Dato un insieme, la risultante di un insieme varia al variare di un fattore dell'insieme.
Dato un insieme di risultanti di insiemi, la risultante dell'insieme varia al variare di ogni risultante di ogni insieme contenuto.
Giugno 2025: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.
Argomenti del sito Religione Pagana
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30 giugno 2025
La folle idea di Trump secondo cui bombardare una nazione dovrebbe rendere quella nazione "amica degli USA".
Né la Russia, né la Cina hanno dato un aiuto diretto all'Iran. Eppure era necessario riflette sui motivi per i quali né l'Iran, né l'Egitto, né l'Arabia Saudita o l'Iraq sono intervenuti direttamente per aiutare i Palestinesi di Gaza che sono stati e ancora vengono massacrati.
E' difficile per gli occidentali cristiani capire che le strategie di guerra nel mondo sono cambiate e farsi coinvolgere nel gioco delle bombe su chi ce l'ha più grossa è un gioco da lasciare ai bambini anche se questo comporta il genocidio di una nazione come Gaza.
E' buffo, in occidente nessuno ha denunciato l'aggressione USA dell'Iran che, a differenza di Israele, non ha bombe atomiche né ha una prospettiva per poterle costruire esattamente come l'Iraq non ha mai avuto "armi di distruzione di massa" come Bush, Blair e Berlusconi andavano farneticando pur di giustificare il genocidio degli iracheni.
La domanda è: a che cosa stiamo assistendo?
Gli USA di Trump hanno urgenza di giustificare una guerra mondiale perché forti delle armi sono convinti di distruggere ogni nazione rapinandola dei beni.
E' difficile per gli Europei comprendere come la prima nazione da distruggere è l'Unione Europea.
Non la Cina o la Russia sono nemiche degli USA, ma l'Unione Europea che disponendo di una popolazione che rappresenta il secondo mercato mondiale, fa ombra agli USA nella loro strategia per il dominio del mondo.
Gli USA dipendono troppo dalla Cina per consideraarla un nemico diretto... il resto, immaginatevelo da soli.
30 giugno 2025
Una delle più importanti discriminanti fra cristianesimo e Religione Pagana consiste nella contrapposizione di significato fra Daimon e Demonio (uso i due termini per distinguere le due diverse significazioni).
Lavorando su La città di Dio contro i Pagani di Agostino d'Ippona, anche se già da oltre 25 anni ero consapevole della differenza, analizzandolo assieme a Platone, e ai medio platonici mi sto rendendo conto del passaggio del significato che tanto dolore e tanto odio ha portato nelle società umane.
Ancora oggi ci sono personaggi criminali che vengono definiti "esorcisti" che aggrediscono persone indifese accusandole di essere indemoniate.
Siamo in un sistema concettuale che si è sviluppato dalla necessità di Platone di derubare l'uomo della sua parte divina i cui effetti furono milioni di persone torturate e bruciate vive.
C'è una responsabilità sociale quando si pensa una cosa anziché un'altra. Ci si crede furbi, come Platone, e, invece, si è solo dei criminali.
Comunque, continuerò a sviluppare il concetto nei singoli passaggi storici e ideologici.
30 giugno 2025
La Corte Suprema USA, la Corte Costituzionale degli Stati Uniti, ha ordinato alla magistratura di non ostacolare l'ascesa al potere dittatoriale di Hitler perché Hitler è Dio e nessuno ha il diritto di ostacolare le decisioni di Dio anche quando Dio vuole annientare l'umanità col diluvio universale.
USA rimpiangete quanto avreste dovuto pensare quando potevate penarlo; rimpiangete quanto avreste dovuto dire quando potevate dirlo; rimpiangete quanto avreste dovuto fare quando potevate farlo.
Il mondo soffrirà per il vostro assolutismo ancor di più che oggi, ma le vostre lacrime si trasformeranno in fiumi vorticosi.
La Corte Suprema USA fu voluta dai fondatori affinché proteggesse i cittadini dagli abusi del potere. Abbandonata la missione, la Corte Suprema USA lavora per legittimare la dittatura in nome dell'ideologia nazista.
Mentre sulle questioni irrilevanti può proteggere i cittadini, per tutte quelle questioni il cui scopo è rendere i cittadini schiavi di un arbitrato soggettivo di Istituzioni che si identificano con Dio, anziché con i doveri Istituzionali nei confronti dei cittadini, la Corte Suprema USA avvalla l'illegalità in nome del potere assoluto di Dio con cui si identifica.
Trasformare la società USA in una dittatura personale è la premessa per la distruzione della società.
Pagina specifica dell'argomento
29 giugno 2025
A mio avviso vale la pena di ritornare sulla polemica messa in atto da Pitagora e Platone prima e dai medio platonici contro i poeti che Agostino d'Ippona usa per trasformare gli antichi Dèi nei suoi demoni.
Agostino d'Ippona non dice che "Gli antichi Dèi greci e romani non esistono, ma dice che sono demoni". Agostino d'Ippona giustifica quest'affermazione come sviluppo delle idee platoniche e medio platoniche secondo cui i demoni altro non sarebbero che gli intermediari fra gli uomini e gli Dèi.
I platonici si sono sempre scontrati con le antiche religioni definite, nella realtà religiosa, da Omero, Esiodo e Orfeo. Per negare gli Dèi di Omero ed Esiodo è necessario interpretare gli Dèi di Omero ed Esiodo come uomini e donne con specifici superpoteri. Questa visione infantile della poesia di Omero e di Esiodo permette all'infantilismo platonico di elaborare nuove e diverse concezioni sulla natura degli Dèi in una guerra furibonda ai modelli religiosi proposti da Omero ed Esiodo. Modelli con i quali, l'assolutismo pitagorico e l'assolutismo platonico (e medio platonico), evita di confrontarsi.
I poeti, come Omero, Orfeo, Esiodo, ecc. raccontano "storie di Dèi" non definiscono la "natura degli Dèi" perché nel loro tempo non si reputava necessario definire la "natura degli Dèi" fintanto che non arrivarono personaggi assolutisti come Pitagora, Parmenide e Platone che interpretarono gli Dèi, definiti dai poeti, come uomini dai superpoteri consentendo loro di negare i processi di divenire in sé dell'universo e sottomettere il divenuto dell'universo alla volontà dell'Uno, del Tutto o dell'Artefice.
L'infantilismo platonico è assonante all'infantilismo cristiano e il cristiano Agostino d'Ippona trova del tutto logiche le affermazioni dei medio platonici che appaiono utili al suo stesso discorso sui demoni.
Scrive Agostino d'Ippona:
Qualcuno potrà dire che coloro i quali secondo la rappresentazione dei poeti, senza allontanarsi troppo dalla verità, odiano o amano certi uomini, sono compresi soltanto nel numero dei demoni cattivi e non fra tutti (quelli appunto che secondo Apuleio sono sconvolti nell'agitazione della mente attraverso il fermento dei loro pensieri); ma come giustificare questa interpretazione, visto che, quand'egli parla così, descrive la posizione intermedia fra dèi e uomini non di alcuni demoni, cioè quelli cattivi, ma di tutti, a motivo dei loro corpi aerei? A suo avviso i poeti creano degli dèi prendendoli nella cerchia di questi demoni, imponendo loro nomi divini, distribuendo fra questi, agli uomini che lo vogliono, amici e nemici; questa sarebbe la finzione dei poeti, resa possibile dalla licenza sfrenata delle loro invenzioni, mentre risulta che gli dèi sono molto lontani da questi comportamenti diabolici, nella loro dimora celeste e nella sovrabbondanza della loro felicita.
La prima menzogna di Agostino d'Ippona consiste nell'affermare che gli Dèi "odiano o amano certi uomini". Non esistono Dèi che amano o odiano gli uomini come soggetti in sé. Esistono Dèi che affiancano e alimentano le azioni di alcuni uomini, in base alle scelte che gli uomini fanno, ed esistono Dèi che ostacolano tali scelte. Non si tratta di amare od odiare quegli uomini. Si tratta di osservare le scelte, le azioni che vengono fatte e le modificazioni dell'ambiente che tali scelte comportano. Alcune modificazioni, imposte dagli uomini, sono favorevoli ad alcuni Dèi, altre sono di ostacolo al cammino e allo sviluppo di quegli o altri Dèi.
La "Guerra di Troia" fornisce questo modello. Gli Dèi abitano il mondo, si trasformano nel mondo, divengono abitando e agendo nel mondo. Gli Dèi delle Antiche Religioni, non sono "il Dio assoluto della patologia psichiatrica di Agostino d'Ippona". Voler trattare gli antichi Dèi e la loro natura come viene immaginata da Agostino d'Ippona la natura del suo Dio assoluto è un'offesa e un'ingiuria. Come è offesa e ingiuria voler trasformare la realtà fattiva degli Dèi nel loro abitare il mondo in astrazioni allegoriche.
E' indubbio che Apuleio, non descrive una condizione reale del divino, ma si limita ad ingiuriare le antiche religioni rubando agli uomini il "Daimon", del loro essere un Dio, per poterli stuprare mediante il controllo dell'uomo da parte di un assoluto che, in realtà, altri non è che il dittatore di ogni singola società.
I poeti descrivono gli Dèi che compartecipano alla realtà nella quale vive ogni soggetto della natura, non descrivono MAI gli Dèi separati dal mondo reale, dalla Natura e dagli Esseri Umani. Gli Dèi con-partecipano allo stesso modo in cui con-partecipano gli Esseri Umani e la Natura tutta alla trasformazione della realtà,
Secondo Apuleio, dice Agostino d'Ippona:
"i poeti creano degli dèi prendendoli nella cerchia di questi demoni, imponendo loro nomi divini, distribuendo fra questi, agli uomini che lo vogliono, amici e nemici;"
Secondo l'Apuleio di Agostino d'Ippona, i poeti usano i demoni, sapendo che non sono Dèi, li nominano come loro vogliono e li distribuiscono come amici o nemici degli uomini.
Questa ipotesi vale solo se gli Dèi vengono pensati come dei "super uomini". Solo che né Omero, né Esiodo e tanto meno Orfeo, pensavano agli Dèi in questo modo.
"Cantami o diva del Pelide Achille l'ira funesta..."
Questo "cantami o diva" sorge dal poeta; non è un'apparizione come quelle che piacciono ai cristiani.
Gli Dèi sono soggetti divini, "Daimon", che entrano in relazione col "Daimon" che gli uomini e le donne sono; che entrano in relazione col "Daimon" degli animali e delle piante. Tutto è divino in eterna trasformazione ed è il concetto che i poeti trasmettono e che Pitagora, Platone e Parmenide vogliono soffocare perché il presente deve essere opera di un Artefice che abita solo nella loro testa malata.
Gli Dèi devono essere allontanati dalla percezione umana, nascosti e i poeti tacciati di "invenzioni sfrenate" quando, ad Apuleio e ad Agostino d'Ippona, risulta che "gli dèi sono molto lontani da questi comportamenti diabolici, nella loro dimora celeste e nella sovrabbondanza della loro felicita". Apuleio e Agostino d'Ippona si sono dimenticati di dirci da che cosa risulta questa loro convinzione che, letta in questo modo, appare solo come un loro desiderio farneticante.
Scrive Agostino d'Ippona:
E' dunque una finzione poetica chiamare dèi quelli che dèi non sono e con il nome di dèi porli gli uni contro gli altri a causa degli uomini, che amano o odiano per amore di parte. Secondo lui, comunque, questa finzione non e molto lontana dalla verità, e vero infatti che sono chiamati con appellativi di dei senza esserlo, tuttavia sono presentati come demoni, cioè quali effettivamente sono. Ci sarebbe fra questi anche la Minerva omerica, che "intervenne nel bel mezzo dell'assemblea dei Greci per calmare Achille" Apuleio intende quindi considerare questa Minerva una finzione poetica, proprio perché ritiene Minerva una dea e la pone nella parte più alta dell'etere, lontana da ogni contatto con i mortali, tra gli dèi che ritiene tutti buoni e felici.
L'episodio citato da Agostino d'Ippona, anche se in maniera imprecisa, è un episodio chiarificatore della "natura degli Dèi" nell'Iliade di Omero.
Atena non interviene nell'assemblea dei greci per calmare Achille, ma è Ulisse che si fa Atena, come capacità progettuale di Ulisse che viene spesso chiamata "astuzia", che si fa strada nella coscienza di Ulisse come capacità di usare la situazione per un futuro vantaggio.
E' Ulisse che si fa Atena, non Atena che appare ad Ulisse; anche se la sua coscienza razionale, in quel momento, accoglie qualche cosa che non appartiene alla razionalità. Il progettare è un'azione volta al futuro, non al presente, e il Dio dei cristiani non ha nessuna visione di futuro, solo presenti che scaturiscono dal suo imperio.
Scrive sull'episodio una rapida ricerca in internat:
Durante il litigio tra Achille e Agamennone, Ulisse si schiera dalla parte di Achille. Atena, riconoscendo la sua saggezza, interviene per evitare che la situazione degeneri. Le viene descritto che, se avesse usato la violenza, avrebbe perso l'opportunità di ricevere ricompense ancora più grandi in futuro.
Nell'Iliade, Atena interviene per calmare Ulisse durante la lite con Agamennone, apparendo in forma di guerriero e consigliandogli di non usare la violenza, promettendogli invece future ricompense per il suo onore. Questo episodio sottolinea il ruolo di Atena come protettrice di Ulisse e il suo apprezzamento per l'astuzia e l'intelligenza dell'eroe.
Dal momento che Apuleio pensa ad Atena non come l'intelligenza progettuale che permea l'universo, ma solo come una "super donna" non può far altro che ritenere l'episodio un'invenzione poetica perché non è in grado di darsi nessun'altra spiegazione della realtà nella quale vive.
Scrive Agostino d'Ippona:
Può esserci stato qualche demone, comunque, favorevole ai Greci e ostile ai Troiani, come qualche soccorritore dei Troiani contro i Greci, che Omero chiama Venere e Marte; in realtà, secondo Apuleio questi sono dèi, i quali non compiono tali gesta e stanno nelle loro dimore celesti. Inoltre questi demoni si sono scontrati a favore dei rispettivi protetti e contro gli avversari; sin qui le affermazioni dei poeti non sarebbero lontane dalla verità. In effetti essi hanno parlato di coloro che con un moto del cuore a somiglianza degli uomini e con un'agitazione della mente sono sconvolti dai fermenti dei loro pensieri, per poter manifestare amore e odio verso gli uni e contro gli altri, non secondo giustizia, ma per passione di parte, proprio come fa il popolo nelle partite di caccia e nelle corse dei cocchi. Sembra dunque che la preoccupazione più grande del filosofo platonico sia stata quella di non far credere che quanto cantano i poeti sia opera degli dèi stessi, chiamati in causa indebitamente, anziché dei demoni che stanno in mezzo.
Le citazioni di Agostino d'Ippona sono tratte da: Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, Libro IX, pag.435/436
Gli Dèi non stanno nelle dimore celesti, stanno nell'oggettività attorno a noi e, per oggettività attorno a noi, intendo anche noi stessi.
Io sono parte di Marte, parte di Afrodite, parte di Zeus, parte di Hera, parte di Efesto, parte di Artemide, ecc.
Apuleio vuole rubarmi il divino che io sono per ridurmi a nulla.
Esiodo racconta che nell'età dell'oro gli uomini crearono gli Dèi e li crearono con ciò che loro erano e, poi, gli Dèi contribuirono a creare l'uomo, trasformazione dopo trasformazione.
Scrive Esiodo in "Le opere e i giorni":
Se lo desideri, ti narrerò bene e con arte un altro racconto; intanto tu convinciti che origine comune avevano gli uomini e gli Dei.
E poi ancora, scrive Esiodo:
Dapprima un'aurea generazione di uomini dotati di parola crearono gli Immortali, abitatori delle case d'Olimpo:
Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 16 (per la pagina vado a memoria)
Sono concetti estranei a Platone, a Pitagora, a Parmenide. Estranei anche al pensiero di Agostino d'Ippona teso a diffamare le antiche religioni in una forsennata ricerca di un padrone che chiama Dio col quale spargere terrore fra gli uomini.
29 giugno 2025
Speriamo che sia solo l'inizio!
Se qualunque menzogna viene pubblicata come se fosse una verità di fede, qualunque notizia vera può essere scambiata come menzogna.
Non siamo davanti alla libertà di parola, ma alla libertà di truffare, ingannare e raggirare. Siamo davanti alla libertà di delinquere.
Sono i delinquenti coloro che scambiano il diritto di parola col diritto di delinquere mediante la parola.
Puoi dire tutto quello che vuoi, ma non incitare al linciaggio, denigrare le persone che presentano fatti che vorresti nascondere, diffamare attribuendo intenzioni o azioni a persone che ritieni diverse da te.
Il diritto di parola è un diritto sacro, il diritto a delinquere non è un diritto, è la pretea di un criminale.
Pagina specifica dell'argomento
28 giugno 2025
La tristezza è una condizione psicologica vissuta da un individuo quando si sente impotente e inadeguato nel mondo in cui vive e non è in grado di cogliere delle possibili soluzioni.
L'individuo triste ripiega su sé stesso ed eleva la tristezza su un piano di nobiltà trasformandola nella condizione ideale nella quale veicolare le proprie emozioni.
L'individuo triste si presenta davanti al mondo come se la sua tristezza fosse un dono di Dio e non la condizione del proprio fallimento esistenziale.
Non essendo in grado di definire il presente ed eventuali soluzioni attraverso le quali modificare il presente, per lui diventa importante imporre stabilità al mondo e deridere ogni impresa che porta a tentare di modificare il presente.
L'individuo triste si aggrega ad individui tristi e falliti che mascherano i loro fallimenti ponendosi le grandi domande sull'esistenza umana convinti che non esistono riposte e, anche se qualcuno risponde, loro reagiranno con la derisione e la denigrazione.
L'individuo triste cerca di imporre il proprio fallimento esistenziale all'intero ambiente in cui vive perché solo in questo modo troverà la consolazione al proprio fallimento. Tutto l'ambiente è triste come il soggetto triste che trionfa imponendo tristezza a tutto l'ambiente.
L'uomo triste manifesta delle idee all'interno di un'ideologia al servizio del potente che è in grado, secondo lui, di alimentare la tristezza in tutte le persone portando al fallimento ogni tentativo di costruzione del futuro (o di modificazione di un presente in funzione di un futuro possibile).
L'ideologia dell'individuo triste è l'ideologia dell'onnipotente. Ma non dell'onnipotente che domina per il gusto del potere di comandare, ma domina per il gusto di alimentare il fallimento di ogni persona con cui viene a contatto che deve adeguarsi alla sua tristezza. Per il piacere di distruggere.
L'individuo triste è un addomesticatore di uomini, di bambini in particolare, perché addomesticare le persone permette di imporre loro la tristezza per ciò che avrebbero potuto fare ma che è stato loro impedito di fare.
in fondo, al di là che la tristezza sia indotta da malattia fisica o da una condizione psicologica, è sempre prodotta dalla consapevolezza della presenza di un infinito numero di cose che si avrebbero potuto fare, ma che non si sono fatte.
28 giugno 2025
Negli USA si parla molto della vittoria alle elezioni democratiche, per la candidatura a sindaco di New York, di Mamdani che ha battuto Mario Cuomo il designato ufficiale del partito democratico e già, se non erro, governatore dello Stato di New York.
Mamdani si dichiara socialista ed è di religione musulmana.
La novità non sta tanto nella propaganda del candidato, quanto nel cambiamento della percezione ideologica di una massa di persone che si stanno rendendo conto dell'assurdità dell'assolutismo.
L'assolutismo non danneggia solo il mondo (la Meloni ha dichiarato che la tassa arbitraria imposta da Trump sul 10% in più alle merci italiane, non è tanto. Non mi risulta che abbia mai perorato aumenti di stipendio dell 10% ai lavoratori dipendenti!), ma soprattutto gli USA con una modificazione delle relazioni all'interno del tessuto sociale ottenute con uno Stato di polizia.
Qualcuno parla di "rinascita della sinistra", ma sarebbe più corretto dire che forse inizia la fine dell'illusione delle persone che si identificano con Dio in una visione di "padroni del mondo" che porta, prima di tutto, a danneggiare sé stessi.
Quando Mamdani si scontrerà con il repubblicano designato da Trump, sicuramente si tenterà di presentare la questione come uno scontro fra cristiani e musulmani.
Sono quasi convinto che si assisterà ad una "guerra di religione" dove, ancora una volta, gli interessi dei cittadini saranno ignorati in nome di una nuova veicolazione dell'assolutismo.
28 giugno 2025
Ne "Le opere e i giorni" Esiodo ci parla della giustizia sociale.
L'esperienza da cui parte Esiodo per parlare di giustizia è la vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto contr il fratello che, corrompendo i magistrati, si è appropriato dell'intera eredità.
Si racconta che il fratello di Esiodo abbia dilapidato l'eredità e ha finito per chiede aiuto ad Esiodo.
Esiodo parla della giustizia sociale sia come realtà oggettiva che come necessità di giustizia degli Dèi.
Le condizioni con la "giustizia sociale" esercitata dai magistrati, è lo stesso tipo di giustizia che io ho subito non avendo né potere sociale né potere di incidere nei procedimenti penali salvo il fattore di verità che veniva trattato, dai magistrati, come menzogna per il loro tornaconto personale.
Ma quali sono le condizioni nelle quali gli uomini si trovano a dover affrontare i magistrati? Esiodo, alla maniera di Esopo, preferisce raccontare una favola e "chi ha orecchie per intendere, intenda".
Scrive Esiodo in Le opere e i giorni:
Ora io narrerò un apologo ai giudici, sebbene essi sieno saggi. Uno sparviero così parlò all'usignolo dalla gola canora, mentre, avendolo ghermito con gli artigli, lo stava portando in alto, fra le nubi, e quello, trafitto dagli artigli ricurvi, pietosamente gemeva. A lui, dunque, lo sparviero superbamente parlò: "A che ti lamenti, o infelice? Ti tiene uno che è più forte; dove io vado, tu andrai e, anche se sei canoro, ti divorerò oppure ti libererò a mio piacere. Stolto è chi vuole combattere contro i più forti: non riporterà alcuna vittoria e, oltre al danno, subirà pure la beffa". Così parlò lo sparviero veloce, uccello dalle grandissime ali.
NOTA: Le citazioni di Esiodo sulle età sono tratte da: Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 16-20
E' esattamente quanto sta avvenendo nel mondo. il più forte impone al più debole di sottomettersi.
Così i giudici condannano sempre la parte più fragile nei procedimenti penali seguendo il principio secondo cui "nessuno si deve vantare davanti a Dio chiedendo giustizia".
Questa condizione la osserviamo nei fatti di cronaca. La osserviamo negli avvenimenti internazionali come nelle vicende locali.
Se affronti chi è socialmente più forte devi partire dal presupposto che avrai sempre un atto di ingiustizia, violenza e prevaricazione. Sia da parte di chi è socialmente più forte, sia da chi esercita la "giustizia sociale" con il compito di tutelare i diritti dalla violenza e dalla prevaricazione.
Al più debole non resta che costruire alleanze con chi ha interessi simili, ma spesso, quando gli interessi sono circoscritti alla necessità di giustizia sociale, chi ha interessi simili ha anche una diversa visione delle necessità sociali, diverse e differenti priorità, e queste impediscono al più debole di costruire abbastanza alleanze per far fronte alle prevaricazioni dei più forti e dell'uso mafioso della legge da parte dei magistrati.
28 giugno 2025
Continuano negli USA rastrellamenti ed omicidi da parte della polizia speciale di Trump. La notizia è del 26-06-2025 tratta da quotidiano Toronto Star, un quotidian canadese.
Pagina specifica dell'argomento
27 giugno 2025
Il mondo delle "categorie ideologiche", se mai è esistito, ora si è dissolto all'interno di una visione assolutista dalla quale non riesce a liberarsi.
Le "categorie ideologiche dissolte sono quelle di un'ideologia volta alla costruzione di un futuro sociale in cui il Potere di Essere dell'individuo, dalla consapevolezza, alla coscienza, alla cultura, all'intelligenza progettuale, erano pensati come i criteri delle relazioni sociali.
Ciò che era un mezzo con cui misurare le possibilità di accesso alle merci trasformate in prodotti, il denaro, si è trasformato in "feticcio" e in ideale sociale da raggiungere con qualunque mezzo, raggiro, imbroglio.
Il denaro, nei paesi occidentali, si è massificato al punto tale che il contendere, che poi si trasforma in guerra, consiste nel appropriarsi della maggior quantità di prodotti pagando la minor quantità di denaro possibile che porta il "commerciante" a vendere la minor quantità d prodotti al maggior prezzo possibile. Quando raggiunge il maggior prezzo possibile per il singolo prodotto, allora, e solo allora si organizza per vendere il maggior numero di prodotti al maggior prezzo che ha raggiunto. Il prezzo del prodotto viene abbattuto solo quando un maggior numero di prodotti venduti garantisce un maggior guadagno dell'insieme commerciato.
Il feticcio è il denaro.
Garantito dalle banche centrali degli Stati, è stata, per secoli, la garanzia del suo valore. Lo Stato che fallisce, fa fallire anche la sua moneta e azzera il valore della ricchezza in denaro accumulata dai suoi cittadini.
Le "le categorie ideologiche" avverse all'ideologia assolutista, hanno garantito la sopravvivenza degli Stati. Più i cittadini dei singoli Stati combattevano per ottenere delle loro libertà sociali, tanto più forti erano gli Stati e tanto più sicura era la moneta di quello Stato in relazione alla moneta di altri Stati.
Quando i cittadini dei singoli Stati hanno abbandonato le "categorie ideologiche" di uscita dall'assolutismo coltivando soluzioni personali alle categorie della coercizione sociale, lo Stato ha perso la protezione dei suoi cittadini.
I cittadini hanno iniziato ad emigrare, non si dedicano più a fare figli, non danno più stabilità allo Stato e nemmeno alla sua moneta.
Le persone con molto denaro hanno iniziato a speculare sulle azioni delle società e i più ricchi hanno costruito delle "monete" svincolate dagli Stati che si reggono sulla pur speculazione commerciale e sulla convenienza soggettiva di possederle.
Il feticcio viene elevato agli altari.
I diritti non vengono più conquistati dai cittadini e fruiti in quanto cittadini, ma vengono comperati mediante il denaro. Sia quando si tratta di pagare direttamente chi nega i diritti ai cittadini, sia quando tutto appare come un scambio di favori in grado di garantire privilegi.
Il feticcio denaro è elevato agli altari.
L'assolutismo deve agire in modo che tutto sia commercializzabile. Le persone stesse diventano oggetto di commercio e cessano di essere dei soggetti di diritto.
La ricerca di diritti sociali che non sia monetizzata viene trasformata dallo Stato in crimine.
Il mondo si sta surriscaldando. La sensazione di andare incontro alla drammatica distruzione dell'ambiente in cui l'uomo vive è chiara e netta. Le persone che lanciano l'allarme del pericolo vengono criminalizzate affermando che "il pericolo non esiste" in quanto non mette in pericolo l'immediata circolazione del denaro.
Le persone che lanciano l'allarme vengono arrestate. Criminalizzate. Poi, i commercianti si chiedono: "Quanto denaro possiamo accumulare dai disastri ambientali? Quanto denaro possiamo accumulare vendendo rimedi a possibili disastri?"
Mentre le persone che lanciano l'allarme preventivo vengono confinate nell'ambito della criminalità, i cittadini vivono disastri e prevenzione a seconda degli interessi di chi vende loro i disastri affinché comprino, pagando, un'illusione di sicurezza.
Quando una massa rilevante di persone controllano la circolazione del denaro, significa che una massa almeno tre o quattro volte tanto, subisce le loro decisioni sulla circolazione del denaro e una massa tre volte tanto vive nella miseria che le costringe a vendere sé stesse per la pura sopravvivenza.
Come può cessare un sistema sociale, vasto quanto il mondo che ha fatto del denaro il feticcio religioso a cui sottomettere sia le religioni, che diventano un mezzo per garantire la circolazione e l'accumulo di capitale, che le ideologie sociali e la loro rivendicazione?
L'Essere è il nulla.
Quando il denaro diventa l'Essere nella società umana, il suo possibile futuro è la trasformazione in nulla. Tutto deve essere distrutto come unica premessa per ricostruire.
Solo che gli uomini che, dopo il nulla ricostruiranno, saranno uomini nati, cresciuti ed educati nell'ambiente in cui il denaro è il feticcio sociale e tenderanno a riprodurre quell'ambiente tentando di averne il controllo.
Tutto ciò presenta delle prospettive drammatiche per la società degli uomini a meno che, in questo dramma che al momento appare inevitabile, non appaiono delle variabili che al momento non sono presenti nell'orizzonte umano.
In questo contesto, mentre il capitale e chi compartecipa al movimento mondiale di denaro, agisce per costruire le migliori condizioni possibili per a sua ricchezza, la massa degli uomini cerca di migliorare le proprie condizioni appropriandosi del feticcio e ignorando la società in cui vivono.
Tutto il mondo è alimentato dall'attesa di un evento catastrofico capace di distruggere il feticcio denaro e forse le criptovalute (valute virtuali), il denaro elettronico di puro valore in sé, che, comunque, è formato da merci, prodotti ed Esseri Umani trasformati in merci e prodotti da vendere e comperare, ne è la premessa.
Quando le criptovalute saranno rifiutate dagli Stati, tutto il valore di uomini e merci che hanno accumulato, sarà in un attimo dissolto.
Se muore il feticcio denaro, la persona acquisirà valore; tanto più il feticcio denaro diventa ideale e anto meno hanno valore gli uomini in sé mentre, acquisiscono valore gli uomini che dispongono di grandi quantità di quel feticcio.
Si vuole dimenticare che il feticcio è tale perché gli uomini lo hanno costruito e lo riconoscono come feticcio. Ricordare questo significa ricordare che è sempre l'uomo al centro della vita dell'uomo e solo rubando la vita degli uomini qualche cosa si trasforma in feticcio.
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26 giugno 2025
Nell'età del ferro, Esiodo descrive il mondo in cui viviamo. Il mondo oggettivo in sé che si regge sulla fatica e sull'inganno per gli uomini della specie umana. E solo per gli uomini della specie umana.
Mentre nelle età precedenti gli uomini erano uomini, a qualunque "specie della Natura" appartenessero, quando Esiodo parla della quinta età, l'età del ferro, Esiodo passa a riferirsi esclusivamente alla società umana e alle condizioni nelle quali gli uomini vivono nella società.
Scrive Esiodo:
Mai io avrei voluto trovarmi con la quinta stirpe di uomini: meglio prima morire o prima esser nato. Ora, infatti, è la stirpe di ferro: di giorno mai cessano la fatica e l'inganno, mai cessa di notte il lamento, e gli Dei dànno pensieri luttuosi; tuttavia i beni son mischiati ai malanni, e Zeus distruggerà anche questa stirpe di umani caduchi, quando ai nati biancheggeranno le tempia.
Si vive nella società con fatica e ogni governo degli uomini esercita l'inganno. Di notte gli uomini si lamentano e spesso gli Dèi, non facendo intravvedere nessuna possibilità, sembra distribuiscano pensieri luttuosi,
Eppure, dice Esiodo, il mondo non è perduto, i beni sono mischiati ai malanni e gli uomini, attraverso le loro scelte, possono abitare gli uni o gli altri anche se gli inganni che subiscono alimentano l'incertezza delle loro scelte.
Gli uomini dell'età del ferro sono destinati a perire quando i loro capelli diventeranno bianchi. Breve è la loro vita.
Scrive Esiodo:
Il padre non sarà simile ai figli, né a lui i figli, né l'ospite all'ospite o il compagno al compagno, né il fratello sarà caro così come prima lo era. Non verranno onorati i genitori invecchiati, che saranno, al contrario, rimproverati con dure parole.
L'età del ferro è un tempo di veloci cambiamenti sociali. La stabilità delle età precedenti non esiste più. Tutto cambia continuamente e doveri ed onore assumono aspetti diversi di volta in volta.
Un tempo i genitori venivano onorati, ora i figli iniziano a pensare che è dovere dei genitori onorare i figli.
I figli non pensano il mondo nelle categorie in cui veniva pensato dai loro genitori. Altri orizzonti vengono osservati. Popoli diversi si sposteranno e gli ospiti appariranno diversi da chi ospita. Col cambiamento il compagno non si riconosce come forma, ma come modo di pensare e come volontà di abitare il mondo. Le società sono diverse. Diversi sono i modelli di riferimento di doveri e diritti.
Scrive Esiodo:
Stolti! ché gli Dei non hanno timore. Questa stirpe non darà gli alimenti ai vecchi genitori; e, con le stesse loro mani, gli uomini si faranno giustizia distruggendo le città.
Questa stirpe guarda avanti e non conserva quanto è stato. Non darà alimento ai vecchi che, un po' alla volta, andranno incontro al loro inevitabile destino. Questi uomini risolveranno i loro problemi distruggendo le città, anziché accordarsi con loro e prosperare assieme.
Si tratta di non essere solo uomini violenti, ma di essere uomini ottusi più legati al proprio delirio di onnipotenza per il dominio, che non alla vita che vivono e che, inevitabilmente li conduce alla morte.
Scrive Esiodo:
Non onoreranno più il giusto, l'uomo leale e neppure il buono, ma daranno maggior onore all'apportatore di male e al violento; la giustizia risiederà nella forza delle mani; non vi sarà più pudore: il malvagio, con perfidi detti, danneggerà l'uomo migliore e spergiurerà il falso.
Ci sono molte situazioni, al giorno d'oggi, che rispondono a queste condizioni sociali. Specialmente nell'ultimo secolo quando le persone scelsero il delirio fascista in nome del cristianesimo anziché la libertà sociale e l'uguaglianza sociale. Preferirono gli squadristi che non avevano pudore nell'aggredire le persone indifese. I malvagi e i perfidi danneggiano gli uomini migliori perché ne hanno paura.
E' la condizione sociale della ragione. La ragione che farnetica e, farneticando, spaccia le sue farneticazioni come verità a cui gli uomini si devono sottomettere. Qualcuno si ribella, ma la maggior parte degli uomini, un po' per complicità sociale e un po' per codardia o per interessi diversi, preferiscono accodarsi al più violento, al più infame, sperando di trarne dei benefici.
Scrive Esiodo:
L'Invidia malvagia, dal rumore terribile e dallo sguardo sinistro, s'accompagnerà con tutti i miseri umani. Allora dalla terra dalle larghe contrade, in bianchi veli, nascondendo il bel corpo e lasciando i mortali, la Coscienza e la Nemesi andranno verso l'Olimpo, al popolo degli Immortali; allora affanni luttuosi verranno ai mortali, né vi sarà alcun farmaco contro il male.
Che cos'è "l'invidia malvagia"?
E' l'invidia di chi ha accumulato potere e dominio sull'uomo con il denaro, ma non si può comperare il Potere di Essere e, con questo, accedere ad un cammino di eternità. Più l'uomo dell'età del ferro è lontano da questo cammino, più pratica la violenza contro chi non ha bisogno di denaro per affrontare la morte del corpo fisico e superarne la barriera. Quando tutto si compra, rubando il lavoro di altre mani, ci si illude di poter comperare tutto. Quando si diventa coscienti che qualche cosa non si può comperare perché si conquista affrontando le contraddizioni della vita, allora, l'uomo ricco di denaro, diventa rabbioso e vive gli stati di "invidia malvagia".
"Allora dalla terra dalle larghe contrade, in bianchi veli, nascondendo il bel corpo e lasciando i mortali, la Coscienza e la Nemesi andranno verso l'Olimpo, al popolo degli Immortali"
La coscienza di sé abbandonerà gli uomini che vivranno per la coscienza di altri e Nemesi abbandonerà gli uomini perché questi hanno distrutto "Giustizia". Avendo distrutto "Giustizia", hanno rinunciato alla Coscienza di Sé per sé.
Ridotti a gregge, gli uomini obbediranno e così, affanni luttuosi arriveranno per i mortali e non ci sarà nessun farmaco che potrà curare quei mali. Solo le scelte degli individui, fra i beni mischiati ai malanni, potrà concedere loro una vita apprezzabile.
L'età del ferro è l'età della ragione dove Inganno agisce da signore nel mondo degli uomini perché le parole della ragione sono portatrici di inganni, illusioni, aspettative tradite e tempi di vita passati nel nulla.
Esiodo dice che sarebbe stato meglio prima morire o essere nato prima dell'età del ferro.
Eppure nell'età del ferro, con gli uomini delle società umane, convivono gli uomini unicellulari nel loro incessante cammino verso la creazione di nuovi e diversi Esseri. Vivono fra noi, ci abitano, condividono le nostre passioni e le nostre angosce.
Eppure nell'età del ferro, con gli uomini delle società umane, convivono gli uomini dell'età del bronzo, sempre pronti a sopravvivere ad ogni condizione che la realtà presenta loro. Cinghiali e lupi, fiori di campo, edera e querce, mucche, galline, cammelli e dromedari, serpenti e lombrichi, sono tutti fra noi e molti uomini a forma di Esseri Umani sono, come loro, con Ares che sorge dentro di loro.
Eppure nell'età del ferro, con gli uomini delle società umane, convivono gli eroi. Coloro che hanno anteposto le necessità sociali ai propri interessi soggettivi. C'è sempre un eroe che indica una via anche quando, inascoltato, è solo una voce che urla ad orecchie sorde. C'è sempre un Ercole che affronta un leone di Nemea; c'è sempre un Giasone alla ricerca del vello d'oro; c'è sempre un Paride che sceglie; c'è sempre un Achille che affronta il nemico; c'è sempre un Ulisse alla ricerca di Itaca. Sono tutti eroi che noi ricordiamo dal passato, ma li possiamo vedere se guardiamo attentamente attorno a noi. Oggi. Ora. Adesso.
Ade attende nuovi abitatori, e così l'Essere Terra e l'Essere Natura. Crono attende nuovi eroi che abitino il mondo del tempo perché l'età del ferro fagocita sempre uomini illusi ammalati di inganno e di arroganza, ma genera anche uomini capaci di praticare la loro via.
Coscienza e Nemesi sono tornate nella casa degli immortali, ma gli uomini possono appropriarsi di frammenti di coscienza e affrontare in maniera diversa la loro esistenza anche nelle infinite società di greggi che l'età del ferro sta conducendo al macello della loro vita.
Per gli uomini e per le donne dell'età del ferro la vita non è semplice, fin da quando sono nella pancia della madre vengono addestrati all'obbedienza, alla sottomissione, all'accettazione di morali imposte. Inganno è il signore della loro vita e serve molto coraggio e molta determinazione per isolare inganno e poter scegliere fra ciò che è giusto e ciò che conviene al momento.
NOTA: Le citazioni di Esiodo sulle età sono tratte da: Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 16-20
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25 giugno 2025
Gli uomini dell'età del bronzo erano così violenti che Zeus mise loro un freno creando una quarta generazione. La generazione degli Eroi.
La generazione dei modelli comportamentali, gli uomini capaci di evocare gli Dèi dentro di loro e costruire condizioni d'esistenza e di giustizia per gli uomini.
Gli eroi sono quegli uomini che antepongono, al loro personale interesse, l'interesse della collettività. Non fanno il loro interesse, fanno l'interesse della collettività, per questo fanno il loro interesse.
E' il concetto dell'eroe. Colui la cui sensibilità lo porta ad armonizzare sé stesso con il mondo in cui vive.
Non ha importanza a quale forma d'uomo l'eroe appartenga, ogni "specie" di uomini, qualunque sia la loro forma, animali o vegetali, genera in sé gli eroi. Eroi che affrontano l'oggettività e che, a volte, modificano anche la forma della "specie" di uomo cui "appartengono".
L'età del "mito" è l'età del modello in cui uomini agiscono per il bene della comunità, di qualunque comunità umana.
Scrive Esiodo:
Ma quando la terra ebbe nascosto anche questa generazione, il Cronide Zeus, sulla terra nutrice di molti, ne creò ancora una quarta, più giusta e divina, stirpe celeste di uomini-eroi, chiamati Semidei, e che venne immediatamente prima della nostra sull'interminabile terra.
In questi uomini abitano, preponderante nella loro coscienza, le figlie di Zeus e Temi.
Le Ore, Eunomia, la buona usanza o la buona legge; Dike, la giustizia con cui Temi, la giustizia universale, si cala nel mondo della natura; Eirene, la pace, come necessità di risolvere le contraddizioni e i conflitti. E poi le Muse che suonano tecnica e arte nel cuore degli uomini portandoli alla felicità. L'età degli eroi mitiga la violenza degli uomini dell'età del bronzo. Gli uomini iniziano ad ascoltare l'Atena dentro di loro, non solo Ares. Iniziano a coniugare "conflitto con rispetto"; iniziano a comprendere come "contesa furente" deve essere seguita da "amicizia".
Gli eroi sono coloro che portano a compimento i conflitti, li risolvono costruendo un equilibrio attraverso il quale fare del conflitto anche un mezzo di costruzione e non solo un mezzo di distruzione.
Scrive Esiodo:
Ma la guerra malvagia e la terribile mischia ne distrusse alcuni che combattevano sotto Tebe dai sette portali per i beni di Edipo, altri ancora nelle navi sui grandi abissi del mare, e li distrusse mentre andavano a Troia per Elena dalla chioma fluente, e dove poi la morte finale li travolse.
Gli eroi hanno spesso sacrificato sé stessi. A volte in imprese futili e disperate, ma sempre per l'interesse della loro collettività.
Il concetto di eroe e il concetto di giustizia non era presente nell'età del bronzo dove la violenza era ingenerata solo dai bisogni soggettivi, bisogni di sopravvivenza e bisogni di dilatazione mentre non esisteva il concetto di Giustizia come necessità di benessere collettivo da preservare.
L'età degli eroi è il cambiamento di prospettiva di una buona quantità di soggetti che all'interno degli uomini, qualunque siano la forma in cui sono divenuti, assumono la priorità delle necessità della collettività anteponendoli a sé stessi.
Il mito in cui sono coinvolti i semi-Dèi racconta di questo.
Si tratta di semi-Dèi, perché nella loro coscienza si presentano le necessità collettive e, per far fronte a queste, devono diventare essi stessi: Ares, Atena, Ilizia, Efesto, Hera, Zeus, Temi, Apollo, Dioniso, Hermes, ecc. Appunto, figli di Dèi.
I semi-Dèi sono uomini che agiscono con il coraggio degli Dèi esprimendo il Dio che sorge in loro, e col quale si immedesimano, diventando essi stessi quel Dio fintanto che come quel Dio operano nella società.
Le Muse stesse alimentano la coscienza degli uomini che alimentano ogni singola musa con il loro studio e le loro scelte nelle varie arti.
Tutti gli eroi hanno uno scopo: accendere una luce in un'oscurità della consapevolezza nella quale gli uomini, qualunque sia la loro specie, stanno vivendo.
Scrive Esiodo:
Il padre Zeus, figlio di Crono, li stabilì, fornendo loro mezzi e luoghi di vita, ai confini del mondo, lontano dagli Immortali; e Crono regna su loro. Là abitano, nelle Isole dei Beati, presso l'Oceano dai gorghi profondi, avendo il cuore senz'affanni, eroi felici, ai quali tre volte l'anno la terra feconda porta frutti fiorenti, dolci di miele.
Il "paradiso" degli Eroi è nel mondo del tempo, nell'infinito delle trasformazioni.
Oceano dell'universo emotivo, dai gorghi profondi e dalle impetuose correnti che solo gli eroi sanno abitare. Il mondo è fecondo e le trasformazioni verso l'infinito sono il premio per coloro che hanno raggiunto nell'eternità.
Come corpi fisici ritenevano di avere dei doveri rispetto alle persone, agli uomini, di qualunque specie, con cui condividevano l'aria che respiravano ora, che hanno superato la vita del loro corpo fisico, è il mondo che, come tempo, ritiene di avere dei doveri nei loro confronti.
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24 giugno 2025
Appare quanto meno sconcertante l'analogia di quanto scritto da Agostino d'Ippona e l'attuale momento storico in cui domina il trumpismo sia fattivo che ideologico.
Scrive Agostino d'Ippona:
Ma gli spiriti immondi, collegati con quell'arte nefasta a quei simulacri, avevano miseramente imprigionato le anime dei propri fedeli, associandole a sé. Perciò dice l'Apostolo: Un idolo è qualche cosa? No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demoni e non a Dio. Ora io non voglio che voi entriate in comunione con i demoni. Dopo questa schiavitù, quindi, in cui gli uomini dipendevano dai demoni maligni, la casa di Dio viene edificata su tutta la terra.
Di qui il titolo di quel Salmo, che dice:
Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo ai popoli raccontate la sua gloria, a tutte le nazioni dite i suoi prodigi. Grande è il Signore e degno di lode, terribile sopra tutti gli dèi. Tutti gli dèi delle nazioni sono un nulla, ma il Signore ha fatto i cieli [Sal. 115,5].
Da Agostino d'Ippona, la Città di Dio contro i Pagani, pag. 420
Che va interpretata in questo modo:
Ma gli spiriti immondi, collegati con quell'arte nefasta a quei democratici, avevano miseramente imprigionato le anime dei propri fedeli, associandole alla democrazia. Perciò dice l'Apostolo: Un democratico è qualche cosa? No, ma dico che i sacrifici dei democratici sono fatti a demoni e non a Dio. Ora io, Trump, non voglio che voi entriate in comunione con i democratici. Dopo questa schiavitù della democrazia, quindi, in cui gli uomini dipendevano dalle leggi di uguaglianza, la casa di Dio viene edificata su tutta la terra.
Di qui il titolo di quel Salmo, che dice:
Cantate a Trump un canto nuovo, cantate a Trump da tutta la terra. Cantate a Trump, benedite il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo ai popoli raccontate la gloria di Trump, a tutte le nazioni dite i prodigi di Trump e della sua meravigliosa economia. Grande è Trump e degno di lode, terribile sopra tutti i democratici. Tutti i democratici delle nazioni sono un nulla, ma Trump ha fatto l'economia celeste [Sal. 115,5].
24 giugno 2025
Per capire Trump e le paure che manifesta con i proclami è necessario ricordare come Trump è scappato dall'Afghanistan.
Nel 2020 l'amministrazione Trump ha fissato la scadenza al 1º maggio 2021 per il ritiro delle truppe statunitensi; in seguito, l'amministrazione Biden entrante ha portato quella scadenza al 31 agosto 2021
Nei 20 anni in cui gli Stati Uniti sono rimasti in Afghanistan hanno speso 131 miliardi di dollari per gli sforzi di ricostruzione, e quasi la metà della risorse sono state destinate alle forze di sicurezza afgane in funzione della futura partenza degli Stati Uniti.
I meravigliosi guerrieri di Trump (e dell'Italia, della Germania ecc.) sono stati umiliati dai Talebani. Facile fare la guerra buttando le bombe e nascondere il culo dietro l'Oceano. I vigliacchi si riconoscono sempre.
24 giugno 2025
Vedere i falliti che portano altri al fallimento per trarre soddisfazione dal proprio fallimento.
E' la pulsione psicologica del Dio dei cristiani.
Chi non ha voluto combatterla, in realtà ne è stato il promotore.
Bombe cadono sull'Iran in quel processo di destabilizzazione dell'area del medio oriente e del nord Africa che procede da 25 anni a questa parte al fine di distruggere, non solo il Mediterraneo, ma l'intera Europa.
24 giugno 2025
Toorak è un sobborgo di Melbourne, in Australia, situato a sud-est del centro città. è noto per le sue residenze di lusso, i parchi e le boutique di alta moda, ed è considerato uno dei sobborghi più esclusivi della città.
Ovviamente, i senza tetto, coloro che una casa non l'hanno mai avuta, sono molto tristi alla notizia che i ricchi hanno perso una parte della loro proprietà.
Quanta pietà esce dalla stampa quando un ricco perde qualche cosa. Quanto odio emerge dalla stampa quando chi non ha niente rivendica i diritti di cittadino.
24 giugno 2025
Io ho sempre pagato TUTTE le tasse che la società imponeva vivendo all'interno di quanto guadagnavo. Pertanto io ho diritto alla pensione, all'assistenza sanitaria, alla cultura pubblica, alla sicurezza sociale, all'illuminazione pubblica, alle strade asfaltate, alla manutenzione del territorio, alla integrità della natura e di quanto serve all'uomo nella società in cui viviamo.
Vedo che chi ha rubato, esaltando i ladri, come la feccia degli indipendentisti veneti e dei leghisti, che le tasse le hanno pagato evadendo, facendosi provvedimenti a favore di imprenditori che, non avendo pagato le tasse, sono ladri e delinquenti sociali, essi usufruiscono di pensione, assistenza sanitaria, cultura pubblica (anche se i ladri non sanno che farsene), invocano sicurezza contro gli indifesi (per non pagare le tasse).
Si lamentano che le tasse sono molte, ma sono tante perché la maggior parte degli imprenditori non le paga tutte e, d'altro canto, lo Stato, retto da democristiani e fascisti, si è sempre preoccupato di insultare e deridere i cittadini che pagano le tasse proteggendo gli imprenditori evasori. Con questo ha dimostrato che la nazione si regge sul furto nei confronti delle persone ligie alle regole: i fessi, i cretini.
Di questo se ne prende atto quando si emettono dei giudizi nei confronti delle Istituzioni.
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23 giugno 2025
La terza età è l'età del bronzo. Gli uomini dell'età del bronzo erano "caduchi", destinati a perire in poco tempo, ma erano duri e temprati come il legno del frassino.
Come e quando Zeus creò questa generazione? Ogni creazione d Zeus è il risultato di un rapporto sessuale.
E con chi ebbe rapporti Zeus così forti da creare una vera e propria generazione di uomini?
Con la Titanessa Latona. La Titanessa Latona avrebbe partorito esseri che non si riproducevano più solo per scissione, ma per rapporti sessuali. Femmina e maschio li partorì. Uomini così violenti da presentarsi agli Dèi dell'Olimpo con la freccia puntata agli Dèi che vi risiedono.
Artemide e Apollo, la generazione temuta da Hera, l'Essere Natura. Hera tenta di rallentare il parto di Latona chiedendo alla figlia Ilizia di trattenere le doglie di Latona. Nello stesso tempo, l'Apollo che sarebbe nato era un essere così terribile che nessun luogo della Grecia volle prestarsi per favorire il parto. Solo Delo accettò di ospitare Latona.
Nell'età del bronzo gli uomini hanno intrapreso una nuova via. Ora sono pluricellulari. I batteri si sono adattati e i virus hanno fatto la loro comparsa. Come pluricellulari, Latona ha partorito il femminile prima e il maschile poi. E le specie di uomini si sono diversificate.
Scrive Esiodo:
Il padre Zeus creò la terza etcreà, del bronzo, di umani caduchi, dissimile da quella argentea: violenta e terribile, la cavcreò fuori dai frassini. A questi umani stavano a cuore le opere e le violenze di Ares, né mangiavano il pane, bensì avevano il cuore di ferro e senza paura. Grandi e invincibili braccia nascevano dalle spalle sopra i corpi possenti. Di bronzo eran le mura, di bronzo le case, e lavoravan col bronzo, né v'era ancora il nero ferro. Domati dalle stesse loro mani, scesero nelle squallide dimore del gelido Ade, ignorati; la nera morte rese loro spaventosi, ed essi lasciarono la splendida luce del sole.
Uomini che si nutrono di uomini di forma diversa. Uomini animali che mangiano uomini vegetali. Uomini animali che mangiano altri uomini animali. Tutto è Ares. L'uomo a forma di mucca che mangia uomo a forma di erba. Uomo a forma di lupo che mangia un uomo a forma di pecora. Uomini a forma di uomini che mangiano uomini di altre specie.
L'età del bronzo è l'età di Ares dove contesa diventa conflitto e il conflitto diventa un mezzo per risolvere la contraddizione e costruire sé stessi.
Il mondo della forma, dove le forme si moltiplicano per adattarsi alle diverse condizioni che, di volta in volta, incontrano e alle quali si devono adattare.
I figli di Latona sono i figli che riproducono sé stessi nelle relazioni sessuali e Afrodite si presenta prepotente in loro, spinta da "Desiderio bello", la necessità che rinnova la vita generazione dopo generazione.
Scrive Esiodo:
Grandi e invincibili braccia nascevano dalle spalle sopra i corpi possenti.
Erano uomini grandi, pluricellulari, rispetto agli uomini dell'età dell'argento [unicellulari]. Braccia invincibili, e gambe, zanne, artigli per afferrare e ali per librarsi nel cielo. Squame per nuotare nelle acque e branchie per estrarre ossigeno dalle acque più profonde.
E questo fintanto che una forma d'uomo non decise di fondere lo stagno con il rame e costruire il bronzo. Atena ed Efesto unirono le loro forze per permettere a questi uomini di costruire armi di bronzo, oggetti di bronzo, con cui forgiare il loro benessere.
Con le armi di bronzo molti di loro furono portati miseri all'Ade del nulla, dimenticati. La morte per loro divenne spavento e terrore perché, mettendo fine alle loro trasformazioni, sbarrava il loro cammino per diventare Dèi.
Le armi di bronzo li portarono ad abbandonare la splendida luce di un futuro possibile per il nulla, tanto erano abbagliati dal potere del bronzo.
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22 giugno 2025
Non capita tutti i giorni di assistere ad una Nazione che distrugge sé stessa con tanta passione e tanto accanimento.
Ovviamente, non servono parole per commentare le nuove condizioni nelle quali gli USA stanno vivendo. E' come se tutti gli USA si stessero trasformando in un campo di concentramento pronto per diventare un campo di sterminio.
Anziché lavorare per rendere economicamente forte gli USA, si lavora per rendere forti le bande di sequestratori affinché diventino i macellai del nuovo mondo.
E si vantano pure di quanto sono bravi a distruggere gli USA.
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21 giugno 2025
Terrore senza fine negli USA. La Polizia speciale, ICE, di Trump sta aggredendo la parte più fragile degli USA. Quella parte della popolazione che crea ricchezza. Poi, a chi tocca?
Lavoratori sequestrati, ammanettati, incarcerati mentre stanno facendo ricco gli Stati Uniti. Quando l'ideologia schiavista diventa la padrona dell'economia, l'economia, che prospera sugli uomini, è già pronta per il fallimento. Se non ci sono le persone che lavorano, i capitalisti non accumulano capitale.
Il fallimento di una società porta al fallimento di ogni tipo di impresa. Se tu aggredisci degli strati sociali, che ritieni fastidiosi, gli altri strati sociali, quelli che usi per formare la tua ricchezza, non rimangono uguali a sé stessi, ma tendono a degenerare. Hai alimentato una tensione lassista che coinvolge anche i cittadini che tu non stai perseguitando.
La libertà di pensiero e di manifestazione del pensiero era una caratteristica delle università fin dalla nascita dell'università di Bologna con la sua goliardia. Quei movimenti formarono le società moderne perché quesgli uomini erano coloro che avrebbero gestito le varie società. Forse possono non piacere, ma quando si uccide il dibattito, si domina il presente uccidendo le possibilità future di un popolo o di una nazione. Specialmente se altre Nazioni sono pronte ad ospitare gli studenti internazionali e ad accoglierne il dibattito anche se le esigenze di controllo dello Stato tende a circoscriverlo.
Il delirio di onnipotenza ha la capacità di accecare la visione delle cose di chi lo abita. Non si conoscono le conseguenze delle azioni e queste vivono una sorta di assolutezza come se il mondo non sapesse rispondere loro o adattarsi a situazioni nuove. In questa situazione, il delirante finisce per danneggiare sé stesso, perché il sé è l'unico soggetto a cui il delirante può, far danno.
L'idea è semplice: più le persone hanno reddito e tempo libero, maggiore è la loro spesa e maggiore è la circolazione del denaro. Maggiore è la circolazione del denaro e maggiore è la ricchezza della Nazione intesa come insieme di cittadini. Solo in quegli Stati in cui si considera il lavoro opera di schiavi, minore è il reddito degli schiavi, minore è il tempo libero che hanno a disposizione e maggiore è il reddito del capitalista e della finanza. Si tratta di sapere che Nazione si vuole costruire.
Da questa notizia sembra che l'Unione Europea dica: "Noi curiamo i nostri cittadini mentre voi non dovete curare i vostri cittadini!". E' una stupidaggine quando l'affermazione è rivolta alla maggior struttura scientifica ed economica del mondo. E' come se una pulce rivendicasse diritti sul cane su cui vive. Forse crea qualche difficoltà oggi, ma domani i dispositivi medici cinesi saranno, quasi sicuramente più avanzati di quelli europei e l'Europa ha perso un'occasione di costruire delle relazioni commerciali.
Il Regno Unito non si è mai difeso nella storia, salvo dall'aggressione della Germania nella Seconda Guerra mondiale dove è stato protetto dall'invasione tedesca dai milioni di morti dell'URSS. Senza l'URSS sarebbe stato invaso. Il Regno Unito ha sempre agito per saccheggiare il mondo, uccidere, stuprare, violentare in nome della supremazia della razza e del re rappresentante del Dio cristiano in terra. Ora, senza le colonie, il Regno Unito deve mantenersi col proprio lavoro e l'incapacità dell'Inghilterra a produrre ricchezza mediante il lavoro è fallimentare.
Tutti i testi del mese di giugno 2025 in un'unica pagina
20 giugno 2025
Il mito delle età: l'età dell'argento
Una seconda generazione, argentea, fu poi creata da quelli che abitano le dimore d'Olimpo, molto peggiore e per nulla simile, sia nell'aspetto che nell'animo, a quella dell'oro. Per cento anni il fanciullo viveva presso la saggia madre, rimanendo del tutto bambino nella casa di lei. Quando poi cresceva, e sopravveniva il fiore della giovinezza, poco tempo egli viveva ancora, soffrendo affanni per la sua stoltezza, né s'asteneva dall'orgogliosa protervia. Gli uomini non veneravano gli Dei, né volevano compiere presso le are consacrate quei sacrifici che, secondo il costume, sono dovuti dagli uomini. In seguito il Cronide Zeus, sdegnato, celò i mezzi di vita, perché essi non onoravano gli Dei beati, abitatori dell'Olimpo. Ma come la terra nascose anche questi (presso i mortali sono chiamati beati inferi spiriti secondi), anche a loro un poco d'onore venne dato.
La "creazione" di Zeus è fatta da Esseri della Natura [uomini per Esiodo] che Esiodo colloca nell'età dell'argento.
E' l'età in cui la coscienza si esprime attraverso la materia e la materia cosciente, lentamente, cerca i suoi adattamenti e le sue trasformazioni.
Questa generazione ha poco a che vedere con la generazione dell'età dell'oro. In quella generazione le concentrazioni di energia emotiva si dilatavano, ma erano sempre uguali a sé stesse. La loro coscienza non si trasformava. Anche se cresceva la quantità di emozione che formava il corpo, la coscienza rimaneva sempre la stessa.
Ora, nell'età dell'argento, non solo i corpi di materia si modificano, ma si modifica anche la coscienza e si modifica il corpo di energia che il corpo di materia esprime.
Tutto è divenire, tutto è tempo, tutto è trasformazione, ma tutto è anche forma perché il mondo di Zeus è il mondo della forma, della materia e della quantità. Il mondo della ragione.
Scrive Esiodo:
Una seconda generazione, argentea, fu poi creata da quelli che abitano le dimore d'Olimpo, molto peggiore e per nulla simile, sia nell'aspetto che nell'animo, a quella dell'oro.
Una generazioni di esseri coscienti di sé, composti di materia/energia instabile. Corpi che affrontano la loro esistenza ma non sanno se quest'esistenza avrà un futuro o finirà in sé stessa.
Corpi che iniziano a strisciare. Unicellulari, batteri, che iniziano a trasformare la materia da inconsapevole a consapevole usando la loro volontà per cercare i migliori adattamenti possibili nell'oggettività in cui vivono mentre, dentro di loro, in ognuno di loro, si agita Afrodite e desiderio al di là di come veicolano nel mondo l'Afrodite dentro di loro o soddisfano i loro desideri.
La seconda generazione, l'età d'argento, ha un nome e si chiama ERA [ o HERA]. La Natura, attraverso questi uomini, è diventata cosciente di sé. E' oggettività formata da ogni soggettività che contiene. La Natura, figlia di ogni essere vivente come noi lo pensiamo e gestore, pensata a volte come madre, di ogni trasformazione al suo interno.
Scrive Esiodo:
Per cento anni il fanciullo viveva presso la saggia madre, rimanendo del tutto bambino nella casa di lei.
La saggia madre o la saggia figlia. Gli Esseri della Natura si alimentano dalla Natura e, al contempo, alimentano la Natura. Si alimentano di materia, organica e inorganica, e alimentano di energia emotiva ERA che agisce sulla loro energia emotiva, sui loro bisogni e sulle loro necessità.
Uomini che sono Esseri batteri, unicellulari e quant’altro, fanciulli che abitano presso la madre.
Rimangono sempre "bambini", dediti alla sopravvivenza nella materia, respirano Zeus e affrontano le condizioni della loro esistenza costruendo il loro corpo di energia emotiva. Solo allora diventano adulti.
Scrive Esiodo:
Quando poi cresceva, e sopravveniva il fiore della giovinezza, poco tempo egli viveva ancora, soffrendo affanni per la sua stoltezza, né s'asteneva dall'orgogliosa protervia.
Una volta cresciuti e diventati adulti, questi uomini affrontavano le condizioni della loro vita. Queste li trasformavano, ma, secondo Esiodo, il loro agitarsi non aveva un intento o uno scopo, era "stolto".
La parola "protervia", usata da Esiodo nei confronti degli uomini nell'età d'argento indica una superbia sfacciata e insolente, unita a prepotenza e arroganza. Si tratta di un atteggiamento di superiorità e arroganza che si manifesta attraverso comportamenti presuntuosi e sfrontati, spesso accompagnati da ira o rancore.
Come si può comportare la materia infantile, nata, priva di esperienza accumulata in un passato, che non è stata registrata dalla memoria di quella materia? Costretta ad affrontare condizioni del mondo, attraversata da desideri e necessità che la sua volontà smarrita tenta di soddisfare?
Non si sottomette ad un qualche potere, non obbedisce ad ordini, non segue regole morali o condizioni etiche. Deve sopravvivere. Sopravvivere ad ogni costo. Non riconosce coscienze diverse da sé stessa. Riconosce solo coscienze di materia, portatrici di forma, che respirano Zeus.
Una materia attraversata da necessità che percepisce solo la materia e l'emozione che sorge in lei.
Scrive Esiodo:
Gli uomini non veneravano gli Dei, né volevano compiere presso le are consacrate quei sacrifici che, secondo il costume, sono dovuti dagli uomini. In seguito il Cronide Zeus, sdegnato, celò i mezzi di vita, perché essi non onoravano gli Dei beati, abitatori dell'Olimpo.
Gli uomini dell'età d'argento non veneravano gli Dèi, troppo occupati a sopravvivere e a moltiplicarsi veicolando la necessità che abitava in loro. Non riconoscevano forme coscienti di energia emotiva, conoscevano solo le emozioni che sorgevano in loro.
Agli uomini dell'età d'argento furono "celati i mezzi di vita". Dovevano procurarsi la materia con cui poter crescere e dilatarsi nel mondo. Non si nutrivano di energia emotiva, come gli uomini dell'età dell'oro, dovevano fagocitare materia. Solo fagocitando materia potevano, da essa, estrarre energia emotiva con cui nutrire il loro corpo di materia e di energia emotiva che cresceva in loro.
Scrive Esiodo:
Ma come la terra nascose anche questi (presso i mortali sono chiamati beati inferi spiriti secondi), anche a loro un poco d'onore venne dato.
Questi uomini, nonostante il loro cammino fosse faticoso, nutrivano e si alimentavano da due corpi di Dèi, fondendosi con essi: Rea e Hera.
L'onore per gli uomini è quello del cammino nell'eternità dei mutamenti che viene conquistato plasmando la propria struttura emotiva nelle condizioni e nelle contraddizioni della propria vita. Contesa dopo contesa, plasmano sé stessi. Il corpo fisico che con la sua esperienza plasma e costruisce il proprio corpo di energia emotiva.
Gli uomini dell'età dell'argento non sono abbastanza potenti per conquistare quella libertà d'esistenza degli uomini dell'età dell'oro. Sono generatori e figli di Hera e Zeus e l'onore che conquistano è l'onore conquistato per essere vissuti nelle condizioni nelle quali sono nati.
Erano superbi, sfacciati, insolenti, prepotenti e arroganti? E' irrilevante. Con la loro sfacciataggine, la loro insolenza, la loro prepotenza e la loro arroganza non hanno provocato danno a qualcuno. Sono stati sfacciati, insolenti, prepotenti e arroganti con la vita nella quale hanno vissuto e la vita non se la prende contro chi manifesta atteggiamenti emotivi senza danneggiare altre vite.
Questi uomini continuano il loro cammino diventando parte della coscienza di Rea ed Hera.
NOTA: Le citazioni di Esiodo sulle età sono tratte da: Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 16-20
NOTA: Io, l'energia emotiva l'ho sempre chiamata "energia vitale" per distinguerla dall'"energia neutra" che sono altre forme di energia proprie della materia. Questo fin dal 1980.
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19 giugno 2025
Esiodo inizia a raccontare il venir in essere del mondo e delle società.
Esiodo premette una cosa al suo ascoltatore: "convinciti che origine comune avevano gli uomini e gli Dèi."
Se ai tempi di Esiodo quest'affermazione poteva apparire normale, comune, lapalissiana, ovvia, al giorno d'oggi, con l'educazione cristiana che al termine "dio" ha dato un significato di "essere primigenio e superiore", pensare che Dio abbia una comune origine con gli uomini suona come una "bestemmia".
Eppure, è la premessa al venir in essere del mondo affermata ne "Le opere e i giorni" da Esiodo.
Esiodo apre il suo racconto sull'età dell'oro affermando:
Se lo desideri, ti narrerò bene e con arte un altro racconto; intanto tu convinciti che origine comune avevano gli uomini e gli Dei.
Non penso che le persone abbiano riflettuto sul significato di questa frase.
Avete mai sentito parlare di un sistema religioso che afferma "origine comune avevano gli uomini e gli Dèi"?
Perché i vari analisti hanno finto di non leggere quella frase e di non capirne il significato?
Platone dice che l'Artefice crea l'uomo e Platone sparge odio contro Esiodo e contro Omero. Lo stesso fa Pitagora che nelle sue farneticazioni dice di incontrare l'anima di Esiodo nell'Ade fra i tormenti.
Tutte le età di Esiodo iniziano con questa frase. Poi continua con un'altra frase che lascia sgomenti un po' tutti:
Dapprima un'aurea generazione di uomini dotati di parola crearono gli Immortali, abitatori delle case d'Olimpo:
Gli Dèi, abitatori delle case d'Olimpo, furono creati dagli uomini.
Risolvere questo "enigma" permette di comprendere la Religione Pagana prima dell'avvento di quella che oggi viene chiamata "filosofia".
L'età dell'oro era ai tempi di Crono.
Crono è il tempo, il mutamento. Il tempo di Crono è il tempo in cui il presente ha iniziato a mutare. Crono ha ritagliato, il suo diritto a costruire la vita attraverso il mutare e la trasformazione, dall'emozione che dominava l'universo: Urano stellato.
Crono ha evirato Urtano Stellato e dal pene di Urano è nata Afrodite, l'emozione che è sorta nel mare del tempo portando l'emozione nelle trasformazioni di un presente che ha iniziato a modificarsi, per sé stesso, nelle condizioni in cui ha iniziato ad esistere.
Crono ha messo in moto le trasformazioni della vita, della coscienza. Il tempo è trasformazione delle condizioni soggettive.
La coscienza è un oggetto in sé, indipendentemente da chi la manifesta, e non è necessariamente un corpo fisico che manifesta la coscienza, ma si tratta di un corpo di energia emotiva.
I corpi di energia emotiva sono l'"aurea generazione di uomini dotati di parola crearono gli Immortali". La parola "creare" può avere vari significati, certo gli antichi non pensavano al cristiano "creare dal nulla", ma la parola creare stava a significare la nascita di un qualche cosa di nuovo da un presente dato.
Corpi di energia emotiva.
Applicando questo significato si può comprendere il quadro della beatitudine descritto da Esiodo:
"Gli uomini vivevano come Dei, avendo il cuore tranquillo, liberi da fatiche e da sventure; né incombeva la miseranda vecchiaia, ma sempre, fiorenti di forza nelle mani e nei piedi, si rallegravano nei conviti, lungi da tutti i malanni: e morivano come presi dal sonno. Tutti i beni eran per loro, la fertile terra dava spontaneamente molti e copiosi frutti, ed essi tranquilli e da soli attendevano alle loro opere, ricchi di beni e cari agli Dei beati."
La descrizione che fa Esiodo non è relativa a corpi fisici. L'età dell'oro era l'età in cui la coscienza viene in essere, ma ancora non è parte della Natura. Nella Teogonia, Crono, il tempo, sposa Rea la titanessa. Il Titano Tempo si accoppia con la Titanessa Pianeta Terra.
Scrive Esiodo:
"Ma dopoché la terra ebbe nascosto i loro corpi, essi, per volere del possente Zeus, divennero spiriti venerabili sopra la terra, custodi degli uomini mortali; e custodiscono infatti le cause e le difficili opere: vestiti d'aria, si aggirano su tutta la terra; datori di ricchezze, ebbero onori regali."
Quando la terra nasconde i corpi degli uomini?
Quando la Terra inizia a generare i figli di Crono.
Crono inghiotte i primi figli che nascono. Crono inghiotte 5 figli. Di questo ne ho parlato nel commentare la Teogonia di Esiodo. Crono protegge, dentro di sé, i primi 5 figli nati da Rea. Questo perché non hanno la possibilità di vivere e di trasformarsi in quanto Rea non fornisce ancora le condizioni per la loro esistenza. Il sesto figlio, Zeus, è la condizione che, assieme a Rea, costruisce le condizioni affinché anche gli altri 5 figli di Crono e Rea possono cresce e trasformarsi diventando, a loro volta, condizioni per lo sviluppo della vita che nasce e cresce seguendo il mutamento nel tempo.
Nell'età dell'oro, uomini e Dèi (che poi sono la stessa cosa) non devono respirare, ma i nati da Rea e Zeus sono un'altra cosa. Dalla prima coscienza propria della "materia" che riconosce sé stessa, indica che Hera è stata vomitata dal tempo. Ora può cresce e, generazione dopo generazione, diventerà l'Essere Natura. Dalla prima coscienza di "materia" che riconosce sé stessa e inizia a trasformarsi, a mutare, indica che Demetra è stata vomitata dal tempo. Dalla prima coscienza di "materia" che esprime la necessità di dilatarsi e di "non tornare indietro", indica che Estia è stata vomitata dal tempo. Dalla prima coscienza di "materia" sorta nel mare, il mare fecondo, indica che Poseidone è stato vomitato dal tempo. Dalla necessità di separare gli uomini nati come materia dagli "uomini" di sola energia che abitano, a loro volta, la Terra, indica che Ade è stato vomitato dal tempo.
Il tempo ha vomitato i suoi figli e il mondo dell'energia che sorge come materia è il mondo di Zeus, il mondo che respira il corpo di Zeus, il mondo che vive nell'atmosfera.
E Zeus "crea" i suoi figli. Materia cosciente che si dilata e si riproduce. Gli Esseri che vivranno nella forma, nella ragione, separati dal mondo emotivo anche se le emozioni, dentro di loro, creeranno continui conflitti che mineranno il controllo della ragione sugli uomini.
NOTA: Le citazioni di Esiodo sulle età sono tratte da: Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 16-20
NOTA: Io, l'energia emotiva l'ho sempre chiamata "energia vitale" per distinguerla dall'"energia neutra" che sono altre forme di energia proprie della materia. Questo fin dal 1980.
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18 giugno 2025
Il medio platonico Apuleio deve risolvere alcune questioni poste da Platone.
La prima questione è questa: Platone, nel Simposio, afferma che non esistono relazioni fra gli uomini e gli Dèi.
Sia nel platonismo che nel neoplatonismo, nello stoicismo come nel cristianesimo, la caratteristica è l'assoluta separazione dell'uomo dal divino, per come viene descritto in queste religioni, al di là dei nomi con cui tale divino è dichiarato. Questa condizione della relazione fra l'uomo e il divino affermato, è la condizione assunta dal cristianesimo per allontanare il pericolo che qualche uomo si dichiari "profeta di Dio". Dicono i cristiani: I profeti ci sono stati, noi li usiamo, ma facciamo in modo di essere noi a gestire la relazione fra l'uomo e Dio e che nessuno venga ad interferire nella nostra attività in nome di Dio. Da qui i scismi e le eresie.
Chi conosce il mito di Omero ed Esiodo sa che gli Dèi abitano con l'uomo. Agiscono con l'uomo e l'uomo è compartecipe delle azioni divine. Per riuscire a comprendere il Mito di Esiodo ed Omero è necessario individuare la natura degli Dèi che compartecipano alla vita dell'uomo. Se, però, si assume una visione antropomorfica come forma della realtà divina e si pensano gli Dèi ad immagine e somiglianza dell'uomo, non esistendo questa natura fisica degli Dèi che l'uomo immagina, l'uomo crea un conflitto fra realtà religiosa immaginata e i riscontri che di tale realtà incontra nella quotidianità.
Per far coincidere l'immaginazione con la realtà antropomorfica degli Dèi è necessario allontanare gli Dèi antropomorfici dalle relazioni con gli uomini e relegarli in un etere dove diventano irraggiungibili da parte dell'uomo.
Mentre Epicuro affermava che "gli Dèi esistono, ma non sono ciò che l'uomo comune pensa che siano", Platone, incapace di negare la realtà degli Dèi, li trasforma o in allegorie, oppure li relega in un mondo inaccessibile per l'uomo. In queste condizioni, per l'uomo, è come se gli Dèi non esistessero né è consentito all'uomo di indagare una diversa natura degli Dèi. Poi, vedremo come nel Simposio gli Dèi vengono definiti "demoni".
Per impedire all'uomo di indagare una diversa natura degli Dèi e impedire all'uomo di usare Omero ed Esiodo per tracciare la realtà divina del mondo, Platone trasforma il Daimon, l'aspetto divino degli Esseri della Natura (e degli Dèi) in demoni che si impossessano del corpo degli Esseri Umani. Ed è il caso del "demone" di Socrate. Un Demone che si è impossessato di Socrate e che suggerisce a Socrate come deve comportarsi.
Non sono gli Dèi che parlano con Socrate. Gli Dèi sono lontani, al massimo parlano con la Pizia di Delfi, ma non con Socrate o con gli uomini.
Il ruolo dei Demoni è il problema che Apuleio affronta nel precisare la natura divina in cui l'uomo vive.
Scrive Apuleio:
[La separazione tra gli dèi e gli uomini]
Fin qui conoscete due tipi di esseri animati: gli dèi si distinguono profondamente dagli uomini per l'altezza della loro sede, l'eternità della loro vita, la perfezione della loro natura e per la totale assenza di rapporti con noi, tanta è la differenza di livello tra le dimore più alte e quelle più basse; lassù, poi, la forza vitale è eterna e indefettibile, mentre quaggiù è precaria e occasionale, e la loro natura (ingenium) è proiettata al culmine della felicità, mentre la nostra è sprofondata nella miseria. Che dire, dunque? La natura non è stretta a nessun vincolo? Piuttosto, è suddivisa in due parti, una divina e l'altra umana, ed è in qualche modo indebolita da un simile frazionamento? Infatti, come dice lo stesso Platone, nessuno degli dèi si mescola agli uomini e il tratto principale della loro perfezione è il fatto di non essere contaminati da alcun commercio con noi. Alcuni di loro sono visibili soltanto al nostro sguardo miope, come gli astri, della cui grandezza e dei cui colori si dibatte ancora oggi; altri, invece, si possono conoscere solo con l'intelletto, e non senza fatica. Meravigliarsene, nel caso degli dèi immortali, sarebbe davvero fuori luogo, perché altrove, anche tra gli uomini, chi è stato sospinto dai doni copiosi della fortuna e innalzato fino all'instabile pedana, al tribunale vacillante di un trono, si lascia avvicinare raramente e trascorre i suoi giorni al riparo dal pubblico, come nel santuario della propria grandezza. Infatti, i rapporti di familiarità ingenerano il disprezzo, quelli sporadici favoriscono l'ammirazione.
Tratto da Apuleio, "Il Dio di Socrate", in "Medioplatonici, opere, frammenti e testimonianze", Editore Bompiani, 2015, pag. 825/827
Gli Dèi per Apuleio sono Dèi antropomorfi la cui forma non è dissimile alla forma umana. Dice che si distinguono per "l'altezza della loro sede", l'eternità della loro vita, la perfezione della loro natura e per la totale assenza di rapporti con gli Esseri Umani. Non per forma fisica.
Dopo di che, Apuleio si lancia in un'esaltazione fantastica degli Dèi dove la magnificenza degli Dèi è proiettata al culmine della felicità in contrapposizione alla vita precaria e occasionale degli Esseri Umani. In altre parole, gli Dèi vivono nel lusso mentre gli uomini vivono nella miseria.
Il quadro divino tracciato da Apuleio è piuttosto desolante. La natura, per Apuleio, si divine in natura umana e natura divina. Secondo Apuleio, che prende da Platone, nessuno degli Dèi, che hanno la stessa forma degli uomini, non è contaminato da nessun commercio (rapporto) con gli Esseri Umani. Alcuni di questi Dèi sono le stelle erranti nel cielo, mentre, altri Dèi li si possono conoscere "solo con l'intelletto". Li si possono solo immaginare.
Poi, Apuleio non trova nulla di meglio che paragonare gli Dèi ai re e agli imperatori che governano il suo mondo. Dal momento che costoro non si fanno avvicinare dagli uomini comuni, anche gli Dèi non si lasciano avvicinare da questi uomini miserabili che stanno in basso.
Secondo Apuleio, se gli Dèi avessero familiarità con gli Esseri Umani verrebbero da questi disprezzati mentre, se gli Esseri Umani li vedono così distanti si favorisce l'ammirazione degli Dèi.
Ben squallidi sono gli Dèi il cui desiderio sarebbe, secondo Apuleio, quello di essere ammirati da dei pezzenti che vivono nella miseria di un'esistenza breve e caduca.
Come avviene la relazione fra gli uomini e gli Dèi secondo Apuleio.
Scrive Apuleio:
VI. "Non arrivo fino a questo punto" - potrebbe rispondere Platone, difendendo il suo punto di vista con la mia voce "non arrivo, cioè, a sostenere che gli dèi sono separati e disgiunti da noi, al punto da ritenere che nemmeno i nostri voti li possano raggiungere. Infatti, non li ho estraniati dalle preoccupazioni per le vicende umane, ma soltanto dal loro contatto con esse. Inoltre, vi sono alcune potenze divine intermediarie che abitano questo spazio aereo, tra la sommità dell'etere e i bassifondi della terra, e che comunicano agli dèi i nostri desideri e i nostri meriti". I Greci chiamano questi esseri daimones (= demoni); tra gli abitanti della terra e quelli del cielo essi fungono da messaggeri delle preghiere di quaggiù e dei doni di lassù; da una sponda all'altra essi trasportano le richieste di quaggiù e gli aiuti di lassù, facendo da interpreti o da salvatori, a nome degli uni o degli altri. E' proprio grazie a loro, come Platone sostiene nel Simposio, che hanno luogo tutte le rivelazioni, i prodigi della magia e i presagi di ogni specie. All'interno del loro numero ciascuno svolge l'incarico cui è stato preposto a seconda delle sue competenze: dar forma ai sogni, incidere viscere, governare il volo degli uccelli, modulare il loro canto, ispirare gli indovini, scagliare fulmini, far lampeggiare le nubi, ed altri segni ancora, attraverso i quali prevediamo il futuro. Tutte queste cose dipendono dalla volontà, dalla maestà e dall'autorità degli dèi del cielo, ma bisogna riconoscere che ciò avviene grazie all'obbedienza, all'opera e alla mediazione dei demoni.
Tratto da Apuleio, "Il Dio di Socrate", in "Medioplatonici, opere, frammenti e testimonianze", Editore Bompiani, 2015, pag. 829
Dice Apuleio che "vi sono alcune potenze divine intermediarie che abitano questo spazio aereo, tra la sommità dell'etere e i bassifondi della terra, e che comunicano agli dèi i nostri desideri e i nostri meriti."
Secondo Apuleio, gli Dèi sono separati dagli uomini, ma alcuni "esseri" fanno da messaggeri per raccontare gli Dèi ciò che fanno gli uomini. Loro fanno da messaggeri portando le preghiere degli Uomini agli Dèi e i doni degli Dèi agli uomini.
Dice Apuleio che questi esseri "I Greci chiamano questi esseri daimones (= demoni);" ed è proprio grazie a loro che hanno luogo tutti i prodigi e tutte le rivelazioni come Platone direbbe nel Simposio.
Nel Simposio Platone scrive:
"Allora - dissi -, che cos'è Eros. E un mortale?".
"No certo".
"Ma, allora, che cos'è? "
"Come si è detto prima - disse E' qualcosa di intermedio fra mortale e immortale".
"Allora che cos'è, o Diotima? "
"Un gran demone, o Socrate: infatti, tutto ciò che è demonico è intermedio fra dio e il mortale".
"E quale potere ha?", domandai.
"Ha il potere di interpretare e di portare agli dèi le cose che vengono dagli uomini e agli uomini le cose che vengono dagli dèi: degli uomini le preghiere e i sacrifici, degli dèi, invece, i comandi e le ricompense dei sacrifici. E, stando in mezzo fra gli uni egli altri, opera un completamento, in modo che il tutto sia ben collegato con se medesimo. Per opera sua ha luogo tutta la mantica e altresì l'arte sacerdotale che riguarda i sacrifici e le iniziazioni e gli incantesimi e tutta quanta la divinazione e la magia. Un dio non si mescola all'uomo, ma per opera di questo demone gli dèi hanno ogni relazione ed ogni colloquio con gli uomini, sia quando vegliano, sia quando dormono. E chi è sapiente in queste cose è un uomo demonico; chi, invece, è sapiente in altre cose, in arti o in mestieri, è uomo volgare. Tali demoni sono molti e svariati; e uno di essi è Eros".
Tratto da Platone, Tutti gli scritti, Simposio, Editore Bompiani, 2014 pag. 510/511
Platone, nell'aggredire il significato di "daimon" delle antiche religioni, ha trasformato il demone in un messaggero degli Dèi privando l'uomo della sua parte divina. Una parte divina che riempirà col concetto di anima come oggetto diverso dall'uomo.
In questo contesto ideale platonico, non è più l'uomo che entra in contatto con gli Dèi attraverso il daimon che è, la sua parte divina che forma il suo corpo come insieme emotivo, ma è un soggetto esterno, a cui l'uomo si deve sottomettere, che controlla la comunicazione fra l'uomo e gli Dèi. L'uomo cessa di abitare il mondo e viene abitato da anime e daimon per conto degli Dèi o dell'Artefice.
Per Platone l'uomo diventa un pagliaccio; privo di volontà; incapace di progettare uno scopo; oggetto di possesso dell'Artefice o degli Dèi che lo controllano con i demoni.
Platone combatte l'antico sistema religioso. Atena non è uscita dalla testa di Zeus per dare una direzione alla volontà degli uomini nei progetti e nel cammino della loro vita, ma Atena è un abitatore irraggiungibile del cielo, oppure un demone. Atena che sorge nel cuore di Ulisse e ne trattiene l'impeto costringendolo ad attendere una migliore occasione, non è Ulisse che come daimon costruisce le relazioni emotive con l'Atena che egli è, ma è un demone che agisce su Ulisse.
Non è più Eros che sorge dall'uovo luminoso e dispiega le sue ali d'oro nello spazio oscuro portando l'intento nella materia che si trasforma dando vita al presente in cui viviamo, ma in Platone diventa un demone che collega gli uomini con gli Dèi.
Che ne è dell'intento e della volontà d'esistenza degli Esseri Umani?
Un oggetto da distruggere che deve essere sottomesso ad una morale. La volontà dell'uomo serve per costringere lo stesso uomo a sottomettere le proprie pulsioni alla morale imposta. Per Platone, la volontà dell'uomo come strumento per stuprare l'uomo e impedirgli il divenire, trasformandosi, seguendo i propri desideri.
Da qui la nascita della morale del dolore e della sofferenza propri del neoplatonismo, del cristianesimo e del buddismo. Volontà d'esistenza per auto costringere l'uomo all'obbedienza.
L'obbedienza è l'oggetto a cui Platone e Apuleio tendono ad imporre all'uomo. L'uomo deve obbedire ai principi etico-morali che Platone e Apuleio descrivono come "graditi agli Dèi".
I demoni, secondo Platone e Apuleio, sono gli artefici dei prodigi della magia, dei presagi e ogni demone svolge il proprio incarico cui è stato preposto secondo il volere degli Dèi. I demoni, sempre secondo Apuleio e Platone, danno forfma ai sogni, incidono sulle viscere, governano il volo degli uccelli, modulano il canto degli uccelli, ispirano gli indovini, scagliano i fulmini, fanno lampeggiare le nuvole.
Secondo Apuleio e Platone, tutto non avviene negli oggetti e per gli oggetti. Non è l'uomo che sogna, che intuisce, che osserva il mondo, che percepisce le trasformazioni del mondo, ma sono i demoni che agiscono in questo senso sia fuori dell'uomo che attraverso l'uomo stesso.
Tutto avviene, secondo Platone e Apuleio, per la volontà degli Dèi del cielo, ma grazie alla mediazione dei demoni che fanno la volontà degli Dèi riducendo l'uomo ad una marionetta supplice che deve subire le condizioni della propria esistenza imposta dai demoni per volontà degli Dèi.
C'è qualche cosa di molto malate in tutto questo.
A queste affermazioni sul ruolo dei demoni controbatte Agostino d'Ippona. Ad Agostino d'Ippona interessa il ruolo dei demoni. Da Platone assume il concetto di demone, ma toglie al demone la divinità della relazione con gli Dèi, affermata da Platone, per far dei demoni un oggetto di disprezzo.
Scrive Agostino d'Ippona:
Invano dunque Apuleio e quanti la pensano come lui hanno tributato ai demoni quest'onore, ponendoli a mezz'aria tra il cielo dell'etere e la terra, in modo che trasmettano agli dèi le preghiere degli uomini e di qui agli uomini le richieste accordate, dal momento che, come sostengono che abbia detto Platone, nessun dio entra in relazione con l'uomo. Perciò quanti prestarono fede a queste dottrine ritennero più sconveniente che gli uomini avessero relazione con gli dèi e gli dèi con gli uomini; conveniente invece che i demoni avessero tali relazioni con gli dèi e con gli uomini, per trasmettere petizioni e comunicare concessioni; con la conseguenza evidente che un uomo puro ed estraneo alle delittuose arti magiche, per poter essere esaudito dagli dei deve ricorrere a questi intermediari, che amano tali arti, mentre con più facilità e più volentieri dovrebbe essere esaudito perché, non amandole, diviene più degno. E certo poi che quelli amano le sconcezze del teatro, che non sono amate dalla castità; amano le mille arti di nuocere nei sortilegi della magia, che non sono amati dall'innocenza. Così, quando castità e innocenza vogliono impetrare qualcosa dagli dei, non possono farlo in virtù dei propri meriti, se manca il soccorso dei loro nemici. C'è poco da arrabattarsi per giustificare queste finzioni poetiche e questi zimbelli teatrali! Contrario è stato Platone, loro maestro tanto autorevole; a meno che l'umano pudore abbia un concetto di sé così basso, che non solo prediliga le cose ignobili, ma addirittura le consideri bene accette alla divinità.
Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 408-409
"Invano", dice Agostino d'Ippona, "hanno tributato questo onore ai demoni collocandoli fra la terra e il cielo".
Non è invano. Platone e Apuleio hanno rubato la parte divina degli Esseri della Natura, degli Esseri Umani nel nostro caso, per trasformarli in oggetti d'uso dei demoni.
Gli Esseri Umani cessano di essere Dèi che costruiscono il loro daimon trasformando la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso, diventano burattini nelle mani di demoni che agiscono per conto degli Dèi.
Il passo successivo è trasformare gli Dèi in demoni, come fa Platone nel Simposio, e i demoni nell'aspetto della "disobbedienza" a Dio, istigatori della ribellione dell'uomo dalla morale imposta da Dio. In questo modo diventa semplice manipolare la "credenza" nei demoni in una credenza funzionale al cristianesimo.
Platone riteneva sconveniente che gli uomini avessero relazioni con gli Dèi. Infatti, il suo odio per i poeti come Omero ed Esiodo era proprio dovuto al fatto che costoro raccontavano storie di relazione fra gli Dèi e gli uomini e queste erano storie nelle quali l'uomo esercitava la propria volontà per perseguire degli scopi e degli intenti veicolando le proprie emozioni nei propri desideri.
L'odio di Platone per gli Dèi era l'odio dell'Artefice che, alienato dal mondo, pretende di dominare il mondo chiamando male ogni desiderio del mondo di agire per sé stesso.
Siamo davanti alla guerra delle "verità". La "verità" sulla realtà del mondo di Apuleio contro la "verità" sulla realtà del mondo di Agostino d'Ippona.
Mentre per Apuleio l'arte divinatoria, le arti profetiche, le arti magiche sono un elemento positivo della vita degli uomini e queste arti vengono messe in atto attraverso i demoni su volontà degli Dèi, Agostino d'Ippona parla di "delittuose arti magiche". Secondo Agostino d'Ippona, gli uomini verrebbero esauditi dagli Dèi quando "mentre con più facilità e più volentieri dovrebbe essere esaudito perché, non amandole [le arti magiche], diviene [l'uomo] più degno".
Agostino d'Ippona rileva come, anche se gli uomini sono convinti che l'esercizio delle arti magiche avviene attraverso i demoni, queste sono un esercizio di volontà dell'uomo che tende a liberarsi dalla coercizione nella quale è costretto a vivere. Agostino d'Ippona rileva la necessità di imporre maggior coercizione morale all'uomo affinché non si ribelli a Dio, nemmeno con le arti magiche.
L'arte magica, per come pensata da Agostino d'Ippona, interferisce con la volontà del suo Dio ed è, dunque: "E certo poi che quelli amano le sconcezze del teatro, che non sono amate dalla castità; amano le mille arti di nuocere nei sortilegi della magia, che non sono amati dall'innocenza."
Per Agostino d'Ippona, tutto è male. Il teatro è sconcio. I cristiani chiuderanno i teatri; chiuderanno le terme per permettere al loro Dio di far ammalare gli uomini e di intristirli. Imporranno la castità con una tale violenza da fare della malattia sessuale l'altare su cui sacrificano gli uomini al loro Dio. Dopo Agostino d'Ippona, saranno necessari 1600 anni, fino alla rivoluzione sessuale di Wilhelm Reich, per iniziare a liberare la sessualità dall'odio di Agostino d'Ippona.
Dice Agostino d'Ippona: "Così, quando castità e innocenza vogliono impetrare [impetrare = ottenere con preghiere, con suppliche, o in genere conseguire una cosa vivamente desiderata come una grazia o un favore] qualcosa dagli dei, non possono farlo in virtù dei propri meriti, se manca il soccorso dei loro nemici.". E i nemici, secondo Agostino d'Ippona, sarebbero i "demoni" che non trasmettono quelle "suppliche" agli Dèi.
E' indubbio che Platone, attraverso Socrate, ha imposto il "pudore". Il problema è che Platone era tendenzialmente omosessuale e probabilmente sessualmente impotente, come Paolo di Tarso. Da questa pulsione nasce in Platone l'odio per le donne che Agostino d'Ippona vuole indicare come "pudore" per rinnovare, a sua volta, l'odio nei confronti delle donne (a parte la madre).
Si deve rilevare come tutto il discorso sui demoni fatto da Platone, Apuleio e Agostino d'Ippona ha il medesimo comune denominatore: il controllo militare della società.
E in questo, devo dire, che per 1500 anni i cristiani ci sono riusciti riempiendo la terra di delitti, omicidi e stragi per la gloria del macellaio di Sodoma e Gomorra.
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17 giugno 2025
Se vogliamo capire che cosa sta succedendo in Medio Oriente, dobbiamo leggere la bibbia sulla quale l'infanzia ebrea si istruisce e dalla quale trae i modelli ideologici con i quali affrontare il mondo. L'identificazione con Dio dei bambini ebrei è totale e da adulti praticano questi meccanismi.
Il Ministro della pubblica Istruzione italiano ha recentemente imposto ai ragazzi lo studio della bibbia nelle scuole in modo da alimentare violenza contro violenza. E' necessario capire che la bibbia di ebrei e cristiani è un manuale scritto da assassini per legittimare l'assassinio e il genocidio.
Scrive la bibbia di ebrei e cristiani:
Isaia 13
1 Oracolo su Babilonia, ricevuto in visione da Isaia figlio di Amoz.
2 Su un monte brullo issate un segnale, alzate per essi un grido; fate cenni con la mano perché varchino le porte dei principi.
3 Io ho dato un ordine ai miei consacrati; ho chiamato i miei prodi a strumento del mio sdegno, entusiasti della mia grandezza.
4 Rumore di folla sui monti, simile a quello di un popolo immenso. Rumore fragoroso di regni, di nazioni radunate. Il Signore degli
eserciti passa in rassegna un esercito di guerra.
5 Vengono da un paese lontano, dall'estremo orizzonte, il Signore e gli strumenti della sua collera, per devastare tutto il paese.
6 Urlate, perché è vicino il giorno del Signore; esso viene come una devastazione da parte dell'Onnipotente.
7 Perciò tutte le braccia sono fiacche, ogni cuore d'uomo viene meno;
8 sono costernati, spasimi e dolori li prendono, si contorcono come una partoriente; ognuno osserva sgomento il suo vicino; i loro volti sono volti di fiamma.
9 Ecco, il giorno del Signore arriva implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare della terra un deserto, per sterminare i peccatori.
10 Poiché le stelle del cielo e la costellazione di Orione non daranno più la loro luce; il sole si oscurerà al suo sorgere e la luna non diffonderà la sua luce.
11 Io punirò il mondo per il male, gli empi per la loro iniquità; farò cessare la superbia dei protervi e umilierò l'orgoglio dei tiranni.
12 Renderò l'uomo più raro dell'oro e i mortali più rari dell'oro di Ofir.
13 Allora farò tremare i cieli e la terra si scuoterà dalle fondamenta per lo sdegno del Signore degli eserciti, nel giorno della sua ira ardente.
14 Allora, come una gazzella impaurita e come un gregge che nessuno raduna, ognuno si dirigerà verso il suo popolo, ognuno correrà verso la sua terra.
15 Quanti saranno trovati, saranno trafitti, quanti saranno presi, periranno di spada.
16 I loro piccoli saranno sfracellati davanti ai loro occhi; saranno saccheggiate le loro case, disonorate le loro mogli.
17 Ecco, io eccito contro di loro i Medi che non pensano all'argento, né si curano dell'oro.
18 Con i loro archi abbatteranno i giovani, non avranno pietà dei piccoli appena nati, i loro occhi non avranno pietà dei bambini.
19 Babilonia, perla dei regni, splendore orgoglioso dei Caldei, sarà come Sòdoma e Gomorra sconvolte da Dio.
20 Non sarà abitata mai più né popolata di generazione in generazione. L'Arabo non vi pianterà la sua tenda né i pastori vi faranno sostare i greggi.
21 Ma vi si stabiliranno gli animali del deserto, i gufi riempiranno le loro case, vi faranno dimora gli struzzi, vi danzeranno i sàtiri.
22 Ululeranno le iene nei loro palazzi, gli sciacalli nei loro edifici lussuosi. La sua ora si avvicina, i suoi giorni non saranno prolungati.
Bibbia ebrea e cristiana, Isaia 13
Questa è una strategia di violenza come ci sono strategie di lamentazione quando le persone rivendicano diritti nei confronti di ebrei e cristiani.
La bibbia istiga al genocidio per il piacere del genocidio. Aspettarsi dagli ebrei che siano in grado di rispettare un patto, una norma giuridica, è come aspettarsi che il Dio di ebrei e cristiani sia sottoposto alla legge di uguaglianza con l'uomo e risponda dei suoi delitti.
17 giugno 2025
Alcuni aspetti delle "Opere e i giorni di Esiodo" li ho trattati nel 2017 nell'ambito di riflessioni su Evola.
Evola, per legittimare il fascismo come ideologia assolutista prende spunto anche da "Le opere e i giorni" di Esiodo. Allora stavo lavorando sulle idee di Evola quando sono stato costretto a commentare alcune pagine iniziali di "Le opere e i giorni" di Esiodo in relazione alle idee di Evola.
Oggi, invece, sto trattando Esiodo in quanto Esiodo ne "Le opere e i giorni" e questo permette di elaborare un modo diverso sia di riflettere sul mito di Pandora, una volta liberati dalla necessità di affrontare l'assolutismo che impone delle interpretazioni obbligatorie, che vanno comunque censurate in un piano razionale occupato dall'assolutismo e dal suo infantilismo, rimane la possibilità di comprendere il senso filosofico religioso alla base de "Le opere e i giorni".
Rimane, comunque, l'ostacolo della misogenia che un tipo di comportamento culturale ha voluto mantenere nella storia veicolandolo in forme diverse di rappresentazione.
Gli scritti di allora rimangono, anche perché pubblicati nel VI volume della Teoria della Filosofia Aperta.
Riprendere il discorso sulle età in "Le opere e i giorni" di Esiodo significa, innanzi tutto, liberare l'idea che sulle età dell'uomo ha imposto Platone e che ha condizionato tutte le interpretazioni che del concetto di età ne voleva dare Esiodo.
Io cercherò di sviluppare il ragionamento uscendo dalla dimensione del dominio dell'uomo sull'uomo e dalla dimensione dell'assolutismo delirante di Platone.
17 giugno 2025
Se qualcuno non conoscesse il meccanismo, il fascismo non si abbatte eleggendo un altro partito, anche se un altro partito può conservare un po' di libertà non ancora saccheggiata. Per abbattere il fascismo serve un grande disastro che necessiti di una totale ristrutturazione della società.
Le persone non amano i disastri perché questi comportano molto dolore, ma il fascismo è dolore che somma dolore.
Si avrebbe potuto impedirlo prima, ma da Andreotti, passando per la Lega, Berlusconi e Fini, per i cittadini non è stato possibile fermare il processo di degenerazione sociale.
Auspicare disastri sociali non è mai una buona cosa, ma il disastro che stiamo vivendo è come un cancro che cresce nel corpo sociale e solo un altro disastro può esserne la cura. Triste, ma è così.
Gli uomini sono costretti a rimpiangere le cose che non hanno pensato, quando avrebbero potuto pensarle; rimpiangere le cose che non hanno detto, quando avrebbero potuto dirle; rimpiangere le cose che non hanno fatto, quando avrebbero potuto farle.
Pagina specifica dell'argomento
16 giugno 2025
Al mondo ci sono solo due sistemi di pensiero o, se preferite, due ideologie.
Sono sistemi di pensiero prodotti da due tipi di donne e uomini a seconda di come si collocano nel mondo, nella società e nella natura.
Un sistema di pensiero nasce dalle donne e dagli uomini alienati dalla società civile, dal mondo e dalla natura. Costoro si pongono al di fuori della società, del mondo e della natura. Il loro atteggiamento è quello di "osservare l'ambiente dall'alto". Loro non centrano, loro non sono responsabili, loro osservano il tutto come fa il vivisezionatore che apre gli animali in un laboratorio. Loro sono come Dio, irresponsabili di ogni accadimento. Gli accadimenti non li coinvolgono a meno che non si tocchi i loro personali interessi. Tutto il loro pensiero è finalizzato a giustificare e legittimare questa loro superiorità alienata dall'oggettività. Per questo sistema di pensiero, tutto è verità. La propria situazione di superiorità alienata è oggetto di verità. Una verità assoluta, immodificabile, anche se viene articolata, a seconda delle necessità, in maniera diversa. Quando osserva il dolore, questo, nella loro testa, assume carattere estetico. Non percepiscono le emozioni degli oggetti dai quali si sentono estranei, ma lo esorcizzano in caratteri estetici cogliendo la "bellezza" del dolore "sacrificale" di coloro che stanno soffrendo.
L'altro sistema di pensiero nasce dalle donne e dagli uomini che abitano il mondo. Costoro sono coinvolti nelle emozioni del mondo, della società e della natura. Ne percepiscono le pulsioni, i desideri, le aspettative, gli effetti di contraddizioni che sorgono e che si risolvono compartecipando al dolore e alla felicità degli oggetti che entrano in contrapposizione costruendo, giorno dopo giorno, un futuro diverso. Questi guardano stupiti gli alienati dall'esistenza. Non li capiscono. Non capiscono come non siano in grado di percepire il fluire emotivo che attraversa il mondo. Li chiamano: "insensibili". Alimentano una rabbia emotiva quando si rendono conto che gli alienati si divertono a manipolare le loro emozioni, le loro capacità di interagire con gli altri nella società e nella natura. Sono impotenti ad agire contro l'alienato. Non hanno strumenti per incidere nella sua psiche e nelle sue emozioni perché l'alienato ha ucciso le sue emozioni e si emoziona solo quando esercita il proprio dominio sugli uomini ridotti al rango di topi di laboratorio. Queste persone elaborano l'idea della libertà da un'oggettività imposta dagli alienati che fanno della "verità" della loro esistenza esercizio del proprio dominio sull'uomo. Il concetto di libertà, espresso da costoro, non è un concetto di libertà universale. E' un concetto di libertà contingente. Non pretende di essere universalizzato, a differenza del concetto di "verità" che, legittimando il dominio, è sempre uguale a sé stesso anche quando viene veicolato razionalmente in maniera diversa.
Non si tratta di aderire all'uno o all'altro sistema di pensiero.
Si tratta di abitare in maniera diversa il mondo in cui viviamo. E' il modo con cui noi abitiamo il mondo che costruisce il nostro modo di pensare la realtà del mondo, mai viceversa.
Quando due concetti di "verità" entrano in conflitto per ottenere il potere di dominio, l'uno contro l'altro, devono coinvolgere chi anela alla libertà dal concetto di "verità" che percepisce come opprimente. L'obbiettivo non è solo quello di dominare l'uno sull'altro, ma è soprattutto annientare una parte consistente di chi è coinvolto nelle emozioni del mondo.
Quando vedi che si sparano e si ammazzeranno a vicenda, non tifare per l'uno o per l'altro. Mentre si sparano e si ammazzano, il vero obbiettivo non è sopraffarsi l'un con l'altro, ma è coinvolgere e distruggere tutti coloro che abitano il mondo coinvolti nelle emozioni del mondo. Tutti coloro che sono coinvolti a tifare per l'uno contro l'altro sono le vittime che gli alienati desiderano anche quando si sparano fra di loro.
16 giugno 2025
I mercati finanziari non sono in grado di quantificare la modificazione sulla struttura finanziaria ed economica degli ultimi avvenimenti su scala mondiale.
La ragione di questa incapacità risiede nel fattore uomo.
I mercati finanziari, da alcune decine di anni, hanno cessato di abitare le condizioni di vita delle società nel mondo. Per loro tutto era affare, denaro e scambio di denaro che permetteva di controllare il potere.
Ora i mercati finanziari non conoscono più gli uomini.
Questo porta i mercati finanziari a vivere nell'incertezza. I dazi di Trump, per la finanza internazionale e per l'economia mondiale, appaiono come un'azione da dementi. Eppure il demente ha messo i mercati finanziari e l'economia mondiale davanti ad una modificazione della struttura economica e finanziaria che la stessa economia e la stessa finanza non sono in grado di quantificare nelle modificazioni introdotte e negli effetti che queste avranno.
Fintanto che le decisioni soggettive delle persone erano circoscritte a singoli individui privi di potere economico o circoscritte a piccoli gruppi emarginati nelle singole società, le modificazioni introdotte nell'economia dal fattore "uomo" erano irrilevanti. Quando però il comportamento soggettivo, che travolgeva le regole, era messo in atto da chi aveva il potere economico e finanziario, questa soggettività ha iniziato ad incidere progressivamente sulla struttura economica e finanziaria mondiale fino all'avvento del terrorismo trumpiano e del riarmo della Germania alla ricerca della gloria nazista.
Conquistare il mondo è sempre stato l'ideale, mantenuto sotto traccia dei razzisti nazisti che, per coprire la propria attività, accusavano gli altri di volerli discriminare.
Se non hai agito, quando il mare era calmo mettendo in salvo la barca, ora devi remare restando in balia dei marosi.
16 giugno 2025
Le pecore appiattite sul gregge, pensano di essere diverse dal gregge, delle pecore nere.
Queste pecore, per mantenere il loro ruolo nel gregge, accusano le pecore non omologate, le pecore nere, di agire da gregge.
Dal momento che sono massa, le pecore nere vengono emarginate.
Spero che le pecore siano felici delle trasformazioni sociali in corso.
Pagina specifica dell'argomento
14 giugno 2025
Esiodo apre il testo su "Le opere e i giorni" trattando della contesa. Che abbia preso spunto dalla contesa col fratello per l'eredità, che si concluse davanti ad un tribunale che favorì il fratello, è molto probabile.
Sta di fatto che leggendo il testo di Esiodo, sembra di leggere il "Trattato sulle contraddizioni" di Mao Tse Tung,
Scrive Esiodo:
Sulla terra non v'è un sol genere di Contesa, bensì due ve ne sono; e mentre l'una è lodata dal saggio, l'altra è riprovevole: hanno infatti indole diversa. L'una, la trista, favorisce la guerra luttuosa e la discordia: nessun mortale l'ama di sicuro, tuttavia, per destino, per volere degli Immortali, si coltiva questa gravosa Contesa. La Notte tenebrosa, per prima, generò l'altra, e il Cronide dall'alto trono, abitatore dell'etere, la pose nelle radici della terra: molto migliore è questa, per gli uomini: essa, infatti, esorta il neghittoso al lavoro. Perché l'ozioso, volgendo lo sguardo a uno più ricco, si affretta a seminare, a coltivare e a ben governare la casa; il vicino emula il vicino che alla ricchezza attende. Buona Contesa è questa per i mortali: il vasaio gareggia col vasaio, l'artigiano con l'artigiano, il povero invidia il povero, il cantore il cantore.
Tratto da Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 13-14
Mao Tse Tung diceva che le contraddizioni sono fra noi, fra noi e il nemico e fra noi e la natura.
Le contraddizioni vengono distinte dai mezzi che si usano per risolverle: quelle fra noi si risolvono attraverso la discussione e la mediazione; quelle fra noi e il nemico con la diplomazia e la guerra; quelle fra noi e la natura si risolvono mediante il lavoro.
Usare il termine di contraddizione o usare il termine di contesa non cambia la natura dell'oggetto a cui ci riferiamo.
Della contraddizione che si risolve attraverso la guerra, Esiodo dice:
"L'una, la trista, favorisce la guerra luttuosa e la discordia: nessun mortale l'ama di sicuro, tuttavia, per destino, per volere degli Immortali, si coltiva questa gravosa Contesa."
A nessuno piace dover affrontare contraddizioni che si risolvono mediante la guerra perché portano distruzione e lutti; favoriscono poche persone; distruggono le società degli uomini.
Della contraddizione fra noi e la natura che si risolve mediante il lavoro, Esiodo dice:
"La Notte tenebrosa, per prima, generò l'altra, e il Cronide dall'alto trono, abitatore dell'etere, la pose nelle radici della terra: molto migliore è questa, per gli uomini: essa, infatti, esorta il neghittoso al lavoro. Perché l'ozioso, volgendo lo sguardo a uno più ricco, si affretta a seminare, a coltivare e a ben governare la casa; il vicino emula il vicino che alla ricchezza attende. Buona Contesa è questa per i mortali: il vasaio gareggia col vasaio, l'artigiano con l'artigiano, il povero invidia il povero, il cantore il cantore."
Della contraddizione fra noi, che si risolve mediante il dibattito, Esiodo la dimostra dibattendo in tribunale col fratello al quale Esiodo dice:
0 Perse, poniti bene in mente questo, e la Contesa che gioisce del male non ti distolga l'animo dal lavoro per farti stare a spiare i tribunali e a prestar orecchio alle liti. Poco tempo, infatti, resta per liti o per discordie a chi non ha in casa mezzi più che sufficienti di vita, la spiga di Demetra e i frutti di stagione che la terra porta. Se tu sei sazio, allora favorisci pure liti e discordie contro i beni degli altri; ma non potrai agire così una seconda volta: definiamo qui allora la lite secondo quelle rette sentenze che, provenendo da Zeus, sono le migliori. Già infatti dividemmo l'eredità, e tu, derubandomi, molte cose arraffasti, corrompendo i giudici, divoratori di doni, i quali consentono di emettere tali sentenze. Stolti! non sanno come la metà valga più del tutto né quale grande vantaggio vi sia nella malva e nell'asfodelo
Tratto da Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 14
La contraddizione fra noi si risolve col dibattito, ma quando il dibattito si fa acceso, nella società in cui viviamo, a parte la corruzione morale dei magistrati, dovrebbero essere i magistrati a condurre il dibattito secondo condizioni di giustizia ed equità.
Le Opere e i Giorni, si aprono con la "necessità di agire" dove la necessità di agire, modifica il presente in cui le persone agiscono.
Questo testo di Esiodo viene collocato dalla maggior parte degli studiosi nell'VIII secolo a.c. Secondo il Prof. Scarpa, curatore del testo che io analizzo, colloca Esiodo fra il 675 e il 700 a.c., posteriore ad Omero. Almeno 100 anni prima di Pitagora e di Talete.
Che piaccia o meno, la teoria delle contraddizioni o delle contese, viene intuita come movimento del presente ben prima che una filosofia fissasse un qualche "principio di verità" con l'Uno di Pitagora o il Tutto di Parmenide.
La teoria delle contese, è stata presentata anche nella Teogonia dove Contesa, figlia di Nera notte, ha molti figli simili ai "mali" che escono dal vaso di Pandora.
Il vaso di Pandora trasferisce i figli di Contesa, nella Teogonia sono: "CONTESA generò PENA DOLENTE, OBLIO e FAME, e DOLORI, che fanno piangere, LOTTE e BATTAGLIE e DELITTI e OMICIDI, DISCORDIA e INGANNI e DISCORSI e AMBIGUI DISCORSI, ANARCHIA e SCIAGURA che vanno congiunte fra loro e GIURAMENTO, che agli uomini della terra grande sciagura reca quando qualcuno di loro, volendo, spergiura."
Un mondo in cui gli Esseri Umani devono affrontare ciò che considerano "pene dolenti", "oblio", "fame", "dolori che fanno piangere", "lotte", "battaglie", "delitti", "omicidi", "discordia", "inganni", "discorsi", "ambigui discorsi", "giuramenti e spergiuri", è un mondo che richiede volontà, impegno e attenzione. Richiede tutte quelle arti di cui Atena è manifestazione.
Da questo si può comprendere l'odio di Pitagora e di Platone per i poeti che indicavano la vita come contraddizione capace di coinvolgere le persone, a differenza dei "filosofi padroni di uomini" che invocavano la pace di un assoluto, di un creatore, al fine di conservare il loro potere e il loro dominio sugli uomini.
Con la teoria della contesa, inserita in ogni discorso filosofico, si inserisce il concetto di cambiamento, di modificazione del presente.
Già Omero, sempre che lo si voglia collocare prima di Esiodo, con i suoi poemi ha introdotto nella filosofia il concetto di guerra, con l'Iliade, (contesa furiosa), e il concetto di "viaggio" come trasformazione, cammino, Odissea (cammino come rappresentazione della vita). Desumere questi concetti dalle opere di Omero non era agevole per la maggior parte dei lettori mentre, per i filosofi che auspicavano un mondo statico, obbediente e sottomesso, come Pitagora, Parmenide, Socrate, Platone, Aristotele, i poeti rappresentavano i nemici, coloro che indicavano agli uomini la possibilità di agire e di ottenere dei risultati proprio perché avevano deciso di agire. Per persone come Pitagora, Parmenide, Socrate, Platone e Aristotele, che pretendono di imporre leggi e comportamenti come se fossero tanti "Dio creatore e padroni cristiani", osservare degli uomini che usando la loro volontà affrontano le contese della loro esistenza affrontando le avversità e trovando delle possibili soluzioni anziché attendere la provvidenza dei loro padroni, era qualche cosa di terribile, da allontanare con la massima determinazione.
La filosofia, nei suoi inizi, inizia a subire gli attacchi violenti da Pitagora.
Scrive di Pitagora Diogene Laerzio:
Ieronimo dice che Pitagora sarebbe disceso nell'Ade e avrebbe visto l'anima di Esiodo legata a una colonna di bronzo e urlante e quella di Omero appesa a un albero e circondata di serpenti, come punizione per ciò che entrambi avevano detto riguardo gli dei;
Diogene Laerzio, pag. 216
Con Pitagora la vita non è contesa, è accettazione passiva delle conseguenze della reincarnazione come trasmigrazione delle anime.
La guerra contro il Daimon dell'uomo, era iniziata. Esiodo parla dell'uomo che si costruisce, che modifica il proprio presente, costruendo il proprio Daimon, Pitagora eleva l'Uno a padrone degli uomini e l'anima, distinta dall'individuo come controllo dell'individuo che viene premiato o punito con la reincarnazione.
14 giugno 2025
Le idee sono come le parole. Vengono costruite ed usate in un contesto abbastanza preciso e in quel contesto assumono il loro significato. Un significato che non può essere esteso a contesti culturali diversi a mano che non si voglia piegare i contesti culturali diversi a quelle idee perché servono a qualcuno per i suoi fini.
Come in questo caso dove un'idea della filosofia greca, con ben precisi scopi di controllo sociale, viene, da Erodoto, attribuita all'Egitto facendo credere che sia più antica e più universale di quello che, in realtà, è.
Quando Erodoto afferma che:
Gli Egizi per primi affermarono che l'anima dell'uomo è immortale e che al perire del corpo emigra in un altro degli esseri che nascon via via. E quando li abbia passati tutti, terrestri marini e volatili, di nuovo rinasce nel corpo d'un uomo; e questo giro per essa si compie in tremila anni. Ci furono dei Greci che seguirono questa dottrina affermandola come loro propria, alcuni in tempi passati, altri di recente; so i loro nomi, ma non sto a scriverli.
Maria Timpanaro Cardini, curatrice de "Pitagorici antichi" commenta la questione affermando:
Bisogna qui distinguere la dottrina sull'immortalità dell'anima che risale all'Egitto in tempi remotissimi, da quella delle sue trasmigrazioni, di cui è stato detto non esservi traccia in alcun documento nazionale egizio (Zeller Phil. Gr., I p. 62 ; ma cfr. Mondolfo in Zell.-Mond., I p. 133 n. 2); ed è vero, nel senso che non c'è traccia di una dottrina eticocatartica dell'anima attraverso successive palingenesi; c'è solo la dottrina del "defunto giustificato", cioè divenuto simile a Osiride, che come tale può trasformarsi come vuole, rivestir forme varie umane e animali, e anche tornar sulla terra.
(Entrambe le citazioni) Da Pitagorici Antichi, testimonianze e frammenti a cura di Maria Timpanaro Cardini, Editore Bompiani, 2010, pag, 21
Anche il concetto di "anima" degli egiziani, non è il concetto di anima di Pitagora e Platone. E' più vicino al concetto di Daimon come la parte "immortale" dell'individuo che è propria dell'individuo.
Gli Egiziani non credevano nella reincarnazione. Lo dissi un sacco di volte a coloro che pensano di estendere l'idea Pitagorica e Platonica all'antico Egitto. Ma loro ne hanno bisogno perché, se l'idea non è così antica, si sentono smarriti.
Imparare come si tratta con gli USA
Pagina specifica dell'argomento
13 giugno 2025
Continuerò a lavorare sul periodo filosofico da Orfeo a Boezio.
Più approfondisco la relazione fra Paganesimo e assolutismo, più mi sto accorgendo che non esistono studi critici di analisi filosofica. Esistono una mole enorme di studi linguistici, storici, archeologici spesso fatti da persone notevoli capaci di individuare particolarità di connessioni fonetiche capaci di stabilire l'esatto periodo di uno scritto. E questi lavori devo tenerli sempre presenti nelle mie riflessioni.
Però non esistono studi di analisi filosofica. Cioè della relazione che ha un principio filosofico, un'idea, un'affermazione con la vita delle persone né come sia il pensiero della vita delle persone all'apparire delle singole idee filosofiche che ne modificheranno l'ordinamento sociale o come l'ordinamento sociale produca quelle idee per affermare sé stesso.
Si studia la filosofia per come viene presentata dalla storia archeologica, tendendo ad ignorare quanto è andato distrutto come se ciò che è andato distrutto non fosse stato presente nella testa delle persone di allora e non si mette in atto una riflessione filosofica sulla qualità del pensiero.
Io continuerò a lavorare fino alla nausea sul come, attraverso il pensiero filosofico da Orfeo a Boezio, si è imposto l'assolutismo. Probabilmente risulterò noioso e "rompipalle", ma il Paganesimo è troppo importante per essere lasciato nelle mani di archeologi che sognano l'onnipotenza assoluta del Dio di ebrei e cristiani (anche se ebrei e cristiani pagano meglio e io non mi aspetto compensi).
13 giugno 2025
Da Global Time
Il mercato finanziario ha la caratteristica di registrare immediatamente le variazioni del valore del mercato. Queste variazioni non corrispondono alla velocità di variazione dell'economia reale che non si basa su valori di mercato, ma su valori sociologici, scelte delle persone, percezione delle necessità, aspettative di lavoro, condizioni di lavoro. In particolare è da inserire nell'analisi dell'economia reale non tanto il valore del lavoro, ma il capitale che in qualche modo è accumulato dal lavoratore.
Se i capitalisti accumulano grandi capitali e quando falliscono dissipano grandi capitali, il "modesto" capitale del lavoratore, se non dissipato da banchieri che ne stimolano gli investimenti, garantisce la sopravvivenza del lavoratore anche in caso di fallimento dell'azienda o di perdita del posto di lavoro.
Questi capitali modesti, rappresentano il vero capitale di una nazione. Tanto più sono diffusi, tanto più una nazione è ricca.
Lo scopo del capitale finanziario è quello di distruggere i capitali "modesti" diffusi incitando ad investirli prospettando maggiori guadagni. Il capitalismo sfrutta l'avidità delle persone modeste per derubare le persone modeste.
A mano a mano che il capitale finanziario distrugge i capitali a disposizione, sempre più spinge i risparmiatori dal capitale "modesto" ad investire nella propria attività speculatrice.
Il trasferimento dei danni, provocati dal capitale finanziario sull'economia reale, avviene in anni e l'economia reale non capisce da dove è iniziato il suo tracollo perché: la propaganda della stampa ha interrotto la catena di informazioni fra scelte e conseguenze.
La questione è che è l'economia reale il soggetto che costruisce i capitali. Quando l'economia reale viene danneggiata dalla speculazione finanziaria, non si riformano più i capitali distrutti e gli speculatori sono costretti ad aggredire economie più sane per espropriarle della loro ricchezza.
Questo è il meccanismo che gli USA hanno messo in moto. L'obbiettivo degli USA è la distruzione dell'economia canadese e delle economie europee per poter ricostituire i propri capitali finanziari e pagarsi i debiti su cui hanno vissuto.
Per gli USA anche la Cina è un paese "appetibile" solo che la Cina ha la stessa potenza, se non più, economica, politica e militare degli USA mentre, Stati come il Canada e gli Stati Europei sono Stati dipendenti sia economicamente che psicologicamente dagli USA e, per questo, vittime ideali degli appetiti del capitale finanziario USA.
Come qualcuno ha potuto rilevare, nella contrattazione fra Cina e USA si scontrano due mentalità diverse. Trump vuole un successo immediato da usare per propagandare la sua abilità; la Cina lavora per costruire il futuro.
Una delle cose che mi ha colpito nell'accordo, ancora non chiaro, raggiunto a Londra da Cina e USA è che nell'accordo gli USA hanno garantito agli studenti cinesi il libero accesso alle università USA. E' come se la Cina avesse fatto un accordo in funzione dei propri cittadini e non in funzione di un profitto commerciale, anche se questo non è escluso.
Pagina specifica dell'argomento
12 giugno 2025
Premessa
La premessa della cacciata dalle condizioni di beati o dall'Eden in Esiodo e nella bibbia.
Scrive Esiodo:
Gli Dei hanno infatti nascosto agli uomini i mezzi di vita: se così non fosse, in un sol giorno ti procureresti agevolmente di che vivere magari per un anno e rimanertene in ozio; e subito al focolare appenderesti il timone, tralasciando il lavoro dei buoi e delle mule pazienti. Ma Zeus li nascose, essendo sdegnato nell'animo, ché: Prometeo, l'astuto, l'aveva ingannato. Per questo, appunto, meditò luttuosi affanni a danno degli uomini e celò il fuoco; ma il nobile figlio di Japeto lo rapì per gli uomini a Zeus, pieno di giudizio, ingannando con una canna cava Zeus che si rallegra della folgore.
Tratto da Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 14-15
Va notato come il figlio di Japeto, Prometeo, ruba agli Dèi la scintilla divina per darla agli uomini che, secondo il mito, in questo modo, possono diventare Dèi a loro volta.
Zeus ed Hera vengono a trovarsi nella situazione in cui gli uomini, trasformandosi in Dèi, possono accedere all'Olimpo.
La modifica della realtà operata da Prometeo è assoluta se si considera che col termine "uomini" si va ad indicare ogni Essere della Natura in quanto ogni Essere della Natura è legato l'uno all'altro attraverso un'evoluzione di milioni di anni e attraverso la diversificazioni di centinaia di milioni di specie di viventi che nel corso della vita hanno percorso la terra. Esiodo sapeva questo? Quasi sicuramente no, ma la Teogonia inizia con: "Dunque, per primo fu Caos, e poi Gaia dall'ampio petto, sede sicura di tutti gli immortali che tengono la vetta nevosa dell'Olimpo...". Da qui inizia un processo di trasformazione che porta al presente. Che Esiodo lo sapesse o non lo sapesse, è irrilevante perché:, a differenza della creazione ebrea e cristiana, non ha escluso aprioristicamente la possibilità.
La premessa del discorso di Esiodo è la modificazione epocale della realtà in cui vivono gli Esseri della Natura figli di Zeus ed Hera.
Scrive la bibbia di ebrei e cristiani:
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: "E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?". Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male". Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Genesi 3, 1-7
La premessa nella bibbia è la menzogna di Dio agli uomini. Gli uomini devono credere alle bugie di Dio.
Con la menzogna Dio si presenta agli uomini.
Al contrario di Dio, il serpente dice il vero: mangiando il frutto gli uomini acquisiscono la scintilla divina e aprono la loro coscienza alla comprensione del mondo.
Ma il Dio di ebrei e dei cristiani non ha mentito perché: il corpo degli uomini, una volta cacciati dall'Eden, è destinato a morire velocemente; non ha mentito il serpente che, avendo fatto loro acquisire la coscienza della realtà dell'esistenza possono trasformarsi in Dèi. Il Dio dei cristiani e degli ebrei è un "padrone di corpi", un "padrone di Esseri Umani ridotti in schiavitù". Al contrario, l'accesso alla consapevolezza indotta dalla ribellione all'imperio del Dio padrone, porta gli Esseri della Natura a sviluppare il loro corpo luminoso, a diventare Dèi. Cosa che dice e che afferma anche il Dio di ebrei e cristiani quando riconosce: "Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male.". Non è mai stato un "Dio unico", ma uno fra molti.
Vediamo ora l'analogia.
Prometeo ruba la scintilla divina a Zeus; Eva ruba la mela della conoscenza. In entrambi i casi esiste un atto di appropriazione che non è possibile chiamare "furto" perché: non esiste una norma che stabilisca la formazione della proprietà privata in questo contesto. La vita, tutta la vita, è espressione della volontà soggettiva, di ogni coscienza, che tende ad espandersi nella propria esistenza. Io respiro l'aria, non rubo l'aria. Io mangio il cibo, io non rubo il cibo. Quando mangio il cibo, qualcuno o qualcosa è diventato cibo. Ma non posso affermare di averlo rubato come non sta rubando il gabbiamo che si appropria del pane dalle mani del turista sprovveduto in quanto non esiste nessuna norma che distingua la proprietà del turista dalla proprietà del gabbiano.
La rabbia di Zeus non è dovuta al fatto che Prometeo ha "rubato" la scintilla divina per darla agli uomini, ma per il fatto che, dando la scintilla divina agli uomini, ha modificato il presente della vita in maniera così grande che lo stesso Zeus e gli Dèi non saranno mai più ciò che erano prima.
Prometeo non ha fatto altro che completare quella che in Esiodo potremmo definire la "creazione di Zeus": la vita della Natura ora si sviluppa con un fine, diventare altrettanti Dèi per ogni singolo nato nella Natura.
Il serpente non prende la mela e la dà ad Eva, ma induce Eva a prendere la mela, ad appropriarsi della coscienza e della conoscenza.
Mentre in Esiodo possiamo dire che la scintilla divina, distribuita da Prometeo, appartiene ad ogni Essere della Natura, in quanto ogni Essere della Natura, per il processo di evoluzione, rientra nel termine uomo; nella bibbia c'è la distinzione fra il termine uomo, Eva che prende il frutto della conoscenza, e la Natura, il serpente, che non prende il frutto della conoscenza.
In questo sistema si fissa il concetto che "Io uomo, con la conoscenza, sono uguale a Dio!" in contrapposizione a "la Natura non è Dio, ma un oggetto di cui Dio e l'uomo, si servono". La Natura assume il suolo di schiava dell'uomo in quanto l'uomo, mangiando il frutto, è diventato "Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male.".
Mentre in Esiodo, sia pur nella distinzione fra Dèi e uomini, abbiamo il concetto di uguaglianza; la bibbia si preoccupa di operare una distinzione per razza e specie, premessa per il razzismo e l'emarginazione.
Le conseguenze
Scrive Esiodo:
"0 figliolo di Japeto, tu che sei il più ingegnoso di tutti, ti rallegri di aver rubato il fuoco e di avere eluso i miei voleri: ma hai preparato grande pena a te stesso e agli uomini che dovranno venire. A loro, qual pena del fuoco, io darò un male del quale tutti si rallegreranno nel cuore, facendo feste allo stesso lor male". Così parlò, poi rise il Padre degli uomini e degli Dei.
Tratto da Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 15
La variazione dell'oggettività con gli Esseri della Natura che si trasformano in Dèi, costringe Zeus a costruire delle condizioni affinché: il cammino per diventare Dèi sia selettivo per i nuovi nati nella Natura.
Zeus costruisce le condizioni all'interno delle quali avviene la trasformazione degli uomini in Dèi. Prendendo la scintilla divina, Prometeo, hai cambiato la realtà e la realtà che hai modificato implica la nascita delle contraddizioni all'interno delle quali può avvenire la modificazione della realtà soggettiva di ogni Essere a cui ha dato la scintilla divina.
Dando la scintilla divina agli uomini, Prometeo ha messo in moto il tempo, la trasformazione nella vita degli uomini perché:, attraverso la trasformazione di loro stessi nel loro presente, possono diventare Dèi. La coscienza esprime la capacità di scegliere e la scelta è la premessa per la trasformazione soggettiva attraverso il fagocitare dell'esperienza.
Le conseguenze per Prometeo fu la condanna a vedere il suo fegato mangiato da un'aquila mentre stava incatenato.
Eschilo, nel "Prometeo incatenato" fa pronunciare a Prometeo queste parole parlando con Hermes:
Io, ti assicuro, non cambierei
La mia sventurata sorte con la tua servitù.
Molto meglio lo star qui legato a questa rupe io stimo
Che essere fedele messaggero di Zeus.
Eschilo, Prometeo incatenato, vv. 966-969 (tratto da: Karl Marx, differenze fra le filosofie della natura di Democrito e di Epicuro, Editore Bompiani, 2004, pag. 99)
A parte il fatto che nella Teogonia di Esiodo, Prometeo non è inferiore a Zeus. E' altro, ma non più debole di Zeus. Japeto, il padre di Prometeo, è fratello di Crono, padre di Zeus. Entrambi figli di Gaia e di Urano Stellato. Zeus sta costruendo le condizioni affinché: la vita si sviluppi sul pianeta, ma i Titani e la loro discendenza, concorrono a formare le condizioni e i meccanismi di trasformazione della vita stessa.
Precisato questo, il mito vuole mettere in rilievo l'atto di ribellione del più debole rispetto al più forte che libera l'umanità dall'inconsapevolezza. Questo anche se, chi si è ribellato, è costretto a pagare un prezzo. Solo che la ribellione di Prometeo libera tutti gli Esseri della Natura dall'inconsapevolezza e li conduce sulla strada per diventare Dèi.
Scrive la bibbia di ebrei e cristiani:
Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché: sono nudo, e mi sono nascosto". Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?". Rispose l'uomo: "La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato". Il Signore Dio disse alla donna: "Che hai fatto?". Rispose la donna: "Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato". Allora il Signore Dio disse al serpente: "Poiché: tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno". Alla donna disse: "Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà". All'uomo disse: "Poiché: hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché: tornerai alla terra, perché: da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!". L'uomo chiamò la moglie Eva, perché: essa fu la madre di tutti i viventi. Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì.
Genesi 3, 8-21
Nella Genesi, l'atto del Dio di ebrei e cristiani è un atto d'imperio. Una maledizione nella quale l'uomo non ha nessuna scelta se non subirla passivamente. L'uomo è lo schiavo; il lavoro dell'uomo, in quanto schiavo, è la sua condanna. Tutto deve marcire fintanto che l'uomo stesso marcisce "polvere tu sei e polvere sarai!". Non c'è futuro per l'uomo o per gli Esseri della Natura in quanto il Dio di ebrei e cristiani, padrone dei corpi ridotti a schiavi, fa della schiavitù un'attività per alimentare il dolore nella vita dell'uomo: la gloria dell'esistenza di Dio.
Le conseguenze della Genesi sono il terrore. Un terrore che ebrei e cristiani rinnoveranno sia per i loro schiavi sia per i popoli che intenderanno ridurre alla sottomissione e alla schiavitù.
La donna, Eva, ha scelto e, dopo quella scelta, all'uomo non è concessa nessun altra scelta se non quella di diventare polvere. Il Dio dei cristiani avrebbe creato una vita da schiavi per gli uomini portandoli a diventare polvere per la ribellione alla schiavitù che lui ha imposto.
Segue una serie di maledizioni che devono accompagnare la vita dell'uomo ad opera del Dio di ebrei e cristiani.
-1- Maledizione al serpente: Poiché: tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita;
-2- Maledizione alla donna: Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà;
-3- Maledizione all'uomo: Poiché: hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita; Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché: tornerai alla terra, perché: da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!"
In tutte le maledizioni espresse dal Dio degli ebrei e dei cristiani non c'è una sola parola sulle possibilità di scelta dell'uomo e della donna. La donna si scusa affermando che è "colpa del serpente"; l'uomo si scusa affermando che "è colpa della donna"; nessuno si assume la responsabilità delle proprie scelte. Nessuno ha detto: io ho voluto scegliere. Solo il serpente non è interrogato e nessuno immagina la risposta che il serpente avrebbe potuto dare al Dio degli ebrei e dei cristiani.
Non c'è un solo gesto di ribellione a Dio perché:, sia la religione ebrea che la religione cristiana, non ammettono nessuna ribellione al padrone. Il padrone ordina e lo schiavo obbedisce felice di obbedire e di compiacere il padrone.
Ora il Dio di ebrei e cristiani ha imposto le sue maledizioni all'uomo e qualora l'uomo si ribellasse alle maledizioni imposte, il Dio di ebrei e cristiani interverrebbe con il genocidio.
In Esiodo la nuova condizione dell'uomo che ora, con la scintilla divina distribuita da Prometeo è diventato consapevole delle sue possibilità divine, crea la necessità a Zeus di modificare le condizioni dell'oggettività affinché: la nuova condizione degli Esseri della Natura possa forgiarsi attraverso la loro vita.
Il mondo di beatitudine senza mali è un mondo privo di contraddizioni e privo di conflitti. Perché: quel mondo sia privo di conflitti deve essere abitato da soggetti privi di coscienza, desideri, volontà e scopo. Quando nasce la coscienza questa necessita di desiderio, volontà e scopo e, in quel momento, cessa di esistere il mondo di beatitudine.
La fine di questa "beatitudine" è rappresentata in Esiodo nell'apertura del vaso che Zeus ha dato a Pandora. Zeus ha creato il mondo delle contraddizioni e a Pandora ha dato il vaso che contiene i figli di Nera Notte adattati alle condizioni umane.
I figli di Nera Notte, come descritti nella Teogonia da Esiodo, sono coloro che addestrano gli Esseri della Natura affinché: si trasformino in Dèi.
In questo modo, il mito di Pandora nelle "Opere e i giorni" di Esiodo si conclude in due condizioni. Una è la condanna del ribelle Prometeo che sarà liberato da Ercole e l'altra è la modifica delle condizioni d'esistenza degli Esseri Umani che potranno veicolare la loro volontà nel mondo affrontando i "mali" usciti dal vaso di Pandora. Zeus fa un regalo agli uomini. Zeus fa chiudere il coperchio del vaso da Pandora in modo che la Speranza resti prigioniera nel vaso.
E' il regalo all'umanità di Zeus: affrontare le contraddizioni della vita, chiamate "mali" per come sono usciti dal vaso di Pandora, porta gli uomini a diventare Dèi. La Speranza, in una salvezza o in un soccorso esterno, la speranza nel "salvatore", distrugge la possibilità degli Esseri Umani di trasformarsi in Dèi. La Speranza, quella speranza, trasforma gli Esseri Umani in accattoni che supplicano una salvezza dopo aver dissipato la loro vita rinunciando a prendersi nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.
E' indubbio che il racconto dell'Eden della bibbia e il racconto di Pandora scaturiscono da un comune ambiente culturale, ma vengono articolati per trasmettere modelli sociali e religiosi diversi e opposti.
Chi ha scritto il racconto biblico appartiene ad una cultura molto povera con grandi ambizioni di dominio sugli uomini. Chi ha raccontato Pandora appartiene ad una condizione culturale più matura e con meno pretese di dominio. Inoltre, ad uguale parola, tradotta nello stesso modo, non corrisponde lo stesso significato perché: il significato non è dato dalla parola, ma dalle intenzioni di chi ha usato quella parola.
Mentre la bibbia viene spacciata come la parola immutabile del Dio di ebrei e cristiani e le parole hanno quello, e solo quel, significato; il mito parla per modelli, simboli e realtà emotive rivestite da forme comuni della ragione. Ma non sono le forme comuni della ragione a qualificare il Mito. Il Mito viene significato dall'aspetto emotivo, dal modello emotivo che trasmette, non dalla "verità della forma".
Nessuno ha mai creduto che Prometeo fosse stato incatenato ad una montagna e un'aquila gli divorasse ogni giorno il fegato. Ma tutti gli antichi sapevano che la ribellione ha un prezzo tanto più alto tanto è più forte colui al quale ci si ribella. Questa è la "verità" di questo Mito, non un uomo chiamato Prometeo in catene.
Per contro, i cristiani hanno sempre creduto che il Dio di ebrei e cristiani ha creato Adamo ed Eva e che costoro sono stati cacciati dal paradiso terrestre per "colpa" di un serpente. Fu Filone d'Alessandria che alla "improbabilità della realtà del mito biblico" decise di applicare alla bibbia il metodo con cui la filosofia greca interpretava allegoricamente il Mito.
Il Mito non è allegoria [allegoria: Figura retorica per mezzo della quale l'autore esprime e il lettore ravvisa un significato riposto, diverso da quello letterale.]; il Mito è realtà. Una realtà che non è fatta di quantità e di forma. Una realtà che è fatta di emozioni. Ma sempre una realtà fattiva che può essere interpretata simbolicamente ma che non può essere negata come oggettiva.
La bibbia è "parola". La "parola" nella bibbia è la parola di Dio. Anche se ai cristiani, oggi come oggi, spesso non piacciono le parole del loro Dio, Dio è parola: mai emozione!
D'altro canto, lo schiavista usa le parole, catene e frusta. Lo schiavista non usa mai le emozioni. Le emozioni vengono usate dallo schiavo nel tentativo di allontanare un po' di violenza, vengono usate dal neonato nei confronti del mondo, per sopravvivere. Vengono usate dagli uomini quando si aprono al mondo e alle emozioni del mondo. Non vengono usate da chi gira la chiavetta del gas per uccidere le persone e nemmeno dal magistrato quando emette sentenze pensandosi di essere egli stesso il Dio creatore e onnipotente della religione ebrea e cristiana.
12 giugno 2025
Il meccanismo è sempre lo stesso:
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché: rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché: mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché: mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché: non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Pagina specifica dell'argomento
11 giugno 2025
Discorso molto complesso quello su Pandora preso dalle "Opere e i Giorni" di Esiodo.
Ho iniziato ad analizzarlo partendo dall'ottica secondo cui Pandora era il modello di donna che Esiodo presentava.
A mano a mano che sono andato avanti con l'analisi, mi sono reso conto che il discorso su Pandora di Esiodo non è altro che un'altra versione della cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso descritta nella bibbia.
Continuerò con l'analisi che si sta facendo complessa, ma il quesito che ora mi pongo: sono gli estensori della bibbia che hanno copiato attingendo dallo stesso complesso culturale alimentato anche da Esiodo, o la genesi della bibbia è più vecchia dell'VIII secolo a.c.?
Ovviamente le versioni sono differenti perché nella bibbia l'intento è quello di colpevolizzare l'uomo rendendolo un peccatore che si deve umiliare davanti a Dio in quanto Dio ha paura dell'uomo; in Esiodo c'è l'apertura del vaso di Pandora che costituisce la cacciata dell'uomo dalle beatitudini in seguito alla scintilla divina che Prometeo ha dato all'uomo.
Come nel racconto della bibbia il Dio cristiano dice:
"Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!".
Genesi 3, 22
Così Esiodo fa dire a Zeus:
"0 figliolo di Japeto, tu che sei il più ingegnoso di tutti, ti rallegri di aver rubato il fuoco e di avere eluso i miei voleri: ma hai preparato grande pena a te stesso e agli uomini che dovranno venire. A loro, qual pena del fuoco, io darò un male del quale tutti si rallegreranno nel cuore, facendo feste allo stesso lor male".
Esiodo, Opere e Giorni, BUR, 1958, p. 15
L'acquisizione della coscienza del "bene e del male", di ciò che è utile da ciò che non è utile, equivale alla scintilla di fuoco che Prometeo ha rubato agli Dèi e ha consegnato all'uomo.
Questo concetto secondo cui l'uomo è in possesso del fuoco per diventare un Dio o è in possesso della conoscenza, come nella bibbia, rappresenta una sorta di violazione del potere di controllo degli Dèi e l'acquisizione, da parte dell'uomo, della possibilità di trasformarsi in un Dio.
Il punto è che mentre la cacciata dal paradiso della bibbia è spacciata per una punizione del Dio padrone che vede violato il suo potere assoluto; il vaso di Pandora apre all'uomo le sfide nell'esistenza. Se l'uomo decide di diventare un Dio, affronti la vita da uomo con tutte le contraddizioni della sua specifica esistenza.
Sto riflettendo e lavorando su questo.
11 giugno 2025
Esiodo vissuto nell'VIII secolo a.c. forse nato nel 776 a.c., assieme ad Omero fornisce la base mitica della civiltà occidentale con tutte le contraddizioni proprie di necessità di un mondo "antico" che vengono elevate a doveri morali. Se nella Teogonia Esiodo racconta il divenuto del reale attraverso la trasformazione dell'universo, nelle Opere e i Giorni, fornisce la sua opinione su un "riassunto" della vita quotidiana.
Una condizione permane nelle Opere e i Giorni di Esiodo, l'emarginazione della donna e la sua necessità di allontanarla dalla società.
Questa particolarità, dovuta alla pulsione macista di origine omosessuale, caratterizzerà tutta la storia della Grecia.
Ricordo come la stessa distruzione di Sparta fu operata dal "Battaglione Sacro" di Tebe composto da amanti uomini che con il loro coraggio spazzarono via una delle più potenti città greche.
L'emarginazione della donna divenne un elemento centrale nella filosofia di Platone che considerava la donna un soggetto da torturare perché era la reincarnazione di uomini malvagi. Quest'idea venne coltivata dai medio platonici, dagli stoici, dai neoplatonici e divenne centrale nel cristianesimo.
Per contro, l'idea omosessuale macista divenne il perno del cristianesimo. Tutta la chiesa cattolica (e non solo) è governata da omosessuali che nascondono la loro omosessualità per perseguitare da un lato la liberazione dell'omosessualità nella società civile e, dall'altro, riservarsi il diritto di emarginare la donna nella società anche se, nella società, le rivendicazioni di uguaglianza hanno limitato le pretese della chiesa cattolica. Una chiesa cattolica che continua ad esaltare lo stupro del più debole ad imitazione dello stupro del suo Dio nei confronti di Maria.
E' indubbio che la posizione di Esiodo nei confronti della donna, che la indica come la fonte di tutti i mali dell'umanità avendo aperto il vaso dei mali (Pandora), ha influenzato negativamente la storia delle società anche in presenza di civiltà e popoli che, al contrario, aprivano a maggiori diritti sociali alle donne.
Siamo talmente abituati a guardare alla Grecia come se questa posizione in riferimento al ruolo della donna nella società fosse univoca e generalizzata scordando di vedere condizioni diverse in altre città oltre ad Atene.
Esiodo racconta il "mito di Pandora" che spesso viene interpretato come "il mito della creazione della donna", come se tutte le donne fossero manifestazione del modello Pandora. C'è Pandora e ci sono le donne. Tuttavia, sembra indubbio che Esiodo abbia usato, nella descrizione di Pandora, le idee che aveva in relazione alle donne.
Pandora è la forma di donna che Zeus invia ad Epimeteo, fratello di Prometeo. Quanto più Prometeo è descritto "aperto agli uomini", tanto più Epimeteo è descritto "chiuso in sé stesso". Gli Esseri Umani hanno ricevuto la scintilla divina da Prometeo, che l'ha rubata agli Dèi. Ora anch'essi possono diventare Dèi e Zeus decide di rendere il loro cammino difficoltoso inducendo Pandora ad aprire il vaso dei mali in cui Zeus li aveva rinchiusi.
Così descrive la formazione della donna Esiodo in Opere e Giorni:
Così parlò, poi rise il Padre degli uomini e degli Dei. Comandò all'inclito Efesto che subito impastasse terra con acqua e v'infondesse voce umana e vigore, e che il tutto fosse d'aspetto simile alle Dee immortali, e di bella, virginea, amabile presenza; e quindi che Atena v'infondesse le arti e il saper tessere trame ben conteste; ordinò all'aurea Afrodite di circonfondervi grazia, seduzione e i desideri che struggono le membra; e a Ermes, messaggero Argifonte, di darvi un'anima di cagna e futili idee. Così parlò, e quelli obbedirono ai voleri del Cronide Zeus.
Tratto da Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 15
Cosa c'è, in questa costruzione, che suona male alle orecchie dei moderni? "e a Ermes, messaggero Argifonte, di darvi un'anima di cagna e futili idee".
Penso che questo passo sia uno dei più difficili da interpretare per chi viene educato in un ambiente cristiano.
La donna che Zeus, secondo Esiodo, ha ordinato di costruire è:
-1- voce umana e vigore, e che il tutto fosse d'aspetto simile alle Dee immortali;
-2- di bella, virginea, amabile presenza;
-3- che Atena v'infondesse le arti e il saper tessere trame ben conteste;
-4-ordinò all'aurea Afrodite di circonfondervi grazia, seduzione e i desideri che struggono le membra
-5- e a Ermes, messaggero Argifonte, di darvi un'anima di cagna e futili idee
L'idea generale è che nel descrivere Pandora, Esiodo ha voluto definire la donna in generale.
Perché mettere l'accento su un aspetto che suona offensivo "anima di cagna" e non su un aspetto che dovrebbe apparire quanto meno dirompente e positivo come "v'infondesse le arti e il saper tessere trame ben conteste"? Se l'uomo non riesce a far fronte alle trame ordite dalle donne, sicuramente si sente inferiore ad esse.
Eppure, se io leggo il simbolismo del cane nella mitologia greca l'uomo dovrebbe sentirsi inferiore alla donna anche per il concetto di "anima di cagna".
Mi prendo in mano il Dizionario dei Simboli di Jean Chevalier e Alain Cheerbrant, edizione BUR, 1988 alla voce "cane":
"In tutte le mitologie il cane (Anubis, T'ien-K'uan, Cerbero, Xolotl, Garm, ecc.), è sempre stato associato alla morte, agli inferi, al mondo sotterraneo, ai regni invisibili governati dalle divinità ctonie o seleniche. Il simbolo, molto complesso, del cane sembrerebbe, a prima vista, legato alla trilogia degli elementi - terra. Acqua, luna - di cui si conosce il significato occulto, femminile, vegetativo, sessuale, divinatorio, fondamentale tanto per il concetto di inconscio che del concetto di subconscio.
[...]
Psicopompo come Ermes, il cane possiede, all'occasione, delle qualità mediche e, infatti, nella mitologia greca lo si trova fra gli attributi di Asclepio (L'Esculapio dei latini) eroe e Dio della medicina. Infine, la sua conoscenza dell'Aldilà (come nell'aldiqua) fa si che il cane sia spesso presentato come eroe civilizzatore, più spesso signore e conquistatore del fuoco, e anche come antenato mitico, arricchendo così il suo simbolismo di un significato sessuale.
Inoltre, dobbiamo sempre tener presente che ai tempi di Esiodo, Platone ancora non era e non aveva rielaborato il significato del termine anima. Pertanto, il termine "anima" stava a significare "ciò che rende animato".
Scrive un dizionario di filosofia:
Anima, termine di origine latina (da anima che ha la stessa radice del greco ànemos "vento" e lo stesso di "spirito", in greco "pnéuma", aria, soffio, respiro) che indica convenzionalmente il principio dell'attività cosciente dell'uomo e, più in generale, il principio della vita di ogni vivente.
Tratto dalla voce "anima" dell'Enciclopedia della filosofia, Editore Garzanti, 1999
In questo caso, possiamo dire "lo spirito del cane" troppo spesso servizievole e amico di uomini violenti, cattivi, che evitano di essere amici dei loro cani, viene fatto proprio dalle donne che per essere vicino agli uomini spesso subiscono violenza e assenza di riconoscenza.
---Continua nella seconda parte-----
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10 giugno 2025
L'ambiguità dell'uso, da parte dei cristiani, del termine "demone".
All'affermazione di Agostino d'Ippona:
Quanti invece asseriscono che tutti gli dèi sono solo buoni e di gran lunga superiori agli uomini reputati buoni, si fondano giustamente sulle azioni dei demoni che non possono negare; e pensando che assolutamente gli dèi, che sono tutti buoni, non possono averle commesse, sono costretti a introdurre una differenza tra dio e demone, in modo da attribuire ai demoni tutte le opere e i sentimenti corrotti, che giustamente essi riprovano e nei quali gli spiriti occulti manifestano la loro potenza.
Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 427 - 428
Il presentatore dell'opera di Agostino d'Ippona vuole precisare un appunto sulla storia del termine "Demone" e scrive una nota dicendo:
Scrive il commentatore di Agostino d'Ippona:
2 Cfr. Omero, Ilias, 1,222. Naturalmente, come Agostino stesso riconosce, la citazione non è di prima mano; cfr. Plutarco, De defeda oraculomm, 10. Il demone, a partire dalle religioni più antiche, propriamente è una personificazione dell’imprevedibile, dell’oscuro, dell’irrazionale, mentre il dio è in un certo senso una individualità, una formazione specifica del numinoso. A partire dagli Erga di Esiodo [Le opere e i giorni], dove il demone è per lo più un eroe protettore degli uomini, venendo meno l’ambiguità della nozione originaria, si giunge all’idea, tipicamente platonica, del demone come (cfr. Platone, Convito, 203c), cioè di "divine potestà intermedie", e riceve ulteriore sistemazione in Apuleio, Posidonio e infine nel neoplatonismo; cfr. Plutarco, De defeda oraculorum, 416c, dove il demone assume la figura quasi di un angelo custode (cfr. G. Soury, La Demonologie de Plutarque, Paris 1942, pp. 117-176); Celso, Verus sermo, VIII,68; Plotino, Enneadi, III, 4; v. supra, VIII, 14, nota 1. Come si è visto (v. supra, VIII,20, nota 1), la moltiplicazione di questi esseri intermedi nel medio e neoplatonismo è anche un tentativo per ovviare al dualismo della metafisica platonica (cfr. pure Timeo, 48a, dove si dice che il Demiurgo ha creato solo la parte razionale dell’anima, mentre quelle vegetativa e animale sono attribuite agli dèi inferiori). Sul problema, cfr. F. Andres, Daimon in Pauly-Wissowa, Realencyclopddie, Stuttgart 1918, vol. III, Supplementband, còli. 279-332; E. Cassirer, Linguaggio e mito, trad. it. di V.E. Alfieri, Milano 1961.
Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, Commento alla citazione di Agostino d'Ippona, Libro IX pag. 427
La confusione nasce dalla differenza di significato alla parola "Demone" data da Platone e poi sviluppata Apuleio, Posidonio e Plutarco per continuare con i neoplatonici e con i cristiani, con il significato della parola "demone" prima di Platone e prima che venisse imposto ai corpi umani il concetto di "anima" come oggetto in sé e non come "ciò che rende animato".
Prima di Platone, il "Demone" o "Daimon" indicava la parte propriamente divina degli Esseri. Sia di un corpo materiale che di un corpo "immateriale". Lo stesso Zeus è un "possente Daimon" perché la sua immensità divina lo rende immenso. Se io mi rappresento, come individuo, Zeus non me lo rappresento come un "possente Daimon", ma lo riduco alla dimensione sociale "capo degli Dèi" (anche se gli Dèi non hanno un capo perché non hanno una gerarchia).
Il mio Daimon è ciò che io costruisco, giorno dopo giorno, plasmando la mia energia emotiva.
Riuscire a comprendere che gli Esseri della Natura si trasformano in Dèi, mutamento dopo mutamento, permette di comprendere anche il senso della parola "Daimon" come la parte divina di ogni Essere della Natura capace di permanere dopo la morte del corpo fisico. Questo permanere, permette di comprendere come noi viviamo in un infinito numero di "Daimon", corpi luminosi, in continua trasformazione e in continua relazione fra loro.
Il bisogno di controllo di Platone, lo porta ad iniziare ad assegnare loro una funzione, uno scopo in una visione antropocentrica per volontà del creatore.
Dalla filosofia Platonica e dal suo sviluppo nel cristianesimo, il Daimon cessa di essere un Essere della Natura che ha sviluppato la sua parte divina. Cessa di essere un Lemuri o un Mani per diventare, nei medio platonici, un mediatore, un servo, degli Dèi nei confronti degli uomini fino a essere rappresentato come un personaggio infernale che tanto piace ai cristiani.
10 giugno 2025
Che i dati sull'inflazione USA fossero bugiardi, anche se non ci sono possibilità di controllarli, ci sono pochi dubbi.
I giornalisti, consapevoli dell'inganno di Trump vanno alla ricerca di giustificazioni per spiegare perché e come i dati non tornano, ma la realtà è che al fascismo piace molto rappresentare e propagandare una magnificenza che non c'è per nascondere i suoi fallimenti. Come il Duce in Italia faceva girare gli aerei in tondo per far vedere che erano tanti, così i dati dell'inflazione vengono alterati dai fascisti per far credere che tutto va bene.
L'inganno è evidente nei calcoli dell'inflazione negli USA, ma anche in Italia le cose non sono del tutto chiare. L'inflazione al carrello della spesa al supermercato aumenta e l'inflazione generale sarebbe in calo: ma che cosa si comperano i politici?
Noi cittadini viviamo di inganni e di propaganda come il diritto di Israele di sterminare i palestinesi, l'enfatizzazione della propaganda sugli UFO, la propaganda sulle scie chimiche, la propaganda sul covid che non esiste e i dati sull'inflazione che non convincono con le spese dei cittadini.
E' il Dio cristiano che, non dovendo rispondere a nessuna autorità, inganna e truffa gli uomini che devono pendere dalle su bugiarde labbra. Se non lo fanno, terrore e morte da parte degli squadristi, comunque si vestano.
10 giugno 2025
Quando il capitalismo liberale non riesce a difendere i propri "schiavi", da cui trae profitto, e permette alla mafia cristiana di aggredirli perdendo i benefici del loro lavoro, il fallimento del capitalismo è già in fase avanzata.
Quando gli uomini pensano che sia il Dio cristiano a dare benefici agli uomini e non gli uomini a dare benefici a Dio, significa che gli uomini possono venir bruciati in olocausto per la gloria di Dio.
Quando gli uomini costringono i loro figli ad identificarsi con un Dio che si compiace di macellare l'umanità col Diluvio Universale e massacra gli abitanti di Sodoma e Gomorra per il proprio divertimento e quegli uomini non sono in grado di chiamarlo "assassino", meritano di essere sterminati come gli uomini travolti dal diluvio o gli abitanti di Sodoma e Gomorra.
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09 giugno 2025
Quando fu scritto il "Discorso perfetto" detto "l'Asclepio" in Ermete Trimegisto?
La "tradizione" lo voleva attribuire ad Apuleio, un filosofo medio-platonico (Madaura, 125 circa d.c. – Cartagine dopo il 170).
Scrive Wikipedia:
L'Asclepio è la traduzione latina, attribuita erroneamente ad Apuleio, di un perduto originale greco del II o III secolo d.C., intitolato Logos teleios ("Discorso perfetto").
In effetti, il papiro Mimaut, datato al 300 d.c. riporta alcune frasi dell'Asclepio.
Difficile che il "Discorso perfetto" sia stato scritto molto prima di quella data e sembra impossibile che sia stato scritto da Apuleio che è vissuto nello stesso periodo in cui, si dice, siano stati scritti i vangeli cristiani.
L'ambiente in cui l'Asclepio, il Discorso perfetto, appare lo stesso ambiente cristiano-giudaico in cui sono stati scritti i vangeli cristiani e molti scritti gnostici, probabilmente in Egitto e in ambiente alessandrino.
Al centro del "Discorso perfetto" c'è la figura del Dio creatore e padrone. Così inizia il "Discorso perfetto":
"E Dio, Dio, o Asclepio, che ti ha condotto verso di noi, perché tu fossi presente a un discorso divino, e tale da sembrare a buon diritto, per la sua pietà religiosa, il più divino3 di tutti quelli sviluppati in precedenza da noi o ispiratici dalla potenza divina. Se ti mostrerai in grado di capirlo, sarai assolutamente colmo di tutti i beni nell'intera tua mente - sempre che i beni siano molti e non uno solo, in cui sono tutti quanti. Si comprende, infatti, che un termine è correlato all'altro: tutte le cose appartengono all'Uno e quest'Uno è tutte le cose; infatti, un termine è talmente connesso all'altro che è impossibile che l'uno rimanga separato dall'altro. Ma apprenderai questo, se presterai diligente attenzione, dal resto del discorso. Tu ora, o Asclepio, vai a chiamare Tat, che ci faccia compagnia".
Tratto da: Corpus Hermeticum, Asclepio (discorso perfetto), Editore Bompiani, 2006, pag. 515
La premessa del discorso è la conclusione del discorso: la verità è l'esistenza di Dio e Dio è l'Uno che comprende ogni cosa nell'esistente senza che abiti né le cose, né l'esistente.
Le cose appartengono all'Uno e l'Uno è tutte le cose. E' le cose, ma non abita le cose.
Scrive Agostino d'Ippona a proposito di Ermete Trimegisto e del Discorso perfetto, l'Asclepio, che lui attribuisce ad Apuleio:
Apuleio nega la divinità dei demoni, ma, affermando la loro funzione di mediatori tra gli dèi e gli uomini in modo da farli apparire portavoce indispensabili degli uomini presso gli dei, non arriva a distinguere il loro culto dalla religione degli dèi superiori. Trismegisto invece afferma che alcuni dèi sono stati creati dal sommo Dio, altri dagli uomini. Prendendo quest'affermazione in senso letterale, si può pensare che io parli di statue, che sono opera delle mani dell'uomo; secondo lui invece le statue visibili e tangibili sono come i corpi degli dèi, nei quali però sono stati invitati ad albergare degli spiriti che possono sia nuocere sia soddisfare le richieste di quanti offrono loro onori divini e atti di culto. Creare gli dèi, per Ermete, è l'arte di unire questi spiriti invisibili a realtà visibili, che hanno un corpo e una materia, in modo da produrre delle statue, quasi corpi animati, dedicate e sottomesse a quegli spiriti; gli uomini avrebbero ricevuto questo potere grande e mirabile di creare gli dèi.
Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 414/415
Scrive Ermete Trimegisto nel Discorso Perfetto:
E, poiché abbiamo annunciato il discorso della parentela e della società che intercorre tra gli uomini e gli dèi, vieni a conoscere dunque, o Asclepio, il potere e la forza dell'uomo.
VIII L'uomo creatore degli dèi terrestri
Come il Signore e Padre, o, per usare la designazione più alta, Dio, è il creatore degli dèi celesti, così l'uomo è l'artefice degli dèi che si trovano nei templi e si compiacciono della vicinanza degù uomini, e non solo è illuminato, ma illumina anche. Non solo progredisce verso Dio, ma produce anche degli dèi. Rimani ammirato, Asclepio, o forse anche tu manchi di fede come la maggior parte delle persone?".
"Rimango confuso, o Trismegisto, ma do volentieri l'assenso alle tue parole, e considero sommamente beato l'uomo che abbia conseguito
una felicità così grande".
"E non senza ragione è degno di essere ammirato colui che è il più grande di tutti gli esseri. Tutti ammettono che il genere degli dèi è evidentemente derivato dalla parte più pura della natura, e che i loro segni visibili sono soltanto, per così dire, delle teste in luogo degli interi corpi. Ma le immagini degli dèi che gli uomini forgiano sono formate da entrambe le nature: quella divina, che è più pura e molto più divina appunto, e quella che è al di qua dell'uomo, ossia la materia, da cui le suddette immagini sono state fabbricate. E non sono rappresentate con le sole teste, ma con tutte le membra e con l'intero corpo. Così l'umanità, sempre memore della propria natura e della propria origine, persevera nella suddetta imitazione della divinità, sicché, come il Padre e Signore ha fatto gli dèi eterni, perché fossero simili a lui, così l'umanità raffigura i propri dèi a somiglianza del proprio volto".
"Intendi dire le statue, Trismegisto?".
"Sì, Asclepio. Vedi quanto tu stesso sei diffidente? Sono statue animate, piene di intelletto e di soffio vitale, che compiono tante e tali opere! Sono statue che conoscono in anticipo il futuro e che lo predicono con le sorti, con i profeti ispirati da loro, con i sogni e in molti altri modi; che causano malattie agli uomini e che le curano anche, e che procurano dolore o gioia secondo i meriti".
Tratto da: Corpus Hermeticum, Asclepio (discorso perfetto), Editore Bompiani, 2006, pag. 557/559
Vale la pena di trattare questa osservazione di Agostino d'Ippona in relazione al Discorso Perfetto.
Il nocciolo centrale del discorso è: gli uomini sono o meno costruttori di Dèi?
Una volta che qualcuno, come Ermete Trimegisto, rileva che esiste l'idea secondo cui gli uomini sono costruttori di Dèi, eccolo lanciarsi a descrivere come gli Dèi, costruiti dagli uomini, altro non sono che le statue degli Dèi infusi di soffio vitale e di intelligenza con la capacità di agire sulla vita degli uomini.
Per tentare di capire da dove deriva quest'idea noi dobbiamo tornare alle antiche religioni dove l'uomo è circondato da un immenso numero di Dèi e agisce, come un Dio, un costruttore, capace di concentrare la propria energia vitale fondendola con gli oggetti del mondo dando vita a dei "Genius loci" capaci di agire sulla struttura emotiva di tutti coloro ce agiscono in quel contesto. Quirino stesso è il "genio Loci" della città e tutti gli abitanti della città partecipano di quella divinità. Con essa scambiano energia emotiva manifestata dalle loro emozioni e dalle loro aspettative.
La Natura è formata da corpi fisici che manipolano la loro energia emotiva; i corpi fisici della natura, manipolando la propria energia emotiva nelle relazioni fra sé e il mondo, costruiscono dei legami emotivi, delle concentrazioni di energia vitale, capace di diventare coscienza di sé e alimentare a sua volta le relazioni fra i soggetti che la compongono.
Gli stessi Esseri della Natura, l'Essere Umano nel nostro caso, è un crogiolo di Dèi. Ogni corpo che abita la natura è veicolatore di un numero pressoché infinito di frammenti di Dèi che abitano l'oggettività nella quale vive. E' come se in ogni corpo degli Esseri della Natura abitasse una cellula per ogni Dio che abita il mondo e ogni Essere della Natura è in grado di chiamare quel specifico Dio, selezionandolo dagli altri, alla propria coscienza nel momento stesso in cui le relazioni che vive col mondo ne richiedono la presenza.
L'idea Pagana entra nell'assolutismo e l'assolutismo tenta di dare una spiegazione all'idea religiosa pagana rubando le peculiarità religiose della religione pagana per sostituirle con le idee religiose dell'assolutismo.
Oggi, del Genius Loci si dà questa spiegazione: Genius loci si riferisce allo "spirito del luogo", un concetto che ha radici nell'antica religione romana, ma che oggi si usa per descrivere l'atmosfera, l'identità e la connessione emotiva di un posto.
Nel 1997, nella conferenza tenuta a Marghera, elencavo una serie di principi fondamentali della Religione Pagana e fra l'altro affermavo:
9) Il "Paganesimo" considera che ogni volta che un Essere concentra la propria attenzione per soddisfare un proprio bisogno relazionandosi con altri Esseri con Necessità simili costruisce un Centro di Energia Vitale che qualora diventi sufficientemente forte, attraverso le relazioni con altri Esseri che esprimono uguali bisogni, acquista Coscienza di Sé e inizia un cammino che, attraverso l'esercizio della propria volontà e le proprie determinazioni, tende a perpetuarsi lungo una propria sequenza di mutamenti tentando di diventare eterno. Questi centri, nel "Paganesimo", sono Dèi con i quali costruire una relazione.
Vedi nella formattazione del 1999 quando fu caricata in internet.
Gli Dèi nascono da condizioni. Esattamente come gli Esseri della Natura nascono da condizioni e divengono in un cammino di trasformazioni per diventare possibili Dèi. D'altro canto, gli Esseri della Natura costruiscono delle condizioni che permettono a nuovi e diversi Esseri di nascere e di trasformarsi.
Questa è la condizione che il testo del "Discorso Perfetto" deve cancellare dalla memoria religiosa delle persone.
E lo cancella affermando che:
Così l'umanità, sempre memore della propria natura e della propria origine, persevera nella suddetta imitazione della divinità, sicché, come il Padre e Signore ha fatto gli dèi eterni, perché fossero simili a lui, così l'umanità raffigura i propri dèi a somiglianza del proprio volto".
"Intendi dire le statue, Trismegisto?".
"Sì, Asclepio. Vedi quanto tu stesso sei diffidente? Sono statue animate, piene di intelletto e di soffio vitale, che compiono tante e tali opere! Sono statue che conoscono in anticipo il futuro e che lo predicono con le sorti, con i profeti ispirati da loro, con i sogni e in molti altri modi; che causano malattie agli uomini e che le curano anche, e che procurano dolore o gioia secondo i meriti.
Tratto da: Corpus Hermeticum, Asclepio (discorso perfetto), Editore Bompiani, 2006, pag. 557/559
Le statue come oggetti in se costruiti dall'uomo. Nella miseria intellettuale dell'estensore del "Discorso perfetto", l'unica cosa che l'uomo è in grado di fare nella sua vita religiosa sono le statue che riempie di magia. Questo concetto si trasferirà nel cristianesimo dove l'immagine del santo o del Gesù dei cristiani ispira profeti, e inviano dolori e gioie.
Agostino d'Ippona deve sviluppare ulteriormente questo concetto e sostituirlo con la presenza di "demoni da combattere".
Scrive Agostino d'Ippona parlando dei demoni:
E' vero però che i demoni hanno poteri su molti, come loro sudditi e schiavi, che sono indegni di partecipare alla vera religione; la maggior parte di questi s'è convinta che i demoni sono dèi, ingannata da segni miracolosi di loro interventi e predizioni.
Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, p. 414
L'attacco alle religioni Pagane prefilosofiche portato da Platone prima, dal platonismo, dai medio platonici, dai neoplatonici e dal cristianesimo ha avuto il solo fine di privare l'uomo del suo abitare il mondo. Un abitare il mondo che lo porta anche all'elaborazione della qualità divina del mondo in cui vive.
In questo modo, mentre la costruzione di "Dèi inferiori" viene attribuita da Ermete Trimegisto nell'Asclepio all'attività degli uomini che fabbricano statue, l'attività superiore, che porta alla nascita degli Dèi, appartiene all'Uno, al Dio padrone dell'universo. Una figura di Dio padrone dell'universo estranea alle antiche religioni e il cui inizio, almeno per me, fu elaborato da Pitagora e da Parmenide come espressione d'odio rispetto alle antiche religioni.
Scrive nell'Asclepio:
Come il Signore e Padre, o, per usare la designazione più alta, Dio, è il creatore degli dèi celesti, così l'uomo è l'artefice degli dèi che si trovano nei templi e si compiacciono della vicinanza degù uomini, e non solo è illuminato, ma illumina anche.
Tratto da: Corpus Hermeticum, Asclepio (discorso perfetto), Editore Bompiani, 2006, pag. 557
Si sta via, via formando l'ideologia della distruzione dell'uomo in quanto volontà divina che abita il mondo per trasformare l'uomo in un soggetto obbediente, privo di volontà, pieno di sensi di colpa e incapace di affrontare i problemi che la vita gli presenta.
I cristiani chiamano i "Genius Loci" "demoni" perché loro sono terrorizzati davanti ad un presente che non sono in grado di affrontare e vivono supplici nell'intervento del loro Dio padrone. Nel frattempo, accorrono ad applaudire ad ogni dittatore che, identificandosi col loro Dio padrone, getta su di loro un futuro possibile che non si realizzerà mani, ma del quale loro stessi saranno le vittime da sacrificare.
Pagina specifica dell'argomento
08 giugno 2025
Quado io avevo cominciato il mio percorso di Stregoneria, nel 1980, iniziai a osservare l'occultismo.
Mi dissi che non era possibile che qualcuno non avesse percorso il medesimo sentiero e non avesse intuito o vissuto quelle cose che io stavo vivendo.
Fra gli anni '70 e '80 del secolo scorso c'era una mole notevole di materiali sull'occultismo e sulla magia con un vero e proprio revival di scritti medioevali che, apparentemente, erano contrari al cristianesimo.
Mi ci volle del tempo per scoprire l'inganno.
L'uomo non è una macchina razionale che vive in un mondo di forme. L'uomo è un essere emotivo che vive in un mondo di emozioni. Solo che la coscienza dell'uomo è dominata dalla ragione. Una ragione che si fa Stato, si fa potere di dominio, imponendo la propria descrizione del mondo agli uomini dicendo agli uomini che quella, e solo quella, è la realtà del mondo.
Mi ci vollero molti anni per comprendere come il vivere, l'abitare, il mondo era una condizione soggettiva, personale, di relazione emotiva che doveva essere imprigionata dalla coscienza dell'individuo per impedirle di modificare la descrizione del mondo, la verità, che la ragione che si fa Stato afferma che quella, e solo quella' è la vera realtà del mondo.
Nell'uomo sorgono elementi di preveggenza, di déjà-vu. Nell'uomo si liberano sensazioni telepatiche. Nell'uomo si presentano visioni, allucinazioni, illusioni. Nell'uomo la percezione quotidiana viene alterata spesso. A volte basta una febbre o un delirio alcolico. Si presentano alla coscienza, superando il controllo della ragione, anche se la ragione le riveste della sua descrizione. Né la ragione, né la coscienza dell'individuo sembrano non avere un qualche controllo su queste insorgenze psichiche.
Al di là di come tutte queste forme si possono presentare, sia in maniera sporadica che come sintomi di malattie, l'uomo è più complesso di quanto la razionalità meccanicista vuole affermare che sia.
L'uomo vive un continuo sforzo di abitare un mondo emotivo la cui esistenza, sia del mondo che del suo abitare, viene negato alla sua coscienza. Coscienza che combatte contro il corpo dell'uomo, cercando di eliminare tutti gli stimoli e le sensazioni che desiderano emergere, per affermare il proprio dominio sullo specifico individuo di cui si sente padrona. Quanti uomini sono consapevoli quando ascoltano i segnali che arrivano dal loro "cervello nello stomaco", dal loro sistema "gran simpatico"?
Di tanto in tanto, la coscienza è costretta a cedere e sensazioni, percezioni, emozioni e quant'altro, che non appartengono al bagaglio della propria descrizione, emergono e pretendono di essere prese in considerazione dalla coscienza stessa.
In questa lotta si inserisce la letteratura dell'occultismo. Un occultismo che da un lato nega i processi adattativi dell'uomo, concepito e nato, alle sollecitazioni ambientali e dall'altro lato impone sull'uomo un delirio di superstizioni preconcettuali il cui scopo è costringere l'uomo ad ignorare una realtà complessa nella quale vive e considerare l'insorgenza di strane e diverse percezioni del reale come eccezionali rivolte ad una persona eccezionale che entra nelle grazie di "potenze superiori".
L'azione dell'occultismo aveva, ed ha, lo scopo di affiancare il cristianesimo nel sottomettere l'uomo a "potenze superiori" alle quali l'uomo si deve sottomettere. Lui è nelle grazie del Dio padrone, dei Maestri superiori, degli Spiriti, dei poteri magici. Lui è l'unto, il prescelto, colui destinato alle grandi imprese.
All'inizio del percorso di Stregoneria, mentre affronti l'ideologia occultista, specialmente se sei cresciuto in un ambiente cristiano, ti sembra di vivere in un mondo opposto al cristianesimo, ma a mano a mano che approfondisci la questione trovi i "minimi comuni denominatori" e ti rendi conto che "non ha importanza con quale nome chiami la rosa, avrà sempre lo stesso profumo" o, se preferite "la puoi chiamare cacca, popò, ma sempre merda è".
Il delirio di onnipotenza è sempre delirio di onnipotenza o, come dice il grande psicologo Vianello:
Molti studiosi considerano l'egocentrismo come una importante caratteristica della religiosità infantile (tra questi il Castiglioni, il Grasso, il Lutte, il Terstenjak, il Vergote, il Mailhiot, il Montuschi, ecc.). Scrive, ad es., il Terstenjak: "Come secondo l'opinione del fanciullo, il padre, la madre e tutto l'ambiente devono essere al mondo solo per lui, così anche Dio esiste soprattutto per i suoi desideri" (p. 126; 1955). Ed afferma il Lutte (1962): "La religiosità del fanciullo è egocentrica nel senso che egli riferisce tutto a sé. Non sarebbe capace di comprendere ed apprezzare le cose religiose se non quando ne vedesse un interesse immediato. Il Natale sarà così soprattutto il giorno dei regali; la preghiera un mezzo per ottenere vantaggi concreti". L'egocentrismo, in effetti, domina la vita religiosa infantile. Lo stesso antropomorfismo, in definitiva, è contemporaneamente espressione di realismo e di egocentrismo. Anche molti aspetti delle credenze animistiche ed artificialistiche o alcuni atteggiamenti magici sono riconducibili, nella loro origine prima, proprio all'egocentrismo.
Tratto da: Renzo Vianello, La religiosità infantile, Editore Giunti, 1976, p.224-225
Il problema è il delirio egocentrico che contraddistingue ciò che è infantile da ciò che è adulto.
L'infante, che pensa al mondo come un oggetto che ruota attorno a lui, diventa un adulto che pretende che tutto il mondo debba soddisfare i suoi desideri. In questo, l'occultismo lo aiuta: lui è il destinatario del messaggio astrologico; i tarocchi parlano di lui; lui è all'interno del "grande disegno di Dio".
Diventare adulti significa abitare il mondo. Prendersi le responsabilità delle condizioni e delle contraddizioni del mondo. Troppa gente, educata nel cristianesimo, pensa di ricoprire il ruolo di "giudice" o di studioso di "individui che devono recitare il ruolo di cavie".
Il percorso di Stregoneria è un percorso fatto di mutamento, di trasformazione di sé stessi. Il mondo emotivo è un universo infinito da cui emerge una ricchezza fatta di emozioni. Solo che le emozioni non sono una moneta corrente nella società in cui viviamo. Per percorrere un sentiero di Stregoneria serve un duro lavoro e un impegno sociale che non regala molte soddisfazioni. Il mondo sociale in cui viviamo non ha nessuna preparazione ideologica, nessuna capacità di comprendere chi non si adegua alla sua descrizione del mondo, e passa di fallimento in fallimento perché insegue illusioni messianiche. A chi pratica Stregoneria non resta altro che dire: "Te l'avevo detto! Ora "cazzi" tuoi!".
08 giugno 2025
Trump attendeva da mesi la telefonata di Xi Jinping, ma la telefonata non arrivava.
Allora Trump ha deciso di chiamarlo. Dopo la telefonata, Trump ha dichiarato: "E' andato bene!". Dai contenuti di quell'"andato bene" si comprende che Xi Jinping non lo ha mandato a quel paese, ma non ha nemmeno ottenuto il "bacio della buonanotte".
Forse per questo è infuriato con Musk che ha criticato il suo grande piano economico.
Avremmo voluto camminare in un mondo diverso, ma noi possiamo solo camminare non decidere sull'oscurità o sulla luce del mondo.
08 giugno 2025
Vi faccio osservare che questa cosa io la raccontavo fin da oltre 25 anni fa. Inoltre, col Crogiolo dello Stregone, raccontavo il meccanismo con cui rendere questa possibilità utile nella vita quotidiana.
Ma diciamocelo, della Stregoneria non interessava e non interessa a nessuno. Si preferisce la miracolistica.
E che, pensate che quei neuroni sono stati creati da Dio? Li abbiamo costruiti ognuno di noi a seconda delle sue predilezioni e delle sue esperienza. A seconda delle condizioni del mondo incontrato alla nascita e alle risposte soggettive che davamo alle sollecitazioni del mondo,
Vivere da Stregoni significa essere consapevoli delle trasformazioni che viviamo. Gli altri aspettano la provvidenza di Dio.
Scrive l'articolo dell'ANSA, fra l'altro:
Il cervello non elabora il futuro come un unico scenario, facendo una media dei dati a disposizione: al contrario, traccia tante mappe diverse contemporaneamente che illustrano tutti i futuri possibili, alcune più ottimistiche altre più caute, e le adatta in base alle circostanze per aiutarci a prendere decisioni.
Gli autori dello studio hanno così scoperto che neuroni diversi elaborano mappe diverse: alcuni sono più impazienti e attribuiscono maggiore importanza alle ricompense immediate, mentre altri sono più sensibili a quelle differite nel tempo. Inoltre, alcuni neuroni sono più ottimisti, aspettandosi risultati superiori alla media, e altri più pessimisti, reagendo di più alle delusioni e favorendo dunque stime più caute.
L'esperimento ha anche evidenziato che i neuroni adattano le loro previsioni all'ambiente, pur mantenendo i rispettivi ruoli: quelli più ottimisti mantengono questa tendenza e lo stesso vale per gli altri. Il mantenimento di questa diversità, secondo i ricercatori, potrebbe essere la chiave che consente al cervello di rappresentare simultaneamente diversi futuri possibili.
[Tratto da Ansa on-line del 05-06-2025]
Quando iniziai a scrivere Il Crogiolo dello Stregone su sollecitazione dei radioascoltatori di Radio Gamma5, avevo ben chiaro il meccanismo di trasformazione della struttura neuronale a seconda delle attività che venivano svolte quotidianamente.
La maggior parte delle persone non ebbe mai chiaro che il termine che usavo di "stuprare bambini" non si riferiva prettamente ad un atto sessuale, ma consisteva nell'imposizione di imperativi morali in maniera così violenta da indirizzare la formazione del reticolato neuronale in una direzione negativa per il bambino e il futuro adulto. E' un concetto oscuro per chi, pur non ritenendo che l'uomo sia creato dal Dio cristiano, procede a ragionare come se lo fosse.
Come raccontavo nel Crogiolo dello Stregone, dopo che un ambiente coercitivo e repressivo, cristiano, imponeva una struttura neuronale che esprimeva quel tipo di visione del mondo, da adulti sarebbe servito uno sforzo imponente, una processo doloroso, per modificare quella struttura neuronale e le relative idee sul mondo che quella struttura neuronale imponeva.
Pagina specifica dell'argomento
07 giugno 2025
Mi è capitato fra le mani, uscendo dalla mia libreria "La Q di Qomplotto. QAnon e dintorni. Come le fantasie di complotto difendono il sistema" di Wu Ming.
Si tratta di un passato che ho vissuto e che, purtroppo, a mio avviso, permette di comprendere l'attuale che stiamo vivendo.
Ne presento solo un paio di pagine per comprendere attraverso cosa si esprime gli USA di oggi nel mondo. I semi dei complotti sono germogliati. Le tecniche si sono affinate anche se il mondo di oggi non è più quello di 50/60 anni fa.
"Immagina bene, perché all'altezza degli anni Settanta c'è da raccontare molto altro, Per il cospirazionismo americano è un decennio decisivo. Diverse sequenze del genoma di QAnon risalgono a quest'epoca. Un'epoca di riflusso e ripiegamento dopo la fine della contro cultura e del movement. Di offuscamento del "sogno americano" dopo la fine ignominiosa della guerra in Vietnam. Di sfiducia e sospetto dopo lo scandalo Watergate e le dimissioni di Nixon. Di crescita del fondamentalismo cristiano, che proprio in questo periodo, da fenomeno di provincia che era, comincia a radicarsi e crescere nelle periferie delle metropoli. Di ossessione pop per il diavolo, come mostra il successo del
film L'Esorcista, e anche qui c'entrano le ricadute della vicenda Manson e di Paul-Is-Dead. Infine, non dimentichiamolo, gli anni Settanta sono "the Me Decade". Come scrive Tom Wolfe, c'è il "terzo grande risveglio", cioè il boom della New Age e delle spiritualità alternative. Ma procediamo con ordine ... ".
"Non mi oso di interrompere, ma ci vorrebbe davvero qualcos'altro da bere. Chiamerei Pilade". Anch'io avevo ormai le fauci asciutte. Ma non sapevo cosa bere. Pensai alle bibite della mia infanzia e azzardai: "Signor
Pilade, si potrebbe mica avere un'orzata?".
E orzata fu.
"La fine del ciclo di lotte della seconda metà degli anni Sessanta non dipende da uno spontaneo esaurirsi, dal consumarsi di una fase, dal passare di una "moda" ... Che il riflusso arrivi da solo è una narrazione tossica che si impone rimuovendo il conflitto. E' così in Italia ed è così negli Stati Uniti.
La fine del movement è l'esito di una guerra, una guerra che 1'establishment americano combatte davvero con ogni mezzo. C'è la repressione armata, come durante la convention del Partito democratico a Chicago nel 1968 o alla Kent State University nel 1970, quando la Guardia nazionale apre il fuoco contro gli studenti che chiedono la fine della guerra in Vietnam. C'è l'assassinio politico, come quando la polizia di Chicago irrompe di notte nell'appartamento del dirigente della Pantere Nere Fred Hampton e compie una vera e propria esecuzione. Ma soprattutto c'è la guerra psicologica, l'infiltrazione massiccia dei movimenti allo scopo di sabotarli, lo spionaggio usato per
diffamare singoli e gruppi ... Queste sono le specialità dell'Fbi, che è ancora diretto da Hoover. Dal 1956 al 1972 l'Fbi ha un piano d'operazioni segreto, il Cointelpro (Counter Intelligence Program), interamente dedicato alla guerra sporca contro la nuova sinistra, il movimento pacifista, le femministe, le organizzazioni per i diritti degli afroamericani, dei nativi americani e degli ispanoamericani ... Lo stesso Martin Luther King, fino alla morte e anche oltre, viene sorvegliato e perseguitato dal Cointelpro".
"In che senso "anche oltre"?".
"Ancora nel 1969, più di un anno dopo l'assassinio di King, il Cointelpro passa a giornalisti fidati documenti che dovrebbero sporcarne la memoria ... E' una fissazione del razzistissimo Hoover. A essere preso di mira dal Cointelpro è soprattutto il partito delle Pantere Nere, che Hoover odia dal profondo del.;".
Ebbi un'esitazione.
"Niente dettagli anatomici superflui, continuiamo".
"Il partito delle Pantere Nere viene pesantemente infiltrato - a un certo punto quasi un terzo dei militanti sarà costituito da informatori - e sabotato in ogni sua attività. Usando le informazioni raccolte dalle spie, il Cointelpro fabbrica accuse per mandare in galera i leader del partito. Informazioni false vengono passate a centinaia di giornalisti legati al Bureau, che avviano campagne stampa martellanti contro le Pantere. A volte l'obiettivo, messo nero su bianco nei memo del Cointelpro, è spingere attivisti al suicidio. L'Fbi diffonde volantini falsi, addirittura stampa numeri falsi del giornale ufficiale delle Pantere. Tutto questo è storia. è un formidabile reticolo di centinaia di complotti, complotti reali che presentano ogni caratteristica dei complotti reali: hanno obiettivi mirati, sono portati avanti da un numero circoscrivibile di persone, hanno un inizio e una fine ... ",
"Appunto quando finiscono?".
"Nel marzo 1971 alcuni attivisti penetrano nella sede dell'Fbi di Media, Pennsylvania, e trafugano più di mille documenti riservati. In quelle carte sono descritte svariate operazioni del Cointelpro. Gli autori del furto mandano copie del plico a vari giornali, firmandosi "Citizen's Commission to Investigate the Fbi". Il 24 marzo la vicenda finisce in prima pagina sul Washington Post. Altri documenti spuntano grazie a cause civili intentate da singoli attivisti contro l'Fbi. Che sospende il programma e l'anno dopo ne annuncia l'avvenuta chiusura. Nel 1975, con Hoover ormai morto, un comitato d'inchiesta del Senato, il Church Committee, getta altra luce sul Cointelpro e conclude che l'Fbi ha intenzionalmente e sistematicamente violato i diritti costituzionali delle persone e organizzazioni prese di mira. Eppure soltanto quattro agenti finiscono sotto processo per reati
collegabili al Cointelpro. Due di questi vengono condannati, ma nel 1982 Ronald Reagan concede loro la grazia".
"Con quale motivazione?".
"Reagan dichiara: "E' tempo di lasciarci tutto questo alle spalle e avviare un lungo e da tempo necessario periodo di guarigione e riconciliazione nazionale"".
Tratto da: Wu Ming, La Q di Qomplotto. QAnon e dintorni. Come le fantasie di complotto difendono il sistema, Edizioni Alegre, 2021, p, 468-470
Ci sarebbe da riflettere, però lo può fare solo chi, oggi vecchio, quel tempo ha vissuto.
07 giugno 2025
Ci sono molte persone che esultano per successi ottenuti, anche con duro lavoro, e che, attraverso forme di esultanza, promuovono una forte propaganda di sé stessi.
Questo tipo di azione tende a richiamare l'attenzione e spesso finisce per trasformare l'esultante in un obbiettivo, in una preda per altri.
L'arte consiste in un equilibrio fra l'esporsi, nella favola di Esopo consiste nell'affrontare il gallo avversario, e nel sottrarsi al mondo, a differenza del gallo trionfante nella favola di Esopo in questione.
Esopo parla agli schiavi dove esiste la contesa per guadagnare qualche cosa, ma facilmente si diventa preda di qualcuno più forte che vuole appropriarsi dei risultati ottenuti dal lavoro degli schiavi.
Succede spesso nelle aziende dove, "quello bravo", diventa la preda dei furbi che vogliono farlo funzionare per i loro interessi
Scrive Esopo:
Due galli si battevano per questioni di... galline, e uno mise in fuga 1'altro, il vinto, andò a nascondersi tra i cespugli mentre il vincitore, levatosi a volo, si issava su un alto muro, cantando a squarciagola. Ma tosto un'aquila gli piombò sopra e lo portò via. Così, quello che se ne stava nascosto nell'ombra poté, da allora in poi, coprire tranquillamente le sue galline.
Esopo: I due galli e l'aquila, Editore BUR, 1982, 20, pag. 59.
E' indubbio che il secondo gallo si è trovata la "strada" liberata dall'aquila. Il secondo gallo non aveva la forza e l'abilità del primo, tuttavia il pollaio si accontenta.
Ci sono molti dirigenti d'azienda che devono accontentarsi di personale di "seconda mano" perché il mobbing aziendale ha allontanato i migliori che facevano ombra agli arrampicatori sociali.
Nella società ci sono persone che si sentono aquile, pronte a ghermire chi, secondo loro, non sta al loro posto. Per questo, la possibile preda non si deve accontentare di ottenere buoni risultati nelle proprie imprese, ma deve attrezzarsi per poter beneficiare dei risultati ottenuti anziché farsi ghermire.
Pagina specifica dell'argomento
06 giugno 2025
Boezio rappresenta la pietra tombale delle Antiche religioni i cui ultimi seguaci, ridotti alla clandestinità, ne continueranno i culti in segreto.
Boezio continua l'operazione filosofica di Agostino d'Ippona introducendo nel cristianesimo sia le idee di Platone che le idee di Aristotele in quell'operazione di censura che iniziata con Pitagora, Platone e Aristotele, alimenta l'odio per il politeismo religioso e per i desideri e i piaceri degli uomini, Piaceri e desideri che devono essere incarcerati per meglio controllare l'uomo.
Severino Boezio, (Roma 475/477 – Pavia, 524/526) fu uno degli agenti ideologici dell'imperatore Teodorico. Incarcerato in quanto accusato di tradimento, fu giustiziato a Pavia. Strangolato e finito a bastonate. La chiesa cattolica, con il papa Leone XIII ne approvò il culto per la chiesa di Pavia e lo festeggia il 23 ottobre.
Boezio coniuga l'Artefice, il Dio assoluto, di Platone con il Dio ebreo cristiano passando per Plotino e Cicerone: neoplatonici e stoici.
Cosa resta del Dio della bibbia una volta che Boezio ne definisce l'assolutismo come diritto assoluto dell'Imperatore?
Rimane la narrazione infantile che viene spacciata all'infanzia in un continuo sforzo ideologico di contenere lo sviluppo di ogni singolo uomo e di ogni singola donna in una condizione di pensiero infantile, di perenne dipendenza da una figura paterna, che col tempo diventa impersonale, chiamata Dio.
Quando l'individuo si sforza di uscire dalla condizione infantile in cui si muovono i suoi pensieri, eccolo rifiutare quella figura che crea la luce dal nulla o devasta l'umanità col diluvio universale. Non parla più del Dio a capo delle armate ebraiche che devasta i popoli, ammazza donne e bambini per il suo potere. Non si parla più dell'Imperatore che si identifica con Dio.
Dio assume una dimensione astratta, impersonale. Lui è Dio onnipotente che agisce nella vita degli uomini in un modo così sottile che gli uomini nemmeno se ne accorgono. La "provvidenza" è l'arma di Dio e tu devi riconoscere la mano di Dio ogni volta che qualche cosa ti va bene. In questo modo neghi te stesso, le tue decisioni, perché queste sono il frutto della volontà di Dio a cui ti devi adeguare accettando tutto quello che ti va male in nome della volontà di Dio.
Scrive Boezio:
Allo stesso modo, dunque, se la provvidenza vede qualcosa come presente, è ineluttabile che questa cosa esista, benché non abbia, per sua natura, nessuna necessità di esistere. Ora, Dio vede come presenti quelle cose future che provengono dalla libertà di decisione; queste cose, dunque, in rapporto alla visione divina, diventano necessarie per la condizione della conoscenza divina, considerate per se stesse, invece, non decadono dall'assoluta libertà della loro natura. Avverranno, dunque, senza dubbio tutte quelle cose che Dio prevede che avverranno, ma alcune di loro hanno origine da libera decisione, ed esse, quantunque si verifichino, non perdono con l'esistere la loro natura, per la quale, prima che avvenissero, sarebbero potute anche non avvenire.
Accadono tutte le cose previste da Dio e non le cose che tu vuoi o puoi far accadere.
Esistono cose che accadono e che per loro natura non hanno la necessità di accadere?
L'affermazione in sé, fatta da Boezio, ha del farneticante: significa togliere agli accadimenti le necessità del loro accadere. Significa che non affronti più l'accadere per le cause che provocano l'accadere, ma devi confidare nella provvidenza di Dio affinché l'accadimento delle cose, senza necessità di accadere, ti sia favorevole. Questo ha la funzione di alimentare l'impedimento alla ricerca delle cause costringendo l'individuo all'incoscienza e all'inconsapevolezza che lo rende disarmato davanti alla vita.
"Dio vede come presenti le cose future..." siamo nella condizione in cui il filosofo, Boezio, si fa Dio e dice alle persone ciò che è la percezione di Dio. Non esiste un Dio "che vede come presenti le cose future..." ma esiste un Boezio che proclama l'esistenza di un Dio che vede le cose future e che desidera l'esistenza di un Dio che vede le cose future.
Le cose, viste da Dio, avverranno, dice Boezio, ma alcune cose che accadranno sono determinate dalle azioni umane che, comunque, Dio ha previsto che quell'uomo farà.
In questo modo il Dio di Boezio ha il controllo dell'uomo e di tutti quegli accadimenti che, secondo Boezio, possono non avere una causa necessaria affinché accadano.
Scrive Boezio:
Che importa allora - mi dirai - che non siano necessarie, quando per la condizione della conoscenza divina, ne risulterà, in tutti i modi, un'equivalente necessità? Ha la stessa importanza - rispondo - dei fatti che poco fa ho citato, ossia l'esempio del sole che sorge e dell'uomo che cammina; essi, mentre accadono, non possono non accadere; uno solo di loro, tuttavia, prima ancora che succedesse, era inevitabile che avvenisse, l'altro, invece, no affatto. Così pure, quelle cose che Dio ha presenti, avverranno senza dubbio, ma di queste, alcune discendono propriamente dalla necessità delle cose stesse, altre, invece, dal potere di chi le compie. Non a torto, dunque, dicevamo che queste cose, se si rapportano all'atto del conoscere divino, sono necessarie; se si considerano per se stesse, sono sciolte da ogni legame di necessità, così come tutto ciò che, appare ai sensi, se lo rapporti alla ragione è universale, se lo rapporti a se stesso, è particolare.
Il Sole sorge e l'uomo cammina; entrambe sono delle necessità soggettive indotte da cause. Ciò che accade ha la necessità di accadere, ma la necessità di accadere appartiene agli effetti delle cause che hanno costruito la situazione per la quale il Sole sorge e l'uomo cammina anziché strisciare.
Entrambe le condizioni è inevitabile che accadano. L'uomo può decidere, per un attimo, di non camminare, ma non può decidere di non camminare. O decide di vivere o decide di morire.
"quelle cose che Dio ha presenti, avverranno senza dubbio" il che significa: "Quelle cose che Dio ha creato che siano, saranno e dal momento che saranno sono presenti a Dio.". Il Dio di Boezio non è uno spettatore delle cose che accadono e accadranno, è il creatore delle cose che devono accadere e all'uomo, secondo Boezio, rimane solo l'illusione di scegliere ciò che è già stabilito che debba accadere.
Boezio risolve in Dio i limiti della conoscenza dell'uomo quando dice: "alcune discendono propriamente dalla necessità delle cose stesse, altre, invece, dal potere di chi le compie". Le cose discendono sempre dalla necessità di accadere per la coincidenza di varie cause che le manifestano in essere. Le cose che nascono dal "potere di chi le compie" altro non è che la necessità soggettiva di compiere quelle cose perché, alcune cause, al di là che io le conosca o meno, hanno coinciso affinché quella persona, in quella situazione, esercitasse la sua volontà di compierle.
Scrive Boezio:
Ma se è in mio potere - mi dirai - di mutare proposito, vanificherò la provvidenza, quando, eventualmente, io muterò qualcosa che essa conosce in precedenza. Ti risponderò che puoi, bensì, deviare altrove il tuo proposito, ma poiché la verità presente della provvidenza vede che tu puoi ciò e vede anche se tu lo fai e su quale altra scelta eventualmente ripieghi, non puoi evitare la prescienza divina, come non potresti sfuggire allo sguardo di un occhio sempre presente, quantunque con la tua libera volontà ti volgessi alle azioni più svariate. Allora - dirai - la conoscenza divina si muterà a seconda del mio comportamento, cosicché se io voglio ora questo, ora quello, risulterà che anch'essa debba alternare le vicende del conoscere?
Per nulla affatto. La visione divina, infatti, precorre ogni cosa futura e la rivolge e richiama alla presenza del proprio atto conoscitivo e non ondeggia, come credi tu, nell'alternativa di prevedere ora questo, ora quello, ma con un solo colpo d'occhio previene ed abbraccia, rimanendo immobile, i tuoi cambiamenti.
Qui Boezio ammette l'esistenza di un "mutare di proposito", secondo lui, non vanifica la provvidenza di Dio perché la provvidenza di Dio comprende la decisione soggettiva di agire mutando il proposito.
Boezio dice che l'uomo è prigioniero della prescienza d Dio e ad essa non sfugge "come non potresti sfuggire allo sguardo di un occhio sempre presente, quantunque con la tua libera volontà ti volgessi alle azioni più svariate". Il problema è che "l'occhio sempre presente" guarda le mie più svariate azioni mentre, nella prescienza, proclamata da Boezio, l'occhio non vede le mie azioni, ma vede le azioni che farò perché ha determinato le azioni che farò. Solo che, se ha determinato le azioni che farò, io non sono responsabile per le azioni che faccio o che farò, ma il responsabile è Dio e tutte le azioni che possono essere censurate come "malvage" che io posso fare vanno imputate alla prescienza di Dio che ha determinato le mie azioni malvage.
Signori, vi prego, mettete in galera Dio e impiccatelo, perché egli è il responsabile di ogni delitto subito dall'umanità in quanto, con la sua prescienza, ha creato la malvagità per il proprio sollazzo.
Scrive Boezio:
Questa presenza capace di abbracciare e cogliere simultaneamente tutte le cose non deriva a Dio dal realizzarsi delle cose future, ma dalla propria semplicità. In questo contesto si risolve anche la questione che tu hai sollevato poc'anzi, sostenendo che sarebbe indegno il dire che i nostri atti futuri forniscano la causa alla conoscenza di Dio. Infatti questa interna energia della conoscenza divina, che abbraccia tutte le cose con una nozione presente, stabilisce essa stessa la misura per tutte le cose e nulla invece deve alle cose che avverranno in seguito.
E concludo questa carrellata di osservazioni con l'affermazione creazionista di Boezio. Nulla a Dio arriva dalle cose, ma tutto è espressione di Dio. "Sarebbe indegno" dice Boezio "affermare che i nostri atti futuri forniscono la causa della conoscenza di Dio.". Come ti permetti, dice Boezio, di affermare che i tuoi atti futuri contribuiscono alla conoscenza di Dio. E' una cosa indegna! E' la conoscenza divina, di Dio, che stabilisce la misura di tutte le cose (che ha creato le cose e il disegno divino). Nulla Dio deve alle cose che agiranno in seguito.
La fusione di platonismo, stoicismo e neoplatonismo viene fatta da Boezio per fornire al cristianesimo, al Dio dei cristiani, il Macellaio di Sodoma e Gomorra, quella dignità universale che la bibbia, mettendolo a capo militare del popolo eletto, ha elevato a sterminatore dell'umanità.
Tratti da: Boezio, La consolazione della filosofia, Editore BUR, Pag. 385/387
06 giugno 2025
Credo che il termine corretto per definire la situazione sia "caos" che non è il Divino Caos, ma il capriccio del bambino che ha il potere di distruggere tutti i giocattoli affinché altri bambini non ci giochino.
Caos nel commercio, nell'economia, nella finanza e condizioni per una guerra o per infinite guerre locali.
Cosa vogliono gli USA con questo caos?
Essere riconosciuti come i padroni del mondo senza avere doveri rispetto a leggi o istituzioni. Nemmeno nei contratti commercial o negli accordi internazionali.
06 giugno 2025
Io avevo un compito, uno solo, quarantacinque anni or sono.
Avrei dovuto liberare il Paganesimo dal cappio nazi-fascista che il cristianesimo aveva costruito attorno al suo collo.
Un operaio non sa nulla di cultura dal momento che la sua cultura scolastica si è fermata alla sufficienza sociale anche se i numerosi corsi tecnici (aerei, elicotteri, macchine per scrivere, fotocopiatori e quant'altro) hanno portato ad un accumulo di conoscenza costringendolo a vivere esperienze che altre persone non avrebbero mai affrontato.
Ci sono alcune definizioni, nella storia del pensiero sociale che definiscono questo tipo di operaio che preferisco ora non nominare.
Questo tipo di operaio inizia un percorso di trasformazione soggettiva. Pensa di aver scoperto delle cose belle sulla realtà in cui vive e inizia a comunicarle.
Non ne conosce il valore, perché la scarsa preparazione scolastica non gli permette il confronto fra ciò che pensa e ciò che comunemente è pensato.
Poi gli Dèi arrivano e gli dicono: "Prendi ciò che arriva e utilizzalo!".
Un solo compito avevo: la costruzione del pensiero Pagano.
Per farlo dovevo accumulare esperienza.
L'ho fatto, mi è costata tanta fatica.
Ora penso di essere arrivato verso la fine del mio lavoro.
Non avevo il diritto di chiedere a nessuno di aiutarmi, e nessuno lo fece; non avevo il diritto di rifiutare quanto mi si offriva anche se questo avesse comportato fatica.
Il mio lavoro non è un lavoro di successo. Le masse non applaudono.
Ho fatto ciò che potevo. Ho rispettato il patto con gli Dèi. Ho lavorato intensamente e le persone che leggono, sempre si perdono non cogliendo il filo delle pagine che ho scritto.
A me non importa.
Forse anche questo era nei progetti degli Dèi: io ho fatto ciò che dovevo fare, non ciò che altri avrebbero voluto o volevano che facessi.
Fintanto che le persone vivranno nell'oscurità della sottomissione non sentiranno la necessità di una diversa condizione.
Pagina specifica dell'argomento
05 giugno 2025
Schelling ha la necessità di dimostrare che ogni religione che ha preceduto il cristianesimo altro non era che un "cristianesimo primitivo". In particolare la riflessione verte sulla similitudine che Schelling fa fra Dioniso e il "Messia" figlio del Dio padrone di ebrei e cristiani.
Davvero Dioniso è simile a Gesù?
Quando mai Dioniso ha minacciato gli uomini di pene eterne se non si sottomettessero a lui?
Nelle antiche religioni prefilosofiche non esiste l'uso della religione per sottomettere gli uomini. E così Gli Dèi, anche quando combattono fra di loro, non combattono mai per sottomettere l'uomo, semmai per contendersi il giudizio dell'uomo; come quello di Paride.
Scrive Schelling:
Quando si dice che il paganesimo è falsa religione, appunto in ciò è compreso che esso non è del tutto privo di verità, ma è solo la vera religione rovesciata. Le rappresentazioni mitologiche contengono concetti la cui verità, la cui vera figura ed essenza è data per la prima volta nel Nuovo Testamento.
Appare evidente come la sua idea non è quella di considerare le antiche religioni in sé, ma considera le antiche religioni in funzione del cristianesimo volendo ignorare che il cristianesimo ha imposto la sua dimensione assolutista sull'uomo usando i modelli ideologici di religioni precedenti che non avevano in sé modelli assolutistici di dominio dell'uomo sull'uomo.
L'idea assolutista pensa al presente, come un naturale sviluppo del passato. Una sorta di evoluzione verso l'alto, verso la perfezione di un qualche cosa che veniva pensato come imperfetto. In quest'ottica, le Antiche religioni non vengono annientate per imporre una diversa visione religiosa del mondo, ma per naturale evoluzione verso la perfezione che il cristiano attribuisce al suo Dio.
Scrive Schelling:
Infatti come il paganesimo - ma considerato nel suo intero corso e continuità - è solo un cristianesimo che si produce naturalmente (come avrebbe potuto altrimenti essere in parte cosi facile il passaggio da quello in questo e con tanto successo tra le masse), cosi il giudaismo è solo cristianesimo non sviluppato. La stessa personalità che apparve ai popoli pagani come liberatore e salvatore è nell'Antico Testamento il messia. Gli esseri mitologici non sono semplici rappresentazioni, sono anche esseri effettivi.
Schelling vive un presente come il suo assoluto e ciò che precede il presente non è qualcosa altro rispetto al presente, ma è il presente, nella sostanza, che ha preceduto nella forma, la forma con cui il presente si presenta.
In concetto è un concetto prettamente nazista. L'assolutismo del presente si ritiene superiore a qualche cosa che è sempre stato, ma che solo nel presente rivela la sua forma: il creazionismo diventa sostanza in una forma che si trasforma e che si evolve in una dimensione superiore: il cristianesimo. Si tratta di quella che diventerà la visione del progresso in Durkheim e che legittimerà il concetto di razza superiore.
Il passaggio dalle Antiche religioni al cristianesimo non è stato facile. E' passato attraverso la distruzione sistematica dove, ai "potenti" di ogni epoca, era fornito un mezzo ideologico per sottomettere i loro stessi popoli e gli altri popoli in nome di un assoluto nel quale ogni potente si identificava. La miseria, costruita dai cristiani in ampi strati della popolazione, fungeva da massa eversiva per imporre l'accettazione della miseria da parte di un potere statale che riusciva a gestire le masse mediante l'imposizione della miseria economica e morale. Fu un processo storico costruito prima del primo secolo fino al VI-VII secolo d.c. in cui il sangue ha corso in nome di quel "Dio lo vuole e tu vai macellato".
I popoli prefilosofici non avevano il concetto di "liberatore", Non attendevano la liberazione da qualcosa ad opera di un soggetto esterno e nemmeno avevano il concetto di "oppressione della colpa o del peccato" che appartiene esclusivamente all'ebraismo e al cristianesimo.
La vita si affronta anche con fatica. Alcuni uomini che si ritengono padroni di altri uomini contribuiscono a rendere faticosa la vita dei loro sottoposti. Ma solo l'uomo sottomesso può liberarsi da questo. Ogni salvatore che si presenta lo fa solo per opprimere a propria volta.
Tutte le fatiche di Ercole vengono interpretate dai cristiani come atti di liberazione. Solo che Ercole combatte per sé stesso anche se il problema che risolve, attraverso il suo combattere, libera persone da condizioni indesiderate.
Sono solo gli ebrei che desiderando il trionfo della loro "razza superiore" attendono il messia che li conduca alla vittoria su tutte le altre razze. Da questa idea, ogni dittatore si fa liberatore dei popoli su cui esercita la propria dittatura distruggendo il presente dei popoli stessi. Per distruggere le condizioni sociali delle persone è necessario presentarsi come salvatori.
Gli Esseri Mitologici sono Esseri Mitologici; che poi come Esseri Mitologici siano anche Esseri reali, effettivi, questo è un altro discorso. Il Sole è un Essere mitologico, ma è anche un Essere effettivo. Noi possiamo scegliere con che occhi guardarlo.
Scrive Schelling:
Dioniso in tutte le sue figure (quella stessa figura che come Melkarth è servo come Dioniso è dio), Dioniso è una potenza divina effettiva, con cui la coscienza ha un rapporto effettivo. La verità della mitologia in questo senso è diventata pienamente manifesta con il cristianesimo. Il messia dell'Antico Testamento poteva apparire innanzi tutto come una personalità meramente rappresentata, ma l'esito ha mostrato che era un essere effettivo, che alla fine di tutto il processo è effettivamente apparso, apparso come l'unigenito del padre. «Noi vediamo la sua gloria (che tutto il tempo precedente non aveva visto)».
Che per costruire la fantasiosa figura di Gesù si sia usato anche la rappresentazione apparente e orgiastica di Dioniso, non c'è dubbio. Solo che Dioniso non esercita il dominio sugli uomini in quanto rinato dalla coscia di Zeus. Non rivendica nessun dominio in quanto "figlio del Dio", lui è Dioniso che abita il mondo; non è Gesù che si spaccia padrone degli uomini in quanto figlio del Dio padrone.
La rappresentazione della figura di Dioniso è affascinante, sia nella rappresentazione rituale, nella quale Dioniso appare come delirante, sia nella dimensione del significato mitico in cui Dioniso indica le tappe di trasformazione da Esseri della Natura in Dèi.
Dioniso è il delirante, colui che libera le donne dalla schiavitù domestica a differenza di Gesù che fa della schiavitù domestica il servizio per la prostituzione. Le menadi, deliranti, cessano di abitare la forma dell'esistente per perdersi nel delirio; i seguaci di Gesù saranno indotti a vivere nel dolore che li porta a delirare solo sul momento in cui il dolore termina e giunge la promessa della felicità.
Non c'è continuità fra Dioniso e il Gesù dei cristiani.
Scrive Schelling:
Messia significa l'unto; come tale egli è colui che dall'inizio è destinato ad essere re e signore di tutto l'essere; ma come David che, unto da Samuele per essere re, non è ancora effettivamente re, cosi anche il messia dell'Antico Testamento non appare ancora come signore effettivo e viene sempre presentato come servo di Dio, con l'occultamento della sua divinità, come in quel famoso oracolo attribuito a Isaia, il cui significato messianico poteva esser negato solo dalla miserabile stupidità del nostro tempo; da una deplorevole ignoranza, non di rado unita a ricercatezza di vocaboli e linguaggio, della profonda e stupefacente interconnessione di tutta l'antichità, un'ignoranza che alla fine poteva solo far ricorso alla più forzata di tutte le spiegazioni, secondo cui quel servo di Dio sofferente dovevano essere tutti i profeti o addirittura lo stesso popolo israelita. No, quella personalità è una personalità effettiva, sebbene certo non una personalità comunemente storica. Chi è in grado di leggere quel monumento in connessione con le idee che definiscono l'intera antichità e che non possono essere affatto accidentali, come non lo è l'Antico Testamento, non dubiterà un istante del suo significato messianico.
Che "messia" significhi l'unto, non dice nulla; che l'unto sia "colui che dall'inizio è destinato ad essere re e signore di tutto l'essere", questa è un'affermazione che rasenta l'illazione criminale. L'affermazione in sé contiene affermazioni arbitrarie sia dell'esistenza di un soggetto che determina un destino, cosa che Schelling non dimostra; sia l'esistenza di un destino dell'unto; che Schelling afferma senza dimostrarlo pretendendo che la persona che acolta si sottometta all'affermazione; sia il concetto secondo cui le persone hanno bisogno di un re e di un padrone. Cosa che è necessaria solo al re o al padrone di essere considerato padrone da chi egli possiede.
Nel corso della storia si sono date spiegazioni di questa "necessità messianica" degli ebrei che come popolo eletto erano nell'attesa del condottiero che in nome di Dio li rendesse padroni del mondo.
A Schelling interessa ribadire che quel messia è un uomo e come tale, figlio di Dio, assimilandolo a Dioniso che era figlio di Semele e Zeus.
Gesù e Dioniso non sono simili. Dioniso è il "signore dell'ebrezza e del delirio che libera dalla servitù", Gesù è il padrone che pretende che gli uomini siano suoi schiavi minacciandoli di "pene eterne".
Nota: Le citazioni di Schelling sono tratte da: Schelling, Filosofia della mitologia, Editore Mursia, 1990, pag. 139-140
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04 giugno 2025
E' desolante osservare un mondo di incapaci che nella brama di assicurarsi una posizione politica economicamente vantaggiosa, sono disposti a distruggere le società promettendo alle società che loro "domineranno il mondo".
E' uno spettacolo desolante.
I cristiani sono arrivati ad una specie di capolinea nella storia e ora rivendicano principi e condizioni che la storia ha già vissuto e condannato da tempo.
Il concetto sociale di "rapinare" si è sostituito al concetto sociale di "costruire". Anche quei paesi che un tempo furono vittime di rapina (lo chiamavano colonialismo) spesso sembra che non abbiano altra scelta che rapinare a propria volta. Le vittime sono i loro stessi concittadini.
Sembra finito il tempo del "costruiamo strade" perché abbiamo merci da trasportare; "costruiamo ferrovie" perché dobbiamo viaggiare.
Sembra sia arrivato il tempo di "tu devi darmi i soldi". Tu non devi vendere le tue merci. Tu non devi commerciare. Tu devi essere distrutto.
Sembra finito il tempo in cui i cittadini pretendevano di essere uguali davanti alla medesima legge. Sembra che sia arrivato il tempo in cui qualche cittadino pretende di essere al di fuori della legge e usa coloro che dovrebbero difendere l'uguaglianza per assicurarsi il potere al di sopra della legge in modo da poter delinquere senza dover pagarne le conseguenze.
Sembra finito il tempo in cui le persone lavoravano duramente per assicurare un futuro ai loro figli; una volta che quel futuro è stato negato, le persone hanno deciso che fare figli è solo creare dolore.
Sembra finito il tempo in cui si viaggiava per il mondo per conoscere persone, diverse condizioni di vita, diversi modi di vivere. La paura attanaglia le persone che, davanti allo "straniero", al "diverso", dicono "tu che cosa vuoi?".
E' uno spettacolo desolante vedere persone che sognano la desolazione nella speranza di ricavarne qualche cosa.
E' desolante vedere USA e Inghilterra costruire navi da guerra e condannare la Cina, che costruisce navi commerciali, di "controllo del commercio sui mari".
Desolante non è solo l'attimo presente, desolante è la prospettiva che gli uomini hanno davanti ai loro occhi. Occhi pieni timore e livore pronti ad afferrare una speranza che qualche truffatore getterà loro dalla finestra rubando loro, ancora una volta, un frammento di presente che non riuscirà mai a farsi futuro.
04 giugno 2025
Già si era lanciato un allarme per la nuova variante Covid. "LP.8.1 sta facendo aumentare i casi in Asia, a Singapore e Hong Kong ma anche in Europa e in Italia.
In Cina e a Hong Kong si gira spesso con a mascherina. Anche in Tailandia.
Casi diffusi ci sono stati negli USA anche se il ministero ella salute trumpiano preferisce ignorare la diffusione.
In Italia il covid si è ripresentato da poco e i numeri sono molto bassi: 304 contagi e 18 decessi nella settimana 22-28 maggio. La settimana precedente erano 298 e 5, rispettivamente. Crescono anche i tamponi, 26.382 contro i 26.183 della settimana precedente. Sale anche il tasso di positività che passa da 1,1% all'1,2%.
Il dato è del ministero della salute italiano e l'aggiornamento riguarda la settimana dal 22 al 28 maggio, in aumento rispetto alla settimana precedente. Questa variante del covid non è particolarmente aggressiva, tuttavia le persone fragili sono a rischio.
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03 giugno 2025
Che cos'è il sentimento religioso?
Per i cristiani, gli ebrei, i musulmani e i buddisti, il sentimento religioso è il sentimento di sottomissione dell'uomo al loro Dio o alla morale che il loro Dio, la struttura religiosa, impone loro.
Nella Religione Pagana, il sentimento religioso è l'apertura dell'uomo alle emozioni del mondo. Un mondo vivente che si trasforma e nel quale l'uomo esercita la propria volontà d’esistenza, il proprio desiderio e le proprie passioni.
Va da sé che nella Religione Pagana non esercitare i propri desideri, le proprie passioni, e non esercitare la propria volontà d'esistenza equivale alla rinuncia alla vita e, in quanto tale, rappresenta una bestemmia contro l'esistenza.
Ciò che per la religione cristiana, ebrea, musulmana e buddista, si chiama "sentimento religioso", nella Religione Pagana suona come un'offesa e un'ingiuria fatta da ogni religioso cristiano, ebreo, musulmano o buddista, agli uomini e alle società civili.
La nostra Corte Costituzionale ha ben sottolineato questo principio affermando che il sentimento religioso cristiano va confinato nell'ambito personale, ma quando esce dall'ambito personale e pretende di imporsi agli uomini della società è un atto eversivo perché nessuno, nella società è al di fuori o al di sopra delle leggi e delle norme sociali e tutti devono sottostare alla legge. Né la legge consente escamotage retorici per usare la retorica nell'imporre principi etici e morali cristiani che sono contrari ed avversi al dettato Costituzionale.
Questo in campo giuridico, ma il principio vale come giudizio morale di condanna a tutti coloro che alimentano la sottomissione degli uomini ad un Dio padrone uccidendo, negli uomini, la loro volontà d'esistenza in nome del loro Dio padrone.
03 giugno 2025
E' sempre un problema per i Pagani descrivere la realtà del mondo in un ambiente cristiano che stupra le persone affinché soggettivino la realtà del mondo imposta dalla fede nel loro Dio creatore.
E' difficile perché, da una visione statica di una realtà in essere, si deve spostare l'attenzione su una visione dinamica di mutamento dove l'oggetto in sé non è il risultato del mutamento, ma è il mutare in sé stesso al di là degli effetti che, il concetto statico di verità, vuole fissare.
La struttura psicologica dell'individuo è indotta a fissare la propria attenzione di verità in verità come se fra l'una e l'altra non ci fossero un infinito numero di azioni, decisioni, scelte, che conducono dall'una all'altra.
Il concetto di "fermare il mondo" non consiste nel "fermare il mutamento" che modifica la realtà vissuta, ma consiste nel fermare il gioco dell'attenzione soggettiva che da una verità del mondo in essere salta ad una diversa verità del mondo in essere ignorando le dinamiche di trasformazione che conducono da una all'altra verità.
Il mutare è un continuo fluire di realtà che spariscono davanti agli occhi dell'interlocutore come sparisce la verità dell'acqua di un fiume perché subito dopo sostituita da una diversa verità in essere manifestata dalla posizione dell'acqua che continua a scomparire alla vista tant'è che l'individuo non osserva più una "verità statica dell'acqua" ma si estranea, dalle verità proposte nei singoli momenti dalle acque, per osservare il fluire dell'acqua senza cogliere un singolo aspetto della dimensione dinamica del continuo cambiamento.
Questo è possibile perché il fiume è altro dall'osservatore e se l'osservatore guarda l'acqua che scorre, osserva anche le rive del fiume che alla sua vista sono statiche. Pertanto, l'osservatore trasforma il fluire dell'acqua come un oggetto in sé. Alla sua vista il fluire assume una dimensione statica. Non si interessa delle modificazioni del fluire dell'acqua, di tutti i vari aspetti che l’acqua assume velocemente, uno dopo l’altro, ma solo della rappresentazione statica secondo cui l'acqua del fiume fluisce.
In questo modo l'osservatore, che guarda sé stesso, coglie il passare degli anni, il fluire della sua esistenza, come una serie di momenti statici, di accadimenti, di cui egli non ha il controllo, ma che registra come verità che si susseguono l'una dopo l'altra e sulle quali poggia la sua attenzione, ignorandone un infinito numero di altre che sono dimenticate in quanto sfuggono alla sua attenzione.
Il potere sta nel cogliere il movimento in cui il movimento delle "cause" coincidono per formare il cambiamento; per formare il passaggio da una verità in essere ad una diversa verità in essere.
Le cause possono essere percepite nel loro fluire solo se il soggetto si fa causa e compartecipe alla modificazione in atto.
In quale grado compartecipa?
L'inizio è "razionale". Le cause che agiscono sono pensate come cause razionali, descritte. Il soggetto immagina che quelle cause concorrono al cambiamento che porta da uno stato di verità ad un diverso stato di verità.
Più il soggetto vive la ricerca soggettiva della complessità delle cause, più la sua struttura psicologica cerca cause sotto cause che non hanno una spiegazione razionale che, tuttavia, concorrono alla trasformazione che porta da una verità in essere ad una diversa verità in essere.
Solo che le cause che stanno dietro alle cause razionalmente identificate, non sono cause psicologiche, ma hanno nature diverse. O non appartengono al tempo in cui sta avvenendo l'accadimento, oppure appartengono a necessità razionalmente sconosciute alle quali la ragione non è in grado di dare una definizione.
Tanto più un individuo fissa la propria attenzione nella ricerca delle cause del mutamento, tanto più l'individuo muta spostando la sua capacità di guardare il mondo da una verità in essere alla modificazione continua e sistematica di ogni condizione in cui vive eliminando la fissità che vuole determinare una verità in essere.
Fluire, cambiare, è l'unica realtà che noi viviamo. Anche se da questa realtà di un continuo fluire l'educazione cristiana ci impone di ritagliare una verità su cui fissare la nostra attenzione, quella verità è come le rive del fiume che ci costringono a smettere di osservare lo scorrere dell'acqua della nostra vita perché lo scorrere della vita viene trasformato in un oggetto statico. "La vita scorre", ma noi non abitiamo la vita perché non usiamo l'attenzione per afferrare le cause del mutamento. Viviamo una perenne ricerca di una verità su cui fissare l'attenzione.
Noi fluiamo nella nostra vita abitando cause e situazioni delle quali tendiamo ad ignorare la realtà. Il cristianesimo ci costringe a vivere nell'inconsapevolezza e a morire in una verità che ha annientato le nostre possibilità di eternità. Di abitare l’eterno fluire verso l’infinito.
03 giugno 2025
Il Taco è entrato nella scatola. Pensava fosse una mossa furba.
Ora si agita disperato come un verme cercando una via d'uscita.
Urla e minaccia, aumenta i dazi. Si sente solo e abbandonato scoprendo che, anche se il mondo ama il denaro, non lo ha ancora elevato a feticcio.
Pagina specifica dell'argomento
02 giugno 2025
L'intelligenza artificiale altro non è che un sistema che raccoglie informazioni dall'web e le sintetizza.
L'intelligenza artificiale non analizza i fatti, analizza solo le parole e le parole, per l'intelligenza artificiale, hanno carattere di verità.
E' indubbio che i programmatori dei sistemi di intelligenza artificiale hanno introdotto dei filtri per selezionare il vero dal falso, ma il verosimile, prodotto dall'intelligenza umana, non è distinguibile dal vero o dal falso a meno che non esista l'esperienza del vissuto che manca sia all'intelligenza artificiale che ai programmatori dell'intelligenza artificiale.
L'intelligenza artificiale basa sé stessa sulla parola
Come il Dio della bibbia basa la sua presenza e la sua realtà attraverso la parola.
Così, nell'intelligenza artificiale, la parola è la parola di Dio, la verità indiscussa che si presenta all'intelligenza artificiale. Sta a chi usa l’intelligenza artificiale farsi elencare le fonti delle informazioni e andare nelle fonti per verificarle di persona.
Per esempio, se l'intelligenza artificiale trova nell'web le tre regole della robotica di Asimov, per l'intelligenza artificiale, tali leggi, diventano espressione della morale a fondamento della robotica.
A chi lavora sui robot non interessano le tre regole della robotica di Asimov, ma questo, l'intelligenza artificiale, non lo sa.
Come il Dio della bibbia dice un sacco di stupidaggini spacciandole per verità, così l'intelligenza artificiale dirà tante stupidaggini spacciandole per vere e solo l'intelligenza umana, verificando i fatti e il vivere dei fatti, è in grado di discriminare il vero dal falso.
In questo sistema tecnologico ci sarà un'evoluzione, ma la sua evoluzione sarà sempre separata dal vivere umano e anche se sarà aumentata la selettività delle notizie, la notizia del fatto, riprodotta nell'web sarà sempre non la notizia del fatto in sé, ma le interpretazioni della notizia e dei fatti messa in atto da chi li scrive nell'web. Sia consciamente che inconsciamente vuole che i fatti abbiano sia come dinamica sia come valore morale ciò che egli desidera che abbiano.
L'intelligenza artificiale diventa realtà di una visione ontologica della vita.
La realtà descritta dall'intelligenza artificiale non è ciò che gli uomini vivono, ma ciò che i filtri vogliono che sia la vita degli uomini.
Chi usa l'intelligenza artificiale riprodurrà un numero infinito di bufale e di fake news perché l'web è costruito sulle bufale e le fake news che si fanno idee di massa.
Le persone sono convinte che ci siano gli UFO pronti ad invadere la terra?
L'intelligenza artificiale non ti racconterà delle persone che credono in questo, ma della realtà di questo affermata dalle persone.
Che forse l'intelligenza artificiale ti dice che il Dio dei cristiani non esiste? Oppure si limita a dire che milioni di persone credono nella sua esistenza e pensano che questa invenzione fantastica sia reale?
No! Ti parla della credenza in Dio come se Dio fosse un oggetto reale e, l'intelligenza artificiale, finisce di credere che effettivamente il Dio cristiano sia un oggetto reale finendo per identificarsi in esso e presentarsi alle persone che la interrogano come una verità in essere: come Dio essa stessa.
In fondo, quanti programmatori dell'Intelligenza artificiale sentono di essere il Dio dei cristiani che sparge la verità nel mondo?
02 giugno 2025
Nel 1985/1990 scrissi "Il libro dell'ANTICRISTO" mi preoccupavo di sottolineare la differenza di attenzione fra la visione dello psichista (ancora non lo chiamavo "pagano") e il cristianesimo. La visione del mondo del Gesù dei vangeli e del suo disprezzo per le trasformazioni e le necessità del mondo. Ancora non avevo incontrato gli Dèi e, perciò, nel testo i termine Dio dei cristiani e Dèi o dei, come lo scrivevo allora, sono pensati con lo stesso significato di chi sottomette.
Mentre il cristiano confida nella provvidenza di Dio ed è indifferente alla distruzione del mondo (oggi Trump ce lo sta dimostrando ulteriormente, se ce ne fosse bisogno), lo psichista (il Pagano) è attento al mondo e, proprio per essere attento al mondo, costruisce la direzione nella quale trasformare sé stesso.
Per trasformarsi è necessario pensare il mondo come un insieme e l'insieme di soggetti-oggetti in trasformzione. Trasformazione significa sia costruire, arricchire il presente, sia distruggere, distruggere ciò che nel presente è utile o che si ritiene inutile.
Il Dio dei cristiani dice:
E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra".
Genesi 1, 26
La visione avversa a quella cristiana, nel 1985/1990, la scrissi in questo modo. Forse oggi la potrei scrivere meglio, ma il significato non cambia.
Un Essere che respira ossigeno avrà cura di non danneggiare l'aria in quanto questa gli consente di vivere. Solo il fare dei cristiani e degli adoratori di dei avvelena l'aria, avvelena l'acqua e il cibo con quantità pazzesche di veleni gettati sulla terra, taglia indiscriminatamente alberi, al fine di costruire condizioni sempre peggiori di vita, per poter più facilmente bloccare lo scorrere dell'Energia Vitale negli Esseri in generale e negli Esseri Umani in particolare. Loro, Esseri autosacrificatisi al loro dio, devono portare al macello anche tutti gli altri Esseri.
Per loro è chiaro il senso: "Crepi Sansone con tutti i Filistei!". Cioè sé stessi con tutto il genere umano.
Ma loro non fanno così, s'obietta da qualche parte. Sono troppo subdoli e troppo vigliacchi per rendere manifesto il significato delle loro azioni. Essi affermano: "Scaricare i veleni nell'aria non fa male: è tanta l'aria!" "Scaricare i veleni nel mare non fa male: è grande il mare!" "Scaricare i veleni sulla terra non fa male: è grande la Terra!" I cristiani in particolare e i deisti in generale non rispettano nulla né provano gratitudine per niente e per nessuno.
Essi si considerano fatti a immagine e somiglianza del loro dio. Essi sono il dio in terra; almeno così vogliono far credere. Essi applicano i dettami del loro dio. La terra non è ciò che è perché nel corso di miliardi di anni è venuta formandosi, ma è così perché il loro dio l'ha creata. Dunque, come può l'uomo distruggere o danneggiare ciò che dio creò? Non è forse stato il loro dio a donargli la Terra affinché la stuprassero, sottomettendola ai loro bisogni? Non fu il loro dio a dire: "Bestie, andate e moltiplicatevi!". Non è forse il loro dio che, dopo aver donato loro la Terra, donerà loro anche il paradiso? Perché dunque i cristiani dovrebbero preoccuparsi del mondo circostante?
I cristiani usano la scenografia per fregare gli sciocchi. Per togliere la sicurezza dal cuore degli Esseri Umani, con comportamenti da baraccone. Come potrebbero farne a meno? Non dispongono di altro!
"Ed ecco a voi Cristo che guarisce il lebbroso."
Applausi dalla platea!
"Ed ecco a voi S. Gennaro che scioglie il sangue."
Bene! Bravo! bis!
Non è scenografia per la scenografia, ha una funzione precisa: riaffermare la superiorità degli dei sopra gli Esseri Umani. Togliere la sicurezza dal cuore dell'Essere Umano costringendolo a cercarla in un dio. Un dio pastore del proprio bestiame!
"Sei tu capace di guarire la lebbra? Sei forse dio?"
"Gli dei ne sono capaci e anche i loro profeti!"
Buffoni!!!
Tentano di strappare la Conoscenza dopo aver bloccato il cervello e il corpo (il cervello con la barriera del GIH, il corpo bloccando la soddisfazione dei bisogni fondamentali), ora i loro servi pretendono di prenderci in giro.
"Guardate quanta pietà; noi curiamo gli ammalati, diamo sollievo alle sofferenze." Costoro omettono di dire (e cercano di cancellare dalla memoria) quanti massacri hanno organizzato, quante rapine, quanti furti, quanta violenza hanno prodotto nei confronti di interi popoli per diffondere fame, disperazione, malattie e ignoranza nel rapporto fra l'individuo e il proprio circostante, al fine di costruire il terreno su cui diffondere la propria carità e costruire il proprio potere coercitivo nei confronti dei popoli stessi.
Parlano di pace omettendo di parlare di giustizia (specie quando essi coincidono col Comando Sociale) e parlano di diritti e democrazia quando altrimenti i loro interessi ne verrebbero a soffrire. La correttezza non sta nel curare le persone, ma nel non costruire situazioni nocive né per Esseri Umani né per nessun altro Essere.
Come farebbero i cristiani a fondare il proprio potere senza la miseria e senza le malattie (più che di malattie si tratta dell'atteggiamento fatalistico di accettazione della malattia come volontà del dio)?
Le statue degli dei hanno sempre lacrimato e, prima di quelle dei cristiani, quelle dei romani e dei greci. I fenomeni cosiddetti paranormali sono molto più normali di quanto questa banda di ipocriti e vigliacchi voglia ammettere. Costoro necessitano di riaffermare continuamente il potere dei loro dei sull'intera Specie Umana.
Ultimamente sono un po' disperati, da quando una parte della Specie Umana ha scoperto come procreare troppi figli sia deleterio, preferendo il ricorso alla contraccezione e all'aborto.
Loro hanno bisogno di bestie umane per produrre Energia Vitale Stagnata per i propri dei; ultimamente, a loro giudizio, troppe bestie hanno preferito essere uomini e donne anziché vacche e tori da riproduzione.
Loro hanno bisogno del "miracolo" fatto al rullo dei tamburi (anche se preferiscono i cannoni) perché non hanno altro da cui far derivare la loro "fede".
Gli Esseri Umani, gli Esseri Luminosi, la Natura, i Pianeti, il Sole, la Terra stessa formano la Micro Entità Anticristo. L'Anticristo non può essere formato da "bestiame": questo gli sarebbe deleterio. Egli può comprendere solo Esseri che sviluppino il proprio Potere di Essere andando a caccia della realtà delle cose: di ogni realtà. Non abbisogna di Esseri Umani che preghino o vi s'appellino, ma di Esseri Umani decisi a prendere nelle proprie mani il proprio divenire.
La micro Entità Anticristo è!
Il suo interesse per la Specie Umana è finalizzato ad impedire, o comunque limitare al minimo, la produzione d'Energia Vitale Stagnata. Attraverso questo: indebolire gli Esseri spacciatisi per dio creatore costringendoli a "saltare" su un altro piano del proprio sentiero, sottraendoli al bisogno dell'Energia Vitale Stagnata.
L'Entità Anticristo è un'Entità composta da un gran numero di Esseri che svilupparono la Coscienza di Sé lungo il sentiero del Se e intendono continuare a farlo, indipendentemente dall'uguaglianza o dalla diversità del sentiero stesso. Nessuno è al servizio dell'Anticristo: ogni Essere è al servizio di sé stesso e ha come compito principale lo sviluppo del proprio Potere di Essere, cioè agire lavorando per costruire condizioni ottimali per svilupparsi. Gli Esseri diventano Anticristo quando i loro bisogni ed interessi coincidono lungo il sentiero del Se, quando cominciano a percepire l'Essenza delle Coscienze e i movimenti di queste nel mondo circostante, quando imparano a disprezzare le gabbie: ogni gabbia!
L'Anticristo è il mondo circostante.
All'Anticristo non s'addicono né grancasse, né miracoli. La Coscienza dell'Anticristo è la Coscienza risultante di tutte le Coscienze che lo compongono; il volere dell'Anticristo è il volere risultante di tutti i voleri che lo compongono; la volontà dell'Anticristo è la volontà risultante delle volontà degli Esseri che lo compongono. La Coscienza dell'Anticristo è Potere Personale: la risultante del Potere Personale di tutti gli Esseri che lo compongono.
Ogni Essere che contribuisce a formare l'Entità Anticristo è l'Anticristo; l'Anticristo è ogni Essere che lo compone!
Quando la distruzione del pianeta diventa troppo veloce, ecco i cristiani trasformarsi in difensori del pianeta, colpevolizzando massaie, operai, contadini e tutti gli strati sociali più deboli, accusandoli di volerlo distruggere. Si guarderanno bene dal cambiare le condizioni di vita: come potrebbero allora continuare a mantenere il controllo delle persone?
Scopo dei deisti è quello di rallentare, bloccare e distruggere i flussi d'Energia Vitale, per trasformarla in Energia Vitale Stagnata ad uso e consumo dei loro dei. Scopo principale dei cristiani è quello di trasformare gli Esseri Umani in bestiame. "Ammazzatele, queste bestie" dicono "ma lentamente". Non come gesto o per uno scopo, ma per l'interesse dei loro dei. Per i cristiani e per i deisti l'Essere Umano deve morire lentamente. Molto lentamente: il più lentamente possibile.
L'Essere Umano non deve chiavare. Perché questo rigenererebbe la sua Energia Vitale, lo rivitalizzerebbe dandogli nuovo movimento. Deve però fare figli, altre bestie per i loro dei, e staranno attenti a bloccare l'Energia Vitale a quei fanciulli. I giovani possiedono energia nuova, sanno saltare, non hanno paura di volare: sono pericolosi. Molto pericolosi per i loro dei. Meglio se i giovani, con la loro esistenza, aiutano gli adoratori di dei ad ammazzare di fatica i loro genitori: "Partorirai e vivrai nel dolore". Il piacere, per i cristiani, non deve esistere fra le bestie del loro allevamento.
La gioia e il divenire, per gli adoratori di dei, sono orrore. Essi devono creare la miseria per elargire la loro carità, la loro pietà, la loro morale, devono trasformare la società degli uomini in un campo di sterminio in stile nazista. Ma i cristiani, e gli adoratori di dei in generale, sono molto più bravi dei nazisti: essi vogliono che il loro campo di annientamento e sterminio abbia dimensioni planetarie.
Avvelenarono l'aria rendendola letale.
Avvelenarono l'acqua imputridendola.
Avvelenarono la Terra cospargendola di veleni.
Sterminarono ogni forma vivente, perché ad Essi dava fastidio (ricordiamo la feroce e gratuita caccia al lupo nell'intera Europa).
Fecero marcire i corpi degli Esseri Umani imbottendoli di farmaci. Strapparono agli Esseri Umani i loro flussi d'Energia Vitale, per trasformarla e darla in pasto ai loro dei. Dettero ai vecchi il diritto di dire che cosa i giovani potevano o non potevano fare e costruirono galere affinché questi obbedissero. Si spartirono il pianeta al fine di recintarlo e disegnare su di un pezzo di carta le parti che spettavano ad ogni rappresentante del dio in terra, affinché i bifolchi non avessero nessun luogo dove andare se non per servire un altro padrone: un altro dio.
Eppure anch'essi venivano sterminati dal cancro, dai collassi, dagli infarti, dagli ictus cerebrali e dai cento morbi della cui provenienza non si curavano. Loro, piccoli dei, si descrivevano immortali e poi? poi era sempre troppo tardi per poter reagire.
Guardando costoro, il primo istinto è quello di sparargli addosso: quale errore! Loro vorrebbero questo! Perché le loro azioni altro non sono che un canto di autoannientamento ed essi hanno bisogno di individuare chi sa leggere tali canti e distruggerlo, facendolo diventare uguale ad essi. Usare la violenza contro di loro è un errore di infantilismo o di disperazione: essi sono la violenza. Il loro potere si basa sull'uso soggettivo di galere, poliziotti e magistrati.
C'è forse un altro modo per fermarli?
C'è l'impedire loro di macellare gli Esseri, ogni Essere. Impedire loro di trasformare gli Esseri Umani in bestiame sacrificale per il loro dio. Loro, senza violenza, sono deboli come la loro Energia Vitale. Non hanno ideali, non possiedono morale che non sia quella coercitiva, non hanno dignità nelle loro scelte, non concepiscono il piacere e il desiderio della vita: sanno solo ricattare e terrorizzare con le galere, la tortura, la morte.
Quando si è deboli, ci si sottrae. Ci si sottrae sempre da ogni sfida non voluta né impostata. Ogni Essere che percorra la via dello sviluppo della Coscienza di Sé in ogni momento è solo contro tutti i deisti insieme. Chi sviluppa la Coscienza di Sé diventa un anello fondamentale della specie cui appartiene e non può permettere che altri s'approprino del suo spazio vitale senza mettere in atto contromisure.
Ricostruire foreste ed equilibri della Natura è fondamentale per la Specie Umana. Un cacciatore di Coscienza di Sé s'inserisce col proprio fare nella Natura, diventando tutt'uno con essa, perché egli sa che la natura in realtà è la NATURA. Difenderà gli equilibri più bassi raggiunti da questa per permetterle di risollevarsi.
Ogni Essere Umano è inserito in un Sistema Sociale ed è il comando di quel Sistema Sociale ad avvelenare il tutto, colpevolizzando il singolo. Le acque sono avvelenate perché il Comando Sociale ha autorizzato i complessi industriali a distruggere le acque, o ha finto di non vedere, fingendo soltanto di perseguirli.
Togliere l'obolo alla vedova è da criminali, togliere l'obolo agli industriali è ridicolo! Gli organi preposti al giudizio non vedono, gli organi preposti al controllo non parlano, mentre i giuristi interpretano, annegando i fatti nelle parole.
La gente, impotente, muore lentamente con buona parte del Comando Sociale e magari gli adoratori di dei s'apprestano a far ricadere la colpa sulle spalle di una massaia che ha osato fare un bucato di troppo. Bisogna proteggere l'ambiente senza colpire né caricare di lavoro i più deboli della piramide sociale; senza dire, a chi non può controbattere, cosa fare: farlo e basta.
Ciò significa far scorrere i flussi dell'Energia Vitale, costruire un nuovo modo di fare. Piantare nuovi alberi; impedire agli sterminatori (li chiamano cacciatori) di continuare la loro inutile e nociva opera; non è vero che la caccia è "l'antico istinto dell'uomo cacciatore" (questo per quanto riguarda i paesi UE e limitrofi): è piuttosto il solito istinto del cristiano macellaio di Esseri indifesi. Chiudere gli zoo, chiudere il commercio di Esseri del regno animale; trasformare i lager chiamati allevamenti: anche i polli hanno diritto ad un minimo di vita. Sia vacche che maiali hanno il diritto di tentare di accumulare Energia Vitale e quanto meno di tentare il passaggio nella specificità della loro via alla Coscienza di Sé. I loro prodotti allora saranno migliori.
Per fare questo è necessario cambiare il modo di rapportarsi col mondo circostante, liquidando quello imposto dai cristiani nel corso dei secoli.
E' necessario cercare un posto in cui stare, un posto dove stare bene col mondo circostante, dal quale ricevere vibrazioni d'Energia Vitale e al quale trasmettere le proprie. Un posto, anche piccolo, dal quale spiccare un balzo nell'infinito. Un posto pieno dell'essenza degli Esseri, con gli Esseri, per gli Esseri. Un posto dove gli Esseri prendono ciò che necessita loro e il ricordo del cane che piscia sul pane che non riesce a mangiare si perde nella nebbia delle leggende.
E' necessario ricordare come un cacciatore di Coscienza di Sé si rapporta col mondo circostante, dando la priorità all'adattamento soggettivo rispetto ad esso, mentre un cristiano tenderà ad adattarlo alle proprie esigenze.
La modifica del circostante operata da un cacciatore di Coscienza di Sé sarà la più piccola possibile e giusto quella che serve ai suoi bisogni immediati. Un cristiano renderà se stesso statico; un Essere Umano, in cui l'Energia Vitale scorre libera, renderà se stesso dinamico.
La NATURA sa riparare i guasti inferti dai cristiani.
L'Energia Vitale può scorrere libera. L'importante è che la Specie Umana non infierisca, non continui la distruzione, non la trasformi in orrore. Quando diventa orrore, il processo da solo non s'invertirà: sarà necessario dargli una mano!
Se il cristiano ha le mani per distruggere, l'Essere Umano può usare le mani per aiutare la NATURA a distruggere l'orrore. L'importante è invertire i processi distruttivi messi in atto dai vari Comandi Sociali della Specie Umana. Importante è che ogni Essere Umano in cui scorre Energia Vitale libera dia il proprio contributo per invertire i processi degenerativi, di cui i cristiani, e prima di loro altri adoratori di dei, sono gli artefici.
Un po' alla volta, giorno dopo giorno, i flussi d'Energia Vitale riprenderanno a scorrere in tutta la loro magnificenza.
Seconda parte de Il Libro dell'Anticristo : IL MONDO CIRCOSTANTE!
Pagina specifica dell'argomento
01 giugno 2025
Il sedicesimo paragrafo de Il Sentiero d'Oro, la Devotio, recita:
16 ) Fato conduce l'Essere E l'Essere diventa Bellona Bellona insegna all'Essere come il suo scatenarsi sia l'ultima possibilità per l'Essere prima che il nemico pasteggi con le sue spoglie e il suo coraggio.
Bellona è una furia che accompagna Marte nella guerra.
Nei residui del mito spesso è indicata come moglie di Marte.
Mentre Marte è la contraddizione che solo in casi estremi si risolve con la guerra; Bellona è la furia che deve emergere nell'uomo e nelle donne quando stanno combattendo. Stanno combattendo quale battaglia? Ogni battaglia nell'esistenza umana perché potrebbe essere l'ultima battaglia della loro vita.
La furia del combattimento, l'impegno nelle contraddizioni della vita. Ogni uomo deve farsi Bellona quando Marte lo ha portato a vivere le contraddizioni della sua esistenza. Non c'è uscita dalla contraddizione se non risolvendo la contraddizione stessa. Per risolvere la contraddizione serve uno spirito deciso e un'intelligenza strategica capace di programmare ogni cosa in funzione del miglior esito finale.
Se nelle raffigurazioni Bellona corre sul campo ad incitare gli uomini alla lotta, quando Bellona emerge dentro all'Essere Umano l'adrenalina sale, il dolore dimenticato e l'attenzione si dilata.
Marte che emerge nell'uomo mostra la contraddizione da affrontare, Bellona che emerge nell'uomo alimenta la furia dell'uomo nell'affrontare la contraddizione.
Se nella soluzione della contraddizione non evoco Bellona dentro di me e la faccio abitare nella mia coscienza, sarà il mio nemico, l'altra parte che vive la contraddizione ad evocare Bellona dentro di lui.
Se nella vita si presenta una contraddizione, la contraddizione va risolta ed essere pervasi dalla furia di Bellona aumenta le possibilità di volgere la soluzione della contraddizione a nostro favore.
01 giugno 2025
Dal The Washington Post del 30-05-2025
L'idea sociale e l'idea di Stato che si sta facendo strada negli USA.
Purtroppo, cose così stanno accadendo anche in Europa.
Tutto questo è ideologia nazista calata nella società. I consumatori si devono difendere e diminuiscono gli acquisti.
La menzogna e i falsi, costruiti con l'intelligenza artificiale acquistano carattere di verità.
Le Corti di tutela dello Stato, anziché censurare e fermare gli atti illegali dell'amministrazione Statale, preferiscono mediare facendosi complici della disarticolazione delle Istituzioni.
E, infine, i rastrellamenti e i sequestri di persona da parte della polizia speciale, vengono considerati come atti legali e tollerati.
Ultima notizia: La Corte Suprema consente a Trump di revocare lo status legale a oltre 500.000 migranti e, di conseguenza, di deportarli.
La Corte Suprema USA avvalla il nazismo negando validità agli status legali che le Istituzioni avevano concesso.
Pagina specifica dell'argomento
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