La psicologia sociale dell'uomo che crede nella creazione
Religione pagana e cristianesimo

Claudio Simeoni

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Al termine creazionista è sufficiente sostituire il termine: cristiano (comprende islam, ebraimo, neoplatonismo, stoicismo, platonismo e buddismo che sono la stessa cosa e sinonimi quando riferito alle condizioni di vita degli uomini nella società).

Al termine evoluzionista è sufficiente sostituire il termine Pagano. Un termine che definisce un qualche cosa di nebuloso come è nebuloso il mondo dell'azione e il mondo dell'emozione perché impossibili da definire mediante parole.

In questo modo si comprende la differenza di struttura psicologica che caratterizza le persone di religione Pagana e le persone di religione cristiana o, più in generale, monoteista.

L'accettazione psicologica profonda del creazionismo e l'accettazione psicologica profonda dell'evoluzionismo è riscontrabile nei modelli comportamentali delle persone. Creazionismo ed evoluzionismo non sono soltanto due modi diversi di pensare il mondo, ma sono, principalmente, due modi diversi di vivere e muoversi nel mondo. L'individuo creazionista è un individuo che manifesta una dipendenza psichica dal soggetto creatore e dalla "verità" o dal "modello" del suo creatore. Una "verità" o un "modello" che sono sempre statici e nei quali il soggetto si muove ed agisce, come se fosse egli stesso il creatore, ma con l'impossibilità di modificare il modello in cui agisce e con la necessità di imporre quel modello a tutti gli uomini.

L'evoluzionista non ha una "verità" o un "modello" statico di riferimento, ma assume le categorie proprie del mondo in cui vive e nelle dinamiche del suo agire considera i risultati delle azioni e le modificazioni che i vari soggetti, all'interno dell'insieme in cui agisce, porteranno quando egli metterà in essere la sua azione per ottenere i suoi fini. Mentre il creazionista è separato dal modello sociale in cui vive ed agisce preferendo il proprio modello immaginario da imporre alla società, l'evoluzionista agisce in un insieme di soggetti agenti e li considera nelle sue scelte come soggetti che, uguali a sé, tentano di modificare a loro volta la realtà in cui vivono. Una realtà in cui ognuno vive coinvolgendo altri soggetti attraverso la propria azione. Un'azione che costringe gli altri soggetti ad adattarsi mettendo in atto, a loro volta, azioni che modificano il loro stesso ambiente.

Un esempio fra creazionismo ed evoluzionismo, interiorizzati come modelli comportamentali, si possono osservare in una strada molto trafficata o con i carrelli della spesa in un supermercato affollato.

L'affollamento di persone ci consente di visualizzare un insieme dinamico in cui le posizioni delle persone in quegli insiemi variano continuamente. Le persone di quell'insieme non sono guidate da un unico obbiettivo, ma ogni persona ha un proprio obbiettivo, propri percorsi, propri modi di muoversi in quell'insieme. Il movimento delle persone è dettato dalle loro esigenze, non risponde ad un modello prefissato o di "verità". Le persone che hanno l'idea creazionista si muovono senza attenzione per il movimento delle persone che stanno loro attorno. Tendono ad ignorare che le persone che stanno loro attorno, ora sono in una posizione, ma fra qualche istante, come loro, si saranno mosse in una posizione diversa intersecando il loro movimento. Mentre l'evoluzionista ha una visione dinamica dell'insieme e si muove cogliendo i segnali di trasformazione delle posizioni delle persone nello spazio e nel suo movimento considera le modificazioni in corso, il creazionista si muove ignorando tali segnali.

In un supermercato affollato il creazionista lascia il carrello a destra della corsia mentre guarda i prodotti sulla sinistra bloccando il passaggio, oppure tiene il carrello di traverso incurante delle necessità delle persone che gli stanno vicino. L'attenzione del creazionista è focalizzata su sé stesso. Il mondo in cui si muove è "puro oggetto" senza intelligenza né progetto. Quello che lui fa è importante, tutto il mondo deve aspettare che lui abbia finito.

Nel comportamento del creazionista c'è anche l'altro aspetto della medaglia, la paura del movimento dell'altro. Quando nel supermercato affollato l'altro deve passare mentre il creazionista ha lasciato il carrello ostruendo la corsia. Il creazionista ha reazioni diverse nei confronti di chi "pretende" di passare a seconda di come egli colloca la persona nella sua gerarchia immaginaria. Zingaro, giovane, vecchio, extracomunitario, con giacca e cravatta, ecc. Sono aspetti che il creazionista coglie inserendo l'altro nella sua immaginaria gerarchia: "Mi devo scansare o lo devo mandare a quel paese?". E' la gerarchia che determina la reazione del creazionista, non la consapevolezza che è sempre e comunque un suo dovere quello di lasciare libero il passaggio.

Il creazionista non concepisce che l'altro, chiunque sia, ha il diritto di trovare il passaggio sempre libero (come principio e nelle condizioni possibili). E' meno visibile nel supermercato, ma molto di più in una strada affollata, specialmente nell'attraversamento pedonale. Il creazionista, anche quando attraversa sulle strisce, ha sempre paura che il veicolo che sta sopraggiungendo non si fermi. Oppure, per attraversare deve fermare il traffico perché lui ha paura se il mondo non si ferma al suo passaggio. Se vede la macchina arrivare e questa rallenta per consentirgli l'attraversamento, non è soddisfatto, deve far si che questa si fermi. Quando attraversa una strada sulle strisce spesso lo fa con l'atteggiamento: "Ora comando io!".

Il creazionista non è in grado di considerare il suo movimento in relazione al movimento degli altri soggetti. Per il creazionista i soggetti del mondo sono oggetti senza intelligenza. Questo perché il movimento è cambiamento della "verità" che è il modello ambientale "in cui egli si muove". Questa "verità" deve essere ferma, immobile, altrimenti egli non capisce nulla vedendosi sminuito nella sua capacità di decidere il movimento.

Oltre a lui, dio onnipotente che determina il movimento, altri lo fanno e, magari, non sono dio onnipotente sopra di lui. La macchina che arriva vuole, sicuramente, centrare lui. Lui è nei pensieri di quel guidatore. Mentre per l'evoluzionista le persone scelgono di agire. Il loro agire sono movimenti dettati dalla fluidità in funzione dei propri obbiettivi e le traiettorie che individua nelle azioni delle persone sono effetti da considerare nelle sue scelte. Il creazionista, nel suo "osservare" o "ignorare" le altre persone pone l'accento sulla "gerarchia". Nel creazionista il ragionamento gerarchico determina le sue pretese nei confronti delle altre persone o il suo "farsi da parte". Il suo agire e il suo non agire. Il grande problema, sia in un supermercato affollato, su una strada trafficata, o nelle scelte della politica e dell'economia, è quando il creazionista deve scegliere in un mondo che sceglie e lui deve decidere senza essere il "padrone delle decisioni del mondo". Quando le sue scelte devono misurarsi con le scelte di altri e magari anche in conflitto con le proprie.

Il creazionista non è in grado di gestire il conflitto se non come annientamento dell'altro; di chi non si sottomette alla propria onnipotenza. E allora si blocca. Si paralizza. Devia l'attenzione delle persone perché incapace di gestire le dinamiche. Come Berlusconi e Tremonti!

Il creazionista appare più decisionista dell'evoluzionista. Le sue decisioni appaiono decise soltanto quando la situazione in cui agisce non presenta criticità. Quando la situazione in cui si muove è "pacifica".

In un supermercato quando i carrelli non sono troppi, allora il suo passo arrogante appare come deciso e determinato e le persone non hanno difficoltà ad attendere qualche istante o a scansarsi. Nella strada, il creazionista, sia che sia al volante o un pedone, con poco traffico si scambia la sua arroganza, troppo spesso, per efficienza. In politica è lo stesso. In una situazione economica tradizionale l'arroganza viene scambiata per efficienza e la superficialità per competenza. Lo si fece con Craxi che distrusse la ricchezza dell'Italia indebitando il paese, lo si è fatto con Berlusconi per una legislatura di cinque anni che ha distrutto l'economia del paese condono dopo condono. Però, quando nel supermercato il traffico di carrelli è intenso, o le strade affollate, allora il creazionista o è impaurito o crea problemi non dando la precedenza o saltando di corsia. Quando la situazione politica ed economica è attraversata da crisi in cui concorrono diversi soggetti e le loro decisioni sono talmente forti da non poter essere annichilite o criminalizzate, il creazionista, arrogante e decisionista, non è più in grado di decidere. E' paralizzato. La paralisi decisionale deriva dal fatto che SAREBBE obbligato a prendere delle decisioni i cui effetti non si riscontrano nell'immediato, ma nel tempo. Nelle trasformazioni in un mondo che si trasforma. Il creazionista non è in grado di farlo perché lui vive nella "verità", in una staticità. Le dinamiche del presente lo paralizzano. Così si trova costretto ad agire per paralizzare le persone affinché non agiscano e subiscano, come lui, la crisi delle trasformazioni in corso. Esistono delle persone che chiamano sé stesse evoluzioniste, ma in realtà sono creazioniste.

Evoluzionismo e creazionismo sono due forme psicologiche fissate nell'individuo attraverso vere e proprie reti neuronali costruite nel corso della primissima infanzia e fissate durante la crescita dell'individuo. Non sono fattori genetici di specie, ma l'effetto primo dell'educazione religiosa delle persone.

La struttura psicologica creazionista è imposta nell'individuo dal cristianesimo, l'ebraismo e l'islamismo (altre forme meno conosciute si stanno presentando nel Buddismo e nell'Induismo come risposta soggettiva alla psicologia da dipendenza del monoteismo) nella primissima infanzia; la struttura psicologica dell'evoluzionismo, fino ad oggi, è stata una reazione psicologica alla staticità creazionista. Una necessità di liberazione dal creazionismo mai completamente realizzata. Tale liberazione, sempre sospesa fra necessità soggettiva e repressione psicologica, non è mai stata realizzata in quanto l'evoluzione, fino ad oggi, è un'elaborazione della ragione in una struttura psico-emotiva dipendente dalla creazione. Solo quando l'educazione religiosa delle persone sarà Pagana, allora anche la pulsione psico-emotiva delle persone saprà padroneggiare l'evoluzionismo come capacità di un soggetto di padroneggiare gli insiemi critici in cui milioni di soggetti agiscono. Siano essi dei supermercati, delle strade affollate o sistemi sociali politici-economici.

L'evoluzione permette agli individui di cogliere oltre l'attimo presente. In attimi successivi in cui le trasformazioni introdotte dalle decisioni di ogni soggetto trasformano il presente. L'evoluzione consente al soggetto di pensare l'azione che deve immettere nel mondo per ottenere l'effetto voluto affiancando e sommando la sua azione alle azioni di ogni soggetto agente.

Questo, un creazionista, non lo potrà mai fare.

Marghera, 15 febbraio 2009

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Costruire la Religione Pagana è un atto di assoluta volontà

Non esiste, nella società in cui viviamo, una disciplina o delle regole per chi voglia costruire una Religione o, più in generale, un pensiero religioso autonomo e diverso dalla religione cattolica che domina ogni anfratto dell'esistenza umana. Chi lo fa viene visto con sospetto. Un nemico da combattere e quando viene aggredito, le Istituzioni tendono ad ignorare le aggressioni. Eppure, costruire una religione è l'unico modo per agire sulle proprie emozioni e costruire i legami fra sé stessi e il mondo in cui siamo nati.

 

Marghera, 15 febbraio 2009

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Diana di Roma!

 

 

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