L'Universo in cui viviamo è Caos
Nessuno mette ordine in Caos: ogni soggetto si adatta e abita Caos con la propria volontà.
Agosto 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

14 agosto 2025 cronache della religione pagana
La contemplazione come oggetto-soggetto in sé
L'uso dei sensi nella tecnica della Contemplazione.
Tredicesima parte

Claudio Simeoni

Cronache mese di agosto 2025

14 agosto 2025

La contemplazione come oggetto-soggetto in sé
L'uso dei sensi nella tecnica della Contemplazione.
Tredicesima parte

La tecnica della Contemplazione inizia con un atto di volontà dell'individuo nei confronti della propria ragione com'è divenuta nel momento in cui percepisce la necessità di veicolare le proprie emozioni nelle relazioni con i soggetti che costituiscono il mondo in cui vive.

Ho descritto la tecnica della Contemplazione.

Si seleziona un senso con cui si desidera contemplare. Ci si siede comodi in una poltrona o in una sdraio. Si blocca il dialogo interno fermando il flusso delle parole. Si concentra la propria attenzione sul senso che si intende usare (spesso gli occhi o le orecche). Si gioca col senso storpiandone la percezione sensoria e mettendo le proprie emozioni sulle sensazioni senza descrivere le sensazioni e senza giudicare o spiegare le sensazioni.

Il lavoro di concentrazione della propria attenzione sul senso, il blocco del dialogo interno per fermare il giudizio (Sospensione del giudizio) sulla percezione sensoria (stimoli), la messa a fuoco mediante l'attenzione su sensazioni inusuali, è tanto più efficace quanto maggiore è il riflesso o lo stupore che dalle nostre emozioni giungono dalle sensazioni.

Normalmente la contemplazione si fa con la vista. Ma si può fare sia con l'olfatto che con l'udito. Tutti e tre questi sensi comprendono oggetti che mettiamo in rilievo attraverso la nostra attenzione, sia da un immenso numero di oggetti che abitano un "rumore di fondo" di ogni singolo senso. Oltre a questi, esistono altri fenomeni al di là del rumore di fondo dei tre sensi che siamo talmente abituati a scartare da non prendere mai in considerazione.

I tre sensi percepiscono i fenomeni del mondo sia nella loro forma (la vista, le immagini che identifica; il suono, i rumori che identifica; l'olfatto, gli odori che identifica) che nei contenuti emotivi di ogni fenomeno.

Per brevità, considero la contemplazione mediante la vista.

Il gioco della Contemplazione va fatto con gli occhi sfuocando l'immagine, mettendo a fuoco un punto intermedio fra l'oggetto da contemplare e la posizione del contemplatore. Sdoppiando l'immagine e fissando l'attenzione nel mezzo delle immagini sdoppiate si costringe la ragione ad accettare la percezione di qualche cosa di inusuale.

In un secondo tempo si sposta l'attenzione "dentro agli occhi" stimolando il centro della fronte.

Il gioco della Contemplazione va fatto anche con i suoni. In questo caso si pone l'attenzione sui suoni, sui piccoli rumori che di solito ignoriamo, sempre fermando il dialogo interno, sospendendo il giudizio e fagocitando le sensazioni prodotte nella struttura emotiva.

Normalmente noi ascoltiamo i suoni, ma la nostra ragione seleziona i suoni che lei ritiene importanti dai suoni che ritiene irrilevanti. Costringere la ragione a ritenere rilevante il suono, che normalmente vuole ignorare, modifica la quantità e a qualità di informazioni che giungono.

Sia che noi siamo in una città più o meno rumorosa, o in un bosco, infiniti messaggi sonori, giungono alla nostra coscienza e, spesso, messaggi sonori che le nostre orecchie non riescono a sentire, possiamo percepirli col corpo per le emozioni di trasmettono.

Il gioco dell'attenzione, nella contemplazione mediante le orecchie, consiste, fra l'altro nell'isolare i singoli rumori da quello che è il "rumore di fondo" della vita.

Noi tendiamo a cancellare i fenomeni che percepiamo con i sensi relegandoli in una sorta di "rumore di fondo". Ci sono immagini che non cogliamo con gli occhi perché vengono considerare ovvie e banali e queste immagini vengono relegate nel "rumore di fondo della vista"; ci sono rumori che ignoriamo e che releghiamo nel "rumore di fondo" del nostro ascoltare il mondo; ci sono odori che ignoriamo e che releghiamo nel "rumore di fondo dell'olfatto"; così per il gusto e il tatto.

Ciò che noi tendiamo ad ignorare è sempre portatore di emozioni e quando ignoriamo il fenomeno, lo facciamo solo con la ragione perché il nostro corpo percepisce le emozioni provenienti dai fenomeni scartati, con esse interagisce e trasmette alla nostra coscienza quelle relazioni sotto forma di sensazioni

Il gioco dell'attenzione nella contemplazione per i diversi rumori di fondo è più importante farlo con l'udito, il gusto e l'odorato che non con la vista.

La stessa contemplazione, con le dovute variabili può essere praticata con il gusto, il tatto e l'odorato.

Col tatto: palpare ed emozionarsi.

Col gusto: percepire le diverse sostanze.

Con l'odorato: giocare sugli odori e le sensazioni che gli odori provocano sempre fermando il dialogo interno, sospendendo il giudizio e concentrando l'attenzione sul singolo odore selezionato dall'insieme che percepiamo.

La Contemplazione è tanto più efficace quanto maggiormente coinvolgiamo le nostre emozioni nell'attività di contemplazione. Sia in ciò che percepiamo, si in ciò che proiettiamo soggettivamente durante la contemplazione.

La Contemplazione modifica la struttura emotiva dell'individuo e apre la percezione profonda non solo alla percezione emotiva degli oggetti-soggetti nel mondo (cosa che le persone sensibili già fanno), ma soprattutto all'elaborazione dell'aspetto emotivo dei fenomeni permettendo loro di accedere alla nostra coscienza.

In questa prima fase della pratica della Contemplazione, la battaglia è fra noi.

Fra la nostra ragione che si è fissata nel corso della crescita e la nostra necessità di spostare il ruolo della ragione dentro noi stessi: la costringiamo a smettere il ruolo di padrona per diventare uno strumento al nostro servizio.

Nel far questo costruiamo dei canali attraverso cui la nostra struttura di elaborazione dell'aspetto emotivo dei fenomeni, che avviene con la parte più antica del cervello e con tutto il corpo, possa far arrivare i segnali dell'interpretazione del mondo alla nostra coscienza. In questo modo noi possiamo agire nel mondo anche partendo da quelle informazioni.

Inizialmente, bloccare il dialogo interno ed analizzare i fenomeni esterni sospendendo il giudizio mentre si cercano aspetti inusuali o non normalmente considerati di quei fenomeni, comporta una certa difficoltà.

Alimenta un'apprensione soggettiva e una sorta di attesa come se dalla nuova attività dovessero presentarsi scoperte sensazionali.

Il tempo impiegato per giocare con i sensi e l'impegno psicologico ed emotivo che il soggetto ha investito nel farlo. predispone la coscienza ad aprirsi all'arrivo di soluzioni a relazioni fenomenologiche ottenute mediante l'elaborazione del contenuto emotivo dei fenomeni stessi. Non si tratta spesso di "capire che cosa succede", ma di predisporre il corpo per affrontare ciò che sta per succedere e che la ragione, per le sue peculiarità, ignora.

La ragione è sempre fissata in un presente che vuole immobile; le sensazioni che arrivano attivano la sensazione di un futuro possibile. Questo al di là che l'individuo, mediante la sua disciplina, riesca a fissare quelle sensazioni in condizioni di realtà o le proietti in un fantastico immaginato.

Si sono trascorse ore su quello sdraio o su quella poltrona per concentrare l'attenzione su aspetti inusuali percepiti mediante i sensi, sospendendo il dialogo interno e il giudizio.

Ci si è seduti su quella poltrona giorno dopo giorno e mese dopo mese. Ma noi, su quella poltrona, ci andavamo per fermare il dialogo interno e manipolare la nostra attenzione su un oggetto scelto (per quanto riguarda la vista) o l'ascolto di segnali dei sensi che normalmente la ragione confinava nel rumore di fondo dell'umana esistenza.

Noi, con la Contemplazione, facevamo uscire il suono considerato dal rumore di fondo per metterlo al centro della nostra attenzione e su tali effetti concentravamo la nostra attenzione. I piccoli suoni ignorati, come il camminare di un topo in un bosco o l'ignorato, lontano, stridere dei freni su un'autostrada, entravano nella nostra attenzione. Improvvisamente il mondo si riempiva di strane e nuove immagini, strani e nuovi suoni, incredibili nuovi odori. E tutti, improvvisamente, diventavano vivi, acquisivano un altro significato. Un giorno, come se sempre fosse stato, come se nulla fosse mai cambiato, ci si accorge di abitare quelle immagini, quei suoni, quelli odori. Percepire l'emozione dell'immagine, percepire l'emozione del suono, percepire l'emozione dell'odore. E poi, spariscono le immagini, i suoni, gli odori e rimangono le emozioni. Ma questo è un altro discorso.

E il resto della giornata? Quando scendiamo da quel divano, da quella poltrona?

Affrontavamo i problemi del lavoro, della famiglia o di quant'altro è necessario nella nostra attività.

Sulla poltrona con i nostri esercizi aprivamo i canali affinché l'analisi delle relazioni emotive potesse affluire alla coscienza; la nostra attività quotidiana dirigeva, attraverso i problemi che presentava, la direzione nella quale potevano manifestarsi gli effetti del nostro contemplare.

La Contemplazione è come la ragione: uno strumento che l'individuo usa per affrontare la propria quotidianità. Che serve avere degli strumenti per agire nel mondo, che la nostra specie ha forgiato in milioni e milioni di anni, se poi li lasciamo arrugginire perché ignorati e ci separiamo dal mondo?

Con la Contemplazione noi abbiamo un nuovo strumento attraverso il quale vivere il quotidiano. Giorno dopo giorno, seduti con una birra o quant'altro su quella comoda poltrona, giocando con gli occhi sull'oggetto che abbiamo imparato a contemplare con la vista; oppure l'oggetto che abbiamo imparato a contemplare col gusto o l'amata che contemplavamo sfiorando con le dita la pelle o i rumori che posti dalla ragione in uno sfondo del nostro vissuto, noi li pescavamo per porli alla nostra attenzione. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno....

La nostra ragione, messa da parte, un po' alla volta, cede il controllo della coscienza all'individuo. Un po' alla volta, quando poniamo l'attenzione su un fenomeno, su un aspetto, la nostra ragione non interviene più col dialogo interno affermando "Questo vuol dire che..." ma si ritira nel silenzio attendendo le sensazioni che dalla parte più profonda del nostro cervello tendono ad emergere.

La contemplazione, nel mito della Grecia, assumeva il nome di MUSE.

Le Muse, figlie di Zeus e Mnemosine, erano contemplazione finalizzata: alla musica, al canto, all'astronomia, alla poesia, alla lirica, ecc..

Preparandosi per quelle attività l'individuo sospendeva il dialogo interno, bloccava il giudizio, portava alla sua attenzione l'oggetto del suo intento e lo contemplava: per imparare a cantare, a suonare, a comporre poesia o lirica o a recitarla e cantarla.

Oggi, sotto il dominio cristiano, noi dobbiamo imparare a contemplare.

Questo perché la religione cristiana, imponendo la malattia mentale quale dipendenza psichica dall'idea della provvidenza del dio padrone, di fatto, costringe le emozioni umane a contemplare il suo dio padrone.

Costringe l'uomo a cercare il dio padrone negli oggetti del mondo che, anziché diventare soggetti intelligenti e attivi, ai suoi sensi diventano oggetti che manifestano il dio padrone stesso. La violenza del cristianesimo, che separa l'uomo dal mondo, per metterlo in ginocchio davanti al suo dio padrone.

Fine tredicesima parte... Continua... con "gli aspetti delle Tre Arti Magichein Stregoneria - Come funziona fisiologicamente e i limiti ed effetti della Contemplazione nell'attività quotidiana

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

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Tel. 3277862784

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