Là nel tumulto sibilano spade e lance mentre Atena affronta il possente Ares. Paride incocca la freccia per colpire Achille che nella polvere trascina Ettore.
Vedete? Trump avanza potente con i suoi dazi, Von der Leyen balbetta incerta, Mark Carney ostacola l'avanzata di Trump mentre Macron e Starmer si nascondono per non essere coinvolti. Verso Trump si dirige Xi Jinping. E' la nuova "Guerra di Troia".
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Maggio 2025
cronache della religione pagana

Claudio Simeoni

Argomenti del sito Religione Pagana

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31 maggio 2025

Riflessione sul Daimon e i Demoni
partendo da Agostino d'Ippona nella critica ai medio Platonici
Terza parte (ultima)

Cosa dice il Daimon dell'uomo agli Dèi?

Cosa dice il Daimon degli Dèi agli uomini?

Gli Dèi e gli uomini (e tutti gli Esseri della Natura, di qualunque specie) sono Daimon che si muovono nel tempo e nelle emozioni; costruiscono relazioni; aprono a chiavi di lettura del presente vissuto dagli individui che la ragione, padrona della coscienza degli individui, ignora.

Non esiste, nella teologia cristiana, quanto afferma Agostino d'Ippona quando dice: "l'uomo per la bontà della sua anima" in quanto l'anima, secondo la teologia cristiana, è creata buona da Dio, semmai il corpo dell'uomo "insozza" quell'anima attraverso il "peccato". Pertanto, secondo la teologia cristiana, la bontà dell'anima è scontata, quella che non è scontata è la bontà dell'uomo.

E' indubbio che per i platonici la contraddizione, sottolineata da Agostino d'Ippona, costituisce un problema logico difficilmente risolvibile.

Quando Agostino d'Ippona dice:

"Se con la loro anima libera da ogni impaccio corporale gli dèi possono vedere la nostra anima, non hanno bisogno a tale scopo della mediazione dei demoni; se invece gli dèi dell'etere per mezzo del loro corpo percepiscono le manifestazioni corporali dell'anima, come un discorso, un'espressione del volto, un gesto, e da qui raccolgono le informazioni dei demoni, possono anche venire ingannati dalle menzogne di questi."

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 412

Gli Dèi, che piaccia o meno a Agostino d'Ippona o ai medio platonici, sono Daimon che abitano il mondo e, a differenza degli Esseri della Natura, non sono divisibili fra corpo fisico o corpo di energia (neutra, priva di coscienza di sé) e struttura emotiva che forma il Daimon. Sono unici in un corpo di energia emotiva, un Daimon.

Le relazioni che costruiscono sono relazioni con i Daimon degli Esseri della Natura (riferendoli al nostro caso).

La difficoltà di Agostino d'Ippona è quella di voler considerare come reali le forme degli Dèi come descritte dai poeti, uomini divinizzati, o qualche cosa di simile. Non è in grado di superare la forma attraverso la quale i poeti scrivono le loro storie, dalla rappresentazione simbolica della storia. E' come se effettivamente Agostino d'Ippona credesse che davvero gli antichi pensavano che Atena fosse nata dalla testa di un corpo fisico di un Dio che si chiamava Zeus.

Gli Dèi, Daimon, si relazionano col Daimon degli Esseri della natura.

Ho detto che il Daimon viene costruito e forgiato dai singoli Esseri della Natura attraverso le azioni che intraprendono con i loro corpi nel vivere quotidiano. Il Daimon di ogni singolo Essere si trasforma giorno dopo giorno, esattamente come il Daimon degli Dèi. Le azioni del corpo trasformano il Daimon e il Daimon, che si relaziona con il Daimon degli Dèi, è ogni giorno diverso. Come è diverso il Daimon di ogni singolo Dio che si trasforma a sua volta nelle relazioni che mette in atto nella propria esistenza.

Pertanto, non esistono relazioni fra i corpi degli uomini e gli Dèi, ma esistono solo relazioni fra Daimon. Gli Dèi non giudicano le azioni dei corpi, ma solo le trasformazione dei Daimon dei soggetti che possono essere a loro favorevoli o meno. Possono favorire alcuni Dèi e non altri, o possono presentarsi anche con manifestazioni che gli Dèi possono ritenere necessario combattere.

Un Daimon non inganna mai un altro Daimon. Chiunque esso sia. La ragione, con la sua descrizione e la sua forma, ha in sé anche il concetto di inganno, ma il Daimon è emozione, plasmata e compattata, e l'emozione plasmata è sempre sé stessa.

Scrive Agostino d'Ippona:

Inoltre, mi piacerebbe sapere da costoro: i demoni hanno annunciato agli dèi che le invenzioni poetiche di crimini divini non piacevano a Platone, e hanno nascosto che invece piacevano a loro? O l'hanno celato, preferendo lasciare gli dèi all'oscuro di tutta la faccenda? Ancora: hanno rivelato tutto, la religiosa prudenza di Platone verso gli dèi e la irriverente dissolutezza di quelli? O infine hanno voluto nascondere agli dèi il pensiero di Platone, secondo cui egli non volle che gli dèi fossero diffamati con falsi crimini da una sfrenata empietà, e non si sono vergognati o non hanno temuto di manifestare la malvagità con cui amano i ludi scenici, che celebrano quelle ignominie divine?

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 412

Le domande che si pone Agostino d'Ippona non sono solo esercizio di retorica in un ambito ontologico in cui Agostino d'Ippona impone come oggettive le proprie categorie soggettive di giudizio, ma partono dal presupposto che ciò che Agostino immagina sia una realtà oggettiva del divino condivisa da tutti i suoi ascoltatori.

La realtà degli Dèi non è quella che la superstizione, ferma nella forma antropomorfica dei poeti, vuole definire. La morale degli Dèi e del divino non è la morale del possesso e della sottomissione che Agostino d'Ippona vuole affermare come oggetto. La trasformazione degli uomini in oggetti da possedere, concetto propro dell'ideologia platonica, è una cosa che gli Dèi aborrano perché la qualità del Daimon degli uomini, che hanno soggettivato la sottomissione, è un Daimon povero e miserabile incapace di abitare il mondo. Platone non è "timoroso nei confronti degli Dèi", Platone è un "teorico della dittatura del più forte sul più debole" e, come tale, un saccheggiatore della religiosità delle persone.

Il pensiero di Platone non è nascosto agli Dèi perché il Daimon degli Dèi afferra gli effetti sul Daimon degli Esseri Umani che si sottomettono al pensiero di Platone. Sia quando pensano sé stessi come padroni di uomini, sia quando pensano sé stessi come schiavi sottomessi ad altri uomini.

Una cosa va detta sul corpo luminoso che gli uomini e le donne costruiscono e che gli antichi chiamavano Daimon: quanto, dell'azione e della conoscenza costruita indipendentemente dal corpo fisico mediante la percezione soggettiva nel mondo in cui il Daimon abita è in grado di superare la barriera della ragione e di giungere alla coscienza trasformandosi in informazione utile agli uomini e alle donne per affrontare le proprie condizioni di vita nel loto quotidiano?

C'è una condizione, che chiamiamo "potere" dell'individuo, quando mediante le sue azioni costruisce il proprio Daimon; c'è un grado di crescita del Daimon, che chiamiamo "potere", dato dalla capacià dell'individuo di dirigere la direzione della costruzione e lo sviluppo del proprio Daimon facendo affluire alla propria coscienza razionale le intuizioni forgiate dal propri Daimon affinché contribuisca ad alimentare le proprie strategie d'esistenza nella propria quotidianità.

La vita razionale, quotidiana, degli Esseri Umani è diversa dalla vita del proprio Daimon. Le due vite viaggiano su binari paralleli, ma non possono essere separate perché l'una si riversa nell'altra e viceversa.

Esiste un modo per abitare il mondo nella dimensione razionale che aiuta il Daimon e la comunicazione emotiva fra la consapevolezza del Daimon e la coscienza razionale. Esiste un modo (esaltazione di sé stessi, arroganza, negazione dell'altro) che nega e blocca la comunicazione della consapevolezza del Daimon con la propria coscienza.

La morale di Agostino d'Ippona non è la morale degli uomini, è la morale dello schiavista che cerca di legittimare il proprio possesso delle persone e questa morale non ha diritti nel mondo degli Dèi o nel mondo dei Daimon.

Scrive Agostino d'Ippona:

A queste quattro domande che ho posto, scelgano la risposta che preferiscono e, quale che sia la loro scelta, considerino in che cattiva luce vengono a trovarsi gli dèi buoni. Se infatti scelgono il primo caso, dovranno riconoscere che non è stato possibile agli dèi buoni stare dalla parte del buon Platone, quand'egli rifiutava le offese contro di loro, mentre sono stati con i demoni malvagi quando essi esultavano per quelle offese gli dèi buoni infatti conoscevano un galantuomo posto lontano da loro solo tramite i demoni malvagi, mentre non conoscevano questi ultimi, pur essendo vicini. Nella seconda ipotesi, si afferma che i demoni nascosero completamente agli dei e la religiosissima legge di Platone e il loro piacere sacrilego; ma che utilità possono trarre gli dèi dalla mediazione dei demoni per quanto riguarda la vita umana, se non conoscono le scelte della religione degli uomini buoni contro la dissolutezza dei malvagi demoni?

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 412-413

Le soluzioni fantasiose di realtà fantasticate portano con sé molte ambiguità. Al giorno d'oggi diremmo che "il cinema è magia" e con questa frase tolleriamo discrepanze e ambiguità della rappresentazione cinematografica rispetto alle dinamiche logiche della realtà che viviamo. Quando viene elaborata un'idea fantastica, come quella di una relazione fra Demoni e Dèi che esula da ogni dato reale della vita degli uomini, si è costretti ad adattamenti illogici che si prestano ad osservazioni e a critiche. Solo che, anziché criticare le dinamiche interne di un fantastico che non rispecchia la realtà, si deve opporre la realtà a quel fantastico sempre e solo se si è in grado di definire una realtà alternativa al fantastico proposto. Cosa che Agostino d'Ippona non è proprio in grado di fare.

Gli Dèi non sono buoni: gli Dèi vivono. Solo gli uomini possono essere, o sono, malvagi, perché la loro violenza non soddisfa i loro bisogni esistenziali, ma i loro bisogni di dominio. La malvagità si misura dalla necessità di dominare, di possedere contro la volontà dell'altro di non essere posseduto o di possedere a sua volta.

Dire che Platone è buono è solo un fantasticare. E' come dire che è buono colui che aziona il gas nelle camere a gas per sterminare le persone. E' la stessa cosa.

Dire che i Daimon esultano per le offese agli Dèi è solo un fantasticare: le parole non toccano gli Dèi. Solo nel cristianesimo e nell'ebraismo il loro Dio è parola, logos, verbo. Questo perché cristianesimo ed ebraismo non nascono come relazioni fra l'uomo e il divino in cui l'uomo vive, Al di là di come lo si possa pensare o descrivere, ma nascono come sistemi di dominio delle società degli uomini che sono regolate dalla parola con cui controllare morale e sentimenti.

Platone rifiutava le offese contro gli Dèi? Ma se ne aveva distrutto la percezione del loro essere nella realtà vissuta in nome della sottomissione della realtà all'azione di un "Artefice", di un Dio assoluto, trasformando gli uomini in schiavi, sottomettendo la donna considerandola malvagia, manipolando l'infanzia in nome dell'obbedienza, inventando l'eugenetica malvagia per allevare uomini come bestiame, negava la sessualità umana in nome d una "castità" che ne uccideva le emozioni. Tutte azioni che rendevano debole e malato il Daimon dei singoli individui.

L'azione dello schiavista, Agostino d'Ippona, lo chiama "buono", l'azione dello schiavo che rivendica i diritti di Essere Umano vengono chiamati "malvagi" perché si ribella alla volontà di Dio che lo vuole schiavo.

Scrive Agostino d'Ippona:

Se scelgono la terza ipotesi e rispondono che non solo gli dèi hanno conosciuto tramite il messaggio dei demoni il pensiero di Platone contro le offese rivolte agli dèi, ma pure la loro malvagia esultanza per queste offese, ci si può domandare: questo è un annuncio o un insulto? Gli dèi, venendo a conoscenza di entrambi i fatti, non solo non allontanano da sé i demoni malvagi, che bramano e compiono azioni contrarie alla dignità divina ed alla religione di Platone, ma arrivano al punto di trasmettere i propri doni al buono e lontano Platone proprio per mezzo di quelli, cattivi e vicini. Infatti l'ordine degli elementi presenta in certo senso una concatenazione tale che gli dèi possono essere in contatto con coloro dai quali vengono ingiuriati e non con colui dal quale sono difesi e, pur essendo a conoscenza di entrambi, non riescono a spostare le masse dell'aria e della terra.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 413

Il pensiero schiavista di Platone è un'offesa per gli uomini, non per gli Dèi. Il pensiero, manifestato mediante parole, coinvolge esclusivamente la società umana dove le parole offendono e sono premessa e conseguenza delle aggressioni. Aggressioni che vengono legittimate mediante parole.

Per un cristiano dire al suo Dio: "Dio porco"; viene percepita dal cristiano come un'offesa al suo Dio. In realtà, per essere un'offesa al suo Dio, il suo Dio dovrebbe esistere e il cristiano non dimostra l'esistenza del suo Dio, ma dimostra solo che lui "crede" che il suo Dio esista. Solo che esiste la sottomissione e le offese fatte dalla credenza dell'esistenza del suo Dio che giustificano la violenza sugli uomini ad opera dei cristiani. Dunque, il "porco Dio" non è rivolto ad un'entità che non esiste, ma alla volontà d'odio del cristiano che il cristiano giustifica con la "volontà del suo Dio" che abita nei suoi deliri.

Gli antichi dicevano che "le offese fatte agli Dèi, riguardano gli Dèi" proprio per allontanare la sopraffazione umana su uomini che manifestavano i loro sentimenti in contrapposizione a sentimenti diversi.

Agostino d'Ippona non considera sé stesso malvagio nell'affermare "buono Platone". Eppure, Agostino d'Ippona sta manifestando tutta la sua malvagità in quanto, chiamando buona la malvagità di Platone, manifesta lo scopo di "essere in continuità ideologica con Platone" e di proseguire la sua malvagità, magari chiamando buono il Macellaio di Sodoma e Gomorra o quell'assassino che si vanta di aver macellato l'umanità col diluvio universale. Un individuo che Agostino d'Ippona chiama Dio e al quale vuole costringere gli uomini ad avere paura e sottomettersi.

Scrive Agostino d'Ippona:

La quarta ed ultima ipotesi è la peggiore. I demoni avrebbero annunciato agli dèi le invenzioni delittuose dei poeti intorno a loro, le indegne sconcezze del teatro, la propria ardente passione e il più delizioso piacere che essi provano in tutte le cose, e poi avrebbero taciuto il pensiero di Platone, che con la serietà di un filosofo volle allontanare tutte queste cose dal migliore degli Stati. Se questo è vero, come accettare che ormai gli dèi buoni si vedano costretti a conoscere per mezzo di tali messaggeri le cattive azioni dei più malvagi, cioè non di altri uomini, ma di loro stessi, e, al contrario, non sia loro concesso di conoscere le buone azioni dei filosofi, pur essendo le prime un oltraggio, le seconde un onore?

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 413

La farneticazione delirante. La sconcezza di Zeus che amando Latona genera nella vita degli Esseri il principio femminile, Artemide saettatrice, e il principio maschile, Apollo Arciere. O la sconcezza di Zeus che amando Temi genera Dike, la giustizia fra gli uomini, Eunomia, la legge che libera anziché la legge che imprigiona, Irene, la pace. O la sconcezza di Hera che da sola partorisce Efesto per opporre un'uguale forza devastatrice all'intelligenza progettuale che Zeus ha partorito dalla sua testa.

I poeti hanno raccontato la vita che si è dispiegata da quando dal Caos si è dischiuso l'uovo ed Eros ha dispiegato le sue ali permettendo alla materia di diventare cosciente di sé, trasformarsi e portare alla nascita della vita.

E l'emozione, Urano Stellato, alimenta la coscienza nella materia inconsapevole e la coscienza manifesta la propria volontà d'esistenza.

Raccontare non è la stessa cosa che abitare. Per raccontare servono forme comuni a chi parla e a chi ascolta. Così nell'immaginario fantastico Zeus generatore viene descritto come un uomo possente ed Hera, la Natura, con i caratteri di "madre" generatrice.

Si ascoltano storie e racconti che trasmettono modelli attraverso i quali il presente è venuto in essere, ma nessuna persona, delle antiche religioni, ha mai pensato che Zeus fosse un uomo o Hera una donna. Questo immaginario, costruito nella superstizione di filosofi che ignorano i fondamenti del pensiero simbolico e anelano a dominare gli uomini, si è trasformata nell'idea infantile del Dio dei cristiani "creato ad immagine e somiglianza dell'uomo".

Nessun delitto fu mai commesso dagli Dèi perché nessun essere più debole fu fatto schiavo dagli Dèi. Dal Dio degli ebrei e dei cristiani sì, ma non dagli Dèi. Da Platone sì! (sembra che sia stato anche venduto come schiavo, non si è ribellato, ha accettato la logica schiavista fintanto che non è stato comperato). Platone, che voleva costruire società in cui gli uomini fossero costretti a vivere nella condizione della loro nascita, è stato un individuo malvagio.

Detto questo, effettivamente i medio platonici avevano molti problemi nel presentare il loro universo religioso tripartito in Dèi, Demoni e Uomini. Avevano molti problemi nel voler attribuire una funzione agli Dèi, una funzione ai Demoni e una funzione agli uomini. Costruire ideologie finalizzate al dominio dell'uomo sull'uomo implica sempre un numero infinito di contraddizioni. Ne sanno qualche cosa gli stoici quando furono costretti a modificare il loro pensiero per effetto della critica degli scettici di Carneade.

Ogni vivente costruisce il proprio corpo luminoso, il daimon che è e che diventerà trasformandolo.

Se vedessimo il mondo attraverso i soli "occhi" del Daimon che siamo, noi non saremo una forma umana, ma una sorta di palla più luminosa di quanto ci circonda. Il mondo sarebbe formato da "palle luminose" un infinito numero di altri Daimon. Quella palla luminosa, quel Daimon, che costruiamo nel coro della nostra vita, è l'unica forza che ha la possibilità di sopravvivere alla morte del nostro corpo fisico (il mondo del tempo e dell'emozione si percepiscono anche attraverso altre strutture, ma qui basta questo).

Il Daimon di ogni uomo porta con sé la volontà d'esistenza di ogni uomo e di ogni donna. Il Daimon negli Esseri Umani può essere ucciso solo dalla sottomissione. Solo dalla fede nella provvidenza di un soggetto esterno. Viene ucciso ogni volta che un essere umano prega qualche cosa che ritiene superiore.

L'uomo buono, per Agostino d'Ippona, è colui che uccide il Daimon dentro di sé e si prostra davanti al suo Dio. L'uomo buon di Agostino d'Ippona non ha futuro oltre la morte del corpo fisico. Per questo, quando è vicino alla morte, disperato, supplica il suo Dio di dargli una seconda possibilità dopo aver sprecato la propria vita.

L'uomo buono, per i poeti e per gli Dèi, è l'uomo che cerca giustizia, che disprezza la violenza sui più deboli e disprezza la violenza delle persone che giustificano la violenza con il "diritto" all'obbedienza.

Il mondo è fatto di Daimon. Pochi, fra gli Esseri Umani, sono coloro che hanno educato la loro coscienza ad aprirsi all'intuizione e alle sensazioni con cui il loro Daimon interviene nella loro quotidianità.

 

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30 maggio 2025

Riflessione sul Daimon e i Demoni
partendo da Agostino d'Ippona nella critica ai medio Platonici
Seconda parte

Agostino d'Ippona dice che i medio platonici affermano:

Tutti gli esseri viventi, che hanno un'anima razionale, secondo i platonici possono essere suddivisi in tre gruppi: dèi, uomini, demoni. Gli dèi occupano il posto pi&ùgrave; alto, gli uomini il pi&ùgrave; basso, i demoni quello intermedio. Gli dèi infatti risiedono in cielo, gli uomini sulla terra, i demoni nell'aria. Alla diversa dignità dei luoghi corrisponde una diversa natura. Pertanto gli dèi sono superiori agli uomini e ai demoni; gli uomini sono inferiori agli dèi e ai demoni per l'ordine degli elementi e per la differenza dei meriti.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 402

Il modello gerarchico, di un antropocentrismo esasperato, è il modello di realtà ontologica che passa dal medio platonismo al cristianesimo. Agostino d'Ippona non mette in discussione il modello gerarchico dei medio platonici, ma vuole ridefinirne i contenuti. L'Artefice di platonici diventa il Dio di Agostino; gli Dèi diventano gli angeli; i demoni assumono una valenza negativa e gli uomini rimangono, sia per i platonici che per i cristiani, i giocattoli con cui si divertono gli Dèi, Dio, Artefice, Angeli e Demoni. Il concetto di Platone secondo cui gli uomini vanno allevati, come il bestiame, in funzione delle necessità dello Stato (governato da lui, dai filosofi), viene elevato a volontà di Dio che, in questo modo e per questa funzione, avrebbe creato gli uomini.

Tutto questo separato dalla Natura perché, secondo tutti loro, solo costoro hanno "un'anima razionale" mentre, secondo sempre costoro, la Natura non ha un'anima razionale.

La Terra stessa cessa di essere una divinità; il Sole cessa di essere una divinità; la Natura cessa di essere composta di divinità per diventare un semplice ornamento alla relazione di coloro che hanno "un'anima razionale" organizzati in una struttura gerarchica di dominio che, guarda caso, riflette la struttura gerarchica della società che da "necessità sociale" diventa "manifestazione della volontà di Dio".

Prima dell'arrivo dell'ontologia dei platonici e dei cristiani poi, nessuno ha mai pensato che gli Dèi fossero perfetti. Gli Dèi erano pensati come soggetti a passioni come nel Dionisismo, nell'Orfismo, nei Misteri di Eleusi, nei racconti Esiodei o Omerici. Gli Dèi sono sempre stati Esseri in trasformazione e il concetto di "perfezione" arriva soltanto quando la filosofia intende porre fine alle trasformazioni della vita, in funzione di un dominio della vita stessa, che chiama "verità".

Gli Dèi hanno passione, sentimenti, emozioni, desideri e, dunque, gli Dèi sono dei Daimon perché, con tutti gli Esseri dell'Universo, si presentano col loro Daimon in relazione al Daimon di ogni altro Essere dell'Universo. Sia se si tratta di una galassia o di un virus (non riesco ad immaginare qualche cosa di pi&ùgrave; piccolo cosciente di sé).

Gli Dèi sono coinvolti nelle vicende umane allo stesso modo in cui gli uomini e gli Esseri della Natura sono coinvolti nelle vicende divine.

Gli Dèi non chiedono venerazione.

Anche questo sembra un concetto sconosciuto per chi immagina condizioni ontologiche nella realtà del mondo.

Gli Esseri Umani, come ogni altro Essere della Natura, costruisce delle relazioni con gli Dèi; "patti alla pari". Se volete, chiamateli contratti. Se volete, chiamateli accordi.

Questo concetto di relazioni con gli Dèi c'è sia in Omero che in Esiodo. Inoltre, questo concetto viene sottolineato a Roma dove il "contratto con gli Dèi" diventa centrale nelle relazioni religiose. E' questo tipo di concetto che ha portato alla nascita del concetto giuridico di uguaglianza degli uomini con gli Dèi; del singolo individuo con lo Stato.

Il mondo che noi abitiamo è un mondo di Daimon, di corpi luminosi, che, dato un potenziale alla nostra nascita, noi plasmiamo giorno dopo giorno attraverso la nostra esperienza. Anche con esperienze che la nostra ragione non registra o ignora.

Immaginate di camminare in una piazza affollata e di dover raggiungere un obbiettivo. Camminate fra persone sconosciute, alcune le ignorate, altre le guardate. Se trovate un conoscente o un amico lo salutate, scambiate qualche parola e poi riprendete il vostro cammino. Ora, immaginate questa piazza piena di Daimon e voi la state attraversando.. Il Daimon che siete ha un obbiettivo, l'essere partorito alla morte del corpo fisico. Deve raggiungere quella meta. Cammina fra Daimon sconosciuti, alcuni vengono ignorati, con altri costruisce delle relazioni. Scambia sensazioni emozioni, progetti, intenti, desideri e poi prosegue il suo cammino come tutti gli altri Daimon di quella piazza proseguono il loro cammino.

Questa è la vita. La ragione, la razionalità, ignora, diciamo, il 90% di quanto vive il Daimon mentre, al contrario, il Daimon viene influenzato nelle sue trasformazioni anche dalle scelte della "razionalità" che abita il mondo specifico della forma e della descrizione attraverso il corpo di un individuo della Natura..

Il Daimon è incontrollabile da un potere esterno al soggetto perché il Daimon è il divenuto del soggetto. Un divenuto soggettivo proiettato in un divenire che modifica, negandolo, il presente vissuto. L'intento e il desiderio per il daimon si trasforma è interno al daimon soggettivo e ogni progetto e scopo imposto dall'esterno è vissuto come una violenza.

Il concetto opposto al concetto di "daimon", "corpo luminoso" è il concetto di "anima". Il concetto di "anima" è assolutamente controllabile dal potere sociale in quanto l'anima non è un oggetto che qualifica il soggetto, l'uomo o la donna, ma è proprietà di Dio, per estensione del potere sociale, che ordina la qualità morale dei comportamenti in funzione dell'anima degli uomini subordinati in funzione dell'affermazione del proprio dominio su di loro.

Continua a scrivere Agostino d'Ippona:

Se questo è vero, a codesti dèi buoni è pi&ùgrave; noto il demone per la vicinanza del suo corpo, che l'uomo per la bontà della sua anima. E' questa però una necessità davvero deplorevole, o piuttosto una vanità ridicola e detestabile, per non vanificare la divinità! Se con la loro anima libera da ogni impaccio corporale gli dèi possono vedere la nostra anima, non hanno bisogno a tale scopo della mediazione dei demoni; se invece gli dèi dell'etere per mezzo del loro corpo percepiscono le manifestazioni corporali dell'anima, come un discorso, un'espressione del volto, un gesto, e da qui raccolgono le informazioni dei demoni, possono anche venire ingannati dalle menzogne di questi. Se invece gli dèi, per la loro divinità, non possono essere ingannati dai demoni, quella medesima divinità non può neppure ignorare le nostre azioni!

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 412

Il concetto di "Dèi buoni" è un concetto platonico e neoplatonico, dopo che gli Dèi sono stati privati dei loro desideri e delle loro passioni di vita descritte dai poeti.

Per i filosofi platonici, gli Dèi hanno cessato di abitare il mondo e di vivere nelle contraddizioni del mondo. Sono stati idealizzati come "Dèi buoni" dove la loro bontà è solo melassa spalmata sulle illusioni nella vita degli uomini.

Una volta che si è costruita l'idea del "Demone" come oggetto estraneo agli uomini, la gerarchia platonica, medio platonica e la gerarchia cristiana convergono nel controllare gli uomini.

Il Daimon egli Esseri Umani, di ogni singolo Essere Umano si relaziona con gli Dèi. E' un Dio esso stesso che governa il sorgere dei singoli Dèi nella coscienza dell'uomo e della donna a seconda della qualità delle contraddizioni che la sua struttura emotiva, il suo Daimon, deve affrontare.

---fine Seconda Parte----Continua

 

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29 maggio 2025

Riflessione sul Daimon e i Demoni
partendo da Agostino d'Ippona nella critica ai medio Platonici
Prima parte

Ho preso un capitolo di Agostino d'Ippona dal libro VIII per parlare dei "demoni" come percepiti anticamente e come percepiti oggi. Già Agostino d'Ippona ne ha parlato diffusamente partendo dal "demone di Socrate" alimentando superstizioni che già Platone alimentava e che sono andate, nel corso dei secoli, a radicalizzarsi fino a costruire teorie demonologiche dimentiche dell'origine della questione.

Il capitolo che voglio prendere in considerazione è un capitolo che mi riguarda personalmente, vissuto attraverso l'esperienza personale che è negata ad ogni cristiano e ad ogni persona che ha la necessità di riconoscere qualcuno "superiore a lei" al quale sottomettersi.

Se ti sottometti ad un'entità superiore, alla quale attribuisci potere di determinazione sulla tua vita, non incontri gli Dèi e non puoi analizzare il meccanismo e le condizioni attraverso le quali incontrarli. Un individuo che si sottomette ad un'autorità superiore è come un Mosè che attende le parole di Dio, o come la "pastorella" intossicata da erbe primaverili che pensa di vedere la madonna per come l'hanno descritta durante la violenza che ha subito a catechismo.

Ed è la stessa condizione che sta spacciando Agostino d'Ippona che immagina la presenza degli Dèi come lui vende le apparizioni di Gesù.

Prima di Platone, il daimon, il demone, altro non era che l'aspetto divino di ogni Essere, uomini e donne, animali, piante, Dèi e altri Esseri di sola energia. Con Platone l'uomo viene separato in corpo e anima e viene cancellato il suo "daimon" che, anziché essere una parte indistinguibile degli Esseri della Natura, assume il ruolo di un soggetto esterno agli Esseri della Natura che tenta di impossessarsi dei corpi e delle coscienze degli Esseri della Natura. Degli Esseri Umani in particolare.

Anche se Platone fa questa operazione culturale, nel suo tempo e per molti secoli, quest'operazione fallisce per essere ripresa dall'ebraismo, dal neoplatonismo e dal cristianesimo che devono dare importanza al concetto di anima, come oggetto con cui Dio controlla l'uomo, piuttosto che al concetto di daimon che rappresenta la manifestazione soggettiva della volontà degli Esseri della Natura.

Il daimon degli Esseri della Natura non è un prodotto culturale, una descrizione intellettuale. Il daimon è il potere emotivo degli Esseri della Natura. Il potere con cui gli Esseri della Natura entrano in relazione e in sintonia al di là della specie o della forma fisica con cui abitano il mondo.

Il daimon è anche Esseri di "sola energia", privi di un corpo fisico, a cui non gli frega assolutamente niente di impossessarsi dei corpi fisici. Non sarebbero che farsene. Il daimon definisce la natura intima di ogni Dio. Il daimon definisce la natura intima di ogni esistenza che agisce nell'universo. Tutto ciò che è struttura emotiva che agisce, per gli antichi, è un Daimon. Noi stessi siamo un daimon.

Il corpo luminoso è l'essenza di ogni Essere della Natura, non è un prodotto culturale, è un soggetto che vive; non può essere definito culturalmente o intellettualmente. Il corpo luminoso è manipolazione soggettiva delle emozioni espresse ed è la risultante, costruita attimo per attimo, di ogni singolo vissuto, di ogni singola azione, percezione o desiderio del vissuto soggettivo.

Corpi luminosi sono anche Esseri di quella che noi, nel mondo della ragione, chiamiamo di "sola energia" perché, "energia" e "materia" hanno la stessa struttura, organizzata e percepita soggettivamente in maniera diversa. Il corpo luminoso rappresenta la struttura intima di ogni vivente. I corpi fisici non possono esistere senza emozioni; le emozioni si esprimono sempre all'interno di corpi, siano essi di materia o di energia.

L'essenza intima, il daimon, di ogni Essere è composto di emozione e abita il mondo del tempo. Noi stessi abbiamo un daimon, come struttura emotiva, che nutriamo ed alimentiamo attraverso il nostro vivere e questo daimon, che si esprime nella coscienza mediante i sentimenti, percepisce la sua realtà nel mondo del tempo ed è portatore di una triplice conoscenza: quella emotiva, quella del tempo che è presente del passato e già futuro in essere, e quella razionale, descrittiva in cui il corpo agisce e impegna i suoi desideri e soddisfa i propri bisogni.

Normalmente la nostra coscienza è separata dal nostro daimon, dal nostro corpo luminoso, come lo chiamai quando lo scoprii all'inizio degli anni '80 del secolo scorso. Allora, la separazione la chiamai "barriera del GIH" per indicare una sorta di barriera (sia di natura fisica che energetica) che separa la parte razionale, moderna, del cervello dalla parte più antica sede delle emozioni (anche se in seguito mi resi conto che e emozioni abitano tutto il corpo).

La questione è questa, tutti hanno un corpo luminoso, il daimon che sono, sia uomini che annali, piante ed Esseri di energia. Se nella società degli uomini ci presentiamo col nostro corpo fisico, con la parola e con la ragione, davanti al mondo ci possiamo presentare solo col nostro daimon, col nostro corpo luminoso. Quando il corpo luminoso di un essere è forte, condiziona anche le relazioni interpersonali, ma questo è un discorso che non voglio fare ora.

Il corpo luminoso, il nostro daimon, noi lo costruiamo, o dovremmo costruirlo, giorno dopo giorno coinvolgendo le nostre emozioni nella nostra attività quotidiana. La differenza fra il concetto di daimon e il concetto di anima, essenzialmente, è questa: l'anima appartiene a Dio e attraverso l'anima Dio controlla l'uomo, il Daimon è proprio dell'uomo, dell'Essere vivente, è l'essere vivente; si modifica e si trasforma attraverso l'attività del singolo Essere vivente.

Noi costruiamo la qualità del nostro Daimon a seconda delle scelte che facciamo e il nostro Daimon agisce affinché si possano fare le scelte che ne alimentino il percorso di costruzione (o di distruzione, ma questo appartiene ai singoli punti di vista).

Il nostro daimon abita in minima parte la nostra quotidianità razionale, come sensazioni e sentimento più o meno carichi di emozioni, essenzialmente vive la nostra realtà percependola nel mondo del tempo e nel mondo emotivo. Pertanto, la realtà razionale che noi viviamo non è percepita in quella forma dal nostro daimon che percepisce la stessa realtà che viviamo razionalmente, ma nella dimensione delle relazioni emotive che avvengono e nella dimensione del tempo dove, essenzialmente, coglie gli effetti che sorgeranno dalle azioni razionali che abbiamo messo in essere. Coglie una sorta di futuro o una sorta di possibilità. La sua percezione, che sia molto debole o molto forte, nelle persone normali è separata, da quella sorte di barriera nominata sopra, dalla coscienza razionale che usiamo quotidianamente e alla quale il daimon, normalmente, comunica per sensazione e intuizione. Quando quella barriera, per qualche motivo, si rompe, il conoscere accumulato dal corpo luminoso si riversa nella coscienza che descrive quel tipo di conoscere mediante le categorie del condizionamento educazionale che ha ricevuto. Gli ospedali psichiatrici si occupano spesso di questo tipo di deliri. Altri deliri, meno debilitanti, non vengono trattati ma, spesso, le persone affermano di avere visioni o altri fenomeni paranormali.

Per concludere questo discorso, il daimon, per gli antichi, altro non era che la parte divina degli Esseri. Quello che a Roma veniva chiamato Genio o Juno.

Poi arrivano le necessità di Platone di stuprare le persone; togliere loro la determinazione nella loro esistenza; trasformare il daimon in un soggetto a sé alienandolo dalla persona; quanto, nella coscienza, era attribuito alle manifestazioni del daimon viene attribuito ad un oggetto chiamato "anima" di proprietà di un "Artefice" con cui, questo "Artefice", anima un corpo che, altrimenti, secondo Platone, sarebbe stato un cadavere.

Con questa premessa affrontiamo le affermazioni di Agostino d'Ippona che scrive:

VIII,21. Quattro ipotesi sulla mediazione dei demoni.

1. Ciò che veramente è tanto assurdo e indegno è che ci sia bisogno di demoni dell'aria per annunciare agli dèi dell'etere, che hanno cura delle cose umane, il comportamento degli uomini, altrimenti sconosciuto; e questo perché l'etere è sospeso in alto, lontano dalla terra, mentre l'aria è a contatto con 1'etere e con la terra. O sapienza mirabile! Costoro non finiscono col pensare che gli dèi (che vogliono tutti perfetti) si preoccupano anche delle cose umane per non sembrare indegni di venerazione, e poi non le conoscono a causa della distanza degli elementi? In tal modo si ritengono necessari e perciò meritevoli di venerazione i demoni, tramite i quali agli dèi è possibile conoscere le vicende umane e le opportunità di un loro intervento.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 411

Ciò che è indegno e assurdo è mettere al centro dell'universo l'uomo che, secondo Agostino, trova assurdo aver bisogno di demoni per annunciare agli Dèi "dell'etere" il comportamento degli uomini.

L'idea di funzione per... è quanto di più infantile una persona possa pensare di quanto gli sta attorno. Il bambino pensa che il padre e la madre siano in funzione di sé. L'egocentrismo del neonato che ha la necessità di sopravvivere diventa, in Agostino d'Ippona, modello con cui pensare il mondo. Si obbietta che Agostino d'Ippona sta parlando dei medio Platonici come Apuleio. Sono i medio platonici che pensano così. Agostino d'Ippona non contesta la struttura dei medio platonici, ma vuole ridefinirla in funzione del cristianesimo che, come i medio platonici, è altrettanto infantile in quanto, che piaccia o meno, per i cristiani, tutto l'universo esiste in funzione dell'uomo che è immagine e somiglianza del loro Dio.

---fine Prima Parte----Continua

 

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28 maggio 2025

Le tre strategie esistenziali dell'analfabeta

Se un individuo sa solo leggere e scrivere il proprio nome, in un ambiente di persone analfabete appare come una persona di cultura.

Quando quell'individuo entra in un ambiente culturale attivo, il suo saper scrivere e leggere il suo nome e cognome è considerato da ignoranti.

Cosa può fare il nostro "saputo" che sa leggere e scrivere solo il suo nome e cognome?

Ha davanti a sé tre possibilità.

La prima possibilità, è rinchiudersi nell'ambiente di analfabeti dove la sua cultura è riconosciuta.

La seconda possibilità, è mettersi a studiare e accumulare esperienza per elevare la sua cultura.

La terza possibilità, è distruggere la cultura e le persone acculturate in modo che il suo leggere e scrivere il suo nome e cognome possa essere considerata la più alta forma di cultura dell'ambiente.

Queste tre strategie comportamentali le vediamo sistematicamente in atto sia nella società che nei rapporti internazionali.

Cos'è stata la distruzione dell'Iraq, della Siria, della Palestina, della Libia se non l'attività per distruggere un ambiente culturale e ridurlo all'analfabetismo nelle relazioni sociali e internazionali?

In che cosa consiste l'azione dei dazi di Trump se non nel rinchiudersi in un ambiente di analfabeti sociali e internazionali separandosi dal mondo e dalla cultura?

Noi assistiamo spesso, affascinati, alla prima e alla terza possibilità.

Distruggere qualche cosa con le bombe colpisce l'immediato dell'immaginazione: Dio distrugge i malvagi. Quando assistiamo da spettatori non ci si chiede chi ci sia sotto le bombe, si è portati ad ammirare la virilità di chi fa la strage quasi che il potere di distruggere sia il potere del "giusto vendicatore".

E lui trionfa, con la sua cultura, in mezzo alla distruzione della conoscenza dell'altro che viene percepito come il miserabile, il peccatore, l'immondo che si è fatto "fregare".

Lo stesso vale per chi si rinchiude in un mondo di analfabeti.

Quanto coraggio, quanta forza: "Tu a me non vendi e se vuoi vendermi qualche cosa, paghi i dazi!".

Nel mondo degli analfabeti, la cultura non entra. Le porte devono essere sbarrate. Se qualcuno viene identificato come un intruso che cerca cultura, va allontanato perché disturba la pace degli analfabeti.

Le persone che si rinchiudono in un mondo di analfabeti vengono ammirate per la loro cultura. Loro hanno imposto con la forza l'impedimento agli altri di invadere il loro territorio. Lo spettatore immagina che abbiano una grande cultura segreta da proteggere e da difendere. Lo spettatore non immagina che stanno difendendo solo il loro analfabetismo fissando un presente per paura che quel presente possa modificarsi.

E' Dio che ha scelto gli analfabeti per stupire le persone di cultura, renderle timorose perché nessuno si deve vantare davanti a Dio: l'analfabeta.

La seconda possibilità è la più complessa. Facile parlare del singolo individuo che si impegna ad elevare la propria cultura, più difficile parlare di un'intera popolazione che inizia ad intraprendere un simile viaggio non conoscendo né la strada, né la meta, ma soddisfacendo solo il bisogno di affermare sé stessi nel momento presente consapevoli che il momento presente è il grado di modificare il momento successivo.

Non si vedono atti eroici. Però, spesso si assiste alla sofferenza che la trasformazione richiede.

L'analfabeta dice: "Vedi che criminale, impone sofferenza. Bastava non fare nulla e non c'era sofferenza!"

Accumulare esperienza impone azione anche quando l'azione non è seguita immediatamente da un qualche risultato e sembra vuota. L'azione per modificare sé stessi e il proprio ambiente è sempre dolorosa, ma è un dolore che porta fuori da una situazione di sofferenza, di analfabetismo, anche quando la sofferenza non è percepita come tale.

Mille azioni, qualche volta, apparentemente senza scopo, convergono per formare un nuovo e diverso presente. Nell'azione e nel convergere, chiunque ha partecipato a quell'azione non è più lo stesso che ha iniziato quell'azione.

Come non lo è quella popolazione che ha voluto provare a fare qualche cosa. Ha dissodato il terreno, ha piantato alberi, ha atteso che costoro crescessero proteggendoli dalla siccità e dalle alluvioni. Apparentemente non guadagnava nulla nel presente. Gli alberi crescevano e la terra diventava fertile.

Ogni azione non portava nessun beneficio nell'immediato.

Poi, un giorno, dopo che lo spettatore si è distratto perché annoiato, si affaccia alla finestra e vede un diverso panorama; una diversa struttura economica; una diversa società con una diversa cultura.

Non è più la società fatta di contadini con i piedi nel fango, ma usano trattori, trebbiatrici e hanno costruito magazzini per stoccaggio delle merci. Hanno costruito missili e inviano satelliti nello spazio.

Il mondo nuovo si costruisce giorno dopo giorno, ma agli occhi dello spettatore appare all'improvviso.

Lo spettatore si sveglia da un lungo sonno mentre sognava di rinchiudersi nel proprio mondo o di avanzare fra le rovine di civiltà culturali che non dovevano vantarsi davanti a Dio.

Tre strategie stanno davanti a chi sa leggere e scrivere solo il proprio nome e cognome. Il futuro dipenderà da quale strategia adotterà chi sa scrivere solo il proprio nome e il proprio cognome.

In fondo, ognuno di noi sa solo scrivere il proprio nome e cognome: quale strategie vogliamo adottare per il futuro?

Alla fine del nostro ciclo, tutti noi moriamo.

Alcuni lasciano il segno del proprio vissuto, altri lasciano solo una montagna di rovine e di cadaveri.

Quanto è grande il Dio dei cristiani mentre si immagina di camminare glorioso fra i cadaveri degli uomini che ha sterminato per la propria gloria.

Sentirsi Dio onnipotente. Immobile, immodificabile, perfetto.

 

28 maggio 2025

Uso dei sondaggi come propaganda nazi-fascista

Le previsioni dei sondaggisti sono fatte su un campione limitato e circoscritto di persone, però, anche se si tratta di risultati elettorali locali, i dati delle grandi città confliggono in maniera pesante con le previsioni date da questi "professionisti della propaganda nazi-fascista".

Davano Fratelli d'Italia al 30% e il Partito Democratico al 22% (arrotondo).

In tutte e quattro le città in cui si è votato, il Partito Democratico ha superato di parecchio Fratelli d'Italia (anche più del doppio di voti).

Si può osservare che in tutte le città le liste civiche hanno assorbito molti voti, ma questo vale per tutti i partiti.

Sta di fatto che, osservando queste elezioni, la coalizione di governo a guida Meloni è ampiamente minoritaria.

Riporto nell'immagine il sondaggio generale diffuso attorno al 20 maggio e i risultati elettorali del 26 maggio a Genova che mi sembrano i più significativi dal momento che Genoa era governata dalla destra fascista.

Io ho maturato la convinzione che i sondaggi, a parte qualche caso, non dicono ciò che gli italiani (ma vale anche per i francesi, gli australiani o i canadesi) pensano, ma dicono cosa i sondaggisti vogliono che gli italiani pensino.

 

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27 maggio 2025

Le manifestazioni nazi-fasciste di Hong Kong:
Jimmy Lai e i cristiani assolutisti

Se noi riflettiamo, i paesi occidentali, ideologicamente cristiani, non hanno amici. Nessun paese del mondo è amico di un paese occidentale cristiano.

I paesi del mondo sono intimoriti dalla Francia, dall'Inghilterra, dalla Germania, dall'Italia. Commerciano con loro in uno stato psicologico di inferiorità. Spesso sono costretti a rinunciare alle loro risorse per difendere una condizione di spravvivenza.

Nessun paese del mondo è amico dei paesi occidentali ideologicamente cristiani.

Nemmeno i paesi occidentali cristiani sono amici fra di loro. Gli USA considerano l'Europa dei servi e a loro volta, i paesi europei si relazionano con gli altri paesi come con i loro servi.

Il "sistema di vita USA" deve essere mantenuto dal mondo perché tutto il mondo deve essere al servizio degli USA. Tutti devono comperare il debito USA perché, altrimenti, gli USA sono falliti. La loro ricchezza è nulla.

Tralascio di parlare dei rapporti sociali interni dove i paesi ideologicamente cristiani non solo hanno costruito una percentuale molto alta della popolazione costretta a vivere nella miseria, ma hanno fatto della miseria sociale un ideale da alimentare e proteggere: le persone non devono uscire dalla miseria.

E' interessante, a questo proposito, l'ultimo tetativo occidenae di detabilizzazione della Cina che, da salvatore del disastro economico costruito dagli USA nel 2007, è diventata l'alternativa economica all'occidente in aperta concorrenza commerciale con gli USA.

Si trattava di destabilizzare la struttura economica e sociale dell'ex colonia inglese di Hong Kong.

L'ex colonia inglese di Hong Kong, scaduto il contratto imposto dagli inglesi alla Cina, tornava a riunirsi alla Cina continentale.

Solo che gli abitanti di Hong Kong non erano cresciuti in un regime di uguaglianza sociale, ma erano stati manipolati, fin dalla nascita, dai cristiani. Costretti ad identificarsi con Dio e nella prspettiva di essere padroni di altri uomini come metodo per affrontare le proprie condizioni di vita, mal tollerano i princpi di uguaglianza che impongono a tutti uguali diritti e uguali doveri.

"Io voglio essere libero come Dio di essere padrone di uomini!". Si chiama "liberalismo" che permette ad alcuni di scalare la gerarchia sociale, considerandosi uguali a Dio, ma costringe i molti a sottostare alla gerarchia.

L'idea sociale ha la sua base nel cristianesimo e fu il cristianesimo (chiesa cattolica, evangelici e altri) a fomentare la lotta contro l'uguaglianza ad Hong Kong.

La chiamano democrazia, il diritto di possedere persone e di trafficare in esseri umani.

Chi è educato nel cristianesimo si ribella alla gerarchia solo quando viene costretto ad essere schiavo di essa, ma non combatte il sistema gerarchico, combatte il gerarca per prendere il suo posto o garantirsi un posto da piccolo gerarca.

La lotta contro l'uguaglianza dei diritti e dei doveri non viene mai promossa da persone di rango sociale medio-basso. Costoro hanno messo in atto i loro adattamenti soggettivi alle condizioni sociali e hanno appreso come muoversi fra doveri a cui adeguarsi e diritti da rivendicare.

La ribellione al principio di uguaglianza viene sempre promossa da chi detiene ricchezza economica, ma scarso potere sociale. Quel potere sociale capace di limitare il loro arbitrio e il loro desiderio di assolutismo.

Costoro sono sempre cristiani. Si identificano col Dio unico e come il Dio unico pretendono di essere al di fuori della legge e al di fuori da ogni regola: la società si deve prostrare al loro delirio di onnipotenza.

Ad Hong Kong è il caso di Jimmy Lai, il miliardario che non vuole sottostare a nessuna regola. Lui è il padrone, tutti si devono inginocchiare davanti a lui.

Jimmy Lai nel 2008, dopo essersi reinventato magnate dell’editoria, entrava nella lista di Forbes dei più ricchi imprenditori di Hong Kong, con un patrimonio di 1,2 miliardi

Un miliardario a cui il denaro e il prestigio sociale non bastavano. Lui era cattolico e come cattolico aspirava al ruolo di Dio di Hong Kong.

Gli abitanti di Hong Kong hanno una forte manipolazione ideologica cristiana e non vivono il principio di uguaglianza dell'uomo con Dio. Se Dio viene ridotto all'uguaglianza con l'uomo, che senso ha identifiarsi con Dio?

Che il tentativo di colpo di Stato ad Hong Kong fosse diretto dalle potenze coloniali per fini di destabilizzazione della Cina, non vi è dubbio.

Quando la rivolta cristiana contro il principio di ugualianza iniziò a venir meno, le potenze coloniali corsero in aiuto agli aspiranti schiavisti di Hong Kong.

Riprendo da Wikipedia (di ispirazione nazi-fascista):

A seguito dell'attuazione della legge sulla sicurezza nazionale, la comunità internazionale ha rivalutato le proprie politiche nei confronti della Cina.
Il 3 luglio 2020, il Canada ha annunciato la sospensione del suo trattato di estradizione con Hong Kong per l'introduzione della legge sulla sicurezza nazionale.
Lo stesso fu fatto poco dopo da Australia, Regno Unito, Nuova Zelanda e Germania. Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato l'Hong Kong Autonomy Act e il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per revocare lo status commerciale speciale della città.
L'Australia ha promesso di fornire visti di "rifugio sicuro" per gli hongkonghesi che erano a rischio di persecuzione politica e ha offerto un percorso per la residenza permanente.
Il British Home Office ha annunciato che a partire dall'inizio del 2021, gli attuali e gli ex titolari del passaporto BN(O) a Hong Kong potranno richiedere il "visto BN(O) Hong Kong" online, consentendo loro di reinsediarsi nel Regno Unito insieme ai loro familiari a carico per cinque anni prima che diventino idonei a richiedere la cittadinanza permanente.
L'Unione europea ha inoltre annunciato piani per limitare l'esportazione di tecnologia che può essere utilizzata per "repressione interna, intercettazione di comunicazioni interne o sorveglianza informatica" a Hong Kong.
Il 7 agosto, gli Stati Uniti hanno annunciato che avrebbero imposto sanzioni a undici alti funzionari di Hong Kong e cinesi, tra cui Carrie Lam, per aver minato la libertà e l'autonomia di Hong Kong.
In risposta, la Cina ha imposto sanzioni a sei legislatori statunitensi e cinque capi di organizzazioni per i diritti umani e gruppi di difesa.

Che l'aggressione schiavista, chiamata democratica, fosse stata orchestrata dalle "potenze ex colonialiste" per contenere lo sviluppo della Cina, sembra che non ci siano dubbi.

Queste "rivolte democratiche" non sarebbero mai ruscite a separare Hong Kong dalla Cina, ma hanno raggiunto lo scopo di alimentare una propaganda internazionale di ostilità e sospetto nei confronti della Cina.

Queste azioni incisero molto sulle elezioni di Taiwan dove i partiti politici assolutisti furono avvantaggiati.

Non ci sono state, né ci sono, analoghe reazioni internazionali al genocidio Palestinese o alle aggressioni di Trump alle università.

Per quanto riguarda la legge sulla sicurezza che tanto ha alimentato l'immaginario dei "democratici", questa è estremamente garantista e nulla ha a che vedere con il terrore dei provvedimenti attuali di Trump e di Musk dove le persone sono sequestrate e deportate nei campi di concentramento in paesi esteri; private di ogni diritto e torturate sistematicamente con detenzioni a tempo illimitato.

L'08 Gennaio 2024 veniamo a sapere che la procura di Hong Kong ha accusato cinque politici e attivisti stranieri di aver congiurato con il tycoon (Jimmy Lai) per sovvertire lo Stato cinese. Due di loro sono gli attivisti britannici Benedict Rogers e Luke de Pulford.

Ora che Trump ha dichiarato guerra con i suoi dazi al mondo e la Cina sembra sia rimasto l'unico paese a difendere il diritto al libero commercio, mi chiedo: con quale faccia i paesi occidentali possano chiedere aiuto alla Cina?

L'attacco ad Hong Kong è fallito. Però serviranno generazioni prima che le persone possano uscire dall'idea della gerarchia da scalare all'idea di uguaglianza dei principi e dei doveri.

Ci sarà sempre qualcuno, che occupando una qualche posizione di potere, pretenderà di essere più uguale nei diritti e meno uguale nei doveri.

Gli USA impongono dazi a tutto il mondo e aggrediscono i paesi del mondo se mettono dazi alle loro merci: gli USA si sentono come Dio e tutti si devono sottomettere.

 

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26 maggio 2025

Agostino d'Ippona, Platone e l'origine della religione cristiana come strumento d'odio

Si chiede Agostino d'Ippona: Come è giunto Platone tanto vicino ai cristiani?

La domanda che Agostino d'Ippona si pone, se allora poteva suscitare interesse e meraviglia, oggi viene conchiusa nella banalità della psicologia delirante.

I deliranti esprimono sempre caratteri comuni e, quando i caratteri comuni dei deliranti provengono da un sostrato culturale comune, hanno fra loro moltissime analogie perché il delirio è espressione di una soggettività che si è elevata al si sopra della realtà in cui il delirante abita.

Leggendo il Parmenide di Platone avevo maturato l'idea che Platone fosse passato dall'Egitto, ma solo perché, nel leggere il Parmenide, avevo messo l'accento su una delle ultime parti secondo cui, vado a memoria, "quando c'è il tutto non ci sono gli altri; quando ci sono gli altri non c'è il tutto" che alimentava l'idea, sviluppata da Hegel, secondo cui l'Essere è il nulla perché, essendo il tutto e l'assoluto, l'unico movimento che gli sarebbe consentito è l'annientamento di sé stesso. Appunto, il non-Essere. Sembrerebbe, invece, che Platone non abbia fatto altro che elaborare idee di Parmenide di Elea che discuteva con i pitagorici a proposito dell'assoluto uno.

C'erano delle strutture culturali comuni fra l'oriente Babilonese-Iraniano e la Grecia?

Quando noi leggiamo Esiodo (VIII secolo a.c.), la Teogonia ricalca lo schema religioso degli Hittiti; la bibbia ebraica, nella sua parte della creazione, è ripresa in toto dalla mitologia Babilonese. E' difficile pensare che gli ebrei, un popolo analfabeta, quando vennero portati a Babilonia e impararono a scrivere nelle scuole babilonesi, non abbiano riscritto a modo loro la mitologia Babilonese adattandola affinché legittimasse il proprio delirio di onnipotenza. Non si tratta solo di aver copiato dalla mitologia Babilonese temi come il Diluvio Universale o quello della creazione, ma anche episodi interpretati in maniera ambigua come quello in cui si racconta della donna nata dalla costola dell'uomo. Nei Babilonesi ha il significato di guarigione con un gioco di parole sul nome di una divinità (vedi Kramer), nell'infantilismo ideologico ebreo l'episodio è appiattito su un significato verbale unico per far nascere la donna dalla costola dell''uomo rendendo, con questo, la donna sottomessa all'uomo come spiegheranno, furbescamente, gli "arguti" padri della chiesa cattolica.

Si potrebbe obbiettare che risulta facile fare queste, probabilmente anche altre, affermazioni oggi con la ricerca culturale come si è sviluppata negli ultimi 300 anni. E' vero. Agostino d'Ippona non ha nessun dubbio sulla sua bibbia, tutto è verità, tutto è assoluto, tutto è manifestazione del suo Dio assoluto e chi non si sottomette al suo Dio assoluto, che violenta e uccide gli uomini, è da condannare. In questo modo, proprio per aver affermato la verità assoluta delle manifestazioni del Dio della bibbia, Agostino d'Ippona si è reso responsabile di ogni genocidio fatto in nome di quel Dio per 2000 anni di storia dell'umanità pretendendo che la sua "filosofia" fosse universale ed eterna. Pertanto, Agostino d'Ippona non ha il diritto di dire "Io non sapevo perché non avevo le informazioni!". In realtà le informazioni le avevi, sapevi che il Dio della bibbia è un assassino, ma hai voluto chiamare buono chi ammazza gli uomini e schierarti nel continuare ad ammazzarli. Non avevi le miei informazioni, ma fra le informazioni che avevi hai fatto le tue scelte.

Scrive Agostino d'Ippona:

Alcuni, che la grazia di Cristo unisce a noi, si sorprendono quando sentono o leggono che Platone ha avuto intorno a Dio idee riconosciute in armonia con la verità della nostra religione. Di qui hanno pensato ch'egli avesse ascoltato il profeta Geremia nel suo peregrinare in Egitto o letto durante quel viaggio i libri dei profeti; ho riportato questa opinione anche in altre mie opere. Ma secondo un calcolo esatto della cronologia storica risulta che Platone sia nato all'incirca cento anni più tardi rispetto all'epoca in cui profetizzo Geremia; e poiché Geremia visse ottantun anni, corrono circa sessantanni dall'anno della sua morte fino al tempo in cui Tolomeo, re dell'Egitto, richiese alla Giudea i libri dei profeti ebrei per farli tradurre da settanta uomini ebrei, che sapevano anche la lingua greca, e tenerli presso di sé.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 397-398

Queste affermazioni di Agostino d'Ippona vengono precisate dallo studioso che ha curato l'opera.

Afferma lo studioso traduttore dell'opera di Agostino d'Ippona:

"Si tratta di un calcolo inesatto per ben due secoli di differenza; la vocazione di Geremia (cfr. Ger. 25,3) si colloca verso il 627 a.C., mentre Platone visse dal 427/8 al 347. Agostino si regola per queste notizie sui Chronica di Eusebio."

Scrive la bibbia:

8 Il sommo sacerdote Chelkia disse allo scriba Safàn: "Ho trovato nel tempio il libro della legge". Chelkia diede il libro a Safàn, che lo lesse. 9 Lo scriba Safàn quindi andò dal re e gli riferì: "I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l'hanno consegnato agli esecutori dei lavori, addetti al tempio". 10 Inoltre lo scriba Safàn riferì al re: "Il sacerdote Chelkia mi ha dato un libro". Safàn lo lesse davanti al re. 11 Udite le parole del libro della legge, il re si lacerò le vesti.

2 Re 22

Nel 18esimo anno del regno di Giosia qualcuno scrive i fondamenti della bibbia, probabilmente su indicazione di Giosia, il macellaio dei culti che non poteva controllare. Distrusse templi, altari, tradizioni diffondendo offese ed ingiurie (come quella del sacrificio dei bambini, cosa che agli ebrei piace fare nei confronti delle altre popolazioni, ma che guardano con orrore quando immaginano di poter essere le vittime) da parte dei religiosi di Baal.

Geremia visse in quel periodo e, nel 586, distrutta Gerusalemme, sembra sia stato deportato in Egitto dove subito dopo morì nel 587.

La prima traccia della bibbia fu scritta in quel periodo e aveva lo scopo di legittimare il potere di Giosia, in nome del suo Dio, giustificando i massacri e le distruzioni di chi non si sottometteva a Giosia.

Una volta deportati a Gerusalemme, gli ebrei deportati elaborarono l'ideologia dei fondamenti della propria onnipotenza come "popolo eletto" con un'operazione di reinterpretazione dei miti di Babilonia col delirio suprematista di Giosia.

I deliri di onnipotenza e dominio di Platone trovavano assonanze con i deliri degli ebrei di cui, certamente, si discuteva in ambienti culturali. Sarà necessario attendere l'invasione di Alessandro Magno della Palestina perché i filosofi greci (non so quali) leggessero i "libri sacri" degli ebrei e si facessero un sacco di risate, anche se in realtà non ne avevano capito il significato. Credo che da allora i sacerdoti ebrei proibirono la lettura dei loro testi agli stranieri.

Sembra logico pensare che Platone avesse informazioni sulla "superiorità della razza in nome di Dio" degli ebrei anche se non ne conosceva i contenuti dal momento che nel Timeo parlando della "grandezza di Atene prima del Diluvio Universale" si trovano assonanze con la superiorità della razza espressa dagli ebrei parlando di sé stessi.

Scrive Agostino d'Ippona:

Pertanto durante il suo viaggio Platone non poté incontrare Geremia, che era morto da tempo, né leggere le Scritture, non ancora tradotte in lingua greca, nella quale egli era maestro; a meno che, con il suo energico impegno, non abbia appreso anche queste per mezzo di un interprete, come aveva fatto per i libri egizi, senza metterne per iscritto la traduzione - che Tolomeo invece, temibile nella sua potenza regale, avrebbe ottenuto con grande beneficio -, ma cercando di conoscerne per quanto possibile il contenuto per mezzo di conversazioni. Si possono trovare indizi a sostegno di questa tesi; ad esempio il libro della Genesi si apre con queste parole: "In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque". Platone afferma invece nel Timeo, un trattato sulla costituzione del mondo, che Dio con la sua opera congiunse la terra e il fuoco. E' evidente che egli mette il fuoco al posto del cielo; questo pensiero ha quindi una qualche rassomiglianza con l'espressione:
"In principio Dio creò il cielo e la terra".
Poi afferma che l'acqua e 1'aria furono i due elementi intermedi con i quali si congiunsero quelli estremi. Questa potrebbe essere una interpretazione di ciò che la Scrittura dice: "Lo spirito di Dio aleggiava sulle acque".

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 398-399

Il concetto è: "Il padrone crea il mondo ed essendo padrone del mondo per averlo creato può fare qualunque cosa, commettere qualunque infamità, perché lui non deve rendere conto a nessuno!"

Questa è l'idea base della bibbia che sanciva il potere di Giosia. E' anche l'idea di Platone che sancisce il proprio potere sugli uomini. Se c'è una differenza, questa consiste nel fatto che Giosia è un macellaio di uomini e società, Platone desiderava tanto imporre il proprio dominio, ma in Sicilia non erano tanto d'accordo con lui. Uno ammazzava, l'altro desiderava ammazzare.

Platone dice che il mondo è nato dalla terra e dal fuoco, ma non dice che Dio ha congiunto la terra col fuoco. E il fuoco, nella citazione del Timeo di Platone, non appare quanto afferma Agostino d'Ippona:

"Platone afferma invece nel Timeo, un trattato sulla costituzione del mondo, che Dio con la sua opera congiunse la terra e il fuoco."

Scrive Platone nel passo indicato (31b):

"Dunque, affinché questo mondo, anche nell'essere uno solo, fosse simile a quel vivente perfetto, per questo motivo Colui che fece il cosmo non ne fece due né infiniti, ma uno solo è questo cielo generato unigenito, e così sarà anche in futuro. Ciò che è generato deve essere corporeo, visibile e tangibile. Ma se fosse separato dal fuoco, nulla potrebbe essere visibile; né potrebbe essere tangibile, senza una solidità; e non potrebbe essere solido, senza terra. Di conseguenza, Dio fece il corpo dell'universo, cominciando a costruirlo di fuoco e di terra."

E ancora, scrive Platone, nella parte citata da Agostino d'Ippona:

Per questo il dio, posto acqua e aria in mezzo tra fuoco e terra, e, per quanto era possibile, proporzionatili fra di loro nella medesima proporzione, di modo che come il fuoco sta all'aria così l'aria stesse all'acqua, e come l'aria sta all'acqua così l'acqua stesse alla terra, collegò insieme e compose il mondo visibile e tangibile.

Timeo, in Platone, Tutti gli scritti, Editore Bompiani, 2014, pag. 1363-1364

L'analogia con la bibbia è colta da Agostino d'Ippona, ma la costruzione di Platone non risponde alle analogie con la bibbia. E' una risposta agli archè dei filosofi che incontrano gli elementi nella natura e ponevano gli elementi a fondamento del divenire della Natura.

In questo modo, acqua, fuoco, terra e aria non sono mezzi con cui la vita si genera, ma sono strumenti, mezzi, d'azione del Dio creatore.

E' indubbio che la necessità di sottrarre la volontà all'esistente per attribuire l'esistente alla volontà di un Dio (con cui si identificano Agostino d'Ippona e Platone) è l'elemento comune di platonismo e cristianesimo che distingue entrambe le patologie dalle scuole filosofiche che pretendono di criticare.

Scrive Agostino d'Ippona:

Naturalmente egli non pone molta attenzione al modo in cui la Scrittura designa abitualmente lo spirito di Dio; e poiché anche l'aria viene detta spirito, è possibile ch'egli abbia pensato che in quel passo si ricordavano questi quattro elementi. Platone poi afferma che vero filosofo è colui che ama Dio, e nella Sacra Scrittura non c'è affermazione più evidente di questa. Ma c'è un passo che più di tutto m'induce quasi ad accettare la tesi che Platone non fosse all'oscuro di quei libri: quando per mezzo di un angelo Mosé ricevette un messaggio di Dio e, chiedendo questi il nome di chi gli ordinava di dirigersi verso il popolo ebreo per liberarlo dall'Egitto, gli fu risposto: " Io sono colui che sono! ". Poi disse: " Dirai agli Israeliti: lo-sono mi ha mandato a voi ". Come se, raffrontate con chi veramente è perché immutabile, le cose mutabili non fossero! Platone sostenne con forza questa convinzione e la raccomandò con il massimo impegno. Io non so se nelle opere dei filosofi anteriori a Platone si trovi qualcosa di simile, all'infuori di ciò che sta scritto: Io sono colui che sono! Poi disse: Dirai agli Israeliti: lo-sono mi ha mandato a voi.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 399

Platone non pone attenzione alla "scrittura" di Agostino perché Platone, anche se ne aveva sentito parlare, doveva riformulare il venir in essere del mondo contro gli Orfici e i culti religiosi dal fondamento esiodeo che, a differenza di Giosia, non poteva sterminare fisicamente. Il nemico di Platone è Democrito, non solo i poeti,

Agostino d'Ippona dice che, secondo Platone, il vero filosofo è colui che ama Dio. La citazione (Timeo 90 b-c) di Platone dice:

Colui, invece, che si è dato cura dell'amore della conoscenza e dei pensieri veri, e ha esercitato in sé soprattutto queste cose, è veramente necessario che, qualora egli raggiunga la verità, [C] pensi cose immortali e divine, e che, nella misura in cui la natura umana possa aver parte dell'immortalità, non venga a mancare di nessuna parte, e, in quanto coltiva sempre il divino, e mantiene ben ordinato il dèmone che abita in lui, sia anche notevolmente felice. E la cura in ogni cosa per ogni uomo è una sola: dare a ciascuna parte dell'anima i nutrimenti e i movimenti che a loro convengono.

Timeo, in Platone, Tutti gli scritti, Editore Bompiani, 2014, pag. 1409

E' indubbio che l'affermazione di Agostino d'Ippona è più efficace, che non quella di Platone, per costringere le persone alla sottomissione. Platone si muove in un ambiente religioso ostile. Campione della propaganda a favore della tirannia, si trova a dover affrontare le rivendicazioni dei democratici. Il suo Artefice è un padrone menomato, privo di potere a differenza di Agostino d'Ippona che esalta l'assoluto del suo Dio in un ambiente favorevole alla monarchia assoluta in un impero che, ora, uccide e stermina chi non si sottomette al Dio di Agostino d'Ippona.

L'idea parmenidea del Tutto e l'idea dell'Uno pitagorico si fondono nell'idea dell'artefice di Platone che abita una dimensione delirante di onnipotenza in individui adulti che hanno vissuto i fallimenti della propria esistenza.

L'idea del Dio di Agostino d'Ippona è l'idea infantile della ricerca della figura paterna che rassicura e che crea dipendenza in cambio di obbedienza e sottomissione.

Per manipolare la struttura emotiva dell'infanzia (stuprare l'infanzia) serve il Dio di Agostino d'Ippona, ma per legittimare lo stupro e costringere lo stuprato a riprodurre lo stupro nell'infanzia dei propri figli, serve l'idea dell'Artefice, dell'Uno, del Tutto, forgiata da Parmenide, Pitagora, Platone e Plotino.

Agostino d'Ippona trova un'affermazione simile a Platone nel rendere indefinibile l'idea del Dio cristiano nell'Esodo della bibbia dove è scritto:

13 Mosè disse a Dio: "Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?". 14 Dio disse a Mosè: "Io sono colui che sono!". Poi disse: "Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi". 15 Dio aggiunse a Mosè: "Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.

Esodo 3, 13-15

Ovviamente, per cercare di assomigliare a Platone, Agostino d'Ippona cita il 13 e il 14 omettendo il 15. Quel "Io sono colui che sono", che Agostino d'Ippona vuole assimilare a "pensi cose immortali e divine" di Platone, viene immediatamente seguito dal "Dio personale, padre e padrone" in quanto afferma "Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione".

L'unità del pensiero di Agostino d'Ippona con il pensiero di Platone è costituita dal comune denominatore della necessità di sottomettere gli uomini a sé stesso e ogni affermazione di natura ontologica, cioè delirante, è ammessa pur di ottenere la migliore sottomissione nelle condizioni soggettive che il delirante sta vivendo.

Agostino d'Ippona coniuga Platone e i medio platonici con il cristianesimo contribuendo alla nascita della scolastica.

Riporto da internet (generica risposta Google alla domanda):

"Prima della scolastica, il pensiero filosofico era dominato principalmente dalla Patristica e dalla filosofia greca classica, con particolare attenzione ai pensatori come Platone, Aristotele e i Neoplatonici. La Patristica, che abbraccia il periodo tardo-antico fino all'VIII secolo, si concentrava su come il Cristianesimo potesse essere interpretato e applicato alla vita quotidiana. La filosofia greca, con le sue scuole e pensatori, forniva un bagliore di conoscenza e una base per la riflessione filosofica"

Uno di costoro fu Severino Boezio che, ancora, non si è compresa a sua collocazione ideologica fra platonismo, neoplatonismo e cristianesimo.

Nell'XI secolo Anselmo d'Aosta, prendendo spunto dalla filosofia greca, elabora "la prova ontologica dell'esistenza di Dio" trasformando il "pensiero parlato" nel mezzo che interpreta la realtà, anche la realtà altra che non rientra sotto i sensi.

In questo modo, gli oggetti di fantasia e della malattia mentale diventano oggetti reali perché l'ontologia non è un mezzo per definire quanto i sensi non definiscono, ma per definire ciò che i sensi devono percepire: la presenza di Dio nella realtà in quanto Dio, pensato, è un oggetto reale.

L' "Io sono colui che sono" diventa il fondamento del pensiero filosofico cristiano che arriva a rifiutare il Dio personale, Zeus dei racconti mitici trasformato in superstizione nella figura di Yavé, per imporre la discussione sull'onnipotenza e l'infinitezza di Dio il Tutto, l'Uno). Per contro, ai bambini si continua ad imporre lo Yavé, come descritto Zeus nella mitologia poetica, mentre crea il mondo, uccide tutti col diluvio universale, massacra i bambini egiziani e punisce con pene eterne chi non si sottomette e non obbedisce al proprio padre e alla propria madre.

Il discorso iniziale, della relazione fra Agostino d'Ippona e Platone partendo dal quale mi ero proposto di arrivare a soluzioni che immaginavo, nel corso del lavoro ha preso una diversa piega.

Questa è conoscenza perché la conoscenza non è espressione di concetti al di fuori dall'uomo, ma risponde a ciò che per l'uomo è importante. E' l'uomo che cerca la definizione della conoscenza attraverso la cultura; la cultura non è conoscenza se non è al servizio delle necessità del vivere umano. Col medesimo ragionamento, quando le necessità dell'uomo sono quelle di sottomettere altri uomini, quell'uomo elabora una cultura che giustifica la sottomissione.

 

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25 maggio 2025

Le università negli USA

Un post che non interessa quasi a nessuno perché nessuno si è mai interessato delle attività delle Istituzioni culturali e non conosce la relazione fra la cultura universitaria e le trasformazioni sociali. Ci si interessa di cultura spiccia, popolare, e spesso di fantasticherie deliranti proprie dell'ideologia cristiana. Così nascono gli imbecilli dei no-vax quelli che fin dal vaccino contro il vaiolo affermavano, dal momento che i primi vaccini venivano costruiti da bovini infettati, che trasformavano gli uomini in minotauri. Già la cultura era aggredita dai cristiani, oggi Trump porta l'assalto finale. A pagare saranno i cittadini USA, ma di riflesso il resto del mondo.

Se l'ignoranza dominerà il mondo, l'umanità dovrà combattere fra roghi e inquisizione per uscire da un altro medioevo. La storia non si ripete, ma gli uomini sono in grado di rifare gli stessi orrori in nome del potere di Dio.

La cultura è sotto attacco negli USA. Alcuni docenti universitari hanno ritirato un libro sull'evoluzione per le minacce di aggressione dei cristiani. I licenziamenti del personale docente continua alimentando una precisa volontà di annientare la cultura come patrimonio di massa.

E' la convinzione cristiana secondo cui alcune persone devono studiare per dominare le altre persone. Era l'idea medioevale dei conventi che controllavano il “sapere” costringendo le masse degli uomini all'ignoranza. Ed è la strategia di Trump per gli americani.

Impedire agli studenti stranieri di iscriversi ad Harvard parte dall'idea cristiana secondo cui “noi ci teniamo la nostra cultura che siamo i meglio, voi arrangiatevi”. Solo che la cultura di Harvard non è fatta solo da americani ma da docenti di molti paesi e dalle relazioni culturali internazionali.

Quando viene distrutta la cultura negli USA anche il mondo è in sofferenza, ma i primi a ripiombare nell'oscurantismo culturale sono proprio gli americani della razza bianca.

 

25 maggio 2025

Le scuole negli USA

Con soli 8 giudici votanti, il pareggio 4-4, la Corte Suprema lascia invariata la Sentenza della Corte Suprema dello Stato dell'Oklahoma secondo cui l'istituzione della prima scuola pubblica religiosa charter del paese violerebbe la separazione fra Stato e Chiesa.

Charter è una licenza con cui lo Stato sancisce i diritti di una società o autorizza certe attività o professioni.

Cosa avrebbe comportato?

La nascita di suole pubbliche cristiane che, come se non bastasse, l'integralismo cristiano si sta impossessando di tutte le scuole mentre il governo centrale di Trump sta distruggendo le università,

Qualcosa sopravvive contro l'integralismo cristiano. Si tratta di piccole e deboli dighe già pronte per essere abbattute.

 

25 maggio 2025

Fascismo e cristianesimo

Il segreto del fascismo è che nessuna forza contraria lo abbatterà. Gli uomini sono troppo impegnati ad assicurarsi dei vantaggi per abbatterlo.

La massa collaborerà col fascismo.

Solo il fascismo distruggerà sé stesso perché il fascismo nasce dall'ignoranza che può farsi massa egemone, creare problemi agli uomini svelando tutta la sua incapacità nel risolverli. Il fascismo ha come idolo il potere che regge col denaro che sottrae alla società entrando in concorrenza con altri fascismi con cui combatterà per dimostrare di "avercelo più lungo".

E' come per il cristianesimo, nessuna religione riuscirà ad abbattere il cristianesimo che, manipolando l'infanzia la costringe alla sottomissione del padre-padrone-Dio.

Solo il cristianesimo distruggerà sé stesso. Ogni potere di dominio dell'uomo sull'uomo difenderà il diritto dei cristiani di stuprare l'infanzia e il grido di dolore dell'infanzia non raggiungerà mai le orecchie dei politici intenti a preservare il proprio potere.

Come il fascismo combatterà il fascismo, così i cristiani combatteranno i cristiani, ma saranno necessari grandi disastri sociali perché qualche cosa di alternativo possa sorgere iniziando a mettere dei confini all'azione dei cristiani sugli uomini.

 

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24 maggio 2025

La miseria dell'idea materialista in Agostino d'Ippona

In questo brano Agostino d'Ippona esalta Platone condannando ogni altra forma filosofica che, secondo lui, non è nemmeno degna di attenzione. Nel farlo, Agostino d'Ippona usa affermazioni gratuite che rientrano nell'ambito degli insulti ben lontano dall'argomentazione filosofica, ma legati, essenzialmente, al delirio profetico dell'onnipotenza come malattia.

Le affermazioni di Agostino d'Ippona hanno condizionato secoli del pensiero occidentale portando a denigrare i maggiori filosofi antichi, quali Epicuro o Democrito, Talete, Anassimene, Eraclito, ecc.

Gli insulti di Agostino d'Ippona si trasformano in idee e così Epicuro viene offeso e deriso dai cristiani perché parla di felicità mentre i cristiani impongono dolore. Anche oggi, nel linguaggio comune il termine "epicureo" sta ad indicare qualcuno che si gode la vita indifferente agli affanni del mondo. Per secoli è stato deriso Democrito e la sua teoria sugli atomi; oggi, il termine atomo, è un termine comune e indica un tipo di struttura della materia e un'idea filosofica con cui pensare la realtà che sfugge all'occhio umano.

Ma iniziamo con alcune riflessioni su Platone.

Scrive Agostino d'Ippona:

Perché i " platonici » sono da preferirsi.

Se dunque Platone ha detto che sapiente è chi imita, conosce, ama questo Dio e trova la felicità partecipando alla sua vita, che bisogno c'è di passare in rassegna altri filosofi? Nessuno è più vicino a noi dei platonici . Si ritiri quindi dinanzi a loro quella teologia mitica che sollazza le anime degli empi con i delitti degli dèi, si ritiri anche quella teologia civile dove demoni impuri hanno irretito con il nome di dèi i popoli dediti ai piaceri terreni, facendo considerare gli errori degli uomini come onori divini, spingendo i propri seguaci con le trovate più immonde a godersi le rappresentazioni dei loro crimini, come se si trattasse di atti di culto, e offrendosi addirittura quelle più piacevoli riguardo agli spettatori stessi; così quel che restava di onesto nei templi veniva contaminato per il rapporto con le oscenità teatrali. Anzi, tutto quel che di ignobile si rappresentava nei teatri era encomiabile rispetto alle sconcezze nei templi.
Si debbono ritirare, inoltre, anche le interpretazioni che Varrone ha dato di quei riti, riferendosi alla terra, al cielo, ai semi ed alle opere dei mortali; quei riti, infatti, non hanno i significati che ci si sforza di riporvi, e questi sforzi rimangono lontani dalla verità; anche in caso contrario, comunque, un'anima razionale non deve venerare come proprio dio le cose che nell'ordine della natura sono ad essa inferiori, né deve preferire per sé come dèi quelle realtà alle quali il vero Dio l'ha preferita. Si ritirino, poi, gli scritti che Numa Pompilio si preoccupò di nascondere portandoseli nel sepolcro, che riguardavano veramente quei riti e che, portati alla luce da un aratro, furono bruciati per ordine del Senato. Rientra in quel genere, per offrire un'immagine più benevola di Numa, anche ciò che Alessandro il Macedone, scrivendo alla madre, disse essergli stato rivelato da un certo Leone, sommo sacerdote degli Egiziani, in cui risultava che fossero stati uomini non solo Pico, Fauno, Enea, Romolo, o anche Ercole, Esculapio, Libero, figlio di Semele, i fratelli Tindaridi e altri mortali presi per dèi, ma addirittura le divinità dei popoli antichi, cui Cicerone, senza chiamarle per nome, sembra alludere nelle Tusculanae disputationes: e cioè Giove, Giunone, Saturno, Vulcano, Vesta e moltissimi altri, che Varrone si sforza di ricollegare a parti o elementi del mondo. Poiché quel sacerdote temeva la divulgazione di quei misteri, pregò insistentemente Alessandro di far bruciare tutto il materiale, dopo che lo avesse letto la madre.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 387-389

Cosa trova Agostino d'Ippona in Platone?

Il libro platonico maggiormente conosciuto ai suoi tempi, a parte i medio platonici, era il Timeo e nel Timeo, Agostino d'Ippona, trova le analogie, come questa, quando dice:

E' certo comunque che il diluvio avvenne nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese; in questo senso i centoventi anni che furono predetti erano quelli che avrebbero vissuto ancora gli uomini prima di morire, trascorsi i quali sarebbero stati annientati dal diluvio. Non è immotivato il credere che il diluvio avvenne quando ormai sulla terra non si trovava più chi non fosse degno di incontrare tale morte, come punizione degli empi; in ogni caso questo genere di morte non potrebbe provocare ai buoni, che sono mortali, nulla che abbia un seguito dopo la morte; tuttavia la Scrittura non ricorda nessuna vittima del diluvio tra i discendenti di Seth. Il racconto divino così presenta la causa del diluvio: Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: "Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti"

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 737

Nel Timeo, Platone scrive:

Le grandi catastrofi e i grandi diluvi ciclici

""E la causa di questo è la seguente. Ci sono stati molti e in diversi modi stermini di uomini, e ce ne saranno anche in futuro, i più grandi per fuoco e per acqua, altri più piccoli per innumerevoli altre cause.
""Infatti, ciò che anche presso di voi si narra, ossia che una volta Fetonte, figlio del Sole, dopo aver aggiogato il carro del padre, per il motivo che non era in grado di condurlo sulla strada del padre, incendiò le cose che erano sulla terra ed egli stesso perì colpito dalla folgore, questo viene narrato in forma di favola, ma la verità che esprime è la deviazione degli astri che circolano per il cielo attorno alla terra, e la distruzione di tutto ciò che sta sulla terra, che ha luogo dopo periodi di tempo molto lunghi, a causa di molto fuoco.
""Allora, infatti, quanti abitano sui monti o sui luoghi elevati e aridi, periscono più di coloro che hanno dimore sui fiumi e sul mare. Per noi, poi, il Nilo, che è nostro salvatore anche in altre cose, ci salva anche in questo momento da questa difficoltà, diffondendosi.
""Quando invece, al contrario, gli dèi inondano la terra con l'acqua allo scopo di purificarla, coloro che abitano sui monti, i mandriani e i pastori, si salvano, mentre coloro che stanno nelle vostre Città, vengono trascinati in mare dai fiumi. Invece, in questa nostra terra, né in quel momento né in alcun altro, l'acqua scorre dall'alto sui campi, ma, proprio all'opposto, per sua natura scaturisce tutta quanta dal di sotto.
""Appunto per queste ragioni si dice che qui si sono conservate le cose più antiche. Ma il vero è che in tutte le regioni in cui non sia di eccessivo ostacolo freddo o calore, talora in quantità maggiore e talora in quantità minore, il genere umano c'è sempre. E tutte le cose che succedono o presso di voi o in questo nostro paese o in un'altra regione, e delle quali veniamo a conoscenza, se qualcuna sia bella o grande, o si distingua per qualche altra ragione, sono state scritte qui tutte quante nei templi fin dai tempi antichi e quindi sono state conservate.
""Invece le cose che riguardano gli altri popoli, non appena vengono ordinate, ogni qualvolta capiti con le scritture e tutte quelle cose di cui le città hanno bisogno, nuovamente, secondo il consueto intervallo di anni, come una malattia piomba a voi addosso il fiume del cielo e lascia di voi solo quelli che sono illetterati e privi di cultura; di conseguenza tornate sempre da principio come giovani, senza sapere niente né delle cose successe qui da noi, né di quelle sue cesse presso di voi nel tempo antico.
""In ogni caso, le genealogie che vi riguardavano, o Solone, che prima ci esponevi, sono poco diverse dalle favole dei fanciulli.
""Prima di tutto, voi ricordate un solo diluvio, mentre prima ce ne sono stati molti altri. Inoltre, non sapete che è nata nel vostro paese la migliore e la più bella stirpe degli uomini, da cui provenite tu e la vostra Città dei nostri giorni, in quanto una volta si è salvato un piccolo seme, ma non ne siete a conoscenza, per il motivo che coloro che si erano salvati, morirono muti nelle lettere, nel corso di molte generazioni.
""Infatti, o Solone, una volta, prima della grande distruzione provocata dalle acque, quella che ora è la Città degli Ateniesi, era eccellente in guerra e notevolmente ben ordinata per tutte le altre cose. Per opera sua si dice che abbiano avuto luogo imprese bellissime e gli ordinamenti più belli di quanti sotto il cielo noi abbiamo ricevuto notizia".
"Solone disse che ascoltò queste cose, si meravigliò, e si diede gran premura pregando i sacerdoti di esporgli con precisione e con ordine tutte le cose che riguardavano i suoi antichi concittadini.

Timeo, in Platone, Tutti gli scritti, Editore Bompiani, 2014, pag. 1357-1358

Teologicamente non ha il medesimo significato, ma per una mente infantile come quella di Agostino d'Ippona è facile trovare, nell'infantilismo di Platone, le analogie del Diluvio Universale e della volontà degli Dèi o del Dio di sterminare un'umanità fatta di "malvagi".

La logica è questa: Dio è buono, gli uomini sono malvagi, allora Dio stermina l'uomo. Ma per arrivare allo stesso livello della malvagità dimostrata da Dio, gli uomini avrebbero dovuto sterminare Dio. Qualunque azione inferiore allo sterminio di Dio non può essere considerata malvagia perché parziale rispetto allo sterminio dell'umanità messa in atto dal Dio di Agostino d'Ippona.

Agostino d'Ippona eleva la malvagità di Dio a bontà!

Agostino d'Ippona trova altre analogie con la sua bibbia nel Timeo di Platone, come questa:

Inoltre, ogni cosa che si genera, di necessità viene generata da qualche causa. Infatti, è impossibile che ogni cosa abbia generazione, senza avere una causa. E quando l'Artefice di qualsivoglia cosa, guardando sempre a ciò che è allo stesso modo e servendosi come di esemplare ne porta in atto l'idea e la potenza, è necessario che, in questo modo, riesca tutta quanta bella; quella cosa, invece, che l'Artefice porta in atto servendosi di un esemplare generato, non sarà bella.

Timeo, in Platone, Tutti gli scritti, Editore Bompiani, 2014, pag. 1361

Che continua con:

E ciò che è generato abbiamo detto che è necessario che sia generato da una causa. Ma il Fattore e il Padre di questo universo è molto difficile trovarlo e, trovatolo, è impossibile parlarne a tutti. E questo si deve indagare dell'universo: guardando a quale degli esemplari chi ha fabbricato l'universo lo abbia realizzato, se all'esemplare che è sempre nello stesso modo e identico o a quello che è generato. Ma se questo mondo è bello e l'Artefice è buono, è evidente che Egli ha guardato all'esemplare eterno; e se, invece, l'Artefice non è tale, ciò che non è neppure permesso a qualcuno di dire, ha guardato all'esemplare generato.
Ma è evidente a tutti che Egli guardò all'esemplare eterno: infatti l'universo è la più bella delle cose che sono state generate, e l'Artefice è la migliore delle cause.

Timeo, in Platone, Tutti gli scritti, Editore Bompiani, 2014, pag. 1361-1362

Agostino d'Ippona vede che anche Platone riconosce come il mondo sia stato creato dal suo Dio. Il potere che ha fatto nascere il mondo è fuori dal mondo; è quel "padre-padrone" tanto desiderato da Agostino d'Ippona della cui esistenza gli parla "anche" Platone.

Dal momento che Agostino d'Ippona vuole affermare che la sua bibbia è il vero, un vero confermato da Platone, necessariamente tutto il resto deve essere falso. Una favola per "creduloni", per ingenui. Non come lui che, usando intelligenza e ragione, farnetica sull'esistenza di un Dio creatore.

Dopo aver esaltato le idee di Platone, per come lui le intende, visto che le trae dai medio platonici, cioè dai platonici del II secolo d.c.

Scrive Agostino d'Ippona:

In conclusione, dinanzi ai filosofi platonici debbono ritirarsi le due teologie, mitica e civile, con i loro contenuti, avendo essi affermato che il vero Dio e autore delle cose, luce della verità e fonte di felicità; ma debbono ritirarsi dinanzi a questi conoscitori così grandi di un Dio così grande anche altri filosofi che, legati ad una visione materialistica, ritennero materiali i princìpi della natura, come Talete per l'acqua, Anassimene per l'aria, gli stoici per il fuoco, Epicuro per gli atomi, piccolissime particelle, indivisibili e impercettibili, e tutti quegli altri che non è necessario attardarsi a enumerare e che posero come causa e principio di tutte le cose i corpi, semplici o composti, dotati o meno di vita, ma pur sempre corpi.
Alcuni di loro, infatti, come gli epicurei, credettero che esseri viventi potessero nascere da non viventi; altri invece che da un vivente nascessero viventi e non viventi, ma sempre come corpi materiali.
Sono gli stoici, infatti, che hanno ritenuto che fosse dio il fuoco, cioè uno dei quattro elementi materiali dai quali risulta formato questo mondo visibile, considerandolo dotato di vita e di sapienza e fabbricatore del mondo e di tutto quanto in esso è contenuto

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 389

I filosofi che Agostino afferma che hanno una "visione materialistica" non erano "materialisti" come intesi da Agostino d'Ippona, ma indagavano l'esistente per cogliere il divino dell'esistente nell'esistente. Ciò che Platone, per il suo desiderio di dominare gli uomini, non sarà mai in grado di fare dovendo ricorrere all'ontologia parmenidea e all'assoluto Uno dei pitagorici nel quale si identificava per poter giustificare il suo desiderio di dominare gli uomini.

Nella lettera a Meneceo, Epicuro scrive:

"Non attribuire alla divinità niente che sia diverso dal sempre vivente o contrario a tutto ciò che è felice, vedi sempre in essa lo stato eterno congiunto alla felicità. Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha. Perciò non è irreligioso chi rifiuta la religione popolare, ma colui che i giudizi del popolo attribuisce alla divinità."

Epicuro, Lettera a Meneceo [tratta da internet]

E' una nozione che Agostino d'Ippona vuole ignorare. Probabilmente Agostino d'Ippona non conosceva la filosofia di Epicuro, ma ha insultato talmente tanto le spiegazioni sugli Dèi di Varrone, come quando afferma "Si debbono ritirare, inoltre, anche le interpretazioni che Varrone ha dato di quei riti, riferendosi alla terra, al cielo, ai semi ed alle opere dei mortali...", che appare evidente come gli Dèi non erano pensati dagli antichi come "persone", ma come la rappresentazione antropomorfica del divino che abita il mondo in cui si vive.

Questo, di Varrone, potrebbe essere lo stesso motivo critico messo in essere da Epicuro nella critica a "colui che i giudizi del popolo attribuisce alla divinità". Come sta facendo Agostino d'Ippona.

Che il vivente nasce dal non vivente; oggi, dopo 1600 anni da Agostino d'Ippona lo si è accertato e in tutto il mondo migliaia di laboratori fanno ricerca sulle molecole del DNA e dell'RNA. Si può obbiettare che Agostino d'Ippona non sapeva questo, ma lui non ha costruito la sua dottrina come un'ipotesi di lavoro, ma come una verità immutabile prodotta dal suo Dio padre-padrone con cui si identificava e, nel farlo, ha costruito dolore fra gli uomini.

Eraclito osserva che il fuoco trasforma il proprio presente. Chiunque trasforma il proprio presente è vita intelligente al di là di come l'osservatore interpreta l'avvenimento che osserva. Nulla, dopo, è più come prima.

E non è censurabile Talete per aver messo l'acqua come archè della vita perché senza l'acqua la vita, come noi la conosciamo, non esisterebbe. Lo stesso vale per l'aria.

Dal concorso di cause, la vita emerge.

Come dice il Platone su citato: "Inoltre, ogni cosa che si genera, di necessità viene generata da qualche causa.", Fuoco, Aria, Acqua, Terra e Luce, sono cause che generano la vita.

Non vedere il divino dell'esistenza in queste cause per attribuire la vita ad un "artefice", ad un "Dio-padre-padrone", è effettivamente un infantilismo legato al più becero e volgare materialismo attraverso i quale l'infante attribuisce l'esistente all'opera del proprio padre e della propria madre.

Tutta la visione di Agostino d'Ippona è una visione infantile di una realtà vissuta come un giocattolo fra le sue mani. Gli uomini stessi sono solo giocattoli che devono sodisfare la malvagità del Dio con cui Agostino d'Ippona si identifica.

Quando la menzogna serve ad aggredire

E' in questo modo che si alimenta il nazismo e la strage degli uomini. Quale presidente, se non i suoi complici, andrà ora a parlare con Trump?

 

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23 maggio 2025

Un genocidio di 70 anni con l'aiuto dell'Europa e degli USA

Continuaa da 70 anni il genocidio dei palestinesi in nome della superiorità della razza ebraica per volontà del Dio degli ebrei.

Sbattere le teste de bambini sulle pietre è l'ordine del Dio degli ebrei col quale concorda il governo Italiano.

I governi Europei hanno protetto il nazismo e il razzismo degli ebrei e gli ebrei si comportano come Hitler.

Povera Europa, non hai voluto liberarti dell'idea della superiorità della razza e hai umiliato i tuoi cittadini nel loro principio di uguaglianza.

 

23 maggio 2025

Riflessione sul Daimon

Agostino d'Ippona conosce molto poco dell'opera di Platone e quanto conosce di Socrate appartiene più ai medio-platonici che non a Platone stesso.

Io non ho con me i testi medio-platonici.

Il fatto stesso che Agostino d'Ippona lavori su testi di seconda mano reinterpretati del platonismo medio come Apuleio (125 d.c.- 170/180 d.c.) e il suo trattato "De deo socratico" significa che era già assodata la presenza di "demoni" distinti dai corpi. Apuleio agisce molto a Cartagine lasciando ampia traccia della sua interpretazione del platonismo.

Un discorso va fatto sul Daimon che, da Platone in poi, per quanto è di mia conoscenza, viene identificato, in un soggetto esterno all'uomo che agisce nei confronti e nell'interno dell'uomo. Inizialmente vengono considerate entità intermediarie fra gli Dèi e gli uomini.

Col termine Daimon si identificava la parte divina di una persona, di un soggetto o di un Dio. Il soggetto esprime il suo daimon potente.

Con Platone, non è più il soggetto che esprime il proprio Daimon, ma diventa un demone, un soggetto esterno all'uomo, un potere intelligente proprio, che agisce nell'uomo o che influenza la vita degli uomini.

Con Platone il concetto di daimon non cambia immediatamente. Ancora nel II secolo d.c. negli Inni Orfici ci si rivolge a qualche divinità col termine "potente daimon".

Platone ha la necessità di creare, attraverso l'uso di Socrate, la figura del Daimon come demone esterno all'uomo. Platone deve costruire il concetto di anima, l'emanazione del demiurgo, padrona del corpo dell'uomo.

La volontà di Platone di umiliare i corpi degli uomini per impossessarsene è il motivo centrale dell'elaborazione filosofica di Platone.

L'amore fra uomini e il disprezzo per le donne fa parte della strategia d'odio di Platone.

Gli uomini stessi vengono privati della loro parte divina dalla filosofia platonica, il loro Daimon. Quello che a Roma sarà chiamato Genio o Juno.

Daimon diventa un soggetto estraneo all'uomo. Se non bastasse a rendere l'uomo sottomesso, Platone divide il corpo in due parti: il corpo fisico, che lui vuole possedere degli uomini, oggetto di disprezzo e l'anima, portatrice di conoscenza e di emozioni, a cui il corpo si deve sottomettere perché deve sottostare alla morale platonica. Con Agostino d'Ippona questa morale si irrigidisce, diventa assoluta perché diventa assoluto il controllo di Dio sugli uomini.

Dice Platone nell' "Apologia di Socrate":

"Il motivo di questo comportamento, cui mi avete sentito accennare spesso e in più luoghi, è che c'è in me qualche cosa di divino e demoniaco (a questo certo si sarà riferito Meleto, prendendosi gioco di me, nel testo dell'accusa). Mi capita fin da quando ero ragazzo, sotto forma di una specie di voce che, quando si fa sentire, è sempre per distogliermi dal fare quel che sto per fare, mai per incitarmi. E' questo che si oppone a che mi impegni nell'attività politica, e ben a ragione mi pare: vi sarà ormai evidente, Ateniesi, che se da tempo mi fossi dato da fare in politica da tempo sarei perito, senza essermi reso minimamente utile né per voi né per me stesso."

Platone, Apologia di Socrate, 31, D-E

Col cristianesimo il daimon diventerà il demonio tentatore, il nemico del suo Dio e milione di donne, considerate demoniache, saranno bruciate.

 

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22 maggio 2025

Parlare di teologia con Agostino d'Ippona

Scrive Agostino d'Ippona:

Né in quest'opera mi sono accinto a confutare tutte le vane opinioni di tutti i filosofi, ma solo quelle che riguardano la teologia, parola greca che significa, come noi sappiamo, spiegazione e discorso intorno a Dio. Per di più, fra queste opinioni, mi limito a quelle di coloro che, pur ammettendo l'esistenza di una divinità che si preoccupa della realtà umana, pensano che per raggiungere anche la vita beata dopo la morte non basti il culto dell'unico e immutabile Dio, ma di molti dèi, naturalmente creati e istituiti a tale scopo solo da Lui. Costoro sono più prossimi alla verità persino del pensiero di Varrone: se infatti egli ha potuto estendere tutta la teologia naturale sino ai confini di questo mondo e della sua anima, questi indubbiamente riconoscono un Dio al di sopra della natura di ogni anima; un Dio che ha fatto non solo questo mondo visibile, spesso chiamato cielo e terra, ma persino ogni anima, e che arreca la felicità all'anima umana, dotata di ragione ed intelligenza e che partecipa alla sua luce immutabile e immateriale. Nessuno, che abbia sentito anche a malapena parlare di tali cose, può ignorare che questi filosofi furono chiamati platonici, con un termine derivato dal maestro Platone. Farò quindi un breve cenno intorno a Platone, per quel che ritengo necessario per il nostro problema, ricordando anzitutto quelli che l'hanno preceduto in questo genere di studi3.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 381

Sia chiaro, dice Agostino, tratto solo "ma solo quelle che riguardano la teologia, parola greca che significa, come noi sappiamo, spiegazione e discorso intorno a Dio.". Agostino, nella sua somma ignoranza, non ha compreso che ogni filosofo tratta Dio o gli Déi. Alcuni, come lui, li cercano nel delirio della farneticazione per soddisfare il loro desiderio di dominio e di potere su altri uomini, altri cercano gli Dèi quali oggetti del mondo. Dèi che abitano il mondo e che non anelano a dominare altri uomini.

La parola "teologia" serve ad indicare il discorso che gli uomini fanno quando descrivono gli Dèi del mondo in cui vivono. La condizione prima per fare un discorso teologico è la relazione che un soggetto ha col Dio o con gli Dèi. Senza una relazione fra il soggetto che racconta e gli Dèi o il Dio, non esiste un discorso teologico.

Non è possibile fare un discorso teologico con "lui ha detto e sicuramente lui ha una relazione con gli Dèi o con il Dio". In questo caso, non si tratta di un racconto teologico, ma di una storia raccontata che può avere caratteri di realtà o fantastici, immaginifici. La cartina di tornasole per conoscere se una storia ha caratteri di realtà o sia un prodotto della fantasia e dell'immaginazione è dato dal modello esistenziale che fornisce agli uomini.

Una storia ha caratteri di realtà per il potere che domina l'uomo nella misura in cui fornisce giustificazioni al dominio dell'uomo sull'uomo; una storia ha carattere di realtà per gli uomini nella misura in cui fornisce modelli attraverso i quali l'uomo si libera dal dominio, o aspetti del dominio, imposto.

Quando non si abita la relazione soggettiva fra sé e gli Dèi o il Dio e si trasmette quell'abitare, non lo si può trasmettere come dato di "verità", ma solo come dato di "utilità".

Lui, che mi parla del Dio o degli Dèi non mi dice il vero, come oggetto in sé, mi dice quanto lui percepisce e trasforma il suo percepire in una descrizione che trasmette. Io che ricevo questa informazione sono oggettivamente separato dalla sua percezione e accolgo soltanto la descrizione che lui ne fa trasformandola in una mia descrizione, in una mia interpretazione, che mi induce ad immaginare quanto lui può aver percepito. Ma io non abito in lui, non percepisco ciò che lui percepisce e anche se lo percepissi non sarebbe un dato oggettivo, ma sempre un'interpretazione soggettiva di una mia percezione.

La teologia ha questo problema. Le affermazioni teologiche sono sempre soggettive. Sia quando sono affermazioni dirette dell'individuo che percepisce una realtà altra, sia quando si tratta di storie che raccontano degli Dèi o del Dio.

Si usa il termine "credere per fede" che serve per cancellare il concetto di "credere perché mi serve". Il "credere perché mi serve" viene bollato di utilitarismo e gli si attacca un significato negativo perché il "credere perché mi serve" è percepito dall'uomo sottomesso che tenta di uscire dalla sottomissione mentre il "credere perché mi serve" usato, ad esempio, dall'imperatore Costantino e da ogni altra forma di potere e di dominio dell'uomo sull'uomo viene spacciato come "volontà di Dio", la condizione è al servizio di Dio. Del dominio.

Ogni discorso relativo alla teologia da fare in relazione con Agostino d'Ippona deve ter presente quest'aspetto.

Agostino d'Ippona, per quanto ho visto, non dice: "Io ho incontrato Dio e Dio ha questa realtà", ma le sue storie sono relative alle storie di altri uomini che raccontavano della realtà di Dio come Esiodo ed Omero parlano della realtà degli Dèi.

Al di là del fatto che io posso aver incontrato quello che Agostino d'Ippona chiama Dio o quelli che Esiodo ed Omero chiamano Dèi, come persona che subisce quelle storie, cosa di quelle storie mi è utile?

Cosa sono io nel mondo?

Sono un padrone e dominatore di uomini o sono un uomo che agisce per abitare il mondo?

La condizione soggettiva a cui attribuisco verità o realtà è relativa alla mia vita nel mondo, ai miei desideri, ai miei bisogni, alle mie necessità. Anche quando prendo atto che i miei bisogni, i miei desideri, le mie necessità sono state manipolate dall'ambiente che mi ha condizionato e diretto la mia percezione (e con essa la formazione della mia conoscenza), comunque, la condizione soggettiva che vivo, mi porta a considerare reale, vero, una certa storia piuttosto che un'altra.

Discutere di teologia con Agostino d'Ippona significa discutere dei diritti degli uomini nei confronti del Dio che Agostino d'Ippona propone. Non si può discutere sulla qualità del Dio che Agostino d'Ippona propone, ma sugli effetti che quel modello di Dio ha sulla vita dell'uomo.

Questo, e solo questo, è parlare di teologia che è cosa diversa dal fantasticare attorno a delle "certezze" che alimentano una "speranza" priva di fondamento fattuale e che finisce per allontanare l'uomo dalla vita quotidiana e dai problemi che la vita quotidiana gli presenta.

Affermare che Platone sia un "maestro di filosofia" non è solo una condizione soggettiva, ma è la premessa di un inganno che nasconde i contenuti filosofici del pensiero di Platone sotto l'affermazione, puramente arbitraria, che sia un "maestro di filosofia" e non un criminale che anela al possesso degli uomini, alla discriminazione sociale, fino all'imposizione dell'eugenetica con cui costruire gli uomini che maggiormente gli aggradano.

Affermare che un soggetto è un "maestro di filosofia" senza premettere i contenuti complessivi di quella filosofia e degli effetti che quella filosofia ha sulle società umane, indica una volontà di truffare e ingannare in funzione di un qualche cosa che è, sempre e comunque, estraneo all'uomo ma funzionale all'attività del truffatore.

Purtroppo nell'ambito della filosofia si incontrano spesso personaggi che antepongono il proprio interesse personale alle condizioni del reale nelle quali gli uomini vivono.

Parliamo di teologia, ma evitiamo le farneticazioni. La teologia deve arrecare felicità all'uomo e alla donna in quanto soggetti che abitano il mondo e non ad una parte dell'uomo o della donna che Agostino d'Ippona chiama "anima". Il soggetto che vive è uno, sempre. Sia quando è un Essere della Natura, sia quando il suo corpo fisico muore.

22 maggio 2025

Come siamo giunti a questo?

 

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21 maggio 2025

Agostino d'Ippona e la filosofia

Nell'VIII libro Agostino d'Ippona inizia ad ad affrontare quella che lui chiama filosofia e inizia dicendo:

E' giunto il momento in cui occorre un impegno ancora più grande di quello profuso nella spiegazione e risoluzione dei problemi sin qui affrontati. Ora si deve sostenere un confronto sulla cosiddetta teologia naturale (non si tratta più della teologia mitica o civile, cioè del teatro o della città, delle quali l'una amplifica i delitti degli Dèi, l'altra presenta le loro brame ancor più delittuose, e perciò appartenenti a spiriti del male più che agli Dèi); tale confronto non deve sostenersi con uomini qualunque, ma con filosofi, con coloro cioè il cui nome, interpretato latinamente, significa amore della sapienza. Ora se la sapienza è Dio, e tutto è stato fatto per mezzo di Lui, come hanno mostrato l'autorità divina e la verità, vero filosofo è chi ama Dio.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 381

Inizia Agostino dicendo: "Se la sapienza è Dio e tutto è fatto a mezzo di lui [...] vero filosofo è chi ama Dio".

Con cosa viene supportata questa affermazione di Agostino? Nulla dimostra che "tutto è stato fatto per mezzo di Dio", anzi, al contrario, tutto dimostra che il mondo è divenuto in sé e per sé e nessuno ha il diritto di rivendicare una "proprietà del mondo".

Il traduttore e "commentatore di Agostino" si affretta a citare passi biblici per avvalorare le affermazioni superstiziose di Agostino d'Ippona e cita:

2 Gv. 1,3; cfr. Sap. 7,24-27; Eb. 1,2 s.

In sostanza, Agostino non sa niente del divenuto o della formazione del mondo, ma ritiene che chi ha scritto il Vangelo di Giovanni, il libro sapienziali e il libro degli ebrei sapesse tutto della realtà del divenuto del mondo e, queste affermazioni avessero il carattere di "verità".

1 In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2 Egli era in principio presso Dio:
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
4 In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;

Vangelo di Giovanni 1, 1-4

In sostanza, la parola era presso Dio e Dio, usando le "parole magiche dell'abracadabra" avrebbe fatto tutto.

Posso comprendere che qualcuno possa desiderare che ciò avvenga, o sia avvenuto, ma si tratta di una dimensione infantile in cui l'infante, guardando il padre e la madre immagina che loro abbiano fatto tutto. Se lo giustifico nell'infanzia non lo giustifico a chi vuole imporre l'infantilismo all'umanità e chiama quest'imposizione "filosofia".

L'altra citazione:

23 libero, benefico, amico dell'uomo,
stabile, sicuro, senz'affanni,
onnipotente, onniveggente
e che pervade tutti gli spiriti
intelligenti, puri, sottilissimi.
24 La sapienza è il più agile di tutti i moti;
per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa.
25 E' un'emanazione della potenza di Dio,
un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente,
per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra.
26 E' un riflesso della luce perenne,
uno specchio senza macchia dell'attività di Dio
e un'immagine della sua bontà.
27 Sebbene unica, essa può tutto;
pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova
e attraverso le età entrando nelle anime sante,
forma amici di Dio e profeti.
28 Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la sapienza.
29 Essa in realtà è più bella del sole
e supera ogni costellazione di astri;
paragonata alla luce, risulta superiore;

Sapienza 7, 23-29

Si tratta delle tecniche di coercizione proprie dell'ebraismo che i cristiani hanno adottato. La sapienza non è quanto un soggetto manifesta accumulata nel corso delle sue trasformazioni. La sapienza è "un'emanazione della potenza di Dio" che Dio distribuisce, dona alle "anime sante" manifestando il suo potere. Non sono gli uomini sapienti perché hanno lavorato per esserlo, ma loro manifestano la volontà di Dio.

In questo modo gli uomini non sono in grado di distinguere quando una certa affermazione è sapiente o quando un'affermazione è delirante e finiscono per chiamare sapiente chi delira e aggredire l'uomo sapiente che fornisce loro soluzioni ai problemi della loro esistenza.

Le affermazioni di Agostino d'Ippona vengono avallate dal commentatore con ebrei 1,2 che dice:

1 Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente,
2 in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo.
3 Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli,
4 ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.

Ebrei 1, 1-4

"Dio ci ha parlato per mezzo del figlio" e "che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo.".

In sostanza, io affermo che Dio mi ha parlato dicendo che queste degli ebrei 1, 1-4 sono tutte sciocchezze di persone malate. E, dopo la mia affermazione siete pregati di trovare prove a supporto di quanto affermato in Ebrei 1, 1-4 da quanto ho affermato io: o volete sostenere che io non ho la sapienza di Dio? Prendete Dio, analizzate la sua sapienza in quanto Dio e non in quanto farneticazioni di chi la proclama e vedrete che la mia sapienza è superiore a quella del Dio di Agostino d'Ippona.

Gli Dèi sono sapienti. Questo non perché "hanno la sapienza" intesa come oggetto in sé, ma perché abitano il nostro stesso mondo, risolvono i loro problemi e si trasformano continuamente. Questo, esattamente come gli Esseri della Natura che abitano il mondo, risolvono i loro problemi e si trasformano continuamente.

Con chi vuole parlare Agostino d'Ippona? Con chi si mette in ginocchio davanti ad Agostino d'Ippona e in Agostino d'Ippona riconosce la sapienza profusa da Dio. In sostanza, solo chi farnetica affermando un irreale superstizioso alla vita degli uomini può avvicinarsi ad amare il Dio di Agostino d'Ippona.

Con gli altri filosofi, Agostino d'Ippona non può parlare. Gli altri filosofi chiedono ad Agostino d'Ippona, o a Platone, "Dimostrai l'esistenza del tuo Dio (o il demiurgo) al di là delle farneticazioni con cui lo affermi!" oppure "Dimostrami fattivamente quanto il Dio che affermi sia utile nella vita degli uomini al di fuori del terrore con cui lo imponi e al quale gli uomini si adeguano per paura!"

Per Agostino d'Ippona questi filosofi non sono "amici della sapienza" perché non sottomettono il loro sapere alle farneticazioni attorno ad un Dio onnipotente.

Oggi, la scienza moderna distingue fra il filosofo che argomenta e il malato psichiatrico che afferma e delira. Ai tempi di Agostino d'Ippona questa distinzione non c'era. Questo ci rende perplessi quando veniamo a sapere che alcuni uomini, al giorno d'oggi, ritengono Agostino d'Ippona un "filosofo" anziché un malato delirante anche se spesso si presentano ancora dei deliranti come fossero dei filosofi.

Questa di Agostino mi ricorda molto quei teologi che, invitati a confutare le mie affermazioni, scappavano terrorizzati (Ratzinger compreso).

 

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20 maggio 2025

I templi di Paestum

A Paestum ci sono delle imponenti rovine di tre templi.

Per molto tempo gli studiosi hanno cercato di capire a chi fossero dedicati questi tre templi.

Inizialmente il tempio di destra venne attribuito a Cerere, il tempio centrale a Poseidone e il terzo tempio era rimasto ignoto e viene considerato ancora ignoto.

Poi si scoprì che il tempio di destra non era dedicato a Cerere, ma ad Atena.

Si scoprì che il tempio centrale era dedicato ad Era grazie ai ritrovamenti di statuette votive oggi esposte al muso di Paestum. La costruzione del tempio fu iniziata nel 560 a.c. ed è il più antico dei templi di Paestum.

Il terzo tempio, a sinistra, il più grande dei tre, non si è ancora compreso a chi fosse dedicato. Forse a Posidone o forse a Zeus anche se il ritrovamento di una statua in terracotta di Zeus potrebbe indicare che il tempio era dedicato a Zeus.

Io vorrei ricordare che la triade romana composta da Giove, Giunone e Minerva fu istituita nell'epoca dei re di Roma. Il tempio di Giove Ottimo Massimo in cui si veneravano queste tre divinità. fu iniziata da Tarquinio Prisco e portata a termine sotto Tarquinio il superbo. Fu inaugurato nel 509 a.c. quando ebbe inizio la Repubblica Romana. Il tempio era sul Campidoglio e fu il simbolo di Roma.

Nulla vieta di pensare che a Paestum furono costruiti, nella stessa epoca o poco prima, tre templi come simbolo delle stesse divinità o delle divinità corrispondenti.

20 maggio 2025

L'uso della morte come metodo per terrorizzare gli uomini in Agostino d'Ippona

Dio domina l'uomo e dal momento che il Dio cristiano non è in grado di agire nella quotidianità degli uomini, se non attribuendosi i meriti del lavoro degli uomini, deve essere pensato come onnipotente e vendicativo oltre la morte del corpo fisico.

Il Dio di Agostino, identificandosi in Agostino, chiede sottomissione ed obbedienza e induce a credere che solo l'obbedienza a Dio-Agostino è in grado di garantire può garantire, ai seguaci di Agostino, di non sottostare alle torture eterne che Agostino chiama "castigo".

Scrive Agostino d'Ippona:

Ora che ci siamo liberati dei problemi più ardui, relativi all’origine del nostro secolo ed al principio del genere umano, il piano che ci siamo proposti ci porta ad affrontare la caduta del primo uomo, o meglio dei primi uomini, e l’origine e la diffusione della morte nel genere umano. Dio infatti non aveva creato gli uomini come gli angeli, tali cioè che se pur avessero peccato non sarebbero potuti assolutamente morire; se essi si fossero conformati al dovere dell’obbedienza ne sarebbe conseguita una eternità felice e immortale come quella degli angeli, senza l’esperienza della morte, ma se, al contrario, avessero disobbedito, la morte li avrebbe puniti come il castigo più giusto.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 603

Quanto è credibile Agostino d'Ippona?

Non è credibile perché il suo scopo è quello di imporre obbedienza agli uomini, non quello di definire un mondo-altro.

Il mondo-altro non è definito per sé stesso, ma è definito per uno scopo. Pertanto, la farneticazione ha uno scopo pratico: terrorizzare e farsi obbedire.

A differenza degli Dèi pagani che definiscono una realtà fattuale in sé stessa, il Dio di Agostino è il parto di una mente che chiede agli uomini di sottomettersi non solo all'immagine di Dio, ma a tutti i problemi che la vita riserva loro costringendoli ad essere speranzosi difronte al possibile intervento della provvidenza del Dio di Agostino, una provvidenza che non arriverà mai.

Per contro, ogni volta che gli uomini risolvono i loro problemi d'esistenza, Agostino li costringe a ringraziare il suo Dio per umiliarli e far si che gli uomini non si sentano orgogliosi nell'aver affrontato con coraggio e intelligenza la loro vita.

Queste affermazioni di Agostino d'Ippona, all'interno dell'ambito della teologia e della filosofia metafisica, si chiama manifestazione di criminalità e andrebbe perseguita per legge perché non si possono offendere e violentare gli uomini in nome di un delirio di onnipotenza.

 

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19 maggio 2025

Il cammino

Sulla strada che ho percorso, ho incontrato qualche affetto.

Solo che il mio cuore ardeva nella ricerca di un inconsistente che sfuggiva alla mia attenzione.

Un sapiente mi si affiancò lungo il cammino. Buffo, sollevava ogni pietra del percorso per capire che cosa si nascondeva sotto quella pietra. A volte ero infastidito perché rallentava il mio andare, ma costui mi disse "Se non guardi sotto ogni pietra perdi il conoscere che quella pietra, sotto la quale non hai guardato, poteva fornirti. Finisci col rimpiangere di non aver osservato quello che avresti potuto osservare."

Lungo quel cammino, uno zoppo mi si affiancò. Camminava a fatica trascinando la sua gamba destra che appariva quasi un peso. Durante il cammino mi raccontava storie di animali, spesso buffe. Gli chiesi: "Perché fai parlare corvi, lupi, agnelli e altri animali come se avessero il dono della parola?". Così mi parlò lo zoppo: "Fintanto che si ride del lupo o del corvo, i lupi e i corvi umani che ci circondano non capiscono che parlo di loro. Se lo capissero mi sbranerebbero e io non potrei seminare la conoscenza per coloro che dalla terra danno l'assalto al cielo."

Lungo quel cammino, un'oscuro Caos mi si affiancò ed io lo osservavo perplesso e gli chiesi: "Perché il buio che nega la luce vuole essere compagno del mio cammino?" E l'oscuro Caos così rispose: "Perché il cammino che percorri è oscuro. Sai forse qual è la meta che raggiungerai? Tu puoi sapere della meta che desideri raggiungere, ma non la meta che raggiungerai. E' un cammino. Tu sei diverso da quando iniziasti il cammino e non sapevi come saresti cambiato lungo il cammino. Il cammino che tu percorri non è il cammino che hai iniziato a percorrere. Il cammino è cambiato e a sua volta ha cambiato altri cammini. Tutto è oscuro, tutto scorre e la luce che il tuo andare porta nel cammino è altra oscurità per cammini di cui non hai coscienza."

Lungo quel cammino l'incorruttibile mi si affiancò, mi prese per mano, ed io chiesi: "Perché?" Ed egli mi rispose: "Il cammino è fatto di scelte. Le scelte costruiscono il cammino. Scegliere fra ciò che conviene e ciò che deve essere perché il deve essere coincide con i nostri desideri e le nostre passioni, con i nostri ideali e con i nostri intenti. La qualità delle scelte determina la qualità del cammino anche quando questo ti può portare alla ghigliottina."

Lungo quel cammino il timoniere mi si affiancò dicendo: "Dura è la rotta per seguire questo cammino. Devi studiare e conoscere le leggi relative alla strada che vuoi percorrere. Sotto ogni pietra hai guardato; degli uomini hai osservato le azioni; hai aggiunto oscurità al Caos; hai agito in te stesso per i tuoi intenti. Sì, hai retto il timone della tua esistenza."

Cinque compagni di viaggio mi hanno accompagnato in quel cammino; le loro parole uscivano dai libri portando emozioni alle mie emozioni che mi permettevano di trasformare le emozioni in nuove e diverse parole che nessuno avrebbe capito. In fondo, alle persone non piace guardare sotto ogni pietra, si annoiano; alle persone non piacciono coloro che analizzano il significato le loro azioni, non ne capiscono il senso; alle persone non piace l'oscurità, si sentono smarrite, vogliono che tutto sia chiaro alla loro ragione; alle persone non piace l'incorruttibilità, preferiscono i favori dell'amico all'amico; alle persone non piace pilotare la propria vita secondo il proprio intento, preferiscono adattarsi alle onde del mondo e magari sottomettersi a qualcuno che possa guidarle.

Cinque compagni di viaggio mi hanno allontanato da un mondo che appare come un vortice di tempeste dove gli uomini si muovono inconsapevoli sbattendo l'uno contro l'altro.

Guida la tua nave verso Itaca, in molti siete partiti, ma pochi arriveranno; forse solo uno.

 

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18 maggio 2025

Celebrazione del Solstizio d'Estate 2024 al Bosco Sacro in Jesolo
Sabato 21 giugno 2025 dalle ore 18.00 alle 21.00

Il rito del Solstizio d'Estate presso il Bosco Sacro in Jesolo. Anche quest'anno celebreremo la conoscenza come attività di trasformazione dell'uomo.

Per la religione pagana l'uomo non è creato da un Dio, ma diviene come trasformazione continua e, tutte le fasi della trasformazione, si chiamano conoscenza. La conoscenza che noi acquisiamo e con la quale ci presentiamo al mondo.

Il Rito del Solstizio d'Estate viene celebrato presso l'Altare Pagano del Bosco Sacro in Jesolo sabato 21 giugno 2025 dalle ore 18.00. Il Bosco Sacro è situato in Via Ca' Gamba, Settima traversa 3B a Jesolo - Venezia. Questa è la XX celebrazione del Solstizio d'Estate presso il Bosco Sacro.

Il Solstizio d'Estate è il rito che celebra la Conoscenza, lo sviluppo del conoscere che l'Essere Umano pratica nel corso della sua vita.

Il conoscere e la conoscenza concorrono a trasformarci, sia fisicamente che emotivamente, e plasmano la nostra struttura psico-emotiva portandoci a costruire il nostro Corpo Luminoso.

Noi siamo ciò che costruiamo mediante le nostre scelte e con ciò che costruiamo, nel corso della nostra vita, affrontiamo la morte del corpo fisico. La partecipazione alla celebrazione è gratuita e non comporta nessun impegno.

 

 

 

18 maggio 2025

Alcune immagini da una sala del Museo Archeologico di Napoli

 

Ho visitato il Museo Archeologico di Napoli e sono rimasto affascinato.

 

18 maggio 2025

Distruggere la società USA

Pensavano che gli USA sarebbero stati distrutti da un'invasione di allieni o di armate Russo-Nicaraguensi.

Gli USA hanno sempre esorcizzato una possibile invasione di un qualche nemico. Attendono sempre la distruzione apocalittica.

Gli Stati del mondo non hanno mai portato la guerra negli USA salvo l'attacco Giapponese che dette il via all'impegno USA nella II guerra mondiale.

Gli USA non hanno mai pensato che la distruzione sarebbe arrivata per opera dello stesso governo USA.

 

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17 maggio 2025

Anna Perenna
Teologia della Religione Pagana - quindicesima riflessione
Il sentiero d'oro della Religione Romana

Il quindicesimo paragrafo de Il Sentiero d'Oro, la Devotio, recita:

15 ) Fato conduce l'Essere
E l'Essere diventa Anna Perenna
Anna Perenna insegna all'Essere Necessità del rinnovamento per continuare a crescere.

Anna Perenna è il rinnovamento. Rappresentata come una donna vecchia sempre sul punto di morire e sempre sul punto di rinnovarsi. Perenne è l'azione dell'uomo, perenne il rinnovamento dell'uomo che scaturisce dalle sue azioni, perenne è la trasformazione.

L'uomo si trasforma sempre, perennemente. Gli uomini e le donne sono sempre perennemente vecchi e sono sempre perennemente giovani continuamente rinnovati attraverso le loro scelte e le loro azioni.

L'emergere di Anna Perenna porta l'uomo a trasformarsi, lo rende consapevole della trasformazione prodotta in lui dalle sue stesse azioni e dalle sue stesse scelte.

Mentre nella religione cristiana l'uomo è statico perché creato da Dio, nella Religione Pagana l'uomo cambia continuamente, perennemente. Anche il cristiano, che mette in atto delle azioni, cambia perennemente, ma un conto è essere coscienti di cambiare attraverso le proprie azioni e, perciò, mettere in atto azioni che producono cambiamenti funzionali a quello che noi vogliamo e un altro conto è essere inconsapevoli e mettere in atto azioni che cambieranno chi le compie senza sapere che è in corso un cambiamento e senza avere consapevolezza di cosa germinerà in quel cambiamento.

Ovidio racconta, a differenza del Mito, che Anna Perenna era una donna anziana che faceva focacce con le quali sostenne la plebe di Roma in sciopero sul Monte Sacro. Secondo Ovidio fu una donna che fece una scelta e che cambiò in funzione di quella scelta. Roma eresse una statua in suo onore.

Il mito dice altre cose di Anna Perenna, ma per il Sentiero d'Oro, la Devotio, noi ricordiamo che quando Anna Perenna emerge in noi, noi diventiamo coscienti del cambiamento che si produce in noi dalle scelte e dalle azioni che facciamo.

Una scoperta della fontana di Anna Perenna avvenne nel 1999 durante i lavori per un parcheggio interrato a Piazza Euclide nel quartiere dei Parioli (Roma). Dice il museo Capitolino di Roma che si tratta di uno dei rinvenimenti magici più importanti mai compiuti per la ricchezza e la varietà dei materiali rinvenuti in un piccolo contesto.

La fontana era una "krene", con la captazione diretta dalla bolla sorgiva ed ebbe una vita lunghissima, dal IV secolo a.c. al V secolo d.c.. All'interno della cisterna sono stati trovati materiali afferenti alla sfera religiosa, come 523 monete, gettate nell'acqua per buon augurio, pigne e uova simbolo di fecondità e anche 75 lucerne, alcune delle quali offerte votive. [Informazioni archeologiche dal Museo Capitolino di Roma]

 

17 maggio 2025

Riflessione sulla critica ad Agostino d'Ippona

Sembra complesso l'aver a che fare con Agostino d'Ippona. In realtà la questione è semplice; si tratta di una malattia mentale ammantata di giustificazioni chiamate "filosofia". Delira affermando oggetti, frutto del suo delirio patologico, e insulta chi afferma oggetti diversi da quelli che lui immagina.

Agostino d'Ippona dovrebbe essere trattato sul divano dello psichiatra tante son le affermazioni di un reale soggettivo e indimostrato che sta solo nella sua testa desiderante.

Non solo agisco per riaffermare i valori della Religione di Roma, ma anche per mettere in chiaro le contraddizioni e le atrocità dei discorsi di Agostino d'Ippona.

Penso che tratterò la questione per tutta l'estate. Come sempre succede, continuerò a lavorare fintanto che non sentirò che la questione è, per me, esaurita.

 

17 maggio 2025

Riflessione sulla comunità lgbt

Le persone LGBT furono aiutate dalla "sinistra" per liberarsi dall'emarginazione e criminalizzazione imposta dal cristianesimo. Una volta raggiunto un certo grado di de-emarginazione e di libertà sociale divennero sovranisti e assolutisti (non tutti ovviamente). Aiutarono il fascismo nella scalata al potere e ora il fascismo lavora per emarginarle e criminalizzarle (vedi Trump).

Se non si dà solidarietà alla società non si può chiedere solidarietà alla società.

Lo stesso discorso vale anche per molti extracomunitari diventati cittadini italiani. Sono stati aiutati da persone di "sinistra" e spesso ora supportano la destra fascista.

Purtroppo, l'idea del super-uomo è un'idea educazionalmente imposta che è difficile da rimuovere nelle persone anche quando le persone si sentono emarginate.

Le persone vivono nella convinzione che libertà e diritti siano acquisiti e non si accorgono che qualcuno continua a lavorare per togliere loro quei diritti. Come per il diritto d'aborto. Fu conquistato a fatica e fra mille mediazioni e alla fine, quelle mediazioni, hanno permesso a chi vuole trasformare le donne in vacche da riproduzione, di limitare fino ad annullare il diritto d'aborto.

 

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16 maggio 2025

Riflessione su Varrone in Agostino d'Ippona

Io sto analizzando parte della "Città di Dio contro i Pagani di Agostino d'Ippona. Qunado Agostino d'Ippona parla delle divinità romane, spesso si riferisce ad un'opera di Varrone che è andata perduta.

E' difficile accettare come "veritiere" e non di parte le affermazioni di Agostino d'Ippona molto più interessato ad affermare la "superiorità del cristianesimo" criminalizzando la Religione di Roma.

Marco Terenzio Varrone, "Antiquitates rerum humanarum et divinarum": opera in 41 libri, divisa in 25 di res humanae (affari umani) e 16 di res divinae (affari divini), fonte di ispirazione per Agostino nel De civitate Dei.

L'opera è andata perduta, o, più probabile, distrutta dagli stessi cristiani affinché non venissero smentite le affermazioni di Agostino d'Ippona. Il problema consiste nel fatto che Agostino d'Ippona cita Varrone solo per denigrare l'antica religione di Roma. Un sistema religioso che Varrone già combatteva in nome degli assoluti dittatori come Cesare, Pompeo e Ottaviano dei quali le sue ricchezze erano asservite.

Quando Agostino cita Varrone lo fa solo per denigrare l'antica religione in una polemica che esprime, nell'ambito del discorso filosofico, molti tratti criminali. Criminalità che non sarà circoscritta solo alla filosofia mefafisica.

Per esempio, nel IV libro, a pagina 317-318 della mia edizione, Agostino cita ed usa questa affermazione di Varrone:

"La teologia mitica è quella maggiormente sfruttata dai poeti, quella fisica dai filosofi, quella civile dai popoli. Nel primo gruppo sono comprese molte finzioni contrarie alla dignità e alla natura di esseri immortali. Vi si afferma infatti che un dio è nato dalla testa, un altro dalla coscia, un altro ancora da gocce di sangue; ed ancora che alcuni dèi hanno rubato, commesso adulteri, servito gli uomini; insomma si attribuiscono ad essi cose che possono imputarsi non tanto ad un uomo qualunque, ma addirittura al più abietto di tutti".

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 317-318

Capisco che sia infame che un Dio nasca dalla testa di un altro Dio, un altro dalla coscia e un altro dalla goccia di sangue. Ma non passa dalla testa di Agostino che tali azioni, razionalmente impossibili, come la creazione del mondo dal nulla, contengano un significato simbolico rappresentato in questo modo?

Rubare è un'azione censurata nella società civile. La cornacchia che si appropria di una ghianda, non può essere censurata allo stesso modo in cui si censura il furto nella società civile.

Per censurare un "adulterio" è necessario che i corpi non siano a disposizione delle persone, ma devono essere di proprietà di qualcun altro e non esiste fra gli Dèi e gli uomini il concetto di proprietà dell'altro. In parte il controllo della sessualità era diffuso, ma solo l'ebraismo e il cristianesimo lo elevano a crimine per trasformare uomini e donne in schiavi.

Gli Dèi servono gli uomini e gli uomini, con le scelte del loro vivere, servono agli Dèi. Il cristiano è sottomesso come schiavo al suo Dio che se ne può servire a piacere.

Nella società civile le azioni hanno un valore giuridico, nella vita, le medesime azioni, non hanno censura. Prendiamo l'adulterio che i cristiani hanno perseguito anche con la pena di morte. Oggi, l'adulterio non solo non è più un reato, ma viene protetto dal diritto di privacy.

Come commenta la citazione di Varrone Agostino d'Ippona?

Non si può negare che Varrone quando ha potuto e ne ha avuto il coraggio, pensando di poterlo fare impunemente, ha affermato con chiarezza inequivocabile fino a qual punto con queste favole menzognere si recasse offesa alla natura degli dèi. Queste sue affermazioni erano sempre contro la teologia mitica, che egli volle mettere sotto accusa liberamente, e non contro quella naturale o civile.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 318

Agostino d'Ippona è un uomo pieno d'odio e di rancore. Atena, l'intelligenza progettuale, l'arte dell'agguato, nasce dalla testa di Zeus, l'atmosfera che lo stesso Agostino d'Ippona respirava.

Dioniso, vive la gestazione nella pancia della madre, nasce cucito nella coscia di Zeus, l'atmosfera; viene fatto a pezzi dai Titani e rinasce come un Dio. Ogni uomo e donna si costruisce nella pancia della madre, vive respirando l'atmosfera Zeus, quando muore i Titani si riprendono la loro parte e se ha vissuto con dignità scegliendo, viene partorito come un Dio.

Bisogna essere disperati come Agostino d'Ippona per pregare un Dio che rimedi al fallimento della propria esistenza.

 

16 maggio 2025

La questione religiosa di Liber Pater

Il concetto espresso dalla religiosità nei riti e nelle pratiche relative a Liber Pater a Roma era quello di liberare uomini e donne dall'oppressione. Qualunque oppressione e, in particolare, dall'oppressione della veicolazione dei bisogni sessuali.

Il culto di Liber Pater a Roma ebbe un particolare sviluppo dopo la soppressione, da parte del Senato Romano, dei Baccanali la cui attività tendeva a separare i seguaci dalla società Romana.

Il culto di Libero era un culto italico molto antico e le società pre romane e la popolazione romana lo venerava in una triade composta di Libero-Libera-Cerere. A Roma alcune celebrazioni avvenivano sull'Avventino.

Dopo la soppressione dei Baccanali il culto di Liber Pater altro non sarebbe che una continuazione, o una trasformazione, dei culti dionisiaci.

Sembra che non vi fossero luoghi precisi in cui sviluppare il culto, ma il culto era diffuso in tutto il territorio e le sue feste avvenivano il 17 marzo sia nelle città che nelle campagne. In quei giorni i ragazzi si liberavano dell'infanzia e diventavano adulti indossando la toga virilis.

Libero era un Dio che liberava dalle necessità sessuali e dalla pudicizia in cui le necessità sessuali erano circoscritte. Era il Dio del vino, dell'ubriacatura che liberava, sia pur per un attimo, gli uomini dagli affanni.

Cosa ha colto Agostino d'Ippona del culto di libero?

Scrive Agostino d'Ippona:

VII,21. I riti in onore di Libero.

I riti in onore di Libero1, che essi hanno deputato ai semi liquidi e perciò non solo al succo dei frutti (tra i quali primeggia il vino), ma anche al seme degli animali, giunsero a un grado incredibile di sconcezza; ne parlo malvolentieri per la prolissità dell’argomento, ma non per lo stupido orgoglio di costoro. Fra gli altri fenomeni che sono costretto a tralasciare per la loro moltitudine, Varrone racconta che nei crocicchi dell’Italia si celebravano tali riti in onore di Libero con tanta licenziosa sconcezza, che venivano adorati in suo onore gli organi genitali dell’uomo, e non certo con pudore e riservatezza, ma con maliziosa e orgiastica pubblicità. Infatti, durante i giorni della festa di Libero questo membro osceno veniva issato su dei carretti e trasportato prima nei crocicchi dei campi, poi in città. A Lavinio un mese intero era dedicato a Libero: in quei giorni si parlava il linguaggio più triviale mentre quel membro era trasportato attraverso il Foro, finché non tornava al suo posto, quando una onestissima madre di famiglia doveva imporre pubblicamente una corona su quel membro disonesto.
E evidente che questo doveva essere stato il modo per placare il dio Libero in vista della fertilità dei semi, per allontanare il malocchio dai campi; si costringeva così una sposa a compiere in pubblico ciò che si sarebbe lasciato compiere pubblicamente ad una meretrice in presenza di spose. Perciò si è pensato che Saturno da solo non sarebbe stato sufficiente per i semi; in tal modo un’anima immonda aveva la possibilità di moltiplicare gli dèi e, abbandonata giustamente dal vero Dio per la sua colpa, prostituita ad una moltitudine di dèi falsi per avidità di un maggiore peccato, poteva quindi considerare questi privilegi, offrendo se stessa alla contaminazione e alla violazione di una schiera di immondi demoni.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 361

Le paranoie sessuali di Agostino d'Ippona, quelle che la sua violenza contribuirà ad imporre all'umanità per duemila anni e che solo il 1968 riuscì a rimuovere, guidano la sua follia.

Agostino d'Ippona vede demoni in ogni angolo di strada e le pratiche orgiastiche, per Agostino d'Ippona, sono pratiche immonde.

Da sempre venivano tenuti in gran conto gli organi genitali maschili e femminili perché da loro si genera la vita e la prosperità delle società.

Di Libero e delle pratiche in suo onore, scrive il cristiano Seneca che ancora non ha fatto della repressione sessuale uno strumento di dominio dell'uomo sull'uomo:

Si deve aver riguardo all’animo e concedergli quel riposo che gli ristorerà le forze come fosse cibo. Si devono fare anche camminate all’aperto, per rinfrancare lo spirito con il cielo libero e l'aria abbondante; a volte, ci daranno vigore una scarrozzata, un viaggio, il cambiar paese, un convito, una buona bevuta. In certi casi è bene arrivare all’ubriachezza, non per restarne sommersi, ma placati. Il vino fa piazza pulita delle preoccupazioni, dissoda l'animo a fondo ed è medicina anche per la tristezza, come lo è di certe malattie. Libero, l’inventore del vino, non ebbe quel nome perché il vino scioglie a tutta libertà la parlantina, ma perché libera l'animo dalla schiavitù dei pensieri, lo rende indipendente, lo stimola e gli dà maggior ardore per tutte le imprese.

Seneca in "De tranquillitate animi" XVII, 8, tratto da Seneca, Tutti gli scritti in prosa, Editore Rusconi, 1994, pag. 292-293

Appare evidente come l'interpretazione delle celebrazioni di Libero siano celebrazioni attraverso le quali l'uomo celebra la liberazione di sé stesso. L'uomo e la donna diventano Libero-Libera mentre si stanno liberando dalle costrizioni che vivono quotidianamente.

Non esistendo a Roma il controllo delle persone attraverso la coercizione sessuale, la sessualità è libera e celebrata. Sarà il cristianesimo ad imporre la schiavitù morale attraverso il controllo della sessualità delle persone e trasformando i rapporti sessuali in stupri mediante i quali dominare le persone più deboli. Fino a quella pratica della pedofilia e della pederastia che la chiesa cattolica, e i cristiani tutti come gli ebrei hanno usato per imporre la fede sottomettendo i più deboli.

Libero inventa il vino; Dioniso inventa il vino. Col vino arriva l'ebrezza che scioglie gli affanni esattamente come la pratica sessuale scioglie gli affanni che i cristiani impongono sugli uomini.

 

16 maggio 2025

Nonostante tutto i cambiamenti sono in corso: l'intelligenza animale!

Il mondo continua a scoprire l'intelligenza degli animali e la loro cultura. E' una rivoluzione del pensiero che va avanti da 70 anni rispetto all'idea, sugli animali, imposta dal cristianesimo.

La Cina cerca amici con cui commerciare

Mentre gli USA continuano con i dazi ad amici con cui entrare in conflitto, la Cina continua a tessere nuove alleanze per il commercio.

La Cina e la Colombia dovrebbero cogliere l'adesione formale di quest'ultima all'iniziativa Belt and Road come un'opportunità per rafforzare la cooperazione bilaterale, ha dichiarato mercoledì il presidente cinese Xi Jinping.

Xi ha rilasciato queste dichiarazioni durante l'incontro con il suo omologo colombiano Gustavo Petro, a Pechino per la quarta riunione ministeriale del Forum Cina-CELAC (Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici).

Dal Globe Time - Cina

 

I bambini continuano ad essere stuprati dai cristiani

 

La società USA in crisi di identità

 

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15 maggio 2025

A proposito dei deliri ontologici

Dall'incipit delle pagine di Cronaca Pagana di maggio 2025:

Là nel tumulto sibilano spade e lance mentre Atena affronta il possente Ares. Paride incocca la freccia per colpire Achille che nella polvere trascina Ettore.
Vedete? Trump avanza potente con i suoi dazi, Von der Leyen balbetta incerta, Mark Carney ostacola l'avanzata di Trump mentre Macron e Starmer si nascondono per non essere coinvolti. Verso Trump si dirige Xi Jinping. E' la nuova "Guerra di Troia".

Mi chiedo: che cosa ha capito Senofane di Colofone della poesia di Omero e di Esiodo? E' vissuto aggredendo Omero ed Esiodo ed è stato condannato all'esilio. L'interpretazione assolutista della forma come oggetto in sé ha generato una visione delirante che ha fornito un elemento fondamentale del delirio assolutista.

Omero ed Esiodo definiscono gli Dèi con nomi, riconducibili a forme umane, ma sta agli uomini che leggono interpretarli come forme o come simboli della trasformazione del loro presente. Non si tratta nemmeno di aforismi, si tratta di "oggetti in sé" non riconducibili alla forma umana ma, nello stesso tempo, sostanze materiali che agiscono nell'esistenza. Si tratta degli "oggetti divini in sé" che gli ionici cercavano di individuare analizzando la natura.

Sostiene Senofane di Colofone secondo Diogene Laerzio:

"L'essenza di Dio è sferica e non ha alcuna analogia con l'uomo: Dio tutto intero vede, tutt'intero ascolta, ma tuttavia non respira: è tutt'insieme intelligenza, ragione ed eternità."

Si perde di vista la realtà in cui si vive e si finisce per chiamare "ragione" i propri deliri.

L'idea secondo cui "quanto si pensa deve essere necessariamente reale" che porta le persone a fantasticare, deve avere dei fondamenti fisiologici, non si tratta semplicemente di un'idea. Tali fondamenti impediscono alle persone sia di analizzare il reale che di interpretare i meccanismi estetici come meccanismi astratti. Se io dico "Crono si mangia i suoi figli!" chi è incapace di leggere la rappresentazione formale in astratto, effettivamente pensa che un individuo chiamato Crono si sia mangiato i suoi figli. Non riesce a dare un'interpretazione simbolica a quanto legge.

Questa è la condizione non solo di Senofane di Colofone, ma anche di Parmenide, di Pitagora e di Platone. Ne segue che, non essendo in grado di leggere il simbolismo trasmesso dalle storie, finiscono per elogiare una sorta di realtà oggettiva di quanto prodotto dal loro pensiero che desidera un mondo in cui primeggiare. Costoro chiamano "ragione" l'affermazione di oggetti di cui non sono in grado né di dimostrarne l'esistenza né di argomentare attorno ad essi in relazione alle necessità degli uomini.

In questo contesto, l'ontologia altro non sarebbe che una malattia dell'esistenza che esprime i suoi effetti in convinzioni soggettive che l'individuo non riesce a giustificare oggettivamente se non costringendo altre persone a soggettivare le sue stesse farneticazioni.

 

15 maggio 2025

E' morto José Pepe Mujica

E' morto Josè ‘Pepe’ Mujica, presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015. Aveva 89 anni, e ne avrebbe compiuti 90 il 20 maggio. Da tempo era affetto da un tumore all’esofago, e riceveva cure palliative.

La sua attività ha portato onore all'Uruguay che ha visto un forte aumento delle libertà sociali e della dignità dell'uomo.

 

15 maggio 2025

Piccola riflessione su me stesso

Qualche volta sto male. Non un gran male, ma per una persona che, tutto sommato, a 73 anni è stata bene in salute per tutta la vita, anche se non si tratta di grandi malattie, queste sono in grado di costruire difficoltà nel proseguo del mio lavoro. Sono spesso stanco e non so se questa stanchezza sia dovuta a condizioni di malattia o sia perché il fisico non regge più la quantità di lavoro che gli sto imponendo.

Il mio lavoro è quello di definire la Religione Pagana. La sua teologia; i suoi principi morali; i suoi principi etici; definire i modelli della percezione del mondo del Pagano; individuare il modo attraverso il quale il Pagano abita, pensa e interpreta la realtà.

So perfettamente di essere un individuo infinitamente limitato, ma non per questo una persona deve esimersi dallo sforzo di farlo. Le persone che chiamano sé stesse "Pagane", facciano altrettanto. Si impegnino in quanto sé stesse e non come seguaci di un qualche "maestro" che dice loro come abitare il mondo.

Le persone che mi hanno conosciuto, fin dal 1996, da quando ho iniziato ad esporre pubblicamente il mio pensiero, mi hanno conosciuto che stavo facendo questo. Anche se quelle persone hanno aggiunto, di volta in volta, altri e diversi impegni, costruire il pensiero della Religione Pagana è lo scopo che ho sempre perseguito in quanto questo è il mio scopo.

Io non ho mai chiesto alle persone di essere d'accordo con me. Sarebbe stato un assurdo perché la modificazione del punto di vista sulla realtà fattuale e sulla realtà divina è talmente in contrasto col sistema educazionale al quale le persone si sono adattate, da entrare immediatamente in conflitto con quanto io espongo.

Non nascerà la Religione Pagana perché un gruppo di persone si dichiareranno "pagane" e faranno dei riti, anche se questo è auspicabile. La Religione Pagana nascerà perché le società avranno bisogno dei principi della Religione Pagana per costruire il loro futuro.

Questo avverrà, se avverrà, quando io sarò morto. Fino ad allora il mio compito sarà solo quello di definire, per quanto mi è possibile, i contenuti che qualificano la Religione Pagana in relazione al mondo nel quale viviamo.

In quello che faccio io non ho mai guadagnato nulla e mai ho chiesto qualche cosa a qualcuno. Io vivo della mia pensione conquistata come operaio meccanico che, al momento, mi è sufficiente.

Da me non aspettatevi altro!

 

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14 maggio 2025

Gli USA si arrendono alla Cina: la disfatta di Trump

Gli USA e la Cina si sono accordati per abbassare i dazi. Perché gli USA con le loro dichiarazioni roboanti hanno accettato di trattare con la Cina? Eppure, la Cina non solo non aveva ceduto ai dazi di Trump, ma aveva risposto imponendo a sua volta dazi che, anche se leggermente inferiori a quegli degli USA, sono serviti per impedire l'arrivo in Cina delle merci USA esattamente come i dazi USA hanno impedito alle merci cinesi di arrivare negli Stati Uniti.

Trump non si è chiesto: è la Cina che ha bisogno di vendere le sue merci agli USA o sono gli Stati Uniti che hanno bisogno delle merci cinesi?

Quando gli scaffali dei supermercati USA hanno iniziato ad essere vuoti Trump è stato costretto a riflettere sul fatto che sono gli USA che hanno bisogno della Cina e non viceversa.

La disfatta degli USA, nella sostanza, appare totale.

Indubbio che una parte dei dazi ci sono ancora, ma quei dazi non impediscono più l'arrivo dei prodotti cinesi negli USA e non impediscono ai prodotti USA di arrivare in Cina. Ora, anche se gravati da dazi, i prodotti possono essere acquistati ad un prezzo ragionevole, il 10% in più verso la Cina e il 30% in più verso gli USA.

Ma proviamo un attimo a considerare l'effetto dei dazi nell'attività commerciale (con i dazi molto alti, l'attività commerciale era ferma).

Se un'azienda USA vuole prodotti cinesi per, diciamo, 1000 dollari, avrà i prodotti cinesi pagando 1300 dollari. Se un'azienda cinese vuole prodotti USA per 1000 dollari avrà i prodotti pagando 1100 dollari. L'azienda USA dovrà mettere un ricarico sul prezzo di vendita al pubblico del 30% che pagherà l'utente USA (al di là di come verranno distribuiti gli aumenti nella catena di distribuzione) mentre, l'azienda cinese applicherà un ricarico del 10% sulle merci importate dagli USA (al di là di come verranno distribuiti gli aumenti nella catena di distribuzione).

Nell'accordo stipulato in Svizzera non esistono clausole che obbligano le parti ad acquistare merci l'una dall'altra e, pertanto, l'acquisto di merci è lasciato alle necessità del mercato. In questo mese e mezzo la Cina ha lavorato molto per assicurarsi mercati di approvvigionamento diversi dagli USA e, allo stesso tempo, mercati diversi in cui vendere le merci.

Cosa che non ha fatto l'Europa confidando nella provvidenza divina di san Trump. In questo modo l'Europa, seguendo i criteri di dipendenza propri del cristianesimo (il più debole che deve supplicare il più forte), non si è fornita di nessun arma di contrattazione con gli USA.

Ho scaricato il testo integrale della dichiarazione congiunta sull'incontro economico commerciale Cina-USA a Ginevra dal sito cinese del Global Times del 12 maggio 2025.

Scrive il Global Times:

Testo integrale: Dichiarazione congiunta sull'incontro economico e commerciale Cina-USA a Ginevra
Di Xinhua
Pubblicato: 12 maggio 2025 15:02

Lunedì, Cina e Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in merito all'incontro economico e commerciale Cina-USA a Ginevra.

Di seguito è riportata la traduzione in inglese del testo completo della dichiarazione congiunta:

Dichiarazione congiunta sull'incontro economico e commerciale Cina-USA a Ginevra

Il Governo della Repubblica Popolare Cinese ("Cina") e il Governo degli Stati Uniti d'America ("Stati Uniti"),

Riconoscendo l'importanza delle loro relazioni economiche e commerciali bilaterali per entrambi i Paesi e per l'economia globale;

Riconoscendo l'importanza di una relazione economica e commerciale sostenibile, a lungo termine e reciprocamente vantaggiosa;

Riflettendo sulle loro recenti discussioni e ritenendo che il proseguimento delle discussioni possa affrontare le preoccupazioni di entrambe le parti nelle loro relazioni economiche e commerciali; e

Proseguendo in uno spirito di reciproca apertura, comunicazione continua, cooperazione e rispetto reciproco;

Le Parti si impegnano ad adottare le seguenti azioni entro il 14 maggio 2025:

gli Stati Uniti (i) modificheranno l'applicazione dell'aliquota aggiuntiva ad valorem sui dazi doganali sugli articoli della Cina (inclusi gli articoli della Regione amministrativa speciale di Hong Kong e della Regione amministrativa speciale di Macao) stabilita nell'Ordine esecutivo 14257 del 2 aprile 2025, sospendendo 24 punti percentuali di tale aliquota per un periodo iniziale di 90 giorni, mantenendo al contempo la restante aliquota ad valorem del 10 percento su tali articoli ai sensi dei termini di detto Ordine; e (ii) rimuovendo le aliquote aggiuntive ad valorem modificate dei dazi su tali articoli imposte dall'Ordine esecutivo 14259 dell'8 aprile 2025 e dall'Ordine esecutivo 14266 del 9 aprile 2025.

La Cina (i) modificherà di conseguenza l'applicazione dell'aliquota aggiuntiva ad valorem dei dazi sugli articoli degli Stati Uniti stabilita nell'Annuncio della Commissione delle tariffe doganali del Consiglio di Stato n. 4 del 2025, sospendendo 24 punti percentuali di tale aliquota per un periodo iniziale di 90 giorni, mantenendo al contempo la restante aliquota aggiuntiva ad valorem del 10 percento su tali articoli e rimuovendo le aliquote aggiuntive ad valorem modificate dei dazi su tali articoli imposte dall'Annuncio della Commissione delle tariffe doganali del Consiglio di Stato n. 5 del 2025 e dall'Annuncio della Commissione delle tariffe doganali del Consiglio di Stato n. 6 del 2025; e (ii) adottare tutte le misure amministrative necessarie per sospendere o rimuovere le contromisure non tariffarie adottate nei confronti degli Stati Uniti dal 2 aprile 2025.

Dopo aver adottato le misure di cui sopra, le Parti istituiranno un meccanismo per proseguire le discussioni sulle relazioni economiche e commerciali. Il rappresentante cinese per tali discussioni sarà He Lifeng, Vice Primo Ministro del Consiglio di Stato, mentre i rappresentanti degli Stati Uniti saranno Scott Bessent, Segretario del Tesoro, e Jamieson Greer, Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti. Tali discussioni potranno svolgersi alternativamente in Cina e negli Stati Uniti, o in un Paese terzo, previo accordo tra le Parti. Se necessario, le due Parti potranno condurre consultazioni a livello operativo su questioni economiche e commerciali pertinenti.

---Fine articolo del Global Times---

I mercati azionari sono euforici. Riprendono i commerci e viene stimolato il commercio mondiale. Gli USA stanno tornando indietro da una politica commerciale scellerata ma, come dicono alcuni economisti, molti dei danni che si sono fatti potrebbero essere irreversibili. In particolar modo la modificazione in negativo della percezione che il mondo ha degli USA.

Chi non può essere euforico è Trump. Ha dato il via ad una guerra commerciale, ma le rovine del disastro sono tutte USA.

Il concetto di guerra della Cina è diverso dal concetto di guerra degli USA. Mentre gli USA fanno della distruzione il monumento del proprio trionfo, la Cina non umilia l'altro. Lo ritiene uguale, da non sottomettere, anche quando la Cina è in grado di comperare l'altro: sempre meglio lasciare aperte delle possibilità per future amicizie.

 

 

 

14 maggio 2025

Il vento

Taci!
Non parlare del vento.
Chi vuoi che ascolti storie senza forme?
Chi ascolta i sussurri del vento fra gli infissi?

Non parlare del vento.
Un vento che annuncia tempeste che ancora non arrivano.
Se racconti, attendono l'accadimento.
L'accadimento tarda e l'ansia sale.

Poi ci si dimentica del vento.
Ci si dimentica dei suoi sibili.
Si volge lo sguardo altrove.
Ancora una volta.

Poi arriva la tempesta
per chi non voleva che si parlasse del vento
e invitava a tacere di un vento che sussurrava.

 

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13 maggio 2025

Cosa ha capito Agostino d'Ippona dei misteri di Eleusi?
L'odio di Agostino d'Ippona

Il problema di Agostino nel riflettere sui misteri eleusini è la totale mancanza del concetto di tempo, di trasformazione e di divenire.

Per Agostino d'Ippona l'uomo è creato da Dio, come ogni cosa e, dunque, le cose non si trasformano e non divengono se non all'interno del disegno provvidenziale del suo Dio. Le cose non divengono in sé; non hanno una volontà di scelta; non hanno una necessità di trasformazione; tutto deve essere piegato alla verità imposta dal suo Dio e nessuno può modificare tale verità.

I misteri di Eleusi riguardano la trasformazione, il divenire, il cercare, il moltiplicarsi in sé stessi e per sé stessi.

Ade "rapisce" Persefone. Agostino vede in questo solo l'atto di violenza che può compiere il suo Dio con Maria: uno stupro!

Che gli antichi rappresentassero in questo modo la soluzione di una contraddizione, appare una scelta letteraria per spiegare come Ade rende fecondo ogni seme, ogni utero e ogni uovo dal quale, per azione di Persefone, la piccola Demetra, la vita nasce, cresce e si trasforma.

Cerere, se vogliamo associarla a Demetra, non inventa i cereali. Demetra è la trasformazione. La volontà di trasformazione e di scelta che viene rappresentata dalla volontà di germinazione e crescita dei cereali il cui seme da uno genera molti. Demetra è la volontà che gli uomini usano per modificare il loro presente in funzione dei loro bisogni. Demetra è in ogni Essere della Natura e viene espressa in ogni trasformazione che ogni singolo Essere impone nel proprio presente.

Scrive Agostino d'Ippona:

VII,20. I misteri eleusini.

Tra i riti sacri in onore di Cerere si celebrano quelli di Eleusi, che presso gli Ateniesi furono tenuti in gran conto. In proposito Varrone non offre alcuna interpretazione, se non per ciò che riguarda il frumento scoperto da Cerere e la perdita di Proserpina, rapita da Orco; dice ancora che Proserpina rappresenta la fecondità dei semi e, poiché per un certo periodo di tempo questa venne meno e la terra fu colpita dalla sterilità, sorse la credenza che la figlia di Cerere, cioè la fecondità, chiamata Proserpina da proserpere (propagarsi), fosse stata rapita da Orco e tenuta negli inferi; poiché la dea ritornò dopo ch'era stata ricordata con un pubblico lutto, e tornò nuovamente la fecondità, esplose una grande gioia e furono istituite apposite solennità. Aggiunge infine che molti degli elementi misterici che vengono riportati riguardano soltanto l'invenzione dei cereali.

Tratto da Agostino d'Ippona, La città di Dio contro i Pagani, Editore Bompiani, 2015, pag. 360-361

In sostanza si tratta di insulti di un ignorante che vive solo di odio per la vita, per gli Esseri Umani e per le loro scelte nelle condizioni d'esistenza in cui vivono.

Amare Dio, per Agostino d'Ippona, significa spargere odio per gli uomini che vivono e si trasformano nella loro esistenza. Costringerli all'umiliazione che nega i meriti delle loro scelte per costringerli a glorificare il macellaio di Sodoma e Gomorra per i risultati che loro hanno ottenuto con la loro volontà.

 

13 maggio 2025

I rapporti di forza militare

Islamabad - Nel mezzo di una forte escalation di tensioni fra i due vicini dotati di armi nucleari, il Pakistan ha dichiarato questa mattina di aver abbattuto cinque caccia indiani; tre Rafale, un Mig-29 e un SU-30. Cosa è stato fatto per impedire ai velivoli di fabbricazione francese e russa nello spazio aereo Pakistano? I caccia J-10C di fabbricazione cinese.

Sbigottito l'occidente si chiede: "Come andrebbe un confronto militare con la Cina?"

Fino ad ieri l'occidente pensava di avere la supremazia aerea, oggi non è più così sicuro.

 

 

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12 maggio 2025

Riprendere a postare dopo il viaggio a Napoli

Sono stato a Napoli per visitare Napoli, Pompei, Paestum, il Museo Archeologico di Napoli, la cappella di S. Severo e Napoli sotterranea. Sono tornato, ma devo digerire le meraviglie che ho visto.

Oggi riprenderò a pubblicare le pagine di Cronaca Pagana. Alcune riflessioni erano pronte prima che partissi per Napoli, altre le aggiungerò un po' alla volta.

Il disastro provocato da Trump non costringe solo ad una trasformazione economica dell'economia mondiale, ma è in atto anche una trasformazione delle predilezioni sociologiche delle popolazioni che non sono toccate da guerre.

I dati arrivano, ma è l'impatto dei dati che viene oscurato. Che cosa significa che il maggior porto degli USA, quello di Los Angeles, vede una diminuzione del 35% del traffico merci? Cosa significa il crollo del turismo negli USA? Gli effetti ancora non sono evidenti, ma mentre il commercio verso o con gli USA sta rallentando, sta aumentando il commercio fra i vari paesi del mondo che stanno escludendo gli USA. Cosa significa il fallimento delle aziende nel nord USA per l'interruzione delle relazioni col Canada?

Come afferma Eraclito, tutto cambia e se tu non abiti il cambiamento nell'illusoria speranza di una provvidenza ti stai già scavando la tomba di un prossimo futuro.

 

12 maggio 2025

Prevost (Leone XIV dei cattolici), attenzione al terrore!

Ovviamente, la propaganda cattolica si è precipitata ad associare Prevost, il nuovo capo dei cattolici, a Pecci, il capo dei cattolici, chiamato Leone XIII, ricordando che costui fu colui che emanò l'enciclica Rerum Novarum.

Si sono distratte le persone dal pensare che quel "Leone XIII" fece altre encicliche come quella chiamata "Libertas" del 20 giugno 1888. Libertà di uccidere i più deboli, da parte del più forte ad imitazione del Dio dei cattolici. Questa enciclica cita, fra l'altro, il criminale Agostino d'Ippona come agostiniano è Prevost cresciuto nella chiesa cattolica di Chicago nota per il sistematico stupro dei bambini.

Scrive Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci, chiamato Leone XIII nell'enciclica Libertas:

"Se non che la Chiesa con intelligenza di madre guarda al grave peso dell'umana fralezza, e non ignora il corso degli animi e delle cose, ond'è trasportata l'età nostra. Per queste cagioni, senza attribuire diritti fuorché al vero e all'onesto, ella non vieta che, per evitare un male più grande e conseguire e conservare un più gran bene, il pubblico potere tolleri qualche cosa non conforme a verità e giustizia. Nella sua provvidenza Iddio stesso, infinitamente buono e potente, lascia pure che vi siano mali nel mondo, parte perché a beni maggiori non si chiuda la via, parte perché non si apra a mali maggiori. Nel governo dei popoli è giusto imitare il Reggitore dell'universo: che anzi, non essendo possibile alla potestà umana impedire ogni male, deve "permettere e lasciare molte cose impunite, che la divina Provvidenza punisce, e giustamente" (S. Agostino, De lib. ai lib. I, cap.,6, num. 14). Tuttavia se per ragione del bene comune, e, per quest'unica ragione, può la legge umana e anche deve tolerare il male, approvarlo però e volerlo per se stesso non può, né deve, perché il male, essendo per sé medesimo privazione del bene comune, ripugna al bene comune, che, per quanto è possibile, ha da volere e tutelare il legislatore."

Leone XIII, Enciclica Libertas, 20 giugno 1888

Il più forte, ad imitazione del Dio dei cristiani, per il "bene" può macellare i più deboli per raggiungere un bene più grande. Mi sembra che sia quello che sta facendo Trump con i suoi campi di concentramento e come stanno facendo le destre sovraniste per tutelare la razza bianca, la razza superiore, in nome di Dio.

 

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11 maggio 2025

Dal sanguinario "Leone XIII" a Prevost "Leone XIV":
la schiavitù come modello sociale cristiano

La scelta del nome, Leone XIV, non è stata fatta a caso. Indica una sorta di continuità, come più volte sottolineato, con la sanguinaria politica di devastazione sociale messa in atto da Leone XIII. Una politica sociale che fu premessa del fascismo e di tutte le conseguenze che la supremazia della razza avrebbe comportato.

D'altro canto, non è una coincidenza storica che l'elezione di Prevost avvenga in presenza di Trump che fa dello schiavismo ampia manifestazione giungendo, per poter deportare le persone, a voler abrogare l'Habeas corpus affinché gli schiavi che deporta non possano rivendicare nessun diritto o rispetto della loro persona.

Walter Peruzzi nel suo "Cattolicesimo reale" cita ampiamente l'enciclica di Leone XIII e sottolinea i sotterfugi retorici attraverso i quali riafferma la schiavitù fingendo di condannare la schiavitù e proteggendo, innanzitutto, gli schiavisti, i padroni di schiavi, che sono padroni per volontà di Dio.

Leone XIII affermando che lo schiavo è schiavo perché ha peccato, di fatto legittima la schiavitù come volere di Dio esattamente come Platone legittimava la violenza e l'emarginazione della donna affermando che la donna era la reincarnazione di un uomo malvagio che, reincarnandosi come donna, doveva essere punito ed emarginato.

Scrive Walter Peruzzi:

Leone XIII fa il punto

Un bilancio della posizione cattolica verso la schiavitù fece infine Leone XIII nell'enciclica del 1888 In plurimis (A9), occasionata da una decisione del governo brasiliano. Ecco ampi stralci del testo, che abbiamo ritenuto utile citare estesamente:

Dall'Enciclica In Plurimis di Leone XIII del 1888

d) (4.3a) in omaggio a questo faustissimo evento [il cinquantenario di sacerdozio del papa] sono stati restituiti a libertà [in Brasile] molti di coloro che nei vastissimi territori di codesto impero gemono sotto il giogo della schiavitù... Ora, fra tante miserie, è da deplorare duramente la schiavitù a cui da molti secoli è sottoposta una parte non esigua della famiglia umana, riversa nello squallore e nella lordura, contrariamente a quanto in principio era stato stabilito da Dio e dalla Natura...

La schiavitù frutto del peccato

Secondo Sant'Agostino... "la condizione servile s'intenda giustamente imposta al peccatore. Infatti in nessun luogo delle Scritture leggiamo la parola servo, prima che con essa il giusto Noè punisse il peccato del figlio. Pertanto la colpa e non la natura meritò tal nome" (Gen 1,25). Dal contagio del primo peccato derivarono tutti gli altri mali e codesta mostruosa perversità...
Come un luttuoso spettacolo, la memoria di quei tempi si svolge fino all'epoca di Gesù Salvatore, quando la vergogna della schiavitù era estesa a tutti i popoli, ed era così esiguo il numero dei liberi che il poeta mise in bocca a Cesare queste atroci parole: "Il genere umano vive in pochi".

La Chiesa non liberagli schiavi ma li educa a rispettare i padroni

... la Chiesa come buona madre si è adoperata per mitigare in parte le tribolazioni e l'ignominia della vita servile; per tale motivo definì ed energicamente raccomandò i diritti e i doveri necessari tra servi e padroni, così come sono definiti nelle lettere degli Apostoli...
Chi voglia paragonare entrambi i modi di trattare gli schiavi, il pagano e il cristiano, facilmente dovrà riconoscere che il primo era crudele e vergognoso, l'altro assai mite e pieno di rispetto, né mai si renderà colpevole di sottrarre merito alla Chiesa, ministra di tanta indulgenza. ... essa non volle affrettarsi nel provvedere alla manomissione e alla liberazione degli schiavi poiché ciò non poteva sicuramente avvenire se non in modo tumultuoso, con danno proprio di essi e a detrimento della società; ma con sommo giudizio fece in modo che gli animi degli schiavi, sotto la sua guida, fossero educati alla verità cristiana e con il battesimo adottassero costumi conformi.
Perciò, se nella moltitudine degli schiavi che la Chiesa annoverava tra i suoi figli, taluno, allettato da qualche speranza di libertà, avesse ordito una violenta sedizione, sempre la Chiesa riprovò e represse quei peccaminosi desideri e per mezzo dei suoi ministri adottò i rimedi della pazienza. Si persuadessero dunque gli schiari di superare di molto in dignità i padroni pagani, mercé il lume della santa fede e l'insigne retaggio di Cristo, e di sentirsi obbligati più devotamente dallo stesso Autore e Padre della fede a non consentire a sé stessi azione alcuna contro i padroni né di allontanarsi minimamente dalla riverenza e dalla obbedienza dovuta ad essi.
Placati i dissidi e sopraggiunti tempi tranquilli per la Chiesa, i santi Padri con mirabile sapienza esposero gli insegnamenti apostolici circa la fraterna solidarietà tra cristiani, e con altrettanta carità li applicarono a vantaggio degli schiavi, cercando di convincerli che i padroni avevano dei diritti legittimi sul lavoro degli schiavi e tuttavia non erano loro concessi un imperioso potere sulla vita e l'uso di crudeli sevizie ...
Aumentava la sollecitudine della Chiesa nella tutela degli schiavi e, senza tralasciare alcuna occasione, tendeva cautamente a restituirli finalmente a libertà: ciò avrebbe assai giovato anche alla loro eterna salute. Gli antichi sacri annali recano testimonianze dell'esito favorevole di quell'impegno...

Cita i papi contrari alla schiavitù, omettendo gli altri...

Moltissimo fecero per gli schiavi i Pontefici romani, davvero memorabili come difensori dei deboli e vindici degli oppressi. San Gregorio Magno ne mise in libertà quanti più poté, e nel concilio romano dell'anno 597 volle che fosse concessa la libertà a coloro che avevano deciso di dedicarsi alla vita monastica.
Adriano I ordinò che gli schiavi potessero liberamente contrarre matrimonio, contro il volere dei padroni. Alessandro III nell'anno 1167 prescrisse apertamente al re Mauro di Valenza di non ridurre in schiavitù alcun cristiano, poiché nessuno è schiavo per natura, e tutti sono stati creati liberi da Dio. ...
Pertanto, non si attribuiranno mai abbastanza elogi né si sarà mai abbastanza grati alla Chiesa cattolica che per somma grazia di Cristo Redentore abolì la schiavitù, introdusse tra gli uomini la vera libertà, la fratellanza, l'uguaglianza, e perciò si rese benemerita della prosperità dei popoli...
Alla fine del secolo decimo quinto, quando la funesta piaga della schiavitù era quasi scomparsa presso le genti cristiane e gli Stati tentavano di rafforzarsi nella libertà evangelica e di estendere il loro dominio, questa Sede Apostolica, con assidua vigilanza cercò di impedire che rigermogliassero quei malefici semi. Perciò rivolse la sua vigile attenzione ai territori da poco tempo scoperti in Africa, in Asia, in America. Infatti era giunta voce che i capi di quelle spedizioni, sebbene cristiani, avessero abusato delle armi e dell'ingegno per imporre la schiavitù a popoli inoffensivi... Seguì poi, con crudeltà non dissimile, l'oppressione degli indigeni (generalmente chiamati "Indiani") al modo degli schiavi.
Non appena questi fatti furono noti a Pio II, senza alcun indugio, il giorno 7 ottobre dell'anno 1462, scrisse una lettera al Vescovo di Rubio per biasimare e condannare tanta malvagità... Paolo III, ansioso nella sua paterna carità per la sorte degli indiani e degli schiavi africani, prese la decisione estrema di affermare con solenne decreto, al cospetto di tutte le genti, che a tutti gli schiavi era dovuto un giusto e particolare potere in triplice forma: potevano disporre della propria persona; potevano vivere in società secondo le loro leggi; potevano acquistare e possedere beni. ... Con la stessa sollecitudine e con la stessa costanza, altri Pontefici quali Urbano VIII, Benedetto XIV, Pio VII si dimostrarono strenui difensori della libertà per gli Indiani e per i Negri... Anche Gregorio XVI ammonì severamente coloro che disprezzavano la clemenza e le leggi; richiamò in vigore i decreti e le pene stabilite dalla Sede Apostolica...

Schiavi, siate grati ai vostri padroni

Ora, Venerabili Fratelli, il Nostro pensiero e la Nostra lettera bramano rivolgersi di nuovo a Voi... Fate in modo che padroni e schiava si accordino tra loro con animi ben disposti... bisogna augurarsi soprattutto che sia soppressa e cancellata la schiavitù come tutti desideravano, senza alcuna violazione del diritto umano e divino, senza alcun sommovimento sociale, e anzi con sicuro vantaggio degli stessi schiava in questione. A ciascuno di essi, o già resi liberi o in procinto di esserlo, Noi raccomandiamo, facciano in modo di conservare e dichiarare pubblicamente il loro grato e affettuoso ricordo di coloro che con saggezza operarono per la loro liberazione...
Temere e rispettare la maestà dei regnanti, ubbidire ai funzionari, sottomettersi alle leggi: questi ed altri simili doveri da adempiere assiduamente non tanto per timore quanto per senso religioso. Inoltre raffrenino e allontanino l'invidia per le ricchezze e il prestigio altrui; dispiace che quel vizio affligga di solito molti tra gli umili e fornisca motivi perversi contro la pace e la sicurezza della società.

Fine citazione enciclica In plurimis

Commenta in questo modo Walter Peruzzi:

Questo testo documenta, anziché superare, le contraddizioni, ma anche le manipolazioni della stona e i sotterfugi cui deve ricorrere la Chiesa, che per un verso capisce di non poter difendere oltre la schiavitù anche nella forma “mite” dei primi secoli cristiani, e cerca anzi di accreditarsi come da sempre contraria alla “lordura” e “ignominia della vita servile”, d'altra parte non può rinnegare quanto ha insegnato e praticato per secoli seguendo ì'Antico Testamento e le Lettere degli Apostoli.
Dopo aver quindi affermato che la schiavitù “contrasta a quanto in principio era stato stabilito da Dio e dalla Natura” afferma con Agostino che è “giustamente imposta al peccatore”, derivando “dal contagio del primo peccato”. Se il primo sia quello di Adamo o di Noè non è chiaro, come pure non è chiaro se Leone XIII contraddica Pio IX, per cui la schiavitù non è “del tutto contraria alla legge naturale e divina”, o se i due papi si riferiscano a due “nature”, quella anteriore e quella posteriore al peccato originale. Un quesito da porre anche a Ratzinger, quando parla di famiglia “naturale”...
Comunque, tornando a Leone, dopo il peccato la schiavitù sembrerebbe “giustamente imposta al peccatore”, tanto è vero che, scrive poco avanti, la Chiesa si adoperò per mitigarla fissando i “diritti e doveri necessari fra servi e padroni”. I quali dunque restavano tali.
Ma nella parte successiva dell'enciclica, contraddicendosi, Leone abbandona questa giustificazione della schiavitù presentandola come una “tattica” della Chiesa per arrivare gradualmente, nell'arco di quasi due millenni {adelante Pedro, con juicio...) “alla liberazione degli schiavi”. Cosciente che se si fosse adoperata per liberarli subito, sarebbe avvenuto “in modo tumultuoso, con danno proprio di essi e a detrimento della società”. Il che fa pensare che il papa parli di schiavi perché gli operai del suo tempo intendano (v. I.II. La questione sociale)...
E perché non si possa dubitare da che parte stia, Leone XIII aggiunge che quando qualche schiavo si era ribellato la Chiesa sempre “riprovò e represse quei peccaminosi desideri”, intimando di non tentare “azione alcuna contro i padroni né di allontanarsi minimamente dalla riverenza e dalla obbedienza dovuta ad essi”.
Pare così che la schiavitù torni ad essere “giustamente imposta” e “dovuta” l'obbedienza ai padroni, che “avevano dei diritti legittimi sul lavoro degli schiavi” benché non “un imperioso potere sulla vita e l'uso di crudeli sevizie”. La Chiesa, insomma, pur piegandosi ai tempi, sembrerebbe ancora favorevole a una schiavitù “mite e piena di rispetto” (un vero ossimoro), quale esisteva nei primi tempi cristiani, non “crudele e vergognosa” come quella dei pagani.
Procedendo fra queste contraddizioni, Leone XIII manipola anche i dati storici, cita come uno che mise in libertà quanto più schiavi poté quel Gregorio Magno che, come si è visto sopra, intimava di catturare gli schiavi “fuggitivi”; omette di citare i papi per lui scomodi che avevano sostenuto la schiavitù e fa passare per condanna della schiavitù la prescrizione di “non ridurre in schiavitù alcun cristiano" emanata proprio da quell'Alessandro III che al tempo stesso, come prima pure abbiamo visto, autorizzava a trarre in schiavitù le “bande” contrarie ai cristiani. Leone XIII tace poi ovviamente del commercio di schiavi praticato da quello Stato pontificio tanto sollecito, secondo lui, a emanciparli.
Tale debole memoria storica, o un'enorme faccia tosta, gli permettono infine di annettersi i meriti dell'illuminismo e della rivoluzione francese, e di concludere elogiando la Chiesa cattolica che “abolì la schiavitù, introdusse fra gli uomini la vera libertà, la fraternità, l'eguaglianza”.

---fine citazione da "Il cattolicesimo reale" di Walter Peruzzi, 2008. Editore Odradek, pag. 27-29

Queste poche pagine di Walter Peruzzi ci permettono di capire in che cosa consisteva la "dottrina sociale della chiesa" che altro non era che la continuazione della schiavitù come definita da Paolo di Tarso.

Una schiavitù che cessava di essere una schiavitù economica per diventare una schiavitù con "tutto il cuore e con tutta l'anima" il cui scopo non era solo quello di lavorare per il padrone ma di amare il padrone in quanto padrone.

Questa è l'ideologia sovranista e l'ideologia Trumpista che se qualche decennio dopo Leone XIII alimenta l'ideologia fascista, oggi come oggi con Prevost appare affiancarsi all'ideologia sovranista di Trump appoggiandolo in una crociata contro gli "infedeli".

Prevost, come fascista sovranista, deve farsi accettare dalla sinistra per poter portare avanti progetti di disarticolazione sociale e, probabilmente metterà in atto delle "aperture verbali" che abbaglieranno la sinistra politica rendendola sottomessa alla monarchia assoluta di Prevost e di Trump.

Prevost ama Dio perché lui è il Dio cristiano incarnato in terra. Per amare Dio, sé stesso, deve stuprare gli uomini affinché siano costretti ad "amare Dio", lui stesso.

 

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05 maggio 2025

Sesso fra fascismo e democrazia

Al di là di come la legge determina i vari gradi.

Al di là dei contenuti che l'educazione nell'età infantile induce le persone a giudicarli o ad abitarli.

Due comportamenti ricadono sotto la dicitura: sesso!

Uno, io lo chiamo "amore", l'altro lo chiamo "stupro".

Il primo rientra nella democrazia mentre, il secondo, ideologicamente rientra nel fascismo.

La definizione ideologica non è determinata dalla qualità intrinseca dell'atto, ma dal rapporto, dal come si pensa una persona rispetto all'altra.

Nell'amore c'è un modo di pensare la persona altra; nello stupro c'è un modo di pensare la persona altra.

I due modi sono inconciliabili anche se, in alcuni casi, nella pratica possono apparire simili per le specifiche predilezioni (educazionalmente imposte) dei singoli individui.

 

05 maggio 2025

discussione del 04-maggio-2025

Intanto, che qualcuno rifletta. Sono molto infastidito dagli antifascisti che fanno antifascismo proclamando la legittimità di idee fasciste.

Fascismo e democrazia sono strutture di pensiero inconciliabili, ma quando chi si dice democratico legittima strutture sociali e comportamenti propri del fascismo, non è un democratico, ma un fascista.

Come c'è differenza fra, "lotta fra mafie" (a cui la Democrazia Cristiana ha partecipato) dalla "lotta contro la mafia"; così c'è differenza fra "lotta fra fascisti" e "lotta contro il fascismo" per la riaffermazione della democrazia.

Non solo molte idee e azioni del Partito Democratico rientrano nell'ambito dell'ideologia fascista, ma anche di quelli che fino ad ieri chiamavano sé stessi "comunisti".

Non potevo avere molti dubbi sul fatto che, affermato questo, il fascista non mostrasse la sua presenza. Mentre io mettevo attenzione sui contenuti delle idee, lui si preoccupava di stuprare la discussione portandola sul piano della tifoseria. Scriveva:

Dice FAGA

Perché secondo me il Partito Democratico è tale solo per denominazione. Punta a un regime travestendosi di libertà.

Claudio Simeoni

FAGA Ciao. Scusami, ma non sono interessato a schierarmi contro il Partito Democratico. Il fatto che molte istanze politiche del Partito Democratico siano riconducibili e assimilabili a Fratelli d'Italia, alla Lega o a Forza Italia, non è paragonabile a quanto, in questo momento, è in atto.

Dice FAGA

Claudio Simeoni Per quanto mi riguarda di fronte a certi partiti non abbasso la guardia. Alcuni che si spacciano per democratici covano qualcosa.

Claudio Simeoni

Non sono interessato a parlare dei partiti. Davanti ad un concetto come questo, ad esempio, "Libertà di parola espressa in un post", Quando quel post si qualifica come fascista e quando si qualifica come democratico? Questo è il tipo di discorso che interessa a me. Io ho disprezzo per coloro che affermano "Alcuni che si spacciano per democratici covano qualcosa" perché o hai individuato che cosa si nasconde o non lo hai individuato e non puoi spargere sospetto perché in questo modo è squallido complottismo. La discussione è chiusa qui. Ciao.

----fine discussione--

E' chiaro che tentare di spostare una discussione sui principi ideologici in una discussione di critica alla persona o ad un oggetto definito per sfuggire alla responsabilità di individuare i contenuti ideologici, è un metodo fascista prodotto dall'ideologia cristiana che ritiene l'uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio e che, pertanto, le affermazioni rientrano nell'opinione e non in idee che modificano la qualità della vita delle persone.

 

05 maggio 2025

Presente e futuro

Il presente in funzione del futuro?

E' la contrapposizione fra Eraclito e Parmenide; fra i Pitagorici e gli Orfici.

La contrapposizione, pur assumendo vari nomi e varie veicolazioni formali ideologiche, dura da 2700 anni e ancor oggi non si è capito che domani non è uguale ad oggi e che le scelte nell'oggi determinano la qualità del domani.

Ma del domani cosa importa?

Del doman non c'è certezza, dicono alcuni.

Altri dicono: domani saremo morti.

Ma se non agisci manipolando il tuo presente in funzione di un domani possibile, neghi il domani anche dopo la tua morte del corpo fisico. Parmenide ed Eraclito continuano a combattersi e chi segue la verità dell'oggi non comprenderà mai la verità della trasformazione che nega la verità: in alcune filosofie viene chiamata "negazione della negazione".

Sono 30 anni che ripeto questo concetto, veicolandolo in vari contesti, ora sono stanco.

Io vi ho raccontato l'immenso in cui viviamo. L'ho fatto col mio linguaggio. Forse non sono stato in grado di farmi capire.

Fate come credete e confidate che il vostro credere coincida con la realtà che state vivendo.

 

05 maggio 2025

L'uomo, Dio cristiano

L'uomo che si sente Dio. Per la chiesa cattolica il papa è il rappresentante di Dio in terra "E quanto il papa fa in terra, Dio lo conferma in cielo!". Si tratta di delirio da onnipotenza che Trump ha già dimostrato imponendo dazi a tutto il mondo compresi ai paesi che sono sempre stati amici dell'America.

 

05 maggio 2025

I fiumi emotivi

La domanda che io mi faccio è questa: come si stanno muovendo i fiumi emotivi nel mondo?

Quando ero giovane, no li vedevo; ora li sto vedendo ma non riesco ancora a mettere in relazione il loro fluire con la realtà razionale. So che fra il fiume emotivo e la realtà razionale c'è lo spazio del tempo che determina l'agire emotivo e l'agire razionale nell'interagire l'uno nell'altro mondo. Il tempo è un mondo a sé. Non ha passato, non ha futuro, non accumula e non determina qualcosa. Separa emozione dalla forma anche se l'emozione può esprimersi solo attraverso la materia perché è la materia che si emoziona, ma la forma non può vivere e trasformarsi se non si emoziona. Fiumi emotivi attraversano popoli e società determinandone flussi ideali verso il loro futuro o riflussi ideali verso un futuro che ripete le esperienze passate.

Chi abita i fiumi emotivi?

Chiunque vede l'abitare nei fiumi emotivi, lo definisce mediante la forma che costruisce attraverso la sua immaginazione. Ma chi abita i fiumi emotivi li abita senza forma perché il loro incessante fluire annulla ogni forma immaginabile.

 

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04 maggio 2025

1968: il Libretto Rosso di Mao Tse Tung

Fra il 1967 e il 1968, alcuni piccoli gruppi di persone in Italia e nei paesi dell'Europa Occidentale manifestavano sventolando il "Libretto rosso" delle citazioni attribuite a Mao Tse Tung. Venivano derisi.

Eppure, volevano avvertire l'Italia e l'Europa del presentarsi di un diverso modo di pensare, sconosciuto in ambito cristiano.

Quel modo di pensare oggi ha portato la Cina ad essere la maggiore potenza economica al mondo (manca poco che superi gli USA).

Quegli imbecilli che sventolavano il "libretto rosso" seppero cogliere il cambiamento prima che il cambiamento fosse in atto.

Frasi come questa:

Il nostro punto di partenza è servire il popolo con tutto il cuore, e mai, neppure per un momento, staccarci dalle masse; in tutti i casi, partire dagli interessi del popolo e non dai propri interessi o da quelli di un piccolo gruppo; identificare la nostra responsabilità verso il popolo con la nostra responsabilità verso gli organi dirigenti del Partito.

Libretto Rosso, Tascabili economici Newton, 1994, pag. 58

se interpretate nell'ambito cristiano della prassi occidentale, suonano come "retorica propagandistica" al fine di far accettare autorità illudendo le persone che quell'autorità sia al suo servizio e, invece, è al servizio di Dio, di sé stessa e deve convincere le masse a servirla credendo che, al contrario, sia essa che le serve.

Se, al contrario, non è vuota retorica, ma una direttiva capace di distinguere il principale e il secondario, non è un Herry Potter che con la bacchetta magica modifica la realtà e non è nemmeno il Dio cristiano che dice "sia la luce", ma diventa un processo che, mettendo attenzione su aspetti specifici della società inserisce elementi di modificazione della società stessa aprendola verso un'organizzazione diversa in futuro.

Un processo di trasformazione attraverso una relazione dialettica che, ad esempio, nel Libretto Rosso viene definita anche in questo modo:

La nostra parola d'ordine nell'addestramento delle truppe è: "Gli ufficiali istruiscono i soldati, i soldati istruiscono gli ufficiali e i soldati si istruiscono a vicenda". I soldati hanno una grande esperienza pratica di combattimento. Gli ufficiali devono apprendere da loro e quando avranno fatto proprie le esperienze altrui saranno ancora più capaci.

Libretto Rosso, Tascabili economici Newton, 1994, pag. 58

Prendete questo principio e applicatelo all'economia e diventa comprensibile come la Cina, che un tempo propose a Gianni Agnelli di costruire fabbriche in Cina e questi rispose: "Ma se non avete nemmeno le strade! E rise...", oggi è il maggior produttore di automobili al mondo e il maggior innovatore del settore della mobilità come ha dimostrato l'esposizione di Shanghai quest'anno nel 2025.

Non ho dubbi che anche la maggior parte di coloro che nel 1967/68 sventolavano il Libretto Rosso erano convinti che fosse retorica perché erano stati cresciuti ed educati in ambito cristiano e non potevano vedere l'autorità se non come incarnazione di Dio a cui sottomettere gli uomini. Ma era questo che sfuggiva all'occidente ammalato di superiorità della razza e impegnato nella rapina colonialista del mondo.

La propaganda messa in atto dal capitalismo liberale contro gli sfruttati nel timore che gli sfruttati rubassero loro i mezzi per arricchirsi ha riempito la storia di contrapposizione. Una contrapposizione che diventa drammatica quando il capitalismo cristiano non è un mezzo di sviluppo delle società, ma è una struttura di rapina e di annientamento delle società in nome di una supremazia e di un dominio che ha paura di perdere. Allora quel capitalismo costruisce la sua ricchezza costruendo miseria nelle società. Una miseria che deve costruire a qualunque costo in nome di Dio.

Al contrario, quando il "capitalismo" non è "il regime", ma uno strumento delle società, allora:

La nostra parola d'ordine nell'addestramento dell'economia è: "I tecnici istruiscono gli operai, gli operai istruiscono i tecnici e gli operai si istruiscono a vicenda". Gli operai hanno una grande esperienza pratica di lavoro. I tecnici devono apprendere da loro e quando avranno fatto proprie le esperienze altrui saranno ancora più capaci.

Così ha fatto la Cina con l'occidente acquisendo ed espandendo una capacità tecnica di massa e dalla massa sono emerse le qualità tecniche che hanno modificato l'industria portandola oltre i livelli raggiunti dall'occidente.

Nel 1967/68 mentre l'occidente spingeva le proprie giovani generazioni ad applaudire i Beatles e i governi spingevano i giovani ad abbracciare la "cultura dell'autoannientamento Hippy" perché, tanto, essendo creati da Dio solo Dio poteva dar loro il futuro, in Cina i tecnici imparavano dagli operai e gli operai istruivano i tecnici in una situazione economico-sociale paragonabile al nostro medioevo.

L'occidente ha distrutto parte della propria gioventù fra droga, misticismo e attesa della venuta di Gesù sulle nubi che ancor oggi ha sdoganato il fascismo e l'ideologia della legittimità del dominio dell'uomo sull'uomo, finendo per soccombere alla pandemia da covid-19, mentre la Cina non solo ha trasformato la nazione nella nazione a tecnologia di massa maggiormente sviluppata al mondo, ma ha superato gli USA nella corsa verso lo spazio.

Quei pochi sciocchi del 1967/68 che sventolavano il Libretto Rosso hanno avuto la capacità di cogliere, nel loro tempo e nella loro situazione, i semi di un futuro che le società in cui vivevano testardamente hanno voluto ignorare.

 

04 maggio 2025

Pitignano e il Villano

Sono stato a Pitignano ho fotografato l'asino con l'uomo e ho letto la poesia di Nerio Persi e mi sono sentito profondamente indignato, offeso, ingiuriato.

Solo l'asino attenuava la mia rabbia.

Io disprezzo la sottomissione. Così disprezzo chiunque voglia trasformare in estetica poetica la bellezza del sottomesso mentre con passione ama il proprio padrone e le condizioni che lo costringono alla sottomissione.

Artisticamente, dal punto di vista estetico (estetismo cristiano) la rappresentazione ha un certo fascino dal pundo di vista di chi non si identifica col sottomesso che invoca Dio e preferisce il ruolo di Dio.

Dal punto di vista della filosofia metafisica rappresenta un orrore, un'ingiuria, un insulto a chi è costretto a vivere nella fatica e, pur vivendo nella fatica trova motivo di sopravvivenza emotiva.

E' come il miliardario che incontrando la persona che chiede elemosina, seduta al ciglio della strada che sta mangiando un panino e il miliardario dice: "Buono quel panino!". A lui che sopravvive solo con quello. E' il più feroce atto di violenza che si possa fare.

Quando la mia insegnante di Inglese ha fatto una cosa simile, per quanto apprezzassi il suo insegnamento, la rabbia che ha suscitato fu talmente grande che mi spingeva ad agire violentemente, ma ho preferito abbandonare il corso d'Inglese. Eppure, avevo frequentato per due anni senza perdere una lezione.

Il Dio dei cristiani ha costruito la miseria fra gli uomini e, alcuni miserabili, vanno dagli uomini che sopravvivono nella miseria e dicono loro quanto sia nobile vivere nella miseria. E' l'ideologia della bibbia espressa nel libro di Giobbe dove il disgraziato, stuprato da Dio, che gli ammazza moglie e figli, ringrazia Dio dimostrandogli il suo amore.

La scultura dell'uomo e l'asino a Pitignano è esteticamente bella, ma è un vero e proprio insulto per gli uomini che hanno stretto denti e pugni per vivere nelle condizioni miserabili in cui i cristiani li hanno costretti.

E nella poesia, Nerio Persi, pensa al villano che bestemmia e poi chiede perdono a quel padrone, Dio, che gli ha rubato la vita costringendolo a distogliere lo sguardo dal cielo e fissarlo sulla terra dove, stancamente, i suoi piedi si trascinano nella polvere.

Compagno del suo viaggio c'è l'asino. L'amico che tutto dona e nulla chiede. Compagno nelle fatiche della sua vita nella speranza che Dio muoia e si tolga dalle palle della vita dell'uomo.

Sono stato a Pitignano ho fotografato l'asino con l'uomo e ho letto la poesia di Nerio Persi che recita:

Il Villano

Padre, voglio saper chi è villano-
Figlio mio, se pensi ad un uomo
che prega col cappello in mano
mentre inginocchiato invoca Dio,
pensi a chi piange,
bestemmia, poi chiede perdono
mentre asciuga il sudore
e accarezza spighe di grano.
quello ha il titolo di "Villano".

Se vedi colui che ha il sorriso
mentre raccoglie grappoli dorati
o piange e si dispera
per le delusioni dell'umano,
prende gli attrezzi di lavoro
con la forte e callosa mano
o si siede in mezzo al campo
quando la fatica tormenta la sue membra
poi ritrova sempre la forza,
quello figlio mio è il "villano".

Se conosci un uomo
che del trifoglio ama il profumo
che ama l'aroma del fieno,
che ama produrre frutti profumati.
che ama la tranquillità e la pace.
che ama la sorgente pura
la rugiada al nascere del sole,
allora, figlio mio sei al cospetto
del figlio che di Dio è il prediletto:
a quell'uomo puoi stringere la mano
perché ha il nobile titolo di "Villano"

di Nerio Persi

Nerio Persi non è un villano. E' altro dal villano. Lui nobilmente parla a suo figlio e pensa che le sue parole siano nobili mentre i bambini di quel villano erano costretti a pochi anni a lavorare nei campi o a scendere nelle miniere.

E' una poesia scritta per la gloria di Dio, del padrone che trasforma gli uomini in schiavi, non ha nulla del desiderio di liberarsi dalle condizioni che attraversava i villani.

Quanti di loro si sono spaccati la schiena affinché i loro figli percorressero altri e diversi sentieri nella loro vita?

Nella poesia di Nerio Persi non ci sono i desideri dei Villani. C'è solo il desiderio che i Villani rimangano villani e continuino a bearsi nell'essere villani per la gloria di Dio.

 

04 maggio 2025

Notizie USA

Buone notizie dagli USA. Notizie che lasciano il tempo che trovano perché Trump è inaffidabile, ma indicano un clima di sbandamento nell'amministrazione USA. Recitare. Trump sa solo recitare per nascondere le sue bugie.

Dalla prima pagina dell'Washington Post di oggi.

 

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03 maggio 2025

La follia del mondo in cui viviamo

 

L'Amministrazione Trump pianifica un drastico ridimensionamento delle agenzie di spionaggio statunitensi. La CIA prevede di licenziare 1200 dipendenti, insieme ad altre migliaia di persone provenienti da altri settori dell'intelligenza statunitense.

Il giudice annulla l'ordine di Trump che punisce lo studio legale Perkins Coie.

Trump celebra il compleanno dell'esercito e il suo con una parata di 6600 soldati.

 

Il partito di centro-sinistra australiano è destinato a vincere la rielezione in una svolta drammatica alimentata dai dazi di Trump.

Fino a poco tempo fa, il Primo Ministro Anthony Albanese e il partito laburista al governo erano in svantaggio nei sondaggi, ma il suo rivale conservatore è stato danneggiato dalle tendenze trumpiane.

 

Cresce la paura della separazione dei bambini mentre Trump si affretta a deportare gli adulti.

In un caso, una bambina di due anni è stata tenuta sotto custodia negli Stati Uniti dopo che la madre era stata deportata in Venezuela.

 

Mentre Trump attacca l'istruzione superiore, alcuni studenti evitano i college americani.

 

Non si tratta di uno scherzo. L'uomo che sta bombardando il mondo non scherza. Manifesta il suo delirio di onnipotenza rappresentandosi uguale al Dio dei cristiani, padrone del mondo al di fuori di ogni legge e di ogni regola. Il delirio dell'assoluto che, presto, si manifesterà anche in modi ben più drammatici per gli uomini.

NOTA: Le notizie fotografiche sono prese da vari giornali nel mondo. Essenzialmente Australia, USA, Giappone e altro.

 

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02 maggio 2025

Maggio nella Religione Pagana

Il mese di Maggio è il mese che Roma ha dedicato a Maia e a Flora perché in Italia Maggio è il mese in cui si apre la stagione estiva e a Roma la celebrazione di Maia avveniva durante le Floralia. Astronomicamente siamo ancora in Primavera, ma Maggio suona la musica della vita che rimbomba in un crescendo verso l'Estate.

Per la Religione Pagana, la nascita si celebra con l'uscita di Persefone dall'Ade alla fine di Marzo, ma a Maggio, la vita nata in Marzo, è già adulta e deve affrontare, come adulto, le scelte della propria esistenza.

Anche se i cristiani hanno stuprato la crescita in nome della verità che sottomette e che blocca ogni trasformazione degli individui, Maggio è sempre il mese di Maia, la crescita, che i Romani associavano a Vulcano, la forza che prorompe distruggendo per salvaguardare i processi di crescita della vita.

In Italia, i fiori sbocciati, quasi timidamente fra Marzo e Aprile, iniziano a diventare maestosi nel mese di Maggio. I fiori sono Afrodite che si esprime negli Esseri della Natura. Questa potenza espressiva è un divino in sé che gli italici chiamavano Flora.

Chi tenta di trattare il Mito della Religione Romana in maniera logico-razionale seguendo i dettami della linguistica, al di là della forma, non è il grado di cogliere il significato religioso e divino degli Dèi.

Di Maia, razionalmente, non si sa quasi nulla. Gli studiosi, sia quelli moderni che quelli antichi, fanno congetture che a volte spacciano come delle verità. Verità che sono solo opinioni, spesso vuote, di chi rifiuta i significati emotivi dell'esistenza.

Si sa che Maia era chiamata "Maia Maiestas", ma perché le persone la chiamassero "Maia Maiestas", nessuno lo sa i così detti studiosi, spesso di matrice cristiana, sono costretti a fare congetture che allontanano l'attenzione dal significato religioso, emotivo, che sull'immagine veniva proiettato dalle persone religiose.

Il Primo Maggio era il giorno che i Romani dedicavano a Maia: la crescita che prorompe!

Anche Flora è il movimento del fiorire, della crescita, dell'esplosione sessuale della vita vegetale. Le feste, in occasione di Flora, le Floraria, erano celebrate fra il 28/30 aprile e il 03 maggio. Coincidevano con la celebrazione di Maia.

Erano celebrazioni della nascita, della crescita, dello sviluppo, dove la sessualità umana si mescolava alla sessualità della natura secondo il concetto che tutto diviene per relazione sessuale; tutto diviene per trasmissione e accumulo di tensione emotiva. Una tensione emotiva che nella sessualità esprime la sua forza più generale e più incomprimibile per la vita delle persone e della natura tutta.

Solo il cristianesimo insulta la vita negando i diritti alla sessualità umana e la sottomette a quella vagina vergine, stuprata dal loro Dio, che chiamano Maria.

 

02 maggio 2025

Maia
Teologia della Religione Pagana - cinquantasettesima riflessione
Il sentiero d'oro della Religione Romana

Il cinquantasettesimo paragrafo de Il Sentiero d’Oro, la Devotio, recita:

57) Fato conduce l'Essere
E l'Essere è alla presenza di Maia
L'Essere impone la sua volontà a Maia
Maia insegna all'Essere che Natura e Terra sono uno per gli Esseri della Natura di cui sono generatori e divenire assoluti comprendendone tutte le trasformazioni.

(da non confondere con la Maia della mitologia greca)

Maia è la crescita, come Cerere.

Maia è la crescita dell'Essere Umano, la sua necessità di espandersi nel mondo e nella vita. Maia alimenta il bisogno di trasformazione in funzione dell'intento sviluppato dall'individuo nella sua esistenza.

Poderosa è l'espressione di Maia nella prima infanzia. Poi, a mano a mano che l'individuo cresce, la potenza di Maia viene spenta dalla società quando trasforma l'individuo in un oggetto di possesso che, in quanto tale, deve cessare di crescere perché, secondo questo tipo di società, crescere ulteriormente non serve.

Maia è una specie di "Erinne" della crescita, dello sviluppo, della trasformazione, del divenire. Si affaccia alla coscienza dell'Essere Umano fin da quando questi è feto nella pancia della madre e continua a spingere sui bisogni dell'Essere Umano affinché costui continui a crescere, a trasformarsi, ad accumulare esperienza.

I Romani la accoppiavano a Vulcano, la forza che tutto travolge. Maia travolge il presente perché avida di realizzare un futuro possibile.

Maia che si presenta alla nostra coscienza ci dice che c'è ancora un immenso da conoscere e un infinito in cui dilatare la nostra conoscenza. Ci dice di non arrenderci mai e ci fa sentire la presenza di possibilità anche quando la ragione non coglie la trasformazione del presente nel quale vive.

[Tratto da: Il sentiero d'oro di Claudio Simeoni]

 

02 maggio 2025

Flora
Teologia della Religione Pagana - quattordicesima riflessione
Il sentiero d'oro della Religione Romana

Il quattordicesimo paragrafo de Il Sentiero d'Oro, la Devotio, recita:

14 ) Fato conduce l'Essere E l'Essere diventa Flora
Flora insegna all'Essere della Natura come ogni cosa nella Natura esiste al solo fine di espandersi nella Natura. Flora insegna come l'assoluto, dei nati nella Natura, è il divenire della Natura.

Flora è come Venere, ma maggiormente legata alla natura, alla nascita dei semi e al loro germinare. E' una potenza della vita e come tutte le potenze della vita manipola l'energia emotiva per costruire un futuro, il futuro della germinazione delle piante.

Gli Esseri Umani sono come semi gettati nelle traversie della vita e germinano ad ogni condizione e contraddizione che vivono e che affrontano.

Il concetto di germinare è un concetto proprio dell'antica Religione di Roma che organizzò questo tipo di feste dopo alcune carestie. E gli uomini compresero l'importanza dei fiori che generano semi che piantano la vita.

Del resto, queste sono le loro azioni. Le azioni degli uomini sono come dei semi che vengono piantati dai quali germina un nuovo e diverso presente.

Quando Flora emerge dentro uomini e donne alimenta la loro coscienza e la loro consapevolezza negli effetti delle loro azioni. Cosa succede dopo che io ho fatto? Con Flora che germina negli uomini e nelle donne questi non rimangono stupiti su "che cosa succede dopo" perché il dopo è prodotto dalle loro stesse azioni. Se sbocciano fiori di ciliegia sai che, se non arriva la tempesta, produrranno frutti di ciliegia.

Il fiore è una rappresentazione della sessualità delle piante e Flora è rappresentata come l'Afrodite delle piante. Flora è più vicina all'Afrodite greca che non Venere che per i romani aveva un significato molto particolare (il venerare).

Flora rende l'Essere Umano consapevole che il mondo vegetale è fatto di individui con i loro progetti e con i loro desideri. Le piante sono individui, soggetti, che si espandono nel mondo in cui vivono. Flora rende cosciente l'individuo in cui sorge che tutti i nati nella natura hanno come scopo espandersi nella natura. Vivere, abitare il mondo e questo abitare il mondo porta necessariamente vari tipi di conflittualità che l'uomo deve vivere e curare in modo che, facendo sbocciare sempre nuovi fiori, allontani la carestia dell'impotenza davanti ad eventi che non è in grado di padroneggiare.

[Tratto da: Il sentiero d'oro di Claudio Simeoni]

 

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01 maggio 2025

Primo maggio: inno ai morti sul lavoro.

Chissà da che cosa sono provocati i morti sul lavoro. Io non conosco le cause che hanno indotto le persone in questa situazione. So solo che questa situazione favorisce gli incidenti sul lavoro.

Incidente è, se la persona cade. Omicidio è, se la persona è stata indotta, come da mia personale esperienza, ad essere in quella situazione e in quelle condizioni.

Buona festa del lavoro a tutti.

 

01 maggio 2025

Riflessione sulle idee al variare dell'età

Quando iniziai il mio percorso di Stregoneria, casualmente in quel marzo del 1980, partivo da un insieme di idee che erano più immaginate che non desunte dall'esperienza. Il che significa che sono partito da una certa forma di credere, di indovinare, possibili conseguenze a quanto mi stavo proponendo di fare. Questo tipo di propositi hanno due modelli di qualità che li rendono diversi e opposti. Uno consiste in idee fideistiche che affermano una verità alla quale la persona deve adeguarsi. L'altro modello è composto, magari dalla stessa struttura di idee, ma che il soggetto tratta come ipotesi su cui lavorare e osservarne gli sviluppi. Nel primo caso quelle idee bloccano in sé stesse l'individuo e le sue scelte; nel secondo caso, quelle idee vengono modificate a mano a mano che l'individuo accumula esperienza.

Sia nell'uno che nell'altro caso, l'individuo espone quelle idee e le relative giustificazioni come verità. Verità che lui ha acquisito soggettivamente e che comunica come se fossero verità oggettive. Solo che nel primo caso l'individuo non accetta di discutere quelle verità in quanto non può mettere in discussione la propria "fede" in quelle idee. Nel secondo caso, l'individuo attende una confutazione. Attende che vi si oppongano idee diverse dalle quali, e dalla discussione che potrebbe nascere, elaborare nuove e diverse idee o, almeno, vedersi costretto a rivisitare le proprie idee e a generare nuove e più efficaci giustificazioni delle proprie idee.

Il caso più interessante della contrapposizione dell'esposizione ideale si ha quando si considerano le idee del medesimo individuo quando è giovane e si confrontano con le idee, del medesimo individuo, quando è vecchio. Per giovane, intendo un 20/30enne e per vecchio, al momento, intendo un ultrasettantenne. Un giorno, forse, parlerò di un ultraottantenne, ma per il momento parlo solo di un ultrasettantenne.

Esiste un patrimonio di idee "iniziali" che hanno i giovani e che è stato loro indotto dall'ambiente in cui vivono. Questa è una condizione abbastanza riconosciuta, ma esiste un altro aspetto: il modo soggettivo di trattare quelle idee.

Il modo soggettivo di trattare quelle idee avviene o per fede o come base per una ricerca e sperimentazione che indica quanto profondamente si è calata nell'individuo la manipolazione della sua struttura emotiva ad opera dell'ambiente. Nel primo caso, quando le idee diventano atti di fede, l'individuo è bloccato in quella struttura ideale. Ci si trova bene e combatte contro ogni idea avversa alla sua fede per poter confermare, nella sottomissione degli altri, la validità oggettiva delle proprie idee. Nel secondo caso, quando le idee sono trattate soggettivamente come punti di partenza per la propria ricerca o per la formazione della propria esperienza, quelle idee vengono modificate dai risultati della ricerca o dall'esperienza. Modificate, in continuazione, anche quando venissero, sistematicamente, presentate come verità soggettive.

I giovani, che hanno un patrimonio di idee fideisticamente accettate, vivono tutta la vita all'interno di quella struttura ideale. La realtà, in cui vivono, e le risposte ambientali spesso li costringono a non presentare quelle idee o a modificarne la rappresentazione formale per poter preservare la struttura sostanziale di quelle idee. Una volta diventati "vecchi" quella struttura ideale viene messa in evidenza dalla coscienza che elimina, progressivamente, tutte quelle rappresentazioni formali con le quali le idee venivano mascherate liberando il fideismo e l'integralismo in tutta la sua espressione soggettiva. L'individuo non si è trasformato nella propria esistenza, ha messo in atto una difesa emotiva del proprio modo di pensare per difendere quelle idee dal mondo in cui ha vissuto.

I due modi di aver praticato le idee e averle vissute, porta ad una separazione fra gli individui dovuta ai due modi diversi di trattare le idee. Se fra due ventenni il patrimonio iniziale delle idee era simile nei contenuti, non nell'elaborazione soggettiva delle medesime, una volta arrivati a settanta anni si verifica una separazione talmente profonda che l'espressione di un pensiero da parte di uno dei due, risulta estraneo all'altro e viceversa. Se magari, erano giovani amici che pensavano di "pensarla uguale", da vecchi diventano due estranei nemici con due visioni del mondo, della realtà e del futuro possibile, assolutamente inconciliabile.

 

01 maggio 2025

Il mondo divino in cui viviamo

Ho concluso i post su federazionepagana.it con le osservazioni mese di Aprile relative alla guerra di Trump sui dazi.

Che centra questo col Paganesimo?

Non la vedete attorno a voi la "Guerra di Troia". Non la vedete Atena che aiuta i Greci o Afrodite che affianca Paride?

La "Guerra di Troia" non è un mito, è la realtà che stiamo vivendo. Osserviamo le azioni degli Dèi e le conseguenze che quelle azioni comportano.

E' inutile aspettare la crisi della propria quotidianità e dire "Io non lo sapevo!". Gli Dèi chiamano ad essere attenti alle condizioni del mondo e chiedono attenzione e partecipazione anche quando le persone non hanno mezzi per incidere sulla realtà. Perché la conoscenza della realtà permette alle persone di difendere sé stesse e le proprie condizioni di vita.

Viviamo all'interno di una "Guerra di Troia" che nessuno di noi ha voluto, ma, se è per questo, non abbiamo nemmeno voluto nascere. Dal momento che siamo nati, non ci resta che vivere. Dal momento che le condizioni ci impongono di vivere nella "Guerra di Troia", possiamo solo scegliere ed agire di conseguenza.

Gli Dèi non si supplicano e nemmeno si pregano: gli Dèi si abitano perché, abitandoci, noi dobbiamo imparare a farli affacciare alla nostra coscienza.

C'è l'artigiano che ripara, un qualunque tipo di oggetto, e c'è l'artigiano che si fa Atena. Non ripara solo l'oggetto, ma con i medesimi occhi osserva la realtà in cui vive e, se necessario, agisce in essa nel tentativo di ripararla.

Lo vedi Ares negli uomini che cercano giustizia? O non vedi Ermes fra i commercianti e i ladri? Non vedi Afrodite nei desideri degli uomini e delle donne?

Abitiamo un mondo divino e nel momento stesso in cui ne riconosciamo la qualità divina, diventiamo noi stessi parte degli Dèi che agiscono nel mondo.

Pensate al Covid-19 o a Trump come dei "Tifone" che, emersi da Caos, hanno strappato i tendini e rubato il fulmine a Zeus.

Zeus necessita di uomini che si fanno Cadmo che recuperi i tendini e il fulmine affinché Zeus ripristini l'equilibrio. Ma, nel frattempo, le mille teste serpentine di Tifone sputando fuoco (leggi: ordini esecutivi), danno l'assalto al cielo e sconvolgono la vita degli uomini.

E' proprio del Pagano osservare i meccanismi della realtà in cui vive; è proprio del cristiano tapparsi gli occhi davanti alla realtà e attendere il salvatore.

 

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Verranno postati tutti i messaggi, tutte le proposte di discussione, nel mese di Maggio 2025.

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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