Quando si postano immagini, come quelle del genocidio di Gaza, ci sono persone solidali con i macellati e persone che si compiacciono del macellare le persone più deboli.
Identificarsi con i criminali Istituzionali è identificarsi con l'onnipotenza di Dio nella speranza di poter commettere quei crimini e di rimanere impuniti.
Settembre 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

01 settembre 2025 cronache della religione pagana
Come il Nord Africa divenne islamico grazie ad Agostino d'Ippona

Claudio Simeoni

Cronache mese di settembre 2025

01 settembre 2025

Come il Nord Africa divenne islamico grazie ad Agostino d'Ippona

I donatisti era un gruppo di cristiani che in contrasto con la chiesa cattolica costruì una propria interpretazione di bibbia e vangeli. Non erano molto diversi dai cattolici, ma mentre i cattolici appoggiavano i grandi proprietari terrieri, i Donatisti appoggiavano le rivendicazioni dei mezzadri, dei braccianti, dei servi e degli schiavi per migliori condizioni di vita.

Questo gruppo di cristiani fu ferocemente aggredito dal sanguinario Agostino d'Ippona che nella loro scissione vedeva il fallimento della chiesa cattolica. Le polemiche di Agostino d'Ippona contro i donatisti furono particolarmente feroci, infarcite di falsità e di menzogne.

La libertà di culto venne garantita ai donatisti nel periodo in cui Alarico, ingannato dalla chiesa cattolica, stava mettendo a ferro e fuoco l'Italia.

I vescovi cattolici, terrorizzati e impotenti davanti alle argomentazioni dei donatisti, si precipitarono alla corte imperiale di Ravenna per chiedere la messa al bando e la persecuzione dei donatisti.

Scrive Karlheinz Deschner in "Storia criminale del cristianesimo":

Nell'estate del 411, presso le terme di Gargilio a Cartagine, per ordine dell'autorità imperiale, ebbe luogo una "Collatio", una disputa pubblica, in tre sedute stenografate, cui presero parie 286 vescovi cattolici e 284 vescovi donatisti. Come era facile immaginare, il commissario imperiale, Flavio Marcellino, amico di Agostino e fervente cattolico, che Onorio due anni dopo, il 13 settembre del 413, festa di s. Cipriano, fece decapitare, dichiarò, "omnium documentorum manifestatione", i donatisti perdenti. I cattolici erano così certi della loro vittoria che, prima che la disputa avesse inizio, avevano stabilito che, in caso di disfatta dei donatisti, i vescovi intervenuti sarebbero stati privati delle loro sedi episcopali!

L'appello rivolto dagli sconfitti all'imperatore cadde nel vuoto, anche grazie alla corruzione di Marcellino. Questi, peraltro, aveva disposto lo scioglimento delle bande di circoncellioni, e vietato tutte le riunioni di donatisti, citati in giudizio in modo del tutto arbitrario. A causa delle dure vessazioni subite, si moltiplicarono i suicidi, soprattutto tra i circoncellioni. La massa dei coloni e degli schiavi, la cui unica ricchezza era la propria forza-lavoro, per garantire il mantenimento della "pace cattolica", una volta fatto ritorno nel grembo dell'unica vera Chiesa, vennero condannati ai lavori forzati e a subire la frusta dei padroni. "Executores" imperiali furono appositamente incaricati di vegliare su tutto questo. I ricchi che avevano aderito al movimento donatista dovettero pagare ingenti multe, fino a 50 libbre d'oro (per gli illustres), ma in alcuni casi si arrivò anche alla confisca integrale del patrimonio. Gli scismatici furono espropriati, diseredati e al clero donatista ostile alla riunificazione fu minacciato l'esilio dal suolo africano. Agostino, che pure proclamava "non tutto a tutti è dovuto, ma si deve a tutti l'amore e a nessuno il male", cacciò personalmente il vescovo rivale da Ippona, dove questi, tuttavia, nel 409, dopo quattro anni di esilio, fece ritorno. Il santo, allora, facendo appello alla "caritas Christiana", adottò misure persecutorie ancora più rigorose; ma di questi eventi parlò solo incidentalmente nelle sue opere, in quanto in quel momento, aveva ingaggiato una lotta ancora più dura, quella contro il pelagianesimo. Nel 414, i donatisti furono privati dei diritti civili, e fu comminata loro la pena di morte in caso di esercizio del culto divino. "Dove c'è l'amore, c'è la pace", proclamava Agostino, o, come dirà successivamente il vescovo Quodvultdeus di Cartagine: "Il serpente è stato schiacciato, o meglio divorato". Il comes Africae Eracliano, sfruttando il rancore dei donatisti, riuscì a farsi acclamare imperatore. L'estate del 413, con una grande flotta proveniente dall'Africa, sbarcò alla foce del Tevere e marciò alla volta di Ravenna. Ma fu pesantemente sconfitto e, per ordine imperiale, venne decapitato, poco dopo, a Cartagine.

Dopo il 418, il donatismo scomparve tra gli argomenti all'ordine del giorno nei sinodi nordafricani. Nel 420, vide la luce l'ultimo scritto antidonatista di Agostino Contro Gaudentium. Nel 429, in coincidenza con l'invasione dei Vandali, cessò anche l'emanazione di editti imperiali che esortavano alla soppressione dei donatisti. Tuttavia fino al VI secolo, lo scisma proseguì, anche se con intensità minore rispetto al passato. Quello che era sopravvissuto della Chiesa donatista alla lunga persecuzione sarebbe stato travolto, un secolo dopo, dall'avanzata dell'Islam. Il Cristianesimo africano fu definitivamente annientato, e il Nordafrica, separato dal punto di vista religioso dall'Europa, sfuggì sempre più al suo influsso per finire nel raggio d'azione del vicino Oriente. Perse la sua unicità, scomparendo in tal modo senza lasciare traccia, quella che era stata un tempo la più importante Chiesa cristiana del bacino del Mediterraneo.

Nulla di essa sopravvisse. "Ma la causa di ciò non fu l'Islam, quanto piuttosto le persecuzioni bandite dalla Chiesa cattolica nel Nordafrica. Si trattò di persecuzioni talmente violente che i donatisti finirono per salutare l'esercito islamico come un liberatore e per convertirsi di buon grado alla religione predicata da Maometto".

NOTA: i circoncellioni erano contadini, braccianti e servi che cercavano la giustizia sociale e che, in questo, affiancavano i donatisti contro i cattolici schierati con i grandi proprietari terrieri.

Tratto da: Karlheinz Deschner, "Storia criminale del cristianesimo", vol. 1, Ariele Editore, 2000, pag. 420-421

Obbedendo alla bibbia i cristiani macellano ogni dissidente; aggrediscono, diffamano. Pensano che aggredire, stuprare, diffamare, violentare sia un lodo diritto legittimato da Dio. Un Dio assassino che si circonda di una massa di assassini.

Torture, furti, omicidi, rapine e stupri furono le azioni dei cristiani in Africa per affermare il loro dominio su ogni dissenso.

In questo modo, all'arrivo dell'Islam che mise fine a torture e massacri dei cristiani nel nord Africa, i cittadini preferirono farsi musulmani piuttosto che farsi torturare dalla chiesa cattolica.

Scelte come conseguenze.

La chiesa cattolica ha fatto santo Agostino d'Ippona che è riuscito ad incitare, portando strage e morte, la violenza contro persone pacifiche macellandole in nome dell'amore del suo Dio: il Macellaio di Sodoma e Gomorra la cui azione prosegue "ab eternum" per opera dei cristiani.

A tutt'oggi i cattolici sono terrorizzati dalla religione islamica in quanto questa è concorrente diretta sia dei cattolici che degli ortodossi. Mentre la religione islamica contrasta i cristiana in base ai principi religiosi e alla loro interpretazione, ebrei e cristiani hanno sempre proceduto a macellare gli islamici, spesso mascherandolo col colonialismo nel XVIII secolo e con l'odio religioso nel XIX e nel XX secolo. L'ordine del Dio della bibbia di ammazzare tutti quelli che adorano forme divine diverse da lui, è sempre stato eseguito dai cristiani e tutt'ora il genocidio è il atto con l'odio espresso da personaggi come Georgia Meloni e Matteo Salvini.

Scrive Karlheinz Deschner in "Storia criminale del cristianesimo" sul modo di operare e di ragionare di Agostino d'Ippona:

Richiamandosi al Vecchio e al Nuovo testamento, Agostino chiese energicamente all'autorità statale misure coercitive contro tutti coloro che erano da "sanare" ("corrigendi atque sanandi"). La violenza - insegnava ora Agostino - era in alcuni casi inevitabile; se i migliori potevano essere corretti attraverso l'amore, con la massa, purtroppo, erano indispensabili le maniere forti. La ferita inferta dall'amico era più accettabile, a suo giudizio, del bacio dato dal nemico. Meglio era amare nel rigore, che ingannare nella mitezza. Chi amava veramente puniva con maggiore severità! Anche i genitori costringono i figli alla disciplina e alla diligenza, proprio come fanno gli insegnanti con i discepoli. "Chi non usa il bastone, non ama suo figlio", dichiarava il vescovo di Ippona citando la Bibbia. "Un servo cattivo non verrà corretto con le parole". Come si era comportato Elia con i sacerdoti di Baal? Già in precedenza Agostino aveva giustificato le violenze narrate nell'Antico Testamento di fronte ai manichei che ritenevano questo testo opera del principe delle tenebre. Ma Agostino non mancò di attingere a piene mani anche dal Nuovo Testamento.

Tratto da: Karlheinz Deschner, "Storia criminale del cristianesimo", vol. 1, Ariele Editore, 2000, pag. 415-416

Terrore, terrore e morte.

Questo propugnava Agostino d'Ippona e gli agostiniani oggi come allora in nome del Macellaio di Sodoma e Gomorra e del pederasta in croce. Negli USA, su milioni di stupri di minori messi in atto dai cristiani, ne sono stati scoperti poche decine di migliaia, ma tutti gli altri stupri subiti dai bambini hanno costruito quella società di individui socialmente inadeguati che sono gli USA.

Dio è padrone e gli agostiniani sono i padroni delle persone che ne dispongono a piacimento.

Tutto questo ci porta a comprendere come il pensiero sociale e religioso di Agostino d'Ippona fosse un pensiero malato, offensivo, ingiurioso, criminale.

Sopraffare, violentare e costringere alla sottomissione in nome del proprio Dio, quel macellaio che si vanta di aver macellato tutta l'umanità col diluvio universale e che i cristiani, anziché condannarlo per genocidio, preferiscono identificarsi e perpetuare a loro volta l'attività di genocidio.

La filosofia di Agostino d'Ippona è una filosofia volta a giustificare il crimine per il crimine contro l'umanità e la sua espressione non ha posto nella società degli uomini quando questi sono cittadini che agiscono per costruire il loro futuro sociale.

Scrive Karlheinz Deschner in "Storia criminale del cristianesimo" sulle idee sociali di Agostino d'Ippona:

Il fatto che i cattolici potessero torturare a loro piacimento, aveva, dunque, poca importanza nel momento in cui si pensava all'inferno e a quei tormenti che il Dio dell'amore infliggeva ai peccatori per l'eternità. Al loro confronto i supplizi terreni erano "lievi", "passeggeri", una sorta di assaggio, una "terapia salutare"! Il teologo [Agostino d'Ippona] non conosce l'imbarazzo! Né tanto meno la vergogna.

Tratto da: Karlheinz Deschner, "Storia criminale del cristianesimo", vol. 1, Ariele Editore, 2000, pag. 417

Il diritto alla tortura voluto dai cristiani, dai cattolici, continuò ad esistere per migliaia di anni fino alla realizzazione dei forni crematori, voluti da Gesù per bruciare gli uomini che considerava zizzania, e le torture dei cristiani con i genocidi che misero in atto sotto la bandiera nazista.

In Italia, contro il volere dei cattolici, la tortura fu considerata un delitto fin dal 1948, dalla Costituzione della Repubblica, ma per l'opposizione dei cattolici, la tortura divenne un delitto solo 60 anni dopo la Costituzione: per i cristiani Dio e chi si fa Dio ha il diritto di torturare le persone.

Per la ferocia di Agostino d'Ippona, i nord Africani, appena poterono, diventarono tutti islamici come unica forma di sopravvivenza all'odio cristiano contro la vita.

 

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