La partita di calcio fra filosofi, azione n.31
Fondamentalisti contro Esistenzialisti n. 6

Capitolo 62

La partita di calcio mondiale fra i filosofi

Claudio Simeoni

 

Sei capace di giocare a calcio?

 

Fondamentalisti ed Esistenzialisti n. 6

 

Continua dal precedente...

 

Nel secondo tempo della partita, il calcio d'avvio spetta agli esistenzialisti ed è Heidegger che tocca la palla.

"Precedentemente abbiamo detto che il mondo sempre già aperto, lascia incontrare l'ente intramondano. Questa apertura del mondo, preliminare e appartenente all'in-essere, è con-costituita dalla situazione emotiva. Il lasciar-venir-incontro è il primariamente preveggente ambientalmente e non semplicemente sensoriale e contemplativo. Il lasciar venir incontro preveggente ambientalmente e prendente cura ha il carattere dell'affezione, che siamo ora in grado di vedere più nettamente in virtù della situazione emotiva. Ma l'essere affetti dalla inutilità, dalla resistenza e dalla minacciosità dell'utilizzabile è ontologicamente possibile solo perché l'in-essere come tale è già determinato essenzialmente in modo siffatto che, incontrandosi con l'ente intramondano, può essere colpito. Questa possibilità di essere affetto si fonda nella situazione emotiva, come quella che, ad esempio, può rivelare la minacciosità del mondo. Solo un ente che è nella situazione emotiva della paura e della intrepidezza può scoprire l'ente intramondano come minaccioso. L'affettività propria della situazione emotiva è un elemento esistenziale costitutivo dell'apertura dell'Esserci al mondo."

Heidegger, Essere e tempo, Longanesi, 2001, p. 170 – 171

Col suo tiro Heidegger serve Comte

"Essendo così eliminate queste obiezioni preliminari, niente mi impedisce più di scorgere dapprima, in maniera diretta, il legame fondamentale che unisce spontaneamente, con tanta energia, la potenza teologica e la potenza militare, e che, in qualsiasi epoca, è stato sempre vivamente sentito e degnamente rispettato da tutti gli uomini d'un alto livello che hanno realmente partecipato all'una o all'altra, nonostante il trascinamento delle rivalità politiche. Infatti si capisce che nessun regime militare potrebbe stabilire e soprattutto durare se non si basasse preventivamente su una sufficiente consacrazione teologica, senza la quale l'intima subordinazione che esige non potrebbe essere né abbastanza completa, né abbastanza prolungata."

Comte, Corso di filosofia positiva, Mondadori, 2009, p. 434

Su Comte si avventa Gesù detto "figlio di Yahweh" che con una sorta di "veronica" riesce a togliere la palla a Comte.

"Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà."

Vangelo di Matteo 10, 34 -39

Paolo di Tarso riceve la palla da Gesù detto "figlio di Yahweh" e si appresta a superare la metà campo.

"Ma si deve riconoscere che Dio è verace, mentre ogni uomo è menzognero, come sta scritto: "Affinché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e trionfi quando vieni giudicato". Ma se la nostra ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio, che dedurremo? Dio è forse ingiusto quando scatena la sua ira? (parlo della maniera umana). No, certo: altrimenti come potrebbe Dio giudicare il mondo? E se a causa della mia menzogna, la veracità di Dio rifulge maggiormente a gloria sua, perché io dovrei ancora essere giudicato un peccatore? Meglio, perché non dovremmo metterci a fare il male, perché ne venga il bene? Così alcuni ci accusano di affermare. La condanna di costoro è giusta."

Paolo di Tarso, lettera ai Romani, 3, 4-8.

Paolo di Tarso lancia la palla a Socrate che in questo modo inizia la sua partita contro gli esistenzialisti.

"Da un tale accurato esame, o cittadini ateniesi, mi derivano molte inimicizie, pericolosissime e gravissime, al punto che da esse sorsero molte calunnie e mi derivò anche tale reputazione, ossia di essere sapiente. Infatti, ogni volta, tutti quelli che erano presenti pensavano che io fossi sapiente in quelle cose sulle quali confutavo l'altro. Invece, o cittadini, si dà il caso che in realtà il sapiente sia il Dio e che il suo oracolo voglia dire appunto questo, ossia che la sapienza umana ha poco o nessun valore. E, il Dio sembra che parli proprio di me, Socrate, e invece fa uso del mio nome, servendosi di me come d'esempio come se dicesse questo: "O uomini, fra di voi è sapientissimo chi, come Socrate, si è reso conto che, per quanto riguarda la sua sapienza, non vale nulla". Appunto per questo anche ora, andando intorno, io ricerco e indago, in base a ciò che ha detto il Dio, se io possa giudicare sapiente qualcuno dei cittadini o degli stranieri."

Platone, Tutti gli scritti, Apologia di Socrate, Bompiani, 2014, p. 29

Socrate vede Agostino d'Ippona libero alla sua sinistra e gli lancia la palla con un tiro teso.

"Nell'ordine naturale l'anima è anteposta al corpo; eppure essa domina il corpo con più facilità che sé stessa. Tuttavia questa passione, di cui ora ci stiamo interessando, insorge e provoca tanto di più la vergogna, in quanto l'anima non comanda efficacemente né a sé stessa, siano al punto da non provare piacere, né comanda completamente al corpo, sino al punto che le membra di cui si ha pudore siano guidate dalla volontà, piuttosto che dalla passione; e in tal caso di esse non si avrebbe più pudore. Ora invece il pudore sta nel fatto che l'anima incontra resistenza da parte del corpo, il quale per la inferiorità della sua natura le è stato sottomesso. Negli altri sentimenti, quando l'anima resiste a sé stessa prova minor pudore poiché, se è vinta da sé stessa, è pur sempre vincitrice; tuttavia è questo un atteggiamento di disordine e di corruzione, poiché essa è vinta da quelle parti che debbono essere sottomesse alla ragione, che le appartengono e che quindi la rendono, come abbiamo detto, vincitrice di se stessa. Quando invece l'anima vince sé stessa nell'ordine, sottomettendo i suoi impulsi irrazionali alla sua mente e alla sua ragione, purché anch'essa sia sottomessa a Dio, è davvero encomiabile e virtuosa."

Agostino d'Ippona, La città di Dio, Bompiani, 2015, p. 684

Come Agostino tocca la palla, vedendo la porta avversaria vicina, tira immediatamente nella porta degli Esistenzialisti.

Bergson non si lasca sorprendere e con un salto acrobatico blocca la palla.

"Tuttavia troppo spesso si ragiona sulla vita come su modalità della materia inerte, e in nessun caso la confusione è tanto ben rilevabile quanto nel discutere circa l'individualità. Ci vengono mostrate le sezioni di un lombrico, riproducenti ciascuna la sua testa e viventi come altrettanti individui indipendenti, un'Idra i cui frammenti divengono altrettante nuove idre, un uovo di riccio di mare le cui parti sviluppano embrioni completi: dov'era dunque, ci si obietta, l'individualità dell'uovo, dell'Idra o del verme?"

Bergson, L'evoluzione creatrice, Editrice Scuola, 1993, p. 16 – 17

Ora spetta a Bergson far ripartire il gioco, ma prima di rilanciare la palla guarda con attenzione la posizione dei suoi compagni…

 

Continua...

 

Marghera, 13 giugno 2018

 

 

Gli Dèi riflettono su questa relazione:

Teia e i filosofi Fondamentalisti contro Esistenzialisti n. 6, azione 31

 

Pagina tradotta in lingua Portoghese

Tradução para o português: Capítulo 62 - A partida de futebol entre filósofos, ação n.31 Fundamentalistas contra Existencialistas n. 6

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

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