L'Universo in cui viviamo è Caos
Nessuno mette ordine in Caos: ogni soggetto si adatta e abita Caos con la propria volontà.
Agosto 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.
06 agosto 2025
La felicità, il sesso e il piacere, sono legati in una relazione assoluta e indissolubile dentro all'Essere Umano come in ogni altro Essere della Natura.
E' la condizione che ha permesso la nascita della vita sul nostro pianeta. E' la condizione che permette le trasformazioni nell'esistenza di ogni vivente. Bloccare un aspetto di questa relazione, fra felicità, sesso e piacere, significa costruire il male come necessità del soggetto di ripristinare il suo percorso nella felicità, nella sessualità e nei piaceri che l'esistenza gli può fornire ad ogni costo.
Negare il sesso, il desiderio e il piacere, criminalizzandoli, è l'atto più criminale che si possa fare in una società specialmente quando, l'ideologia del dolore e l'esaltazione della sofferenza come negazione del piacere e della sessualità, viene imposta come comportamento premiale ai bambini e ai ragazzi costringendoli a rinunciare a sé stessi. Uccidere la ricerca della felicità, impedendo ai ragazzi di fornirsi degli strumenti adeguati per farlo ed esaltando la sofferenza e il dolore che la mancata ricerca di felicità donerebbe loro, costituisce il fondamento della distruzione della società civile.
La visione della ricerca della felicità era il fondamento dell'Epicureismo nel quale la ricerca della felicità era inteso come il fondamento del divenire umano in una società che fondava sé stessa nella ricerca di un sempre maggiore benessere.
L'epicureismo esprimeva l'ideologia del piacere. Un piacere che non era circoscritto ad un singolo individuo, ma all'insieme della società.
La ricerca della soddisfazione sessuale e della felicità ha basi e riscontri fisiologici, oggi la ricerca scientifica lo sta sempre più scoprendo riservando le proprie scoperte ai suoi "eletti" in contrapposizione alla massa delle persone che, invece, devono vivere nel dolore e nella sofferenza.
L'imposizione della sofferenza come ideale dell'ebraismo, cristianesimo, islamismo e buddhismo, ha lo scopo di impedire all'uomo di elevarsi nelle relazioni fra sé e il mondo in cui vive. Ha lo scopo di costringere l'uomo a crogiolarsi nel dolore e nella sofferenza rendendolo impotente ad uscire da quella condizione. Più si impone il dolore all'uomo e più, ogni singolo uomo, trarrà piacere nell'imporre dolore ad altri uomini e donne.
La ricerca scientifica fornisce prove fisiologiche e biologiche per dire che le religioni del dolore praticano, di fatto, un'azione di terrorismo nei confronti degli Esseri Umani. Un'azione di terrorismo che, incontrando l'approvazione delle Istituzioni che fanno dell'uomo un oggetto di possesso anziché un soggetto di diritto Costituzionale, sfruttano l'ideologia religiosa del dolore per dominare l'uomo.
Riporto i risultati della ricerca sul legame fra "amore" e sesso anche se non condivido la direzione monoteista, assolutista, che vogliono imporre i ricercatori trasformando la "fedeltà come sottomissione all'altro" in una condizione possibile, quasi desiderabile. Il sentimento inibisce delle aree cerebrali attive nel desiderio sessuale. Noi dobbiamo capovolgere la logica della ricerca: l'inibizione delle aree cerebrali adibite alla sessualità, mediante la repressione, provoca la nascita del sentimento. Il sentimento che è sempre "nostalgia" per una separazione che non si riesce a recuperare. Quella separazione è una separazione libidica fra noi e il mondo che ha nella inibizione delle aree cerebrali adibite al sesso la sua rappresentazione fisiologica. In pratica: è proprio perché l'educazione ha inibito le aree cerebrali che nasce il sentimento come surrogato della relazione libidica fra noi e il mondo.
Negli Esseri viventi ci sono vari metodi con cui veicolare le emozioni. Il principale rimane sempre la pratica sessuale, ma quando la pratica sessuale viene inibita dalle condizioni morali, scattano altri meccanismi che permettono di incanalare e veicolare le emozioni che altrimenti produrrebbero malattia mentale nell'individuo. Caricare il sentire il mondo mediante le emozioni è uno di questi metodi che normalmente non è alternativo alla pratica sessuale, ma essenzialmente riguarda l'apertura del soggetto alle emozioni del mondo. Alimenta l'empatia.
Questa alternativa nella veicolazione emotiva tende a costruire un rapporto privato, intimo, un rapporto che assicura una relazione amorosa e spesso manifesta il "possesso dell'altro". E' il sentimento che trasforma la relazione sessuale in una relazione di possesso esclusivo.
La notizia di fonte giornalistica:
Dal desiderio all'amore
c'è una strada nel cervello
Uno studio internazionale ha svelato le aree del cervello coinvolte nel passaggio dal sesso al sentimento. Che agisce sul nostro organismo come una droga. La fedeltà è possibile
L'AMORE abita nella testa, si sa da tempo. Il cuore lo abbiamo già scartato. La domanda è dove si trova precisamente, quali aree coinvolge. E soprattutto se sono le stesse interessate dal desiderio. Una risposta adesso c'è. L'amore e il sesso si sviluppano in due zone differenti del cervello, ma estremamente vicine. Così, come fosse una droga, il sentimento crea dipendenza. Non ci sono più dubbi: lo possiamo vedere per la prima volta sulla mappa cerebrale dell'amore 1, realizzata da un team internazionale di studiosi.
Jim Pfaus, psicologo canadese della Concordia University, e i suoi colleghi statunitensi e svizzeri hanno analizzato i dati di 20 diversi studi sul tema. Esaminando l'attività cerebrale di persone alle quali venivano mostrati video erotici o fotografie di partner, l'èquipe è stata in grado di localizzare le zone collegate all'amore e al desiderio. "I due stimoli - racconta Pfaus - attivano aree specifiche del cervello. Ma correlate l'una all'altra".
Lo striato - una parte sottocorticale del telencefalo vicina all'insula - è il testimone del processo che trasforma il desiderio in amore, ma gli stimoli vengono registrati in due diverse zone. Il desiderio sessuale attiva la stessa area del "piacere" che viene stimolata dal cibo o dallo stesso sesso. L'amore invece colpisce nella zona del "condizionamento", dove acquistano valore quelle cose o persone associati alla ricompensa o al piacere. "Il desiderio sessuale - continua Pfaus - si pone un obiettivo concreto, mentre l'amore è qualcosa di molto più astratto e complesso, indipendente dalla presenza fisica della persona amata".
L'amore, agendo sulla stessa area che crea la dipendenza, ha quindi lo stesso effetto di una sostanza stupefacente. "L'amore è, di fatto, una dipendenza che nasce dal desiderio sessuale ricompensato", chiarisce Pfaus. Questo significa che pur di avere amore si è disposti a tradire il proprio partner? No, rassicura lo studio: il sentimento innesca percorsi cerebrali che portano alla monogamia e al legame di coppia, inibendo alcune aree del cervello solitamente attivate dal desiderio sessuale.
Tratto da:
repubblica.it scienze 2012/06/20
Troppo spesso la ricerca scientifica viene trasformata nella certificazione di una morale. "No, rassicura lo studio:" che si sta parlando di "tradire" il partner. Ci sono dei legami di coppia che inibiscono. Sono le inibizioni date, spesso, dalle condizioni sociali, che ci inducono in una relazione fissa anche se, qualche volta, non soddisfacente.
La società impone tutta una serie di legami, obblighi e doveri, che costituiscono veri e propri impedimenti alla veicolazione della libido soggettiva come risposta ai desideri personali. Questi impedimenti agiscono sulla nostra struttura emotiva e rafforzano quella separazione che nel corso dell'evoluzione, facendo nascere la qualità della ragione umana, ci ha separati dal mondo della Natura e da tutte le altre specie. La veicolazione delle emozioni nell'empatia dei legami col mondo, limitata dalla ragione, si è riversata nella pratica della sessualità. La pratica della sessualità veicola le emozioni restringendo il campo per la veicolazione delle emozioni nelle relazioni empatiche. Spesso, relazioni empatiche e sessualità, nell'individuo, si riassumono in comportamenti possibili e socialmente accettabili.
Quando l'uomo sarà liberato da alcuni impedimenti, i ricercatori, con i loro strumenti, potranno verificare che ci sono condizioni diverse e aree cerebrali diverse che si attivano. L'errore della ricerca consiste nel considerare l'uomo creato ad immagine e somiglianza di un Dio pazzo, cretino e deficiente. L'individuo non è un soggetto che è divenuto nel mondo e nella vita e che, pertanto, può ancora divenire e trasformarsi.
La ricerca scientifica fotografa la realtà presente dell'individuo. In questo caso la risposta agli stimoli di connessioni neuronali date e costruite come adattamento soggettivo alle variabili oggettive nel corso della sua esistenza. Non fotografa i processi di trasformazione soggettiva che hanno prodotto quella tipologia di connessioni neuronali. Le scelte soggettive, gli adattamenti emotivi dell'individuo come risposte alle sollecitazioni del mondo in cui viveva, non appaiono alla registrazione del presente. Per questa ricerca scientifica tutto è fermo in un presente; in una sorta di creazione dell'individuo.
In queste condizioni, l'analisi scientifica, non prende in considerazione le risposte soggettive all'ambiente che l'individuo ha messo in atto fin dalla primissima infanzia per costruire quella struttura sinapsica e quei collegamenti neuronali che accendono quelle aree cerebrali in risposta agli stimoli degli sperimentatori.
Per questo tipo di ricerca non è importante COME si sono formate le connessioni neuronali e come si sono costruite le condizioni per le quali a quegli stimoli si registrano quelle risposte, ma per la costruzione dell'uomo è importante sapere che si sono autoimposte delle strutture inibitrici e coercitive ad un comportamento legato al divenire e allo sviluppo della vita.
Esiste un comportamento soggettivo legato al divenire della vita. Un comportamento che ha stimolato lo sviluppo degli Esseri e la diversificazione delle specie. Questo comportamento viene inibito per essere funzionale all'adattamento dell'individuo alle esigenze della società in cui vive.
Tener presente questo, per noi è importante perché, inibire la pulsione di vita nelle persone per imporre dei controlli sociali significa inibire il divenire della specie, dell'uomo, in funzione di un controllo sociale che viene calato nella psiche umana: "Sarai schiavo con tutto il tuo corpo e con tutta la tua anima".
Rilevare delle forme fisiologiche inibitrici rispetto alla pulsione di vita che da miliardi di anni hanno trasformato le specie della natura pone una domanda esistenziale fondamentale: a cosa siamo stati costretti a rinunciare, dal punto di vista psichico, emotivo, relazionale, per sopravvivere in questo presente? Come saremmo diventati se nel corso della nostra vita avessimo messo in atto scelte diverse e adattamenti diversi alle sollecitazioni del mondo?
Cosa avrebbe rilevato la ricerca scientifica in quel caso? Noi non siamo ciò che siamo perché lo siamo, ma siamo ciò che siamo perché, nella varie condizioni della vita, abbiamo fatto quelle e solo quelle scelte che ci hanno costruito ciò che ora siamo.
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Claudio Simeoni
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