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Luglio 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

13 luglio 2025 cronache della religione pagana
I fondamenti del sistema sociale in Esiodo

Claudio Simeoni

Cronache mese di luglio 2025

13 luglio 2025

I fondamenti del sistema sociale in Esiodo

Esiodo affronta il tema della giustizia sociale partendo dalla propria esperienza nella causa con il fratello Perse nella contesa per l'eredità. Esiodo perse la causa, dopo che Perse corruppe i giudici, e questo fece riflettere Esiodo.

Perse vinse la causa, ma dissipò tutti i beni, e fu costretto a chiedere soccorso ad Esiodo che aveva, con la corruzione, derubato dell'eredità.

Questo, probabilmente, induce Esiodo a ragionare sulla relazione fra cittadini e giudici dove i giudici, di qualunque ordine e grado, dovrebbero essere i garanti della giustizia per i cittadini e non un organo di repressione delle necessità dei cittadini.

I due elementi divini che Esiodo individua sono Contesa e Discordia. Discordia, in questo caso, alimenta la pulsione psichica che fa sorgere il rancore e Contesa porta il rancore soggettivo ad entrare in conflitto.

In Esiodo, in questo caso, Giustizia è intesa come opposta a Discordia. In presenza di Discordia la Giustizia non consiste nella sottomissione per evitare il conflitto, ma nel riconoscere le ragioni che portano al conflitto e risolverle mediante mediazione. Giustizia è mediazione che supera la necessità del conflitto.

Lo stolto impara soffrendo, conflitto dopo conflitto, consumando la vita giorno dopo giorno e, forse, quando impara, l'appreso gli è inutile.

Scrive Esiodo:

0 Perse, ascolta la giustizia e non dar retta alla Contesa; la Discordia è cattiva per l'infelice mortale, né il buono facilmente la può sopportare, anzi egli stesso rimane oppresso e va incontro a sventure. Migliore è l'altra strada, verso la Giustizia: la Giustizia al termine del suo corso vince la Discordia, e solo soffrendo lo stolto impara. Immediatamente Orcos vola con le cause ingiuste, e la Giustizia, sdegnata, altamente protesta dove i giudici divoratori di doni, conducono e giudicano cause con ambigue sentenze. Essa li segue piangendo per città e per borgate, invisibile, vestita di brume e portando male agli uomini00 che vorrebbero cacciarla e a coloro che male la esercitano.

Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 20/23

Il primo ammonimento di Esiodo è quello di evitare, per quanto possibile il conflitto. Prima del conflitto tu sei padrone di te stesso e delle tue condizioni di vita. Nel conflitto perdi il controllo di te stesso, che deve essere impegnato nel conflitto, e delle tue condizioni di vita che entrano nell'imponderabile del risultato del conflitto.

Il conflitto assorbe i partecipanti del conflitto, li manipola, li trasforma e questi cessano di essere loro stessi per diventare qualche cosa di diverso una volta usciti dal conflitto.

Se il conflitto avviene in forma giudiziaria, tu perdi tutto perché il giudice diventa il padrone del conflitto che accetta o cancella le prove a seconda del giudizio che lui intende fare, non per giustizia, ma per mero interesse soggettivo, sia se si tratti di principi da riaffermare sia se si tratti di corruzione materiale. Il giudice non giudica il conflitto nei termini del conflitto, ma nel giudizio afferma i propri principi di controllo e di dominio sulle parti, o su una parte, a seconda del proprio interesse.

Questa condizione dei magistrati che fanno il proprio interesse o obbediscono a interessi di terzi per fini di controllo sociale è la grande malattia anche della democrazia di oggi. La democrazia prevede una giustizia fra le parti in causa, la distruzione della democrazia avviene quando i magistrati non agiscono fra le parti in causa, ma difendendo propri interessi usando le parti in causa come mezzo per riaffermare il loro dominio sui processi sociali di trasformazione.

A parte il mio coinvolgimento personale, che mi porterebbe a citare una decina di nomi e cognomi di magistrati eticamente, moralmente e socialmente corrotti che hanno agito per fini di eversione della democrazia oggi definita in Italia, è di questi giorni la sentenza della Corte Suprema degli USA che ha sentenziato il diritto di Trump di deportare persone in paesi stranieri infestati da guerre per distruggere la democrazia USA. Tutte quelle persone hanno visto negata la dignità di uomini e di lavoro in nome di interessi che ne distruggono la vita.

Non è importante come si giustifica l'azione. Ora si deportano questi, poi si deportano altri cittadini e poi altri ancora a seconda degli interessi del dittatore la cui dittatura è avallata dalla Corte Suprema USA. Giudici corrotti che sono venuti meno al loro ruolo sociale per difendere i propri interessi ideologici e morali anteponendoli ai principi giuridici che garantivano sicurezza ai cittadini.

L'azione dei giudici porta conflitto nella società USA, come ha potato conflitto nella società Italiana quando i giudici, per tutelare i propri interessi privati, scatenarono la caccia all'uomo anarchico accusandolo di aver messo la bomba a Piazza Fontana quando sapevano perfettamente che tale bomba era stata messa dai loro sodali per destabilizzare le Istituzioni.

Scrive Esiodo:

Ai giudici, poi, che impartiscono la vera giustizia, ai cittadini e ai forestieri che non trasgrediscono il giusto, a quelli la città fiorisce, e i popoli sono con essa fiorenti; la pace, nutrice di giovani, è sulla terra, né Zeus dall'ampia pupilla predispone mai per loro la guerra luttuosa. Agli uomini giusti non s'accompagnano neppure la fame e la sventura, bensì essi godono nelle feste dei frutti amorosamente curati. A loro la terra fornisce mezzi copiosi: le querce sugli alti monti portano ghiande, le api brulicano nel tronco, le lanose pecore sono oppresse dal vello, le donne generano figli simili ai padri; essi fioriscono di beni, né debbono salpare sulle navi: bastano i frutti della fertile terra. A quelli, invece, che ebbero in cuore malvagia Discordia e luttuosi pensieri, a costoro il Cronide Zeus dall'ampia pupilla assegna la pena. Spesso infatti un'intera città è partecipe della punizione di un uomo malvagio, reo che progetta empi disegni, e il Cronide manda dal cielo grandi malanni: la fame insieme alla peste, e morte di figli. Le donne non partoriscono più, le casate vanno in rovina per volere di Zeus che sta sull'Olimpo; altre volte egli annientò possenti eserciti, oppure, vindice, il Cronide distrusse le mura e le navi sul mare.

Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 20/23

Le città prosperano quando i giudici fanno i giudici imparziali e legiferano all'interno delle questioni, in base ai principi che regolano la società, distribuendo sicurezza ai cittadini.

Fu col cristianesimo che i giudici, i magistrati, divennero la certificazione del diritto di repressione delle dittature sui cittadini.

La malvagità è proprio di chi disprezza le leggi e ritiene che le leggi non si applichino a lui. Ho subito personalmente magistrati deridermi e insultarmi quando esponevo le ragioni contrarie a quanto loro credevano o volevano che i fatti fossero.

Ho visto magistrati corrotti usare le condanne per ricattare il condannato affinché non osi difendersi o chiedere giustizia.

La giustizia è l'unica condizione che porta le città e le nazioni a prosperare.

Ora sto vedendo l'Unione Europea con un governo che tradisce i principi su cui si è formata l'Unione Europea e la sua ricchezza. Vedo avvoltoi e sciacalli aggredire i principi fondamentali dell'Unione Europea per assicurarsene il dominio. Vedo i popoli dell'Unione Europea costretti a rinunciare ai propri diritti di cittadini in nome di un sovranismo che li vuole trasformare in schiavi.

Il fallimento dell'Unione Europea non consiste nei principi che la definiscono, ma nel non aver represso l'assolutismo, averlo accettato come marginale, e aver favorito le sue offese e le sue aggressioni all'Unione Europea.

Non è l'oggetto Unione Europea ad aver fallito, ma chi ha usato l'Unione Europea, pensando di avere un vantaggio, alimentando corruzione e terrorismo nei confronti dei cittadini.

Esiodo ammonisce in questo modo i magistrati:

O giudici, pensate anche voi a questo fio: vicino e in mezzo agli uomini, gli Immortali osservano quanti con inique sentenze si tormentano l'un l'altro non curando il timore degli Dei. Tremila e più31, infatti, sulla terra nutrice di molti, sono gli Immortali inviati da Zeus, custodi agii umani mortali, e dei quali appunto osservano le cause e le opere nefande; essi, vestiti d'aria, si aggirano su tutta la terra. V'è anche la gloriosa vergine Dike, generata da Zeus e venerata dagli Dei che abitano l'Olimpo; quando qualcuno, offendendola, l'oltraggia, essa subito s'asside supplice presso il Padre, il Cronide Zeus, e denuncia l'animo ingiusto affinché il popolo paghi la follia dei giudici che meditano inganni e piegano lei altrove pronunciando tortuosi giudizi. Tenendo presente ciò, operate rettamente, o giudici, divoratori di doni, e dimenticatevi per sempre delle vostre inique sentenze. A se stesso prepara mali l'uomo che ad altri prepara mali; il cattivo consiglio è pernicioso allo stesso consigliere. L'occhio di Zeus che tutto scorge e tutto comprende vede dall'alto queste cose, né a lui sfugge quale sia la giustizia che si amministra nella nostra città. Non vorrei esser giusto fra gli uomini e neppur che lo fosse mio figlio, perché è un male essere giusto quando il più ingiusto ottiene migliore giustizia; ma io credo che il saggio Zeus non permetterà tali cose.

Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 20/23

In questo modo Esiodo sollecita i giudici a comportarsi con onore per garantire il futuro della società.

Non è solo l'occhio di Zeus che scorge i comportamenti corrotti e criminali dei magistrati e tende a costruire situazioni nelle quali pagheranno per i loro delitti. E' anche il magistrato stesso che tende a scavarsi la propria tomba perché la corruzione è un tarlo che agisce nell'animo, alimenta quei comportamenti impuniti fino a quando quei comportamenti non coinvolgono qualcuno in grado di far pagare al magistrato stesso, o alla sua cerchia di corrotti e corruttori, i suoi delitti.

Torturavano i magistrati di Venezia in associazione con La Barbera. Torturavano e rimanevano impuniti. E quell'impunità ha ucciso Borsellino, un altro magistrato, proteggendone gli assassini deviando le indagini, nella ricerca del colpevole, su altri lidi. Le bombe scoppiavano sui treni e i torturatori di Genova rimase impuniti.

Tutta la società ha pagato per questi delitti e ancora pagherà. Tutto perché i magistrati furono complici di quel terrore.

Conclude amaro Esiodo il suo discorso sui magistrati dicendo:

0 Perse, poniti bene in mente queste cose e, dando retta alla giustizia, scordati della violenza. Agli uomini, infatti, il Cronide dettò questa legge: è proprio dei pesci, delle fiere, dei volanti uccelli divorarsi l'un l'altro, perché non esiste giustizia fra loro; ma agli uomini diede la giustizia, che è cosa, di gran lunga migliore. Se uno, conoscendo la verità, ne fa giuramento, a lui Zeus dall'ampia pupilla darà la felicità; chi invece giurerà il falso e ingannerà la giustizia rendendo falsa testimonianza, sarà punito, e la sua progenie svanirà sempre più oscura, mentre fiorirà la discendenza dell'uomo che ha giurato il vero.

Esiodo, Le opere e i giorni, Editore BUR, 1958, pag. 20/23

Noi uomini abbiamo una società nella quale si amministra la giustizia, l'equilibrio fra gli interessi degli uomini che quella società abitano.

Gli uomini non sono bestie senza legge e senza regole etiche e morali.

Quando il magistrato viene meno ai propri doveri, perché si fa corrompere, rompe gli equilibri di dignità degli uomini della sua stessa società. Uccide la società in nome delle barbarie che Esiodo attribuisce solo ai comportamenti delle bestie.

Ma le vere bestie, non sono gli animali, sono i magistrati e tutte quelle Istituzioni che dovrebbero garantire giustizia ai più deboli e impedire al più forte di prevaricare.

Chi ha la ricchezza corrompe mentre, chi non ha ricchezze può contare soltanto sul senso di giustizia del magistrato che spesso si fa corrompere per deridere la necessità di giustizia di chi è più debole.

Così le società sono ridotte a serragli di bestie dove la bestia più forte ruba ogni possibilità di vita alla bestia più debole.

Al di là di come Esiodo ha formato le sue riflessioni sulla giustizia, appare evidente come una società, che possa chiamarsi "Democratica", ha nella magistratura, che controlla le forze i polizia, l'elemento centrale attorno a cui ruota il diritto.

Al singolo magistrato è lasciata la decisione se essere corrotto o se amministrare la giustizia secondo "scienza e coscienza" all'interno delle regole etiche e sociali in cui le leggi sono state fatte.

Scienza e coscienza significa che il magistrato dà significato ai fatti in base ai dati che vengono presentati. Il magistrato in scienza e coscienza non finge di non vedere le testimonianze; non mente giustificando la sentenza; non deride una delle due parti perché le sue affermazioni non coincidono con la visione sociale del magistrato.

La visione di giustizia di Esiodo viene insultata dalla visione dittatoriale da Platone prima e dai vangeli cristiani poi. Platone, che nega il diritto di scelta dell'uomo in funzione degli obblighi che lo "stato dei filosofi", impone ai singoli individui, agli uomini e alle donne, doveri e obblighi in funzione dei figli da allevare come bestiame per conto di uno Stato padrone. E poi dai cristiani che trasformano i magistrati in uno strumento con cui condannare le persone, anziché imporre giustizia nella società.

Dice il Gesù dei cristiani e i cristiani trasformarono in metodo:

E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo".

Luca 12,58-59

E ancora:

Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!

Matteo 5, 25-26

Nei vangeli, il magistrato non tratta le diverse questioni, condanna. Il magistrato come mezzo di repressione e di terrore. I tribunali dell'inquisizione cristiana macellarono eretici e donne per fini di potere economico avvallando decisioni della gerarchia cristiana. Furono i secoli della dittatura cristiana. Nei tribunali non esisteva la possibilità di difendersi perché i magistrati erano moralmente corrotti, convinti dell'esistenza di Dio a cui gli imputati potevano solo sottomettersi e accettare le accuse come colpe da espiare. Accusare significava condannare. Non importava se le accuse erano false: l'accusa era già una condanna.

Gli imputati non avevano ragioni da esprimere, ma solo colpe da attribuirsi e da espiare.

A tutt'oggi assistiamo a magistrati che negano il concetto di giustizia di Esiodo in nome dell'assolutismo fanatico-fondamentalista cristiano. Ne è un esempio la Corte Suprema USA che, per alimentare i progetti del dominio assoluto di Trump, ha legittimato il sequestro di persona e l'incarceramento di individui senza che vi fosse un processo nei loro confronti. Senza che avessero violato una legge, ma solo i desideri di dominio di Trump.

La contrapposizione fra il concetto di giustizia di Esiodo e quello dell'assolutismo cristiano è tutt'ora in atto.

Quale giustizia vogliono gli uomini per la loro società?

Quale futuro?

 

 

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