Rimpiangiamo: per non aver pensato quello che avremmo dovuto pensare quando potevamo pensarlo;
per non aver detto quello che avremmo potuto dire quando potevamo dirlo;
per non aver fatto quello che avremmo dovuto fare quando potevamo farlo
Luglio 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.
10 luglio 2025
Nella società in cui viviamo non solo non si sottolinea l'immensità delle possibilità del conoscere, ma si fa in modo che le persone vivano il conoscere con un certo fastidio e si crogiolino in quanto conoscono quasi come se quanto conoscono sia tutto quello che si può conoscere.
In questa condizione, non solo non viene trasmesso il metodo con cui conoscere, ma la violenza con cui si costringono i ragazzi a studiare e finalizzata ad allontanarli, il prima possibile, dall'apprendimento e dallo sviluppo del loro conoscere.
Da qui l'idea cristiana secondo cui, chi lavora e studia per ampliare la sua conoscenza, è un individuo che si vuole vantare davanti a Dio e, pertanto, deve essere umiliato affinché non si vanti davanti a Dio e non dimostri la vastità della non conoscenza delle persone che gli stanno attorno.
Mentre l'uomo comune nasconde il proprio "non-sapere" con affermazioni di arroganza che oscillano fra presunzione del controllo del mondo, e delle cose, e la presunzione del "so di non sapere"; chi cerca la conoscenza percorre il proprio sentiero gioendo dei propri successi e serrando i pugni e denti per affrontare le condizioni della vita sommando sapere a sapere e modificando continuamente sé stesso. La modifica di sé stessi determina la costruzione del proprio sentiero di conoscenza.
Il metodo per sviluppare la conoscenza o, al singolare, il conoscere, è la meditazione.
La meditazione normalmente, viene intesa come un'attività separata dalla vita quotidiana. In realtà, ogni individuo impegnato a studiare e ad analizzare aspetti dell'esistenza, è impegnato in uno stato psichico di meditazione. E' come se sospendesse sé stesso dalla sua quotidianità per entrare nel mondo proprio della condizione che sta studiando per analizzarla e fagocitarla.
Da questo è necessario dire che c'è una tendenza delle persone a meditare spontaneamente sospendendo nella loro coscienza parte del mondo quotidiano e riempiendo parte della loro coscienza con gli oggetti o con la situazione che stanno studiando.
L'apprendimento che avviene in queste condizioni è un apprendimento profondo che modifica la struttura psico-emotiva dell'individuo e, facendo questo, lo possiamo definire un "Atto di magia".
Ogni volta che si verifica una modificazione della coscienza indotta dall'insorgenza emotiva prodotta, in questo caso, dallo studio in cui vengono riversate le emozioni, assistiamo sempre ad un atto di magia in quanto l'individuo è diverso da com'era prima dell'insorgere dell'emozione capace di fissare l'esperienza dello studio..
L'individuo perde la memoria degli sforzi che ha messo in atto per produrre il cambiamento della propria coscienza e la propria coscienza, modificata, gli appare come se "fosse sempre stata così".
Qual è lo scopo della meditazione?
Lo scopo della meditazione è mettere ordine nel mondo razionale, delle parole e della forma, in cui noi viviamo.
Il nostro pensiero è spesso caotico. Non riesce ad analizzare un problema perché riflessioni ridondanti assalgono la mente che sta riflettendo. Spesso la testa non riesce a separare ciò che è importante da ciò che non è importante, il principale e il secondario. Non sa definire un problema senza sommare a quel problema riflessioni estranee al problema stesso.
La meditazione insegna al soggetto che la pratica a pensare ordinatamente.
In cosa consiste la tecnica del meditare nella religione pagana?
Possiamo definirne la tecnica in 6 punti principali:
1) Definizione del problema su cui riflettere e meditare;
2) Circoscrizione del problema entro i limiti dei fenomeni conosciuti, percepiti e considerati;
3) Scomposizione del problema nei vari aspetti;
4) Elenco e analisi degli aspetti che concorrono a formare il problema;
5) Eventuale ricerca o annotazione degli aspetti del problema che individuiamo, ma dei quali siamo consapevoli di non avere gli strumenti adeguati per considerarli;
6) ricomposizione del problema o della questione su cui è partita la meditazione e assunzione dell'atteggiamento, in relazione al problema, che scaturisce dall'atto meditativo;
Il problema, o la questione, su cui meditiamo è scaturita dalla nostra NECESSITA'.
Meditiamo non tanto per meditare, ma perché abbiamo la necessità di meditare.
La meditazione avviene mediante le parole. Parole sulle quali riversiamo le emozioni sotto forma di necessità, ansia e aspettativa. Un carico emotivo manifestato dalla necessità di capire e di agire che rappresenta la forza del cambiamento intimo dell'individuo che pratica meditazione.
Come si MEDITA?
Il fine per il quale si medita, determina i contenuti, sia emotivi che tecnici, della meditazione
Si MEDITA perché la nostra ragione, che descrive il mondo in cui viviamo, si è dimostrata incompleta o inadeguata per risolvere razionalmente i problemi del mondo. Nel mio agire nel mondo, l'idea razionale che avevo era incompleta e non funzionale a risolvere i problemi che mi si presentano. Non è importante se si tratta di un problema di geometria, un problema sociale o psicologico, teologico, filosofico, politico ecc. L'inadeguatezza ha generato lo stato di NECESSITA'.
Lo stato di NECESSITA' si è generato perché io ABITO IL MONDO e la mia NECESSITA' emerge per ABITARE MEGLIO IL MONDO.
Non pratico MEDITAZIONE per estraniarmi dal mondo. Per separarmi dalla vita, ma per essere parte del mondo. Soggetto efficiente ed agente nel mondo.
Dal momento che la descrizione razionale del mondo è formata dalle parole, dai nomi, dagli aggettivi, dalle relazioni fra le forme, dai numeri e dalla quantità; l'oggetto della meditazione sono le parole, i nomi, gli aggettivi, le relazioni fra le forme, i numeri e le quantità.
Dal momento che l'effetto della modificazione è soggettivo, l'azione della meditazione non avviene nel mondo, ma dentro di me. Meditando non agisco nel mondo, ma trasporto i problemi del mondo dentro di me per manipolarne la descrizione e renderla funzionale alla mia azione nel mondo attraverso la formazione di una maggiore conoscenza.
Dunque, l'accento non può essere messo sull'azione fisica del meditare, anche se alcune azioni come la respirazione aiutano a rallentare il flusso delle parole relative agli aspetti dell'oggetto della meditazione, ma solo alla velocità delle parole e all'attenzione che nella meditazione metto sui vari aspetti del problema da considerare.
In sostanza, per meditare non devo fare yoga o posizioni fisiche strane o innaturali, ma devo usare in maniera "strana" e innaturale il flusso di parole e l'uso dell'attenzione. Devo usarli in maniera inusuale, nuova e strana per ottenere la modificazione della nostra coscienza per definire la descrizione del problema sul quale medito.
Si può dire che MEDITARE serve per costruire un'arma con la quale noi agiamo nel mondo.
NOTA: Il testo è in più parti. Descrive un percorso attraverso tre tecniche. Questa è la quarta parte, seguirà la quinta.
Tutti i testi del mese di luglio 2025 in un'unica pagina
Indice pagine mensili di cronache Pagane
Torna agli argomenti del sito Religione Pagana
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Iside con bambino - Museo di Napoli prestata a Torino!
Questo sito non usa cookie. Questo sito non traccia i visitatori. Questo sito non chiede dati personali. Questo sito non tratta denaro.