Venti di guerra soffiano sull'Europa. La destra politica si compiace del genocidio messo in atto dagli ebrei nei confronti del Palestinesi. La sinistra politica si scopre prigioniera nell'essere contro l'antisemitismo che gli rende impossibile condannare il genocidio nazista che gli ebrei stanno compiendo finendo per legittimare il nazismo e il genocidio come prassi.
Giugno 2024: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

07 giugno 2024 cronache della religione pagana
Riflessione sulla civiltà Micenea

Claudio Simeoni

Cronache mese di giugno 2024

 

07 giugno 2024

Dalle Cicladi a Micene

Quando si parla dell'arte micenea viene subito alla mente l'oro trovato nella tomba, detta di "Agamennone", mentre, troppo spesso, cade in secondo piano la rappresentazione generale dell'arte di Micene.

Nel museo di Micene c'è una rappresentazione, una copia, della maschera di Agamennone il cui originale è conservato al Museo Nazionale Greco ad Atene (ho fotografato entrambe).

Io vorrei attrarre l'attenzione su tre aspetti dell'arte micenea più antica che hanno mantenuto i loro significati religiosi anche con i cambiamenti della struttura culturale della Grecia. Come succede in campo religioso, si modifica il tipo di rappresentazione, ma l'oggetto rappresentato è una costante anche quando, la modificazione della rappresentazione, tende a far dimenticare la realtà dell'oggetto rappresentato.

Nell'arte delle cicladi tutto è stilizzato. Lo spettatore comprende che quello è un volto e al volto attribuisce coscienza, volontà, progetto d'esistenza. Che si rappresenti con un volto la terra, il sole, il mare o la natura, il volto rappresenta coscienza, consapevolezza, volontà, progetto e scopo.

A Micene, come a Creta (solo che io a Creta non ci sono stato), le figure si fanno più complesse. Si arricchiscono di particolari, ma la stilizzazione permane. Da quei volti non si individua una persona specifica, ma si individua un mondo fatto di coscienze e consapevolezze. Parlare delle coscienze e delle consapevolezze del mondo costringe le persone a costruire una rappresentazione in forma umana: il sole agisce come un uomo, la terra come una donna, la natura come una donna (o viceversa a seconda del sesso con cui viene pensato) e, in quella forma, se ne può parlare indicando volontà, presenza e rappresentazione.

Il sistema religioso degli uomini sta nascendo. Gli uomini si relazionano col mondo consapevoli che il mondo è formato da intelligenze.

 

07 giugno 2024

Il serpente come simbolo, da Micene alla Grecia classica

Il secondo elemento da considerare della cultura micenea è il simbolo del serpente.

E' un simbolo che permane in tutta la religione greca.

Dal simbolo del Pitone come soggetto profetico a Delfi ucciso da Apollo per prendere il posto del Pitone nelle profezie, al simbolo del serpente attorcigliato alla verga di Hermes e al serpente simbolo di Asclepio. nel VII secolo a.c.

Il serpente è il simbolo della vita che si apre strisciando nell'esistente in cui è venuta in essere.

Nell'immagine, tratta dal museo dell'asklepieion dell'Epidauro in Grecia, il serpente è attorcigliato al bastone di Esculapio.

Con il serpente Escupaio guariva le persone con ferite difficilmente rimarginabili e, dunque, rappresentava un simbolo della vita.

Questo simbolo lo possiamo datare attorno al VII secolo a. c., ma la seconda immagine è un'immagine del museo di Micene e rappresenta il serpente arrotolato su sé stesso databile a prima del 1200 a.c.

E' indubbio che ci sia una continuità fra l'uso del serpente come simbolo nella civiltà Micenea e l'uso del serpente come simbolo nella Grecia storica precristiana.

Non a caso i cristiani schiacciano la testa del serpente, della vita che si apre un varco nell'esistenza, per costringere ogni vita ad arrendersi e a sottomettersi al loro Dio.

Nelle foto: Asclepio (Esculapio) al museo dell'Epidauro col serpente attorno al bastone e il serpente avvolto su sé stesso al museo di Micene (prima del 1.200 a.c).

 

07 giugno 2024

La vita come infinito a Micene

Il terzo elemento della civiltà micenea che prendo in considerazione è l'uso del simbolo del serpente.

Dire che il serpente rappresenta la vita di ogni soggetto che striscia affrontando ogni singolo problema e uscendo uguale e diverso, nel medesimo tempo, da ogni singolo problema, contraddizione, ostacolo che incontra, oggi come oggi appare scontato, ma rappresentare graficamente questo agire del soggetto come serpente nell'esistenza, prima del 1200 a.c. appare, quanto meno, un'incredibile intuizione religiosa.

Il fregio, rappresentato nella foto, è il fregio di un tempio. Non è una semplice decorazione, è l'avanzare del serpente che entra nelle contraddizioni della vita e che esce dalle contraddizioni della vita. La vita che prosegue nel suo eterno corso. Nelle sue trasformazioni. Ogni contraddizione è un pinto d'arrivo e un punto da cui ripartire. Nello stesso tempo, una fine e un inizio.

Questo fregio del serpente genera quel fregio che noi chiamiamo "greca".

Prendete la vostra mano sinistra, con il palmo verso il vostro petto. Tenete il pollice lungo la mano. Delle altre quattro dita piegate la falangina e la falangetta lasciando la falange come continuità della mano. Poi, prendete la mano destra. Volgete il suo dorso verso il vostro petto. Piegate come prima la falangina e la falangetta e nel vano che rimane incastrate la mano sinistra. Ciò che ne esce è il simbolo della greca.

Al Museo Nazionale Greco troveremo molti esempi della linea continua a spirale.

Questo dovrebbe far riflettere sulle idee religiose relativi alla vita propri degli Antichi, i Micenei in questo caso. Dovrebbe far riflettere anche in che cosa consistono le idee religiose degli Antichi che non possono essere ridotte ad una brutta copia del cristianesimo.

[La greca, come esempio, l'ho disegnata io alla meno peggio]

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

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