Rimpiangiamo: per non aver pensato quello che avremmo dovuto pensare quando potevamo pensarlo;
per non aver detto quello che avremmo potuto dire quando potevamo dirlo;
per non aver fatto quello che avremmo dovuto fare quando potevamo farlo
Luglio 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.
23 luglio 2025
La corsa al riarmo dell'Europa appare quasi un modo per finanziare l'industria delle armi e dilapidare capitali che l'Europa non vuole usare per il benessere dei cittadini.
Ora l'Europa sta affrontando i dazi di Trump e ad oggi non si sa ancora se i dazi sono un'azione reale o una buffonata del TACO USA.
Sta di fatto che con questo impegno l'Europa si è chiusa le possibilità di commercio sia con l'Asia che con l'Africa e l'America Latina.
Gli stessi Canada e Messico sono entrati in sofferenza.
La domanda è: chi paga i dazi di Trump? Il venditore che esporta negli USA o l'acquirente USA che acquista all'estero?
Mentre l'Europa si preoccupa di imporre dazi e sanzioni, il resto del mondo commercia. Vende ed acquista, anche a buon prezzo, ciò che l'Europa acquista a caro prezzo.
In questo momento nell'Europa, in particolare nel sud Europa, non ci sono problemi per le forniture di gas ed è auspicabile che non ci siano problemi nemmeno quando arriverà l'inverno.
I dazi di Trump stanno provocando grandi sconvolgimenti, in particolare se effettivamente entreranno in vigore il 1 agosto.
Mentre l'occidente discute su dazi subiti e da imporre, le navi percorrono le vie della seta; gli aerei trasportano merci in paesi dove i dazi sono una condizione ragionevole delle relazioni commerciali; i paesi del gruppo BRICS vendono e acquistano merci senza dazi.
Intanto, domenica, 20 luglio, in Giappone ci sono le elezioni. Un paese che Trump ha voluto colpire con i suoi dazi. Il governo giapponese, sconfitto elettoralmente, ora è in minoranza.
Intanto l'Europa vuole armarsi per combattere un'eventuale invasione. Non si sa bene di chi dal momento che, in questo momento, la più feroce minaccia arriva dagli USA.
L'Inghilterra, ideologicamente nazista, si avvicina alla Germania che ha iniziato ricordare i suoi "fasti" dell'era nazista e forse sogna di conquistare quella Russia che fu negata ad Hitler.
I cittadini europei non hanno nessuna voglia di essere arruolati in eserciti e la guerra in Ucraina ha dimostrato che la conquista di uno Stato, oggi come oggi, ha un costo superiore al guadagno che il conquistatore ne ricaverebbe.
Inoltre, c'è sempre il gioco degli USA che consiste nel fare guerre per procura; gli statunitensi se ne stanno nascosti e mandano gli altri a morire ammazzati o a sterminare i più deboli.
Non ci si chiede chi vincerà in questo caos imposto da Trump, ma chi sopravviverà. Non serve rifugiarsi nelle criptovalute per salvarsi dal dollaro in crisi che riflette la crisi della società USA.
Forse qualcuno pensa che costruire campi di concentramento per i lavoratori immigrati permetterà agli USA di aumentare la propria ricchezza?
Trump sta dicendo che sta facendo un sacco di soldi con i dazi, ma il prodotto interno USA è in negativo contro quello cinese in positivo, ampiamente positivo.
Il mercato azionario è indifferente alle condizioni future delle relazioni economiche e l'economia reale attraversa un processo di lento rallentamento, lento, un po' meno lento. Come una vecchia locomotiva che si sta mettendo in moto.
E' negli interessi ideologici USA distruggere le economie del mondo: quali sono gli interessi delle economie del mondo?
Lo vedremo dopo l'autunno.
23 luglio 2025
Nella società in cui viviamo, non esiste un linguaggio adeguato per definire le dinamiche sociali senza dover ricorrere ad un linguaggio "giuridico" proprio del controllo sociale messo in atto dalle dittature sugli uomini.
Se io dico che Tizio è un assassino. L'immaginario vuole che ci sia stato un atto giuridico che abbia determinato l'essere un assassino di quella persona perché, se nessun atto giuridico ha determinato che quella persona è un assassino, chi lo accusa di assassino può essere imputato di oltraggio, diffamazione o calunnia.
A questo c'è un'eccezione: l'uomo sorpreso ad uccidere o che abbia ordinato di uccidere, è un assassino. Anche prima del giudizio di un magistrato.
Un'altra eccezione è data dagli assassini che assassinano per conto di Dio, del dittatore, o Dio stesso quando assassina gli uomini. Per esempio, il soldato a cui è stato ordinato di uccidere, non viene qualificato come assassino perché l'ordine, proveniente da Dio (l'Istituzione), non lo rende giuridicamente imputabile di omicidio. Esistono altre eccezioni, ma mi fermo qui.
Tutti questi comportamenti appartengono a modelli ideologici propri della dittatura, del cristianesimo come emanazione di Dio o del Gesù dei vangeli. Dio, Gesù, il dittatore, non deve essere definito assassino perché è al di fuori della legge, al di sopra della legge, che viene imposta alla popolazione, al gregge.
In sostanza, si tratta di un linguaggio che risponde ai modelli ideologici propri della dittatura, sia espressa dalle ideologie religiose assolutiste, ebrei, cristiani, islamici e buddisti, sia espressa da modelli sociali propri del liberalismo, del fascismo, del nazismo e delle dittature che hanno nel crocifisso il loro ideale sociale.
Il giornalista che scrive delle ragioni degli ebrei nel condurre il genocidio a Gaza, non è diverso dal giornalista che giustificava Hitler nella sua azione contro gli zingari, gli ebrei o gli avversari politici. Il giornalista diventa compartecipe del genocidio in atto. E lo diventa nel momento stesso in cui discrimina fra le persone dove gli sterminati non hanno sentimenti, non hanno paura, non hanno distruzione della loro vita, nel racconto dei fatti cessano di essere persone e sono chiamati terroristi, militanti. Gli ospedali diventano covi di terroristi, i medici militanti che vanno ammazzati e perseguitati.
Nel linguaggio democratico, quel linguaggio che chiama il Dio dei cristiani il Macellaio di Sodoma e Gomorra e il Gesù dei cristiani "il pederasta in croce", questi giornalisti sono degli assassini.
Il principio rientra nella "partecipazione morale ideologica" che, reiterando l'ideologia, porta alla riproduzione dei medesimi comportamenti criminali.
Il reato di "partecipazione ideologica" non è definibile giuridicamente. Lo fece il sanguinario terrorista Pietro Calogero per giustificare torture e omicidi. Poi, la Corte di Cassazione intervenne per circoscriverne l'uso giuridico.
Paolo di Tarso è un terrorista criminale quando afferma:
L'uomo, invece, non deve coprirsi la testa, perché è immagine e gloria di Dio; mentre la donna è gloria dell'uomo. Infatti, l'uomo non ebbe origine dalla donna, ma fu la donna ad esser tratta dall'uomo; né fu creato l'uomo per la donna, bensì la donna per l'uomo. Quindi la donna deve portare sul capo il segno della podestà per riguardo agli angeli."
Paolo di Tarso, 1 Corinti 11, 3-10
E' un criminale Platone quando afferma nel Timeo:
Degli uomini che sono nati, quanti sono stati vili e hanno trascorso la vita in maniera ingiusta, secondo un discorso verosimile, nella seconda generazione si sono trasformati in donne.
Tratto da Platone, Tutti gli scritti, Timeo, Editore Bompiani, 2014, pag. 1409-1410
Dove Platone conclude dopo aver farneticato attorno alla necessità di generare della donna:
Le donne, dunque, e tutto il sesso femminile, ebbero questa origine.
Tratto da Platone, Tutti gli scritti, Timeo, Editore Bompiani, 2014, p. 1410
Sono affermazioni che hanno contribuito a migliaia di anni di emarginazione della donna. Hanno contribuito ad ammazzarla, torturarla, bruciarla. Dal punto di vista sociale Paolo di Tarso e Platone sono due delinquenti criminali, ma nessun tribunale li processerà mai né riconoscerà la loro responsabilità ideologica per i delitti commessi attraverso la loro ideologia.
Però, fanno indignare i cittadini consapevoli della relazione fra affermazione ideologica e delitto. E la magistratura reprime l'indignazione dei cittadini in nome di Dio.
Tuttavia, la partecipazione morale rimane un metodo sociale di giudizio. Perché è un metodo sociale che definisce non solo il fatto, da cui il giudizio si origina, ma l'affermazione ideologica che ha giustificato il fatto. Censura e condanna dal punto di vista sociale tutte le conseguenze che quel fatto e quell'affermazione comportano.
Nessun tribunale condannerà mai un giornalista perché ha discriminato fra uno che si definisce "veneto" e uno che si definisce "zingaro", ma il fatto di aver attribuito due pesi emotivi diversi nella descrizione del medesimo fatto, o fatti simili, attenuando le azioni dell'uno e appesantendo le azioni dell'altro, di fatto, significa aver collaborato ad alimentare la discriminazione come linciaggio verso qualcuno.
Si tratta di un comportamento criminale che non viene censurato dai magistrati perché i magistrati ritengono che chi li commette ha gli stessi diritti di Dio, i loro stessi diritti in quanto magistrati che si identificano con Dio, e ritengono che non siano, anche quando vengono individuati come reati, penalmente rilevanti. Al contrario, se un cittadino reagisce all'affermazione criminale, al di là dei metodi che usa per reagire, viene penalmente perseguitato in nome del principio che: "Nessuno deve "vantarsi" o rivendicare diritti davanti a Dio!".
Un altro trucco usato dai magistrati e dalle Istituzioni per perseguitare i cittadini è quello di fingere interpretando la reazione di un cittadino ad un'azione messa in atto dalle Istituzioni come una reazione aggressiva contro la persona di quell'Istituzione. Io non ti conosco assessore, ma tu hai fatto approvare un piano regolatore che non collima che le disposizioni di legge ed è in contrasto con le mie esigenze. Assessore sei un criminale. Appare evidente che il termine criminale, attribuito all'assessore, non si riferisce alla "persona assessore", ma alla sua attività illegale che viene identificata con l'assessore. L'assessore cosa fa? Denuncia il cittadino perché gli ha dato del criminale. Denuncia il cittadino in nome di un'autorità che gli deriva da Dio e che il cittadino non deve permettersi di mettere in discussione.
Non esiste, in questa società, un linguaggio democratico che possa esprimere l'indignazione di un cittadino perché l'unico linguaggio ammesso è quello ingiurioso dell'autorità, di Dio, contro il cittadino. Il sistema giuridico impone deferenza e sottomissione dei cittadini a Dio negando, aprioristicamente e di fatto, il principio di uguaglianza Costituzionalmente affermato.
Privato del linguaggio con cui il cittadino può esprimere individualmente la propria indignazione nei confronti di chi si ritiene Dio, la società, che si definisce democratica, ricostruisce il nazi-fascismo in nome dell'assolutismo del Dio dei cristiani nel quale si identifica ogni Istituzione che pretende sottomissione ai cittadini.
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Claudio Simeoni
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