Dato un insieme, la risultante di un insieme varia al variare di un fattore dell'insieme.
Dato un insieme di risultanti di insiemi, la risultante dell'insieme varia al variare di ogni risultante di ogni insieme contenuto.
Giugno 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

06 giugno 2025 cronache della religione pagana
Severino Boezio e l'assolutismo di Dio

Claudio Simeoni

Cronache mese di giugno 2025

06 giugno 2025

Severino Boezio e l'assolutismo di Dio

Boezio rappresenta la pietra tombale delle Antiche religioni i cui ultimi seguaci, ridotti alla clandestinità, ne continueranno i culti in segreto.

Boezio continua l'operazione filosofica di Agostino d'Ippona introducendo nel cristianesimo sia le idee di Platone che le idee di Aristotele in quell'operazione di censura che iniziata con Pitagora, Platone e Aristotele, alimenta l'odio per il politeismo religioso e per i desideri e i piaceri degli uomini, Piaceri e desideri che devono essere incarcerati per meglio controllare l'uomo.

Severino Boezio, (Roma 475/477 – Pavia, 524/526) fu uno degli agenti ideologici dell'imperatore Teodorico. Incarcerato in quanto accusato di tradimento, fu giustiziato a Pavia. Strangolato e finito a bastonate. La chiesa cattolica, con il papa Leone XIII ne approvò il culto per la chiesa di Pavia e lo festeggia il 23 ottobre.

Boezio coniuga l'Artefice, il Dio assoluto, di Platone con il Dio ebreo cristiano passando per Plotino e Cicerone: neoplatonici e stoici.

Cosa resta del Dio della bibbia una volta che Boezio ne definisce l'assolutismo come diritto assoluto dell'Imperatore?

Rimane la narrazione infantile che viene spacciata all'infanzia in un continuo sforzo ideologico di contenere lo sviluppo di ogni singolo uomo e di ogni singola donna in una condizione di pensiero infantile, di perenne dipendenza da una figura paterna, che col tempo diventa impersonale, chiamata Dio.

Quando l'individuo si sforza di uscire dalla condizione infantile in cui si muovono i suoi pensieri, eccolo rifiutare quella figura che crea la luce dal nulla o devasta l'umanità col diluvio universale. Non parla più del Dio a capo delle armate ebraiche che devasta i popoli, ammazza donne e bambini per il suo potere. Non si parla più dell'Imperatore che si identifica con Dio.

Dio assume una dimensione astratta, impersonale. Lui è Dio onnipotente che agisce nella vita degli uomini in un modo così sottile che gli uomini nemmeno se ne accorgono. La "provvidenza" è l'arma di Dio e tu devi riconoscere la mano di Dio ogni volta che qualche cosa ti va bene. In questo modo neghi te stesso, le tue decisioni, perché queste sono il frutto della volontà di Dio a cui ti devi adeguare accettando tutto quello che ti va male in nome della volontà di Dio.

Scrive Boezio:

Allo stesso modo, dunque, se la provvidenza vede qualcosa come presente, è ineluttabile che questa cosa esista, benché non abbia, per sua natura, nessuna necessità di esistere. Ora, Dio vede come presenti quelle cose future che provengono dalla libertà di decisione; queste cose, dunque, in rapporto alla visione divina, diventano necessarie per la condizione della conoscenza divina, considerate per se stesse, invece, non decadono dall'assoluta libertà della loro natura. Avverranno, dunque, senza dubbio tutte quelle cose che Dio prevede che avverranno, ma alcune di loro hanno origine da libera decisione, ed esse, quantunque si verifichino, non perdono con l'esistere la loro natura, per la quale, prima che avvenissero, sarebbero potute anche non avvenire.

Accadono tutte le cose previste da Dio e non le cose che tu vuoi o puoi far accadere.

Esistono cose che accadono e che per loro natura non hanno la necessità di accadere?

L'affermazione in sé, fatta da Boezio, ha del farneticante: significa togliere agli accadimenti le necessità del loro accadere. Significa che non affronti più l'accadere per le cause che provocano l'accadere, ma devi confidare nella provvidenza di Dio affinché l'accadimento delle cose, senza necessità di accadere, ti sia favorevole. Questo ha la funzione di alimentare l'impedimento alla ricerca delle cause costringendo l'individuo all'incoscienza e all'inconsapevolezza che lo rende disarmato davanti alla vita.

"Dio vede come presenti le cose future..." siamo nella condizione in cui il filosofo, Boezio, si fa Dio e dice alle persone ciò che è la percezione di Dio. Non esiste un Dio "che vede come presenti le cose future..." ma esiste un Boezio che proclama l'esistenza di un Dio che vede le cose future e che desidera l'esistenza di un Dio che vede le cose future.

Le cose, viste da Dio, avverranno, dice Boezio, ma alcune cose che accadranno sono determinate dalle azioni umane che, comunque, Dio ha previsto che quell'uomo farà.

In questo modo il Dio di Boezio ha il controllo dell'uomo e di tutti quegli accadimenti che, secondo Boezio, possono non avere una causa necessaria affinché accadano.

Scrive Boezio:

Che importa allora - mi dirai - che non siano necessarie, quando per la condizione della conoscenza divina, ne risulterà, in tutti i modi, un'equivalente necessità? Ha la stessa importanza - rispondo - dei fatti che poco fa ho citato, ossia l'esempio del sole che sorge e dell'uomo che cammina; essi, mentre accadono, non possono non accadere; uno solo di loro, tuttavia, prima ancora che succedesse, era inevitabile che avvenisse, l'altro, invece, no affatto. Così pure, quelle cose che Dio ha presenti, avverranno senza dubbio, ma di queste, alcune discendono propriamente dalla necessità delle cose stesse, altre, invece, dal potere di chi le compie. Non a torto, dunque, dicevamo che queste cose, se si rapportano all'atto del conoscere divino, sono necessarie; se si considerano per se stesse, sono sciolte da ogni legame di necessità, così come tutto ciò che, appare ai sensi, se lo rapporti alla ragione è universale, se lo rapporti a se stesso, è particolare.

Il Sole sorge e l'uomo cammina; entrambe sono delle necessità soggettive indotte da cause. Ciò che accade ha la necessità di accadere, ma la necessità di accadere appartiene agli effetti delle cause che hanno costruito la situazione per la quale il Sole sorge e l'uomo cammina anziché strisciare.

Entrambe le condizioni è inevitabile che accadano. L'uomo può decidere, per un attimo, di non camminare, ma non può decidere di non camminare. O decide di vivere o decide di morire.

"quelle cose che Dio ha presenti, avverranno senza dubbio" il che significa: "Quelle cose che Dio ha creato che siano, saranno e dal momento che saranno sono presenti a Dio.". Il Dio di Boezio non è uno spettatore delle cose che accadono e accadranno, è il creatore delle cose che devono accadere e all'uomo, secondo Boezio, rimane solo l'illusione di scegliere ciò che è già stabilito che debba accadere.

Boezio risolve in Dio i limiti della conoscenza dell'uomo quando dice: "alcune discendono propriamente dalla necessità delle cose stesse, altre, invece, dal potere di chi le compie". Le cose discendono sempre dalla necessità di accadere per la coincidenza di varie cause che le manifestano in essere. Le cose che nascono dal "potere di chi le compie" altro non è che la necessità soggettiva di compiere quelle cose perché, alcune cause, al di là che io le conosca o meno, hanno coinciso affinché quella persona, in quella situazione, esercitasse la sua volontà di compierle.

Scrive Boezio:

Ma se è in mio potere - mi dirai - di mutare proposito, vanificherò la provvidenza, quando, eventualmente, io muterò qualcosa che essa conosce in precedenza. Ti risponderò che puoi, bensì, deviare altrove il tuo proposito, ma poiché la verità presente della provvidenza vede che tu puoi ciò e vede anche se tu lo fai e su quale altra scelta eventualmente ripieghi, non puoi evitare la prescienza divina, come non potresti sfuggire allo sguardo di un occhio sempre presente, quantunque con la tua libera volontà ti volgessi alle azioni più svariate. Allora - dirai - la conoscenza divina si muterà a seconda del mio comportamento, cosicché se io voglio ora questo, ora quello, risulterà che anch'essa debba alternare le vicende del conoscere?
Per nulla affatto. La visione divina, infatti, precorre ogni cosa futura e la rivolge e richiama alla presenza del proprio atto conoscitivo e non ondeggia, come credi tu, nell'alternativa di prevedere ora questo, ora quello, ma con un solo colpo d'occhio previene ed abbraccia, rimanendo immobile, i tuoi cambiamenti.

Qui Boezio ammette l'esistenza di un "mutare di proposito", secondo lui, non vanifica la provvidenza di Dio perché la provvidenza di Dio comprende la decisione soggettiva di agire mutando il proposito.

Boezio dice che l'uomo è prigioniero della prescienza d Dio e ad essa non sfugge "come non potresti sfuggire allo sguardo di un occhio sempre presente, quantunque con la tua libera volontà ti volgessi alle azioni più svariate". Il problema è che "l'occhio sempre presente" guarda le mie più svariate azioni mentre, nella prescienza, proclamata da Boezio, l'occhio non vede le mie azioni, ma vede le azioni che farò perché ha determinato le azioni che farò. Solo che, se ha determinato le azioni che farò, io non sono responsabile per le azioni che faccio o che farò, ma il responsabile è Dio e tutte le azioni che possono essere censurate come "malvage" che io posso fare vanno imputate alla prescienza di Dio che ha determinato le mie azioni malvage.

Signori, vi prego, mettete in galera Dio e impiccatelo, perché egli è il responsabile di ogni delitto subito dall'umanità in quanto, con la sua prescienza, ha creato la malvagità per il proprio sollazzo.

Scrive Boezio:

Questa presenza capace di abbracciare e cogliere simultaneamente tutte le cose non deriva a Dio dal realizzarsi delle cose future, ma dalla propria semplicità. In questo contesto si risolve anche la questione che tu hai sollevato poc'anzi, sostenendo che sarebbe indegno il dire che i nostri atti futuri forniscano la causa alla conoscenza di Dio. Infatti questa interna energia della conoscenza divina, che abbraccia tutte le cose con una nozione presente, stabilisce essa stessa la misura per tutte le cose e nulla invece deve alle cose che avverranno in seguito.

E concludo questa carrellata di osservazioni con l'affermazione creazionista di Boezio. Nulla a Dio arriva dalle cose, ma tutto è espressione di Dio. "Sarebbe indegno" dice Boezio "affermare che i nostri atti futuri forniscono la causa della conoscenza di Dio.". Come ti permetti, dice Boezio, di affermare che i tuoi atti futuri contribuiscono alla conoscenza di Dio. E' una cosa indegna! E' la conoscenza divina, di Dio, che stabilisce la misura di tutte le cose (che ha creato le cose e il disegno divino). Nulla Dio deve alle cose che agiranno in seguito.

La fusione di platonismo, stoicismo e neoplatonismo viene fatta da Boezio per fornire al cristianesimo, al Dio dei cristiani, il Macellaio di Sodoma e Gomorra, quella dignità universale che la bibbia, mettendolo a capo militare del popolo eletto, ha elevato a sterminatore dell'umanità.

Tratti da: Boezio, La consolazione della filosofia, Editore BUR, Pag. 385/387

 

06 giugno 2025

Trump e i tassi sul commercio come gioco

Credo che il termine corretto per definire la situazione sia "caos" che non è il Divino Caos, ma il capriccio del bambino che ha il potere di distruggere tutti i giocattoli affinché altri bambini non ci giochino.

Caos nel commercio, nell'economia, nella finanza e condizioni per una guerra o per infinite guerre locali.

Cosa vogliono gli USA con questo caos?

Essere riconosciuti come i padroni del mondo senza avere doveri rispetto a leggi o istituzioni. Nemmeno nei contratti commercial o negli accordi internazionali.

 

06 giugno 2025

Il mio compito

Io avevo un compito, uno solo, quarantacinque anni or sono.

Avrei dovuto liberare il Paganesimo dal cappio nazi-fascista che il cristianesimo aveva costruito attorno al suo collo.

Un operaio non sa nulla di cultura dal momento che la sua cultura scolastica si è fermata alla sufficienza sociale anche se i numerosi corsi tecnici (aerei, elicotteri, macchine per scrivere, fotocopiatori e quant'altro) hanno portato ad un accumulo di conoscenza costringendolo a vivere esperienze che altre persone non avrebbero mai affrontato.

Ci sono alcune definizioni, nella storia del pensiero sociale che definiscono questo tipo di operaio che preferisco ora non nominare.

Questo tipo di operaio inizia un percorso di trasformazione soggettiva. Pensa di aver scoperto delle cose belle sulla realtà in cui vive e inizia a comunicarle.

Non ne conosce il valore, perché la scarsa preparazione scolastica non gli permette il confronto fra ciò che pensa e ciò che comunemente è pensato.

Poi gli Dèi arrivano e gli dicono: "Prendi ciò che arriva e utilizzalo!".

Un solo compito avevo: la costruzione del pensiero Pagano.

Per farlo dovevo accumulare esperienza.

L'ho fatto, mi è costata tanta fatica.

Ora penso di essere arrivato verso la fine del mio lavoro.

Non avevo il diritto di chiedere a nessuno di aiutarmi, e nessuno lo fece; non avevo il diritto di rifiutare quanto mi si offriva anche se questo avesse comportato fatica.

Il mio lavoro non è un lavoro di successo. Le masse non applaudono.

Ho fatto ciò che potevo. Ho rispettato il patto con gli Dèi. Ho lavorato intensamente e le persone che leggono, sempre si perdono non cogliendo il filo delle pagine che ho scritto.

A me non importa.

Forse anche questo era nei progetti degli Dèi: io ho fatto ciò che dovevo fare, non ciò che altri avrebbero voluto o volevano che facessi.

Fintanto che le persone vivranno nell'oscurità della sottomissione non sentiranno la necessità di una diversa condizione.

 

Tutti i testi del mese di giugno 2025 in un'unica pagina

 

 

Indice pagine mensili di cronache Pagane

 

Torna agli argomenti del sito Religione Pagana

Home Page Religione Pagana

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Iside con bambino - Museo di Napoli prestata a Torino!

 

 

Questo sito non usa cookie. Questo sito non traccia i visitatori. Questo sito non chiede dati personali. Questo sito non tratta denaro.