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Novembre 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

21 novembre 2025 cronache della religione pagana
Il satanismo della chiesa cattolica nel 1997:
Carducci il satanista

Claudio Simeoni

Cronache mese di ottobre 2025

21 novembre 2025

Il satanismo della chiesa cattolica nel 1997: Carducci il satanista

Trasformare un archivio cartaceo in un archivio digitale, è un'impresa non indifferente se si considera che ho cessato di farlo in cartaceo, lavorando solo sul digitale, nel 2011 circa.

Oggi ho sistemato il 1996 e parte del 1997. Quella che vi posto è una curiosità che, nel gennaio del 1997, era un vero e proprio atto di guerra della chiesa cattolica contro la società civile.

Atti di guerra, anche peggiori, ne ho a decine, in quegli anni terribili, ma vorrei portare la vostra attenzione su quanto malvagio era Carducci che "mangiava di grasso il venerdì santo". E dopo averlo detto, la chiesa cattolica nemmeno si vergogna.

Scrive l'articolo che riporta le affermazioni della chiesa cattolica:

"L'anticlericalismo di Giosuè Carducci era il frutto di un satanismo convinto, che niente aveva a che fare con la provocazione o la goliardia. E' quanto sostiene "Studi Cattolici" in un breve saggio dedicato alla revisione della figura del grande poeta Premio Nobel nel 1906. Secondo la rivista diretta da Cesare Cavalieri, non è in discussione la grandezza del letterato, ma le sue idee filosofiche, considerate pericolose perché influenzate dalla gnosi e dalla massoneria. E proprio questo "odore di zolfo" che promana dalle pagine carducciane sarebbe passato sotto silenzio da parte della critica cattolica. La rivista invita perciò a rileggere il celebre e discusso "Inno a Satana" (composto nel 1863) non come un episodio nella vita del poeta ma come "esemplare espressione della gnosi massonica del suo autore". Da qui, l'invito a non considerare le posizioni anticlericali del poeta dettate solo dal suo atteggiamento di ostilità al potere temporale dei papi, ma anche da un acceso convincimento satanico. Non si può dimenticare che Carducci dimostrava tutto il suo sprezzo per la fede cattolica proprio nei momenti solenni della vita della Chiesa: "mangiava di grasso il Venerdì Santo".

 

21 novembre 2025

Lo smarrimento degli intellettuali

Un individuo può farsi delle domande, ma non può ricevere delle risposte se non ha vissuto nella società e si è, al contrario, seduto ad osservare i miserabili che cercavano delle risposte per capire le condizioni nella quali vivevano.

Il discorso di Alberoni, notate la qualità ideologica egli intellettuali che cita, presenta tutti personaggi ambigui. Un conto è esporre ambiguità in un mondo in fermento, sfruttare quel fermento per trarre un successo personale, e un altro conto è fornire idee ed elementi alle persone con i quali affrontare la propria vita e risolvere i propri problemi.

La risposta da dare ad Alberoni sarebbe stata molto semplice: non sono mai esistiti intellettuali che coinvolgessero le persone; sono esistiti movimenti di persone sfruttati da alcuni individui per affermare idee in un momento contingente consapevoli che le tensioni che ispiravano i movimenti di quelle persone non sarebbero mai riusciti a comprendere lo stridere fra i bisogni, che le persone manifestavano, e la drammaticità di "idee" contingenti che venivano espresse come delle verità assolute.

Negli anni '60 e '70 del secolo scorso, c'erano movimenti sociali che esprimevano i bisogni delle persone e guardavano al futuro. Quell'insieme fu distrutto da intellettuali nazisti, liberali e cristiani che volevano sottomettere gli uomini a Dio e alla loro visione assolutista.

Oggi, che le persone hanno compreso di essere importanti tanto da non voler mettere nessuno sugli altari, gli intellettuali si sentono smarriti. Non sanno riempire le loro idee con le loro emozioni. Vorrebbero salire su un palcoscenico, una tribuna, ed essere applauditi da masse di uomini osannanti. Quel tempo è finito. I greggi si sono sciolti è i pastori vagano smarriti in un mondo che non comprendono.

Scriveva Alberoni sul Corriere della Sera del 18 agosto 2003:

Se confrontate il panorama della cultura europea di oggi con quello degli anni Sessanta-Settanta, trovate uno spettacolo desolante.
Sono scomparsi i filosofi, i pensatori, coloro che scavano nelle profondità dell'essere umano, della società per rivelarci chi siamo e immaginare altri mondi possibili. La mente mi si riempie di nomi; dico i primi che capita: Sartre, Camus, Foucault, oppure Fromm, Heidegger, in Italia Pomari, in America Marcuse, Brown, Rawls.
E lo stesso con i grandi scrittori, i grandi registi. Certo anche oggi ci sono studiosi, artisti di valore, ma nessuno ha il peso, il ruolo, l'importanza dei maestri del recente passato. I loro libri non sono attesi con ansia, le loro tesi non sono discusse in modo appassionato. I giornali sono pieni solo di politica quotidiana. La gente parla di salute e di cibo. Non legge più saggi che pongono problemi, che costringono a pensare. In Europa, per secoli, ci siamo sempre domandati il perché delle cose, abbiamo sempre voluto capire i meccanismi che stanno dietro i nostri comportamenti. Pensiamo alla psicoanalisi. La psicoanalisi non dà ricette, è un metodo per capire te stesso, affrontare i tuoi dubbi, risolverli.
Come non davano ricette gli autori che abbiamo nominato più sopra. Ti aiutavano a capire, ti insegnavano a pensare, infatti erano chiamati maitre à penser.
Oggi non si cercano più dei maestri del pensiero. Non si vuol più capire il processo che produce il nostro comportamento individuale o sociale, si vogliono delle ricette. Come negli Stati Uniti.
Negli Stati Uniti, in cui vi sono stupende università, ma dove la cultura media è infinitamente inferiore a quella europea e domina una mentalità pragmatica, sono sempre usciti migliaia di libri di ricette per fare tutto, da come trovare l'anima gemella a come coltivare le orchidee, da come addestrare i pappagalli a come comportarsi con i suoceri. L'americano medio non perde tempo a filosofare, prende un manuale e lo applica.
L'anno dopo ne esce uno nuovo e applica quello. Ma oggi questi libri e questa mentalità si sono diffusi anche in Europa. Prima in Germania, poi da noi, in Spagna, persino in Francia. La società europea ha subito una mutazione profonda, si è americanizzata nel modo peggiore. Possiamo perciò domandarci: mancano gli autori, i pensatori o è cambiato il pubblico, è cambiata la mentalità? Venti, trent'anni fa c'erano meno laureati di oggi, meno università, meno corsi di laurea. Ma c'era, diffusa in tutte le classi sociali, una straordinaria curiosità intellettuale, una fame di sapere, fantasia e curiosità.
Ricordo in Brianza dei ragazzi dell'istituto tecnico che leggevano i poeti americani. Tantissimi si affollavano al Piccolo Teatro per guardare il Galileo di Brecht e discutevano per giorni. Le conferenze erano incandescenti, si conversava nei caffè con i libri in mano. Nelle università gli studenti sedevano attorno ai professori che portavano idee nuove e restavano a discutere fino a tarda notte.
Oggi studiano le poche pagine obbligatorie e, come esame, fanno un test. Non devono nemmeno parlare. E' quindi la gente che non ha più voglia di capire, di pensare, di porsi domande. I filosofi nascono per rispondere a domande. Se nessuno chiede, tacciono.

Corriere della sera, 18 agosto 2003

Oggi la situazione è ancora peggiore. Il covid ha spazzato le ultime illusioni rimaste, le economie stentano. Provano una sopravvivenza gestite da un'ideologia sovranista che continua la sua azione cannibalesca nei loro confronti.

Gli intellettuali sono scappati e, quando un intellettuale mi incontra, si sente offeso quando gli dico che il suo pensiero rientrava nell'ideologia nazista che vendeva a perone "di sinistra" smarrite. Non saper distinguere il nazional-socialismo, trasformato in populismo, dalle esigenze sociali delle democrazie, fu il grande torto di questi intellettuali, come Alberoni, che nemmeno il fallimento li ha portati a rivisitare la qualità del loro pensiero.

 

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Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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