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Agosto 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

31 agosto 2025 cronache della religione pagana
Agostino d'Ippona e il suo genocidio nel mondo Pagano

Claudio Simeoni

Cronache mese di agosto 2025

31 agosto 2025

Agostino d'Ippona e il suo genocidio nel mondo Pagano

Perché è necessario affrontare il pensiero di Agostino d'Ippona per dimostrare che la Religione Pagana è maggiormente utile agli uomini che quella sconcezza quel è il cristianesimo?

E' necessario ricordare che Agostino d'Ippona fece una guerra contro i Pagani e, per farlo ha usato Platone, Stoici e neoplatonici. Se non si dimostra lo squallore ideologico di queste dottrine, non si può parlare di Paganesimo.

Scrive Karlheinz Deschner in "Storia criminale del cristianesimo":

E' facile intuire come, accanto a quella degli “eretici”, Agostino si adoperò anche per la repressione dei pagani. E questo nonostante la sua formazione fosse a tal punto debitrice nei riguardi della filosofia pagana, in particolare del neoplatonismo di Plotino, che egli stesso non esitava ad affermare che ciò che si definiva religione cristiana, esisteva nella sostanza già nel mondo antico, anzi sin dall’inizio del genere umano. “Dopo l’incarnazione di Cristo, la vera religione, che era esistita da sempre, prese a essere chiamata cristiana”. E aggiungeva: “Se i filosofi antichi vivessero ai nostri giorni, apportando qualche modifica alla loro dottrina, potrebbero essere definiti cristiani”. Di fatto erano talmente irrilevanti le differenze tra il cristianesimo e il neoplatonismo, sulla cui scia si muoveva Agostino, che, all’inizio del V secolo, il vescovo Sinesio di Cirene, condannò tutti i dogmi contrari alla dottrina neoplatonica.

Karlheinz Deschner in "Storia criminale del cristianesimo" vol. 1, Ariele Editore, 2000, pag. 430

Se non si affrontano le distorsioni ideologiche introdotte nella filosofia da Platone ed usate da Agostino d'Ippona per stuprare i pagani in nome del suo Dio assassino, è come se lasciassimo impunito uno dei maggiori assassini macellai dell'umanità.

La modificazione della concezione della struttura sociale introdotta da Agostino d'Ippona nella sua guerra contro ogni autorità che cerca di introdurre aperture sociali per rendere meno penosa la sottomissione delle persone, è quanto di più atroce abbia assistito la storia dell'umanità

Io non faccio il tifo per i nemici di Agostino all'interno del mondo cristiano, come Pelagio o Giuliano, perché erano tutti adoratori del Macellaio di Sodoma e Gomorra al di là di come interpretavano il suo diritto di macellare gli uomini.

C'era un mondo, politeista, dinamico, democratico con cui le società interpretava il mondo divino dove gli Dèi non erano i padroni degli uomini, ma partecipavano a "funzioni divine" che costituivano il mondo abitato dagli uomini e dagli Esseri della Natura.

In nome del diritto di trasformare gli uomini in schiavi, Agostino d'Ippona, aggredisce, diffama e fa macellare gli uomini in nome e per conto del suo Dio. Gli uomini devono diventare schiavi della sua morale. La morale di Agostino d'Ippona che si eleva al ruolo di Dio, di Dio padrone, in diritto di macellare gli uomini che manifestano sentimenti religiosi che lui non approva.

Con Agostino d'Ippona l'odio dei cristiani contro la vita si fa sostanza. I poveri sono poveri perché Dio ha decretato che siano poveri e in quanto tali devono rimanere poveri e amare i ricchi perché Dio ha decretato che loro devono essere ricchi.

Agostino d'Ippona rielabora il concetto di predestinazione divina introdotto da Paolo di Tarso che fa della schiavitù degli uomini manifestazione della volontà del suo Dio padrone.

Scrive Karlheinz Deschner

Con inaudita tenacia il vescovo di Ippona condusse la sua battaglia contro 1’“orrore degli idoli”, contro “i culti empi”, contro la “gentaglia pagana”, gli “impuri”, gli “spinti ripugnanti”, “tutti irrimediabilmente malvagi”: “allontanali, disprezzali”. Agostino dileggiava Giove il “seduttore” e le sue “detestabili imprese”. Condannava la “lascivia di Venere , il culto della Grande Madre, “un atto disgustoso, criminale, infamante”, e la Grande Madre stessa, definita un mostro” che, “con la schiera dei suoi giovani amanti a pagamento, contamina la terra e offende il cielo”. Per non dire di Saturno che addirittura supera la Grande Madre, “con la sua sfacciata crudeltà”. Peraltro Agostino - come faranno, in seguito, anche Tommaso d’Aquino o papa Pio II - difendeva la prostituzione, come strumento per evitare che “l’impeto delle passioni mandasse tutto in rovina”: la solita doppia morale cattolica! (Non di rado papi, come per esempio Sisto IV [1471-1484], promotore della festa dell’immacolata Concezione, nonché vescovi, abati, badesse di rinomati monasteri, mantenevano bordelli molto redditizi!) Agostino riproponeva contro il politeismo le solite viete argomentazioni, dalla materia inerte e dunque dall’insensibilità che caratterizzava gli idoli, alla loro incapacità di soccorrere l’uomo, fino all’identificazione degli idoli con i demoni.

In che modo il santo intendesse condurre il suo attacco al paganesimo, lo illustra in forma estremamente dettagliata la sua grande opera in 22 libri, espressamente diretta contro i pagani, dal titolo De civitate Dei (413-426), in seguito, una delle letture preferite di Carlo Magno. In essa Agostino, come sostiene van der Meer, “giudicava dall’alto la falsa cultura del mondo antico”, a favore - si sarebbe tentati di aggiungere - di una nuova cultura di gran lunga peggiore! e lo fa ricorrendo, ancora una volta, allo strumento delle falsificazioni. Nel De civitate Dei, l’idolatria veniva presentata come vizio capitale del mondo romano, quando in realtà il suo vizio, come del resto anche quello cristiano, era la brama di potere che spingeva a passare sopra i cadaveri; il politeismo si configurava come la causa principale della decadenza morale e del sacco di Roma del 410; il politeismo era la fonte di tutti i mali, le guerre, le discordie di cui risultava costellata la storia di Roma. In questa che è universalmente considerata la più grande opera di Agostino, il santo non si fece alcuno scrupolo di “screditare, attraverso consapevoli deformazioni”, il mondo degli idoli. Contro i pagani si servì di “tutti i mezzi”, compresa la “falsificazione delle citazioni”. “Menzogna e vergogna sono le due grandezze cui nell’ambito dell’idolatria, tutto è riconducibile” (Schultze).

Karlheinz Deschner in "Storia criminale del cristianesimo" vol. 1, Ariele Editore, 2000,p. 430/431

Il macello dei cristiani non è solo il macello delle persone fisiche, ma è soprattutto il macello della speranza esistenziale che la possibilità di un mondo di pensieri diversi permette di costruire.

I cristiani annientano il diritto di pensare, il diritto di percepire, il diritto di emozionarsi.

Per i cristiani gli uomini devono essere ricondotti alla "becera materia", schiavi obbedienti dei loro padroni come schiavi obbedienti alla volontà del Dio in cui Agostino d'Ippona si identifica.

L'aggressione fatta da Agostino d'Ippona ai Pagani equivale all'aggressione fatta da Hitler alla Polonia; i massacri incitati da Agostino contro eretici e Pagani, equivalgono ai campi di sterminio della Germania nazista.

La questione centrale non consiste nel fatto che Agostino d'Ippona abbia aggredito i pagani e incitato a macellarli, la questione centrale è che le condizioni, provocate dai macelli incitati da Agostino d'Ippona, impedivano ogni dibattito e ogni affermazione contraria alle farneticazioni deliranti di Agostino d'Ippona. Anche quando le affermazioni deliranti erano contestate anche da altri cristiani come Pelagio e Nastorio.

Genocidio, è la parola con la quale si può definire l'ideologia cristiana e l'ideologia cristiana di Agostino d'Ippona in particolare.

 

31 agosto 2025

Teoria della Filosofia aperta, volume VIII

Con l'uso ideologico e sociale della morte in Agostino d'Ippona, che è l'uso della morte che ne ha fatto e ne fa il cristianesimo come strumento di controllo degli uomini, concluderò la stesura dell'VIII volume della Teoria della Filosofia Aperta.

Si tratta di un viaggio nella filosofia metafisica iniziato, se non erro, nel 1995/1996 a Castelfranco Veneto, e ripreso nell'attuale sentiero il 25 aprile 2012. un lungo cammino di svelamento fra preconcetti soggettivi ed oggettivi in cui la realtà ideologico-religiosa della Religione Pagana veniva svelandosi giorno dopo giorno, post dopo post.

 

31 agosto 2025

Gli elementi, gli Dèi e la contraddizione in Empedocle

Varrebbe la pena di riflettere su questo frammento di Empedocle (Akragas [Agrigento], tra il 484 e il 481 a.c – tra il 424 e il 421 a.c.).

17. Aezio, I 3, 20 [Pseudo-Plutarco, 878A] (DK 31 B 6)

Empedocle di Agrigento, figlio di Metone, dice che gli elementi sono quattro: fuoco, aria, acqua e terra, e due le forze dominanti, Philia (Amicizia) e Neikos (Contesa), di cui l'una unifica, l'altra, invece, separa. E si esprime così: infatti, ascolta dapprima le quattro radici di tutte le cose: Zeus splendente, Era portatrice di vita/nutrimento e Aidoneo [Ade] e Nestis [Persefone] che con le sue lacrime bagna la fonte mortale.

--fine frammento---Da: Laura Gemelli Marciano Vol. II, pag. 199

Sembra quasi un inizio della transizione delle idee dagli Dèi di Esiodo ed Omero agli elementi che sono Dèi in sé.

Il frammento ci fa intravvedere come i concetti religiosi erano molto più complessi di quanto il cristianesimo ha fatto intendere, ma soprattutto, con la presenza dei due elementi, citati nel frammento di Philia e Neikos, ci dimostra come il concetto religioso fosse centrato sulla trasformazione degli elementi. La contraddizione era alla base dell'esistenza e il conflitto, che risolve gli elementi in contrapposizione, era concepito come una continua modificazione del presente con il venir in essere di realtà modificate da realtà che l'hanno preceduta.

 

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Claudio Simeoni

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