letta mediante le emozioni che esprime.

Le emozioni sono il fondamento della generazione di Ponto e Gaia.

Anche la generazione di Urano Stellato si basa sulle emozioni. Infatti, la figlia Afrodite e le Erinni sono forme emotive della vita. Solo che dalla generazione di Urano Stellato nascono i figli del tempo. Coloro che sedimentano la loro coscienza di S é, attraverso il mutamento dello stato precedente, e nascono i figli dell’Essere Natura, coloro che costruiscono la loro coscienza di S é attraverso quelli che chiamiamo: corpi fisici.

E’ da Euriba e Crio che nasce Perse che genera Ecate.

Ecate sta agli Esseri della Natura che vivono con passione e che si trasformano in Dèi, come Hera è l’insieme di Esseri che nascono per scissione, da uovo, seme e utero e vivono come Esseri della Natura intesa come coperta vivente dell’Essere Terra: sua Madre, Rea.

Nota: Le citazioni della Teogonia di Esiodo sono riprese dalla traduzione di Graziano Arighetti ed. BUR 1999

Marghera, 25 agosto 2012 (trasferita dalla pagina index in data 15 gennaio 2013)

 

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