Xing Xin: il prigioniero
Formazione della conoscenza e distruzione
dell'uomo nella cella d'isolamento

Cercare i significati della Religione Pagana nell'arte

54esima biennale d'arte di Venezia

di Claudio Simeoni

54esima Biennale di Venezia: le pagine per ora sono indicizzate in modo generico.

 

"Il loto nasce dall'acqua fangosa quando non viene toccato"

E' la conclusione delle riflessioni di Xing Xin che guida la sua performance alla 54esima biennale d'arte di Venezia presso Palazzo Bembo in riva del Carbon 4793 a Rialto.

La sua performance, nella rappresentazione della Personal Structures curata da Karlyn De Jongh e da Sarah Gold, consiste nell'essere rinchiuso in una cella d'isolamento di una ipotetica prigione. Il prigioniero che attende nell'inedia un tempo che trascorre monotono ed uguale separato dalla vita civile e dall'economia che, al contrario, vive di convulsioni e di trasformazioni.

Sarei un bugiardo se dicessi che l'esibizione di Xing Xin non ha suscitato in me dei ricordi.

L'isolamento distrugge l'individuo, privandolo dei fenomeni che ne sollecitano le trasformazioni, oppure può, proprio attraverso la privazione dei fenomeni del mondo, fermare la sua elaborazione del mondo permettendo alle forze che ha accumulato dentro di sé di ristrutturare la sua struttura percettiva del mondo. Il processi di ristrutturazione della struttura percettiva dell'individuo avviene quando l'individuo è stato destrutturato nella sua struttura psico-fisica-emotiva mediante un'azione violenta e tutto il bagaglio di energia, che ha accumulato prima della destrutturazione, nell'isolamento che segue la destrutturazione, si dispiega in una condizione di riposo che è. nello stesso tempo. rabbia per non percepire i fenomeni del mondo come prima della destrutturazione (per non essere più nel mondo) e inattività coatta. L'inattività coatta attinge al bagaglio di tensioni accumulate nella sfida dell'esistenza fino al momento dell'evento violento destrutturante e su quelle tensioni, su quel bagaglio, avviene

la ricostruzione della struttura psico-fisica-emotiva dell'individuo.

L'isolamento forzato, in quel caso, assolve la funzione del sonno e del sogno in cui avviene la ristrutturazione psico-fisica-emotiva dell'individuo che si ricompone in una percezione del mondo che non è un ritorno allo stato precedente la destrutturazione, ma è in uno stadio in cui l'empatia prende il sopravvento sulla percezione razionale del mondo. L'individuo percepisce il mondo che lo circonda prima a livello empatico e poi, la ragione interviene per ricostruire la forma del mondo e le giustificazioni alla sua azione nel mondo. Mentre il sonno e il sogno elabora le tensioni vissute nella giornata, l'isolamento deve rielaborare l'intera struttura fisica dell'individuo per tutti gli anni che ha vissuto che l'evento violento ha destrutturato.

Nella condizione di isolamento la mente dell'individuo agisce come nel sonno e apre al sogno lucido diventando il campo d'addestramento del corpo luminoso germinato dentro all'individuo. Quando l'individuo ha accumulato le tensioni per far nascere il proprio corpo luminoso? Quando viveva nel mondo, nelle sfide della sua esistenza quotidiana. Le stesse che ora lo hanno infilato in una cella d'isolamento. La struttura che aveva costruito, crescendo, delimitata nelle condizioni sociali imposte, costringeva la sua percezione a descrivere un mondo fatto di forma. La percezione, la descrizione e la giustificazione continua dei fenomeni del mondo, lo costringeva a fissare la sua percezione del mondo nella forma, nella quantità, nel giudizio razionale. Poi interviene la destrutturazione della forma in cui è rinchiusa e delimitata la percezione dell'individuo.

Nel mio caso due giorni di pugni e di calci ad opera della Polizia di Stato di Venezia su mandato della Magistratura di Venezia. La destrutturazione della struttura psico-fisico-emotiva rompeva la forma che delimitava la percezione del mondo. Poi, venni tenuto nascosto per mesi mentre Pietro Calogero, Carlo Mastelloni, Michele Dalla Costa, Ugolini Rita, mi usavano diffamandomi e cercando di uccidermi consegnando illegalmente dei verbali a un carcerato che aveva ucciso tre persone. Mesi di isolamento hanno ricostruito la struttura psico-fisica-emotiva che, priva degli scudi di protezione forgiati crescendo, mi costringeva ad essere fragile e indifeso in un mondo che sapevo essere diverso e che leggevo con una percezione non più rinchiusa nella forma e nella quantità. Poi la mia ragione ricostruì scudi diversi con i quali proteggere la mia nuova percezione. Ma questa è un'altra storia.

Che ne è dell'individuo che non è vissuto accumulando tensioni sufficienti e viene rinchiuso in una cella d'isolamento?

Quell'individuo cortocircuita su sé stesso. Alimenta la sua separazione dal mondo. Alimenta le sue paure di essere nuovamente nel mondo. L'isolamento e l'inedia lo portano a vivere situazioni allucinatorie: solo nel sogno trova sollievo. Un sogno che soddisfa un desiderio angosciante.

Con Xing Xin noi assistiamo all'uomo isolato. Con la con-passione possiamo percepire il senso, ma penso che solo ricorrendo alle nostre esperienze si possa comprendere il senso di un'esibizione che indica al visitatore la separazione fra il suo mondo ed il mondo cui assiste dentro la cella. Il ricordo può risvegliare il senso psichico di una crepa sul muro, di un tavolaccio, della muffa che emerge dalle pietre. Senza il flusso emotivo che costringe l'individuo ad immedesimarsi nell'esibizione, non c'è dialogo né comunicazione.

Ognuno di noi è un frammento di sole
che si alimenta dalla furia luminosa della vita;
cresce nelle tenebre,
in una cella d'isolamento,
fatta di ragione e forma;
per poi tornare nel fuoco di una nuova
e diversa percezione dell'esistenza.

Separarci dal mondo significa, separarci dalla vita. Una vita che procede con soggetti che si trasformano per salti qualitativi. Salti qualitativi nella struttura psico-fisico-emotiva che non possono più avvenire in una cella d'isolamento che funge da schermo ai fenomeni del mondo. Tagliare il cordone ombelicale col mondo, significa tagliare il cordone ombelicale col nostro divenuto. Noi non siamo solo noi. Noi siamo il mondo nel quale abbiamo forgiato noi stessi. Noi non siamo soggetti separati dal mondo. Noi esistiamo perché esiste un mondo che reclama le nostre azioni per poter, a sua volta, vivere e trasformarsi.

La mostra d'arte Personal Structures è aperta a Palazzo Bembo in Riva del Carbon 4793 fino al 27 novembre 2011. Ricordo che la performance di Xing Xin è all'interno dell'organizzazione olandese no-profit GlobalArtAffairs Foundation.

Marghera, 12 giugno 2011

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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