Ha scritto Trump: "A causa dei programmi di test di altri paesi, ho dato istruzioni al Dipartimento della Guerra di avviare i test sulle nostre armi nucleari su base paritaria. Il processo avrà inizio immediatamente"
Auguri Europa!
Novembre 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.
26 novembre 2025

Anche i miliardari che si sentono "re" invecchiano e muoiono con tutto il loro odio
La guerra che nel 2007 la chiesa cattolica intraprese contro l'ipotesi delle unioni civili, le unioni di fatto, che avrebbero allontanato milioni di persone dal matrimonio religioso, fu un qualche cosa di vergognoso. Politici cattolici che si schierarono con il Dio di Ratzinger contro i cittadini Italiani.
Il problema che i giornalisti "laici" non colsero era che il provvedimento delle unioni di fatto toglieva alla chiesa cattolica la gestione degli omosessuali. Gli omosessuali erano il fulcro centrale della struttura ecclesiastica. Liberare le attività sessuali facendole emergere dalla clandestinità, in cui a chiesa cattolica le aveva confinate nel corso di 2000 anni, avrebbe tolto le motivazioni emotiva per le quali molti omosessuali si sarebbero fatti preti cattolici.
Il pericolo era vissuto da Ratzinger come un attacco alla sua capacità di controllo della chiesa cattolica.
Ogni volta che un paese si libera dal dolore imposto dal cristianesimo, la chiesa cattolica perde una parte di controllo sulle persone e diminuisce la sua capacità di attacco alle strutture Statali nazionali.
L'attacco della chiesa cattolica avviene sempre prima che i provvedimenti vengano approvati. Insulti ed ingiurie giungono agli Stati, e all'Italia in questo caso, nel momento stesso in cui si affaccia l'idea di una libertà sociale da coltivare.
L'odio di Ratzinger era feroce e vigliacco: come tutto l'odio che un re ha per i suoi sudditi.
I giornalisti di allora, siamo nel 2007, pensavano di combattere l'odio di Ratzinger con la ragione e l'ovvietà della situazione. Ma Ratzinger aveva fatto proprio il punto di vista del proprio Dio e chiamava le "armate sociali cristiane" a combattere una guerra santa contro la libertà dell'uomo.
Anziché fermare Ratzinger, censurando le sue affermazioni e i suoi obbiettivi, preferivano opporre considerazioni ragionevoli il cui effetto era quello di cedere potere sociale alla chiesa cattolica in cambio di "comprensione". I politici cattolici accorsero in difesa del loro elettorato che dipendeva dalle decisioni dei vertici della chiesa cattolica.
Vale la pena di leggersi questo articolo apparso sul quotidiano La Repubblica. Dimostra solo la complicità del quotidiano La Repubblica con la chiesa cattolica. Non censura come ingerenza criminale nello Stato Italiano da parte del Vaticano, ma chiede comprensione alla chiesa cattolica per il "peccato" che la legge, sulle coppie di fatto, avrebbe fatto. In fondo, dice, non sono i cattolici che vogliono questo, è solo la gerarchia che lo vuole. Ma nella chiesa cattolica, la gerarchia cattolica è Dio. E, dunque, a volere la lotta contro le coppie di fatto è Dio e i cattolici devono accorrere in difesa del potere di Dio che il provvedimento sulle coppie di fatto minaccia.
Da La Repubblica del 27 febbraio 2007
Se l'Italia è la trincea di Dio, allora ogni pressione, invadenza e ricatto della gerarchia ecclesiastica su Parlamento e governo diventano leciti. Se la famiglia rischia la rovina, allora è urgente negare il riconoscimento alle coppie di fatto. Se il rapporto naturale tra uomo e donna sta franando, allora è missione divina cancellare la pubblica accettazione del patto d'amore tra due partner gay. Bisogna andare alle radici culturali dell'atteggiamento di Benedetto XVI per capire la durezza dello scontro in atto, che ha per posta la laicità dello Stato. O, per essere più semplici, il diritto dei cittadini tutti di farsi democraticamente le leggi senza attendere il timbro di un'autorità confessionale. Perché la sfida culturale è questa: evitare di ripiombare nel XXI secolo in guerre di partiti religiosi, ognuno dei quali brandisce il nome di Dio per richieste "non negoziabili". Laddove la politica è negoziato, confronto, anche compromesso tra diverse visioni del mondo. Dice Ratzinger al clero romano che la "fede in Italia è minacciata". Parole pesanti. Chiunque viaggi per l'Italia, assistendo ad una vitalità religiosa- gioiosa, attivissima, che si esprime in mille rivoli nelle pieghe della società fatica a riconoscersi in questa profezia. E qualsiasi osservatore straniero, che guardi al cattolicesimo italiano florido di associazioni, movimenti, gruppi, giornali, televisioni, scuole, università, ospedali, centri caritativi, e con un'istituzione ecclesiastica ben sostenuta dal bilancio statale, sbarrerebbe gli occhi dinanzi all'irreale allarme per una Chiesa minacciata. Ma papa Ratzinger è ancora più pessimista. "Siamo di fronte ad una multiforme azione, tesa a scardinare le radici cristiane della civiltà occidentale", ha proclamato nel novembre scorso al congresso dei settimanali cattolici italiani. Sembra di risentire i "profeti di sventura" che Giovanni XXIII, aprendo il concilio Vaticano II, invitava sorridendo a lasciare da parte.
Corrisponde questo atteggiamento allo stato d'animo dei milioni di "cattolici quotidiani", che vanno a messa, si impegnano in parrocchia, pregano, riflettono su Dio e fa propria esistenza e comunque, con minore o maggiore pratica, si sentono parte della comunità dei cristiani? No. Va detto con assoluta franchezza. Quando da alti pulpiti si sente risuonare minacciosamente "Non possumus", andrebbe subito domandato: non possumus chi?
[...]
Perché una cosa è chiarissima: la vicenda delle unioni civili non è uno scontro tra cattolici e laici. Non è oggetto di una guerra tra fedi. Ciò che emerge è il gap tra la gerarchia ecclesiastica e la società italiana come è nella realtà. Per i cattolici quotidiani, e gli altri, le coppie di fatto non sono un astratta drago rovina-famiglie. Sono i nostri figli, i nostri amici, spesso noi stessi.
[...]
Si tratta dì un milione di uomini e donne, giovani e adulti, di cui i cattolici sono la grande maggioranza. Stupefacente è il tono en passant con cui il porporato dà per scontata una rivoluzione profonda avvenuta negli ultimi trent'anni. Arrivare a questa cifra significa che centinaia di migliaia di figli della Chiesa non considerano una puttana la ragazza che ha rapporti prematrimoniali, non considerano vergognosi concubini due partner che vivono assieme, non considerano peccato gli anticoncezionali, il divorzio, le interruzioni di gravidanza (esattamente come milioni di altri credenti sposati in chiesa o in municipio). In altre parole hanno impostato la propria vita secondo regole diametralmente opposte a quelle ossessivamente indicate per decenni dalla gerarchia ecclesiastica. E ciò nondimeno continuano il loro dialogo con Dio, vanno a messa, e spesso si impegnano in iniziative ecclesiali.
Il problema, allora, non è la Chiesa, la comunità dei fedeli. Il problema è di una gerarchia ecclesiastica incapace di guardare con umanità ai problemi di una società in trasformazione, in cui la "famiglia" è radicalmente diversa da quella di cinquantanni fa. Una gerarchia che pretende di rappresentare in politica i cittadini cattolici, che né esistenzialmente né politicamente hanno dato all'istituzione ecclesiastica un mandato del genere. Il paradosso, semmai, è che non tutti i vescovi condividono l'immagine di una società contemporanea "nemica" della Chiesa, mentre una serie di politici - per pura convenienza - scelgono la Cei invece dei cittadini. Forse è l'ora di rivalutare la libertà delle coscienze, nel Parlamento e fuori. In Europa democristiani e socialisti, liberali e conservatori hanno da tempo risolto civilmente questi problemi.
fine articolo di La Repubblica
E' con questo tipo di complicità, rivestito di buonsenso, che si è alimentato il potere della chiesa cattolica contro la Costituzione della Repubblica e i diritti dei cittadini.
Essere complici non significa solo parlare a favore. Si è complici quando il contrasto si basa su affermazioni parziali e aperte al dialogo nel momento stesso in cui l'aggressione criminale ha lo scopo di distruggere la vita dei cittadini.
Questo tipo di atteggiamento del giornale La Repubblica è l'atteggiamento con cui l'intera stampa Italiana si è resa responsabile di terrorismo negli ultimi 50 anni permettendo, se non spesso favorendo, la non applicazione del dettato costituzionale attraverso un'aggressione sistematica dei cittadini, dei loro bisogni e delle loro necessità.
Questi atteggiamenti hanno insanguinato l'Italia col terrorismo e ancor oggi alimentano la comprensione per quegli imprenditori che omettendo la sicurezza dei cittadini, li ammazzano sui posti di lavoro. Esattamente come, fino a pochi anni fa, alimentavano la "comprensione" per la violenza sui bambini negli asili.
26 novembre 2025

Il 23 novembre 2025 giunge la notizia dalla Corte Europea per i diritti dell'uomo che:
"Uno Stato membro ha l'obbligo di riconoscere un matrimonio tra due cittadini dell'Unione dello stesso sesso che è stato legalmente contratto in un altro Stato membro in cui hanno esercitato la loro libertà di circolazione e di soggiorno". Lo prevede una sentenza della Corte Ue arrivata sul caso di due cittadini polacchi, sposati in Germania, che hanno chiesto che il loro certificato di matrimonio fosse trascritto nel registro civile polacco affinché il matrimonio fosse riconosciuto in Polonia.
La sentenza vale anche per l'Italia e supera il terrorismo messo in atto da Ratzinger e dai politici cattolici che, per fare la volontà del loro Dio, hanno spanto odio nei confronti dei cittadini Italiani.
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
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