53 Esposizione Internazionale d'Arte 2009

La Religione Pagana alla Biennale d'Arte di Venezia

di Claudio Simeoni

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Argomenti di Religione Pagana.

Io non sarò mai in grado di vedere e analizzare tutti gli artisti presenti alla 53esima Esposizione Internazionale d'Arte a Venezia.

Dice l'Anticristo: "Fintanto che una persona si emoziona, non sarà mai vecchia. Se vivi di emozioni, conquisterai l'eternità."

Analizzare e seguire tutti gli artisti presenti alla biennale è quasi impossibile, né tutti gli artisti suscitano in me riflessioni relative a principi, modi vedere, modi di essere, modi di abitare il mondo, propri della religione Pagana Politeista.

Non essendo un "intenditore d'arte" non pretendo di giudicare una artista dal punto di vista della tecnica artistica.

Intendo, invece, cogliere il simbolismo dell'arte in relazione all'ideale religioso Pagano Politeista.

L'arte, ogni arte, è simbolo.

Un simbolo che esce dal pensiero, desiderio, vissuto, dell'artista ed entra nel pensiero, desiderio e vissuto, del visitatore. Questo passaggio, dall'artista al visitatore, è un atto di comunicazione che attraversa vari livelli di relazione e che spesso cancella, come nella pittura e la scultura, la comunicazione verbale per comunicare direttamente alle emozioni.

In psicologia e nell'arte della comunicazione, si conoscono varie tecniche per suscitare emozione negli spettatori. Si conoscono tecniche per ottenere approvazione o per incitare al linciaggio.

Diverso è quando l'emozione dell'artista incontra, sia pur attraverso interpretazioni diverse, l'emozione del visitatore e il visitatore usa quell'emozione per dar corpo e forma ad un'idea che quell'emozione gli ha ispirato.

Se io sono attratto fisicamente da donne con gli occhi verdi, per quanto un pittore sia bravo, soltanto chi dipingerà donne con gli occhi verdi saprà suscitare l'emozione coinvolgente capace di modificare il mio pensiero o far sorgere, attraverso l'emozione, l'intuizione. Gli altri artisti possono essere anche più bravi, ma mi lasciano emotivamente indifferente.

 

 

Gareth Kennedy

 

"I Musicisti di strada" alla Biennale di Venezia.

Al Padiglione dell'Irlanda.

Le analogie con l'ideologia nazista in Veneto

Le riflessioni della Religione Pagana.

 

 

 

 

Evelina Deicmane e Miks Mitrevics

Kola Ramishvili

Chen Chieh-Jen

Lee Yee Kee

Il discorso sui quadri dinamici alla Biennale di Venezia.

(Contiene 4 filmati relativi alle esposizioni degli artisti citati)

 

 

 

Alessandro Verdi

 

Navigare nell'incertezza.

navigare nel sognare

Fra l'onnipotenza della ragione e il dio che cresce dentro di noi.

L'incertezza fra morte e nascita.

 

 

 

Antonio Infantino e Santina Nocerino

 

Le api come uomini; gli uomini come api.

Rientrare nella Natura

Liberare le emozioni e costruire le relazioni

con gli Esseri del mondo in quanto Dèi.

English version: Antonio Infantino and Santina Nocerino

at the 53rd Venice Biennale

 

 

Vernon Ah Kee

 

Aborigeni Australiani e il Veneto.

una storia di libertà di ogni cittadino

il filo spinato che avvolge le persone

per indurle alla sottomissione nei campi di sterminio.

English version: Vernon Ah Kee at the 53rd Venice Biennale

(contiene due minifilm di 5 e 1,30 minuti circa

sulle opere presentate di Vernon Ah Kee e Ken Yonetani)

 

 

 

Hsieh Ying-Chun, Chen Chieh-Jen, Chien-Chi Chang

 

La vita, la globalizzazione, l'ambiente urbano.

Presentate alla Biennale di Venezia

dal Taipei Fine Arts Museum di Taiwan.

English version: Hsieh Ying-Chun, Chen Chieh-Jen,

Chien-Chi Chang at the 53rd Venice Biennale

 

 

 

 

Charles Ray

 

Il ragazzo con la rana.

il senso dell'uomo nel mondo,

essere attrezzati per divenire e agire

nel mondo e nel tempo.

English version: Charles Ray at the 53rd Venice Biennale

(Contiene un minifilm, 2,40 minuti sulla statua a Venezia)

 

 

 

Goce Nanevski

Il concetto di uomo massa, numero,

e la vacuità del suo agitarsi

nel suo presente.

English version: Goce Nanevski at the 53rd Venice Biennale

Biennale di Venezia per la Repubblica di Macedonia

 

 

 

Melissa Wauchope, in arte Damson

 

Gli abiti da sposa sverginati

Il senso della verginità e dell'abito bianco

nel controllo sociale della sessualità femminile.

English version: Melissa Wauchope in art Damson at the 53rd Venice Biennale

(contiene un minifilm di 2 minuti sulla mostra)

 

 

 

Fathiya Tahiri e Mahi Binebine,

 

La volontà dell'uomo che emerge dall'indistinto

in un presente che tende a massificarlo

in una recitazione mascherata.

Biennale di Venezia per il Regno del Marocco

English version: Fathiya Tahiri e Mahi Binebine

at the 53rd Venice Biennale

(contiene un minifilm di 4,30 minuti circa sulla mostra)

 

 

 

Issam Darwich e Yasser Hammoud,

 

La Coscienza e l'illuminazione come bisogno primario dell'uomo

Dalla luce di Prometeo

alla relazione corpo e cadavere.

Biennale di Venezia della Repubblica Araba Siriana

English version: Issam Darwich e Yasser Hammoud

at the 53rd Venice Biennale

(contiene cinque minifilm di 2-3 minuti circa sulla mostra

degli artisti siriani e italiani)

 

 

 

Cristiano Alviti e Patrizio Alviti

 

Volontà d'esistenza

fra Potere di Essere e Potere di Avere

 

 

 

I disegni di Francis Bacon

 

L'infinita angoscia dell'immobilità

prodotta dall'imposizione dei "sensi di colpa".

 

English version: Francis Bacon at the 53rd Venice Biennale

 

 

 

Yvette Berger, in arte Owanto,

 

L'Africa come terra madre della vita.

I vecchi e la nostalgia che imprigiona.

Biennale di Venezia della Repubblica del Gabon

English version: Yvette Berger Owanto at the 53rd Venice Biennale

(contiene un minifilm di 6 minuti circa sull'opera di Yvette Berger Owanto)

 

 

 

Atta Kim e Lee Sun Don

English version: Buddhist ideology in art at the 53rd Venice Biennale

L'ideologia buddista nell'arte

Biennale di Venezia

Artisti provenienti dalla Corea del Sud e da Taiwan

 

 

 

Martin Boyce

Decadenza e abbandono.

Il presente come assoluto nella percesione

dell'individuo.

La manipolazione dell'attenzione.

English version: Martin Boyce in art at the 53rd Venice Biennale

(contiene un minifilm di 2-3 minuti circa sull'opera di Martin Boyce)

 

 

 

Woojung Chun

 

La vita e la conoscenza della Stregoneria.

La biblioteca come rappresentazione di Mnemosine

La vita come ricerca della conoscenza.

La manipolazione dell'attenzione.

English version: Woojung Chun at the 53rd Venice Biennale

(contiene un minifilm di 3,40 minuti circa sull'opera di Woojung Chun)

 

 

Il simbolo rappresentato nell'arte, rispetto all'uomo, ha vari significati.

Nasce dalla cultura del tempo di cui quella forma d'arte viene espressa. I suoi simboli e si suoi significati appartengono a quella cultura. Pur tuttavia, quella cultura è espressione di quella società intesa come insieme di uomini che affrontano il loro futuro di cui, quella cultura, di quel tempo, è espressione. Il minimo comune denominatore rimane l'uomo che affronta il proprio futuro.

Ci sono, da un lato le tensioni psico-emotive dell'uomo all'interno della vita e, dall'altro lato, ci sono le "modalità" di veicolazione di tali tensioni in senso sociale, culturale, epocale.

Le società si modificano nel corso del tempo, così cambiano le culture e le epoche. Rimane l'uomo che parla a culture diverse qualora le tensioni emotive vissute da quegli uomini, in quel tempo e in quella cultura, siano uguali.

Per esempio, guardando il Conservatorio di musica di Venezia, Benedetto Marcello, all'ingresso osservo la statua rinascimentale di un Ercole che combatte col Leone di Nemea. Anche se la cultura, che ha generato il mito da cui quella statua è stata ripresa, andata perduta, quella statua, quei simboli, parlano della necessità del coraggio per affrontare i problemi e le tensioni della vita. Non per nulla il rinascimento italiano, per uscire dalla "città di dio" imposta dai cattolici, dovette far ricorso ai simboli di Grecia e di Roma Antiche.

La cultura passa, non i bisogni degli Esseri Umani.

Così l'arte diventa arte quando parla alle emozioni degli Esseri Umani. Quando coinvolge lo stato emotivo. E' in quel momento che la modificazione di uno stato presente (materia, scrittura, suono, scienza, danza ecc.) si fa Musa, le figlie che Zeus e Mnemosine donarono agli Esseri Umani affinché, pur prigionieri nella ragione, potessero, qualunque fossero le condizioni della loro cultura e della loro società, intraprendere i cammini verso l'eternità dei mutamenti. L'arte, qualsiasi arte, non è altro che lavoro di modificazione del presente in cui sono coinvolte le relazioni emotive di chi modifica il presente e chi, dal presente, viene modificato.

Parlare di Religione Pagana nell'arte non significa affermare che l'arte è Pagana. Significa che quell'arte evoca dei moti di spirito, delle emozioni, che razionalmente vengono spiegati con tensioni religiose proprie della Religione Pagana.

La stessa opera d'arte, può essere spiegata anche con una diversa religione? Non è un problema da poco, ma io non sono di "un'altra religione" e, dunque, non posso sapere come la persona di un'altra religione veicola emotivamente i principi razionali che quella religione manifesta. Già, perché a me, di un'altra religione, non arriva il "sentire emotivo" del credente, ma arriva la giustificazione razionale, i libri sacri, di quella religione. Pertanto, è il seguace dell'altra religione che, interpretando la realtà di quell'opera d'arte, mi invia la sua interpretazione razionale del suo "moto di spirito" che quell'opera d'arte ha suscitato in lui.

Quando io vedo la madonna piangente dei cristiani, ho un "moto di spirito di disgusto", anche se chi l'ha dipinta è un grande artista. Questo perché la sua rappresentazione ha lo scopo di imprigionare il mio spirito in una rappresentazione di dolore che chiede "con-passione" e che, attraverso quella mia "con-passione" chiude il mio futuro. Pertanto, solo coloro che hanno un futuro chiuso e che cercano consolazione in un reciproco dolore, possono compiacersi in una madonna piangente ed essere sordi alle tensioni dell'umanità perché chiusi in un'esaltazione psicologica del proprio dolore (che vorrebbero estendere a tutta l'umanità come autocompiacimento).

L'arte non è un prodotto museale. L'arte è una miniera di simboli dal quale l'uomo può attingere per costruire il proprio futuro. L'arte, a sua volta, cessa di essere arte quando si allontana dall'uomo. Si allontana dalle sue aspettative. Si allontana dalle sue tensioni verso il futuro che sono sempre tensioni religiose. Allora diventa tecnicismo o artificio buono per il commercio o per sostituire il denaro.

E' con questo spirito che ho visitato la 53^ Biennale di Venezia, l'Esposizione Internazionale d'Arte. L'ho visitata a modo mio, là dove le mie emozioni mi hanno portato.

A volte, nella vita, si gira un angolo e si scopre un universo sconosciuto. Però non si possono girare tutti gli angoli dell'infinito presente. E' necessario fare delle scelte e le scelte che facciamo ci conducono in alcune direzioni e necessariamente cancellano un infinito numero di possibilità che, altre e diverse scelte, ci avrebbero permesso. Però, quelle sono le nostre scelte e, delle nostre scelte, dobbiamo esserne orgogliosi sia per i limiti, sia per gli eventuali errori. Perché non esiste "la punizione per aver sbagliato" (in quanto non esiste un dio padrone che determina una verità), ma esiste il "rimpianto per non averlo fatto" (in quanto esiste la povertà dell'esperienza come mancato arricchimento di noi stessi nella rinuncia ad oltranza).

Marghera, 25 giugno 2009

Espositori al Patavinitas, ieri e domani a Padova dal 11 al 16 settembre.

La religione dei Veneti dal mito all'attualità.

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