Inganno e i filosofi rinascimentali contro dialettici
fase n.2, azione 12

La partita di calcio mondiale fra i filosofi

Capitolo 13
Gli Dèi riflettono sui filosofi

di Claudio Simeoni

Continua dal precedente...

Sei capace di giocare a calcio?

Oceano era appena stato inghiottito dalla nebbia quando un piccolo Essere apparve. Non più alto di un filo d'erba e sfuggente alla vista come se gli occhi non fossero mai in grado di metterlo a fuoco.

"Mi avete chiamato?" disse con una voce roca in contrasto con quanto ci si poteva attendere dal suo aspetto. Poi, guardando gli occhi increduli degli arbitri Yahweh, Fanes, Allahu Akbar e Beppi di (o da) Lusiana disse: "Non mi riconoscete? Eppure, alcuni di voi mi conoscono molto bene!" Sorrideva, torcendo bocca ed occhi. Dopo un momento di silenzio continuò "Io sono Inganno, figlio di Nera Notte. Da me nasce la fede e la speranza con cui ingannare gli uomini. Io alimento l'arroganza in ogni uomo perché solo l'uomo arrogante può essere ingannato. Io alimento l'umiltà deferente perché l'umiltà deferente permette l'inganno. Io sono Inganno, ma qualcuno viene ingannato pensandosi esso stesso Inganno."

"Da quando gli uomini hanno costruito la ragione, hanno separato la loro coscienza dall'immenso in cui vivono." Continua Inganno "anziché abitare il mondo e costruirsi la mappa del mondo mediante la loro esperienza, preferiscono immaginare una realtà che risponda alle loro speranze e ai loro desideri. Così trovarono venditori di speranze e di desideri a cui loro preferiscono aggrapparsi piuttosto che lavorare duramente nella loro esistenza. C'è un infinito numero di cose che sfuggono alla comprensione dell'uomo, come ad ogni altro Essere della Natura. Eppure, tutte quelle cose che sfuggono alla coscienza dell'uomo sono presenti nel mondo e l'uomo, come ogni altro Essere della Natura, si è trasformato anche tenendo conto di quelle cose che la sua coscienza vuole ignorare. L'uomo conosce il mondo con il suo corpo e la conoscenza del corpo raramente giunge alla coscienza razionale dell'uomo. L'uomo non è separato dal mondo solo per le cose che non conosce, ma è separato dal mondo soprattutto per gli effetti e le trasformazioni indotte nel mondo dall'immenso numero di cose che non conosce. Solo il corpo dell'uomo, come quello di ogni altro Essere della Natura, adattandosi al mondo si trasforma anche in funzione della presenza di uno sconosciuto che la sua coscienza razionale non riuscirà a descrivere e definire. Il fraintendimento della qualità degli oggetti nello sconosciuto è la fonte dell'inganno a cui si sottomette la coscienza dell'uomo che all'analisi e all'intento esistenziale sostituisce l'illusione che soddisfi un qualche desiderio. Tutto sembra apparirgli all'improvviso, come una rivelazione. Eppure, basterebbe che l'uomo ascoltasse il proprio corpo e la sua conoscenza esistenziale del mondo moltiplicherebbe la sua comprensione del reale. Invece vive rifugiato in una coscienza sempre più semplice, sempre più misera, sempre impaurita rispetto a tutte le condizioni del mondo che lo circonda. Questa coscienza impaurita è pronta ad afferrare ogni cose che ritiene possa dargli delle spiegazioni, delle garanzie. Spiegazioni e garanzie che devono essere come quelle che quella coscienza immagina siano le spiegazioni e le garanzie. In questa aspettativa quella coscienza apre sé stessa all'inganno. Desidera l'inganno e per farlo fraintende parole e intenzioni perché ha chiesto al suo corpo di non interferire nella sua immaginazione."

"Infine considerando quanto gli uomini siano per natura prodighi nel valutare sé stessi, quanto loro prema ricevere l'altrui rispetto e quanto poco valutino gli altri - donde in continuazione sorgono fra loro competizione, contese, fazioni e, in ultimo, la guerra con la conseguente vicendevole distruzione e diminuzione della lor forza contro un nemico comune - [si comprende che] è necessario, da un lato che ci sia una legislazione concernente l'onore, nonché dei parametri ufficiali per la definizione del valore degli uomini che hanno ben meritato o possono ben meritare dello Stato; e, dall'altro, che nelle mani di certuni o di certi altri vi sia la forza di far applicare queste leggi."

Hobbes, Leviatano, Laterza, 1989, p. 151

"Quando si invocano leggi o interventi di forza" continua Inganno "chi li invoca ritiene che le leggi e gli interventi di forza vadano applicati ad altri e non a sé stesso. Nel delirio si immagina un giustiziere mentre altri, nel mondo, lo pensano come aguzzino. A chi si applicano nuove leggi se queste nuove leggi sono fatte per non discriminare? In cosa consiste una legge "concernente l'onore"? Che cos'è l'onore se pensato al di fuori di ogni situazione contingente in cui l'uomo può vivere? Se pensi alla vita al di fuori della situazione contingente in cui stai vivendo, l'unico comune denominatore di tutti gli uomini è loro stessi in relazione col mondo. Ma dal momento che il mondo che si relazione con ogni singolo uomo è diverso e diverse sono le esigenze che presenta all'uomo, l'unica realtà oggettivabile è "l'uomo in relazione con sé stesso". Dunque, cosa può salvaguardare o definire una legge "concernente l'onore"? Solo che l'uomo sia uguale a sé stesso e preservi il sé stesso ell'uomo nel mondo in cui vive. Ma il sé stesso, anche se è uguale a sé stesso, è separato dal mondo e una legge "concernente l'onore" avrebbe il solo scopo di tutelare l'uomo dalle interferenze sull'uomo messe in atto dal mondo in cui l'uomo vive."

"Quando viene imposto all'uomo" continua Inganno "l'idea di essere al centro del mondo, non è l'uomo come specie che ritiene sé stessa al centro del mondo, ma ogni singolo uomo ritiene di essere al centro del mondo ed è pronto a calpestare altri uomini affinché costoro cessino di sentirsi al centro del mondo e riconoscano lui, proprio lui, di essere al centro del mondo. Ed ecco i deliranti contendersi la posizione nella piramide sociale pronti a schiacciare chi ritengono debba stare sotto di loro e pronti ad omaggiare chi vorrebbero detronizzare.

"Sotto Amore sta il genitario, l'educatore, il vestiario, l'agricoltore, l'armentario, il pastore, il cucirario, il gran conquinario; sotto Podestà il stratagemmario, il campione, il ferrario, l'armario, l'argentario, il monetario, l'ingegniero, mastro spia, mastro cavallerizzo, il gladiatore, l'artigliero, il frombolario, il giustiziero. E tutti questi hanno il particolari artefici soggetti. Or qui hai da sapere che ognuno è guidato da quello dell'arte sua, talché ogni capo dell'arte è giudice, e punisce d'esilio, di frusta, di vituperio di non magnare in mensa comune, di non andare in chiesa, non parlare alle donne."

Campanella, La città del sole, Melita, 1990, p. XLIV

"E come governano i deliranti?" Chiede Inganno "Con l'unica cosa che sa fare un delirante: la violenza. Con la violenza impone il delirio, con la violenza controlla chi deve sottomettersi al suo delirio. Come il Dio di ebrei e cristiani che "Egli, voltatosi, li guardò e li maledisse nel nome del Dio degli ebrei e dei cristiani; allora due orse sbucarono dal bosco, sbranarono quarantadue di quei ragazzi." (II Re, 2, 24), così la gerarchia della Città del Sole di Tommaso Campanella giudica per punire, per frustare, per condannare all'esilio, per limitare le possibilità dell'uomo in funzione dell'affermazione del potere della gerarchia."

"I deliranti" continua Inganno "hanno la caratteristica di temere la critica alle affermazioni nate dal proprio delirio. Non possono argomentare, non possono discutere, non possono dimostrare che le loro affermazioni siano utili all'uomo. Possono solo dimostrare che è utile accettare le affermazioni del delirante per poter non essere condannati, frustati, caciati nell'esilio o ammazzati. La gerarchia dei deliranti domina e il dominio non può né deve essere messo in discussione. Il delirante non può discutere le sue affermazioni e quando qualcuno pretende di discuterle viene etichettato come un provocatore o come un "filosofastro"

"Non mi nascondo affatto, figlio mio, che è necessario tener lontani tutti quei filosofastri più pieni di favole di quanto non lo siano gli stessi poeti, stupratori degli spiriti, falsificatori delle cose; e più ancora i loro satelliti e parassiti e tutta questa turba venale di professori. Chi mi suggerirà la formula mediante la quale io possa consacrarli all'oblio? Come potrà essere udita la verità mentre costoro strepitano con i loro insensati e inarticolati ragionamenti?"

Bacone, Scritti filosofici, Utet, 2013, p. 107

"Il mondo in cui vive Bacone è un mondo fatto da deliranti" continua Inganno "e da ciarlatani, Bacone è uno di loro. Ognuno di quei deliranti desidererebbe eliminare tutti gli altri deliranti ed essere il solo delirante. Ingannare è l'inganno di Inganno. Chi sono gli "stupratori di spiriti"? Chi accusa gli "stupratori di spiriti" non è forse un altro "stupratore di spiriti" a sua volta? E' l'inganno che non è Inganno: "lui dice che gli altri sono stupratori di spiriti". Questo sottintende che lui non è uno stupratore di spiriti. Però lo sottintende con le affermazioni. Non fornisce argomenti affinché tu che leggi possa affermare "quelli sono stupratori di spiriti", ma ti schieri o con Bacone o contro Bacone. Non sei tu che decidi come porti davanti ad altri che Bacone chiama "stupratori di spiriti", ma è Bacone che li indica, mediante affermazioni, come "stupratori di spiriti" e ti costringe a schierarti o con quelli, che Bacone chiama "stupratori di spiriti", o con Bacone. Non è forse un inganno prospettare che possa essere udita una verità, quando l'unica verità è la percezione del mondo che ne ha il soggetto? Ogni singolo soggetto dispone della propria verità del mondo. L'inganno è offriti quello che tu devi pensare. Se Bacone avesse detto "loro dicono queste o quelle cose", tu avresti potuto decidere se loro sono "stupratori di spirito". Ma tu non puoi decidere, devi scegliere se accettare quello che Bacone dice o rifiutarlo. Non stai dando un giudizio sugli "stupratori di spirito", stai schierandoti per tifare. Questo" continua Inganno "è l'inganno di tutti gli inganni. L'affermazione che offre l'aggettivo anziché offrire i fatti che tu puoi definire mediante un aggettivo. Vieni derubato della tua capacità di usare gli aggettivi per definire qualcosa perché sei stato derubato della conoscenza dei fatti e, in ultima analisi, della tua capacità di dare dei giudizi.

"Quelli di loro che volevano ribellarsi e giocare al liberalismo in modo troppo rumoroso e troppo incomodo per il regime imperiale furono naturalmente scartati, soffocati. Ma tutti gli altri, quelli che lascarono le fisime politiche al popolo si applicarono esclusivamente e seriamente al grande affare della borghesia, cioè allo sfruttamento del popolo furono potentemente protetti e incoraggiati: si diedero loro perfino, per salvare l'onore, tutte le apparenze della libertà."

Bakunin, Là dove c'è lo Stato non c'è libertà, acquerelli Demetra, 1996, p. 210

"Il gioco dell'inganno" continuò Inganno "spesso consiste nel vendere apparenza per impedire all'ingannato di afferrare la sostanza, i contenuti, delle cose. Contenuti e realtà dalla quale viene allontanato giocando sulla sua non conoscenza e sulla sua disposizione a credere per vero ogni cosa che gli viene detta capace di soddisfare le sue aspettative. Lasciamo che il "popolo" si illuda di tutti quei privilegi politici ai quali non accederà mai. E mentre lui combatte per i principi politici, viene violentato nel quotidiano con la promessa che domani le cose cambieranno. Ma le cose non cambiano a meno che l'imperatore o il potere finanziario non comprendono che è nel loro interesse poter disporre di un popolo colto e benestante perché aumenta la circolazione di denaro e favorisce l'accumulo di ricchezza. Ma fino ad allora ogni rivendicazione sociale ha il solo scopo di individuare i "facinorosi", le persone sensibili, quelle pronte a sacrificare sé stesse per la causa e per poterle colpire rendendole innocue privando quel "popolo" dei suoi potenziali campioni. Protesta per la politica sociale, battiti sulle barricate e sottrarrai te stesso alla società civile perché sarai colui che deve essere reso impotente per fermare ogni tipo di protesta. E mentre tu combatti per ideali, veri o immaginati che siano, altri agiscono per i loro interessi e tu diventi pedina di un gioco di cui non conosci fini o confini. Alla fine di ogni gioco, vince sempre il trafficante di schiavi che nei momenti peggiori cambia maschera e cambia tecniche di sfruttamento mentre, nei momenti migliori, si assicura bestiame umano a basso costo."

"Bisogna stimare come massimi doveri, rispetto a tutto il resto, quelli che rispondono all'interesse della Città, affinché sia ben amministrata, e non bisogna caldeggiare la rivalità oltre il conveniente e neanche imporsi con la forza contro l'utile comune. Infatti, una Città ben amministrata è l'appoggio più grande e ciò riguarda ogni aspetto: dove questo viene ben amministrato, tutto è salvato; mentre dove questo viene distrutto, tutto va in rovina."

Democrito, Raccolta di frammenti interpretazione e commentario di Salomon Luria, Bompiani, 2007, p. 741

"In una società gruppi economici e gruppi sociali, a volte anche gruppi criminali, si scontrano per assicurarsi dei vantaggi economici e sociali." Continua Inganno "Le persone spesso non sono in grado di distinguere le loro intenzioni osservando le loro azioni perché sono educate a credere alle parole come se le parole fossero un oggetto che esprime azioni reali. Zeus le chiamerebbe "parole alate". Fra gli uomini non esistono "parole alate", ma solo inganni volti ad assicurare al più forte il dominio sul più debole. Questa è la realtà dell'umana esistenza che può essere modificata soltanto modificando le leggi che regolano l'uguaglianza delle azioni degli uomini e che, tuttavia, nonostante la legge, alcuni uomini pretendono di essere più uguali di altri. La legge che regola le attività del più forte è l'unica garanzia per i più deboli, ma solo se la legge è armata per punire il più forte quando prevarica il più debole. Le leggi nella società vengono fatte da chi è socialmente più forte e i trafficanti di schiavi fanno leggi che siano funzionali a sé stessi nel garantire il loro diritto di trafficare in schiavi umani. Un gruppo sociale si può arricchire se nell'arricchirsi favorisce l'arricchimento di tutta la società. Ma solo gli eroi si arricchiscono sviluppando sé stessi e la propria attività, nella società umana ci si arricchisce soltanto rubando e appropriandosi a discapito di altri Esseri Umani che devono essere costretti a subire furti e violenza. Da qui il conflitto. Si possono ingannare molte persone per molto tempo, ma non si può ingannare tutti per sempre. C'è un momento in cui la linea emotiva si spezza e non sono più possibili delle mediazioni."

"In secondo luogo, la rivoluzione non è un pranzo di gala, non è un'opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un'insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un'altra. La rivoluzione nelle campagne è l'abbattimento del potere feudale della classe dei proprietari fondiari da parte della classe contadina."

Mao Tse Tung, Opere scelte, Editrice lingue estere, Pechino, 1969, p. 25

"Il cambiamento" continua Inganno " è inevitabile. Un insieme di forze psichiche sono cresciute nella sottomissione. Hanno subito l'inganno presupponendo che il loro essere sottomesse fosse la condizione normale e naturale della loro esistenza. La loro energia si è accumulata creando tensione fino a produrre una scarica violenta che ha modificato il presente che gli uomini stanno vivendo per raggiungere un nuovo e diverso equilibrio. Fra l'accumulo di tensione e la scarica che si può leggere come movimento sociale, ci sono stati infiniti accumuli di tensione messi in atto dai singoli individui che hanno prodotto un infinito numero di scariche. Come effetto ci sono state delle modifiche delle relazioni fra ogni singolo individuo e l'oggettività che ha rimosso inganno dopo inganno, condizione psichica di sottomissione dopo condizione psichica di sottomissione finendo per diventare una necessità sociale che porta alla modificazione del presente."

"Gli ingannati subiscono l'inganno" continua Inganno "ma chi inganna afferra il guadagno che porta l'inganno nel momento presente. L'inganno è un'azione che modifica l'oggettività della vita dell'ingannato e questa modificazione alimenta Nemesi che abita in ogni uomo. Non sempre Nemesi dispiega le ali della distruzione apparendo maestosa nelle azioni degli ingannati mentre invocano vendetta. Spesso Nemesi non si scorge perché Nemesi si muove come un lombrico nella terra che appare improvviso dopo un temporale, ma del quale non conosci le trasformazioni e il suo venir in essere. Non aspettarti i contadini con i forconi, aspettati piuttosto un'ebola che devasti l'inganno con cui una società è dominata affinché non sia mai più ciò che fino ad oggi è stata."

Anche Inganno si stava dissolvendo a poco a poco quando un ultimo sussurro giunse agli arbitri che ascoltavano: "Tu non puoi sapere come giunge l'inganno, ma giunge sempre per toglierti qualche cosa di prezioso che tu hai scartato come inutile o irrilevante."

 

Continua...

Il significato della partita di calcio della filosofia spiegate dagli Dèi.

 

Marghera, 14 gennaio 2020

 

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