Rimpiangiamo: per non aver pensato quello che avremmo dovuto pensare quando potevamo pensarlo;
per non aver detto quello che avremmo potuto dire quando potevamo dirlo;
per non aver fatto quello che avremmo dovuto fare quando potevamo farlo
Luglio 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.
21 luglio 2025
Meditare l'altro e meditare che cosa l'altro medita di me.
Si tratta del livello più utile dell'uso della meditazione che non considera l'individuo che medita il "meditatore", ma uno dei meditatori in un mondo fatto da individui che, comunque, meditano manifestando idee e opinioni.
Non si medita attorno ad un albero, si medita attorno alle relazioni, alle persone, alle azioni, agli effetti delle azioni, agli intenti, ai bisogni, ai desideri e ai progetti che modificano il presente in cui viviamo.
L'oggetto del meditare sono le trasformazioni.
Rallentare il dialogo interno e il flusso di parole che descrivono il mondo porta in primo piano la trasformazione o la possibilità di trasformazione.
Quando medito una relazione, la relazione è portatrice di fenomeni dinamici che modificano la relazione stessa anche nel momento in cui la medito.
Si modifica nel mio pensato e il modello acquisito passivamente assume, con la meditazione, contorni più definiti e psicologicamente attivi.
Nella meditazione passo da una condizione passiva di accettazione di un presente vissuto e descritto, ad una condizione attiva in cui l'analisi di quel presente diventa oggetto della manipolazione del mio pensato che procede a pensarlo, a metterlo in ordine, in funzione di una mia decisione o di una mia scelta.
Nella meditazione l'altro è pensato.
L'altro non è più l'oggetto passivo che ruota attorno alla mia persona, ma è l'oggetto attivo che interagisce con la mia persona.
Non è il Dio padrone su cui proietto me stesso, ma è un mettere da parte, per quanto possibile il me stesso che proietto sul mondo, per pensare l'altro per i fenomeni razionali che mi presenta.
Il Dio padrone non pensa l'uomo, pensa sé stesso che proietta sull'uomo.
Questo perché l'uomo si identifica col Dio padrone mentre si muove nel mondo della ragione pensando a sé stesso, alla propria ragione, come una sorta di assoluto nel mondo. In realtà, la ragione di ogni singolo individuo rappresenta una sorta di assoluto del suo divenuto razionale, ma un conto è pensare la propria ragione come formata dinamicamente attraverso una serie di meditazioni e un altro conto è pensare la propria ragione come una ragione statica in un mondo in cui si pensa assoluta.
Pensare l'altro significa "pensare il mondo con gli occhi dell'altro".
Significa meditare le ragioni dell'altro, i progetti dell'altro, le connessioni che l'altro forma mediante il suo agire nel mondo.
Meditare costringe la nostra coscienza a dare un ordine ai nostri pensieri, ma nel dare un ordine ai pensieri, la coscienza costruisce un diverso ordine di conoscenza degli oggetti del mondo.
Meditare diventa "prassi esistenziale". Si diventa così abili a meditare che quando si parla in un normale colloquio non ci si limita ad ascoltare, ma mentre si ascolta si sta meditando quanto giunge alle nostre orecchie. Mentre la cosa detta giunge alle nostre orecchie, iniziamo ad analizzarla e a ponderarla per gli effetti e le conseguenze che potrebbe avere.
Fermando le parole, mediante la meditazione, fermo anche quel tentativo della mia ragione di interpretare il mondo attraverso la sua esperienza e le sue idee preconcette sul mondo.
Io, meditando, non proietto le mie ragioni sull'altro, ma analizzo le sue ragioni, per come le capisco e per come riesco a meditare le sue manifestazioni pur non avendo, magari, partecipato alla formazione della sua esperienza.
Faccio il contrario del Dio padrone cristiano: cerco di capire i soggetti del mondo anziché distruggerli (o diffamarli, denigrarli, svilirli, calunniarli, deriderli, ecc.) perché non sono conformi al mio modello ideologico.
Questo non significa che, una volta analizzati, io non metta in atto critiche, anche feroci critiche, nei loro confronti. Le critiche, come l'approvazione, le metto in atto dopo averli meditati. Analizzati mediante la meditazione che ha fatto passare nella mia testa le idee che hanno espresso mentre rallentavo il flusso delle parole e concentravo, su questo lento fluire, la mia attenzione che alimentavo con le mie emozioni.
Questo tipo di meditazione dà un grande potere: preferiamo sempre camminare assieme a chi cerca di comprendere le nostre ragioni e teniamo lontani coloro che ci diffamano, Non siamo disponibili a concedere attenuanti a chi ci aggredisce; attribuiamo esclusivamente la mala fede a chi ci calunnia. Come siamo severi e intolleranti con noi stessi e le nostre debolezze, così lo siamo anche nei confronti di coloro che meditiamo, per le loro azioni e per le loro idee.
Infine, prima di arrivare alla Contemplazione parliamo di un altro modo di meditare. Un modo di meditare che appartiene agli Esseri Umani e alle loro peculiarità. Noi possiamo scrivere e, scrivendo, rallentiamo i nostri pensieri mettendo ordine nel mondo. Mettiamo in linea le nostre riflessioni sul mondo, sulla vita, sulle storie.
Ogni atto di scrittura è un atto di meditazione; ogni atto di lettura è un atto di meditazione; rallenta il flusso delle parole, ci costringe a "toglierci dal centro del mondo", impedendoci di proiettare su ciò che meditiamo le conclusioni aprioristiche della ragione e, anche quando la ragione prevale, mettiamo insieme delle giustificazioni che possono diventare patrimonio di analisi e di meditazione per altre persone.
La meditazione può essere praticata indipendentemente dalle idee razionali che ogni persona ha sull'altro, l'oggetto che meditiamo; qualunque altro, dall'albero, all'animale, al fuoco, al sole o al luogo; o le idee razionali che noi abbiamo sugli uomini come idee di uguaglianza o idee di discriminazione, idee di superiorità e inferiorità, o discriminazione nei confronti della donna, idee razziste, ecc.
La Contemplazione, al contrario, non è indipendente dalle idee che noi abbiamo sull'altro, l'oggetto che contempliamo. E' necessario che sia pensato nella ragione come un altro "noi", non solo uguale a noi. Questo perché il pensiero razionale, prodotto dalla necessità soggettiva di veicolare le nostre emozioni, determina la qualità dell'emozione che nella pratica della contemplazione dirigiamo verso l'oggetto che contempliamo.
Dal momento che la contemplazione è contemporaneamente contemplare e essere contemplati dall'oggetto, la qualità delle emozioni che noi dirigiamo comunica ciò che siamo all'oggetto contemplato che a quelle emozioni risponde contemplando a sua volta o troncando l'attività di contemplazione. Quando l'oggetto contemplato si rifiuta di contemplare, il contemplatore diventa estraneo all'oggetto che lo ha alienato da sé stesso
In questo caso, la contemplazione non è più "fusione emotiva", ma illusione di contemplazione.
Fine ottava parte... Continua... con "gli aspetti magici della meditazione in Stregoneria – dall'attività del Meditare alla pratica della Contemplazione"
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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