La partita di calcio fra filosofi, azione n.38
Fondamentalisti contro Rinascimentali n. 8

Capitolo 69

La partita di calcio mondiale fra i filosofi

Claudio Simeoni

 

Sei capace di giocare a calcio?

 

Fondamentalisti e Rinascimentali n. 8

 

Continua dal precedente...

 

Platone, ricevuta la palla, la passa ad Agostino d'Ippona.

"Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, i Gentili i Giudei, Dio che li ha da sempre conosciuti e predestinati ad essere conforme all'immagine del Figlio suo, affinché confusi dall'amarezza del dolore per la propria infedeltà e convertiti nella fede alla dolcezza della misericordia di Dio, gridassero le parole del salmo: "Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono, ne ricolmi chi in te si rifugia"; e non in loro! Pertanto egli proverà misericordia di tutti i vasi di misericordia; ma che vuol dire di tutti? Evidentemente quelli che, fra i Gentili e fra i Giudei, Egli ha predestinato, chiamato, giustificato, glorificato; non sarà condannato nessuno fra questi, e non fra tutti gli uomini!"

Agostino d'Ippona, La città di Dio, Bompiani, 2015, p. 1105

Vistosi affrontato da Kant e Pomponazzi, Agostino preferisce passare a Paolo di Tarso.

"Io spenderò ben volentieri del mio ed anche tutto me stesso spenderò per le anime vostre. Ma poiché vi dimostro maggior amore, devo proprio essere meno amato da voi? E sia pure: io non vi sono stato d'aggravio: ma da furbo qual sono, v'ho presi con l'inganno. Vi ho forse sfruttati per mezzo di qualcuno di quelli che vi ho mandato?"

Paolo di Tarso, 2 Corinti 12, 15 – 17

Ma Paolo di Tarso non è in grado di muovere che pochi passi quando su di lui interviene Spinoza.

"Se uno sarà affetto da tristezza o da Gioia per opera d'un altro della stessa classe o di nazione diversa dalla propria, e ciò accompagnato con l'idea di costui, sotto il nome universale della sua classe o della sua nazione, come causa, egli amerà o pure odierà non solo quello, ma anche tutti della sua classe o della sua nazione."

Spinoza, Etica, Fratelli Melita, 1990, p. 220

Anche Spinoza non riesce a guardarsi attorno che con un gran balzo Maometto detto "profeta di Allahu Akbar" gli toglie la palla.

"Ecco: Dio vi ha portato soccorso in molte zone di guerra e soprattutto nella giornata di Hunayn. Eravate orgogliosi della vostra potenza numerica ma questo non vi è servito per nulla. Il terreno che vi pareva assai ampio vi è poi apparso assai stretto, voi siete scappati al galoppo.

Ma in seguito il Dio fece scender la sua sakina sul rasoi e sopra i credenti, fece planare su voi invisibili armate e castigò coloro che non avevano creduto. Eccola, la ricompensa dei kàfirùna!"

Maometto, Corano, IX Tawbat: immunità o pentimento, versetti 25 e 25, Oscar Mondadori, 1980, p. 273

Non è da meno Cartesio che interviene in scivolata sia sulla palla che sulle gambe di Maometto detto "profeta di Allahu Akbar" finendo per togliergli la palla.

"Noi possiamo avere anche un'idea chiara e distinta di una sostanza increata che pensa e che è indipendente, cioè di un Dio, purché non pensiamo che questa idea ci rappresenti tutto quello che è in lui, e non vi mescoliamo nulla con una finzione del nostro intelletto; ma prestiamo attenzione solamente a quello che è compreso veramente nella nozione distinta che abbiamo di lui, e che sappiamo appartenere alla natura di un essere perfettissimo. Poiché non v'è nessuno che possa negare che una tale idea di Dio sia in noi, se non vuole credere senza ragione che l'intelletto umano non potrebbe avere niuna conoscenza della Divinità."

Cartesio, I principii della filosofia, Libritalia, 1996, p. 113

Cartesio riesce a servire la palla a Kant.

"Poiché un massimo della serie di condizioni in un mondo sensibile come cosa in sé non è posto dal principio cosmologico della totalità, ma può solamente essere imposto nel regresso di essa serie, questo principio della ragion pura, nel suo significato per tal modo legittimo, conserva tuttavia il suo buon valore, ma non come assioma per pensar la totalità nell'oggetto come reale, sì come problema per l'intelletto, quindi pel soggetto al fine di instaurare e continuare, secondo la completezza nell'idea, il regresso lungo la serie delle condizioni di un dato condizionato. Infatti, nella sensibilità, cioè nello spazio e nel tempo, ogni condizione a cui noi possiamo giungere nell'esposizione di fenomeni dati, è, a sua volta, condizionata: perché questi fenomeni non sono oggetti in sé, in cui possa in ogni caso aver luogo l'assolutamente incondizionato, ma semplici rappresentazioni empiriche, che devono sempre trovare nella intuizione la loro condizione, che li determini rispetto allo spazio e al tempo."

Kant, Critica alla ragion pura, Laterza, 1987, p. 412

Sui piedi di Kant arriva Tommaso d'Aquino che gli toglie la palla.

"Ma questa opinione [sulla natura divina dell'Anima] avrebbe potuto nascere anche dalla somiglianza che l'anima nostra ha con Dio. Infatti l'intellezione, che è considerata la prerogativa più propria di Dio, non si riscontra sulla terra altro che nell'uomo, per la sua anima. Ecco perché poteva sembrare che l'anima appartenesse alla natura di Dio. Soprattutto presso gli uomini i quali erano convinti che l'anima fosse immortale."

Tommaso d'Aquino, Somma contro i gentili, Mondadori, 2009, p. 499

Conquistata la palla, Tommaso d'Aquino inizia la sua corsa verso la porta avversaria…

 

Continua...

 

Marghera, 28 giugno 2018

 

Gli Dèi riflettono su questa relazione:

Tritone e i filosofi Fondamentalisti contro Rinascimentali n. 8 azione 38

 

 

Pagina tradotta in lingua Portoghese

Tradução para o português: Capítulo 69 - A partida de futebol entre filósofos, ação n.38 Fundamentalistas contra Renascentistas n.8

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

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