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Agosto 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

04 agosto 2025 cronache della religione pagana
La creazione nel Timeo di Platone e la creazione nella Genesi della bibbia
Quarta parte (ultima parte)

Claudio Simeoni

Cronache mese di agosto 2025

04 agosto 2025

La creazione nel Timeo di Platone e la creazione nella Genesi della bibbia
Quarta parte (ultima parte)

Platone inventa la reincarnazione per dominare l'uomo

Alcuni vangeli gnostici, trovati a Nag Hammadi, che trattano di "creazione del mondo", come quello detto di Giovanni Apocrifo, appaiono scritti che riproducono reinterpretandoli gli aspetti del Timeo di Platone e, in particolare, la creazione che l'"Artefice e Padre di opere" affida a quelli chiamati "Dèi" da Platone (ora vado a memoria, ma il testo di Nag Hammadi me lo devo riguardare per quest'occasione).

Scrive Platone:

Disse queste cose, e di nuovo nel cratere di prima, nel quale aveva temperato e mescolato l'anima dell'universo, versò le cose che erano avanzate di quelle usate prima, mescolandole quasi alla stessa maniera, ma non pure alla stessa maniera, ma seconde e terze in purezza. Dopo che ebbe costituito tutto, lo divise in anime, tante di numero quanti erano gli astri, distribuì ciascuna anima a ciascun astro, e postele in tal modo come su un veicolo, mostrò loro la natura dell'universo e disse loro le leggi fatali. Disse che la prima generazione sarebbe stata stabilita come una sola per tutte, affinché nessuna ricevesse da Lui meno del dovuto, e che tutte quante in ciascuno degli organi del tempo conveniente a ciascuna, avrebbero dovuto produrre il più religioso degli animali. E poiché la natura umana è duplice, il genere migliore sarebbe stato quello il quale poi si sarebbe chiamato sesso maschile.

Tratto da Platone, Tutti gli scritti, Timeo, Editore Bompiani, 2014 pag. 1370

Il controllo degli uomini è la finalità della creazione di Platone. L'"Artefice e Padre di opere" fissa il proprio dominio morale, prima di aver fatto "costruire" l'uomo, affinché il dominio morale sia l'oggetto a cui l'uomo si deve adeguare.

Platone impone il dominio morale non all'uomo e alla sua vita, ma alla struttura emotiva che definisce come "anima" e che deve sottomettersi a quelle regole morali per garantirsi la beatitudine. E' la morale dell'anima che costringe il corpo a rinunciare ai desideri e alle passioni.

Alla bibbia ebraica non interessano le anime, ma interessano solo i corpi. Alla bibbia ebraica non interessa discriminare sulla qualità delle anime, non ha necessità di mascherare il dominio di Dio sui corpi. A Platone interessa dominare i corpi, che nella società platonica si devono adeguare alle regole morali imposte da Platone, ma preferisce mascherarsi dietro le anime quali portatrici di regole morali alle quali i corpi si devono adeguare.

La bibbia ebrea e cristiana presenta due versioni sulla genesi della creazione.

7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.

E

21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23 Allora l'uomo disse: "Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta".

Genesi 2

Questo in contraddizione con la Genesi 1 in cui si affermava:

27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.

Genesi 1

Mentre nella genesi 1 viene annunciato il principio di uguaglianza fra uomo e donna, nella genesi 2 viene annunciato il principio di dipendenza della donna tratta dall'uomo.

Tale concetto è ripreso da Paolo di Tarso e viene usato per imporre la discriminazione della donna nella società cristiana. L'affermazione "la donna è stata tratta dall'uomo" si trova nella Prima lettera ai Corinzi, in particolare al capitolo 11, versetto 8. Paolo scrive: "Infatti l'uomo non deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo".

Paolo di Tarso avrebbe potuto scegliere Genesi 1,27 "27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò", ma non lo fece. Preferì la discriminazione? O forse Genesi 1 non era ancora stata scritta dal momento che Genesi 2 fa riferimento diretto alla condizione ebraica a Babilonia nel 600 a.c.?

Sta di fatto che la discriminazione è introdotta dalle regole dell'"Artefice e Padre di opere" in Platone:

E poiché la natura umana è duplice, il genere migliore sarebbe stato quello il quale poi si sarebbe chiamato sesso maschile.

Il principio di uguaglianza, l'"Artefice e Padre di opere" lo riserva alle masse di anime distribuite sugli astri:

Dopo che ebbe costituito tutto, lo divise in anime, tante di numero quanti erano gli astri, distribuì ciascuna anima a ciascun astro, e postele in tal modo come su un veicolo, mostrò loro la natura dell'universo e disse loro le leggi fatali. Disse che la prima generazione sarebbe stata stabilita come una sola per tutte, affinché nessuna ricevesse da Lui meno del dovuto, e che tutte quante in ciascuno degli organi del tempo conveniente a ciascuna, avrebbero dovuto produrre il più religioso degli animali.

Tratto da Platone, Tutti gli scritti, Timeo, Editore Bompiani, 2014 pag. 1370

Il più religioso degli animali era l'uomo nel sesso maschile.

Le anime innestate in corpi maschili devono costringere i corpi maschili alla sottomissione e all'obbedienza. Non devono avere volontà, non devono avere passioni e, come nella bibbia ebraica e cristiana, non devono cogliere dall'albero della conoscenza per mangiarne e diventare come Dèi.

Scrive Platone:

E quando le anime fossero state di necessità innestate nei corpi e al loro corpo una cosa si aggiungesse e un'altra si separasse, sarebbe stato necessario che da queste violente passioni si generasse un sentimento connaturato in tutte, e amore commisto a piacere e a dolore, e, oltre a questi, paura e ira e tutte le altre passioni che seguono a queste, e quelle che hanno natura contraria. E se le anime dominassero tali passioni, vivrebbero nella giustizia; se, invece, ne fossero dominate, vivrebbero nell'ingiustizia.

Tratto da Platone, Tutti gli scritti, Timeo, Editore Bompiani, 2014 pag. 1370

Anche in Platone è importante costruire il concetto di peccato e di colpa. Nella bibbia ebrea e cristiana il peccato consiste nella disobbedienza al padrone; in Platone consiste nel "cedere alle passioni" che, di fatto, è una disobbedienza alla morale comportamentale imposta dal padrone.

Le passioni, per Platone, sono i peccati che portano gli uomini alla perdizione allo stesso modo in cui la disobbedienza di Eva ed Adamo ha portato alla cacciata dell'uomo, e della donna, dal paradiso terrestre.

Scrive Platone:

E colui che vivesse bene il tempo assegnatogli, ritornato di nuovo nell'abitazione dell'astro a lui affine, avrà vita beata e conforme alla sua natura. Ma chi fallisse in queste cose, nella seconda generazione trapasserebbe in natura di donna. E se neanche in questa condizione desistesse dal male, secondo la somiglianza del tipo di malvagità in lui generata, si muterebbe sempre in qualche corrispondente natura ferina; e, continuando a mutare, non cesserebbe dagli affanni, prima che egli, perseguendo la rivoluzione dell'identico e del Simile che ha in se medesimo, vincendo con la ragione la grande massa, che anche successivamente gli si era aggiunta provenendo dal fuoco e dall'acqua e dall'aria e dalla terra, massa tumultuante e irrazionale, riacquistasse la forma della prima ed ottima costituzione.

Tratto da Platone, Tutti gli scritti, Timeo, Editore Bompiani, 2014 pag. 1370

Gli uomini che si sottomettono e che uccidono le loro passioni e i loro desideri in nome della morale imposta dal loro padrone, vengono premiati tornando all'astro da cui proviene la loro anima, ma chi fallisce e non obbedisce e non si sottomette, nella seconda generazione sarà punito nascendo in un corpo di donna.

Se anche in un corpo di donna non si sottomette alle regole morali e fallisce nell'obbedire alla morale imposta preferendo dar corso ai propri desideri e alle proprie passioni, allora si reincarnerebbe "si muterebbe sempre in qualche corrispondente natura ferina". E poi via, via, seguendo una "gerarchia" di decadenza in corpi di animali che Platone ritiene più infimi e squallidi.

Continuerebbe a mutare, aumentando gli affanni, fintanto che non inizia a redimersi attraverso l'obbedienza alla morale imposta dall'"Artefice e Padre di opere" o dal padrone sociale che in esso si identifica.

Scrive Platone

Dopo che Egli aveva promulgate ad essi tutte queste leggi, affinché non fosse causa della malvagità futura di ciascuno, seminò alcuni di essi sulla terra, altri sulla luna, altri su tutti gli altri strumenti del tempo.

Tratto da Platone, Tutti gli scritti, Timeo, Editore Bompiani, 2014 pag. 1370

Dopo che Platone, attraverso l'"Artefice e Padre di opere" ha creato la malvagità attraverso la quale divertirsi a far del male agli Esseri della Natura, distribuì "alcuni di essi" ( e non si sa se anime o cosa) sulla terra, sulla luna e "su altri strumenti del tempo".

Scrive Platone:

E agli dèi giovani Egli affidò ciò che seguiva a tale semina, ossia il compito di plasmare i corpi mortali e ciò che ancora restava, ossia quanto era ancora necessario aggiungere all'anima umana, e procurando questo e tutto ciò che consegue a questo, dominassero e governassero il vivente mortale nella misura del possibile nel modo migliore e più bello, almeno in quanto egli non diventasse egli stesso causa dei propri mali.
E dopo aver ordinato queste cose, Egli rimase nel proprio stato, in modo conforme alla sua natura.

Tratto da Platone, Tutti gli scritti, Timeo, Editore Bompiani, 2014 pag. 1370

Agli Dèi giovani, quelli citati sopra ai quali bisogna credere:

Gea e da Urano nacquero Oceano e Teti; e da questi nacquero Forci e Crono e Rea e quanti con essi, e da Crono e da Rea nacquero Zeus ed Era e tutti quanti sappiamo che sono detti loro fratelli.

Tratto da Platone, Tutti gli scritti, Timeo, Editore Bompiani, 2014 pag. 1369

Affidò loro il compito di plasmare i corpi mortali in conseguenza alla sua semina di complessi di anime.

Ma soprattutto, affidò agli Dèi di dominare e governare il vivente mortale secondo l'opinione di "modo migliore e di più bello" come soggettivamente determinato dall'"Artefice e Padre di opere" e da chi si identificava in quell'"Artefice e Padre di opere" per il quale gli uomini sono solo bestiame da allevamento, come dimostra Platone nella sua Repubblica.

L'ordine dell'"Artefice e Padre di opere" agli Dèi non è diverso dall'ordine del Dio della bibbia all'uomo.

26 E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra".

Genesi 1

Si tratta di una gerarchia di dominio in cui è richiesta obbedienza e sottomissione a chi sta sopra nella scala gerarchica del Dio di turno.

Il dominio dell'uomo sull'uomo è il motivo ideologico che lega la Genesi della bibbia alla creazione presentata da Platone nel Timeo.

Non ho dubbi che la necessità di dominare l'uomo in Platone ha gli stessi impulsi e necessità dei padroni ebrei che dovevano dominare gli ebrei a Babilonia separandoli dal resto della popolazione e, pertanto, anche le costruzioni ideologiche che legittimano il dominio possono apparire simili.

Detto questo, il sospetto che le idee che Platone ha espresso nel Timeo e le idee degli ebrei espressi nelle genesi, siano generate da un medesimo sostrato culturale è molto forte. Stando ad internet, Platone scrive il Timeo attorno al 360 a.c., mentre il primo documento storico che menziona il libro della Genesi è generalmente collocato nel VI-V secolo a.C., durante l'esilio babilonese. La questione che la donna è tratta dalla costola di Adamo è una deformazione di un racconto mitico babilonese, come è stato ampiamente documentato.

Dal ritorno degli ebrei da Babilonia alla scrittura del Timeo, visti i tempi di trasmissione della cultura di allora, non passa molto tempo.

In ogni caso, che siano a meno il prodotto di uno stesso ambiente culturale o meno, lo diventano con la nascita del cristianesimo ad opera di autori dell'ambiente neoplatonico. La creazione della bibbia necessita della creazione del Timeo per apparire, quanto meno, verosimile. I cristiani dei primi secoli, anche dopo Agostino d'Ippona, lavorano intensamente per fondere i due testi eliminando quelle idee che appaino troppo in contrasto fra i loro.

FINE quarta parte e FINE de La creazione nel Timeo di Platone e la creazione nella Genesi della bibbia

 

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