Rimpiangiamo: per non aver pensato quello che avremmo dovuto pensare quando potevamo pensarlo;
per non aver detto quello che avremmo potuto dire quando potevamo dirlo;
per non aver fatto quello che avremmo dovuto fare quando potevamo farlo
Luglio 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.
12 luglio 2025
La meditazione in Stregoneria è fatta nella posizione più comoda che si possa immaginare.
Io amo meditare sdraiato su una spiaggia a prendere il sole con una birra ghiacciata o in condizioni simili. Me ne sto seduto, nella posizione a me più comoda.
Una persona che passa guardandomi non dice "sta meditando", ma dice "sta prendendo il sole". L'atto del mediare non appare fuori dal soggetto che medita. E' tutto all'interno della sua testa. Un combattimento feroce che la sua coscienza porta all'articolazione della sua ragione.
La meditazione non è rappresentazione, è trasformazione magica della mia descrizione del mondo; è un atto da cui scaturisce la mia autodisciplina.
La ragione ha le sue tecniche per controllare la coscienza di un individuo. Prima fra tutte il caos delle parole e delle immagini che a quelle parole associa. Le parole della ragione definiscono gli oggetti nel mondo che vengono qualificati mediante aggettivi il cui significato è conchiuso in quella ragione e non è oggetto di comunicazione. Gli oggetti non sono solo oggetti reali, ma spesso sono oggetti immaginati ed oggetti di fede che la ragione tratta come oggetti reali diventando impotente quando altre ragioni trattano altri e diversi oggetti immaginati o oggetti di fede.
L'azione che faccio consapevolmente, meditando, è un'azione dentro al pensato della mia ragione affinché questa possa descrivere il mondo in maniera più funzionale a quanto mi serve: io posso anche immaginare che il sole giri attorno alla terra, ma tale pensiero è funzionale se mi è imposto un atto di fede, non mi è funzionale se devo calcolare le orbite planetarie.
Modificare il pensato della ragione, come tutti gli atti di Magia, non è funzionale ad una rappresentazione cinematografica.
Decido di meditare perché ho un problema o una questione sulla quale meditare (l'oggetto della meditazione),
L'oggetto della meditazione è un oggetto reale. Sia che si tratti di un oggetto, sia che si tratti di un'azione o di una questione ideale o ideologica.
Io medito perché ho una cosa sulla quale meditare. Non medito se la mia meditazione non è su un oggetto o una questione che le parole descrivono.
Per meditare, una volta scelta la posizione comoda, si cerca di fermare, per quanto è possibile, l'attenzione sui fenomeni provenienti dal mondo esterno. Non si annullano i fenomeni dal mondo esterno, ma ai fenomeni del mondo esterno si sottrae la nostra attenzione.
La meditazione avviene tutta dentro di noi. Meditando ci separiamo dal mondo e il conflitto viene conchiuso fra la nostra coscienza e la nostra ragione.
Se io medito su una spiaggia, sdraiato al sole o sotto l'ombrellone con una birra in mano, non posso impedire ai bambini di giocare a palla o ai venditori ambulanti di presentare la loro merce. Lo Stregone NON modifica il mondo in funzione di sé stesso, ma modifica sé stesso per agire nel mondo. Dunque, non dico al mondo "fate silenzio", ma sottraggo la mia attenzione ai fenomeni del mondo e la porto sul mio pensato.
Questo comporta uno sforzo psicologico perché la nostra attenzione si muove guizzando per rispondere alle sollecitazioni del mondo che ci giungono mediante i sensi.
Fermare la nostra attenzione rispetto alle sollecitazioni del mondo è una sorta di "fermare il mondo" che sottrae l'attenzione al controllo della ragione. Ci consente di iniziare ad avere un controllo sulla propria attenzione. Si sposta il controllo dell'attenzione dalla ragione alla coscienza.
L'attenzione è uno strumento che usiamo per vivere (nella pratica della Stregoneria del Crogiolo dello Stregone l'Attenzione diventa la rappresentazione di tutto noi stessi, ma questo è un altro discorso). Uno strumento del quale dobbiamo riprendere il controllo per poter ballare alla musica che vogliamo noi e non ballare alla musica che ogni suonatore nel mondo dirige verso di noi.
Il primo risultato che la meditazione produce in noi è che i fenomeni del mondo esterno non ricevono più risposte automatiche, ma anche non risposte. Si possono anche ignorare.
Se tenete presente che tutta la nostra vita non è stato altro che una modifica come risposta alle sollecitazioni del mondo, potete immaginare quanto questo sforzo sia rivoluzionario nella nostra psiche e quanto "potere" abbiano immaginato coloro che hanno fatto, nel tempo, della meditazione un metodo esistenziale religioso.
Distaccarsi dal mondo per pensare un singolo oggetto o una singola situazione.
Meditare su un oggetto che cade. Iniziate a descrivere, lentamente, le condizioni per le quali immaginate che quell'oggetto cade. Fate affluire lentamente le parole nella vostra mente e ponete su di esse l'attenzione in modo che il fluire lento di quelle parole sia in grado di occupare tutto il vostro pensiero e coinvolgere le vostre emozioni.
Meditate sulle condizioni per le quali quell'oggetto cade. Descrivetele e cercatene, attraverso un fluire lento delle parole, la relazione che hanno mentre concorrono alla caduta di quell'oggetto.
Vivete emotivamente la caduta di quell'oggetto e concentratela sul fluire lento delle parole con cui continuate a descrivere il fenomeno su cui meditate.
Quanto tempo meditare? Fintanto che le emozioni sono eccitate e fino a quando l'eccitazione che provate nel meditare non inizia a scemare. Si regge una meditazione solo entro dei limiti di tempo soggettivi, non esistono regole oggettive.
Come tutte le tecniche, se non sono finalizzate al conseguimento di un Intento, un obbiettivo, come risposta ad una Necessità soggettiva, imprigionano l'individuo in un'illusoria onnipotenza. Un po' come i monaci buddhisti che a forza di meditare modificano l'inspessimento della loro corteccia cerebrale finendo per separarsi dal mondo in un percorso di annientamento e autodistruzione della loro coscienza: realizzano nel loro presente il nirvana immaginato distruggendo sé stessi.
Una pratica di meditazione, messa in atto con una certa frequenza, modifica la coscienza dell'individuo che mette ordine nella sua ragione. In sostanza il meditare non avviene più solo come un atto volontario in cui l'individuo si separa dal mondo, ma, un po' alla volta, diventa metodo con cui l'individuo analizza, pensando velocemente, ogni sollecitazione del mondo. L'individuo impara ad ascoltare e analizzare quanto ascolta prima di rispondere o adattarsi alle sollecitazioni.
Meditare significa "pensare". Dal momento che la mia ragione descrive il mondo, che lo faccia con accuratezza e non presupponendo, immaginando o proiettando superstizione sul mondo e gli oggetti del mondo. Attraverso la meditazione educo la mia ragione ad essere coerente nella descrizione del mondo e in sintona con quanto si manifesta nel mondo.
E' proprio di chi medita esporre il problema, l'oggetto o la relazione, con chiarezza. Con argomenti sufficienti. Con cognizione di causa.
E' proprio di chi medita aprirsi ascoltando le parole che dal mondo giungono a lui.
NOTA: Il testo è in più parti. Descrive un percorso attraverso tre tecniche. Questa è la quinta parte, seguirà la sesta.
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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